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5/12/2018 Relazione La Masseria Delle Allodole Antonia Arslan - slidepdf.com
http://slidepdf.com/reader/full/relazione-la-masseria-delle-allodole-antonia-arslan
Il gattopardodi GiuseppeTomasi di Lampedusa
Relazione a cura di Lorenzo Dani
5/12/2018 Relazione La Masseria Delle Allodole Antonia Arslan - slidepdf.com
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Notizie sull’autore
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, di antica nobiltà, discendeva da una
famiglia che annoverava, tra i suoi membri, santi, cardinali e grandi
diplomatici. Gli avi, proprietari di numerosi feudi sparsi all‟interno della
Sicilia, oltre che dall‟isola di Lampedusa, fondatori nel 1637 della città
di Palma di Monte Chiara ne tennero per secoli la baronia. Egli nacque a
Palermo nel 1896 e morì a Roma nel 1957.
Sin da giovane studiò le principali lingue, la cui conoscenza perfezionò,
sia con la lettura di quasi tutti i grandi scrittori della letteratura europea,
nel testo originale, sia con frequenti viaggi e soggiorni all‟estero. Durante un
soggiorno a Londra conobbe la Principessa Lettone Alessandra Wolff-Stamersee,
che sposò nel 1932. Pur assolvendo i suoi obblighi di cittadino Italiano
partecipando alla prima e seconda guerra mondiale, si mantenne estraneo alla vita
politica e agli ambienti letterari. Solo una volta, nel 1954, partecipò al convegno di
San Pellegrino Terme, dove poeti famosi presentavano opere di poeti sconosciuti.
Qui, Tomasi, conobbe Eugenio Montale e Giorgio Bassani, questi che poi, nella
prefazione al «Gattopardo», lo descrisse come un signore alto, corpulento,
taciturno, pallido in volto di un pallore grigiastro dei meridionali di pelle scura.
Fu nei giorni di quel convegno che Tomasi ebbe l‟idea di scrivere l‟opera a cui
pensava da vent‟anni, e cioè il Gattopardo. Egli non ebbe la fortuna di vederla
pubblicata, ne‟ di assaporare la gioia del clamoroso successo subito ottenuto in
Italia e all‟estero, a dispetto delle due case editrici Mondadori ed Einaudi, su
consiglio di Vittorini, che non vollero pubblicare l‟opera.
Vittorini, in seguito, si giustificò dicendo che il suo rifiuto era stato dettato dal
fatto che l‟opera di Tomasi era una “stonatura” per il suo contenuto reazionario e
arretrato rispetto alla più viva letteratura contemporanea. Non era vero, era la
vecchia tattica dell‟ostracismo, con cui in quegli anni l‟egemonia culturale della
sinistra colpiva, con il silenzio, autori e opere che non erano allineati all‟ideologia
marxista.
Il romanzo fu pubblicato postumo, nel 1958 dalla casa editrice Feltrinelli, per
iniziativa di Bassani che ne‟ comprese il valore e scrisse anche la prefazione.
L‟autore era morto l‟anno prima in una clinica romana dopo una breve malattia.
Nonostante che Vittorini boicottò l‟opera, non tutti i critici marxisti la giudicarono
un‟opera reazionaria. Luigi Russo, disse che se il risorgimento era reazionario si
dovevano condannare anche le opere di Leopardi, Manzoni, Verga e Pirandello,
solo perché non si condivide il loro pessimismo. Il critico marxista Aragon definì
addirittura il Gattopardo uno dei più grandi libri di questo secolo e di sempre,
forse il solo romanzo del „900.
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Se la sinistra definì reazionario il romanzo, giudicandolo di destra, Luigi Barzini,
critico di destra, apprezzò il romanzo perché riteneva che il tema centrale fosse il
rimpianto dell‟aristocrazia, la cui decadenza comportava la fine di vecchie virtù
che rendevano umana la vita anche agli umili, e il trionfo della borghesia, che
aveva altre capacità, più rozza, ma essenziali al mondo moderno, che servivano acorreggere le vecchie giustizie ma solo a sostituirle con altre.
Pubblicazione
Sintesi (per capitoli)
Il libro non è diviso in capitoli ma in due parti principali. Eccole illustrate in sintesi:
1- 1914: inizia uno scambio epistolare tra Sempad, farmacista di un piccolo paese
della provincia turca, e suo fratello Yerwant, emigrato a soli tredici anni in Italia
per studiare e per allontanarsi dalla matrigna, ma anche, per questo motivo,
rimanendo in cattivi rapporti con il padre, che difatti gli taglia i viveri a soli
diciassette anni. A un certo punto Sempad propone al fratello di venire in Turchia
a casa sua per fargli visita; per l‟occasione egli decide di ristrutturare la Masseria
delle Allodole, tenuta di campagna di famiglia, in stile inglese, con tanto di vetrate
istoriate, bersò e campo da tennis, che rimarrà incompiuto, e, amara sorte, anchela sua tomba.
Il 24 aprile 1914 avviene il massacro di Costantinopoli, e il 23 maggio Sempad
decide di parlarne con il colonnello. Nel frattempo, il 10 maggio, Yerwant decide
finalmente la data del suo arrivo, fissata per il 10 giugno, e comincia elaborati e
costosi preparativi, tra l‟insofferenza della moglie e dei figli. Ma il 24 maggio
anche l‟Italia entra in guerra, e viaggiare diventa impossibile;
il 25 maggio, Sempad si ripara in campagna, ignorando l‟ordine di presentarsi
presso il vicario del potere imperiale presente nel suo villaggio. Nella Masseriadelle Allodole verrà massacrato con tutti i maschi, tranne Nubar che era
causalmente vestito da femmina e quindi salvato ( A Nubar, capricciosamente,
mette una vestina da bambina, con le gale di picchè insaldato e una cuffietta rosa
di una sorellina).
2- Diventa così protagonista della seconda parte, quella dell‟esodo, Shushanig,
moglie di Sempad, regina della casa ed ora povera figurante dell‟esodo, che aiuta
le donne e i bambini a farsi strada e coraggio, anche con il piccolo tesoro che era
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riuscita a nascondere alla partenza. A seguire la colonna di deportati ed a portare
aiuto e conforto vi sono Nazim il mendicante, spia pentita, Ismene la
lamentatrice greca, figura intoccabile, e Elias Isacco Kristoiannis il prete greco,
l‟unico risparmiato oltre a Nubar e che segue la colonna per non essere
considerato un vigliacco. Giunti ad Aleppo, viene contattato il fratello di Sempad,Zareh, che riesce a far fuggire parte del gruppo e a farlo rimanere un anno nella
sua cantina, prima di riuscire ad imbarcarli per Venezia.
Elenco delle parole difficili
bersò: pergolato costituito di strutture di legno o metallo ricoperte da rampicanti.
lamentatrice: colei che, sotto compenso, intona i canti funebri alle messe
goffaggine: Caratteristica di goffo (Detto di chi si muove o si comporta in modo impacciato, privo di
sicurezza)
scalpicciare: Camminare strisciando i piedi sul terreno.
Genere
E‟ un romanzo storico verosimile che vuole tramandarci dei fatti gravi veramente
accaduti
Struttura narrativa
Situazione iniziale: Sempad ristruttura la vecchia “Masseria delle allodole” per
invitarci suo fratello Yerwant, che vive in Italia
Rottura: I turchi, per trovare un alibi alla loro imminente sconfitta nella prima guerra
mondiale, accusano gli armeni, più ricchi e colti di loro.
Sviluppo della vicenda: Nonostante non tutti i turchi siano d‟accordo, la
maggioranza nazionalista vince e così si dà inizio a una strage vera e propria: tutti i
maschi vengono trucidati, le femmine deportate in un deserto dove poi lì erano
destinate a morire di stenti.
Esito: Corrompendo gli zaptié, alcune donne e Nubar, l‟unico armeno maschio
scampato alla strage, riescono a salvarsi e a imbarcarsi per Venezia, dove poi trovano
il sostegno morale ed economico del fratello di Sempad, Yerwant.
Spazio e tempo
La vicenda si svolge principalmente
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in un piccolo villaggio turco che non viene mai nominato. Nella seconda parte,
invece, è esplicitato il punto verso cui sono diretti, e verso la fine si cita la città di
Aleppo.
Il romanzo si svolge durante la prima guerra mondiale e termina con la fine della
guerra, quando vengono aperti i processi contro le violenze turche nei confronti degliarmeni, processi che non verranno mai portati a termine.
Personaggi
I personaggi all’interno del romanzo sono tanti, troppi e perciò adesso citerò solo i più importanti.
Comunque, per ulteriori informazioni, altri personaggi si possono trovare nei ringraziamenti finali che
pone la scrittrice alla fine del suo libro.
Protagonisti sono nella prima parte del romanzo Sempad, che è importante nel suo
villaggio perché è farmacista, posizione che gli dà rispettabilità e ricchezza; tenta
inoltre di far convivere Oriente ed Occidente, ed è affezionato al suo ruolo dicapofamiglia, anche se gestisce tutto la moglie. Parallelo a questi, vi è il fratello,
Yerwant, anche lui praticante l‟arte di Asclepio ed Ippocrate, dato che è med ico, e che
ha nostalgia delle sue radici, nonostante sia sposato ad un‟italiana. Nella seconda
parte del romanzo regina è Shushanig, la fedele moglie di Sempad e che gestisce la
casa, stella polare della sopravvivenza durante l‟esodo, ricca di quell‟arte che farà
scampare parte della famiglia al genocidio.
Tra i personaggi funzionali ai protagonisti del libro vi sono Nazim, il mendicante che
prima tradisce e poi aiuta a scappare, Ismene, la lamentatrice sposata ad un indiano
d‟america e di connotazione melanconica, Isacco, il prete greco amico della famigliache sopravvive al massacro e si sente in colpa per non essere morto, Azniv e Veron
sorelle di Sempad, la prima bellissima e corteggiata da molti ma ritrosa, la seconda
sempre bonariamente sbeffeggiata, usa ai cappellini ed alle mille frivolezze della vita
(sua l‟idea dei cosmetici nella farmacia), ed Henriette, la scampata al massacro che ha
dato voce ai ricordi ed è stata la principale fonte per la scrittrice di questo romanzo.
Narratore
Il narratore è esterno ed onnisciente, si identifica con l‟autore; questo è dato dalla
necessità della scrittrice di rendere la tragedia del viaggio e della sua famiglia, rea
solo di essere armena e ricca; una profonda malinconia traspare dai commenti che
appaiono talvolta qua e là nel testo. Il risultato è un‟impalpabile tristezza che avvolge
il lettore fin dalle prime pagine.
Focalizzazione
La focalizzazione è il punto di vista da cui si guarda, si analizza e si giudica l‟intero
romanzo. Il punto di vista è quello dell‟autore. Non coesistono diversi punti di vista,
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ma dato che vi sono diverse fonti, lo stesso punto di vista assume diverse
sfaccettature.
Fabula e intreccio
Fabula ed intreccio non concordano pienamente, perché la scrittrice scrive in analessi
con frequenti pensieri e richiami al presente che spezzano l‟unità del racconto, ed
inoltre vi sono parecchie parti in analessi evidenziate in corsivo.
Lingua e stile
Lo stile è semplice, con una successione ipotattica. Il linguaggio è letterario, con
parole turche ed armene; la scrittrice infatti ha lavorato come nella stesura di un
“documentario”, in cui non erano necessari salti di stile per la caratterizzazione disituazioni o personaggi.
Messaggio
L‟autrice vuole ricordare, con un libro che sembra quasi un documentario, ciò che la
gente tende a dimenticare, forse per disinteresse o per mancanza di conoscenze, una
strage equiparabile a quella degli ebrei nella seconda guerra mondiale perché, anche
se le vittime furono di meno, gli armeni dovettero anch‟essi patire una morte così
crudele.
Commento finale
Non v'è scampo alla violenza e alla sopraffazione dell'uomo contro l'uomo, dei
governanti di un popolo contro una sua parte eletta a "nemico comune", da
disconoscere e cancellare.
Ma “La masseria delle allodole” non è un libro di storia, non a caso ne sarà fatto un
film. Più efficace e dolente di un reportage o di una inchiesta, ci ricorda, come una
favola tragica, il passato affinché il futuro sia diverso.
Tre punti mi hanno colpito in modo particolare.
La dedica " a Enrica-Henriette, la bambina che non crebbe". Quante ve ne
sono nel mondo e questo sembra non averci insegnato nulla.
La sconsolatezza di un quattordicenne, il ragazzo che non credette alle sue
intuizioni. Aveva sentito l' "odore del sangue", quello che si fiuta nell'aria, ma
che non ci mette in guardia. Nessun altro credette. Eppure non si dovrebbe mai
abbassare la guardia. Dopo la strage, il viaggio.
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La conclusione, rivolta al "paziente lettore", più volte invocato, darà adito ad
"un'altra storia". Infatti, nessuno dei personaggi di quella famiglia tornò alla
piccola città. Quale sia, la piccola città, nessuno lo sa. Chi lo sa, non lo dice.
Immagino che qualcuno di un'altra generazione farà ritorno. Quando l'odio si saràstemperato e l'eco del dolore affievolito.
Perdonare forse, dimenticare mai.