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QUALE POSTO PER I GIOVANI IN UNA COMUNITA’ LOCALE? A cura di Giovanni Campagnoli

(2007), Quale posto per i giovani?, Rovigo

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COMUNE DI ROVIGO 
TESSERE RETI LOCALI INSIEME AI GIOVANI 
QUALE POSTO PER I GIOVANI IN UNA COMUNITA’ LOCALE? 
 Rovigo, 5 giugno 2007 giovanni campagnoli

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QUALE POSTO PER I GIOVANI IN

UNA COMUNITA’LOCALE?

A cura di Giovanni Campagnoli

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Alla RICERCA dei giovani: quale posto occupano?

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RAPPRESENTANZA E RISCHIO DI ESCLUSIONE 1/2

+7%12%19%Giovani poveri

+10,2%7,7%17,9%Giovani disoccupati

Differenza> 25 anni < 25 anni

Dati 2004

+ 13,5%- 2,9%Percentuale sul totale della popolazione europea 2005-2050

Anziani > 65giovani 15 - 24

Proiezioni 2004

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RAPPRESENTANZA E RISCHIO DI ESCLUSIONE 2/2

All’inizio degli anni ’50 la popolazione italiana era di 47,5 milioni di abitanti: il 34,6% aveva meno di 20 anni ; gli ultrasessantacinquenni erano l’8,2% della popolazione. Oggi su 57,8 milioni di abitanti, i giovani con età inferiore ai 20 anni sono il 19,6% e gli ultrasessantacinquenni il 18,2%. La quota di popolazione anziana su quella in età da lavoro è del 30%; tra cinquant’anni, neanche il tempo di due generazioni,

potrebbe essere del 65%.

In Italia vi è il più alto indice di vecchiaia del mondo : al 1 gennaio 2004 c’erano circa 135 persone di 65 anni ed oltre ogni 100 giovani con meno di 15 anni. L’incremento della natalità è negativo (- 0,4%) e la crescita annua è dello 0% (in Francia gli stessi indicatori sono rispettivamente del 4,3 e 0,5%, in Finlandia dell’1,9% e dello 0,2%).

Gli stranieri sono in aumento, con 2,6 milioni di presenze legali nel 2004 a cui se ne aggiungono circa 800.000 di irregolari, arrivando a quasi il 5% della popolazione, un dato in aumento rispetto al 2,5% del 2001 , ma ancora tra i più bassi in Europa. Ed è

molto alta la componente di giovani tra gli stranieri.

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ACCESSO AL LAVORO ED AL REDDITO PER I GIOVANI 1/2

Occupabilità in base agli studiIl tasso di disoccupazione dei giovani tra 20 e 29 anni è pari al 24% tra i laureati, 13% tra chi ha un titolo di studio medio e 10% tra chi ha un titolo di studio basso.

In Europa con il 9,3% di disoccupati tra i laureati, 14% tra chi ha un titolo medio e 20% tra chi ha un titolo basso.

Giovani e disoccupazioneIl tasso di disoccupazione è più che doppio rispetto al tasso globale , che in Europa si attesta sul 17,9% per chi ha meno di 25 anni, rispetto al 7,7% per chi ha 25 anni e più .

In Italia la disoccupazione giovanile è la piùalta in Europa (10%) e il tasso di occupazione italiano è inferiore di 10 punti rispetto alla media europea .

Precariato giovanile

la quota di giovani con contratti “atipici” èaumentata fino a punte del 60% .

GARANZIEIl livello di garanziegoduto da chi entra per la prima volta nel mercato del lavoro èdi gran lunga inferiore a quello sperimentato dalle persone che hanno iniziato a lavorare tra il 1950 e 1980.

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ACCESSO AL LAVORO ED AL REDDITO PER I GIOVANI 2/2

I giovani POVERIUn Italiano tra i 20 e 30 anni guadagna meno di 10.000 €/anno (metà di un Inglese e di un Tedesco e 1.000 € di uno Spagnolo)

I giovani PRECARIIl lavoro atipico è il 14% ed il 36% di questi sono tra 30-39 anni e la durata media del ctr è un mese

il 40% dei co.co.co lavora per un unico committente e sono pagati solo a fine rapporto;

i lavoratori atipici devono pagarsi formazione, attrezzi o strumenti di lavoro

Ma il 30% si conclude con assunzione (15% media EU)

Il 70% ha come prima fonte di reddito la “paghetta”(Germania e Francia: 35%, Inghilterra: 15%)

ACCESSO al lavoro•CPI: 10%

•Interinale: 20%

•“Cacciatori di teste”: alta qualifica (< 1%)

•Reclutamento informale: 70% (circa) un giovane su tre lo trova grazie ad aiuti informali, il 60% dei quali consistono in segnalazioni e raccomandazioni, a cui va aggiunto il 20% di chi trova lavoro nella propria azienda familiare

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ACCESSO ALLE PROFESSIONI E IMPRENDITORIA GIOVANILE

Giovani e CARRIERA

Selezione alla “rovescia” (“yes man”) Ingresso dilatato nelle professioni tutelate Inflazione di stages lavorativi

I giovani IMPRENDITORI ? 53% degli imprenditori ha + di 60 anni mentre trai 30 ed i 40 sono il 5%Secondo l’Agenzia di rating Standard&Poor’s i potenziali problemi di oggi delle aziende nazionali, sono che l’organizzazione aziendale sia centrata prevalentemente su un singolo individuo, spesso anziano e prossimo al pensionamento.

I giovani POCO RESPONSABILI in Italia classe dirigente + vecchiad’EU. Nel Pubblico solo il 3% ha meno di 29 anni e carriera interna

CAPITALISMO famigliare

5 milioni di imprese famigliari (90%) e solo il 15% arriva alla terza generazione

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ACCESSO ALLA CASA

•Il 70% dei trentenni (25-30anni) vive con i genitori =2,2 milioni di giovani (20% in Francia e Germania, il 10% in Inghilterra)•I trentenni (26-35 anni) proprietari di casa sono solo il 35% (italiani “adulti”: 81%)

DIFFICILE INDIPENDENZA ABITATIVA

•I contributi statali per alloggi sociali: 0,2% (media EU: 3,8%)

’95 ’05

Numero case in affitto: -15%In proprietà: + 6%

Prezzi alle STELLE : livello max degli ultimi 25 anni!!!

MOTIVI: 70% prezzi e reddito 30% convenienza + nuovi equilibri

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NUOVI MODELLI DI FAMIGLIA 1/2

I due “stili ” educativi più diffusi in Italia sono:1. iperprotettivo : i genitori si sostituiscono continuamente ai figli considerati fragili, impedendo loro di crescere; i comportamenti degli adulti diventano spesso confusivi e dissonanti; ai figli si attribuisce una “libertà senza responsabilità ” (è permesso e concesso di più, ma preteso di meno !)2. democratico-permissivo : i genitori si considerano amici dei figli, mancano di autorevolezza, saltano le gerarchie. Vi è quindi una prevalenza di codici materni che paterni , c’è meno severità e più complicità e gli equilibri si basano sui “non detti ”.

Consegue che nel rapporto genitori/figli:

- i genitori hanno un ruolo sempre meno autoritario (crisi del “principio di autorità ”);- i rapporti genitori/figli sono più orizzontali (una “quasi amicizia ”), così in famiglia non si litiga più con i figli (nessuno scontro, nessun confronto).;- da “Questa casa non è un albergo ” a “in questo albergo sei di casa ”;

- non vi è un reale accompagnamento verso l’autonomia e l’indipendenza dei figli, ma si preferisce “gestirne la dipendenza ”.

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NUOVI MODELLI DI FAMIGLIA 2/2

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Ma questa precocità non si traduce anche in autonomia, anzi. I giovani sono dei perenni adolescenti per quel che riguarda l’autonomia e le prime assunzioni di piene responsabilità(“sindrome di Peter Pan ”).

Ciò in una società (e famiglie) che si occupano poco dell’autonomia dei figli, che si attrezzano per gestire la loro dipendenza , piuttosto che favorirne l’autonomia …

Giovani ed adolescenti oggi

Tra Mozart e Peter Pan.Oggi ci si trova di fronte a bambini che sono dei “precoci adulti ” dal punto di vista dei consumi ed atteggiamenti (“sindrome di

Mozart ”).

NUOVI MODELLI DI FAMIGLIA 2/2

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ACCESSO AL CREDITO

Difficoltà ad ottenere credito per studiare all’estero o per realizzare un progetto di sviluppo professionale personale

Accesso ai capitali

Mercato essenzialmente garantito: difficoltà per chi non ha un reddito certo e stabile

Accesso ai prestiti personali

Mercato essenzialmente garantito: difficoltà per chi non ha beni immobili da ipotecare

Accesso ai prestiti per l’impresa

Situazione attualeScenari

Banca d’Italia 2006 : il 10% delle famiglie italiane possiede il 45% della ricchezza netta nazionale e l’incremento della quota di ricchezza posseduta dal 5% delle famiglie agiate è passata dal 27% al 32%. E questo in un contesto in cui i redditi individuali da lavoro dipendente nell’ultimo anno sono cresciuti dell’1,6%, mentre quelli da lavoro autonomo sono aumentati del 10,1%.

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ACCESSO AL CREDITO PER LA PRIMA ABITAZIONE

Secondo l’Istat (dati 2003), i giovani fra i 25 e 34 anni , celibi e nubili, che vivono con almeno un genitore sono 3.852.442 (il 60% circa dei quali maschi ).

Di questi, avrebbero “probabilmente” o “certamente” intenzione di lasciare la casa di origine entro i prossimi tre anni, rispettivamente, 1.905.374 e 555.969 giovani (dati 2003). Dalla stima sono escluse le giovani coppie sposate che vivono a casa di una delle due famiglie di provenienza quindi si tratta di una stima per difetto.

Che cosa succederebbe, in termini di acquisto di beni durevoli , se una quota di queste ragazze e ragazzi avesse l’opportunità di mettere su casa, spendendo un minimo di 5.000 euro ? Probabilmente che l’acquisto di beni durevoli non sarebbe inferiore a circa due Miliardi e mezzo di Euro , che arriverebbe a 9 includendo anche quelli che hanno dichiarato probabile la loro uscita. Ma ipotizzando l’uscita di casa anche solo del 5% di quei giovani la spesa per i beni durevoli sarebbe di 906 Milioni di Euro , per arrivare ad un massimo di 18 Miliardi di Euro se ne uscisse il 100% . Tutto ciò a sottolineare la politica dell’autonomia abitativa come un investime nto sociale virtuoso e non una “spesa pubblica” a fondo perduto.

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FORMAZIONE, ISTRUZIONE E INNOVAZIONE1/2

• Solo 3a media : 22,3% (EU: 15,7%)

• Diplomati : 73% (quartultimi in EU; Norvegia: 95%)• Laureati : 10% e > 70.000/anno in materie tecniche (Corea e

Giappone: 40%)• Formazione continua (25-64 anni): 6,8% (EU:10%; Danimarca: 27,6% e Svezia: 35,8%)

• Università : 0,84% del PIL (EU: 1,33%)= - 40% a studente

• Spesa pubblica x ricerca 1% PIL (EU: 2%)= - 50%

• Investimenti educativi (2002): 4,75% (Nel 2001: 4,98%; UE: 5,25%; F: 5,81%; N:7,63%)

• Studenti stranieri : Bolzano (max) il 10%, Bologna il 3,5%, alla Columbia University: 22%

• Docenti stranieri : Bocconi, il top, 4%, Copenhagen e a Vienna il 28%, London Business School il 60%

• Studenti che lavorano : in EU, uno su 2 lavora

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FORMAZIONE, ISTRUZIONE E INNOVAZIONE 2/2

• Fuga di cervelli: 4.000 ricercatori all’anno con borse da 1.000 €/mese• Professioni e mestieri ad alto indice creativo: 14% della popolazione (media: 30%; ITA: 34°su 39 )

• Uso di internet: 2 su 3 e nei gruppi di alto reddito è 3 volte superiore. Analfab. informatico : 59% (=19 mld eu)

•Divari socio-economici territoriali in aumento con fughe di laureati (40% dei laureati meridionali è al nord,

700.000 negli ultimi 10 anni)

• il 50% dei ragazzi italiani tra i 15 ed i 19 anni esclude di iscriversi a facoltà scientifiche , il 29% ci sta pensando ma poi

non lo fa, mentre solo il 18% è sicuro di questa scelta

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NUOVI MODELLI DI COPPIE E DI FAMIGLIE 1/2

Nell’ultimo decennio sono triplicate passando dall’1,3% al 3,8 % del totale delle coppie italiane (convivenza prematrimoniale, forma di prima unione senza figli e di durata limitata scelta soprattutto dai giovani, anche se nel 44,7% si tratta di famiglie ricostituite in cui almeno uno dei partner ha alle spalle una separazione o un divorzio)

Coppie di fatto

Negli ultimi dieci anni le separazioni legali sono aumentate del 56,9% ed i divorzi del 59,4%. Non solo: oggi un matrimonio su tre si conclude con una separazione

Aumento delle separazioni

Oltre cinque milioni di famiglie, cioè il 23% del totale, non replica il modello tradizionale, quello cioè della coppia sposata con figli. Così ci sono coppie “adulte” (tra i 35 e i 44 anni), sposate e non, che non hanno figli per scelta (DINK) e si assiste ad una diminuzione del numero delle coppie con figli (tra il 1993 e il 2003 si è passati dal 48% al 41,9%).

Nuovi modelli di famiglia

Torino: 105.889 coppie con figli, ma anche 31.112 madri con figli e 6.203 padri con figli (il 26% delle famiglie,una su quattro, è composta da un solo genitore (2003).

Famiglie monogenitoriali

Situazione attualeScenari

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NUOVI MODELLI DI COPPIE E DI FAMIGLIE 2/2

Chi per la sua attività economica si sposta da un luogo all’altro (in Usa è prassi da tempo), con uno stile di vita che non consente di mettere radici e che incide sulla sfera affettiva e sulla possibilità di formare una famiglia

Mobilità di medio termine

occupate in percentuali più elevate rispetto alle loro madri, sono piùistruite rispetto ai loro coetanei ed anche i rapporti di coppia diventano per loro più paritari, più negoziabili, più suscettibili di essere messi in discussione

Giovani donne

Difficoltà economiche, scarsità di servizi di conciliazione tra le responsabilità familiari e quelle lavorative, cambiamenti culturali e nel mondo del lavoro hanno fatto sì che le donne desiderino la maternitàsempre più tardi e sempre più come un diritto

Rinvio della maternità

in Italia, circa tre milioni, nell’immaginario sono quelli delle sit-com quali Sex and the city, Friends, Will & Grace. In Italia però sono quasi due milioni e mezzo i “pendolari della famiglia”.

Single

500.000 unioni in Italia nel 2005DICO/PACS

Situazione attualeScenari

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Giovani che occupano un posto: cosa succede (di

bello!) in citta’…

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PARTECIPAZIONE:CREATIVITA’, VOLONTARIATO, IMPEGNO CIVILE

•Disinteresse per la politica dei giovani EU: 63% (in ITA il 43% è interessato: solo

il 7% dei sindaci sono under 40)

• Educazione alla partecipazione•Promozione e riconoscimento delle nuove forme di partecipazione: volontariato civile (1 su 7, S.C.N. 45.000 giovani), musica, writing, skating, Commercio equo (15.000 volontari)

Rappresentanza Militanza

Ripensare il ruolo di forum e consulte per promuovere assetti variabili

Cogliere l’opportunità

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GLI INFORMAGIOVANI

Informazione

Partecipazione

1.200 IG in Italia, ovvero uno ogni 7 Comuni (da 219 nel ‘93)3 milioni di giovani all’anno 60% di questi servizi ègestito dal privato sociale. nel Veneto esiste un progetto giovani nel 54% dei Comuni dove c’è un IG.

Risorse: media dei Comuni italiani: 0,09% (Europa dall’1,5% al 2,25%). Una rotatoria stradale equivale alla cifra che stanzia un Comune di medie dimensioni per dieci anni per le politiche giovanili!

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MOBILITA’ E SCAMBI INTERNAZIONALI

SCAMBI GIOVANILI170 progetti all’anno in Italia,

oltre 1.700 giovani coinvolti:

Chi viaggia si svegliaSERVIZIO VOLONATRIO EUROPEO (SVE) 350 progetti all’anno in Italia

40 PROGETTI DI INIZIATIVA LOCALE all’anno in Italia, circa 200 giovani coinvolti + CAMPI GIOVANILI (2.000 giovani)

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LE BUONE PRASSI

Costruzione di luoghi in città:Luogo per sperimentare tra giovani ed ente pubblico la “sussidieràorizzontale” , cioè l’attribuzione delle funzioni alle formazioni sociali che vengono chiamate a condividere le responsabilitàpubbliche in un sistema integrato di interventi

In italia vi sono 2.000 buone prassi di pol giov!!!

Fondo accesso al futuro, Provincia di Trento: borse o assegni di studio, prestiti agevolatiper 5 mil di euro/anno

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Come fare in modo che i giovani occupino un posto?

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Pochi enti e risorse

(0,17% dei bilanci)

Interventi culturalmente deboli e monotematici

Non promozione di temi

attuali e valori forti

Non promozione di partecipazione giovanile

IL CIRCOLO VIZIOSO delle politiche giovanili

In conclusione: risorse scarse e “ bastarde ” !

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•••••••• il diritto allil diritto all ’’autonomia (casa, lavoro, formazione continua, autonomia (casa, lavoro, formazione continua, …….);.);•••••••• il diritto ad una socialitil diritto ad una socialit àà positivapositiva ed alled all ’’essere educatiessere educati ;;•••••••• il diritto ad essere creativi ed a produrre cultura;il diritto ad essere creativi ed a produrre cultura;•••••••• il diritto ad esprimersi con il corpo, con gli affetti , con i il diritto ad esprimersi con il corpo, con gli affetti , con i sentimenti, con il gioco;sentimenti, con il gioco;•••••••• il diritto ad avere relazioni significative con le alt re generazil diritto ad avere relazioni significative con le alt re generaz ioni e ioni e intragenerazioneintragenerazione ;;•••••••• il diritto a muoversi, scoprire, capire, conoscere in It alia ed il diritto a muoversi, scoprire, capire, conoscere in It alia ed allall ’’estero;estero;•••••••• il diritto a costruire un proprio mondo di valori, riferi menti il diritto a costruire un proprio mondo di valori, riferi menti culturali, significati della responsabilitculturali, significati della responsabilit àà sociale, della cittadinanza sociale, della cittadinanza e della partecipazione;e della partecipazione;•••••••• il diritto ad accedere alle risorse della comunitil diritto ad accedere alle risorse della comunit àà..

Quali Quali ““ politichepolitiche ”” per i per i ““ dirittidiritti ”” ((non non ““ optionaloptional ”” dei giovani:dei giovani:

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quelle che facilitano gli quelle che facilitano gli ““ accessiaccessi ”” ad una serie diad una serie di stepstep che oggi che oggi ostacolano lostacolano l ’’autonomia e quindi la piena cittadinanza dei giovan i;autonomia e quindi la piena cittadinanza dei giovan i;

piena cittadinanza intesa come il fruire di diritti ch e possono piena cittadinanza intesa come il fruire di diritti ch e possono portare ad una responsabilitportare ad una responsabilit àà sociale e ad una reale autonomia. sociale e ad una reale autonomia.

In particolare si tratta di abbassare le soglie rispe tto agli acIn particolare si tratta di abbassare le soglie rispe tto agli ac cessi cessi al reddito, lavoro e professioni, impresa, studio e form azione, al reddito, lavoro e professioni, impresa, studio e form azione, a a casa e, spesso, al credito, ad ocasa e, spesso, al credito, ad o ppportunitportunit àà formative e di tempo formative e di tempo libero, ecclibero, ecc ..

scommettere sulla cittadinanza scommettere sulla cittadinanza e la e la partecipazione attivapartecipazione attiva

DAL DEFICIT ALLA PIENA DAL DEFICIT ALLA PIENA CITTADINANZA: quali politiche per il CITTADINANZA: quali politiche per il

““ presentepresente ”” e non per il e non per il ““ futurofuturo ”” ??

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COME? Con interventi “integrati”

IL PIANO GIOVANI INTEGRATO: quando metti una “E” al posto di una “O” e sussidiarieta’ orizzontale

nazionaleDipartimento per la gioventù + CNG

+regionale Assessorato ad

hoc + Forum+

provinciale

comunaleProgettualitàinter-assessorile+ Tavolo /Forum

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COME?La prospettiva europea 1/4

La Carta europea di partecipazione dice che …

… le modalità di partecipazione alla vita della città sono :

associazionismo giovanile (art. 53);

il creare con le nuove tecnologie siti internet, il chattare, l’uso di sms ed mms (art. 48);

essere coinvolti in microprogetti/esperienze (art. 52).

Ma anche il volontariato , la peer education , le leve civiche , fare sport e/o musica , frequentare i centri di aggregazione (oratori, centri sociali, Cag), le forme di espressione giovanile (graffiti e stikers ad esempio), fare skate , scambi internazionali , ma anche frequentare il gruppo informale di amici, il prendere parte ad eventi o movimenti .

Perché la partecipazione abbia un vero senso, è indispensabile che i giovani possano esercitare fin da ora un’influenza sulle decisioni che li riguardano e sulle attività, e non unicamente ad uno stadio ulteriore della loro vita.

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COME?La prospettiva europea 2/4

Altre sperimentazioni in termini di partecipazione attiva partono dall’assunto che …

… i giovani stessi affermano che l’educazione alla “cittadinanza attiva”avviene trasmettendo loro i valori dell’impegno e della partecipazione ,

da parte di: a) docenti ; b) genitori ; c) adulti significativi . E poi la Scuola e l’Università svolgono funzione di “palestra di democrazia ”. Di conseguenza le sperimentazioni :

l’educazione civile a Scuola e Uni, peer education e information

percorsi di formazione per “orientatori alla cittadinanza ” rivolti agli operatori che lavorano con i giovani e docenti;

sostenendo il potenziale delle organizzazioni giovanili, dei gruppi informali, dei Cagcome “agenzie di educazione non formale alla cittadinanza ”;

prevedere nuove forme di rappresentanza all’interno degli attuali modelli di governance territoriale (Piani di zona della L. 328);

esperienze di bilancio partecipato nell’ambito delle politiche giov.

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COME?La prospettiva europea 3/4

La partecipazione attiva alla vita della cittàNei documenti europei il concetto di partecipazione ha una doppia dimensione :

1. quella del “prendere parte ” (il modo razionale legato al campo del diritto-fondamento) e

2. quella del “sentirsi parte ” (modalità più emotiva, legata ai processi, alla comunità, a varie forme di appartenenze per la ricerca di un “bene comune”, ma anche del proprio star bene ). Quindi relazione di qualità con adulto significativo (colorato ).

Progetti con questi adolescenti

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COME?La prospettiva europea 4/4

3. Non solo: perché la partecipazione abbia un vero senso, è indispensabile che i giovani possano esercitare fin da ora un’influenza sulle decisioni e sulle attività, e non unicamente ad uno stadio ulteriore della loro vita (Carta…).

4. la partecipazione : “percorso permanente ” a cardine della democrazia .

Ricordando che i progetti devono partire dai bisogni dei giovani , ma anche quelli portati dagli adulti nel lavoro con i giovan i ci stanno!

Se no vi è il rischio di giovanilismi facili + crisi ruoli di autorità + azione dei media (70% della trasmissione dei valori!) = fine di proposte forti!

Progetti con questi adolescenti

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La partecipazione come moltiplicatore di capitale s ociale

Significa avviare interventi per:

• aiutare la crescita sociale dei giovani nella comunità

• produrre piccoli (ma importanti) “beni pubblici ”, riconosciuti e riconoscibili dalla comunità in cui si possa scoprire la propria soggettività

• Aumentare il capitale sociale . Come?

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La partecipazione come moltiplicatore di capitale sociale

Facendo, dando vita a microprogetti/microesperienze in cui l’operatore “sta e produce” con i ragazzi (es. per l’organizzazione di eventi, scambi europei, ecc.), volontariato, tecnologie (Carta di partecipazione), oppure riflette e fa riflettere (si pensi anche ai Tavoli o ai Forum).

Ma anche continuando a “produrre azioni” insieme al “pensiero sull’azione ”, cioè prevedendo “tempi e luoghi” adeguati per riflettere e valutare quanto progettato ed attuato. Così l’esperienza può divenire apprendimento e sapere condiviso; ciò significa dare valore al lavoro sociale.

Page 34: (2007), Quale posto per i giovani?, Rovigo

Come lavora l’operatore.

If you don’t networking, you don’t working !”.

E vi è la necessità di:

1. costruire reti con i giovani sul territorio (in particolare con i giovani fin dalla progettazione e poi nella valutazione)

2. usare creatività ed innovazione nelle scelte rispetto a strategie, metodi e strumenti

3. costruire contesti e luoghi in cui l’atmosfera sia amichevole , accessibili , secondo le esigenze dei giovani

4. con passione, credendoci, facendo formazione (che è anche autosovversione delle ipotesi del proprio lavoro) e preoccupandosi

di attribuire sempre senso e del significato del suo lavoro sociale

Page 35: (2007), Quale posto per i giovani?, Rovigo

Quali competenze e professionalità dell’operatore?

La qualità del lavoro dipende in misura preponderante dal lavoro dell’operatore, che è un ruolo di alto profilo che:

1. avvia e sa stare nei processi, costruire reti, re lazionarsi con molti e diversi soggetti della comunità,

2. è nella comunità ed è riconosciuto ed apprezzato , in quanto professionista che sa comunicare ai giovani e con i giovani;

3. conosce le nuove tecnologie ed una lingua straniera

4. sa riconoscere gruppi di giovani svantaggiati o a rischio di esclusione ed elaborare interventi ad hoc

5. ha un’esigenza di investire in formazione , di mettersi in gioco ha una passione per il proprio lavoro;

6. educa e si educa alla cittadinanza , testimoniando partecipazione attivaalla vita della comunità locale.

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Il capitale sociale

1. Attivando le esperienze ed i percorsi indicati dalla Carta di partecipazione sul protagonismo sociale dei ragazzi, si contrasta il rischio che le città siano abitate da in-dividui , cioèsoggetti che “non dividono” il loro spazio sociale con altri, senza un’idea di società in testa perché non l’hanno sperimentata da giovani.

2. Questi interventi possono diventare uno spazio urbano laboratorio sociale e culturale dove i giovani possono trovare stimoli e strumenti per inventare nuovi mondi possibili, contrastando la tendenza delle città a diventare “non-luoghi ”.

3. Lavorare con gruppi sociali di giovani in una cittànon è una scelta “povera”, ma “potente”. Ogni gruppo èorganismo che conta e con cui la città deve fare i c onti,

produce, ha potere per produrre cambiamento.

Page 37: (2007), Quale posto per i giovani?, Rovigo

Per sviluppare partecipazione attiva alla vita dell a città è necessario:

1. promuovere interventi che siano catalizzatori di processi di partecipazione giovanile

2. garantire spazi per ritrovarsi e scambiarsi idee , dove il “clima ” sia buono e con una dimensione di svago e di piacere , in modo che emergano potenzialità, idee e risorse di chi vi partecipa;

3. sviluppare un più alto grado di relazionalità , di intensità dei legami, di livello di fiducia nella comunità (capitale sociale , il cui accumulo rende la città e l’individuo più sicuri perché più vivibili).Questo è un nuovo modo di intenderne la mission ed il ruolo degli interventi, completamente diverso (e forse all’apparenza più incerto) rispetto ad ad un “predefinito”. Certo + difficile! E - rassicurante

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Fare e pensare

Come trasformare le buone prassi in prassi ? Perché si documenta così poco il lavoro sociale? Perché non c’è abitudine a tutto ciò, a partire dal far emergere le condizioni di replicabilità ?

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SPAZIO ALLE PROPOSTE…

La partecipazione giovanile

Integrazione degli interventi

Giovani e Spazi Urbani

Politica di mobilità

Politica dell’informazione (Informagiovani)

Espressività giovanile (musica e arti)

Nuovi modelli di coppie di famiglie

Accesso all’istruzione, cultura, conoscenza, innovazione

Accesso al credito

Accesso alla casa

Accesso alle professioni e impresa

Accesso a lavoro e reddito

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