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CdL in Scienze della Formazione nelle organizzazioni Università degli Studi di Verona Silvio Premoli

PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE DI AMBIENTI DI APPRENDIMENTO – Presentazione del corso –

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CdL in Scienze della Formazione nelle organizzazioni Università degli Studi di Verona. PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE DI AMBIENTI DI APPRENDIMENTO – Presentazione del corso –. Silvio Premoli. ?. EDUCAZIONE DEGLI ADULTI formazione apprendimento. - PowerPoint PPT Presentation

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CdL in Scienze della Formazione nelle organizzazioniUniversità degli Studi di Verona

Silvio Premoli

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Se avessi cinque minuti per raccontare la tua storia, che cosa racconteresti?

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PRODUCI UN BREVE TESTO CREATIVO DI PRESENTAZIONE DI TE, CHE FACCIA RIFERIMENTO AL TUO CORPO.

Page 5: PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE  DI  AMBIENTI  DI  APPRENDIMENTO – Presentazione del corso –

Etimo di pedagogia dal greco antico: pais (= fanciullo) + agein (= fare, agire)

Differente dall’etimo di altre discipline come psicologia, antropologia sempre dal greco: psiche (mente) o antropos (= uomo) + logos (= pensiero, sapere)

C’è una connessione forte con l’azione, con l’intervento, con l’educazione

Etimo di pedagogia dal greco antico: pais (= fanciullo) + agein (= fare, agire)

Differente dall’etimo di altre discipline come psicologia, antropologia sempre dal greco: psiche (mente) o antropos (= uomo) + logos (= pensiero, sapere)

C’è una connessione forte con l’azione, con l’intervento, con l’educazione

Page 6: PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE  DI  AMBIENTI  DI  APPRENDIMENTO – Presentazione del corso –

Guardare: aspetto “durativo” del vedere

Soffermare lo sguardo, osservare, esaminare, essere esposto/orientato, custodire

S-guardo Modo di guardare le cose Sguardo professionale la forma

mentis di una professione porta a guardare in un certo modo

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Progettuale

Comunanza istanze diagnostiche e prognostiche

Ricerca delle tracce del “potenziale” come base d’appoggio di una strategia di intervento educativo

Prescrittivo (come dovrebbe essere)Orientato al cambiamento, o meglio,

alla trasformazione

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Cambiamento dal gr. kàmbein: “curvare, piegare”

Tras-formazione

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Page 10: PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE  DI  AMBIENTI  DI  APPRENDIMENTO – Presentazione del corso –

Che cos’è per te formazione?

Cosa significa per te formare?

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Se fosse una fase, una tappa dello sviluppo, che nome le daresti?

Rispetto allo studio in che momento sei? Rispetto al lavoro? Alla famiglia?

Come ti vedi di qui a tre anni? E di qui a dieci anni?

(Formenti, Gamelli 1998)

Page 13: PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE  DI  AMBIENTI  DI  APPRENDIMENTO – Presentazione del corso –

Da quando hai avuto la sensazione di esserlo?

In quali circostanze ti senti più adulta/o?

In quali meno?

Quali sono, secondo te, i “sintomi” dell’adultità?

Che cosa significa per te “essere adulti”?

Che cosa provi riguardo al diventare adulta/o?

(Formenti, Gamelli 1998)

Page 14: PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE  DI  AMBIENTI  DI  APPRENDIMENTO – Presentazione del corso –

Etimo di “adulto”, dal latino adolesco (crescere, svilupparsi, ma anche ardere) o àltus (cresciuto), come anche dai verbi greci (nutrire, far crescere, rinvigorire, accrescere) e a (crescere, diventare grande)

Continuum temporale tra adultità e adolescenza:un termine deriva da un participio passato (un fatto compiuto), l’altro termine da un participio presente (azione in corso)

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Raggiungere il pieno sviluppo fisico e psichico, indica la maturità e, nel caso di piante e animali, l’acquisita capacità di riprodursi

L’essere adulto nella nostra società corrisponde all’individuo in grado di prendere decisioni, di rischiare, di sfidare e di sfidarsi (Demetrio 2001).

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Rete di relazioni familiari e sociali soddisfacenti

Livello di istruzione sufficiente

Praticare un’attività professionale

Disporre di un reddito

Accedere ai servizi connessi alla condizione di “cittadino”

Page 17: PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE  DI  AMBIENTI  DI  APPRENDIMENTO – Presentazione del corso –

Possedere e condividere linguaggi

Essere autonomo nelle scelte

Essere autosufficiente nelle incombenze quotidiane

Partecipare al benessere collettivo

Prendersi cura degli altri e di se stessi

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Capacità di autoregolarsi ovvero nella capacità di organizzare i propri comportamenti e le proprie scelte con riferimento a se stessi, pur se in relazione alle numerosissime dipendenze con le quali la possibilità di ciascuno si trova a dover fare i conti (Bertolini)

Valorizzazione dell’intersoggettività e complementarietà tra soggetti

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Stereotipi Conferme sulla intrinseca

problematicità della natura umana Rigide indicazioni prescrittive Modelli definiti da aspettative del

mondo produttivo o di dottrine sociali

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Adulthood, adultité Categoria che dice la complessità

irriducibile dell’esperienza adulta Condizione esistenziale e ruolo sociale

fluido, mobile, soggetto a trasformazioni e cambiamenti

Lontana da pretese di stabilità, di definitività

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maschile/femminile puerile/maturo dipendenza/indipendenza attaccamento/separazione trasgressione/adesione …. ….

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Orientamento emancipatorio e sociale: attenzione e lotta all’analfabetismo, affermazione del diritto allo studio, diffusione di coscienza e consapevolezza critica

Orientamento funzionalistico: attività di formazione e aggiornamento professionale; accento sui traguardi di produttività ed efficienza

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Più recentemente, a partire dagli USA, in un contesto più pragmatico e meno ideologizzato, la ricerca ha potuto studiare le esperienze di formazione in campi diversi, cogliendo anche il valore di ciò che veniva sperimentato nel mondo produttivo del lavoro, dell’industria, delle tecnologie (prima guardato con sospetto)

Consolidamento di un ambito disciplinare dotato di statuti e mappe scientificamente fondati e di una propria epistemologia

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“Per essere liberi dobbiamo essere in grado di dare un nome alla nostra realtà, di sapere che è disgiunta da ciò che si dava per scontato, di parlare con la nostra voce” (Mezirow)

“Ma a questo risultato in ogni caso si perviene, poco importa che si tratti di aziende o di realtà depresse, connotate da gravi emarginazioni umane” (Demetrio)

Demetrio D., Introduzione a J.Mezirow, Apprendimento e trasformazione, Raffaello Cortina, Milano, 2003

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Separazione / contrapposizione tra l’area degli studi pedagogico-didattici (scuola-centrica) e la pratica formativa di tipo organizzativo, professionale, legata al “fare formazione” per individui prevalentemente adulti, in tempi e luoghi “altri” rispetto a quelli istituzionalmente delegati al compito dell’istruzione delle giovani generazioni.

Incomunicabilità tra questi due mondi (Alberici 2002)

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Società della conoscenza Età dell’apprendimento “L’importanza di non smettere mai

di imparare” Riflessione sul nuovo ruolo assunto

dal sapere e dalle conoscenze nella vita dei singoli, delle comunità, delle organizzazioni e della società nel suo complesso

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EdA prospettiva del corso di vita (sviluppo come cambiamento continuo) e dell’apprendimento durante l’intera esistenza (lifelong learning, educazione permanente)

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Riconoscimento del valore fondativo della nuova concezione dello sviluppo dell’individuo inteso come processo dotato di dinamismo e plasticità e marcato da continue trasformazioni, che dura tutta la vita e che rende scientificamente sostenibili la possibilità, la necessità e il desiderio di apprendere in tutte le età

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Valore dell’educazione quale opportunità di realizzazione delle aspirazioni di crescita e libertà per soggetti sociali e collettività

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Jarvis (2007) riconosce una “lifelong nature” dell’apprendimento

L’educazione è necessaria alla sopravvivenza dell’essere umano, in quanto parte della natura umana, e l’educazione degli adulti è un diritto umano (Gadotti 2009)

la forma istituzionalizzata e organizzata del Lifelong Learning ha origini decisamente recenti

Centralità del soggetto in formazione

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Rivoluzione industriale del XIX secolo forte impulso alla espansione della formazione con finalità connesse allo sviluppo economico e ampie ricadute sociali e culturali

Evoluzione della società civile nel XIX secolo esempio: leadership del reverendo Gruntdvig che in Danimarca pose le basi per una formazione popolare rivolta ad adulti, con l’obiettivo di sviluppare la partecipazione democratica

(Kallen 2002)

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1919: Adult Education Committee Final Report, curato da A.L. Smith dichiarava l’importanza di un’attenzione educativa che permeasse non soltanto la prima fase della vita di ogni persona, ma che, configurandosi come chiara necessità nazionale, inseparabile da aspetti di cittadinanza, divenisse universale e lungo tutto l’arco della vita

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1929: Yeaxley è il primo autore in lingua inglese a introdurre esplicitamente il concetto di Lifelong Education, connettendolo alla natura e ai bisogni fondamentali dell’essere umano.

Yeaxley anticipa tematiche oggi all’ordine del giorno, sostenendo la necessità di una “much wider and fuller lifelong education' (1929: 34), di fatto richiamando la dimensione wide e forse anche quella deep (pur utilizzando full = completo, pieno, integrale).

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Gli apprendimenti si realizzano nei molteplici contesti di formazione-istruzione e di vita quotidiana (formali, non formali e informali)

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«Tutto questo va ben oltre la scuola, perché l’educazione non ha luogo solo nelle aule scolastiche, ma quando la famiglia è riunita a tavola e i suoi membri cercano di dare un senso insieme agli avvenimenti della giornata, o quando i bambini cercano di aiutarsi a capire il mondo adulto, o quando maestro e apprendista interagiscono sul lavoro» (Jerome Bruner)

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Apprendimento profondo Abbraccia lingua, linguaggi, valori

religiosi, morali, etici e sociali, che orientano credenze, azioni, giudizi su di sé e sugli altri (Dozza, 2010)

La/le lingua/e e i linguaggi orientano mente e corpo nell’apprendimento

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Il Consiglio d’Europa, prima, e l’UNESCO, poi, assumono all’interno delle proprie linee di azione il concetto di ”education permanente” (Consiglio d’Europa 1970; Lengrand 1970; Faure, 1972).

Il contributo di Lengrand è fondamentale nel descrivere il “nuovo umanesimo” che sosterrà l’orientamento dell’Unesco a favore delle politiche di LLL.

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L’OECD (1973) adotta il paradigma, dell’educazione ricorrente che avrà meno influenza sulle politiche degli anni seguenti, per quanto il sottotitolo del rapporto curato da Keller e Bengtsson, Recurrente education: a strategy for lifelong learning, evidenzi una maggior prospettiva sia sul piano della scelta concettuale sia sul piano di tematiche fondamentali quali l’equità e la giustizia sociale

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Le pressioni globali a partire dagli anni ‘70 hanno richiesto una forza lavoro con livelli di formazione più elevate.

Si è quindi superata la tradizionale concezione dell’istruzione limitata ai soggetti in via di sviluppo e quindi nella fase iniziale della vita.

L’intero sistema formale scuola-università si è rivelato insufficiente per soddisfare la domanda formativa crescente.

“Mercantilizzazione” dell’apprendimento (Hirtt)

L’idea di lifelong education ha rapidamente guadagnato consensi.

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E’ solo negli anni Novanta che l’idea della lifelong education viene ampiamente accettata dalla comunità scientifica e dagli operatori del settore

Contemporaneamente l’idea di “educazione” viene sottoposta ad analisi critica e avviene il passaggio al concetto di lifelong learning

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Lifelong education = l'insieme organizzato dei dispositivi e dei mezzi d'educazione, d'insegnamento e di formazione destinati a facilitare, nel corso della vita degli individui, i processi personali dell'acquisizione di conoscenze e di competenze (lifelong learning).

(Cropley 1985)

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Tuttavia è proposta da alcuni autori (Boshier,1998; Jarvis,1998, 2007) un'analisi che pone l'accento sullo scarto semantico tra le espressioni di "lifelong education" e "lifelong learning“

Uno scarto ancora più percepibile nel contesto di un approccio "neo-liberale" in seno ad un'economia "globalizzata", dove nuovi equilibri sembrano doversi instaurare tra l'insegnamento come fatto istituzionale, bene pubblico e risorsa collettiva, ("educazione"), e l'apprendimento ("learning") come responsabilità individuale e attività privata.

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Jarvis: Il concetto di education esclude gli aspetti

più pratici della formazione on the job, del training, in un momento storico in cui appare invece fondamentale l’apprendimento dalla pratica

la formalità dell’education riconduce alla responsabilità dello Stato, mentre gli orientamenti neoliberali tendono a riconsegnare anche la responsabilità del proprio sviluppo formativo agli individui

appare sempre più evidente che esistono opportunità di apprendimento che non prevedono attività di insegnamento (invece insite nel concetto di education)

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“Apprendere è condizione necessaria per l’esistenza dell’uomo, ma non sufficiente.

La visione per forza di cose limitata del soggetto esige non solo conoscenza ma educazione”.

(Mariani, Santerini 2002)

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“La combinazione di processi lungo tutto l’arco di una vita per mezzo della quale la persona nella sua interezza – corpo (genetico, fisico e biologico) e mente (conoscenza, abilità, atteggiamenti, valori, emozioni, credenze e sensi) – sperimenta situazioni sociali, il cui contenuto percepito è quindi trasformato cognitivamente, emozionalmente o praticamente (o attraverso combinazioni) e integrato nella biografia personale dell’individuo, che così si risolve in una persona continuamente in cambiamento (o sempre più esperta)”.

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“qualsiasi attività avviata in qualsiasi momento della vita, volta a migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze in una prospettiva personale, civica, sociale e/o occupazionale”

obiettivi: autorealizzazione, cittadinanza attiva, inclusione sociale, occupabilità, adattabilità professionale

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da teacher-centered a learner-centered dal curriculum classico ai programmi

modulari o personalizzati dal sapere depositato al sapere come

costruzione continua dal teorico al pratico

(Jarvis, 2001)

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Centralità del soggetto

Attribuzione di significato

Approccio globale, cittadinanza

Durata e pervasività Contestualizzazione Sapere in azione: la

competenza strategica e la competenza nel lavoro

Autoefficacia/orientamento

Autodirezione nell’apprendimento

Individualizzazione dei percorsi formativi

Multimedialità e personalizzazione

Ottimizzazione e sinergia delle risorse

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“Insegnare a pensare, a ragionare, a riflettere con la propria testa a donne e uomini che si trovano coinvolti in eventi formativi progettati per loro o in quelle situazioni critiche che ogni adulto conosce e attraversa vivendo”.

(Demetrio 2003)

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Riferendosi a Mezirow, “se la mente è messa in condizione di riprendere un contatto riflessivo con il mondo – grazie a un’esperienza di formazione, piuttosto che di ascolto clinico – qualcosa di nuovo accade, e questa è educazione” (Demetrio 2003)