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SETTIMANALE DELLE DIOCESI DI REGGIO CALABRIA-BOVA E LOCRI-GERACE www.avveniredicalabria.it e-mail: [email protected] Una copia E 1,00 - Abbonamento annuale E 40,00 Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n° 46) art. 1, comma 1, DCB/RC/91/2003 valida dal 25/02/03 ANNO LXVI - N. 30 - 31 AGOSTO 2013 DIREZIONE - REDAZIONE - AMMINISTRAZIONE 89132 Reggio Cal. - Via Pio XI, 236 - Telefax 0965.622005 Abbonamenti: ccp n° 12407896 In caso di mancato recapito restituire al C.P.O. di Reggio Calabria per la resa al mittente previo pagamento resi Il cammino e il segreto Quando Vittorio Mondello stava per venire a Reggio, ventitré anni or sono, non lo conoscevo, ma sul nostro giornale, raccontando la storia di un vecchio che ero andato a visitare e mi chiedeva chi fosse il nuovo Vescovo reggino, gli espressi di cuore un augurio, un po’ strano magari, ma fatto col cuore. Gli augurai che avesse “i calli alle ginocchia”. I calli alle ginocchia, ovviamente, per il lungo pregare. Perché - ragionavo - anche se di tutto Reggio poteva aver bisogno, certo il dono di un “Vescovo orante” mi sembrava il massimo possibile. Ventitré anni dopo, mentre Vittorio Mondello lascia la guida della Chiesa reggina- bovese nelle mani di Giuseppe Morosini, quell’augurio diventa un’icona. Mondello in ginocchio davanti al SS.mo Sacramento. E’ stato lui stesso nei giorni scorsi a dire che, da Arcivescovo Emerito, cesserà il munus regendi del suo essere Pastore, ma non cesserà il munus sanctificandi e il munus docendi. Continuerà ad annunciare il Vangelo e a santificare. Dentro questi scenari camminerà la sua vita. Per questo mi piace offrirvi in pagina questa foto. La ritengo “un segnale”. Si cammina, si va avanti nella nostra chiesa diocesana... P. Giuseppe Fiorini Morosini sta per arrivare con la carica del suo entusiasmo e con un pizzico di timidezza perfino; ma anche con la passione che lo consuma, col desiderio di aiutare la crescita di questa Chiesa, di condurla ad una testimonianza sempre più credibile. Si va avanti, si cammina. Preti, laici, adulti, giovani, bambini, uomini e donne... si va avanti! I problemi si affronteranno, le situazioni ci troveranno attenti, il rapporto con gli ultimi dovrà diventare ancora più intenso di quanto già non lo sia, l’esigenza di un rapportarsi sempre più intelligente, ma fedeli alla Verità, con gli scenari del mondo, ci troverà spesso sulle “frontiere del discernimento” .... Si farà tutto quel che volete. Ma sono certo che niente, proprio niente, sarà decisivo per il cammino della nostra Chiesa quanto la preghiera. Sarà la preghiera, più di tutto il resto, ad unirci. Sarà “la preghiera” ad unire il Vescovo che “chiude” e il Vescovo che “apre” una storia. Uniti già dai loro stessi stemmi “Euntes ergo” e “In fide vivo Filii Dei”: perché non puoi “andare ad annunciare” (fc) - No, miei cari Lettori. Non ce l’ha mandato dall’aldilà Franca questo pezzo. L’aveva già scritto, appena qualche anno fa, in occasione dei cinquant’anni di Messa di Mons. Mondello. Nei giorni scorsi l’ho ripreso e mi é sembrato semplicemente stupendo offrirlo ai lettori nel momento in cui rievochiamo - in un rapido sguardo - l’episcopato del Vescovo Vittorio che passa da Arcivescovo Metropolita ad Arcivescovo Emerito. E’ un pezzo, cari Lettori, che, da una parte, offre una lettura compiuta di un lungo episcopato; e, dall’altra, richiama il volto di una donna, una laica cristiana, che è stata vicina ai nostri Vescovi e ha lasciato un’orma indelebile nel tessuto della nostra storia. ——— E’ il 25 gennaio 1959. Un giovane seminarista che dalla natia Messina è venuto a Roma, alloggiato al Seminario Lombardo, per completare i suoi studi teologici alla Pontificia Uni- versità Gregoriana, si trova a San Paolo fuori le mura quando, finita la messa di Papa Giovanni XXIII, viene annunziato il nuovo Conci- lio Vaticano. Un momento, una coinci- denza (ma esistono le coincidenze per un cristiano? non sono invece segni?) sicuramente dono del Signore e che visto oggi in retro- spettiva possiamo chiamare segno profetico, perché nasce lì e si approfondisce lì in un cuore già aperto alla comunione e all’amore alla Chiesa, la convinzione pro- fonda che la Chiesa è comunione. Perché, infatti, tutti i 50 anni di sacerdozio di Vittorio Mondel- lo sono pervasi dall’amore alla Chiesa, dall’ansia di costruire comunione, di far capire a tutti, cominciando da Messina, , poi a Caltagirone e infine a Reggio, quanto è meravigliosa l’intuizione conciliare di una Chiesa comunio- ne. All’ecclesiologia di comunio- ne dedica i suoi studi, il suo inse- gnamento, i suoi scritti, ed è que- sta convinzione che lo porterà da docente di teologia a scrivere tre libri e da pastore a citare il Conci- lio (soprattutto la Lumen gen- tium) in ogni omelia, in ogni Let- tera Pastorale, a parlarne ai pre- segue a pag. 4 FILIPPO CURATOLA Speciale FRANCA MAGGIONI SESTI affinché i seminaristi crescano e imparino l’amore alla Chiesa accanto al loro Padre e con la loro comunità. Se la Chiesa è comu- nione, sono importanti gli organi- smi di partecipazione, è fonda- mentale la presenza di un laicato maturo e responsabilmente forma- to all’amore alla Chiesa e alla città dell’uomo; sono importanti le Visite Pastorali che si prolungano idealmente con le Lettere Pastora- li, che scaturiscono sempre da quel ‘convenire’ di Chiesa che è il Convegno diocesano; è momento fortemente comunionale il Sino- do, iniziato e interrotto con soffe- renza a Caltagirone per la parten- za, fortemente voluto e compiuto a Reggio Calabria. Se la Chiesa è comunione, acquista un significa- to nuovo e più profondo l’amore a Maria, che via va assumerà le dolci sembianze della Madonna della Lettera di Messina, della Conadomini di Caltagirone, della Madonna della Consolazione a Reggio. *** Dopo l’esperienza romana Vittorio Mondello torna nella sua Messina per ricevere il 21 giugno 1960 l’ordinazione presbiterale dalle mani consacratorie di mons. Angelo Paino. Torna a Messina per vivere in pienezza e totale abbandono ai piani di Dio, così come vivrà ogni stagione della sua vita, quello che nel disegno del Signore sarà lo svolgimento del ministero presbi- terale, come formazione ed apprendistato per il successivo ministero episcopale. Messina, una diocesi cara al suo cuore, – dirà lui stesso nel 1990 arrivando a Reggio – “che, dopo avermi visto nascere alla vita naturale, mi ha dato , col bat- tesimo, quella soprannaturale, mi ha aiutato a crescere nella fede, mi ha preparato al presbiterato e mi ha visto vescovo. Rimarrà sempre nel mio cuore che, se pure non riuscirà a ringraziarla sufficiente- mente per i doni ricevuti, la vene- rerà sempre con affetto filiale con- siderandola la chiesa madre della propria fede.” È a Messina, dunque che il giovane prete inizia il suo mini- stero presbiterale a servizio del popolo di Dio, con alcune caratte- ristiche che continueranno poi nel suo ministero episcopale: l’impor- tanza della catechesi e dell’inse- gnamento della religione, la sfida educativa e il rapporto con i gio- vani a scuola, in Azione Cattolica e nella Confraternita di S.Giovan- ni Decollato, l’attenzione ai laici e alle aggregazioni laicali, il lavoro nel Consiglio presbiterale, i com- piti in curia … tutti incarichi che ben lo preparano al ministero epi- scopale. Il 10 Dicembre 1977 è infatti eletto alla Sede titolare Vescovile di Carcabia, con deputazione di Ausiliare per l’Arcidiocesi di Messina – Lipari - S. Lucia del Mela, ricevendo la consacrazione episcopale il 21 Gennaio 1978, consacrante il card. Pappalardo e conconsacranti Mons. Fasola vescovo emerito e mons. Ignazio Cannavò neo arcivescovo di Mes- sina, presenti mons. Aurelio Sor- rentino, i vescovi della Sicilia e mons. Ferdinando Maggioni suo rettore al Seminario Lombardo. Ed è sempre il suo grande amore alla Chiesa, che lo porterà, giovane vescovo di appena “40 anni e tre mesi”, a pregare la Ver- gine Maria, ed è un prezioso ricor- se non hai la “fede”; e diventa sterile la fede, che non si tramuti in “annuncio”. Ma, ciò che ti consente il dono della fede e il coraggio dell’annuncio è la preghiera. Rimani, in mezzo a noi, Vittorio! Tra memoria e attesa. Con lo sguardo e le mani incrociate nel silenzio. Una rapida sintesi della lunga storia episcopale di Mons. Vittorio Mondello, segnata da una profonda convinzione ... ... Non c’è Chiesa senza “comunione” Un Vescovo e la sua vita sbiteri, ai seminaristi, alle religio- se, all’Azione Cattolica, ai laici…; all’ecclesiologia di comu- nione dedica tutta la sua vita. Ed il suo ministero, presbiterale prima ed episcopale poi, è tal- mente segnato dal Concilio Vati- cano II e dal clima profetico di quegli anni che a ragione mons. Pennisi lo definisce nel 2000 “Vescovo conciliare” piuttosto che vescovo del postconcilio. Un prete, e poi un vescovo, - lo sottolineiamo ancora una volta - che ha fatto dell’attuazione del Concilio uno degli scopi del suo ministero, che ha colto fino in fondo l’intuizione fondamentale del Concilio stesso che la Chiesa è comunione e per questa intuizione ha speso tutta la sua vita. Un amore alla Chiesa quello di Vittorio Mondello che lo ha portato, lo porta e lo porterà sem- pre a spendersi attivamente e senza strombazzature per attuare concretamente questa comunione: perché se la Chiesa è comunione, è indispensabile un presbiterio unito al suo interno e con il Vesco- vo; se la Chiesa è comunione, il Seminario deve essere in diocesi

Avvenire di Calabria n° 30 - 2013

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Il numero Speciale del 31 Agosto 2013 disponibile Gratuitamente per i nostri lettori.

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Page 1: Avvenire di Calabria n° 30 - 2013

SETTIMANALE DELLE DIOCESI DIREGGIO CALABRIA-BOVA E LOCRI-GERACE

www.avveniredicalabria.ite-mail: [email protected]

Una copia EE 1,00 - Abbonamento annuale EE 40,00Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04n° 46) art. 1, comma 1, DCB/RC/91/2003 valida dal 25/02/03

ANNO LXVI - N. 30 - 31 AGOSTO 2013

DIREZIONE - REDAZIONE - AMMINISTRAZIONE89132 Reggio Cal. - Via Pio XI, 236 - Telefax 0965.622005Abbonamenti: ccp n° 12407896In caso di mancato recapito restituire al C.P.O. di Reggio Calabriaper la resa al mittente previo pagamento resi

Il camminoe il segreto

Quando Vittorio Mondellostava per venire a Reggio,ventitré anni or sono, non loconoscevo, ma sul nostrogiornale, raccontando la storiadi un vecchio che ero andatoa visitare e mi chiedeva chifosse il nuovo Vescovoreggino, gli espressi di cuoreun augurio, un po’ stranomagari, ma fatto col cuore. Gliaugurai che avesse “i calli alleginocchia”. I calli alleginocchia, ovviamente, per illungo pregare. Perché - ragionavo - anche sedi tutto Reggio poteva averbisogno, certo il dono di un“Vescovo orante” misembrava il massimopossibile.Ventitré anni dopo, mentreVittorio Mondello lascia laguida della Chiesa reggina-bovese nelle mani diGiuseppe Morosini,quell’augurio diventaun’icona. Mondello inginocchio davanti al SS.moSacramento. E’ stato lui stesso nei giorniscorsi a dire che, daArcivescovo Emerito, cesseràil munus regendi del suoessere Pastore, ma noncesserà il munus sanctificandie il munus docendi.Continuerà ad annunciare ilVangelo e a santificare.Dentro questi scenaricamminerà la sua vita.Per questo mi piace offrirvi inpagina questa foto. La ritengo“un segnale”.

Si cammina, si va avantinella nostra chiesadiocesana... P. Giuseppe Fiorini Morosinista per arrivare con la caricadel suo entusiasmo e con unpizzico di timidezza perfino;ma anche con la passioneche lo consuma, col desideriodi aiutare la crescita di questaChiesa, di condurla ad unatestimonianza sempre piùcredibile. Si va avanti, sicammina. Preti, laici, adulti, giovani,bambini, uomini e donne... siva avanti! I problemi si affronteranno, lesituazioni ci troverannoattenti, il rapporto con gliultimi dovrà diventare ancorapiù intenso di quanto già nonlo sia, l’esigenza di unrapportarsi sempre piùintelligente, ma fedeli allaVerità, con gli scenari delmondo, ci troverà spessosulle “frontiere deldiscernimento”.... Si farà tuttoquel che volete. Ma sono certo che niente,proprio niente, sarà decisivoper il cammino della nostraChiesa quanto la preghiera.Sarà la preghiera, più di tuttoil resto, ad unirci. Sarà “la preghiera” ad unire ilVescovo che “chiude” e ilVescovo che “apre” unastoria. Uniti già dai loro stessistemmi “Euntes ergo” e “Infide vivo Filii Dei”: perché nonpuoi “andare ad annunciare”

(fc) - No, miei cari Lettori. Nonce l’ha mandato dall’aldilàFranca questo pezzo. L’avevagià scritto, appena qualcheanno fa, in occasione deicinquant’anni di Messa diMons. Mondello. Nei giorniscorsi l’ho ripreso e mi ésembrato semplicementestupendo offrirlo ai lettori nelmomento in cui rievochiamo -in un rapido sguardo -l’episcopato del VescovoVittorio che passa daArcivescovo Metropolita adArcivescovo Emerito.E’ un pezzo, cari Lettori, che,da una parte, offre una letturacompiuta di un lungoepiscopato; e, dall’altra,richiama il volto di una donna,una laica cristiana, che è statavicina ai nostri Vescovi e halasciato un’orma indelebile neltessuto della nostra storia.

———

E’ il 25 gennaio 1959.Un giovane seminarista che

dalla natia Messina è venuto aRoma, alloggiato al SeminarioLombardo, per completare i suoistudi teologici alla Pontificia Uni-versità Gregoriana, si trova a SanPaolo fuori le mura quando, finitala messa di Papa Giovanni XXIII,viene annunziato il nuovo Conci-lio Vaticano.

Un momento, una coinci-denza (ma esistono le coincidenzeper un cristiano? non sono invecesegni?) sicuramente dono delSignore e che visto oggi in retro-spettiva possiamo chiamare segnoprofetico, perché nasce lì e siapprofondisce lì in un cuore giàaperto alla comunione e all’amorealla Chiesa, la convinzione pro-fonda che la Chiesa è comunione.

Perché, infatti, tutti i 50 annidi sacerdozio di Vittorio Mondel-lo sono pervasi dall’amore allaChiesa, dall’ansia di costruirecomunione, di far capire a tutti,cominciando da Messina, , poi aCaltagirone e infine a Reggio,quanto è meravigliosa l’intuizioneconciliare di una Chiesa comunio-ne. All’ecclesiologia di comunio-ne dedica i suoi studi, il suo inse-gnamento, i suoi scritti, ed è que-sta convinzione che lo porterà dadocente di teologia a scrivere trelibri e da pastore a citare il Conci-lio (soprattutto la Lumen gen-tium) in ogni omelia, in ogni Let-tera Pastorale, a parlarne ai pre-

segue a pag. 4

FILIPPO CURATOLA

Speciale

FRANCA MAGGIONI SESTI

affinché i seminaristi crescano eimparino l’amore alla Chiesaaccanto al loro Padre e con la lorocomunità. Se la Chiesa è comu-nione, sono importanti gli organi-smi di partecipazione, è fonda-mentale la presenza di un laicatomaturo e responsabilmente forma-to all’amore alla Chiesa e alla cittàdell’uomo; sono importanti leVisite Pastorali che si prolunganoidealmente con le Lettere Pastora-li, che scaturiscono sempre daquel ‘convenire’ di Chiesa che è ilConvegno diocesano; è momentofortemente comunionale il Sino-

do, iniziato e interrotto con soffe-renza a Caltagirone per la parten-za, fortemente voluto e compiutoa Reggio Calabria. Se la Chiesa ècomunione, acquista un significa-to nuovo e più profondo l’amore aMaria, che via va assumerà ledolci sembianze della Madonnadella Lettera di Messina, dellaConadomini di Caltagirone, dellaMadonna della Consolazione aReggio.

***

Dopo l’esperienza romanaVittorio Mondello torna nella suaMessina per ricevere il 21 giugno1960 l’ordinazione presbiteraledalle mani consacratorie di mons.Angelo Paino.

Torna a Messina per vivere inpienezza e totale abbandono aipiani di Dio, così come vivrà ognistagione della sua vita, quello chenel disegno del Signore sarà losvolgimento del ministero presbi-terale, come formazione edapprendistato per il successivoministero episcopale.

Messina, una diocesi cara alsuo cuore, – dirà lui stesso nel1990 arrivando a Reggio – “che,dopo avermi visto nascere allavita naturale, mi ha dato , col bat-tesimo, quella soprannaturale, miha aiutato a crescere nella fede, miha preparato al presbiterato e miha visto vescovo. Rimarrà semprenel mio cuore che, se pure nonriuscirà a ringraziarla sufficiente-mente per i doni ricevuti, la vene-rerà sempre con affetto filiale con-siderandola la chiesa madre dellapropria fede.”

È a Messina, dunque che ilgiovane prete inizia il suo mini-stero presbiterale a servizio delpopolo di Dio, con alcune caratte-ristiche che continueranno poi nelsuo ministero episcopale: l’impor-tanza della catechesi e dell’inse-gnamento della religione, la sfidaeducativa e il rapporto con i gio-vani a scuola, in Azione Cattolicae nella Confraternita di S.Giovan-ni Decollato, l’attenzione ai laici ealle aggregazioni laicali, il lavoronel Consiglio presbiterale, i com-piti in curia … tutti incarichi cheben lo preparano al ministero epi-scopale.

Il 10 Dicembre 1977 è infattieletto alla Sede titolare Vescoviledi Carcabia, con deputazione diAusiliare per l’Arcidiocesi diMessina – Lipari - S. Lucia delMela, ricevendo la consacrazioneepiscopale il 21 Gennaio 1978,consacrante il card. Pappalardo econconsacranti Mons. Fasolavescovo emerito e mons. IgnazioCannavò neo arcivescovo di Mes-sina, presenti mons. Aurelio Sor-rentino, i vescovi della Sicilia emons. Ferdinando Maggioni suorettore al Seminario Lombardo.

Ed è sempre il suo grandeamore alla Chiesa, che lo porterà,giovane vescovo di appena “40anni e tre mesi”, a pregare la Ver-gine Maria, ed è un prezioso ricor-

se non hai la “fede”; ediventa sterile la fede, chenon si tramuti in “annuncio”.Ma, ciò che ti consente ildono della fede e il coraggiodell’annuncio è la preghiera.Rimani, in mezzo a noi,Vittorio! Tra memoria e attesa.Con lo sguardo e le maniincrociate nel silenzio.

Una rapida sintesi della lunga storia episcopale di Mons.Vittorio Mondello, segnata da una profonda convinzione ...

... Non c’è Chiesa senza “comunione”UUnn VVeessccoovvoo

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sbiteri, ai seminaristi, alle religio-se, all’Azione Cattolica, ailaici…; all’ecclesiologia di comu-nione dedica tutta la sua vita. Edil suo ministero, presbiteraleprima ed episcopale poi, è tal-mente segnato dal Concilio Vati-cano II e dal clima profetico diquegli anni che a ragione mons.Pennisi lo definisce nel 2000“Vescovo conciliare” piuttostoche vescovo del postconcilio.

Un prete, e poi un vescovo, -lo sottolineiamo ancora una volta- che ha fatto dell’attuazione delConcilio uno degli scopi del suo

ministero, che ha colto fino infondo l’intuizione fondamentaledel Concilio stesso che la Chiesa ècomunione e per questa intuizioneha speso tutta la sua vita.

Un amore alla Chiesa quellodi Vittorio Mondello che lo haportato, lo porta e lo porterà sem-pre a spendersi attivamente esenza strombazzature per attuareconcretamente questa comunione:perché se la Chiesa è comunione,è indispensabile un presbiteriounito al suo interno e con il Vesco-vo; se la Chiesa è comunione, ilSeminario deve essere in diocesi

Page 2: Avvenire di Calabria n° 30 - 2013

IL GIORNODEL SIGNORE,IL SIGNOREDEI GIORNI

Mons. Vittorio MondelloVescovo di Caltagirone

MondelloII 31 Agosto 2013

Le sue Lettere Pastorali

Ai fedeli della Diocesi di Caltagirone

Ai fedeli dell’ Arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova

Page 3: Avvenire di Calabria n° 30 - 2013

31 Agosto 2013 IIIMondello

I suoi libri

Vescovi S.E. Mons. Andrea Cassone 09-05-1992S.E. Mons. Salvatore Nunnari 20-03-1999S.E. Mons. Santo Marcianò 21-06-2006

Presbiteri

Anno 1991 1. d. Giacomo D’Anna 06-04-19912. d. Salvatore Pavigliniti 06-04-1991

Anno 1992 3. d. Angelo Casile 28-06-19924. d. Pietro Sergio 28-06-1992

Anno 1993 5. d. Salvatore Barreca 26-06-19936. d. Demetrio Sarica 26-06-19937. d. Salvatore Santoro 26-06-1993

Anno 1994 8. d. Domenico Cartella 25-06-19949. d. Vincenzo Modafferi 25-06-199410. d. Leone Stelitano 25-06-1994

Anno 1995 11. d. Pasquale Lombardo 24-06-199512. d. Pietro Polimeni 24-06-199513. d. Vincenzo Varacalli 15-12-1995

Anno 1996 14. d. Santo Battaglia 29-06-199615. d. Massimo Laficara 29-06-199616. d. Claudio Roberti 29-06-1996

Anno 1997 17. d. Antonio Carfì 28-06-199718. d. Valerio Chiovaro 28-06-199719. d. Francesco Cuzzocrea 28-06-199720. d. Stefano Ripepi 28-06-1997

Anno 1998 21. d. Antonio Bacciarelli 27-06-199822. d. Giuseppe Cosa 27-06-199823. d. Marcello Salamone 27-06-199824. d. Giovanni Zampaglione 27-06-1998

Anno 1999 25. d. Francesco Panuccio 26-06-199926. d. Carmelo Perrello 26-06-1999

Anno 2000 27. d. Francesco Surace 01-07-200028. d. Bruno Verduci 01-07-2000

Anno 2001 29. d. Emmanuel Mbamba 30-06-200130 d. Celestin Desirè Niemeck 30-06-2001

Anno 2002 31. d. Paolo Ielo 29-06-200232. d. Aldo Ripepi 29-06-2002

Anno 2003 33. d. Domenico De Biasi 28-06-200334. d. Francesco Megale 28-06-2003

Anno 2004 35. d. Olivier Dupont Bitiocka 26-06-200436. d. Nicola Casuscelli 26-06-200437. d. Jves Pascal Niemb 26-06-2004

Anno 2005 38. d. Luigi Cannizzo 02-07-200539. d. Gaetano Galatti 02-07-200540. d. Antonino Russo 02-07-200541. d. Tonino Sgro 02-07-2005

Anno 2006 42. d. Stefano Iacopino 21-01-200643. d. Marcellin Horthosie Herivojilalaina 21-01-200644. d. Angelo Battaglia 01-07-200645. d. Giuseppe Calogero 01-07-200646. d. Francesco Contento 01-07-200647. d. Salvatore Coppola 01-07-200648. d. Giovanni Gullì 01-07-200649. d. Giuseppe Manti 01-07-200650. d. Antonio Marrapodi 01-07-200651. d. Domenico Morabito 01-07-200652. d.Pasquale Triulcio 01-07-2006

Anno 2007 53. d. Giuseppe Praticò 30-06-2007

Anno 2008 54. d. Antonino Iannò 28-06-200855. d. Gaetano Lombardo 28-06-200856. d. Giuseppe Saraceno 28-06-200857. d. Pier Paolo Surleti 28-06-2008

Anno 2009 58. d. Simone Gatto 27-06-200959. d. Giovanni Imbalzano 27-06-200960. d. Domenico Rodà 27-06-2009

Anno 2010 61. d. Ernesto Malvi 26-06-201062. d. Domenico Nucara 26-06-201063. d. Daniele Siciliano 26-06-201064. d. Eduardo Armando Turoni 26-06-2010

Anno 2011 65. d. Davide Imeneo 02-07-2011

Anno 2012 66. d. Mutela Kongo Alain 02-07-201267. d. Lantoniaina Fenomenaza Eric Raharison 02-07-201268. d. Francesco Siclari 30-06-201269. d. Francois D'Assise Raherilanto 30-06-201270. d. Pierre Aimé Malaza 30-06-2012

Anno 2013 71. d. Antonino Ventura 29-06-201372. d. Carlo Maria Cuccomarino Protopapa 29-06-201373. d. Giovanni Gattuso 29-06-2013

I “suoi” vescovi e pretiLe LetterePastorali

Page 4: Avvenire di Calabria n° 30 - 2013

MondelloIV 31 Agosto 2013

DALLA PRIMA

...Non c’èdo che mons. Mondello, pur cosìschivo dei suoi sentimenti, ci hadonato nel 2003 nel giorno delXXV della sua ordinazione epi-scopale: “Permettetemi di rievo-care un ricordo che è rimastoindelebile nella mia memoria inquesti 25 anni. Quando mi è stata

comunicata la volontà di Paolo VIdi nominarmi vescovo, l’11novembre 1977, mi sono recatonella cattedrale di Messina e misono tanto raccomandato allaMadonna della Lettera. A lei hoanche rivolto questa supplica:“Madonnina, non permettete cheio abbia mai a recare il benchéminimo danno alla Chiesa; piutto-sto fatemi morire” … e dopo 25anni vorrei rivolgere ancora lastessa preghiera alla Madonnadella Consolazione perché miaiuti a non fare mai alcun dannoalla Chiesa del suo divin Figlio”.

Giovane vescovo, già nellascelta dello stemma mostra la suainnata capacità di unire i diversiaffetti, di rendere sempre piùgrande il suo cuore per accoglierealtre persone e comunità che ilSignore via via gli affida senzamai dimenticarle, senza mai smet-tere di amarle e di pregare perloro, perché le partenze per un cri-stiano non sono mai un addio. In

una intervista al nostro giornaledirà nel 1990: “Ho scelto il miostemma quando sono stato nomi-nato vescovo di Caltagirone ed hopensato di rendere omaggio alledue città di Messina e Caltagironeassumendo il loro stemma. Messi-na infatti ha una croce d’oro incampo rosso e Caltagirone invececroce d’oro in campo metà rosso emetà bianco.”

Ed il suo motto – Euntes ergo– è scelto per la “convinzione cheil compito principale di un vesco-vo è l’annuncio del Vangelo e peril desiderio di donare completa-mente a questo compito il miotempo e la mia vita”. Euntes ergo,non solo un motto ma un impegnodi vita, che fa di lui un Vescovo‘missionario’ proteso in un conti-nuo andare, in comunione per lamissione.

***

E dopo la formazione e l’‘apprendistato’ come Ausiliare aMessina, la giovinezza gioiosa delsuo episcopato vissuta nell’amatae indimenticata diocesi di Caltagi-rone, “una diocesi a misura d’uo-mo, immersa in un clima pastora-le di famiglia”, cui lo legheràsempre un amore speciale.

Così la saluta arrivando aReggio: “Alla Chiesa Calatina cheil Signore ha affidato alle mie curedi pastore e che ho servito in que-sti ultimi sette anni, che sono staticertamente gli anni più belli dellamia vita, perché con la profondafede del suo buon popolo, con lafraterna comprensione e fattivacollaborazione del suo meravi-glioso presbiterio culturalmentepreparato e pastoralmente impe-gnato, con i suoi laici cristiana-mente formati, mi è stata di gran-de esempio e aiuto per la crescitadella mia fede. Non potrò maidimenticare questa comunità dallaquale ho ricevuto certamentemolto più di quanto abbia saputo e

potuto dare”.Inizia il suo ministero calatino

il 16 ottobre, data per lui moltoimportante se 4 delle 5 LetterePastorali da lui scritte a Caltagiro-ne riportano sempre questa stessadata, quasi un modo di festeggiarel’anniversario con la sua Sposa econ il suo popolo; ed il 16 ottobre1988 “a 5 anni del suo serviziopastorale, con immensa gioia e

commozione indice il 3° sinododiocesano” dal tema “in comunio-ne per la missione”, che dovràlasciare incompiuto.

Un amore quello del vesco-vo Mondello alla sua diocesi che èricambiato, se mons. MichelePennisi scriverà nel 1990: “è inu-tile nascondere un iniziale sensodi sgomento e di vuoto che hacolto parecchi presbiteri e laicidella Chiesa calatina. È come

essere privati di una parte di sestessi. Un vescovo non è un fun-zionario anonimo ma un padrenella fede con un nome, un volto,una voce, un cuore. Ci si distaccada lui con dolore”.

Rapporti d’affetto che conti-nuano fino ad oggi, che lo vedonoad esempio nel 2000 tenere alConvegno diocesano calatino diAzione Cattolica la relazione“Incarnazione e laicità: dire Dionel tempo e nella storia” e cele-brare l’8 agosto 2009 il 50° dallamorte del servo di Dio don LuigiSturzo Caltagirone “nella sua enostra Caltagirone”.

Il servizio episcopale a Calta-girone, d’altronde, permette algiovane Vescovo di dar seguito atutta la sua carica e fantasia pasto-rale: in appena 7 anni attua laVisita Pastorale, indice il Sinodo,riapre il Seminario Minore Dioce-sano e vuole il trasferimento deiseminaristi del Maggiore da Cata-nia a Caltagirone, pur continuan-do a frequentare lo Studio Teolo-gico di Catania, riorganizza laCuria diocesana e gli organismidiocesani, scrive 5 lettere pastora-li; attua altresì l’istituzione dell’Istituto Superiore di Scienze Reli-giose a Caltagirone, la promozio-ne dei ministeri e del diaconatopermanente, la valorizzazione del-l’AC e delle aggregazioni attra-verso la Consulta diocesana perl’apostolato dei laici, la scuola dibase per catechisti, la promozioneumana attraverso l’impegnosocio-politico recependo in pienol’eredità del calatino don LuigiSturzo, che ancor oggi cita spesso.

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E infine mons. Vittorio Mon-dello arriva a Reggio, il 29 set-tembre 1990, portando nel cuorele comunità che ha lasciato. Sipresenta nella maturità dell’epi-

scopato con questo “programma”:una comunità santa, un presbiteriounito, un laicato maturo.

Maturità dell’episcopatoche si conquista non con il sem-plice passare del tempo, ma con ildolore e la sofferenza, con la gioiae la speranza, con la preghiera econ l’offerta di tutto al Signore, avolte con la solitudine e l’espe-rienza dolorosa dell’abbandono,anche se Mons. Mondello nonaccetta di sentir parlare di solitu-

dine del cristiano, perché il Signo-re è il Dio con noi.

Maturità che gli permette diriconoscere nel 2000, a 10 annidall’arrivo, d’aver “visto realizza-te dal Signore tante cose che sem-

bravano umanamente impossibi-li”, a cominciare dalla immediatariapertura del Seminario Teologi-co nel 1991e nel 1993 dello Stu-dio Teologico, perché il Semina-rio – ribadisce nella prima letteraPastorale Il Sicomoro- è strumen-to ordinario e indispensabile dicomunione oltre che di formazio-ne e di inculturazione della fedenel territorio, scelta feconda se inquesti 20 anni si sono ogni annoavuti nuovi presbiteri e la consa-crazione di 3 vescovi reggini. E lealtre “meraviglie” che il Signoreha compiuto tra noi (ma comericordarle tutte? e alcune, poi,forse le più belle, compiute nelprofondo dei cuori, solo il Signo-re le conosce): dalle due VisitePastorali, al gemellaggio con ladiocesi di Cyangugu ; dal Diretto-rio Pastorale ai pellegrinaggiodiocesani da lui guidati, il 1° ed il2°in Terrasanta a chiusura rispetti-vamente della 1° Visita Pastorale,e del Sinodo, tradizione che conti-nua tutt’oggi; dalla Canonizzazio-ne di Padre Catanoso e dall’intro-duzione delle cause di beatifica-zione di mons. Montalbetti e dimons. Ferro alla costruzione dinuove chiese e alla purificazionedelle feste religiose; dal 26° Sino-do Diocesano alla Visita ad liminae al Giubileo dell’anno 2000; daiConvegni diocesani sempre piùpartecipati e vissuti, all’impulsodato ai Consigli pastorali, allaConsulta delle aggregazioni laica-li; dall’Anno Paolino all’AnnoSacerdotale, alla prossima Setti-mana sociale, alle 15 LetterePastorali che puntualmente segna-no e accompagnano il camminodelle nostre comunità.

Maturità di episcopato che ècapacità di far apparire normali esemplici gli atteggiamenti ecce-zionali di comunione che vive

ogni giorno. In un tempo e in unmondo in cui tutto e tutti puntanoalla spettacolarità, all’apparire piùdi quanto si è, mons. Mondello insilenzio lavora e soffre percostruire davvero la comunione,

con i suoi preti, con i suoi diaconi,con i religiosi e le religiose chequi operano, con i suoi laici, conla sua città, così come ha vissutola comunione con i suoi predeces-sori cui ha dimostrato sempre finoalla loro morte grande affettofiliale e rispetto, icona concreta evissuta di una chiesa comuniona-le, non solo detta a parole ma vis-suta quotidianamente.

Maturità di episcopato cheè capacità di parlare in modo sem-plice e scarno, ma con grande pas-sione ed entusiasmo, di Cristo edella Chiesa, perché convinto che“soltanto un grande amore allaChiesa può portare ad un altret-tanto grande amore a Cristo. Nonesiste: Cristo sì Chiesa no. Unapprofondimento della conoscen-za della Chiesa non può non por-tare a un più grande amore a Cri-sto”. E qui penso con stuporeammirato e grato agli incontrisulla Lumen gentium tenuti l’annoscorso all’Azione Cattolica, ed aquanto era affascinante ed insiemesconvolgente ascoltare la passionee la freschezza, dopo 50 anni! concui ci spiegava il documento con-ciliare e ci parlava dell’ecclesiolo-gia di comunione, dell’universalechiamata alla santità, dell’indolesecolare dei laici…

Il mondo ha bisogno di testi-moni innamorati che – come dicela 1° Lettera di Giovanni - ciò chehanno visto, ascoltato ed udito,ciò che hanno contemplato e ciòche le loro mani hanno toccato, loannunzino anche a noi, per esserein comunione.

In un tempo e in un mondo incui ciò che conta è troppo spessoapparire e parlare di se stessi e farparlare di sé a qualsiasi costo econ qualsiasi mezzo, mons. Vitto-

rio Mondello, nell’umiltà, nelsilenzio e nell’ascolto, ci parlainvece di un Altro e, come Mariaa Cana, ci invita: “Fate quello chelui vi dirà”.

Franca Maggioni Sesti