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Tutti gli esseri viventi pluricellulari raccolgono gli stimoli, ossia particolari manifestazioni delle diverse forme di energia, come radiazioni luminose, onde sonore, etc., che provengono dal mondo esterno tramite tessuti specializzati che, negli organismi più complessi, prendono il nome di organi di senso. In tutti gli animali i sistemi sensoriali si sono evoluti allo scopo di guidarne il comportamento. Per poter sopravvivere e riprodursi un animale deve rispondere agli oggetti e agli eventi presenti nel suo mondo; deve, ad esempio, avvicinarsi alle fonti di cibo e ai partner sessuali, e allontanarsi dai predatori e dagli altri pericoli. I sistemi sensoriali non si sono evoluti per fornire a un animale una conoscenza completa, oggettiva, delle proprietà fisiche del mondo, ma per fornirgli lo specifico tipo di informazioni di cui ha bisogno per sopravvivere e riprodursi. Conoscere i sistemi sensoriali di un animale significa conoscerne il modo di vivere. Sensazione e percezione

Sensazione e percezione · realtà, ovvero credere che le proprietà dell'esperienza (colore, forma, dimensioni, etc.) dipendano direttamente dalle proprietà del mondo è detto dai

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Tutti gli esseri viventi pluricellulari raccolgono gli stimoli,ossia particolari manifestazioni delle diverse forme dienergia, come radiazioni luminose, onde sonore, etc., cheprovengono dal mondo esterno tramite tessutispecializzati che, negli organismi più complessi, prendonoil nome di organi di senso.

In tutti gli animali i sistemi sensoriali si sono evoluti alloscopo di guidarne il comportamento. Per potersopravvivere e riprodursi un animale deve rispondere aglioggetti e agli eventi presenti nel suo mondo; deve, adesempio, avvicinarsi alle fonti di cibo e ai partnersessuali, e allontanarsi dai predatori e dagli altri pericoli.

I sistemi sensoriali non si sono evoluti per fornire a unanimale una conoscenza completa, oggettiva, delleproprietà fisiche del mondo, ma per fornirgli lo specificotipo di informazioni di cui ha bisogno per sopravvivere eriprodursi. Conoscere i sistemi sensoriali di un animalesignifica conoscerne il modo di vivere.

Sensazione e percezione

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Sensazione e percezione

If we had the sensory apparatus of some ofother of the of earth's organisms, 'reality',would seem quite different — Irvin Rock

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La realtà fisica esterna viene colta nella suainterezza solo per le parti di essa che riescono adessere recepite dagli organi di senso.

Ogni organo di senso è una specie di finestra che fapassare solo alcuni dei segnali esterni e ne esclude altri.Il tipo di informazione che viene elaborata dipendedall’architettura del organo di senso di un determinatoorganismo (vedi principio dell’energia nervosa specifica).

Per esempio, nella modalità uditiva, se usiamo unfischietto a ultrasuoni (>20.000Hz), un cane lo senteperfettamente, perché la sua finestra per i suoni è piùampia della nostra, mentre noi non sentiamo nulla.Altrettanto, per una persona sorda, qualunque suono(presente nella realtà) è inattivo come stimolo:soggettivamente non esiste.

Sensazione e percezione

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Sensazione: detezione di energia fisica provenientedagli oggetti da parte dei nostri organi di senso erecettori sensoriali, cellule specializzate che traduconogli stimoli in impulsi elettrici che il cervello utilizza. (es.sento qualcosa)

Processo per cui cambiamenti nello stato del mondoprovocano cambiamenti nel cervello.

Percezione: processo che implica il riconoscimento el’interpretazione degli stimoli registrati da i nostri sensi;interessa primariamente aree della corteccia cerebrale.(es. sento una voce)

Processo per cui cambiamenti nel cervello danno vitaall’esperienza del mondo reale.

Sensazione e percezione

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Il funzionamento dell’attività percettiva può essereconsiderato come l’insieme concatenato dei processi diraccolta, elaborazione, trasformazione e organizzazionedelle informazioni disponibili nell’ambiente in cuiviviamo.

L’interazione con il mondo e con i nostri simili è possibile solograzie all’attività percettiva.

Perché abbia luogo una percezione devono sussisterecontemporaneamente 3 condizioni, in mancanza anche di unasola il processo non può avere luogo.

Le condizioni sono:

1. un pezzo di mondo che emetta e/o rifletta qualche tipo dienergia2. un tipo di energia che sia in grado di modificare gli organisensoriali di un essere vivente3. un sistema di elaborazione che sia in grado di decodificare einterpretare le modificazioni che l’energia ha prodotto negliorgani periferici di registrazione sensoriale

Sensazione e percezione

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Stimolo distale, stimolo prossimale e realtà soggettiva: lacatena psicofisica

1

2, 3

4

5

6

7

1 - La luce che viene riflessa dall’oggetto arriva all’occhio dell’osservatore,2 - forma un’immagine sulla retina3 - e genera impulsi elettrici nei recettori;4 - gli impulsi nervosi viaggiano attraverso le fibre nervose,5 - raggiungono il cervello6 - dove vengono “elaborati”7 - e il percettore vede l’oggetto

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Stimolo distale, stimolo prossimale e realtà soggettiva: lacatena psicofisica

La catena psicofisica può essere cosìschematizzata:

Stimolo distale (fisico): energia checolpisce i nostri organi di senso.Stimolo prossimale (rispostafisiologica): attività chimiche edelettriche innescate dallo stimolo negliorgani di senso, poi trasmesse dainervi al cervello.Percetto (esperienza sensoriale):sensazione soggettiva (sapore, suono,visione, etc.) esperita dal soggetto.

12, 3

45

6

7

Il percetto ci dice qualcosa dello stimolo fisico, ma qualcosa di diversodallo stimolo fisico in sé.Ad esempio, quando siamo raggiunti da energia elettromagnetica diuna certa lunghezza d’onda (620nm), facciamo l’esperienza del colorerosso.Il colore non è una proprietà intrinseca dell’energia elettromagnetica,ma è piuttosto l’esperienza sensoriale/percettiva che noi ne facciamo.

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I primi psicologi sperimentali hanno tentato di spiegare lapercezione visiva nei termini di una corrispondenza puntualetra stimolo distale e percetto (vedi Associazionismo).Tuttavia, numerose evidenze empiriche hanno messo indiscussione questo tipo di approccio.Fondamentale a questo riguardo è il contributo dellapsicologia della Gestalt.

L’assunzione di base della Psicologia della Gestalt era chel’esperienza cosciente non poteva essere considerata unasemplice somma delle parti che la costituiscono: “il tutto èdiverso dalla somma delle parti”.

Nel 1912 Wertheimer pubblicò il suo celebre lavoro sulmovimento stroboscopico (movimento apparente), chesegnò l’inizio formale della Psicologia della Gestalt.

La psicologia della percezione

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I primi psicologi sperimentali hanno tentato di spiegare lapercezione visiva nei termini di una corrispondenza puntualetra stimolo distale e percetto (vedi Associazionismo).Tuttavia, numerose evidenze empiriche hanno messo indiscussione questo tipo di approccio.Fondamentale a questo riguardo è il contributo dellapsicologia della Gestalt.

L’assunzione di base della Psicologia della Gestalt era chel’esperienza cosciente non poteva essere considerata unasemplice somma delle parti che la costituiscono: “il tutto èdiverso dalla somma delle parti”.

Nel 1912 Wertheimer pubblicò il suo celebre lavoro sulmovimento stroboscopico (movimento apparente), chesegnò l’inizio formale della Psicologia della Gestalt.

La psicologia della percezione

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I primi psicologi sperimentali hanno tentato di spiegare lapercezione visiva nei termini di una corrispondenza puntualetra stimolo distale e percetto (vedi Associazionismo).Tuttavia, numerose evidenze empiriche hanno messo indiscussione questo tipo di approccio.Fondamentale a questo riguardo è il contributo dellapsicologia della Gestalt.

L’assunzione di base della Psicologia della Gestalt era chel’esperienza cosciente non poteva essere considerata unasemplice somma delle parti che la costituiscono: “il tutto èdiverso dalla somma delle parti”.

Nel 1912 Wertheimer pubblicò il suo celebre lavoro sulmovimento stroboscopico (movimento apparente), chesegnò l’inizio formale della Psicologia della Gestalt.

La psicologia della percezione

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Questa dimostrazione inferse un duro colpo a Wundt,perché veniva dimostrato che era possibile percepirequalcosa anche in assenza di una stimolazione diretta.

Wundt replicò dicendo che, quando si osserva il movimentoapparente, il punto di fissazione degli occhi cambia ad ognipresentazione successiva dello stimolo visivo e pertanto imuscoli che controllano il movimento degli occhi causanosensazioni identiche a quelle che verrebbero provocate inpresenza di un movimento reale.

Wertheimer, utilizzando una dimostrazione moltoingegnosa, dimostrò che una spiegazione basata suimovimenti oculari non era plausibile.

La psicologia della percezione

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Questa dimostrazione inferse un duro colpo a Wundt,perché veniva dimostrato che era possibile percepirequalcosa anche in assenza di una stimolazione diretta.

Wundt replicò dicendo che, quando si osserva il movimentoapparente, il punto di fissazione degli occhi cambia ad ognipresentazione successiva dello stimolo visivo e pertanto imuscoli che controllano il movimento degli occhi causanosensazioni identiche a quelle che verrebbero provocate inpresenza di un movimento reale.

Wertheimer, utilizzando una dimostrazione moltoingegnosa, dimostrò che una spiegazione basata suimovimenti oculari non era plausibile.

La psicologia della percezione

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Questa dimostrazione inferse un duro colpo a Wundt,perché veniva dimostrato che era possibile percepirequalcosa anche in assenza di una stimolazione diretta.

Wundt replicò dicendo che, quando si osserva il movimentoapparente, il punto di fissazione degli occhi cambia ad ognipresentazione successiva dello stimolo visivo e pertanto imuscoli che controllano il movimento degli occhi causanosensazioni identiche a quelle che verrebbero provocate inpresenza di un movimento reale.

Wertheimer, utilizzando una dimostrazione moltoingegnosa, dimostrò che una spiegazione basata suimovimenti oculari non era plausibile.

La psicologia della percezione

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• Sono possibili diverse descrizioni del mondo, ad esempioun dato stimolo può essere descritto:

– dal un punto di vista di un fisico (tipi di materiali,caratteristiche della luce riflessa, etc.)

– da un punto di vista di un neurofisiologo (quantità equalità della risposta nervosa a livello retinico, dellacorteccia visiva primaria, etc.)

– da un punto di vista di uno studioso della percezione(fenomenologico: descrizione di cosa si vede, ovverol'esperienza percettiva in sé)

Diversi approcci allo studio scientifico della percezione

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• In molti casi le differenti descrizioni delle varie disciplinenon differiscono sensibilmente, per quanto usino deitermini diversi.

• Un esempio:

Diversi approcci allo studio scientifico della percezione

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• In questo caso un fisico potrà descrivere lo stimolo comeun insieme di figure geometriche (o macchie d'inchiostro)più o meno regolari, ciascuna con una sua precisaposizione.

• Un percettologo descriverà la scena in modo abbastanzasimile: cerchi incompleti e linee spezzate disposte in modoirregolare.

Diversi approcci allo studio scientifico della percezione

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Kanizsa G. (1955)"Margini quasi-percettivi in campi con stimolazione omogenea.", Rivista di Psicologia 49 (1): 7–30

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• Questo nuovo stimolo è descritto da un punto di vistafisico in modo del tutto simile all'altro: un insieme difigure geometriche più o meno regolari, ciascuna con unasua precisa posizione.

• Per uno studioso della psicologia delle percezione le cosesono cambiate completamente: si vede un triangolobianco con i vertici sopra tre cerchi neri. Il triangolobianco nasconde parzialmente un altro triangolo bordatoda nero.

Diversi approcci allo studio scientifico della percezione

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Tre considerazioni fondamentali su questo esempio:

1. Da un punto di vista fisico il triangolo non esiste: percui gli oggetti di studio e le corrispondenti descrizionidella fisica e della percezione visiva sono tra lorodiversi.

2. Tutti gli esseri umani vedono però un triangolo, percui questo dato dell'esperienza è un fatto oggettivo estabile.

3. Dall'esempio segue che, anche quando le descrizionisi assomigliano, gli oggetti di studio delle duediscipline rimangono distinti.

Diversi approcci allo studio scientifico della percezione

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• Similmente non si possono considerare i fenomenipercettivi come equivalenti ai meccanismi neurofisiologici.

• Farlo significa cambiare l'oggetto di studio di unadisciplina con quello di un'altra (sostituire l'esperienzafenomenica con la fisiologia della visione).

Diversi approcci allo studio scientifico della percezione

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• La percezione ha come oggetto di studio l'esperienzapercettiva, ovvero ciò che noi vediamo (sentiamo,…), cosìcome lo vediamo (sentiamo,…).

• Ciò che noi vediamo, così come lo vediamo, può esserechiamato un "fenomeno", dunque la percezione visivastudia i fenomeni (fenomenologia sperimentale,fenomenologia della percezione, etc.).

• Più precisamente, la percezione visiva studial'organizzazione dello spazio percettivo, data una certaconfigurazione di stimoli limitata nel tempo e nellospazio.

Diversi approcci allo studio scientifico della percezione

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• Credere di vedere le cose esattamente come sono nellarealtà, ovvero credere che le proprietà dell'esperienza(colore, forma, dimensioni, etc.) dipendano direttamentedalle proprietà del mondo è detto dai percettologirealismo ingenuo.

• Lo studio della percezione coincide con il superamento delrealismo ingenuo.

Diversi approcci allo studio scientifico della percezione

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La psicologia della Gestalt Secondo la scuola della Gestalt la percezione non derivada un processo gerarchico di scomposizionedell’immagine nei suoi elementi più semplici.

“Il tutto è diverso dalla somma delle parti”

• La percezione è intesa come un processo olistico checonsidera la scena visiva nel suo insieme.

• A sostegno di questa ipotesi c’è il fatto che noinormalmente non vediamo margini, tessiture e frequenzedi contrasto, ma figure organizzate su uno sfondo.

• I principi della Gestalt permettono di capire come isingoli elementi presenti nell’ambiente vengonoorganizzati in modo da darci l’impressione di vedereforme ed oggetti.

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La figura di RUBIN (1921) è costituita da aree bianche e nereomogenee, contigue e poste sullo stesso piano.Tipicamente, si vede un vaso nero su uno sfondo bianco.Tuttavia, seguendo i contorni del vaso, è possibile notare checostituiscono anche i profili di due volti bianchi su uno sfondonero; questi sono invisibili, nonostante siano presenti nellecondizioni di stimolazione ed emergano dopo opportunosuggerimento.Le due immagini non sono visibili contemporaneamente:quando si percepisce una l'altra non è visibile; il risalto cheassume una delle due immagini causa la perdita del caratteredi “figura” dell'altra, che diventa “sfondo” e pare estendersidietro alla “figura”, nonostante la stimolazione retinica restiimmutata.

I margini quindi sembrano avere unafunzione unilaterale, servirebbero cioè adelimitare solo le parti del campo visivoche hanno carattere di figura, mentre lazona interfigurale, che assumefenomenicamente il carattere di sfondo, èpriva di forma e non ha margini distinti(KANIZSA, 1975).

L’organizzazione figura/sfondo

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L’organizzazione figura/sfondoLa figura di RUBIN (1921) è costituita da aree bianche e nereomogenee, contigue e poste sullo stesso piano.Tipicamente, si vede un vaso nero su uno sfondo bianco.Tuttavia, seguendo i contorni del vaso, è possibile notare checostituiscono anche i profili di due volti bianchi su uno sfondonero; questi sono invisibili, nonostante siano presenti nellecondizioni di stimolazione ed emergano dopo opportunosuggerimento.Le due immagini non sono visibili contemporaneamente:quando si percepisce una l'altra non è visibile; il risalto cheassume una delle due immagini causa la perdita del caratteredi “figura” dell'altra, che diventa “sfondo” e pare estendersidietro alla “figura”, nonostante la stimolazione retinica restiimmutata.

I margini quindi sembrano avere unafunzione unilaterale, servirebbero cioè adelimitare solo le parti del campo visivoche hanno carattere di figura, mentre lazona interfigurale, che assumefenomenicamente il carattere di sfondo, èpriva di forma e non ha margini distinti(KANIZSA, 1975).

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RUBIN ha individuato le condizioni che favorisconol'articolazione di certe zone del campo visivo come figuree di altre come sfondo.

Tra le più importanti ci sono la grandezza relativa, irapporti topologici e i tipi di margini: a parità dicondizioni, tenderà a emergere come figura la zona piùpiccola(3), una zona inclusa(1) e circondata da altre aree,che assumeranno, invece, il carattere di sfondo.Altre condizioni che influiscono sulla segregazionefigura/sfondo sono la convessità(2), che favoriscel'emergere di una figura, e la concavità dei margini, cheinvece tende a provocare la percezione di sfondo.

(1) (2) (3)

L’organizzazione figura/sfondo

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Altro fattore è l'orientamento spaziale: le zone dellascena visiva i cui assi coincidono con gli assi principali,ossia la verticale e l'orizzontale, tendono ad assumere ilcarattere di figura.

Anche le aree simmetriche tendono ad essere percepitecome figure rispetto agli sfondi che, in genere, sonoasimmetrici.

L’organizzazione figura/sfondo

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Quando nessuna di queste condizioni privilegia una partedel campo visivo rispetto alle altre, si ha una situazione diinstabilità e una continua reversibilità del rapportofigura/sfondo.

La regione del campo visivo che diventa figura assume anchecarattere oggettuale; mentre lo sfondo tende a essere vissutocome spazio vuoto.

La figura ha un aspetto più solido, colore più compatto,maggior risalto, attira maggiormente l'attenzione, ha uncontorno; mentre lo sfondo tende a passare dietro alla figura,che, pertanto, tende a stare sopra o davanti allo sfondo

L’organizzazione figura/sfondo

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Nel caso delle figure bistabili, quindi, assume rilevanzaanche l'impostazione soggettiva dell'osservatore, chedetermina la segregazione figura/sfondo sulla base di unospostamento dell'attenzione (KANIZSA, 1975).

anatra/conigliovecchia/giovane

L’organizzazione figura/sfondo

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Le figure bistabili e ambigue in generale, dimostranoche l’attività percettiva è un processo attivo, dinamico eautomatico, in cui entrano in gioco processi diriorganizzazione e di reinterpretazione.

L’organizzazione figura/sfondo

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Ambiguità dell’oggetto: notate che la faccia felice rimanesopra e quella triste sotto, anche se l’intera immagineviene ruotata.

L’organizzazione figura/sfondo

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I principi di organizzazione formale

vicinanza

somiglianza

destino comune

buona continuazione (o continuità didirezione)

chiusura

pregnanza (o buona forma)

esperienza passata

conflitto tra leggi

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vicinanza

A parità di condizioni, tendono ad essere vissuti comecostituenti un’unità percettiva elementi vicinipiuttosto che lontani.

I principi di organizzazione formale

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Vicinanza e lettura

• Applicazioni alla lettura:

• SOLITAMENTECHIARA

• SOLITAMENTE CHIARA

• SOLITA MENTE CHIARA

• SOLITAMENTE CHI ARA

A parità di condizioni, tendono ad essere vissuti comecostituenti un’unità percettiva elementi vicini piuttostoche lontani.

vicinanza

I principi di organizzazione formale

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A parità di condizioni, tendono a unificarsi tra di loroelementi che possiedono un qualche tipo disomiglianza.

somiglianza

I principi di organizzazione formale

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Parti del campo visivo che si muovono insieme, o inmodo simile, o che comunque si muovono adifferenza di altre parti del campo, tendono acostituirsi come unità segregate.

destino comune

I principi di organizzazione formale

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Punti che, quando connessi, risultano in una linearetta o in una linea che curva gradualmente, formanoun’unità percettiva.

buona continuazione

I principi di organizzazione formale

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Elementi che presentano una direzione comunetendono ad essere percepiti come appartenenti allostesso oggetto.

buona continuazione

I principi di organizzazione formale

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A parità di altre condizioni, viene vissuta comeun’unità percettiva una zona chiusa piuttosto cheaperta.

chiusura

I principi di organizzazione formale

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Il campo percettivo si segmenta in modo che ne risultinounità e oggetti percettivi per quanto possibile equilibrati,armonici, costruiti secondo un medesimo principio in tuttele loro parti, che in tal modo “si appartengono”reciprocamente.

pregnanza

I principi di organizzazione formale

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Il campo percettivo si segmenta in modo che ne risultinounità e oggetti percettivi per quanto possibile equilibrati,armonici, costruiti secondo un medesimo principio in tuttele loro parti, che in tal modo “si appartengono”reciprocamente.

pregnanza

I principi di organizzazione formale

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• In caso di conflitto tra leggi diverse, vince il principio diparsimonia: si impone il principio che dà origine allaconfigurazione più semplice.

Vicinanza contro chiusura

conflitto fra leggi

I principi di organizzazione formale

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• In caso di conflitto tra leggi diverse, vince il principio diparsimonia: si impone il principio che dà origine allaconfigurazione più semplice.

Vicinanza contro somiglianza

conflitto fra leggi

I principi di organizzazione formale

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Buona continuazione contro chiusura

conflitto fra leggi

I principi di organizzazione formale

• In caso di conflitto tra leggi diverse, vince il principio diparsimonia: si impone il principio che dà origine allaconfigurazione più semplice.

Page 45: Sensazione e percezione · realtà, ovvero credere che le proprietà dell'esperienza (colore, forma, dimensioni, etc.) dipendano direttamente dalle proprietà del mondo è detto dai

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Orientamento contro somiglianza

conflitto fra leggi

I principi di organizzazione formale

• In caso di conflitto tra leggi diverse, vince il principio diparsimonia: si impone il principio che dà origine allaconfigurazione più semplice.

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Esperienza passata contro chiusura e buona continuazione

conflitto fra leggi

I principi di organizzazione formale

• In caso di conflitto tra leggi diverse, vince il principio diparsimonia: si impone il principio che dà origine allaconfigurazione più semplice.

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Wertheimer ha aggiunto anche un fattore empirico: lasegmentazione del campo avverrebbe, a parità delle altrecondizioni, anche in funzione delle nostre esperienze passate, inmodo che sarebbe favorita la costituzione di oggetti con i qualiabbiamo più familiarità, che abbiamo già visto, piuttosto che diforme sconosciute o poco familiari.

In un’accezione più moderata, i gestaltisti consideravano chel’esperienza passata non influisse sui processi di base ma cheinfluisse sull’orientare tali processi in particolari direzioni rispettoad altre.

esperienza passata

I principi di organizzazione formale

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Che cos’è un’illusione?

Esempio:

Le illusioni ottiche

Una situazione in cui la percezione di unostimolo da parte di un osservatore noncorrisponde alle proprietà fisiche di talestimolo.

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Una tassonomia delle illusioni bidimensionali:

Illusioni di estensione

Illusioni di area

Illusioni di direzione

Illusioni di posizione

Illusioni di forma

http://www.illusionworks.com/http://psylux.psych.tu-dresden.de/i1/kaw/diverses%20Material/www.illusionworks.com/index.html

http://www.viperlib.com

Le illusioni ottiche

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Nell’illusione di Oppel-Kundt lo spazio diviso dallelinee verticali appare più lungo di quello non diviso, puressendo fisicamente uguali.

I fattori importanti sono il numero di linee e la distanza tra di esse.Se si aumenta o diminuisce uno dei due fattori l’effetto si riduce.

Illusioni di estensioneLe illusioni ottiche

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Nell’illusione della verticale/orizzontale la lineaverticale appare più lunga dell’orizzontale nonostante ledue linee siano fisicamente uguali.

Inclinazioni intermedie tra l’orizzontale e laverticale producono illusioni intermedie.

Illusioni di estensioneLe illusioni ottiche

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Nell’illusione di Mueller-Lyer la variante con frecceverso dentro appare più corta della variante con frecceverso fuori.

I fattori importanti sono:L’angolo delle frecce - diminuendo l’angolo, diminuisce l’effetto.La lunghezza delle frecce - aumentando la lunghezza, aumental’effetto. Oltre una certa lunghezza, l’effetto diminuisce.

Illusioni di estensioneLe illusioni ottiche

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Nell’illusione di Ponzo linee vicine all’apice di un angolovengono viste più lunghe di linee identiche posteall’interno dell’angolo.

Il fattore critico è la prossimità dell’elemento ai contorni adiacenti.Un altro fattore importante è la convergenza delle linee, chesuggerisce un’interpretazione prospettica.

Illusioni di estensioneLe illusioni ottiche

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Nell’illusione di Ebbinghaus il disco centrale circondatodai dischetti piccoli appare più grande di quellocircondato dai dischi grandi.

I fattori importanti sono:Il numero di dischi inducenti - aumentando il numero, aumental’effetto.La loro distanza dal disco centrale - aumentando la distanza,diminuisce l’effetto.

Illusioni di areaLe illusioni ottiche

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Nell’illusione di Delboeuf il disco circondato dal discopiù grande appare più piccolo di quello circondato daldisco piccolo.

L’illusione non dipende dalla forma usata. Se viene ridotto ilcontrasto del disco interno, l’illusione aumenta. Se viene ridotto ilcontrasto del disco esterno, l’illusione diminuisce.

Illusioni di areaLe illusioni ottiche

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Nell’illusione di Delboeuf il disco circondato dal discopiù grande appare più piccolo di quello circondato daldisco piccolo.

L’illusione non dipende dalla forma usata. Se viene ridotto ilcontrasto del disco interno, l’illusione aumenta. Se viene ridotto ilcontrasto del disco esterno, l’illusione diminuisce.

Illusioni di areaLe illusioni ottiche

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Nell’illusione di Wundt-Jastrow l’oggetto che sta sopraappare più piccolo di quello che sta sotto.

L’illusione è relativamente indipendente dalla forma degli oggetti,purché essi abbiano un lato più lungo dell’altro e che il lato corto diuno sia adiacente al lato lungo dell’altro.L’illusione non dipende dall’orientamento dell’oggetto (sopra/sotto).

Illusioni di areaLe illusioni ottiche

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L’oggetto con il lato corto adiacente al lato lungo dell’altrooggetto appare sempre più piccolo.

Illusioni di areaLe illusioni ottiche

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Nell’illusione di Zoellner se una linea è intersecata daaltre linee che formano con essa un angolo acuto, essasembra inclinata in direzione opposta alla direzione dellelinee intersecanti.

I fattori importanti sono:Il numero degli elementi - aumentando il numero, aumental’effetto.L’angolo di intersezione - quanto più è acuto, più forte è l’effetto.Oltre un certo limite, l’illusione si inverte.

Illusioni di direzione e posizioneLe illusioni ottiche

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Nell’illusione di Poggendorff sebbene entrambe lelinee oblique siano collineari, quella in alto a destrasembra troppo alta.

I fattori importanti sono:L’angolo di intersezione - quanto più è acuto, più forte è l’effetto. A90°, l’illusione è assente.La distanza tra le parallele - aumentando la distanza, aumental’effetto.

Illusioni di direzione e posizioneLe illusioni ottiche

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Nell’illusione “café wall” le linee orizzontali sono difatto parallele, pur non apparendo come tali.

I fattori importanti sono:Lo spessore delle linee - quanto più sono spesse, più debole èl’effetto.Il contrasto tra elementi adiacenti - riducendo il contrasto, si riducel’effetto.

Illusioni di direzione e posizioneLe illusioni ottiche

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Nell’illusione del quadro di riferimento figure con lastessa inclinazione sembrano diversamente inclinate infunzione dell’inclinazione del quadro che le circonda.

Un fattore importante è la dimensione del quadro, infatti l’effettoaumenta in modo sorprendente se esso occupa l’intero campovisivo.

Illusioni di direzione e posizioneLe illusioni ottiche

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Nell’effetto slalom di CESARO e AGOSTINI, un puntino ouna linea che attraversa un pattern di linee inclinatesubisce una distorsione sinusoidale della sua traiettoria.

I fattori importanti sono:L’angolo di incidenza - quanto più è piccolo, più forte è l’effetto. Oltreun certo limite sparisce.La velocità - l’effetto è più forte per velocità più basse.

Illusioni di direzione e posizioneLe illusioni ottiche

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Nell’illusione di Jastrow-Lipps le linee centrali parallelesembrano divergere l’una dall’altra.

Un fattore importante è l’angolo che si forma tra la parte centraledella linea e i segmenti ai suoi estremi. Angoli piccoli tendono aessere sovrastimati e angoli grandi tendono a essere sottostimati.

Illusioni di direzione e posizioneLe illusioni ottiche

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Nell’illusione di Wundt-Hering le linee orizzontali sonodiritte e parallele ma sembrano curvarsi al centro.

Un fattore importante è l’angolo diintersezione.

Illusioni di formaLe illusioni ottiche

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Nell’illusione di Orbison i lati del quadrato posto alcentro di un insieme di cerchi concentrici sembranopiegarsi verso l’interno.

L’illusione varia a seconda della zona e della struttura geometricasu cui il quadrato viene posto (cerchi concentrici, linee radianti,etc.). Sono importanti le relazioni tra i bordi della formadell’oggetto e il suo sfondo, cioè gli angoli, l’orientamento e ladirezione degli elementi lineari che intersecano le linee chedefiniscono la forma.

Illusioni di formaLe illusioni ottiche

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Nell’illusione di Fraser pur essendo i cerchi concentricisi percepisce una spirale.

Illusioni di formaLe illusioni ottiche

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Nelle illusioni dei contorni illusori il triangolo cheviene percepito nel centro della configurazione non èdefinito da margini fisicamente presenti.

Illusioni di formaLe illusioni ottiche

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Nelle illusioni dei contorni illusori il triangolo cheviene percepito nel centro della configurazione non èdefinito da margini fisicamente presenti.

Illusioni di formaLe illusioni ottiche

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Il completamento amodale• È alla base della permanenza percettiva degli oggetti.

• Sappiamo che ci sono, quindi è come se li vedessimo,anche se sono occlusi da altri elementi.

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Permettono di comprendere il funzionamento normaledel sistema percettivo. Sono i casi in cui non c’èaccordo con la realtà che sono particolarmente istruttiviper scoprire le leggi dei processi della percezionenormale.BALDWIN (1895) affermò che lo studio delle illusioni è, per la

comprensione della percezione “normale”, importante quanto lostudio degli stati patologici lo è per la comprensione delfunzionamento normale del corpo.

Sono uno strumento utile per la verifica delle teorie.

Permettono il confronto tra teorie diverse.

Suggeriscono nuovi esperimenti, nuove spiegazioni,nuove illusioni.

Le illusioni sono importanti per le teorie della percezione perché:

Le illusioni ottiche

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effetti paradossali – figure impossibili

EFFETTI FUNZIONALI DELLA ORGANIZZAZIONE PERCETTIVA

ShepardTodorović

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effetti paradossali – figure impossibili

EFFETTI FUNZIONALI DELLA ORGANIZZAZIONE PERCETTIVA

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effetti paradossali – figure impossibili

EFFETTI FUNZIONALI DELLA ORGANIZZAZIONE PERCETTIVA

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Le costanze percettive• Il problema delle costanze visive riguarda più aspetti della

psicologia della percezione (colore, grandezza, forma,posizione, etc.).

• Sotto il nome di costanza percettiva si unificano varifenomeni, tutti caratterizzati dalla seguente questione:come è possibile passare da un mondo esterno stabile –almeno nelle sue principali proprietà – ad un adun’esperienza fenomenica altrettanto stabile per mezzo diun’immagine retinica assolutamente instabile?

• Dimostrano che la percezione di un oggetto èindipendente dalla sua immagine retinica, ed è il risultatodi un processo inferenziale.

• Gli indizi dati dal contesto e dalla prospettiva partecipanoalla formazione di queste inferenze.

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Costanza di grandezza

Costanza di forma

Costanza di colore

Le costanze percettive

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Gli oggetti mantengono la stessa grandezza nonostantecambi la dimensione della loro immagine retinica.

Le costanze percettive

Costanza di grandezza

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Per effetto della costanza di grandezza, un uomo vienevisto più lontano e non più piccolo.

Infatti, le variazioni registrate di grandezza sonopercepite come variazioni di distanza, mentre lagrandezza percepita si mantiene costante.

Le costanze percettive

Costanza di grandezza

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Se gli indizi di distanza vengono progressivamenteeliminati, la costanza di grandezza s’indebolisce fino asparire del tutto.

Il sole e la luna sono visti avere la stessa dimensione inquanto non ci sono indizi riguardo alla reale distanza deidue oggetti dall’osservatore.

Se potessimo stimare correttamente le distanze della lunae del sole, quest’ultimo apparirebbe 400 volte più grande.

Costanza di grandezza

Le costanze percettive

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Stanza di Ames

Le costanze percettive

Costanza di grandezza

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Gli oggetti mantengono la medesima forma nonostantecambi la forma della loro immagine retinica.

Le costanze percettive

Costanza di forma

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Gli oggetti mantengono la medesima forma nonostantecambi la forma della loro immagine retinica.

La finestra di Ames.

Le costanze percettive

Costanza di forma

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Se gli indizi di inclinazione vengono progressivamenteeliminati, la costanza di forma s’indebolisce fino a spariredel tutto.

Le costanze percettive

Costanza di forma

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Gli oggetti mantengono il loro colore di superficie (siaacromatico, sia cromatico), nonostante cambi la quantità o laqualità della luce della loro immagine retinica.Due cartoncini bianchi, uno posto in un ambiente illuminato,l’altro in un ambiente in ombra, appaiono avere lo stessocolore di superficie (lightness), per quanto mostrino luminosità(brightness) molto differenti.Similmente, riducendo progressivamente la quantità di luceche arriva dalle pareti di una stanza, non si ha mai lasensazione che queste stiano cambiando colore, ma piuttostoche stia avvenendo un cambiamento d’illuminazione.

Le costanze percettive

Costanza di colore

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Che cosa succede se l’intera retina viene espostaad una stimolazione completamente omogenea?

?

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Condizioni necessarie per la percezione delcolore di superficie

• Un campo completamente omogeneo, cioè realizzato inmodo che arrivi all'occhio la stessa luce da ogni direzione,viene definito Ganzfeld (Metzger, 1930).

• Nel Ganzfeld, l'unica cosa che si percepisce è una sorta di«nebbia» di consistenza indefinita.

• Introducendo almeno una disomogeneità all’interno delGanzfeld la «nebbia» sparisce e si percepisce il colore disuperficie.

Metzger (1899-1979)

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La percezione del colore è relazionale: un altro esempioLa tecnica della stabilizzazione dell'immagine (Barlow,1963;Krauskopf,1963; Yarbus,1967) consiste nel mantenere, nelle zone delcampo visivo in cui c'è un margine, una corrispondenza puntuale frastimolo distale e stimolo prossimale, evitando che lo stesso recettore,dati i micromovimenti oculari, venga stimolato dalla luce provenienteda diversi punti del campo visivo. Pertanto, la luce riflessa da undeterminato punto di una superficie va a stimolare sempre lo stessorecettore retinico. Come risultato si ha che il margine scompare e ciòche emerge è un'unica superficie di colore omogeneo.

Si può quindi pensare che il sistema visivo, perdeterminare i diversi colori, estragga le informazioni solodai cambiamenti dell'intensità della luce riflessa; cioè ilcolore verrebbe estratto dal rapporto ai margini presentinell'immagine retinica.

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La visione dei colori acromaticiGli elementi presenti nell’immagine riflettono una diversa quantità diluce: le cose chiare riflettono molta luce e le cose scure ne riflettonopoca.Se l’occhio non fosse in grado di vedere queste diverse intensità, nonsi potrebbe distinguere alcun oggetto.In un’immagine in bianco e nero, la capacità umana di percepire icolori non è di nessuna utilità, ma ci si deve basare sulla capacità dipercepire l’intensità della luce riflessa dalle superfici.

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L = R x I

Più modi di apparenza, un’unica informazione

Di che informazioni dispone il sistema visivo perpercepire i colori nelle diverse modalità?Unicamente della quantità della luce che, riflessa dallesuperfici, raggiunge i recettori retinici dell’occhio.Tale valore viene definito luminanza, mentre sidefinisce riflettanza la proporzione di luce riflessa dauna superficie.

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93Tina ModottiStadium, Mexico City1927

CAMBIAMENTO DI ILLUMINAZIONE

la luce che arriva dalle superfici alla retina può essereprodotta o da cambiamenti nel livello della luce incidente,cioè dall’intensità dell’illuminazione, o da cambiamentidi riflettanza, cioè della pigmentazione delle superfici.

CAMBIAMENTO DI RIFLETTANZA

Piet MondrianComposition with Gray and Light Brown1918

Il problema della classificazione dei margini

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Maurits Cornelis EscherReptiles1943

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RembrandtJoseph accused by Potiphar’s wife1655

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Come fa il sistema visivo a riconoscere unmargine d’illuminazione da un margine diriflettanza?

Il principio del rapporto

Il profilo di luminanza del margine

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L’effetto Gelb

fontedi luce

schermo

luce ambientale debole

disconero

discobianco

La fonte di luce viene nascosta al soggetto, che giudica ildisco bianco e quello nero come uguali.Se si pone nel raggio di luce un piccolo pezzo di cartabianca il disco nero viene visto come tale.

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L’effetto Gelb

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La costanza

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La costanza

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La costanza

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La costanza

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La costanza

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Nel fenomeno della costanza la percezione del colore di una superficietende a non modificarsi al variare dell'illuminazione, quindi dellastimolazione locale.

Katz (1935) aveva osservato che la bianchezza di due quadrati grigi identiciin riflettanza, posti uno in un ambiente illuminato e uno in un ambiente inombra, cambia di poco con la variazione dell'illuminazione. Fenomenicamentei due quadrati apparivano di bianchezza uguale ma di chiarezza moltodiversa.

La costanza

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Wallach (1948) ha proposto il principio del rapporto traluminanze adiacenti.In una stanza completamente buia, egli aveva posto quattroproiettori, a intensità variabile, ognuno dei quali proiettava unfascio di luce che si distribuiva su di uno schermo. Primad'iniziare l'esperimento veniva fissata la luminanza di uno deidue anelli e quella dei due dischi. Il compito degli osservatoriera quello di regolare la luminanza dell'altro anello in modotale che la bianchezza dei dischi fosse uguale. I risultatiottenuti indicano una corrispondenza quasi perfetta tra labianchezza del disco e il rapporto tra la sua luminanza e quelladell'anello che lo circonda.

?10

1 10

Quindi la costanza verrebbespiegata dalla constatazioneche il rapporto traluminanze adiacenti rimanecostante al variaredell'illuminazione comune,mentre il contrasto sarebbedovuto alla differenza delrapporto tra la luminanza deitarget e dei rispettivi sfondi.

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Spiegazioni del fenomeno

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Il contrasto simultaneo

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Nel fenomeno del contrastosimultaneo, il grigio sullo sfondo didestra appare più nero del grigio sullosfondo di sinistra.

Il contrasto simultaneo

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La teoria dell’inibizione laterale

[Hering, 1920/1964]

La percezione del colore di superficie sarebbe ilrisultato di due processi antagonisti che avvengono alivello della retina, uno costituito dall'eccitazione delrecettore stimolato dalla luce che lo colpisce, l'altrodall'inibizione su di esso ad opera dei recettoriadiacenti. Nel contrasto i grigi, di luminanza uguale,evocano lo stesso livello di eccitazione, ma i due sfondievocano diversi livelli di inibizione, pertanto il livello diinibizione esercitata dallo sfondo bianco sul suo grigiosarebbe maggiore rispetto a quella esercitata dallosfondo nero.

Spiegazioni del fenomeno

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Wertheimer, 1923

Il triangolino inserito tra le braccia della croce appare piùnero di quello che sta nella croce, nonostante i cateti dientrambi confinino con una zona a bassa riflettanza e leloro ipotenuse con una zona ad alta riflettanza.

Il contrasto e i fattori di organizzazione percettiva

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White (1979)

Il contrasto e i fattori di organizzazione percettiva

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Agostini e Galmonte (2002)

Nonostante siano completamente circondate da unosfondo ad alta riflettanza, le linee tratteggiate del cubo disinistra vengono viste più bianche di quelle del cubo didestra, perché appartengono agli angoli a bassariflettanza.Viceversa per il cubo di destra.

L'effetto di contrasto è determinato dalle relazioni diappartenenza (fattori globali) e non dall’inibizione laterale(fattori locali).

Il contrasto e i fattori di organizzazione percettiva

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Per riassumere…

L’effetto di contrasto si verifica anche in assenza dicontiguità spaziale

L'effetto di contrasto è determinato dalle relazioni diappartenenza (fattori globali) e non (solo) dall’inibizionelaterale (fattori locali)

Il contrasto simultaneo è influenzato dall’organizzazionepercettiva

Diversi fattori di organizzazione percettiva elicitanoeffetti di contrasto

L’appartenenza spiega il fenomeno del contrasto

Il contrasto e i fattori di organizzazione percettiva

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Il sistema percettivo assume che la fonte di luceprovenga dall’alto.

Illuminazione apparente e ombre

Kleffner e Ramachandran (1992)

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Il sistema percettivo assume che la fonte di luceprovenga dall’alto.

Illuminazione apparente e ombre

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L’orientamento delle ombre (proprie) determina il modoin cui le variazioni di una superficie saranno viste.

Illuminazione apparente e ombre

Kersten, Knill, Mamassian & Bülthoff (1996)

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L’orientamento delle ombre (proprie) determina il modoin cui le variazioni di una superficie saranno viste.

Illuminazione apparente e ombre

Kersten, Mamassian & Knill (1991)

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Ombre e modi di apparire del coloreKanizsa (1954)

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Kennedy (1976)

Sun figure Black Hole figure

Illuminazione apparente

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I profili di luminanza graduali sono stati usati dai pittoridel tardo Rinascimento per dare alle aureoleun’impressione di luminosità.

TintorettoThe last supper

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“In queste nuove illusioni la bianchezza èfortemente influenzata dall’organizzazionepercettiva degli stimoli.”

Adelson (1993)

Il contrasto e l’illuminazione apparente

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Il contrasto e l’illuminazione apparenteLotto (1999)

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Anderson e Winawer (2005)

Il contrasto e l’illuminazione apparente

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Per riassumere…

Il contrasto simultaneo è influenzato dall’illuminazioneapparente

L’effetto di contrasto in condizioni di illuminazioneapparente è più forte

L’effetto di contrasto è determinato dal fatto che ilsistema visivo è in grado di classificare i margini (marginidi riflettanza vs margini di illuminazione)

I gradienti graduali di luminanza vengono percepiti dalsistema visivo come indice di un cambiamentonell’illuminazione

Il contrasto e l’illuminazione apparente

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AssimilazioneAccanto ai fenomeni di contrasto percettivo ce ne sonoaltri che hanno come risultato una riduzione delledifferenze tra le caratteristiche acromatiche delle superficiindotte e di quelle inducenti: questi fenomeni sono noticome "fenomeni di assimilazione" o "eguagliamento".Assimilazione acromatica

(effetto Von Bezold)

Il grigio sul quale sono sparsi gli elementibianchi appare più bianco del grigio sulquale sono sparsi gli elementi neri.L'effetto osservato è di assimilazione inquanto lo sfondo in ambedue i casi siarricchisce di una componente acromaticasimile a quella degli elementi sparpagliatisu di esso.

Assimilazione cromatica

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Assimilazione

AssimilazioneFuchs (1923) dimostrò che quando un elemento di un dato colorecromatico può venire organizzato con ciascuno di due gruppi dielementi di colore diverso, il colore dell'elemento è assimilato alcolore degli elementi del gruppo con il quale esso vieneorganizzato.Il disco arancione è il vertice comune di due quadrilateri, unoformato da dischi rossi e l'altro formato da dischi gialli e puòessere visto, a seconda dell'impostazione soggettiva, sia come unelemento che appartiene al quadrilatero composto dai dischi gialli,sia come un elemento che appartiene a quello composto dai dischirossi.Quello che si osserva è che se il disco arancione è organizzato coni dischi rossi esso appare di una tonalità cromatica più vicina alrosso di quando esso è organizzato con i dischi gialli.Dall'esito di questi esperimenti Fuchs concluse che l'appartenenzaproduce assimilazione cromatica.

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128Pinna, Brelstaff e Spillmann (2001)

AssimilazioneL’effetto acquarello (watercolor effect,originariamente scoperto da Bozzi) è uneffetto assimilativo a lungo raggio in cui viè una propagazione all’interno dell’oggettodel colore emanato da un contorno sottilecolorato e giustapposto all’interno di uncontorno cromatico più scuro.

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La percezione del colore

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Perché il colore è importante?

PER INDIVIDUARE MEGLIO

DOVE E’ LA PALLINA?

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PER DISCRIMINARE MEGLIO

COSA C’È SCRITTO?

Perché il colore è importante?

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PER CAPIRE MEGLIO

FIGURE OCCLUSE

Perché il colore è importante?

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PER VALUTARE LA QUALITÀ

SE DOVESTE SCEGLIERE?

Perché il colore è importante?

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Cos’è il colore

Il colore non è una proprietà degli oggetti, maun'esperienza soggettiva.

L’esperienza del colore dipende da due fattori:

1) la luce riflessa dagli oggetti

2) le proprietà dell’occhio e del sistema nervoso

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I colori si differenziano sulla base di trecaratteristiche diverse:

tinta (hue)

saturazione (saturation)

bianchezza (lightness)

Come si descrive il colore

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I parametri del colore

Tinta

Bianchezza

Saturazione

Come si descrive il colore

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Come si descrive il colore

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Quanti colori possiamo vedere?

Teoricamente un osservatore normale è ingrado di distinguere fra loro più di 7 milioni dicolori, nati dalla variazione di bianchezza esaturazione di circa 150 tinte diverse, chesono quelle che un osservatore normale ècapace di discriminare.

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Percezione dei coloriQuanti recettori sensibili alle lunghezze d’onda servono?

Solo tre e non un numero uguale a quello dei colori chepossono essere distinti, perché i colori si possonomescolare.

Ogni tipo di colore può essere ottenuto dalla miscela ditre colori.

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Percezione dei colori

MESCOLANZA DI COLORI

Ci sono due tipi di mescolanze:

–Mescolanze additive: mescolanze di luci di lunghezzad’onda diversa (es., tv). Quando due luci di lunghezzad’onda diversa vengono mescolate, noi non vediamo piùdue colori, ma un nuovo colore.

–Mescolanze sottrattive: mescolanze di pigmenti (es.stampe), sostanze colorate.

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Miscela additiva• È il tipo di mescolanza fatta dall’occhio.• È definita come il fenomeno per cui luci di differente lunghezza

d'onda, che, viste singolarmente, ci appaiono ciascuna colorata inmodo diverso, generano, sommate insieme, la visione del bianco.

• Ai fini della creazione di un sistema affidabile per la generazione dicolori ottenuti miscelando luci colorate, si ricorre solitamente all'usodi tre colori, che sono definiti primari.

• I primari utilizzati oggi nei televisori, nei monitor dei computer e neisistemi di grafica digitale sono il rosso, il verde e il blu.

È caratterizzata dal fatto che le lunghezze d’ondacontenute in ciascuna luce raggiungono tuttel’occhio quando le luci vengono sovrapposte:

Dove tre raggi rosso, verde e blu sisovrappongono, appare il bianco.Dove, invece, si sovrappongono solo la luce rossae quella verde, vediamo il giallo.Nella zona di sovrapposizione tra verde e blu, ilcolore percepito è il ciano.Dove di mescolano il rosso e il blu, il colorepercepito è il magenta.

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Combinazione additiva di pigmenti

George SeuratLa parata del circo 1887-1888

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Miscela sottrattiva• Se vogliamo assegnare un colore ad un oggetto usando dei pigmenti

colorati, di fatto stabiliamo quali lunghezze d’onda saranno assorbiteda quell’oggetto. Più saranno i pigmenti colorati miscelati fra loro emaggiore sarà la quantità di luce assorbita dalla miscela.

• Esempio:

Il pigmento giallo riflette le lunghezze d’ondacorrispondenti al giallo e una parte di quellecorrispondenti al verde e assorbe le altre (rosso,arancio, blu).

Il pigmento blu riflette quelle corrispondenti alblu e una parte di quelle corrispondenti al verdee assorbe le altre (rosso, arancio, giallo).

Il verde è l’unica componente riflessa, dato cheveniva riflessa separatamente da entrambi ipigmenti.

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Mescolanze sottrattive

mescolanze di pigmenti

I colori primari sono: magenta, giallo, ciano

Mescolanze additive

mescolanze di luci

I colori primari sono: rosso, verde, blu

Percezione dei colori

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Fissate per 30 s il puntinonero all’interno delrettangolo rosso e poifissate il puntino neroall’interno del rettangolobianco.

Colori consecutivi

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Colori consecutivi

• Effetti postumi cromatici (afterimages): in seguitoall’adattamento ad una particolare immagine colorata,osservando poi una superficie bianca si avràl’impressione di vedere un’immagine postuma dei coloriopponenti a quella di adattamento.

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Anomalie nella visione dei coloriL’esperienza del colore non è la stessa per tutti:

– la normale visione dei colori è detta TRICROMATICA edè variabile da individuo a individuo

– a parte le variazioni fra individuo e individuo, vi sonopersone la cui visione del colore differisce notevolmentedalla norma

Queste persone soffrono di acromatopsia odiscromatopsia, cioè non sono rispettivamente in gradodi distinguere i colori o certi colori.

L’incidenza di tale fenomeno varia con la razza (fra ibianchi è doppia rispetto ai neri) e con il sesso (neimaschi è 100 volte più frequente che nelle femmine) ed èin molti casi ereditario.

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TAVOLE DI ISHIHARA

usate per valutare anomalie nella visione rosso-verde

Le persone affette da daltonismo non vedono i numeri: 29, 45, 6, 8

Anomalie nella visione dei colori

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TAVOLE DI ISHIHARA

Queste tavole sono create in modo da permettere unraggruppamento degli elementi basato sul colore. Solopotendo riconoscere i colori è possibile segregare lafigura dallo sfondo.

Anomalie nella visione dei colori

Il 7 in questa tavola non viene visto dalla maggior parte dei Daltonici.

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Mentre la maggior parte delle persone vede 8, i daltonici protanopi vedono nettamente 3.

Anomalie nella visione dei colori

TAVOLE DI ISHIHARA

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I daltonici protanopi vedono solo il 5.

I daltonici deuteranopi vedono solo il 3.

Solo i non daltonici possono vedere entrambi i numeri.

Anomalie nella visione dei colori

TAVOLE DI ISHIHARA

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Qui non si vede proprio nulla…I daltonici protanopi però vedono il numero 73!

Anomalie nella visione dei colori

TAVOLE DI ISHIHARA

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Anomalie nella visione dei colori

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La percezione dello spazio e della profondità

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Il mondo è tridimensionale...

ma viene percepito da un sistema di recettoribidimensionale…

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La percezione del movimento si collegadirettamente alla percezione della distanza edella profondità di un oggetto.

Possiamo percepire un oggetto in movimentoverso di noi se la sua immagine proiettata sullaretina diventa sempre più grande, come, adesempio, percorrendo un viale alberato conl’automobile, vediamo gli alberi diventare semprepiù grandi al nostro avvicinarsi.

Ciò non è sempre vero:

Distanza e movimento

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Nell’illusione del breathing square sono assenti gliindizi fisiologici e pittorici di profondità, che sonoinvece normalmente presenti nel nostro ambiente.

Distanza e movimento

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Gli indizi fisiologici sono:• l’accomodamento del cristallino: il cristallino modifica la suaforma in funzione della distanza del fuoco• la vergenza degli occhi: l’azione coordinata dei muscoli checontrollano il movimento degli occhi• la disparità binoculare: l’occhio destro vede infattil’oggetto un po’ più a destra, l’occhio sinistro un po’ più asinistra• la parallasse di movimento: rispetto al punto di fissazione,gli oggetti più lontani appaiono muoversi nella stessa direzionedel movimento dell’osservatore, mentre quelli più vicini sembrache si muovano in direzione opposta

Rispecchiano il funzionamento dei recettori sensoriali.

Indizi di profondità: indizi fisiologici

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il testo in blu appare più lontano che

il testo in rosso appare più vicino che

il testo in blu appare più lontano che

il testo in rosso appare più vicino che

il testo in blu appare più lontano che

il testo in rosso appare più vicino che

il testo in blu appare più lontano che

il testo in rosso appare più vicino che

cromatostereopsi

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cromatostereopsi

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cromatostereopsi

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cromatostereopsi

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La percezione della profondità è innataSulla base degli indici fisiologici agiscono comportamentiinnati, che si manifestano nei bambini e negli animali,come nel caso dell’esperimento di Gibson e Walk (1960),che hanno dimostrato che di fronte ad un visual cliff,cioè un pavimento di vetro trasparente sotto il quale vi è,a un certo punto, una buca, i bambini, già a 6 mesi,evitano di passarci sopra.

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La percezione della profondità è innata

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Gli indizi pittorici (o psicologici) sono:• L’occlusione: quando un oggetto è interposto,

nascondendone quindi in parte un altro, il secondo vieneautomaticamente percepito come più lontano.

• La grandezza relativa: a parità di condizioni, l’oggetto piùgrande viene visto più vicino.

• L’altezza relativa: sotto all’orizzonte, oggetti più in alto nelcampo visivo appaiono più lontani.

• La luminosità: l’oggetto più luminoso appare più vicino.• La prospettiva aerea: gli oggetti più nitidi e brillanti sono

visti più vicini.• La prospettiva lineare: le linee parallele tendono a

convergere all’aumentare della distanza.• Il gradiente di tessitura: gli oggetti con trama più fitta

appaiono più lontani.• La dimensione familiare: la conoscenza delle dimensioni

degli oggetti aiuta a giudicare la distanza da essi e da quelliche li circondano.

Rispecchiano il funzionamento della mentenell’organizzare i dati sensoriali.

Indizi di profondità: indizi pittorici

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Gli indizi fisiologici sono meno forti di quellipsicologici, e in caso di contrasto, prevalgono isecondi sui primi.

Indizi di profondità

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L’occlusione (o interposizione o sovrapposizione): quando unoggetto nasconde in parte un altro, il secondo (oggetto occluso) vieneautomaticamente percepito come più lontano, dietro all’oggetto che locopre (oggetto occludente). Notare che per l’oggetto occluso vale ancheun altro fenomeno percettivo, il completamento amodale:“completamento” perché l’oggetto occluso appare completarsi dietrol’occludente, e “amodale” perché la parte nascosta è presente nellanostra esperienza ma non è specificata nella modalità sensoriale.

Gli indizi monoculari (pittorici):l’occlusione

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Indizio “non-metrico”: determina l’ordine, non le distanze.

Gli indizi monoculari (pittorici):l’occlusione

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Gli indizi monoculari (pittorici):l’occlusione

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La grandezza relativa: a parità di condizioni, l’oggettopiù grande viene visto più vicino.

Gli indizi monoculari (pittorici):la grandezza relativa

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Gli indizi monoculari (pittorici):la grandezza relativa

La grandezza relativa: a parità di condizioni, l’oggettopiù grande viene visto più vicino.

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L’altezza relativa: sotto all’orizzonte, oggetti più in altonel campo visivo appaiono più lontani. Quando unosservatore giudica la distanza di un oggetto, considerala sua altezza nel campo visivo in relazione all’altrooggetto.

Gli indizi monoculari (pittorici):l’altezza relativa

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La dimensione familiare: attraverso l’esperienza, gliosservatori diventano familiari con la dimensione tipica dicerti oggetti. La conoscenza delle dimensioni degli oggettiaiuta a giudicare la distanza da essi e da quelli che licircondano.

Gli indizi monoculari (pittorici):la dimensione familiare

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A prescindere dall’angolo visivo che ricoprono, èmolto difficile stimare la distanza di oggetti nuovi, chenon abbiamo mai visto prima.

Questa operazione diventa immediatamente più facilese abbiamo a disposizione degli oggetti familiari chepossono essere usati come riferimento.

Gli indizi monoculari (pittorici):la dimensione familiare

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La luminosità: l’oggetto più luminoso appare più vicino.

Gli indizi monoculari (pittorici):la luminosità

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Gli indizi monoculari (pittorici):la luminosità e l’ombreggiatura

La luminosità: l’oggetto più luminoso appare più vicino.

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Gli indizi monoculari (pittorici):la luminosità e l’ombreggiatura

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Gli indizi monoculari (pittorici):la luminosità e l’ombreggiatura

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Gli indizi monoculari (pittorici):l’ombreggiatura

Il sistema percettivo fa l’assunzione che luce provienedall’alto.Cambiando la direzione di provenienza della luce sialtera il modo in cui gli oggetti vengono percepiti, adesempio se concavi o convessi.Questi effetti sono più marcati se gli oggetti illuminatisono poco significativi e/o poco conosciuti.

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Il gradiente di tessitura: gli oggetti con trama più fittaappaiono più lontani.Un gradiente di tessitura si osserva ogni volta che unasuperficie viene vista in prospettiva invece che direttamentedall’alto.La tessitura diviene più densa e meno dettagliata mano amano che la superficie si allontana sullo sfondo, e questatrasformazione aiuta a giudicare la profondità.

Gli indizi monoculari (pittorici/prospettici):il gradiente di tessitura

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Gli indizi monoculari (pittorici/prospettici):il gradiente di tessitura

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Se una tessitura regolare non ha una densità uniforme,la parte più densa di elementi appare più lontano.

Gli indizi monoculari (pittorici/prospettici):il gradiente di tessitura

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Gradiente ecologico

Gli indizi monoculari (pittorici/prospettici):il gradiente di tessitura

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Gradiente di tessitura non ecologico

Gli indizi monoculari (pittorici/prospettici):il gradiente di tessitura

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La prospettiva lineare: le linee parallele tendono aconvergere all’aumentare della distanza.

Gli indizi monoculari (pittorici/prospettici):la prospettiva lineare

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La prospettiva lineare: le linee parallele tendono aconvergere all’aumentare della distanza.

Gli indizi monoculari (pittorici/prospettici):la prospettiva lineare

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Gli indizi monoculari (pittorici/prospettici):la prospettiva lineare

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Gli indizi monoculari (pittorici/prospettici):la prospettiva lineare

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La prospettiva aerea: gli oggetti più nitidi e brillantisono visti più vicini.L’aria contiene particelle microscopiche di polvere eumidità che fanno apparire gli oggetti lontani sfuocati onebbiosi, e questo effetto viene usato per giudicare ladistanza.

Gli indizi monoculari (pittorici/prospettici):la prospettiva aerea

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La prospettiva aerea: le montagne più lontaneappaiono grigio-azzurro.

Gli indizi monoculari (pittorici/prospettici):la prospettiva aerea

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Gli oggetti che hanno un contrasto minore con losfondo sono percepiti come più distanti.

Gli indizi monoculari (pittorici/prospettici):la prospettiva aerea

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• La visione stereoscopica ci conferisce una straordinariacapacità di valutare le distanze relative fra oggetti.

• Grazie a questi meccanismi siamo in grado di rilevareuna differenza di meno di 0,05 mm fra le distanze dioggetti collocati a 50 cm da noi.

• Se ai due occhi vengono proiettate immaginileggermente disparate queste verranno fuse fra loro e siavrà la sensazione di tridimensionalità.

Studiare la visione stereoscopica

Occhio sinistro Occhio destro

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• Molti ma non tutti percepiscono la profondità ottenutadalla stereopsi, una condizione conosciuta comestereoblindness.

• Può esser causata per esempio di disturbi visivi patitidurante l’infanzia, come lo strabismo, che consiste in unerrato allineamento dei due occhi.

Studiare la visione stereoscopica

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Gli stereogrammi

• Sono delle immagini che differiscono fra loro quantopotrebbero differire se fossero osservate dai nostri dueocchi separatamente.

• I primi stereogrammi risalgono al 1838 ad opera delfisico inglese Charles Wheatstone, che inventò lostereoscopio, apparecchio che ricomponeva, grazie adun sistema di specchi, due immagini poste a pochicentimetri l'una dall'altra e raffiguranti lo stesso oggetto,ma con un angolo di visuale leggermente diverso.

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Lo stereoscopio di Wheatstone

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Lo stereoscopio di Wheatstone

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Vedere gli stereogrammi • Il modo più efficace per vedere

la tridimensionalità generatadagli stereogrammi è usare unostereoscopio, che mostrando ledue immagini separatamente adogni occhio ci porta a fondere ledue immagini in una sola,tridimensionale.

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Vedere gli stereogrammi

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Gli anaglifi

Indossando degli occhiali con una lente rossa e unaverde (o blu) le linee rosse vengono viste da un occhioe quelle verdi (o blu) dall’altro, creando un illusione diprofondità stereoscopica.

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La percezione del movimentoUn serie di illusioni di movimento spiegabili dai movimentioculari…

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La percezione del movimento

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La percezione del movimento

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La percezione del movimento

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La percezione del movimento

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La percezione del movimento

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La percezione del movimento

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La percezione del movimento

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La percezione del movimento

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Gli effetti consecutivi di movimento costituisconoun’insieme di illusioni osservabili dopo aver guardato alungo uno stimolo in movimento.

Spesso consistono in un movimento uguale e contrario aquello osservato.

Gli effetti consecutivi di movimento costituiscono unaprova che il movimento fenomenico non è meramentelegato a fattori retinici od oculari, ma è sostenuto dafattori di più alto livello di elaborazione.

La percezione del movimentoEffetti consecutivi di movimento

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Che cos’è?

La percezione del movimentoMovimento biologico

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Movimento biologico o biomeccanico (Johansson, 1973).

• Un attore vestito di nero, al buio, con 12 punti luminosiposti sulle giunture significative.

• Se è fermo è irriconoscibile, mentre se si muove, in 100msec si capisce che è una persona.

• Abbiamo anche la capacità di identificarne il genere. Esiamo in grado anche di distinguere diversi animali.

La percezione del movimentoMovimento biologico

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Il sistema mirror• I neuroni specchio sono neuroni specifici che si

attivano sia quando si compie un'azione sia quando la siosserva mentre è compiuta da altri (in particolareconspecifici).

• La loro esistenza è stata rilevata per la prima volta versola metà degli anni '90 dal gruppo di ricerca di GiacomoRizzolatti presso il dipartimento di neuroscienzedell'Università di Parma.

• I neuroni dell'osservatore "rispecchiano" quindi ilcomportamento dell'osservato, come se stessecompiendo l'azione egli stesso.

• Non è necessaria un’effettiva interazione con gli oggetti:i neuroni-specchio si attivano anche quando l'azione èsemplicemente mimata.

• Sono stati individuati nei primati, in alcuni uccelli enell'uomo. Nell'uomo, oltre ad essere localizzati in areemotorie e premotorie, si trovano anche nell'area di Brocae nella corteccia parietale inferiore. Ramachandran hascritto un saggio sulla loro importanza potenziale nellostudio dell'imitazione e del linguaggio.