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I visionari Ha cantato in ashanti , francese, bauole, arabo, malinke, inglese e wolof , oltre che nel natìo dioula: di mamma musulmana e papà cristiano, l’ivoriano Seydou Koné ha basato sull’in- terculturalità la propria vita prima ancora della carriera; dopo il liceo e le prime esperienze musicali e politiche (nel movimento studentesco di Odienné), studia in Liberia e si trasferi- sce poi a New York, dove si laurea in Inglese e si avvicina al tafarismo. Rientrato in Costa d’Avorio, assume il nome d’arte di Alpha Blondy, con il quale firma il primo Lp nel 1982: lo stile prescelto è ovviamente il reggae, nella variante africana, e per i suoi fans – subito conquistati dalla satira antipoliziesca di Brigadier Sabari – diventa «il Bob Marley d’Afri- ca». Lui li prende in parola: registra una rivisitazione della marleyana War e negli anni suc- cessivi si farà accompagnare a più riprese dai Wailers in sale d’incisione giamaicane. Né viene meno l’impegno politico e sociale: dall’album «Apartheid Is Nazism» alle campagne contro le mine antiuomo ( Who Are You con Ophelie Winter), le malattie infantili, l’orrore dei bambini soldato. Anche la sua fede religiosa è lontana da ogni fondamentalismo, pro- ponendo anzi – attraverso una lettura incrociata di Bibbia, Corano e Torah – l’unità tra isla- mismo, cristianesimo ed ebraismo. Una delle sue canzoni più significative è Yitzhak Rabin, dedicata al primo ministro israeliano che – a differenza dei suoi predecessori e successori – riconobbe il diritto dei palestinesi all’autogoverno e fu perciò assassinato. Alessandro Achilli iete solisti e leader di formazioni diverse; eppure si ha l’impressione che tra i cinque Visionari non ci siano troppi galli in un pol- laio. Qual è il segreto dei vostri equilibri? MG: È che ognuno si sente migliore degli altri: equilibrio perfetto. NG: Prima di tutto il rispetto e la voglia di fare musica insieme. Ognuno di noi porta il pro- prio bagaglio musicale e insieme cerchia- mo di unire le forze e le intenzioni per creare un sound di gruppo. Da alcuni concerti abbia- mo anche ampliato il repertorio con brani composti da tutti noi, ciascuno con le sue sonorità ma uniformati dal suono che i Visionari hanno costruito in questi dieci anni. Sì, ognuno di noi si sente più ganzo ma quell’equilibrio perfetto non è raggiungibile senza ri- spetto e stima reciproci! •SPECIALE EUROPEAN JAZZ EXPO• 28 www.musicajazz.it SABATO MAGGIO Teatro della Fontana Egea Live Presents: Gnu Quartet feat. Francesco Bearzatti Village KB Connection Teatro della Fontana Lokomotive Trio feat. Luca Aquino Piccola Arena Marcotulli-Biondini-Girotto Teatro dei Semi Helge Lien Trio Village Pascal Schumacher Quartet Expop Teatro Accademia degli Artefatti: My Arm Teatro della Fontana Negroni’s Trio Teatro dei Semi Jean François Baez Trio S Andrea Boccalini-Cortesia EJE MUSICA DAILY Siete le ance del gruppo. V’influen- zate l’un l’altro? MG: Con Nico mi trovo molto bene. Dopo diversi anni l’intesa è cresciuta a tal punto che abbiamo messo su un progetto nuovo ispirato a Lee Konitz & Warne Marsh. Suoniamo strumenti simili ma credo che la coppia funzio- ni soprattutto per la grande diversità espressiva tra noi, che nel corso del tempo si è sicuramente ridotta senza però arrivare all’imitazione vicendevo- le. NG: Ci conosciamo dai tempi delle medie e negli anni il nostro rapporto musicale e umano è maturato grazie all’esperienza con I Visionari. Ognuno dei due influenza l’altro e, nonostante la grande differenza solistica e stilisti- ca, abbiamo trovato un affiatamento incredibile, che stiamo sfruttando anche nel progetto Ko- nitz-Marsh, un quartetto pianoless che ci dà grandi possibi- lità espressive, esattamente come i Visionari. Capita mai che v’incontriate al di fuori delle scene, ma- gari per una cena, una birra o una scampagnata? MG: Capita che tra una bevuta e l’altra, una cena e l’altra ci si ritrovi ogni tanto su un palco per suonare. Ma le emozioni e il divertimento sono gli stessi, tanto che a volte non ci accorgiamo della differenza e ci arrabbiamo con il fonico di palco se non ci porta le birre ordinate! NG: Mirko, Stefano e io abi- tiamo nella stessa città: un buon motivo per vederci spesso e fare baldoria tra vecchi amici: Mirko e Stefano erano addirittura compagni di banco al liceo, mentre io, di qualche anno più giova- ne, mi sono unito a loro sin dai tempi del conservatorio, complice l’amore per il jazz. ALPHA BLONDY ORE 22:20 _ARENA L’ambasciatore africano del reggae senza frontiere PARLA LA FRONT LINE: MIRKO GUERRINI E NICO GORI Piccola Arena ore 20 DA NON PERDERE ore 18 ore 17 ore 13 ore 12 ore 19 ore 20: 45 ore 21 ore 21: 30 Agostino Mela / cortesia Eje Non sono solo le lungimiranze musicali del gruppo ad averne definito il nome ma anche un’ispirazione di Bol- lani: «Il tutto deriva», dichiarava il pianista all’uscita de «I visionari», «dalla mia grande passione per le Visions fugitives op. 22 di Prokof’ev: venti piccoli, fulminanti brani che hanno avuto per me una grande importanza». MA PERCHÉ I VISIONARI? 101 microlezioni di jazz «Non studio mai la chitarra… Ogni tanto apro la custodia e lancio dentro un pezzo di carne cruda». Wes Montgomery «In quindici secondi, la differenza tra composizione e improvvisazione è che nella composizione hai tutto il tempo che vuoi per decidere cosa dire in quindici secondi, mentre nell’improvvisazione hai quindici secondi». Steve Lacy a cura di F.Bi. Cortesia EJE

Speciale European Jazz Expo 28 maggio

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In occasione dell' European jazz expo, lo staff di Musica jazz pubblica un freepress per raccontare le notizie, le anteprime e i protagonisti di questo festival Green che oggi e domani raggiunge il suo apice.

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I visionari

Ha cantato in ashanti, francese, bauole, arabo, malinke, inglese e wolof, oltre che nel natìo

dioula: di mamma musulmana e papà cristiano, l’ivoriano Seydou Koné ha basato sull’in-

terculturalità la propria vita prima ancora della carriera; dopo il liceo e le prime esperienze

musicali e politiche (nel movimento studentesco di Odienné), studia in Liberia e si trasferi-

sce poi a New York, dove si laurea in Inglese e si avvicina al tafarismo. Rientrato in Costa

d’Avorio, assume il nome d’arte di Alpha Blondy, con il quale fi rma il primo Lp nel 1982:

lo stile prescelto è ovviamente il reggae, nella variante africana, e per i suoi fans – subito

conquistati dalla satira antipoliziesca di Brigadier Sabari – diventa «il Bob Marley d’Afri-

ca». Lui li prende in parola: registra una rivisitazione della marleyana War e negli anni suc-

cessivi si farà accompagnare a più riprese dai Wailers in sale d’incisione giamaicane. Né

viene meno l’impegno politico e sociale: dall’album «Apartheid Is Nazism» alle campagne

contro le mine antiuomo (Who Are You con Ophelie Winter), le malattie infantili, l’orrore

dei bambini soldato. Anche la sua fede religiosa è lontana da ogni fondamentalismo, pro-

ponendo anzi – attraverso una lettura incrociata di Bibbia, Corano e Torah – l’unità tra isla-

mismo, cristianesimo ed ebraismo. Una delle sue canzoni più signifi cative è Yitzhak Rabin,

dedicata al primo ministro israeliano che – a differenza dei suoi predecessori e successori

– riconobbe il diritto dei palestinesi all’autogoverno e fu perciò assassinato.

Alessandro Achilli

iete solisti e leader di formazioni diverse; eppure si ha l’impressione che tra i cinque Visionari non ci siano troppi galli in un pol-laio. Qual è il segreto dei vostri equilibri?MG: È che ognuno si sente migliore degli altri: equilibrio perfetto.NG: Prima di tutto il rispetto e la voglia di fare musica insieme. Ognuno di noi porta il pro-prio bagaglio musicale e insieme cerchia-mo di unire le forze e

le intenzioni per creare un sound di gruppo. Da alcuni concerti abbia-mo anche ampliato il repertorio con brani composti da tutti noi, ciascuno con le sue sonorità ma uniformati dal suono che i Visionari hanno costruito in questi dieci anni. Sì, ognuno di noi si sente più ganzo ma quell’equilibrio perfetto non è raggiungibile senza ri-spetto e stima reciproci!

• S P E C I A L E E U R O P E A N J A Z Z E X P O •

28www.musicajazz.it

SABATO

MAGGIO

Teatro della FontanaEgea Live Presents: Gnu Quartet feat. Francesco Bearzatti

VillageKB Connection

Teatro della FontanaLokomotive Trio feat. Luca Aquino

Piccola ArenaMarcotulli-Biondini-Girotto

Teatro dei SemiHelge Lien Trio

VillagePascal Schumacher Quartet

Expop TeatroAccademia degli Artefatti: My Arm

Teatro della FontanaNegroni’s Trio

Teatro dei SemiJean François Baez Trio

S

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EJE

M U S I C A DAILY

Siete le ance del gruppo. V’infl uen-zate l’un l’altro?MG: Con Nico mi trovo molto bene. Dopo diversi anni l’intesa è cresciuta a tal punto che abbiamo messo su un progetto nuovo ispirato a Lee Konitz & Warne Marsh. Suoniamo strumenti simili ma credo che la coppia funzio-ni soprattutto per la grande diversità espressiva tra noi, che nel corso del tempo si è sicuramente ridotta senza però arrivare all’imitazione vicendevo-le.NG: Ci conosciamo dai tempi delle medie e negli anni il nostro rapporto musicale e umano è maturato grazie all’esperienza con I Visionari. Ognuno dei due infl uenza l’altro e, nonostante la grande differenza solistica e stilisti-ca, abbiamo trovato un affi atamento

incredibile, che stiamo sfruttando anche nel progetto Ko-nitz-Marsh, un quartetto pianoless che ci dà grandi possibi-lità espressive, esattamente come i Visionari.Capita mai che v’incontriate al di fuori delle scene, ma-gari per una cena, una birra o una scampagnata?MG: Capita che tra una bevuta e l’altra, una cena e l’altra ci si ritrovi ogni tanto su un palco per suonare. Ma le emozioni e il divertimento sono gli stessi, tanto che a volte non ci accorgiamo della differenza e ci arrabbiamo con il fonico di palco se non ci porta le birre ordinate!

NG: Mirko, Stefano e io abi-tiamo nella stessa città: un buon motivo per vederci spesso e fare baldoria tra vecchi amici: Mirko e Stefano erano addirittura compagni di banco al liceo, mentre io, di qualche anno più giova-ne, mi sono unito a loro sin dai tempi del conservatorio, complice l’amore per il jazz.

ALPHA BLONDY

ORE 22:20_ARENA

L’ambasciatore africano del reggae senza frontiere

PARLA LA FRONT LINE: MIRKO GUERRINI E NICO GORI

Piccola Arenaore 20

DA NON PERDERE

ore 18

ore 17

ore 13

ore 12

ore 19

ore 20:45

ore 21

ore 21:30

Agos

tino

Mel

a / c

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Eje

Non sono solo le lungimiranze musicali del gruppo ad averne defi nito il nome ma anche un’ispirazione di Bol-lani: «Il tutto deriva», dichiarava il pianista all’uscita de «I visionari», «dalla mia grande passione per le Visions fugitives op. 22 di Prokof’ev: venti piccoli, fulminanti brani che hanno avuto per me una grande importanza».

MA PERCHÉ I VISIONARI?

101 microlezioni di jazz

«Non studio mai la chitarra… Ogni tanto apro la custodia e lancio dentro un pezzo di carne cruda».

Wes Montgomery

«In quindici secondi, la diff erenza tra composizione e improvvisazione è che nella composizione hai tutto il tempo che vuoi per decidere cosa dire in quindici secondi, mentre nell’improvvisazione hai quindici secondi».

Steve Lacy

a cura di F.Bi.

Cort

esia

EJE

www.musicajazz.it

WHAT’S NEW? MATTIA CIGALINI!Tra i ringraziamenti di «Res nova»,

il nuovo album di Cigalini (classe

’89), sono finiti pure Béla Bartók

e Johann Sebastian Bach, forse

perché, sebbene sia un prodotto

«molto jazz, un amante della musi-

ca classica potrebbe trovarci qual-

che spunto interessante…», ci dice

il suo produttore Patrizio Romano.

Patrizio, in che modo è avvenuto l’incontro con Mattia?Voleva farmi sentire dei brani e così

ascoltai un concerto registrato a

Macerata, se non sbaglio, l’estate

scorsa. Suonava i pezzi del disco

in versioni differenti. All’inizio non

sapevo cosa aspettarmi; poi quan-

do l’ho sentiti sono rimasto stupe-

fatto: davvero una bella sorpresa.

Si trattava di una specie di suite.

Parlando con Mattia ho scoperto

che ascolta molta musica classica

e infatti, più che il suono del sax

contralto e l’abilità tecnica e stru-

mentale, l’aspetto che mi colpì fa

la scrittura, molto adulta e parti-

colare. In «Res nova» si passa da

pianissimi a momenti quasi free.

Anche in quella registrazione per così dire casalinga suonava con il quartetto del disco?Sì, è un gruppo messo in piedi da

lui con Mario Zara al pianoforte e

una ritmica contrastante, compo-

sta da Yuri Goloubev al contrab-

basso e Toni Arco alla batteria; due

personalità diverse e due musicisti

che suonano molto. A riprova della

maturità di Mattia, devo dire che è

riuscito a gestirli molto bene.

Sei intervenuto molto in fase di registrazione?Abbiamo discusso poche cose,

Mattia aveva le idee chiare e di

conseguenza i miei interventi sono

stati minimi.

Dobbiamo conisderare «Res nova» un episodio dettato da una semplice proposta o è l’inizio di una collaborazione che potrebbe diventare duratura?Spero vivamente di poter prosegui-

re il discorso iniziato. Non possia-

mo parlare di nuovi lavori perché il

disco è appena uscito sul mercato

e francamente, da produttore, mi

auguro che vada bene. Sarà diffi-

cile ripropre un lavoro basato su

una suite come questo ma sono

convinto che al momento giusto le

idee non mancheranno.

La suite del giovane sassofonista giunge fi nalmente sul palco

SABATO 28 MAGGIO 2011 M U S I C A

ORE 21_MARQUEE STAGE

Munito di strumenti e d’una gran voglia

di esplorare, per il nuovo disco Aquino ha

fatto tutto da solo. Ha lasciato la Universal

senza certezze, stimolato dall’idea di lavo-

rare per la Tuk Musik di Paolo Fresu. Si è

diretto in completa solitudine a Oslo per

registrare con due musicisti dalla scena

norvegese: Audun Erlien e Wetle Hoste. Ne

è uscito un trio tromba-basso-batteria dai

«suoni pazzeschi», come puntualizza Patri-

zio Romano, «davvero insoliti per la scena

italiana». A quanto pare c’è voluta un mat-

tinata intera solo per regolare le pelli della

batteria. Ma la vera sorpresa di «Chiaro», è

un’inaspettata versione di La mer di Char-

les Trenet cantata da Lucio Dalla.

Teatro dei Semiore 12 Al «Chiaro»

di Aquino

taliano, portoghese e inglese, alternati e riproposti all’infinito: il jazz dei sardi Sunflower, diretti dalla voce di Francesca Corrias, si veste di colori multietnici che ne rinverdiscono le radici spurie. Così dal vivo e così nel disco d’esordio, «Fratta-le», pubblicato nel 2009. «Sono laureata in lingue: ho studiato in-

glese, francese e portoghese, e ne ho approfittato per scrivere in tutte quelle che conosco. Nel disco manca il francese ma potrebbe comparire in qualche brano che magari proporremo dal vivo. Nel prossimo, che incide-remo a breve, aggiungerò la lingua zulu e canterò anche in stile rap. In quanto cantante e compositrice ho ten-tato di sfruttare la fonetica, la musicalità e le loro par-ticolarità, come per esempio la differente sonorità che ognuna di queste conserva. Ovviamente nella scelta del portoghese c’è l’influenza della musica brasiliana che ascolto da quand’ero piccola». Sandro Mura al pianoforte, Filippo Mundula al con-trabbasso e Pierpaolo Frailis alla batteria si sono ritro-vati nel 2005 a Cagliari; suonavano spesso in un locale che si chiama Marlin: soprattuto standard, fin quando non hanno messo in piedi un repertorio originale che poi hanno continuato a elaborare dal vivo per portarlo

in studio con il contributo del produttore Miche-le Palmas. «La nostra musica si nutre di tutto ciò che ci ha influenzato», prosegue la cantante: «dal Brasile ai Beatles, passando per Chet Baker e Miles Davis ma soprattutto per grandi pianisti come Bill Evans, Keith Jarrett ed Enrico Pieranunzi». Oggi a Cagliari presenteranno in anteprima i ma-teriali del nuovo album, in compagnia di un sax d’eccezione: Stefano D’Anna.

I

Sunflower

Cos’hanno in comune il reggae militante di Linton Kwesi Johnson, Steel Pulse e Alpha Blon-

dy, il pop di Thompson Twins e Bananarama, l’afrobeat di Fela Kuti, l’avant chic di Ryuichi

Sakamoto, lo ska dei Madness, il free jazz punk inglese di Pop Group e Slits, il funk punk degli

Orange Juice, il lovers rock di Janet Kay? Un produttore, Dennis Bovell, nella cabina di regia

di almeno uno dei loro dischi, spesso il migliore o il più singolare.

Benché nato alle Barbados, Bovell incontrò la musica della vicina Giamaica a Londra, dove

si trasferì dodicenne con i genitori, nel 1965. Si specializzò nel dub, prima come dj, poi come

tecnico del suono e infine come polistrumentista, fonico e produttore. Incise anche dischi

a proprio nome (o sotto lo pseudonimo Blackbeard) ma deve la propria fama soprattutto

al lavoro su opere altrui, dagli albori del reggae britannico a dischi recenti come «Eena Me Corner» di Jean Binta Breeze.

Il sodalizio maggiormente duraturo è quello da leader della Dub Band con il poeta del reggae

più politico, Linton Kwesi Johnson, ma tra i vertici assoluti ci sono i dischi del Pop Group e

delle Slits: in particolare dalle scatenate punkettine inglesi, a malapena capaci di tenere in

mano uno strumento ma piene di curiosità per tutte le altre musiche (dal reggae all’improv-

visazione radicale), riuscì a cavare un disco, «Cut», che non dimostra affatto i suoi trentadue

anni.

Alessandro Achilli

DENNIS BOVELL

www.musicajazz.itSABATO 28 MAGGIO 2011 M U S I C A

Il maestro del dub è all’Eje nella duplice veste di dj e musicista

Cort

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EJE

Villageore 17

FRANCESCA CORRIAS CANTA IN TUTTE LE LINGUE CHE CONOSCE E ANCHE QUALCUNA DI PIÙ. OGGI POMERIGGIO ANTEPRIMA DEL NUOVO SUNFLOWER

A BRUCIAPELO

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dj set: ore 1, Off-Expo Jazzino Cineworldcon Jean Binta Breeze, domani, ore 17, teatro della Fontana

Francesca, ci dici un musicista con il quale vorresti o avresti voluto suonare?Thelonious Monk.

Un musicista sardo da riscoprire?Mio padre, Giuseppe Corrias.

Un musicista sardo da salvaguardare?Rossella Fa.

Tre dischi da isola deserta.John Coltrane: «A Love Supreme»; Ste-

vie Wonder: non ricordo il titolo ma è quel-

lo dove c’è il brano Pasta Paradise; l’album

bianco dei Beatles.

www.musicajazz.itSupplemento a Musica Jazz, anno LXVI, n. 5 (726), maggio 2011

Direttore responsabileFilippo Bianchi

VicecaposervizioAlessandro [email protected]

Assistente di redazioneAlessandra [email protected]

Progetto grafi coPier Paolo Pitacco per Cento per Cento, MilanoGraphic designer: Silvia Rappini

Musica Jazz Daily Speciale European Jazz Expo 2011

RedazioneLuca Civelli e Alessandro Achilli

TestiLuca Civelli, tranne quando diversamente indicato

EditingAlessandro Achilli

22publishing s.r.l.

Direzione, redazione, amministrazione: via Morozzo della Rocca 9 • 20123 Milano • tel. 02/87389383 • Distribuzione esclusiva Italia: m-Dis distribuzione media spa • via Cazzaniga 1 • 20132 Milano • tel. 02/2582.1 • fax 02/25825306 • email: [email protected] • stampa: Tiemme offi cine grafi che srl, Assemini (CA) • Registrazione Tribunale di Milano n. 711 del 1948. sped. in a.p. - d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Dcb Milano.

Musica Jazz Daily e la Jazzine allegata sono stampatisu carta riciclata.Non disperdere nell’ambiente.

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www.ecmrecords.com

ECM 1760

Stefano Bollani su ECMfoto: Robert Lewis

Easy Living

Enrico Rava, trombaGianluca Petrella, tromboneStefano Bollani, pianoforteRosario Bonaccorso, contrabbassoRoberto Gatto, batteria

Ottobre nuovo disco Piano Duet Chick Corea & Stefano Bollani

ECM 2222

Stone In The Water

Stefano Bollani, pianoforteJesper Bodilsen, contrabbassoMorten Lund, batteria

EC

M 2

08

0

EC

M 1

96

4

Piano Solo

Stefano Bollani, pianoforte

ECM 2064

ECM 2020ECM 1921

New York Days

Enrico Rava, trombaStefano Bollani, pianoforteMark Turner, sassofono tenoreLarry Grenadier, contrabbassoPaul Motian, batteria

The Third Man

Enrico Rava, trombaStefano Bollani, pianoforte

Tati

Enrico Rava, trombaStefano Bollani, pianofortePaul Motian, batteria

arebbe valsa la pena di domandare a Maria Pia De

Vito se a distanza di poco più d’un anno quel gap sia

stato colmato, avvicinato, saldato; se urgenza e ne-

cessità l’abbiano portata a trovare e ricevere rispo-

ste, o se il viaggio, il dibattuto tema che tanti artisti

affrontano, sia ancora in corso.

Certo è che l’album rimane uno dei più belli e avven-

turosi usciti nell’ultimo anno in forza di una scaletta

che schiva le consuetudini e crea ponti neanche troppo immaginari tra

ascoltatori coraggiosi. Perché «Mind The Gap» può piacere a chi ama

il jazz meno convenzionale, il rock e il pop, l’elettronica più liberamen-

te sofisticata. C’è il segno di un’artista che usa il mezzo elettronico in

modo estensivo, con piena consapevolezza dei limiti e delle possibilità

degli strumenti, coadiuvata da una band tecnicamente e soprattutto

tecnologicamente avanzata: Roberto Cecchetto (chitarra), Claudio Fi-

lippini (pianoforte e tastiere), Luca Bulgarelli (basso e contrabbasso)

e Walter Paoli (batteria), tutti legati dall’elettronica. Sarà interessante

notare come affronteranno brani di Jimi Hendrix, Randy Newman, An-

nie Lennox e Björk. Nuove risposte? Nuovi interrogativi risolti? Difficile

a dirsi. Certo è che «Mind The Gap» incarna lo spirito di una della voci

più interessanti della scena europea.

S

Maria Pia De VitoColmare il vuoto: una sfida Continua

www.musicajazz.itsabato 28 maggio 2011 m u s i c a

Cort

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EJE

BUONA LA PRIMA! PIù che a considerazioni sulla musica ascoltata (troppo poca per poter es-

sere giudicata) dedichiamo questa recensione alle impressioni che il parco

provinciale Monteclaro ci ha fornito nel primo giorno effettivo del festival.

Gerardo Casiello (al pianoforte, chitarra e voce) e la sua Contrada (Emilia-

no Pallotti alla fisarmonica, Antonio Ragosta alla chitarra, Stefano Napoli

al contrabbasso e Pasquale Angelini alla batteria) hanno proposto i brani

dell’album «Contrada Casiello», finalista al premio Tenco 2010. Un’acustica

fortemente penalizzante (troppo secca la ritmica, soprattutto la batteria)

non favoriva arrangiamenti ben congegnati dall’intera band. Buoni gli inter-

venti solistici di Ragosta (che per l’occasione impugnava una Fender Tele-

caster) e dell’ospite Tony Cattano al trombone, anche impegnato ai rinforzo

in fase di accaompagnamento. Alla Piccola Arena il Premio Eje 2011 veniva

consegnato alla cantante sarda Elena Ledda e alla pianista e compositrice

Rita Marcotulli, già assieme in numerose occasioni, come raccontavano le

immagini dei video proiettati in una pausa del concerto. Si alternava sul pal-

co una serie di ospiti tra i più vari: un trio di ballerine, Mauro Palmas, Lucia-

no Biondini. Al momento di chiudere l’edizione odierna del nostro quotidia-

no, lo spettacolo del Tony Clifton Circus stava ancora attendendo l’oscurità

per iniziare, né ovviamente abbiamo potuto assistere ai concerti successivi.

SHEILA JORDAN

JOHN PATITUCCI

DANILOPEREZ

DAVELIEBMAN

LAGELUND

JOE LA BARBERA

2011

Jazz workshop internazionali

11 - 17 luglio

www.jazzscool.it

ORe 19TEATRO DELLA

FONTANAElena Ledda e Rita marcotulli premiate in un clima di festa

Ales

sand

ro A

chill

i

Criteri di selezioneLa presente selezione è operata sulla base dei dischi recensiti sulle pagine di Musica Jazz dal febbraio

2001 – esordio di Filippo Bianchi alla direzione – al dicembre 2010. Sono stati solamente presi in

considerazione [1] il disco del mese e [2] i dischi contrassegnati dal bollino, che non è previsto per le

ristampe. Elenchiamo i dischi riportando: [1] titolare del disco; [2] titolo; [3] casa discografica; [4] anno di

registrazione; [5] mese e anno di pubblicazione della recensione.

Adesso diamo i numeri e scegliamo noi!

www.musicajazz.itsabato 28 maggio 2011

_Baars-rudd, «Four», data 1998 | gennaio 2002

_FaBio Morgera, «Colors», red 2000 | novembre 2002

_Matthew herBert, «Goodbye Swingtime», accidental 2002 | luglio 2003

_heiner goeBBels, «Eislermaterial», ecm 1998 | agosto 2003

_steve ColeMan, «Lucidarum», label Bleu 2003 | giugno 2004

_rosCoe MitChell, «Composition/Improvisation Nos. 1, 2 & 3», ecm 2004 | agosto-settembre 2004

_rivers-rudolph-eisenstadt, «Vista», Meta 2003 | agosto-settembre 2004

_susie iBarra, «Folklorico», tzadik 2004 | maggio 2005

_wynton Marsalis, «Unforgivable Blackness», Blue note 2003 | maggio 2005

_Kenny wheeler, «What Now?», Camjaz 2004 | maggio 2005

_solex - Maarten altena enseMBle, «In The Fishtank 13», Konkurrent 2004 | maggio 2005

_dennis ChaMBers, «Planet Earth», Bhm 2004 | agosto-settembre 2005

_sonny rollins, «Without A Song - The 9/11 Concert», Milestone 2001 | gennaio 2006

_israelite-zorn, «Orobas (Book Of Angels Vol. 4)», tzadik 2005 | luglio 2006

_BranFord Marsalis, «Braggtown», Marsalis Music 2006 | aprile 2007

_hard-MedesKi-shipp, «Radical Reconstructive Surgery», thirsty ear 2004 | maggio 2007

_steve Kuhn, «Live At Birdland», Blue note 2006 | luglio 2007

_John surMan, «The Spaces In Between», ecm 2006 | agosto-settembre 2007

_paul Bley, «Solo In Mondsee», ecm 2007 | ottobre 2007

_MiChael BreCKer, «Pilgrimage», wa 2006 | ottobre 2007

_paul Motian, «Live At The Village Vanguard Vol. II», winter & winter 2006 | gennaio 2009

_Charles tolliver, «Emperor March», half note 2008 | agosto-settembre 2009

_Carla Bley, «Carla’s Christmas Carols», watt 2008 | gennaio 2010

_nellie MCKay, «Normal As Blueberry Pie: A tribute To Doris Day», verve 2009 | novembre 2010

_wyatt-atzMon-stephen, «For The Ghosts Whithin», domino 2010 | novembre 2010

M u s i C a

10/100: i cento migliori dischi del decennio

IN QUATTRO PUNTATE, MUSICA JAZZ DAILY VI ElENcA I cENTO MIGlIORI DIScHI JAZZ DEl DEcENNIO SUllA BASE DEllE REcENSIONI UScITE SUllA RIVISTA DAl 2001 Al 2010

Luigi PomAtA: JAzz Kitchenla ricetta del sabato

Anche oggi, come ogni giorno su Musica

Jazz Daily, Luigi Pomata propone ai

nostri lettori una delle sue rinomate

ricette.

ingredienti per quattro persone:• 4 fogli di pane carasau

• 20 arance

• 20 limoni

• 2 carciofi

• 12 spicchi d’aglio

• 150 ml di vino bianco

• 300 gr di gamberi

• 60 gr di pecorino sardo

• 100 cl di latte

• 20 gr di burro

• 200 cl d’olio

• sale quanto basta

• pepe quanto basta

• 200 cl di brodo vegetale

procedimentoPulire i carciofi privandoli del gambo

legnoso, della parte interna e della

parte esterna.

Tagliarli a cubetti.

In padella con uno spicchio d’aglio

in camicia far rosolare i carciofi; ba-

gnare con un cucchiaino di brodo e

frullare.

Passare al setaccio e rimettere in cot-

tura con l’aggiunta di brodo vegetale

e latte in ugual misura, e riportare a

bollore.

Frullare nuovamente il tutto e passa-

re al colino a maglia fine; rimettere

sul fuoco e addensare la salsa con

del roux. Salare e pepare.

Pulire i gamberi privandoli del cara-

pace.

In una padella con olio, spadellare i

gamberi; salare e pepare.

Ora disporre in una teglia i fogli di ca-

rasau; nappare con la salsa di carcio-

fi e i gamberi per due strati; cospar-

gere con pecorino, buccia di limone

e arancio, e mettere in forno a 180

gradi.

Quando sono ben dorati, togliere dal

forno e servire con la testa del gam-

bero pulita e sbollentata.

Lasagnet te di carasau aL profumo d’agrumi con carciofi , gamberi e pecorino sardo

www.ecmrecords.com

The Gurdjieff FolkInstruments EnsembleLevon Eskenian

L’ispirazione etnica nellamusica di Gurdjieff

Georges I. Gurdjieff

EC

M 2

228

EC

M 2

211

-12

Marilyn Mazur

Celestial Circle

Josefine Cronholm, voceJohn Taylor, pianoforteAnders Jormin, contrabbassoMarilyn Mazur, percussioni, batteria, voce

EC

M 2

236

Ricardo VillalobosMax Loderbauer

Re: ECM

Ricardo Villalobos, electronicsMax Loderbauer, electronics

Craig Taborn

Avenging Angel

Craig Taborn, pianoforte

Live at Birdland

Lee Konitz, sassofonoBrad Mehldau, pianoforteCharlie Haden, contrabassoPaul Motian, batteria

EC

M 2

207

EC

M 2

162

François Couturier

Tarkovsky Quartet

François Couturier, pianoforteAnja Lechner, violoncelloJean-Marc Larché, sassofonoJean-Louis Matinier, accordion

EC

M 2

159

EC

M 2

180

Amina Alaoui

Arco Iris

Amina Alaoui, voce, dafSaïfallah Ben Abderrazak, violinoSofiane Negra, oudJosé Luis Montón, chitarraEduardo Miranda, mandolinoIdriss Agnel, percussioni

Un Film di Peter

Sounds and Silence

In viaggio con Manfred Eicher, cinque anni tra sessioni di registrazioni in tutto il mondo, un road movie musicale sulla appassionata carriera di un uomo.ECM 5050 DVD / Blu-ray

Colonna sonora tratta dal FilmMusiche di:Arvo Pärt, Eleni Karaindrou, Saluzzi/Lechner, Anouar Brahem, Gianluigi Trovesi, Marilyn Mazur,Nik Baertsch, Jan Garbarek ...ECM 2250 CD

Guyer e Norbert Wiedmer

Michael Mantler

For Two

Bjarne Roupé, chitarrePer Salo, pianoforte

EC

M 2

139