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Sommario
1. IL PROGETTO DELLA LINEA D 5
1.1. Iter progettuale 5
1.2. Il quadro di riferimento programmatico 6 1.2.1. Il PROIMO 7 1.2.2. Il Piano di Armonizzazione 7
1.3. Il quadro di riferimento progettuale 8 1.3.1. Dati generali 9 1.3.2. Galleria di linea 9 1.3.3. Descrizione delle stazioni 10 1.3.4. Materiale rotabile e porte di banchina 10
2. IMPATTI DELL’OPERA E MITIGAZIONI 11
2.1. Attività di cantiere 11 2.1.1. Ubicazione e superficie dei cantieri 11 2.1.2. Mitigazione degli impatti in fase di costruzione 11 2.2. Interferenze con la mobilità 11 2.3. Movimenti terra 12
2.4. Inquadramento ambientale: atmosfera 12 2.4.1. Impatti dell’opera 12 2.4.2. Misure di mitigazione e monitoraggio 13 2.5. Inquadramento ambientale: litosfera 13 2.5.1. Impatti dell’opera 13 2.5.2. Misure di mitigazione 14 2.5.3. Piano di monitoraggio 14 2.6. Inquadramento ambientale: biosfera 14 2.6.1. Misure di mitigazione e monitoraggio 14
2.7. Inquadramento ambientale: rumore e vibrazioni 15 2.7.1. Impatti dell’opera in fase di cantiere 15 2.7.2. Impatti dell’opera in fase di esercizio 15 2.7.3. Misure di mitigazione e monitoraggio 16 2.8. Salute pubblica 16 2.9. Paesaggio 16 2.9.1. Misure di mitigazione e monitoraggio 16
3. CONCLUSIONI 18
Pag. 2
ELENCO DEGLI ELABORATI GRAFICI ALLEGATI ALLA SINTESI NON TECNICA DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
P.01_A Rete delle linee metropolitane di Roma scala 1: 50.000
P.02_A Evoluzione del progetto Linea D scala 1: 50.000
A.P.02.01_A Caratteristiche dell’ambito di intervento: Quadro d’unione
A.P.02.02_A Caratteristiche dell’ambito di intervento: Tavola S1 scala 1: 5.000
A.P.02.03_A Caratteristiche dell’ambito di intervento: Tavola S2 scala 1: 5.000
A.P.02.04_A Caratteristiche dell’ambito di intervento: Tavola P1 scala 1: 5.000
A.P.02.05_A Caratteristiche dell’ambito di intervento: Tavola P2 scala 1: 5.000
A.P.02.06_A Caratteristiche dell’ambito di intervento: Tavola P3 scala 1: 5.000
A.P.02.07_A Caratteristiche dell’ambito di intervento: Tavola P4 scala 1: 5.000
A.P.02.08_A Caratteristiche dell’ambito di intervento: Tavola P5 scala 1: 5.000
A.P.02.09_A Caratteristiche dell’ambito di intervento: Tavola P6 scala 1: 5.000
A.P.02. 10_A Caratteristiche dell’ambito di intervento: Tavola P7 scala 1: 5.000
A.P.02. 11_A Caratteristiche dell’ambito di intervento: Tavola P8 scala 1: 5.000
A.P.02. 12_A Caratteristiche dell’ambito di intervento: Tavola P9 scala 1: 5.000
A.P.02. 13_A Caratteristiche dell’ambito di intervento: Tavola E1 scala 1: 5.000
A.P.02. 14_A Caratteristiche dell’ambito di intervento: Tavola E2 scala 1: 5.000
A.P.02. 15_A Caratteristiche dell’ambito di intervento: Tavola E3 scala 1: 5.000
PG.02.04_A LINEA D: stazione Agricoltura varie
PG.02.05_A LINEA D: stazione Eur Magliana
PG.02.06_A LINEA D: stazione Magliana Nuova
PG.02.07_A LINEA D: stazione Roma Tre
PG.02.08_A LINEA D: stazione Fermi
PG.02.09_A LINEA D: stazione Trastevere
PG.02.10_A LINEA D: stazione Nievo
PG.02.11_A LINEA D: stazione Sonnino
PG.02.12_A LINEA D: stazione Venezia
PG.02.13_A LINEA D: stazione San Silvestro
PG.02.14_A LINEA D: stazione Spagna
PG.02.15_A LINEA D: stazione Fiume
PG.02.16_A LINEA D: stazione Buenos Aires
PG.02.17_A LINEA D: stazione Verbano
PG.02.18_A LINEA D: stazione Vescovio
PG.02.19_A LINEA D: stazione Salario
PG.02.20_A LINEA D: stazione Prati Fiscali
PG.02.21_A LINEA D: stazione Jonio
PG.02.22_A LINEA D: stazione Adriatico
PG.02.23_A LINEA D: stazione Talenti
PG.02.24_A LINEA D: stazione Pugliese
PG.02.25_A LINEA D: stazione Ojetti
A.P.01.01_A Documentazione fotografica: Lay out del tracciato
A.P.01.02 _A Documentazione fotografica: stazione Agricoltura
A.P.01.03 _A Documentazione fotografica: stazione Eur Magliana
A.P.01.04 _A Documentazione fotografica: stazione Magliana Nuova
A.P.01.05 _A Documentazione fotografica: stazione Roma Tre
A.P.01.06 _A Documentazione fotografica: stazione Fermi
A.P.01.07 _A Documentazione fotografica: stazione Trastevere
A.P.01.08 _A Documentazione fotografica: stazione Nievo
A.P.01.09 _A Documentazione fotografica: stazione Sonnino
A.P.01.10 _A Documentazione fotografica: stazione Venezia
A.P.01.11 _A Documentazione fotografica: stazione San Silvestro
A.P.01.12 _A Documentazione fotografica: stazione Spagna
A.P.01.13 _A Documentazione fotografica: stazione Fiume
A.P.01.14_A Documentazione fotografica: stazione Buenos Aires
A.P.01.15 _A Documentazione fotografica: stazione Verbano
A.P.01.16 _A Documentazione fotografica: stazione Vescovio
A.P.01.17_A Documentazione fotografica: stazione Salario e deposito Salario
A.P.01.18_A Documentazione fotografica: stazione Prati Fiscali
Pag. 3
A.P.01.19 _A Documentazione fotografica: stazione Jonio
A.P.01.20 _A Documentazione fotografica: stazione Adriatico
A.P.01.21 _A Documentazione fotografica: stazione Talenti
A.P.01.22 _A Documentazione fotografica: stazione Pugliese
A.P.01.23 _A Documentazione fotografica: stazione Ojetti
A.P.01.24 _A Documentazione fotografica: Pozzi Intertratta 1 - 5 - 7 - 8 - 9 - 10
A.P.01.25_A Documentazione fotografica: Pozzi Intertratta 11 - 12 - 13 - 14 - 17 - 18 - 19
A.L.03.01_A Linea D: carta delle criticità scala 1: 20.000
A.B.01.01_A Contenuti e Proposte interventi naturalistici particolari 1
A.B.01.02_A Contenuti e Proposte interventi naturalistici particolari 2
Pag. 4
Il presente Studio è stato redatto da C.G.A. srl con il coordinamento del Prof. Ing. Gianmario Baruchello; il gruppo di lavoro interdisciplinare risulta così composto:
Supervisione: Prof. Ing. S. Gori
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO:
Arch. Franca Fabrizi
Prof. Ing. Gaetano Fusco
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE:
Ing. Ernesto Cipriani
Ing. Chiara Colombaroni
Ing. Valentina Conti
Prof. Ing. Gaetano Fusco
Ing. Esther Gentile
Ing. Marco Petrelli
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
Atmosfera: Ing. Giuliano Carnieri
Litosfera: Dr. Geol. Fabio Melchiorri
Biosfera: Dr. Giuliano Sauli, Dr. Corrado Teofili
Rumore e Vibrazioni: Ing. Giuliano Carnieri
Salute Pubblica: Ing. Giuliano Carnieri
Paesaggio: Arch. Franca Fabrizi
ELABORATI GRAFICI:
Arch. Laura Angelini
Arch. Franca Fabrizi
Pag. 5 Impatto sul territorio e sulle preesistenze
1. IL PROGETTO DELLA LINEA D
1.1. Iter progettuale Il tracciato della linea D della Metropolitana di Roma è indicato nel Nuovo Piano Regolatore
Generale, adottato con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 33 del 19/20.3.2003.
Sulla base di tale previsione, l’Amministrazione Comunale - con Deliberazione G.C. n. 461 del
30.7.2003 – ha conferito alla STA S.p.A. l’incarico di redigere lo Studio di Fattibilità della linea
D.
Successivamente, con deliberazione consiliare n. 97 del 24 maggio 2004, il Comune di Roma
ha affidato a Roma Metropolitane S.r.l. "lo svolgimento, regolato per i rapporti con l'Ente
proprietario da apposite Convenzioni, delle attività connesse alla realizzazione, ampliamento,
prolungamento e ammodernamento delle linee metropolitane C e B1, nonché delle altre linee
metropolitane della città”, qualificando la Società quale "emanazione organica" dello stesso
Comune alla stregua di ogni altro ufficio tecnico dell'Amministrazione.
Lo Studio di Fattibilità della Linea D è stato pertanto completato da Roma Metropolitane S.r.l.
nel dicembre 2004 e consegnato al Dipartimento VII del Comune di Roma con nota prot. n.
1024 del 23 dicembre 2004.
Con Deliberazione n. 1 del 10 gennaio 2005, il Consiglio Comunale, nel confermare in capo a
Roma Metropolitane S.r.l. la titolarità del procedimento relativo al processo realizzativo della
Linea D, ha esplicitamente previsto il "ricorso alla disciplina introdotta dagli artt. 37 bis e ss.
della legge 11 febbraio 1994, n. 109 e s.m.i., relativo alla possibilità di ricorrere al finanziamento
totale o parziale di opere pubbliche da parte di soggetti privati nella forma del “project
financing”.
A seguito di tale deliberazione, Roma Metropolitane S.r.l. ha proceduto ad adeguare ed
integrare lo Studio di Fattibilità in conformità a quanto richiesto dalla normativa disciplinante il
project financing ed ha consegnato ai competenti uffici dello stesso Comune lo Studio
aggiornato con nota prot. n. 3797 del 4 agosto 2005.
Lo Studio di Fattibilità, nelle sue varie fasi di sviluppo, è stato sottoposto all’esame degli Uffici
competenti; si evidenzia, in particolare, il parere congiunto espresso dai Dipartimenti VI e VII in
data 7.12.2005 / prot. QFD 18.491, con il quale l’Amministrazione Comunale ha operato la
propria scelta tra le diverse opzioni proposte dallo Studio di Fattibilità in merito al tracciato, alla
prima tratta funzionale, alle possibili diramazioni di servizio o di esercizio della linea ed ha
evidenziato alcune criticità realizzative per il Deposito-Officina previsto dal N.P.R.G. al terminale
est della linea (Ojetti).
Sulla base di tale Studio di Fattibilità, la Linea D è stata quindi inserita nel Programma Triennale
2006/2008 del Comune di Roma, approvato dal Consiglio Comunale in data 20 dicembre 2005
con deliberazione n. 333, con la specifica indicazione che conferma il ricorso alla procedura del
project financing per l'aggiudicazione della concessione di costruzione e gestione della linea
metropolitana.
In data 14 febbraio 2006, l’Amministrazione Comunale ha inoltre sottoscritto con la Regione
Lazio, le Province di Frosinone, Latina, Rieti, Roma e Viterbo ed R.F.I. S.p.A. il Protocollo
d’Intesa “Attuazione di un progetto unitario e integrato di rete ferroviaria regionale e
metropolitana da realizzare entro il 2015”. Nell'ambito di tale accordo, al fine di trovare una
soluzione in merito alle possibili ubicazioni del Deposito principale della linea, è stato previsto il
trasferimento al Comune di Roma entro il 31 dicembre 2010 delle aree, ubicate all’interno dell’
attuale impianto ferroviario di Roma Smistamento, necessarie per l’attuazione dei programmi
relativi alla costruzione della linea Metropolitana D.
Successivamente, il Consiglio Comunale con Deliberazione n. 60 del 2 marzo 2006 ha
approvato un "Piano Finanziario Programmatico" di riferimento che delinea le scelte di
impostazione della procedura di project financing per la realizzazione e gestione della Linea D,
ne individua 3 tratte funzionali - vale a dire la "Tratta Prioritaria" dalla stazione Fermi a Prati
Fiscali, il secondo stralcio "Diramazione Est" fino alla stazione Ojetti e il terzo stralcio
"Prolungamento Sud" fino alla stazione Agricoltura - e indica gli oneri attesi per
l'Amministrazione Comunale, pur senza costituire vincolo alcuno per i proponenti, nè impegno
formale di spesa.
Da ultimo, con Deliberazione n. 64 del 21 – 22 marzo 2006 di approvazione delle
controdeduzioni alle osservazioni presentate avverso il N.P.R.G. del Comune di Roma, il
Consiglio Comunale ha inserito nel nuovo piano anche la previsione di una ulteriore estensione
della linea D da piazzale dell’Agricoltura a Via di Grotta Perfetta, per la quale dovrà essere
redatto specifico Studio di Fattibilità e che pertanto non rientra nella procedura di Project
Financing avviata.
Roma Metropolitane s.r.l. ha quindi provveduto alla pubblicazione dell'avviso di Project
Financing, inviato alla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea l'11 aprile 2006 e alla
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il 12 aprile 2006; l'Avviso è stato pubblicato dalle
due Gazzette rispettivamente in data 25 aprile 2006 (GUCE n. S79 2006-083113) e 18 aprile
2006 (GURI n. 90).
Pag. 6 Impatto sul territorio e sulle preesistenze
In esito a tale pubblicazione, entro il termine del 30 giugno 2006, fissato in accordo con quanto
stabilito dall’art. 37 bis della l. 109/1994 e s.m.i., sono pervenute presso la sede di Roma
Metropolitane tre proposte da parte di raggruppamenti di primarie imprese.
Sulla base dell'istruttoria di analisi e valutazione delle proposte pervenute, la Giunta Comunale,
con Deliberazione n. 110 del 21 marzo 2007, ha riconosciuto il pubblico interesse della
proposta presentata dalla costituenda A.T.I. Società Italiana per Condotte d'Acqua S.p.A. -
Impresa Pizzarotti & C. S.p.A., che pertanto ha assunto il ruolo di “Promotore” nell’ambito della
procedura in oggetto.
In accordo con il dispositivo che regola la procedura della "finanza di progetto" di cui all'art. 37
bis e segg. L 109/94 e succ. mod. e int., il progetto preliminare redatto dal Promotore, di cui fa
parte la presente relazione, sarà quindi posto a base della licitazione privata per la
individuazione del Concessionario.
Si sottolinea infine che, secondo la procedura attivata, il futuro Concessionario si farà carico
della progettazione definitiva della Linea, in conformità al Progetto Preliminare, nonché della
esecuzione di tutte le indagini propedeutiche alla progettazione stessa, ivi compresi gli scavi
archeologici.
Successivamente alla approvazione del progetto definitivo ed alla dichiarazione di pubblica
utilità, il Concessionario provvederà alla progettazione esecutiva, alla realizzazione delle opere
e alla gestione della infrastruttura di trasporto per il periodo contrattualmente previsto, al termine
del quale la proprietà e la gestione dell'infrastruttura stessa verranno trasferite alla
Amministrazione Comunale.
Il tracciato previsto dal Nuovo Piano Regolatore Generale è stato leggermente modificato nel
corso dei successivi approfondimenti progettuali operati dal Promotore, in accordo con le
indicazioni relative alla istruttoria condotta nello Studio di fattibilità e riportate nel Documento
Preliminare di Avvio alla Progettazione, che hanno evidenziato alcune problematiche di
carattere archeologico, geologico ed urbanistico.
In estrema sintesi, questi cambiamenti, riportati in tavola P.02, prevedono:
– eliminazione delle fermate Nuovo Salario e Cavalieri che lo Studio di fattibilità
prevedeva lungo la diramazione Nord diretta al Comprensorio Tecnico Salario (area di
Roma Smistamento);
– inserimento sul tracciato principale verso la diramazione Est della stazione Prati Fiscali
(terminale provvisorio della tratta prioritaria) e sua ridenominazione in Salario;
– spostamento verso est lungo via dei Prati Fiscali della stazione Valtournanche,
conseguente al più efficace posizionamento della precedente stazione Salario e sua
ridenominazione in Prati Fiscali;
– l’eliminazione della diramazione Ostiense;
– la scelta nelle alternative Acilia/Vescovio a favore di Vescovio;
– la scelta nelle alternative Verbano/Nemorense a favore di Verbano;
– la scelta nelle alternative Fiume/Boncompagni a favore di Fiume;
– la scelta nelle alternative Venezia/Argentina a favore di Venezia;
– la spostamento dello scambio tra metro D e metro A dalla stazione Barberini a quella di
Spagna,
– la modifica della posizione della Stazione Mastai/Belli in Piazza Sonnino;
– la modifica del nome della stazione Lungotevere Dante in Roma Tre.
In definitiva, il tracciato della Linea è suddiviso in tre tratte funzionali:
1° tratta, definita “Tratta Prioritaria”, da Prati Fiscali a Fermi – lunghezza complessiva di 11 km
e 12 stazioni;
2° tratta, definita “Diramazione Est”, dal bivio della diramazione fino ad Ojetti (terminale nord-
est della linea) – lunghezza tratta 5 km e 6 stazioni;
3° tratta, definita “Prolungamento Sud”, da Fermi ad Agricoltura (terminale sud della linea) –
lunghezza tratta 4 km e 4 stazioni.
1.2. Il quadro di riferimento programmatico Il progetto della linea della Metropolitana D costituisce il completamento del sistema di trasporto
pubblico previsto dal Nuovo Piano Regolatore Generale di Roma (N.P.R.G.), che consente di
migliorare l’accessibilità al centro storico da zone residenziali e commerciali della città
consolidata, quali viale Marconi e Magliana Nuova, a sud e Prati Fiscali, Montesacro Alto e
Talenti, a nord.
La nuova metropolitana interagisce con la linea B, secondo un tracciato in parte parallelo ad
essa, che si sviluppa da sud (EUR-Magliana) in direzione nord-est, verso Montesacro-Talenti,
attraversando zone intensamente urbanizzate e consolidate, non servite dalle altre linee metro,
di elevato peso urbanistico e valore commerciale, come i quartieri Trieste e Salario.
La linea D presenta numerosi punti di scambio con le altre metropolitane:
Pag. 7 Impatto sul territorio e sulle preesistenze
– per la linea A in corrispondenza di stazione Spagna,
– per la linea B in corrispondenza di stazione EUR Magliana,
– per la linea B1 (in progetto) in corrispondenza di stazione Jonio,
– per la linea C (in progetto) in corrispondenza di stazione Venezia
e con le linee ferroviarie regionali:
– interscambio con la linea Roma-Lido alla stazione Eur Magliana,
– interscambio con le linee FR1, FR3, FR5 alla stazione Trastevere,
– interscambio con la linea FR1 alla stazione Salario.
La rete completa delle metropolitane è risportata in tavola P.01.
1.2.1. Il PROIMO
Il Programma Integrato per la Mobilità (PROIMO) fornisce le linee guida per la redazione del
piano urbano della mobilità del Comune di Roma. Il progetto del sistema di trasporto trae
origine dall’Agenda dei trasporti, approvata dal Consiglio Comunale nel 1995, che prefigurava
uno scenario infrastrutturale teso a limitare i modi di trasporto individuale fornendo una serie di
porte alla città, posizionate in zone dove risulti agevole fare uno scambio “gomma-ferro”, e
prevedendo una rete di metropolitane di circa 130km, formata da 4 linee (A, B, C e D), con
diverse diramazioni.
Il progetto di sistema del PROIMO ha ridefinito i tracciati di base delle nuove linee di
metropolitana, modificando in particolare il tracciato della linea D (che nel PROIMO è chiamata
“Quarta Linea”).
Le analisi sulla copertura territoriale su cui si fonda il criterio progettuale del Proimo, riassunte
nella Tabella 1, evidenziano la notevole rilevanza di questa “Quarta linea” in termini di residenti
ed addetti presenti nell’area di influenza, calcolata assumendo un cerchio di raggio pari a 500m
da ciascuna fermata.
Il bacino di utenti potenziali della Quarta linea, stimato pari a 20.891 persone/km di linea, è
infatti superiore a quello delle linee B e C (rispettivamente pari a 13.244 e 15.696 persone/km)
ed è inferiore solo a quello della linea A (22.913 persone/km).
Secondo le simulazioni, nel progetto del Sistema, il trasporto pubblico dovrebbe passare
nell’ora di punta ad una quota modale del 41%, con un incremento di 10 punti percentuali
rispetto all’attualità, e divenire maggioritario negli spostamenti diretti entro la cintura
ottocentesca, rispetto ai quali acquisirebbe una quota del 61% a fronte del 41% attuale. Le
simulazioni della rete di trasporto pubblico stimano per la “Quarta linea” un’utenza di 290.000
pass·km.
Tabella 1 – Caratteristiche generali delle singole tratte metropolitane del Progetto di Sistema PROIMO e loro copertura territoriale
Linea metro Tratta Sviluppo
(km) Stazioni (n°) Residenti Addetti Residenti+
Addetti (Res+Add)/km di linea
Linea A Anagnina-Battistini 18,33 27 240.000 180.000 420.000 22.913
Prol.Linea A
Battistini-Torrevecchia 1,71 2 12.000 1.200 13.200 4.944
Linea B Rebibbia-Laurentina 17,97 21 116.000 122.000 238.000 13.244
Dir.Linea B1
Bologna-Serpentara 6,33 8 88.500 16.000 104.500 16.509
Prol.Linea B
Laurentina-Cecchignola 1,77 2 14.000 3.500 17.500 9.887
Prol.Linea B
Rebibbia-Tiburtina GRA 2,50 3 6.000 8.000 14.000 5.600
Dir.Linea B2
Piramide-Newton 6,13 4 60.000 13.000 73.000 11.909
Linea C Tor Vergata-Vigna Clara 24,95 28 240.000 113.000 353.000 15.696
Linea C Torre Angela-Pantano 7,41 8 26.000 3.500 29.500 3.981
Dir.Linea C1
Teano-Togliatti A 24 4,60 4 44.000 10.000 54.000 11.739
Quarta Linea
Magliana-Ojetti 17,95 24 215.000 160.000 375.000 20.891
Fonte: Comune di Roma, PROIMO-Programma Integrato della mobilità del Comune di Roma, pag.52.
Confrontando i valori dell’utenza con gli investimenti previsti, si osserva come la Quarta linea
rappresenti anche l’intervento sulla rete metropolitana più efficace tra quelli previsti, avendo il
più basso rapporto tra investimento richiesto ed utenza trasportata, pari a 3.628 lire/pass·km.
Ciò è da imputare alla particolare scelta tecnologica ipotizzata, di metropolitana automatica con
materiali rotabili ed impianti di dimensioni ridotte rispetto a quelli tradizionali, ma compatibili con
i carichi massimi previsti sulla linea (circa 16.000 pass/h per direzione).
1.2.2. Il Piano di Armonizzazione
Nel Piano di Armonizzazione, redatto dalla STA, viene infine elaborata una proposta di sistema
di mobilità per il nuovo PRG, scaturita anche dagli studi per l’armonizzazione dello strumento
urbanistico con quelli della pianificazione e programmazione di settore (PROIMO, Piano Urbano
della Mobilità, PGTU). Tale piano segue espressamente i criteri di pianificazione di una mobilità
Pag. 8 Impatto sul territorio e sulle preesistenze
sostenibile, definiti in numerosi documenti dell’Unione Europea degli anni novanta, a cui ha fatto
seguito nel 2001 il Libro bianco UE per le politiche dei trasporti e, a livello nazionale, il Piano
generale dei trasporti e della logistica.
Il nuovo PRG conferma il ruolo delle metropolitane come grandi collettori del trasporto pubblico
di massa, estendendo la rete nei settori semicentrali e suburbani e in corrispondenza delle
nuove centralità, dove la densità delle origini e delle destinazioni rende compatibile in termini
costi-benefici tale modo di trasporto.
In particolare, il nuovo PRG, con le modifiche introdotte dal Piano di armonizzazione con gli altri
strumenti di pianificazione e programmazione della mobilità, prevede di ampliare la rete di
metropolitane dall’estensione attuale di 52 km e 62 stazioni (compresa la ferrovia Roma-Lido)
ad un’estensione di 129 km e 157 stazioni.
LaTabella 2 illustra il programma di estensione delle diverse linee del nuovo PRG, con le
modifiche introdotte dal Piano di armonizzazione.
Tabella 2 – La rete delle metropolitane secondo il nuovo Piano Regolatore Generale e le modifiche introdotte dal Piano di armonizzazione del Comune di Roma
Esistente prevista totale linea
km. stazioni km. stazioni km. stazioni Linea A 18,4 27 18,4 27 Prolungamento ovest Battistini-Torrevecchia
2 2 2 2
Prolungamento est Anagnina-Romanina
2,5 3 2,5 3
Totale 18,4 27 4,5 5 22,9 32 Linea B Nuova linea B + ex Roma-Lido Castel Fusano-Casal-Monastero
29 (*) 29 (*) 3 13 (**) 32 42
Diramazione linea B1 Bologna-Serpentara
6,8 8 6,8 8
Diramazione linea B2 S. Paolo-Tor Pagnotta
5,1 6 4 4 9,1 10
Totale 34,1 35 13,8 25 47,9 60 Linea C + C1 Tor di Quinto-Pantano + diramazioni per Tor Vergata e Colli Aniene
39 41 39 41
Linea D 19 24 19 24 TOTALE 52,5 (*) 62 (*) 76,3 95 (**) 128,8 157
(*) comprensivo del tratto della esistente ferrovia concessa Roma-Lido da trasformare in metropolitana (tratto S. Paolo-Lido) pari a 16 Km con 13 stazioni. (**) comprese le nuove stazioni del tratto Magliana-Castel Fusano.
Il PRG conferma la previsione della quarta linea, ora denominata D, pressoché parallela alla
linea B, dal quartiere Talenti all’Eur, avente una lunghezza di 20 km con 22 stazioni. Il tracciato
della linea D previsto dal nuovo PRG ha origine a piazzale dell’Agricoltura e destinazione finale
a Via Ugo Ojetti, nel quartiere Talenti.
1.3. Il quadro di riferimento progettuale Gli elementi essenziali che caratterizzano il tracciato planoaltimetrico individuato dal Promotore,
sono così sinteticamente enunciabili:
• scelta di una configurazione di linea, uniforme su tutto il tracciato, caratterizzata da
un’unica canna a doppi binari complanari; la sezione della galleria a foro cieco contiene
le vie di corsa, comprese le predisposizioni per gli scambi in linea ma non le banchine di
stazione, le quali saranno eseguite separatamente secondo metodologie e tecniche
realizzative alternative al modello tipo Roma;
• caratteristiche dimensionali, prestazionali e tecnologiche del materiale rotabile, che
impongono, rispetto allo Studio di Fattibilità di riferimento, una sezione della galleria di
linea più grande, ma nello stesso tempo consentono di limitare la lunghezza delle gallerie
di banchina;
• andamento planimetrico posizionato – per quanto possibile – sugli assi primari urbani, al
fine di ottenere un ottimale ubicazione delle stazioni, sia sotto l’aspetto funzionale e
trasportistico, sia sotto l’aspetto della riduzione degli impatti con il soprassuolo
(archeologia, viabilità, sottoservizi);
• scelta di una configurazione di sistema con realizzazione di un unico Comprensorio
Tecnico, collocato nell’area di Roma Smistamento (Salario);
• inserimento del tracciato nelle aree con caratteristiche geologiche migliori, tenuto conto
della compatibilità con l’ubicazione delle stazioni;
• estrema attenzione verso i problemi archeologici, geologici e idrogeologici perr garantire
le condizioni di sicurezza dello scavo meccanizzato, anche in presenza di edifici interferiti
e/o sottoattraversati, con particolare attenzione alle “intersezioni” (sottopassaggi)con le
altre linee metropolitane in esercizio o in costruzione;
• andamento del tracciato caratterizzato a realizzare le corrispondenze con le altre linee
metro – e in generale del trasporto pubblico – il più possibile compatte e funzionali;
Pag. 9 Impatto sul territorio e sulle preesistenze
• attestazioni terminali del tracciato in aree con un forte potenziale di scambio con linee
extraurbane e anche di valorizzazione urbanistica.
1.3.1. Dati generali
Come si è detto,la realizzazione della linea D nella sua configurazione finale, è prevista per
tratte funzionali (Ti).
La tratta prioritaria (T1) comprende, procedendo da sud verso il terminale di linea, le seguenti
12 stazioni: Fermi, Trastevere, Nievo, Sonnino, Venezia, San Silvestro, Spagna, Fiume, Buenos
Aires, Verbano, Vescovio, Salario. La lunghezza commerciale della tratta, misurata tra gli assi
delle due stazioni di attestazione, è di 11.500m , tutti eseguiti con scavo meccanizzato; a questi
si aggiungono altri 1.100 m circa di galleria retrostanti la Stazione Fermi, necessari alla
realizzazione dell’asta di manovra terminale. Pertanto la lunghezza di scavo in galleria naturale
della tratta prioritaria è pari a 12.600m. La diramazione Est (T2) comprende, dalla diramazione di Salario al terminale est di Ojetti,le
seguenti sei stazioni: Prati Fiscali, Jonio, Adriatico, Talenti, Pugliese, Ometti. La lunghezza
commerciale della tratta, tra le due stazioni di attestazione, è di 5.000m, eseguiti con scavo
meccanizzato. Completa la tratta, a valle di Ojetti, il manufatto in galleria artificiale di 250 m che
ingloba il tronchino di manovra terminale.
Il Prolungamento Sud (T3) comprende, dalla stazione terminale Agricoltura, le seguenti quattro
stazioni: Agricoltura, Eur Magliana, Magliana Nuova, Roma Tre. La lunghezza commerciale
della tratta, tra le due stazioni di attestazione, è di 3900m, eseguiti tutti con scavo
meccanizzato.
La linea è caratterizzata da una velocità di progetto massima di 80 km/h.
Il tracciato comprensivo dell’indicazione della posizione di stazione e pozzi di ventilazione
intertratta è riportato nelle tavole A.P.02.01/02/03/04/05/06/07/08/09/10/11.
1.3.2. Galleria di linea
Le gallerie di linea, sia per la tratta prioritaria che per le tratte di completamento, avranno una
configurazione unica caratterizzata da canna unica a doppio binario con treni affiancati, avente
diametro pari a 9.00m.
Considerate le caratteristiche geologiche, idrogeologiche e geotecniche dei terreni incontrati
lungo il tracciato della linea “D”, ed i vincoli archeologici ed antropici (substrato archeologico,
monumenti di pregio, elevata urbanizzazione, viabilità e reti di sottoservizi interferenti…)
peculiari della città di Roma, per la realizzazione della galleria di linea è stato previsto l’utilizzo
di tecnologie e metodologie costruttive in grado di garantire il massimo livello di sicurezza
nell’esecuzione dei lavori e nel controllo dei cedimenti indotti. La galleria di linea sarà, dunque,
realizzata mediante scavo meccanizzato e precisamente con l’impiego di macchine da scavo
del tipo TBM in grado di garantire le necessarie condizioni di stabilità della galleria in fase di
avanzamento dello scavo.
Lo scudo avrà diametro interno ∅int = 9m, e ciò consentirà di realizzare una sezione di scavo in
grado di ospitare treni più larghi e più corti di quelli ipotizzati nello studio di fattibilità,
contenendo la lunghezza delle banchine a 75 m circa.
Si applicherà, viceversa, il metodo di scavo tradizionale per la realizzazione di:
– gallerie di banchina delle stazioni profonde della tratta prioritaria eseguite mediante
allargo della canna principale a partire dal pozzo centrale;
– collegamenti in cunicolo tra i pozzi di intertratta e la galleria di linea;
– accessi di alcune stazioni profonde.
Figura 1: Schema di funzionamento di macchina TBM tipo EPB
Pag. 10 Impatto sul territorio e sulle preesistenze
Figura 2: Foto delle macchine che hanno scavato la galleria Aurelia (a sinistra) e Quattro Venti (a destra)
1.3.3. Descrizione delle stazioni
Il progetto preliminare della linea D della Metropolitana di Roma prevede tre tratte funzionali con
22 stazioni: 12 nella Tratta Prioritaria, 6 nella Diramazione Est e 4 nel Prolungamento Sud.
L'obiettivo fondamentale del progetto della linea D è stato di ridurre al minimo i potenziali
elementi di interferenza con le preesistenze archeologiche e monumentali, anche a fronte di
scelte, soprattutto per la zona centrale, più costose e complesse dal punto di vista
infrastrutturale e realizzativi
Il progetto delle stazioni è stato sviluppato attraverso lo studio di schemi funzionali che
prevedono scavi a cielo aperto di minore entità rispetto alle realizzazioni tradizionali, con
maggiore flessibilità di ubicazione, in modo da poter adattare le soluzioni alle preesistenze note
e a quelle che saranno eventualmente rinvenute durante i lavori. L’impostazione funzionale
delle stazioni è stata inoltre ispirata alla valorizzazione del tessuto urbano con l’inserimento di
un elemento architettonico qualificante.
L’obiettivo posto al primo punto è stato perseguito attraverso la modifica del tracciato e la
riduzione al minimo, nella tratta di attraversamento del Centro, dell’area superficiale occupata
dalla stazione e dalle relative uscite.
Per questo motivo gli scavi superficiali per la costruzione di alcune stazioni della linea in
esame, principalmente per quelle situate nel Centro storico, sono concentrati in un’area ristretta,
necessaria alla realizzazione di un pozzo da dedicare all’accessibilità alla stazione durante la
fase di scavo e nella fase di esercizio. Per prevenire possibili ritrovamenti, i pozzi delle stazioni
sono collocati in aree già conosciute.
Il progetto delle stazioni è stato effettuato individuando varie tipologie, che fanno riferimento a
differenti possibilità di inserimento nel contesto urbano, con alcune varianti alternative e diversi
sottotipi che permettono la massima flessibilità in fase di realizzazione. Le tavole
PG.0.4/5/6/7/8/9/10/11/12/13/14/15/16/17/18/19/20/21/22/23/24/25 e le tavole
A.P.01.01/02/03/04/05/06/07/08/09/10/11/12/13/14/15/16/17/18/19/20/21/22/23/24/25 riportano
rispettivamente i progetti delle singole stazione e la documentazione fotografica descrittiva del
loro inserimento nell’ambiente urbano.
1.3.4. Materiale rotabile e porte di banchina
Il treno della linea D sarà analogo ai treni S/300 attualmente forniti dalla CAF per la linea A della
“Metropolitana di Roma”. La principale differenza tra i treni della linea A e quelli nuovi previsti
per la linea D consiste nell’assenza in questi ultimi della cabina di guida. Dato che i treni della
linea D saranno azionati automaticamente, lo spazio riservato alla cabina di guida sarà
trasformato affinché formi parte della sala viaggiatori. In questa zona si disporrà di un posto di
guida semplificato e ribaltabile, mediante il quale si potranno realizzare le funzioni minime
associate alla guida manuale dei treni durante le operazioni di manovra.
Il progetto preliminare prevede quindi che tutte le 22 stazioni della linea D siano dotate di 16
porte per ognuna delle 2 banchine, in modo da realizzare una compartimentazione della zona
binari, che assicuri lo svolgimento in sicurezza delle operazioni del sistema, ad automazione
integrale.
I passeggeri in piedi sui marciapiedi non possono in ogni caso entrare nell’area dei binari.
Quindi non c’è alcun rischio per i viaggiatori di rimanere intrappolati tra i veicoli che entrano in
stazione o di cadere sui binari.
In parallelo alle porte, alcuni accorgimenti permettono ai passeggeri di trasferirsi facilmente dal
treno alla banchina e viceversa
Le porte mobili sono porte scorrevoli in due parti, posizionate sul bordo della banchina e
conformemente al profilo della linea normalmente chiuse per la sicurezza dei viaggiatori in
attesa di treni.
Le porte di emergenza e i pannelli fissi sono installati tra ciascun complesso di porte mobili.
Quando i treni si fermano in stazione le porte del treno si allineano con le porte di piattaforma
MSD ed entrambi i complessi delle porte scorrono in apertura simultaneamente. Per consentire
tolleranze nel posizionamento treni le porte di banchina sono più grandi di quelle di veicolo. Le
porte di emergenza e i pannelli fissi sono installati tra ciascun complesso di porte mobili.
Pag. 11 Impatto sul territorio e sulle preesistenze
2. IMPATTI DELL’OPERA E MITIGAZIONI Lo Studio di Impatto Ambientale (SIA) ha permesso di individuare una serie di impatti legati sia
alla fase di realizzazione che a quella di esercizio ed ha portato alla definizione di misure di
mitigazione per ciascuno degli impatti prodotti dall’opera in progetto. Di seguito è proposta una
sintesi delle risultanze di questo lavoro.
2.1. Attività di cantiere Il progetto preliminare della linea “D” prevede di suddividere le attività di realizzazione della
infrastruttura per tratte. Le attività si suddividono quindi in tre fasi principali:
1 la realizzazione della galleria di linea e delle stazioni della tratta prioritaria (Fermi-
Salario) e la costruzione del Comprensorio Tecnico Salario;
2 la realizzazione della galleria di linea e delle stazioni della tratta Diramazione Est (Prati
Fiscali-Ojetti);
3 la realizzazione della galleria di linea e delle stazioni della tratta Prolungamento Sud
(Roma Tre-Agricoltura).
Le soluzioni costruttive proposte e la conseguente organizzazione dei lavori e dei cantieri sono
state definite con l’obiettivo di garantire:
1 l’indipendenza della realizzazione di ciascuna opera per non vincolare le diverse
tempistiche, evitare la sovrapposizione di diversi lavori in aree ristrette e permettere
anche un più razionale utilizzo di macchinari e materiali. In particolare, le operazioni di
scavo delle gallerie di linea ed i relativi cantieri base sono distinti dai cantieri legati alla
esecuzione dei manufatti di stazione e dei pozzi intertratta;
2 un impatto limitato sul sistema viario e, più in generale, su tutte le attività civili e
commerciali che si svolgono in prossimità dei cantieri.
2.1.1. Ubicazione e superficie dei cantieri
La metodologia di scavo adottata per questa opera (tramite scudo TBM di grande diametro)
permette di limitare la necessità di cantieri in superficie. Per l’esecuzione dei lavori sono
necessari solamente:
1 i cantieri base per la realizzazione del pozzo introduzione scudi e per l’alimentazione
delle TBM (in numero di 3);
2 i cantieri per la realizzazione dei manufatti delle stazioni e delle discenderie ( in numero
di 22);
3 i cantieri per la costruzione dei pozzi di intertratta ( in numero di 21).
2.1.2. Mitigazione degli impatti in fase di costruzione
Il Soggetto Proponente ha effettuato, già in fase di predisposizione del progetto preliminare, una
serie di scelte sulle modalità costruttive dell’opera volte a ridurre gli impatti e i rischi potenziali
che la sua realizzazione inevitabilmente comporta.
Pertanto il primo livello di mitigazione degli impatti è stata la corretta scelta dei metodi costruttivi ,per la cui descrizione si rinvia al capitolo “Quadro progettuale” della relazione SIA.
Particolare attenzione andrà posta per quel che attiene la difesa dei fabbricati, con
provvedimenti di salvaguardia per gli edifici più sensibili o maggiormente interferenti. Nella
generalità dei casi saranno attuati interventi di protezione passiva.
2.2. Interferenze con la mobilità I lavori previsti per la costruzione della linea “D” comportano rilevanti trasformazioni nelle aree
occupate dai cantieri e interferenze con il sistema della mobilità cittadina.
In relazione agli impatti bisogna comunque ricordare che la costruzione della linea in
sotterraneo con scavo interamente meccanizzato a partire dai tre soli cantieri base nonché la
loro oculata localizzazione, comporteranno il minimo livello di interferenza con il resto della
viabilità cittadina e con i servizi di trasporto pubblico.
Viceversa le 22 aree di cantiere (una per ciascuna stazione) e le 21 aree di cantiere (una per
ciascun pozzo di intertratta), inserendosi in ambiti prettamente urbani, vanno ad occupare spazi
normalmente riservati alla viabilità e alla sosta dei veicoli. Per molti di questi cantieri sono
previste diverse fasi di lavoro a cui corrispondo diverse estensioni e localizzazioni. Questa
fasatura serve a limitare l’occupazione di estese superfici e a ridurre i periodi di interruzione
della normale viabilità.
Sono pertanto le soluzioni costruttive delle stazioni e dei pozzi di intertratta che inevitabilmente
genereranno il maggior impatto sul contesto urbano. Per questo, già in fase di progettazione
preliminare, sono state individuate soluzioni costruttive volte a limitare l’area degli scavi a cielo
aperto.
Di seguito si riportano alcune linee guida sulle misure di mitigazione delle interferenze con la
mobilità in fase di cantiere, utili per attenuare le interferenze con il sistema della mobilità:
– individuare, laddove possibile, percorsi alternativi che salvaguardino la funzionalità
degli assi stradali principali e delle intersezioni. In linea generale, la fluidificazione del
traffico è riconducibile, per questi ambiti, all’istituzione di viabilità a senso unico e
all’introduzione di rotatorie anche a livello di isolato;
Pag. 12 Impatto sul territorio e sulle preesistenze
– individuare soluzioni di sistemazione delle aree di sosta in prossimità dei cantieri per
recuperare lo spazio sottratto a questa funzione dalle aree di cantiere. Importante
risulta determinare spazi adeguati, in soprannumero rispetto a quelli eliminati, per
prevenire l’insorgere di fenomeni di sosta illegale;
– mantenere un livello prestazionale soddisfacente per i servizi di trasporto pubblico,
privilegiando questa componente rispetto alle altre (corsie riservate, manovre esclusive
alle intersezioni etc.) in termini di percorsi e riposizionando, laddove richiesto, le
fermate in maniera opportuna rispetto ai percorsi pedonali e all’interscambio tra le varie
linee;
– assicurare percorsi pedonali sicuri, anche se limitati in larghezza rispetto alla
situazione attuale, opportunamente separati sia dalle altre componenti della mobilità
sia dai movimenti veicolari legati al cantiere;
– sviluppare adeguate campagne di informazione ai cittadini con la preparazione di
opportuno materiale informativo attraverso l’utilizzo delle più svariate forme di
comunicazione (giornali, depliants, siti web, messaggi sms etc.).
2.3. Movimenti terra Nel corso delle successive fasi di sviluppo, il progetto dovrà essere corredato dallo studio
completo di un piano di smaltimento dei terreni di scavo e dei materiali di risulta delle
lavorazioni. La individuazione delle discariche su cui convogliare questo materiale composto da
terre e quant'altro risultante dagli scavi dovrà essere conforme a quanto previsto dalla
normativa sia per la fase di trasporto sia per ottenere l'autorizzazione alla discarica.
In totale, il progetto preliminare ha stimato in circa 4,5 milioni di m3 il volume complessivo di
materiale di smarino (2,1 milioni di m3 dovuti allo scavo delle stazioni e 2,4 milioni di m3 dovuti
allo scavo delle gallerie). Questo volume molto elevato richiederà un notevole sforzo
organizzativo poiché il materiale dovrà essere analizzato per verificare in quale tipo di discarica
dovrà essere conferito. E’ ipotizzabile che una quantità rilevante del materiale di scavo possa
essere accettabile in discariche per rifiuti inerti.
Per l’atto di trasporto vero e proprio, si raccomanda l’individuazione di percorsi preferenziali per
le discariche che assicurino, da un lato, il transito senza problemi dei veicoli pesanti
(caratteristiche adeguate della sezione stradale e del profilo planimetrico) e dall’altro lato,
l’utilizzo di percorsi poco congestionati (trasporto durante le ore di morbida o in direzione
opposta alla direttrice di maggior carico nelle ore di punta).
2.4. Inquadramento ambientale: atmosfera La componente ambientale “atmosfera” presenta i seguenti aspetti:
– meteoclimatici;
– relativi alla qualità dell’aria.
I dati utilizzati per descrivere le caratteristiche meteoclimatiche locali sono relativi al vento, alla
stabilità atmosferica, all’andamento delle temperature e dell’umidità nonché alle precipitazioni.
Dall’analisi dei dati scaturisce che le condizioni meteoclimatiche della città di Roma tendono a
favorire la rimozione degli inquinanti sia nella stagione invernale che in quella estiva. A questo
si deve aggiungere anche il fatto che il rimescolamento e la diluizione di inquinanti sono favoriti
dalla sostanziale stabilità atmosferica dell’area.
La valutazione della qualità dell’aria si basa sui dati rilevati dalla rete di monitoraggio dell’ARPA
Lazio. La continuità del trend in diminuzione per gli inquinanti primari convenzionali (CO, SO2,
NOX…), constatata negli ultimi anni, fa considerare poco probabile l’influenza delle variabili
meteorologiche, e consente di attribuirne il calo ad azioni strutturali nazionali, dirette o indotte, e
a diverse misure adottate a livello locale; da questo deriva come la situazione dell’inquinamento
atmosferico dell’area urbana di Roma sia sostanzialmente legata al traffico veicolare.
2.4.1. Impatti dell’opera
Per quanto riguarda la fase di realizzazione dell’opera si ritiene che i principali impatti sulla
componente atmosferica possano essere legati soprattutto al contributo delle emissioni di gas
di scarico indotto dalla presenza e dalla attività delle macchine operatrici necessarie alle
lavorazioni di cantiere. Un ulteriore impatto deriva dalle polveri causate dalle lavorazioni e dalla
movimentazione dei mezzi di trasporto e dalle polveri disperse dal vento sui materiali incoerenti
presenti nelle aree di cantiere. Inoltre l’impianto dei cantieri in aree fortemente urbanizzate ha
rilevanti conseguenze sul traffico veicolare locale a causa delle inevitabili deviazioni e/o
interruzioni che causano rallentamenti e code nel traffico locale, con un inevitabile aumento
delle emissioni di gas di scarico in atmosfera.
In fase di esercizio, l’unico possibile impatto negativo potrebbe essere legato all’impianto di
ventilazione che immette nell’ambiente esterno le polveri prodotte dalla normale usura delle
ruote e dei freni dei veicoli. Tale impatto è da ritenersi minimo in quanto, con i moderni convogli,
la frenatura è realizzata quasi esclusivamente attraverso apparecchiature elettroniche con
ridottissimo uso di elementi striscianti.
Pag. 13 Impatto sul territorio e sulle preesistenze
2.4.2. Misure di mitigazione e monitoraggio
Nella gestione del cantiere è prevista l’adozione di tutte le misure atte all’abbattimento della
diffusione delle polveri, come ad esempio:
– utilizzare i pannelli di recinzione perimetrale del cantiere e le barriere antirumore anche
a scopo di schermo nei confronti delle polveri;
– bagnare le aree di cantiere soggette al transito di mezzi e macchinari;
– effettuare la copertura e il controllo dei cumuli di materiali pulverulenti;
– lavare gli automezzi utilizzati all’interno delle aree di cantiere;
– utilizzare macchinari idonei ed efficienti;
– controllare le emissioni dei veicoli adibiti ai trasporti materiali nel cantiere;
– monitorare la qualità dell’aria prodotta dagli impianti aria delle gallerie durante i lavori;
Si ricorda inoltre come la realizzazione della linea D comporterà lo spostamento di una parte
degli utenti dal trasporto privato a quello pubblico riducendo così l’emissione di sostanze
inquinanti in atmosfera.
2.5. Inquadramento ambientale: litosfera Nel presente paragrafo sono stati sintetizzati i principali elementi geologici (caratteristiche
morfologiche, litologiche, geologico-tecniche ed idrogeologiche), che caratterizzano l’area di
indagine al fine di valutare i rapporti e le eventuali interferenze che l’opera in oggetto può
determinare sul territorio coinvolto dal tracciato.
Sulla base delle analisi effettuate si è proceduto ad una valutazione delle principali criticità
ambientali connesse con la realizzazione della nuova linea “D” della Metropolitana di Roma e
delle necessarie opere di mitigazione da prevedere.
Come evidenziato nella documentazione geologica-idrogeologica e geotecnica allo Studio di
Fattibilità, in tutta l’area interessata dalla linea è presente una coltre continua di terreni di riporto
che, con spessori molto variabili (da 1 a 15 m), maschera la morfologia originaria e nasconde gli
antichi affioramenti dei terreni in posto. Tali terreni vengono interessati dai lavori in
corrispondenza delle Stazioni e dei pozzi ma non dalle gallerie di linea.
2.5.1. Impatti dell’opera
La prima criticità, scaturita dalle analisi degli impatti dell’opera sugli aspetti geologico-tecnici,
idrogeologici ed ambientali, riguarda la scadente qualità dei terreni che comporta rilevanti
problemi costruttivi in fase di scavo, effetti sulla stabilità del territorio circostante e l’insorgere di
episodi di instabilità a carattere locale.
Ulteriori problemi, legati alle caratteristiche geotecniche dei terreni sono:
- gli abbassamenti in superficie estesi ad una fascia più o meno ampia di terreno;
- l’insorgere di locali problemi di instabilità con possibili gravi ed improvvisi risentimenti al
contorno.
E’ evidente che le diverse entità e distribuzioni dei detti fenomeni dipenderanno, oltre che dalle
modalità costruttive, dalle caratteristiche geotecniche dei terreni e dai rapporti geometrici tra le
dimensioni del foro e la “copertura”.
Inoltre la collocazione della galleria nel sottosuolo indurrà inevitabili risentimenti sul regime delle
acque sotterranee sia in fase di scavo che ad opera ultimata. In questo caso, ripristinata la
sigillatura della galleria, l’opera stessa potrebbe costituire una barriera allo schema di deflusso
iniziale, con sovralzi dei livelli idrici.
A tal fine il territorio è stato analizzato con l’obiettivo di individuare classi di zonazione
idrogeologica a cui associare una specifica politica di salvaguardia mirata per ogni classe.
Infine le cavità sotterranee, presenti in alcune parti della zona interessata dal tracciato della
Linea D della Metropolitana possono determinare concrete ed estese situazioni di rischio. Sulla
base dei dati disponibili si può ritenere che le cavità e le catacombe individuate in questa fase
lungo il tracciato della Linea in esame non diano luogo ad interferenze dirette con le opere
previste. E’ possibile, tuttavia, che si possano avere interferenze nelle aree delle stazioni con
cavità attualmente non segnalate.
Rilevante è anche la possibile interferenza della galleria di scavo con l’Acquedotto dell’Acqua
Vergine (quota 22 m circa s.l.m.), che viene intersecato dalla Linea in esame tra le progressive
13.200-13.250 m circa.
In questo contesto, per l’esigenza di accertare la presenza di situazioni di potenziale rischio in
fase di realizzazione dell’opera in conseguenza dell’esistenza di vuoti sotterranei, sarà
opportuno effettuare, nelle fasi successive, indagini e studi specifici per la valutazione della
presenza di cavità lungo il tracciato e di eventuale interferenza di queste ultime con le opere da
realizzare.
Una descrizione sintetica della tipologia e della localizzazione di questi potenziali impatti in fase
di realizzazione è riportata nella tavola A.L.03.01.
Gli impatti sulla litosfera relativi alla fase di esercizio, costituiti dalle medesime interazioni tra
falda e galleria e dagli effetti di subsidenza indotti dallo scavo, risultano ovviamente assai più
modesti rispetto alle fasi di costruzione.
Pag. 14 Impatto sul territorio e sulle preesistenze
2.5.2. Misure di mitigazione
Con particolare riferimento alla fase di cantiere è prevista la realizzazione di un insieme di
misure di mitigazione, quali:
– escavazione delle gallerie a quote adeguate ad evitare interferenze con gli strati
interessati da cavità;
– escavazione delle gallerie ad elevata profondità e tecniche di realizzazione adeguate a
ridurre a valori di scarsa significatività i cedimenti del terreno superficiale;
– impermeabilizzazione delle opere;
– consolidamento ove necessario, dei fabbricati e del terreno nelle aree interessate
dall’opera;
– realizzazione di opere di sostegno, rivestimenti provvisori ed impermeabilizzazioni per
tutti gli scavi a cielo aperto ed in sotterraneo;
– collocazione delle opere finalizzata ad evitare interferenze negative tra le opere stesse
e le strutture sotterranee presenti (es. pali di fondazione, collettori fognari, etc.).
Per impedire qualsiasi tipo di contaminazione nell’ambito dei terreni ad elevata vulnerabilità
idrogeologica si prevede l’impermeabilizzazione di tutte le opere in progetto; in particolare le
gallerie vengono rivestite immediatamente dopo lo scavo, secondo le tecniche descritte nella
relazione di progetto.
2.5.3. Piano di monitoraggio
In fase di Progetto Definitivo il previsto Piano di Monitoraggio Ambientale, articolato sulle
diverse componenti ambientali, consentirà di controllare l’evoluzione delle situazioni e verificare
la coerenza tra dinamiche ambientali e previsioni degli studi condotti sul territorio, nonché
rilevare emergenze impreviste ed attuare eventuali opportuni interventi correttivi, al fine di
prevenire e minimizzare l’impatto dell’opera.
Il monitoraggio deve essere condotto ante operam, in corso d’opera e post operam, per un
congruo periodo di tempo durante l’esercizio della nuova linea, per la verifica di eventuali
impatti a lungo termine e/o l’efficacia delle opere di mitigazione.
Gli ambiti territoriali interessati dal monitoraggio sono:
– le fasce d’influenza del tracciato;
– le aree d’influenza delle stazioni;
– le aree d’influenza dei cantieri in generale.
I dati del monitoraggio devono essere gestiti attraverso un S.I.T. (Sistema Informatico
Territoriale) per la gestione e l’interrogazione delle banche dati ambientali. Il sistema dovrà
consentire di confrontare e rappresentare nel tempo le diverse tipologie dei parametri e le loro
variazioni, rapportandole al progetto e allo specifico contesto territoriale.
La rete di monitoraggio rappresenterà, quindi, uno strumento flessibile e dinamico per un
accertamento mirato e coordinato degli effetti del manufatto sull’ambiente.
2.6. Inquadramento ambientale: biosfera La componente biosfera è affrontata con riferimento ai problemi naturalistici del clima, della flora
e della fauna. La stima degli impatti indotti condurrà alla individuazione delle possibili misure di
mitigazione e di monitoraggio.
Le analisi della componente naturalistica relativa alle aree dove si prevede la realizzazione
delle stazioni della costruendo Metropolitana di Roma linea “D” sono state condotte su base
bibliografica e con sopralluoghi mirati alla verifica dei dati disponibili in letteratura ed alla analisi
di componenti o caratteristiche significative alla scala locale, e questo anche per quello che
riguarda la componente faunistica. Lo studio ha condotto alla realizzazione di un insieme di
schede sintetiche che, per ciascuna stazione, indica le presenze faunistiche e floristiche
segnalate nelle aree in esame.
2.6.1. Misure di mitigazione e monitoraggio
L’analisi effettuata sulle componenti biotiche (flora e fauna) riportata nelle schede porta alla
conclusione che gli impatti indotti dalla realizzazione dell’opera su flora e vegetazione sono
assai contenuti, ma che, comunque è utile adottare le usuali misure di mitigazione in fase di
cantiere e di gestione.
Per quanto riguarda gli aspetti biotici, data la natura dell’infrastruttura (in sotterraneo) sono
prevedibili interventi di mitigazione a verde solo in corrispondenza delle stazioni. In particolare
se gli scavi riguardano aree con presenza di alberature di pregio come Piazza Verbano. In tali
casi sarà necessario ipotizzare la rimozione degli esemplari presenti e, ove possibile, la
ricollocazione in situ a fine lavori.
In fase di stesura del progetto definitivo è necessario verificare la posizione delle zone di scavo
e delle aree di cantiere rispetto alle alberature ed approfondire le caratteristiche degli esemplari
esposti a rischio di danneggiamento.
Dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti atti a tutelare la vegetazione prevedendo uno
specifico piano di monitoraggio.
Si ricorda, infine, come le considerazioni esposte sulle caratterizzazioni climatica e fitoclimatica
dell’area urbana di Roma, abbiano consentito di ricavare due elenchi, riportati nel capitolo del
Pag. 15 Impatto sul territorio e sulle preesistenze
quadro ambientale, di specie di possibile impiego quali opere di mitigazione, insieme alle
principali tecniche di ingegneria naturalistica per la loro piantagione e trapianto nonché per la
realizzazione del consolidamento di scarpate con “terra rinforzata”. Un esempio dei possibili
interventi naturalistici di mitigazione è riportato nella tavole A.B.01.01-A.B.01.02.
2.7. Inquadramento ambientale: rumore e vibrazioni La componente ambientale rumore è stata esaminata alla luce della normativa di riferimento.
Nell’area interessata dalla linea D è il traffico veicolare a rappresentare la principale fonte di
inquinamento acustico
Da una indagine condotta dall’ARPA sull’area della città di Roma, è risultato che, sul totale dei
controlli effettuati sul rumore, oltre il 40% nel 2001 e oltre il 60% nel 2003 risultavano superiori
alla normativa. Quindi dal punto di vista della componente ambientale rumore, il territorio del
Comune di Roma è caratterizzato da frequenti superamenti delle soglie di legge.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dello stato ante operam relativo alle vibrazioni, i livelli
di vibrazione, misurati alle fondazioni di alcuni edifici localizzati lungo il tracciato di linee
metropolitane esistenti, risultano all’interno dei limiti di soglia individuati dalle norme.
2.7.1. Impatti dell’opera in fase di cantiere
Gli impatti maggiori indotti dalla realizzazione dell’opera, relativi alle componenti rumore e
vibrazioni, saranno quelli afferenti alla fase di cantiere. In questa fase le fonti di rumore e
vibrazioni possono essere divise in:
– fonti fisse ( compressori, generatori, pompe, ecc ...);
– fonti mobili ( escavatori, macchine perforatrici, idrofrese, battipali, martelli pneumatici,
autocarri, bulldozer, ecc ...).
Per la realizzazione delle gallerie si prevede l’utilizzo di una macchina perforatrice di tipo a
scudo. Le gallerie saranno realizzate ad elevata profondità, di conseguenza le aree interessate
dall’impatto nella fase di cantiere sono solo quelle delle stazioni, nella generalità dei casi,
caratterizzate da densità di popolazione elevata e da una rete stradale spesso già fortemente
congestionata.
Per poter effettuare una valutazione circa i possibili e prevedibili impatti sonori è necessario
caratterizzare le singole sorgenti di rumore e quindi conoscere, oltre alla tipologia dei mezzi
utilizzati, il loro numero e il tempo del loro utilizzo. Inoltre è necessario prevedere la
contemporanea presenza di diversi mezzi in funzione e la distanza degli edifici presenti nelle
adiacenze del cantiere. Bisogna comunque riconoscere che, come facilmente riscontrabile in
letteratura, i livelli di rumore dei macchinari utilizzati in cantiere sono molto spesso elevati.
Inoltre bisogna ricordare che un abbattimento significativo del livello sonoro equivalente si
osserva solo a grandi distanze dalla sorgente (almeno 200 m). Sulla base di questi elementi e
considerato che la maggior parte dei cantieri sarà inserita all’interno dell’edificato urbano, è
palese prevedere impatti significativi sull’ambiente acustico circostante. Per poter quindi
rispettare i limiti previsti dal Piano di Zonizzazione Acustica occorrerà, di volta in volta, adottare
adeguate ed opportune misure di mitigazione. Inoltre, in fase di cantiere, sarà indispensabile
realizzare delle adeguate campagne di monitoraggio che permetteranno di verificare il rispetto
dei limiti di legge.
Per quanto riguarda l’impatto legato alle vibrazioni indotte dalla fase di cantiere occorre
considerare che le gallerie saranno realizzate con scavo meccanizzato mediante l’impiego di
una macchina perforatrice a scudo in grado di garantire il contenimento dei fenomeni impulsivi.
Inoltre si può ipotizzare che i disturbi saranno contenuti sebbene siano comunque da
monitorare durante tutta la fase di cantiere.
Per i cantieri relativi alle stazioni e ai pozzi intertratta, viceversa, il problema delle vibrazioni
assume una diversa valenza, da esaminare caso per caso nelle fasi successive di sviluppo del
progetto. Generalmente è opportuno adottare misure di attenuazione oltre che monitorare
eventuali effetti sugli edifici localizzati a distanze di lavorazione inferiori ai 15 metri, con
particolare riguardo sia verso quelli di rilevante valenza storico architettonica, sia verso il fastidio
arrecato alle persone in essi presenti.
2.7.2. Impatti dell’opera in fase di esercizio
In relazione alle tratte in galleria, la considerevole distanza tra queste e la superficie garantisce
che il rumore prodotto non sia percepito in maniera significativa all’esterno. Anche le stazioni,
nel loro complesso dovrebbero costituire una efficace barriera alla propagazione del rumore
dalla galleria alla superficie. Complessivamente si ritiene che, in fase di esercizio, l’opera in
oggetto possa comportare modesti impatti sulla componente rumore. Tali impatti sono
sostanzialmente derivati dal funzionamento degli impianti di ventilazione.
In fase di esercizio le vibrazioni maggiori saranno prodotte dalle interazioni tra la rotaia e le
ruote dei convogli che circoleranno sulla linea D. In fase progettuale, la valutazione del livello di
vibrazione prodotto dal transito di un treno è stimabile unicamente per analogia con linee
metropolitane in esercizio. I dati di letteratura, specialmente se riferiti a linee dotate di
armamento moderno e in buone condizioni di manutenzione, sono tuttavia estremamente
rassicuranti, presentando solitamente livelli di vibrazione introdotti in ambiente ampiamente
Pag. 16 Impatto sul territorio e sulle preesistenze
accettabili in relazione ai limiti normativi. È tuttavia consigliabile prevedere un’opera di
monitoraggio nella prima fase di esercizio della linea al fine di accertare la bontà delle ipotesi
progettuali e delle mitigazioni adottate o, eventualmente, introdurne di nuove.
2.7.3. Misure di mitigazione e monitoraggio
I maggiori impatti legati al rumore e alle vibrazioni riguarderanno la fase di realizzazione delle
opere a cielo aperto. È quindi necessario prevedere delle misure atte a ridurre e a limitare gli
impatti soprattutto in quelle aree che sono più sensibili e meno inquinate.
Tra i provvedimenti possibili, oltre ad una attenta e corretta gestione dei cantieri, si può
prevedere:
– l’adozione di barriere antirumore;
– la sospensione delle lavorazioni più rumorose nelle ore notturne;
– la massimizzazione della distanza tra le sorgenti di rumore e i ricettori più sensibili;
– lo sviluppo delle lavorazioni più rumorose durante le ore di punta del traffico urbano
(ossia quando cioè il livello sonoro circostante è massimo);
– di prestare massima attenzione alle esigenze dei siti sensibili;
– il controllo dello stato di efficienza dei macchinari di cantiere e la rispondenza alle
prescrizioni di legge circa le emissioni sonore;
– l’uso delle tecnologie più innovative per la fonoassorbenza direttamente sugli impianti
di cantiere;
– l’uso di barriere antirumore mobili.
Sia in fase di cantiere che successivamente all’entrata in funzione della Linea D sarà opportuno
prevedere degli adeguati monitoraggi per valutare gli impatti indotti dalla produzione di rumori e
vibrazioni, così da ottimizzare ed indirizzare le misure di mitigazione da porre in atto.
2.8. Salute pubblica I possibili impatti sulla salute degli abitanti connessi alla realizzazione della nuova Linea D della
metropolitana di Roma sono relativi alla saltuaria produzione e emissione in atmosfera delle
polveri prodotte nelle aree di cantiere e dai mezzi in ingresso/uscita dal cantiere stesso, nonché
dal rumore e dalle vibrazioni connesse all’utilizzo, durante le attività del cantiere, di specifiche
macchine operatrici. Tali impatti, generalmente ridotti mediante l’adozione di idonee misure di
mitigazione, non sono comunque in grado di produrre reali effetti nocivi sulla salute pubblica.
Particolare attenzione dovrà invece essere riservata ai pedoni assicurando percorsi pedonali
sicuri e protetti che garantiscano una opportuna protezione dai possibili fattori di impatto, ed in
particolare, dagli incidenti nelle immediate adiacenze dei cantieri superficiali.
2.9. Paesaggio Per la componente Paesaggio i principali impatti sono connessi alla fase realizzativa e si
verificano in corrispondenza degli interventi che hanno una interazione diretta con l’esterno,
come le stazioni, i pozzi di intertratta per la ventilazione, il manufatto di fine tratta di Ojetti, il
pozzo TBM di Agricoltura, il Deposito nell’area Salario.
L’allestimento delle aree di cantiere comporta:
– una sottrazione di suolo destinato ante operam ad altre attività, con conseguente
disagio per la popolazione coinvolta;
– il rischio di danneggiamento di beni archeologici, storici e culturali;
– il rischio di danneggiamento e/o degrado di aree verdi di particolare pregio ambientale;
– il rischio di danneggiamento di alberature;
– l’alterazione della visuale;
– una limitazione funzionale delle aree;
– l’alterazione della riconoscibilità dei luoghi.
Nella fase di esercizio il ripristino, almeno parziale, delle condizioni originarie e la realizzazione
di sistemazioni che hanno obiettivi di riqualificazione complessiva, renderanno l’entità degli
impatti generalmente contenuta e limitata ai seguenti aspetti:
– trasformazione d’uso di aree;
– sottrazione di aree verdi;
– riduzione di aree di parcheggio;
– modifica delle caratteristiche percettive;
– modifica della riconoscibilità dei luoghi.
Queste problematiche si manifestano in tutte le aree con alcune distinzioni. In particolare nelle
stazioni più centrali i rischi principali sono connessi al rischio di danneggiamento di beni storici.
2.9.1. Misure di mitigazione e monitoraggio
Le mitigazioni principali per la tutela dei beni storici sono connesse alle indagini archeologiche
preliminari e alle indagini sui fabbricati vicini alla linea, entrambe già affrontate nell’ambito del
progetto preliminare ed oggetto di successivi approfondimenti progettuali nel definitivo.
Pag. 17 Impatto sul territorio e sulle preesistenze
In particolare sarà necessario eseguire scavi archeologici preliminari in prossimità di stazioni e
pozzi interni alla città storica o situati in prossimità di zone assoggettate dai Piani Paesistici a
rispetto preventivo dei beni archeologici.
Anche le indagini sui fabbricati riguarderanno tutte le zone interne alla città storica; in
particolare si ricorda che il tracciato, seppur profondo, si snoda in prossimità di complessi edilizi
di rilevante pregio architettonico come il quartiere Coppedè, l’isolato delimitato da Via Nizza, Via
Bergamo, Corso d’Italia, la zona circostante Piazza Verbano, la chiesa di S. Frumenzio su Via
Caviglia angolo Via dei Prati Fiscali.
Nelle zone di cantiere, trattandosi di ambito urbanizzato o di zone inedificate con residui di
paesaggio naturale, è necessario contenere l’occupazione delle aree e adottare tutti i
provvedimenti atti a tutelare la popolazione ed i beni – costruito, vegetazione, etc. –
E’ necessario prevedere sistemazioni a verde che compensino la trasformazione rispetto
all’attuale assetto.
E’ fondamentale pianificare un’idonea informazione al pubblico per sensibilizzare
preventivamente la popolazione ed incrementare il livello di tolleranza.
Si ricorda comunque come la realizzazione della linea D potrà costituire anche un’occasione
per il recupero di aree degradate limitrofe all’ambito di intervento; tali interventi potranno
compensare la popolazione dei disagi subiti durante i lavori.
La mitigazione principale per il paesaggio è comunque connessa alla qualità progettuale degli
interventi; nelle stazioni, che potranno diventare il nuovo elemento di riconoscibilità dei luoghi, è
indispensabile definire il sistema dei percorsi e dei collegamenti verticali per consentire una
fruizione idonea delle aree, riducendo gli attraversamenti di assi viari trafficati, soprattutto per la
popolazione più debole.
Pag. 18 Impatto sul territorio e sulle preesistenze
3. CONCLUSIONI In conclusione riteniamo opportuno riassumere nella tabella seguente il livello di sensibilità alle
diverse tipologie di impatto, descritte nel testo, per le diverse tratte e stazioni della linea D.
Verrà presa in esame la condizione di maggior impatto che è generalmente quella relativa alla
fase di cantierizzazione.
Atmosfera
Il potenziale impatto relativo a questa componente ambientale è essenzialmente legato alla
fase di cantiere ed in particolare alla realizzazione delle stazioni e dei pozzi di intertratta; la sua
rilevanza è legata al contesto di inserimento; cantieri localizzati in un tessuto cittadino
densamente popolato rende maggiormente rilevante il potenziale impatto producibile dalle
attività di cantiere. Analogamente anche la “qualità” del tessuto urbano incide significativamente
sulla valenza dell’impatto.
Litosfera
Relativamente alla componente litosfera l’impatto potenziale è riconducibile al contesto
idrogeologico che prevedibilmente verrà incontrata nel corso delle operazioni di scavo.
La valutazione riportata nella tabella segue la zonizzazione riportata nel paragrafo “Litosfera”
del Quadro di Riferimento Ambientale relativamente al contesto idrogeologico, ai cedimenti ed
alla subsidenza e alla presenza di cavità.
Biosfera
Relativamente alla componente Biosfera sono state recepite le considerazioni riportate sulle
schede contenenti gli aspetti vegetazionali e faunistici individuati lungo il percorso in
corrispondenza delle stazioni e contenute nel paragrafo “Biosfera” del Quadro di Riferimento
Ambientale.
Rumore
Per l’impatto da rumore valgono le stesse considerazioni espresse per l’atmosfera, ossia la sua
rilevanza in fase di cantiere ed in particolare in relazione alla “densità” ed alla “qualità” del
tessuto urbano.. Vibrazioni
Le vibrazioni sono essenzialmente legate alle fasi di esercizio e, come si è visto nel
corrispondente paragrafo del Quadro di Riferimento Ambientale, non rappresentano elemento
significativo ai fini della presente trattazione.
Salute Pubblica e Paesaggio
Come riportato ai paragrafi 4.5 e 4.6 del Quadro di Riferimento Ambientale il tracciato, e
conseguentemente i cantieri, coinvolgono ambiti urbanizzati caratterizzati dal rischio di
ritrovamenti archeologici. Si segnala un impatto sulla popolazione e sul patrimonio storico-
archeologico-monumentale piuttosto diffuso lungo l’intero tracciato; peraltro, ove si riduce il
livello di urbanizzazione si riscontra la presenza di elementi del paesaggio naturale che
necessitano di tutela. Conseguentemente nella tabella non è stata stimata l’incidenza degli
impatti ascrivibili a salute pubblica e paesaggio attribuendo loro un livello di criticità costante.
Si precisa, inoltre, che solo a seguito degli scavi archeologici preliminari e degli approfondimenti relativi alle strutture di interesse storico-architettonico-monumentale,
che saranno eseguiti nelle fasi successive di elaborazione progettuale, si potranno accertare i livelli di rischio archeologico effettivi.
Si ricorda inoltre come le principali scelte progettuali effettuate relative alla galleria di linea e alla
costruzione delle stazioni e dei pozzi di intertratta sono motivate dalla necessità di limitare il
rischio di ritrovamenti archeologici e, qualora questo avvenga, di poter facilmente adattare il
tracciato e le altre opere interessate.
In aggiunta, in considerazione dell’elevata criticità archeologica, il progetto preliminare ha
modificato alcune ipotesi iniziali e sono state proposte alcune soluzioni alternative, per le
stazioni Fiume, Venezia e S.Silvestro, considerando la possibilità di procedere nella costruzione
della galleria e nell’esercizio della linea D anche in presenza di eventuali ritardi nella
realizzazione delle stazioni (cfr. stazione S.Silvestro).
Tutto ciò premesso, nella tabella seguente sono state valutate le diverse situazioni qualificando
gli impatti potenziali in ALTO, MEDIO e BASSO.
In relazione ai pozzi di intertratta, si ricorda che comportano impatti simili per tipologia a quelli
dovuti alla realizzazione delle stazioni ma di entità sicuramente minore, vista sia la diversa
estensione, più ridotta, delle opere in costruzione sia la localizzazione più defilata in molti casi
rispetto al contesto urbano.
Il progetto definitivo dovrà affrontare i contesti sopra indicati soprattutto relativamente alle opere
di mitigazione esplorando nel dettaglio quanto proposto nel presente lavoro a livello preliminare.
Pag. 19 Impatto sul territorio e sulle preesistenze
Atmosfera Rumore Vulnerabilità Idrogeologica Cedimenti e Subsidenza Cavità Biosfera Mobilità
stazione Agricoltura M M A B A M B Tratta intermedia stazione Agricoltura / stazione Eur Magliana A B A stazione Eur Magliana B B A B A M M Tratta intermedia Eur Magliana / stazione Magliana Nuova B A B stazione Magliana Nuova A A B A B M B Tratta intermedia stazione Magliana Nuova / stazione Roma Tre B A B stazione Roma Tre B B B A B M B Tratta intermedia stazione Roma Tre / stazione Fermi B A B stazione Fermi A A B A B A A Tratta intermedia stazione Fermi / stazione Trastevere B A B stazione Trastevere M M B A B M B Tratta intermedia stazione Trastevere / stazione Nievo B A A stazione Nievo A A B A B M M Tratta intermedia stazione Nievo / stazione Sonnino B B B stazione Sonnino A A B B B M A Tratta intermedia stazione Sonnino / stazione Venezia B A B stazione Venezia M M B A B A B Tratta intermedia stazione Venezia / stazione San Silvestro B A A stazione San Silvestro A A B A A M A Tratta intermedia stazione San Silvestro / stazione Spagna B A A stazione Spagna A A B A B M M Tratta intermedia stazione Spagna / stazione Fiume B A B stazione Fiume A A A B A A A Tratta intermedia stazione Fiume / stazione Buenos Aires A B A stazione Buenos Aires A A A B A A A Tratta intermedia stazione Buenos Aires / stazione Verbano B B A stazione Verbano A A B B A A A Tratta intermedia stazione Verbano / stazione Vescovio B B A stazione Vescovio A A B B A A A Tratta intermedia stazione Vescovio / stazione Salario B A A stazione Salario B B A A A M B Tratta intermedia stazione Salario / stazione Prati Fiscali A A A stazione Prati Fiscali A A B A B M M Tratta intermedia stazione Prati Fiscali / stazione Jonio B A B stazione Jonio M M A A B B A Tratta intermedia stazione Jonio / stazione Adriatico A A A stazione Adriatico M M A A A B A Tratta intermedia stazione Adriatico / stazione Talenti A A A stazione Talenti M M A B A M A Tratta intermedia stazione Talenti / stazione Pugliese A B A stazione Pugliese B B A B A M B Tratta intermedia stazione Pugliese / stazione Ojetti A B A stazione Ojetti B B A B A M B
Tabella 3: Determinazione del livello di sensibilità alle diverse tipologie d’impatto per stazioni e tratte intermedie