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GLIGLI  «AMBIENTI DI «AMBIENTI DI

APPRENDIMENTO»APPRENDIMENTO»

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I contesti di I contesti di apprendimentoapprendimento

A.I. Apprendimento

Individuale

A.C. Apprendimento

Collettivo

A.K. Apprendimento Connettivo

A.G. Apprendimento

Gruppo

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Fattori di successo dell’ apprendimentoFattori di successo dell’ apprendimento

A.I. Apprendimento

IndividualeA.G.

Apprendimento Gruppo

A.C. Apprendimento

Collettivo

A.K. Apprendimento

Connettivo

A.A. Apprendimento

Assistito

Aula –TV Conduttore - Docente 

Libro – P.C - Multimedialità

VerbalizzazioneAmb collaborativi

New e Social media, artefatti digitaliAmbienti in rete

Content sharing - User Content Generation

3- 5 (max 7) persone1-2 persone

 20  centinaia persone

 centinaia persone

Riflessione, concentrazione, espressione 

rappresentazione, cognizione emozione

Dialettica, condivisione, visione multipla, cognizione emozione, 

Capacità critica, argomentativa

Visione condivisa,  

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La ricerca sugli ambienti di apprendimento è strettamente correlata all’idea di un processo di apprendimento orientato anche verso l’acquisizione e il radicamento di competenze.Non a caso nei piani di studio provinciali del  I ciclo di  istruzione della provincia di Trento  troviamo  la  seguente  osservazione:  “Lo  stesso  format  delle  prove  PISA  e INVALSI  (dal  2009)  evidenzia  una  struttura  basata  sulla  proposta  di  CONTESTI  e SITUAZIONI come  punto  di  partenza  per  la  messa  in  modo  di  azioni  fisiche  e mentali  per  la  soluzione  di  problemi  (cognitivi)  che  i  saperi  e  le  aree  di apprendimento scolastico contribuiscono a sviluppare. Un format spesso adottato nelle buone pratiche e nei manuali d’insegnamento che non siano nozionistici ed esecutivi”.Il concetto di competenza non può dunque prescindere dal riferimento ad appositi contesti, ad AMBIENTI DI APPRENDIMENTO AD HOC, costruiti in modo da gestire le componenti in cui si articola il processo conoscitivo: Chi conosce, Cosa conosce e Come.

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LE COMPONENTI DA GESTIRE

CHI CHE COSA COME

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CHI- Le capacità di base da sviluppare:

 LEGGERE (OSSERVARE E PERCEPIRE); INTERPRETARE; CATALOGARE; SELEZIONARE; FORMULARE IPOTESI e CONTROLLARLE; RISOLVERE PROBLEMI; COMUNICARE

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CHE COSA- COME CAMBIA L’OGGETTO DI STUDIO:

1. DAL CAMPO DEL VISIBILE A QUELLO DELL’INVISIBILE:

 BIO; INFO; NANO;

2. INCIDENZA DEL NESSO OSSERVATORE/OSSERVATO

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COME AFFRONTARE L’OGGETTO DI STUDIO:

  DECOSTRUZIONE. Frammentazione  dei  «formati  linguistici» tradizionali  (testi,  suoni,  immagini)  e  loro  trascrizione  in un  codice di base  fatto  di  lunghe  catene  di  stringhe  binarie  (gli  0  e  1 dell’informazione  digitalizzata)  gestite  non  più  attraverso  apparati  e strumenti  diversi,  ma  con  lo  stesso  apparecchio  (il  cellulare,  ad esempio). 

RICOSTRUZIONE. Reinserimento  degli  item  e  degli  atomi  della conoscenza così ottenuti in un «tessuto relazionale» e in un contesto, disciplinare  o  tematico,  per  evitare  ogni  rischio  di  dispersione  e  di mancanza di sistematicità

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Il repository dei contenuti e la metadatazione

Tutti i contenuti digitali digitali disponibili vanno inseriti in un apposito Repository.

Per poter essere classificati e resi ricercabili dal motore di ricerca semantico, i contenuti digitali devono essere metadatati a due livelli:

Metadatazione strutturale: ordine di scuola, materia, tipologia, contenuto (profilo, esercizio, immagine), formato file (pdf, flash, mp3…)…

Metadatazione di contenuto: si basa su ontologie predefinite, che costituiscono  la Base di Conoscenza, rispetto a una data disciplina. 

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Ontologie di dominio:

Che cosa sonoLe ontologie rappresentano e modellano la conoscenza del dominio in relazione al  quale  sono  costruite.  Intorno  a  esse  si  sono  sviluppati  strumenti  innovativi decisamente  più  efficaci  di  altri  schemi  di  classificazione  tradizionali,  come  i database,  perché  realizzati  secondo  logiche  più  vicine  al  metodo  cognitivo umano

Come vengono usateI  contenuti  semanticamente  annotati  rispetto  alle  ontologie,  sono  ricercabili tramite  un  motore  di  information retrieval  semantico  e  proposti  all’utente secondo formule di riaggregazioni tagliate sulle sue esigenze specifiche

La neutralizzazione degli indici: garantire la massima ricercabilitàLe  ontologie  sono  scritte  in  linguaggio  neutro,  attraverso  una  lavorazione incrociata  di  programmi  ministeriali  (generici)  e  il  corpus  degli  argomenti trattati  e  indicizzati  nei  libri  di  testo.  Questa  neutralizzazione  consente  la massima rintracciabilità dei contenuti attraverso parole chiave universali.

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Schema di documenti semanticamente annotati, associati all’ontologia di dominio

Ontologia sulla Storia

ImperatoriSultani

Ruoli EventiCome i suoi predecessori romani e successori bizantini, Giustiniano si impegnò in guerra contro la Persia 

Risorse annotate

BattaglieLeaders

In questo esempio emerge la semantica dei contenuti, in quanto sono definiti i concetti astratti a cui si riferisce un blocco di testo , relazionati ad altri concetti collegati fra loro a livello ontologico.

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Perché un motore di ricerca semantico? I punti di forza

PotenteElevata potenza espressiva grazie alla presenza di ontologia

InterdisciplinareLa capacità di sfruttare la rete semantica dei contenuti anche in contesti disciplinari diversi.

TrasversaleLo stesso modello ontologico può essere reimpiegato in scenari di apprendimento diversi, ad esempio scuole di ogni ordine e grado, apprendimento lungo tutto l’arco della vita, formazione professionale, enciclopedie ecc.

Intelligente e in progressIl motore è in grado di proporre all’utente accostamenti di contenuti didattici basati sulla prassi didattica degli altri utenti (superando in tal modo le logiche statiche e rigide dei database tradizionali)

InnovativoLa possibilità di realizzare nuove modalità di fruizione dei contenuti, come ad esempio percorsi di fruizione con le tecniche di storytelling

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Le funzionalità del motore di ricerca

Disambiguazione della ricerca.

Panoramiche immediate su tutta la base di conoscenza (proposta di contenuti attinenti)

Differenti metodi di ordinamento dei contenuti a fronte della ricerca effettuata.

Proposta di approfondimenti su temi specifici e complementari

Suggerimento di tematiche profilate sia al livello documentale che a livello utente. 

Archiviazione personalizzata di contenuti di interesse utilizzabili anche per suggerimenti su base profilata a livello utente

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Un esempio di ricerca tramite motore semantico:il comportamento del motore

Motore di Ricerca

Costantino I, Imperatore

LeadersLeaders

Impero RomanoImpero Romano

ContriesContries

0-500 dc0-500 dc

Ontologia“Storia”

300-400d.c.300-400d.c.

Documenti “Principali”

Correlati al “Quando”

Correlati al “Dove”

Correlati al “Ruolo”

ImperatoriImperatori

Costantino ICostantino I

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•Imperatori•Costantino I (6)

•Santi•San Costantino (4)

•Città•Roma (23)•Bisanzio (12)

•Regioni•Dacia Romana (34)

•Continenti•Asia (2)•Africa (1)

• 200-400 d.c. (24)• 0-500 d.c. (14)

•Guerre •Guerra civile romana (12)

•Battaglie•Adrianopoli (11)•Ellesponto (2)

•Editti•Editto di Milano (3)

•Religioni•Cristianesimo (12)•Paganesimo (13)

Che cosa Chi Dove Quando

Motore di Ricerca

Costantino I, Imperatore

L’ontologia scompone la ricerca effettuata su assi diversi per ciascuna disciplina. Nell’esempio “Che cosa”, “Chi”, “Dove” e “Quando” (che indirizzano i contenuti correlati) sono gli assi definiti dall’ontologia STORIA. I numeri tra parentesi indicano il numero di atomi di contenuti trovato.

Un esempio di ricerca tramite motore semantico: i risultati della ricerca

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Modularità Sistematicità Flessibilità

Didattica con gli ambienti di apprendimento

Gli ambienti di apprendimento devono  assicurare la convergenza e l’equilibrio tra le seguenti caratteristiche ed esigenze

Il  testo  deve  essere  scomponibile e  riorganizzabile in  base  alle  esigenze didattiche del docente e dello stesso studente, il quale deve poter costruire un proprio percorso  individuale, disporre di materiali adatti al suo livello di apprendimento,  tarati  sul  suo  bisogno  di  personalizzazione  ed, eventualmente, di recupero.

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Centralità dell’ambiente didatticoCentralità dell’ambiente didattico

FATTORE INDISPENSABILE PER L’APPRENDIMENTO:

L’AMBIENTE DIDATTICO

Inquadrare e risolvere problemi

• Identificare e perseguire obiettivi e percorsi di soluzione

• Ricercare, selezionare informazioni • Sapersi confrontare con gli altri • Affermare o confutare tesi• Saper lavorare in gruppo• Saper comunicare, esprimersi, ascoltare• Indirizzare creatività ed emozioni• Operativizzare

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Nella dimensione intersoggettiva è presente un sistema sistema di relazioni emozionale e cognitivodi relazioni emozionale e cognitivo

• Interazioni• Coinvolgimento• Condivisione e manipolazione

di segni e significati• Scambio reciproco sulla base

di uno sfondo condiviso• Processi decisionali

Attraverso una dinamica tra i diversi soggetti interni alla comunità, esterni alla comunità

L’apprendimento è individuale e collettivoL’apprendimento è individuale e collettivo

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Competenze e capacità necessarie per Competenze e capacità necessarie per inquadrare un problema e risolverlo inquadrare un problema e risolverlo

AnalogiaAnalogia

Le possiamo così schematizzare:

AnalisiAnalisi

AstrazioneAstrazione

DeduzioneDeduzione

AbduzioneAbduzione

InduzioneInduzione

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Competenze e capacità necessarie per Competenze e capacità necessarie per inquadrare un problema e risolverlo inquadrare un problema e risolverlo

AnalogiaAnalogia

Le possiamo così schematizzare:

AnalisiAnalisi

AstrazioneAstrazione

DeduzioneDeduzione

AbduzioneAbduzione

InduzioneInduzione

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IL GLOCALE COME PRODUZIONE DI LOCALITA’

Le nuove tecnologie producono il globale, ma anche il locale in quanto non si limitano a convivere con la complessità (varietà, variabilità, indeterminazione) ma riescono a utilizzarla trasformandola in qualcosa di nuovo nel passaggio da un contesto all’altro, da un luogo all’altro.

Questo passaggio non è mai infatti una semplice replica della conoscenza, ma una sua “rilettura” e rigenerazione attraverso adattamenti e innovazioni che la arricchiscono e la differenziano strada facendo.

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Il nucleo concettuale del concetto di «competenza» è  l’integrazione tra il sapere, il capire e il riuscire,  nella  consapevolezza  che  Il  capire presuppone,  certamente,  il  sapere  e  quest’ultimo  è  indubbiamente condizione necessaria perché si possa arrivare allo scopo indicato. Se  però  ci  chiediamo  se  esso  sia  anche  condizione sufficiente,  le  cose  si complicano. 

Senza sapere non si può arrivare a capire, ma non è affatto detto che basti sapere per poter capire. 

Quanto  alla  relazione  tra  sapere  e  riuscire,  se  è  vero  che  si  può  sapere senza  fare  e  si  può  fare  senza  sapere  e  capire,  è  certamente  meno scontato ritenere che si possa davvero «riuscire» senza sapere e capire.

SAPERE, CAPIRE E FARE

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Altro problema è costituito dal caso di cui parla Damasio ne L’errore di Cartesio. 

Operato  al  cervello  per  rimuovere un  tumore  che  aveva  costretto a intervenire  anche  sul  tessuto  dei  lobi  frontali  che  era  stato danneggiato dal male dopo  l’intervento mantenne  integre  la solidità dell’intelletto,  la  capacità  percettiva,  la  memoria  del  passato,  la memoria  a  breve  termine,  l’apprendimento  di  nuovi  contenuti,  il linguaggio  e  la  capacità  aritmetica.  In  breve  dal  punto  di  vista  della conoscenza e delle capacità a essa legate era tutto a posto. 

Non altrettanto si poteva dire a proposito della sua personalità, che risultò  totalmente  alterata:  “avvertiva  come  argomenti  che  prima avevano suscitato in lui una forte emozione ora non provocavano più alcuna reazione, né positiva, né negativa”. 

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Provate a immaginare quel che era accaduto: provate a immaginare di non sentire  piacere  quando  contemplate  una  pittura  che  vi  piace,  o  quando ascoltate uno dei vostri brani musicali preferiti. Provate  a  immaginarvi  completamente  privati di  tale  possibilità,  e  tuttavia ancora consapevoli dei contenuto intellettuale dello stimolo visivo o sonoro, e consapevoli anche del fatto che una volta vi dava piacere: Sapere ma non sentire, così potremmo riassumere la sua infelice condizione” (p.  85).

Inoltre  egli  “era  incapace  di  scegliere  in  modo  efficace,  o  poteva  non scegliere affatto, o  scegliere malamente”.  “Cominciai  a pensare”,  conclude Damasio, “che la sua freddezza del ragionamento gli impedisse di assegnare valori differenti a opzioni differenti, rendendo il paesaggio del suo pensiero decisionale irrimediabilmente piatto” (pp. 92-93).

Dunque sapere e sviluppare la conoscenza è condizione necessaria, ma non sufficiente, per gestire le emozioni e assumere decisioni.

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C’è poi il fatto, attestato ormai, come si è visto, da tutte le ricerche nel campo  delle  neuroscienze,  di  quanto  astratta  e  distorta  sia  la descrizione  abituale  dei  nostri  comportamenti  che  tende  a  separare  i puri movimenti fisici dagli atti che tramite questi verrebbero eseguiti. 

In realtà il cervello che comprende e il cervello che agisce sono tutt’uno, per cui il rigido confine tra processi percettivi, cognitivi e motori finisce per rivelarsi in gran parte artificioso: 

la percezione risulta immersa nella dinamica dell’azione e ciò comporta l’esigenza  di  prestare  la  debita  attenzione  a  una  componente pragmatica,  sulla  quale  poggiano  molte  delle  nostre  tanto  celebrate capacità cognitive.

 

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È questo il nucleo non esoterico del concetto di competenza, che mette in crisi l’idea che la conoscenza si acquisisca mediante la pura e semplice trasmissione  di  strutture  già  definite  e  di  significati  già  codificati  nello spazio esterno e ci obbliga, per contro, a prestare  la debita attenzione alle modalità di organizzazione del campo ricettivo interno. 

Il  riferimento a questo quadro generale consente, oltretutto, di avviare finalmente una seria riflessione sulle tecnologie, sul loro rapporto con il pensiero  scientifico,  sulle  profonde  trasformazioni  che  esse  stanno portando,  oltre  che  al  nostro modo  di  comunicare,  anche  a  quello  di organizzare la conoscenza e di concepire i processi di apprendimento e gli ambienti in cui essi andrebbero collocati. 

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È  a  questo  concetto di competenza  che  si  riferiscono correttamente  i Piani di Studio della Provincia di Trento: “Una competenza si manifesta quando un soggetto riesce ad attivare e  coordinare  conoscenze,  abilità  e  disposizioni  interne  (come atteggiamenti,  valori,  motivazioni,  ecc.)  per  affrontare, valorizzando  se  necessario  anche  opportune  risorse  esterne, una tipologia di compiti o problemi” da inquadrare e risolvere. 

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Questa  definizione  evidenzia  un’ulteriore  differenza  tra  le conoscenze e le competenze.Le  competenze  non  possono  prescindere  dal  riferimento  a un  soggetto,  ai  suoi  stati  mentali,  alle  sue  disposizioni, motivazioni e  inclinazioni, per cui sono qualcosa di radicato nell’universo interiore di una persona.Le  cose  stanno  diversamente  per  quanto  riguarda  le conoscenze,  almeno  se  ci  riferiamo  al  rapporto  tra  queste ultime e  la mente delineato da Popper nella  sua  teoria dei «tre mondi».

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I «tre mondi» di Popper

Nei  saggi  raccolti  in  Conoscenza oggettiva,   e  in  particolare  in Epistemologia senza soggetto conoscente, Popper  critica  in  modo deciso  quello  che  egli  chiama  l'  espressionismo epistemologico:   “Il vecchio  approccio  soggettivo,  consistente  nell'interpretare  la conoscenza come una relazione tra  le mente del  soggetto e  l'oggetto conosciuto  -  relazione  chiamata  da  Russell  'credenza'  o  'giudizio’  - considerò  quelle  cose,  che  io  guardo  come  conoscenza  oggettiva, semplicemente  quali dichiarazioni   o  espressioni   di  stati mentali  (o come relativo comportamento)».

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I «tre mondi» di Popper

Quale  sia  l'alternativa  che  Popper  propone  in  sostituzione  di  questa concezione  è  ampiamente  noto.  Si  tratta  di  una  impostazione  che prende le mosse da una chiara distinzione tra i cosiddetti "tre mondi", e cioè:

1. il mondo degli oggetti fisici o degli stati fisici; 2. Il mondo degli stati di coscienza o degli stati mentali;3. Il mondo dei contenuti oggettivi di pensiero,  specialmente dei    pensieri scientifici e poetici e delle opere d'arte.         

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I «tre mondi» di PopperUna volta operata questa separazione di  livelli, Popper così presenta  il nucleo della  sua posizione epistemologica:  "La mia  tesi  centrale è  che qualsiasi  analisi  intellettualmente  significativa  dell'attività  del comprendere  deve  soprattutto,  se  non  interamente,  procedere  con l'analisi  del  nostro  uso  delle  unità  strutturali  e  strumenti  del  terzo mondo". Ciò  significa  proporre  un  radicale  spostamento  di  prospettiva  per quanto  riguarda  i  problemi  di  cui  ci  stiamo  qui  occupando,  che  non dovrebbero,  a  giudizio  di  Popper,  confrontarsi  tanto  con  le  credenze oggettive  e  gli  stati  mentali,  quanto  piuttosto  con  le  situazioni problematiche   e con i sistemi teorici,  cioè con la conoscenza in senso oggettivo  e non nel senso  soggettivo  dell' "io so". 

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I «tre mondi» di Popper

Abbiamo, pertanto, a che fare con una "conoscenza senza un soggetto conoscente",  che  si  occupa  di  "libri  in  sé",  di  "teorie  in  sé",  di "problemi  in  sé"  ecc.  non  riferiti  a  nessun  uomo  specifico,  ma considerati  come  qualcosa  di  astratto  da  assumere  e  interpretare, semplicemente,  nella  loro  possibilità   o  potenzialità   di  essere  letti, interpretati,  capiti,  e  che  devono,  di  conseguenza,  venire  studiati  in maniera  oggettiva,  indipendentemente  dalla  questione  se  queste potenzialità  vengano  o  meno  mai  realizzate  da  qualche  organismo vivente.  «In  questo  modo  può  sorgere  un  intero  nuovo  universo  di possibilità  o  potenzialità:  un mondo  che  è  in  larga misura autonomo [...]  L'idea di autonomia  è centrale per la mia teoria del terzo mondo: sebbene il terzo mondo sia un prodotto umano, una creazione umana, esso  a  sua  volta  crea,  al  pari  di  altri  prodotti  animali,  il  suo  proprio ambito di autonomia».

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I «tre mondi» di Popper

E  ciò  nonostante  sussiste  un  importantissimo effetto di  feedback   da questo mondo  autonomo  sui  soggetti umani  e  sui  loro  stati mentali: «una epistemologia oggettivista che studia il terzo mondo può gettare una  luce  immensa  sul  secondo  mondo,  quello  della  coscienza soggettiva,  specialmente  sui  processi  di  pensiero  degli  scienziati; ma non è vera l'affermazione reciproca».

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CONOSCENZE E COMPETENZE

E’ del tutto evidente che si assumono le competenze come il risultato della  capacità  di  un  soggetto di “attivare e coordinare conoscenze, abilità e disposizioni interne” occorre porre al centro dell’attenzione il mondo degli stati di coscienza o degli stati mentali, chiedendosi se essi siano preparati, e fino a che punto lo siano, per recepire e assimilare il mondo dei contenuti oggettivi di pensiero. Da questo secondo punto di vista, infatti, non ci si può accontentare di assumere questi ultimi nella loro «possibilità o potenzialità di essere letti, interpretati, capiti», ma ci si deve porre il problema del come lo possano essere effettivamente. 

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Il  nocciolo  della  questione  non  è  allora  la  diatriba  sulle  competenze, ma se la scuola deve preoccuparsi di sviluppare, oltre alle conoscenze, anche  la capacità di attivare questo coordinamento tra conoscenze, abilità e disposizioni interne, di sentire e di gestire le emozioni,  di assumere  decisioni  in  modo  consapevole  e  di  agire  in  maniera responsabile, orientando di conseguenza la sua attenzione anche verso questa componente pragmatica, oppure no. Quello  che  abbiamo  imparato  in  modo  ormai  inconfutabile  è  che  lo sviluppo  delle  capacità  a  essa  connesse  non  scaturisce automaticamente  e  meccanicamente  dal  solo  possesso  delle conoscenze, per cui  queste capacità vanno coltivate in modo specifico, con processi di apprendimento ad hoc. Almeno se l’obiettivo che ci si pone è quello di formare una personalità completa,  che  sappia, comprenda e sia consapevole di sé  e  sappia agire.

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LA FINALITA’ CHIAVE

La finalità chiave di una “testa ben fatta” è far emergere econsolidare la capacità di legare e connettere le conoscenze : 

l’arte di organizzare il proprio pensiero, di collegare e distinguere al tempo stesso. 

Si tratta di favorire l’attitudine a interrogare, di legare il sapere al dubbio, di sviluppare la capacità d’integrare il sapere particolare non soltanto in un contesto globale, ma anche nella propria vita, di stimolare l’attitudine a porsi i problemi fondamentali della propria condizione e del proprio tempo.

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Riassumendo,  i  cardini  del  concetto  di  competenza  sono dunque i seguenti:

• Conoscere• Capire• Sentire• Decidere • Agire• Trasferire il sapere da un modello (rappresentazione artificiale semplificata di un contesto reale) al mondo della esperienza quotidiana.   

I CARDINI DEL CONCETTO DI «COMPETENZA»

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Metodi: alcune regole generali

Da un antico proverbio cinese

• Se ascolto.. dimentico• Se vedo….ricordo• Se faccio…imparo

Il rapporto sapere- fareIl rapporto sapere- fare

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“Le persone si lasciano convincere più facilmente dalle ragioni che esse stesse hanno scoperto, piuttosto che da quelle scaturite dalla mente di altri”.

Se faccio…imparo: metodi attiviSe faccio…imparo: metodi attivi

Blaise Pascal

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Conoscere non è solo un rappresentare, quanto un fare, e nei moderni laboratori microentità come gli elettroni vengono quotidianamente manipolate per caricare negativamente certi bersagli o per studiare le proprietà di altri oggetti meno noti nell’ambito della fisica delle particelle elementari:

che ragioni abbiamo per dubitare che conosciamo le proprietà causali degli elettroni stessi, e che questi ultimi esistono proprio come le sedie che manipoliamo direttamente ogni giorno? Nei moderni acceleratori possiamo alterare la direzione, la velocità nonché lo spin di fasci di particelle: se tali particelle non esistessero, fossero solo utili finzioni o se, riguardo alla loro esistenza dovessimo, come suggerisce van Frassen (1980), sospendere il giudizio, come potremmo giustificare la pratica sperimentale e spiegare ciò che riusciamo a trovare dando per scontare le proprietà di tali oggetti?

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Lungo l’area dei linguaggi,Lungo l’area dei linguaggi,il soggetto costruisce il séil soggetto costruisce il sé

in quanto in quanto persona.persona.

All’origine di tutti e tre i All’origine di tutti e tre i percorsi c’è la percorsi c’è la persona che vive persona che vive qui e oraqui e ora

I QUATTRO «AMBITI CULTURALI»

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Lungo l’area Lungo l’area spazio-temporale spazio-temporale costruisce il sé costruisce il sé nel rapporto con nel rapporto con gli altri.gli altri.

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Lungo l’area Lungo l’area matematica e scientifica matematica e scientifica

dell’indagine e della ricercadell’indagine e della ricercacostruisce il sé nel rapporto costruisce il sé nel rapporto

con gli oggetti, gli eventi,con gli oggetti, gli eventi,la complessa fenomenologiala complessa fenomenologia

del mondo delle “cose”.del mondo delle “cose”.

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Anche la distribuzione delle otto competenze chiave per l’esercizio della cittadinanza attiva può essere agevolmente inserita in questa rappresentazione tridimensionale basata su tre edifici principali:

• la costruzione del sé• le relazioni con gli altri• il rapporto con la realtà

naturale e sociale

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I tre poli delle otto competenze chiave per l’esercizio della cittadinanza attiva

Rapporto Rapporto con la realtà con la realtà naturale e naturale e

socialesociale

Costruzione del sè Costruzione del sè

Rapporto con Rapporto con gli altrigli altri

Imparare ad imparare

Formulare progetti

Comunicare (rappresentare)

Collaborare e partecipare

Comunicare (comprendere)

Risolvere problemi

Acquisire ed interpretare

l’informazione

Individuare collegamenti

e relazioni

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I saperi e le competenze per l’assolvimento dell’ obbligo di I saperi e le competenze per l’assolvimento dell’ obbligo di istruzioneistruzione

ASSI ASSI CULTURALICULTURALI

COMPETENZE COMPETENZE DI BASEDI BASE

ABILITAABILITA(capacità)(capacità)

CONOCONOSCENZESCENZE

COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA

Asse dei linguaggi

- Imparare ad imparare

- Progettare

- Comunicare: comprendere e rappresentare

- Collaborare e partecipare

- Agire in modo autonomo e responsabile

-Risolvere problemi

- Individuare collegamenti e relazioni

- Acquisire ed interpretare l’informazione

Asse matematico

Asse scientifico-tecnologico

Asse storico-sociale

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Il Il successo formativosuccesso formativodi lunga durata è la di lunga durata è la risultante di una risultante di una costruzione equilibrata costruzione equilibrata delle tre direttrici di delle tre direttrici di sviluppo e delle tre aree sviluppo e delle tre aree in modo che in modo che nessuna nessuna sopravanzi l’altrasopravanzi l’altra

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    Indicazioni della Commissione Ceruti:

“Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici,

etici, spirituali, religiosi”

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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

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Grazie per l’attenzione

Ringraziamenti