16
Nuova ZoNa pavimeNti iN legNo PAVIMENTI CON POSA QUALIFICATA PAVIMENTI RIVESTIMENTI ARREDO-BAGNO STUFE CAMINETTI NOVENTA VIC. VIA PROLIN, 4 Tel. 0444.787011 [email protected] www.gregolo.it * condizioni della promozione presso il punto vendita

Bv settembre 2014 01 16

Embed Size (px)

DESCRIPTION

 

Citation preview

Page 1: Bv settembre 2014 01 16

PA

VIM

EN

TI

CO

N P

OS

A Q

UA

LIF

ICA

TA

PAVIMENTI • RIVESTIMENTI • ARREDO-BAGNO • STUFE • CAMINETTINOVENTA VIC. • VIA PROLIN, 4 • Tel. 0444.787011 • [email protected] • www.gregolo.it

Nuova ZoNa pavimeNti iN legNo

PA

VIM

EN

TI

CO

N P

OS

A Q

UA

LIF

ICA

TA

PAVIMENTI • RIVESTIMENTI • ARREDO-BAGNO • STUFE • CAMINETTINOVENTA VIC. • VIA PROLIN, 4 • Tel. 0444.787011 • [email protected] • www.gregolo.it

* con

dizio

ni d

ella p

rom

ozio

ne p

ress

o il

punt

o ve

ndita

Gregolo settembre 2014-2.indd 1 28/07/14 12:04

Page 2: Bv settembre 2014 01 16
Page 3: Bv settembre 2014 01 16

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA dell’ area berica

3n°75 - SETTEMBRE 2014 - SOMMARIO

Sede legale: via Palladio, 3836025 Noventa Vicentina (VI)

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA dell’ area berica

www.ilbassovicentino.net

PER LA TUA PUBBLICITà SU

contattaci al 331 5670988 o allo 0444 760876 e-mail [email protected]

sarete contattati al più presto

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA dell’ area berica

DIrettore resPoNsabIle: Turridu Busato

e-mail: [email protected]

UFFICIo DI NoVeNta: via Palladio, 38

tel. 0444 760876e-mail: [email protected]

orario apertura: dal lunedì al venerdì 9-12 / 15-18

UFFICIo DI loNIgo: via Garibaldi, 32

tel. 0444 1324843e-mail: [email protected]

orario apertura: tutte le mattine (martedì escluso)

stamPa: Peruzzo Industrie Grafiche - Mestrino (PD)

abboNameNto aNNUale (11 numeri): per la provincia di Vicenza euro 23,00per il resto d’Italia euro 30,00per l’estero euro 70,00

Come abboNarsI: Conto Corrente Bancario (IBAN):

It 56 g 08732 60650 000000528630o Conto Corrente Postale n°: 7371729

intestato a: editori Veneti srl, via Palladio 38 36025 Noventa Vicentina (VI)

“Il Basso Vicentino mensile di informazionee cultura dell’area berica”, mensile, anno VIII, n° 75, settembre 2014

Iscrizione al R.O.C. n° 20692 del 25/1/2011

La pubblicazione degli scritti è subordinata al giudizio della Redazione.

Le foto pubblicate sono di proprietà della rivista. Ne è vietata la riproduzione

in altra sede previa autorizzazione

Collaborano occasionalmente a questo periodico:

Roberto Fioraso, Ilenia Litturi, Alberto Busato, Oriana Micheletto,

Giampietro Corona

Festa dei popoli a Lonigo

INCHIESTE, INTERVISTE E REPORTAGE 5

Editoriale 5Gli stranieri lasciano l’Italia 8Intervista a Matteo Salvini 14Gian Antonio Stella a Barbarano 16Agugliaro, crocevia dell’Area Berica 18Il Settembre Colognese 22Le eccellenze degli istituti berici 24Cardiologia riabilitativa a Lonigo 28L’estate del Redentore a Barbarano 32Il Luglio Nantese 35Le tavolette enigmatiche 36Il Luglio Pojanese 38L’insetto che uccide il mais 40

TERRA BERICA 41

Lonigo 42Noventa 54Sossano 64Alonte 67Orgiano 69EStAtE IN fEStA 72Pojana 74Asigliano 77Agugliaro 78Campiglia 78Albettone 80Villaga 81Barbarano 83Mossano 86Riviera Berica 89Longare/Nanto 91Val Liona 94Sarego 96Gambellara 99Brendola 100Montebello 104Montorso 105

RUBRICHE 106

Sport 106Annunci 110Appuntamenti 111Album 112Associazioni 117Rubriche 120Lettere al Direttore 126Agendina 128

foto A

lberto

Marc

hesin

i - Cir

colo

Fotog

rafico

Leon

iceno

Page 4: Bv settembre 2014 01 16

BUONO SCONTO 50%PER L’ACQUISTO DI PILE PER APPARECCHI ACUSTICI

Porti già gli apparecchi acustici?Ritaglia questo buono sconto e vieni nel Centro Sordità Elettrosonor di Lonigo in Via Roma 62: avrai diritto al 50% di sconto sulle pile!

L’offerta scade il 30/09/2014. Non cumulabile con altre iniziative incorso. Valida esclusivamente nel Centro Sordità Elettrosonor di Lonigo (VI).

Il Centro Sordità Elettrosonor

A LONIGO: il centro acustico per il Basso Vicentino.

I professionisti dell’uditowww . e l e t t r o s o n o r . i t

Roberto PeriniDott.re in Tecniche Audioprotesiche

Ing. Biomedico

La nostra struttura è da quarant’anni un punto di riferimento per il benessere

uditivo. La invito nel nostro Centro di Lonigo per un controllo gratuito dell’udito.

LONIGO (VI)Via Roma, 62

Tel. 0444 831246APERTO I GIORNI

Lunedì, Mercoledì e Venerdì

www.elettrosonor. it

PROVAGRATUITATi aspettiamo per una prova

gratuita e senza impegnoCHIAMA SUBITO

per fissare il Tuo appuntamento

Tel. 0444 831246

Foto realegli apparecchiacustici IICindossatisonopraticamente“invisibili”.

Di tutti i cinque sensi, il nostro udito è forse il più prezioso. Perdendolo, perdiamo il contatto con le persone che amiamo e, in generale, con il mondo.Il nostro udito ci permette di ascoltare un’infinità di cose: la risata di un bambino, il clacson di un’auto, lo squillo del telefono, la nostra canzone preferita, una trasmissione televisiva. Ecco perché è importante proteggerlo.La perdita d’udito può progredire così lentamente che spesso l’interessato è l’ultimo ad accorgersene, mentre familiari, amici e colleghi sono i primi ad individuare la sua difficoltà.Esistono diverse cause di insorgenza della sordità (ipoacusia): l’età (presbiacusia), il rumore (tecnopatia), danni all’orecchio medio o esterno (ipoacusia trasmissiva) oppure danni alle cellule sensoriali (ipoacusia neurosensoriale).

Il primo passo utile da fare consiste nel controllare il proprio udito. Il test viene effettuato attraverso uno strumento chiamato audiometro, è indolore, semplice e richiede pochi minuti. Il test dell’udito è gratuito e fornisce un quadro dettagliato della perdita uditiva e delle possibili soluzioni.In oltre il 70% dei casi di perdite uditive, gli apparecchi acustici sono il trattamento indicato. Essi infatti possono far recuperare le abilità di comunicazione, migliorando la qualità della propria vita e il benessere delle nostre relazioni con le persone che ci circondano.

"

Page 5: Bv settembre 2014 01 16

demia di Ebola. Un’associazione seria e indipendente come Medici senza frontiere denuncia una gravissima epidemia di Ebola in Africa Occidentale, definendo la situazione senza precedenti e fuori controllo. Il governo britannico ha parlato di “minaccia per il Regno Unito”, annunciando misure severe dal punto di vista della profilassi e così pure gli Stati Uniti, la Cina. Si può affermare che il nostro sistema di controlli sa-nitari, fatto di prevenzione e di profilassi sia attrezzato per affrontare queste emergenze? E questi 80.00 profughi sbarcati finora sulle nostre coste sono tutti sotto controllo sanitario? Anche quelli che dopo tre giorni di permanenza nei centri di accoglienza scappano diretti chis-sà dove? Anche quelli che si incontrano alle stazioni ferrovia-rie, nei parchi cittadini, agli incroci delle strade e che tendono una mano in un gesto di carità?In Italia il sindacato di polizia ha dovuto distribuire agli opera-tori mascherine e guanti protettivi, in totale assenza del Mini-stero. Fino a quando l’ordine nazionale dei medici continuerà a sottacere su queste vicende, mentre nel resto del mondo i loro colleghi lanciano l’allarme? Con la salute dei cittadini e dei poliziotti non si scherza.Qui la verità ce la nascondono dietro le parole ufficiali!Non sappiamo se dietro a questi silenzi, a queste verità non dette vi siano altri interessi, sappiamo solo che i nostri gover-nanti hanno una grande responsabilità sotto il profilo sanita-rio in quanto a loro spetta il dovere di assicurare la salute di milioni di cittadini italiani e non! Ma sappiamo che a Roma hanno altre cose per la testa!

Siamo tutti preoccupati per quello che sta succedendo sulle coste italiane dove ogni giorno sbarcano centinaia di povera gente (profughi di guerra e immigrati): Se ne contano già migliaia, uomini, donne e bambini.L’Italia li ospita nei centri di accoglienza per dare loro

un ricovero, un pasto, un vestiario; poi li smista nei centri pre-disposti in tutta Italia dove vengono assistiti dalle associazioni di volontariato e dai Comuni. Ne sono previsti alcuni anche nel Veneto ma non tutti sono favorevoli soprattutto nella convin-zione che non si potrà far fronte a lungo a questa situazione.

è in corso un’azione umanitaria ma non sappiamo quanto du-rerà visto che un milione di persone premono sulle coste africa-ne e aspettano un qualsisia imbarco pur di approdare in Italia. Si prolungherà per mesi, forse anni; nessuno si è domanda-to quanto durerà l’esodo e quanto sarà ancora sopportabile l’emergenza umanitaria sotto il profilo assistenziale, sociale e soprattutto sanitario.

Si legge in un comunicato del Ministero della Sanità: “Siamo attrezzati per individuare ogni rischio di importazione di malattie”. Siamo proprio sicuri che tre soli medici presenti nel centro di accoglienza di Mineo, in Sicilia, siano in grado di visitare centi-naia di immigrati che ogni giorno sbarcano sulle nostre coste? Gente priva di una carta d’identità, di una tessera sanitaria, gente che non sappiamo da dove provenga? Ci sono profughi che soffrono di tubercolosi, di scabbia e di altre malattie; per non parlare, è la cronaca di questi giorni, del rischio di un’epi-

Mentre continua incessante lo sbarco giornaliero dei migranti dalle coste africane, il Governo non sa più dove destinare queste masse di profughi. Anche il Ve-neto dovrà avere allestire dei centri, ma la popolazio-ne non vede favorevolmente questa operazione. Sono troppi i problemi igienico-sanitari e di integrazione sociale. Il Governo sottovaluta un fenomeno rischioso

5EDITORIALEdi turridu Busato

Anche il Veneto centro dei profughi (e siamo a rischio epidemie)

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA dell’ area bericacon soli 23,00 euro riceverai 11 numeri che ti informeranno

sulle notizie dell’Area Berica

Abbònati per il 2014-2015

www.ilbassovicentino.net [email protected]

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA dell’ area berica

Page 6: Bv settembre 2014 01 16
Page 7: Bv settembre 2014 01 16
Page 8: Bv settembre 2014 01 16

Il calo più drastico dell’occupazione riguarda industria ed edi-lizia, seguiti da servizi e turismo. Ma il problema della disoc-cupazione non è solo dei cittadini stranieri, ma anche di quelli italiani. Sessantottomila quelli che hanno lasciato la loro terra per andare all’estero, 18 mila in più del 2011. Sia stranieri che italiani dunque scappano dall’Italia in misura uguale.

Anche nei nostri paesi si comincia a vedere un calo di presen-ze straniere; a volte se ne vanno senza lasciare un recapito; ovvero senza preoccuparsi di chiudere utenze, ritirare bollet-te e posta. Negli uffici comunali si accumulano carte e lettere di ogni genere; per loro diventa difficile vivere in Italia e per questo decidono più che di tornare al loro Paese di origine di spostarsi in altri Stati europei dove c’è ancora possibilità di trovare un lavoro.

Abbiamo sentito diverse persone che sono a contatto con il mondo degli stranieri a cominciare da Lonigo dove sono ben 3300 (oltre il 20% della popolazione) e lo abbiamo chiesto a don Vittorio da sempre attento ai fenomeni di integrazione degli immigrati nella realtà leonicena.Ci sono fenomeni di ritorno al Paese di origine per la crisi eco-nomica?«La crisi economica coinvolge tutti e quasi tutti i Paesi del mondo. I dati ufficiali (v. Lonigo informa-luglio 2014) dicono

L’Italia dei migranti cambia pelle. L’immigrazione, non corre più come una volta, anzi si è fermata. Gli extraco-munitari arrivano sempre meno in Italia. Sono sempre di

più invece quelli che se ne vanno. La causa principale è la crisi economica che fa registrare una forte disoccupazione.

Sono diminuiti i permessi di soggiorno; erano 350 mila nel 2010; adesso circa 60.000. Si calcola che nel 2011 siano circa 200 mila gli immigrati che hanno spostato la loro residenza all’estero e anche nel 2012 il numero dei trasferimenti sia stato altrettanto consistente. Ad inizio gennaio del 2013 gli stranieri in Italia erano circa 5 milioni. Un incremento dovuto alle na-scite e al ricalcolo degli immigrati.

Mentre migliaia di profughi sbarcano sulle coste italiane, altrettanti immigrati lasciano l’Italia a cau-sa della crisi economica e cercano lavoro in altri Stati europei. Per chi rimane senza lavoro, ci sono i problemi delle bollette e degli alloggi. In merito l’opinione della Caritas di Vicenza, di don Vittorio Montagna, parroco di Lonigo, del mondo sindacale e delle organizzazioni di volontariato

8 INCHIESTA - STRANiERi a cura della Redazione

Gli stranieri lasciano l’Italia

foto A

lberto

Marc

hesin

i - Cir

colo

Fotog

rafico

Leon

iceno

Page 9: Bv settembre 2014 01 16

9STRANiERi - INCHIESTA

che nell’ultimo anno gli stranieri residenti non sono diminuiti, bensì aumentati di 193 unità, cui vanni aggiunti i 101 che han-no acquistato la cittadinanza italiana nel 2013.Nel mio girare per le case (per la benedizione) vedo non pochi appartamenti vuoti: diverse famiglie sono partite, non per tor-nare ai Paesi di provenienza, ma per spostarsi in altri Paesi europei, soprattutto in Gran Bretagna, magari mantenendo la residenza in Italia. Ma anche diversi giovani italiani sono all’estero per lavoro: è questo un fenomeno che in pochissimi anni è aumentato in modo esponenziale».

La penisoLa che non c’èAbbiamo incontrato Weliton De Arruda, brasiliano di Recife, residente a Brendola, membro del “Consiglio Territoriale per l’Immigrazione” di Vicenza. La percezione dell’Italia dall’este-ro non corrisponde alla realtà. L’integrazione passa attraverso il riconoscimento di diritti e il rispetto dei doveri.Weliton, quando e perché sei venuto in Italia?«Sono venuto in Italia il 17 novembre del 1989, per fare un’esperienza all’estero. Era la prima volta che uscivo dal Bra-sile. Dopo una settimana dal mio arrivo avevo già trovato lavo-ro in una conceria di Sarego».Com’è stato il tuo inserimento?«Senza dubbio positivo. Il mio impegno principale è stato quello di imparare la lingua, passo fondamentale per una buona inte-grazione. Al lavoro ho conosciuto Fabio Morin e poi la famiglia Girardi di Vo’ di Brendola, che mi hanno accolto e sostenuto in molte circostanze. Sono vicino ai miei connazionali come pre-sidente della “Comunità Brasiliana nel Veneto” di Vicenza».Quale percorso ti ha condotto a diventare un imprenditore?«Per 12 anni ho lavorato come operaio nel settore conciario. Do-podiché ho iniziato a fare il rappresentante di pelli per il Bra-sile. L’attacco alle torri gemelle ha comportato stagnazione e diffidenza anche nei rapporti commerciali; la mia attività è en-trata in crisi. Per un periodo ho trovato impiego in un ristorante brasiliano. Sette anni fa ho deciso di prendere in gestione un bar a Brendola, con l’amico Morin. Sono soddisfatto di questa scelta».Quali sono le principali difficoltà degli immigrati oggi?«Il problema principale è la mancanza di lavoro, fenomeno che sta provocando l’abbandono dell’Italia da parte di molti immi-

NOVENTA 8.900 241238 741.046 - 11.7% 161133 67 132

SOSSANO 4.401 7181 30441 - 10% 7938 35 107

BRENDOLA 6.733 5334 /553 - 8.2% 9979 / 288

La presenza di stranieri nel nostro territorioCOMUNE

POPOLAZIONETOTALE

ALBANIAMAROCCO BANGLADESHPOPOLAZIONE

STRANIERASERBIAROMANIA SENEGAL ALTRE ETNIE

LONIGO 16.193 282306 4853.308 - 20.4% 520657 50 1008

BARBARANO 4.618 12758 6640 - 13.8% 7769 109 197

grati, verso i luoghi di origine o altri paesi europei, Germania e Gran Bretagna in testa. Il tema della casa di cui si parla talvolta è un problema secondario. Se c’è il lavoro si risolve anche la questione dell’abitazione. Quando uno straniero perde l’occupazione, tutto diventa difficile perché manca la rete di protezione sociale costituita dai familiari». Come viene percepita l’Italia dall’estero?«L’aspettativa è quella di un paese accogliente, prospero, che può offrire lavoro, dove si sta bene. Purtroppo la crisi economica ha mutato la situazione rispetto ad un decennio fa. Il lavoro è un problema anche per i residenti. Chi arriva qui si scontra con una realtà difficile, spesso sogna un paese che non c’è più!».Cosa manca al nostro Paese riguardo alle politiche migrato-rie?«I flussi migratori dovrebbero essere una responsabilità euro-pea. L’Italia non può essere lasciata sola a gestire gli sbarchi via mare. Alcuni diritti e servizi fondamentali in Italia sono ga-rantiti. Penso per esempio alla scuola e alla sanità. Quello che manca è una tutela sociale che dia sostegno in caso di perdita del lavoro o mancanza di reddito, opportunità talvolta negata anche agli italiani - precisa Weliton -. In molti casi l’assenza delle istituzioni viene colmata dalle associazioni benefiche ed umanitarie. Il volontariato italiano, specialmente nel Veneto, è

Weliton De Arruda

Page 10: Bv settembre 2014 01 16

straordinario, aiuta molto gli immigrati. Gli italiani sono bra-va gente. In altri paesi lo Stato è meglio organizzato, ma il coinvolgimento dei cittadini è più tiepido».Dal tuo punto di vista in cosa consiste il segreto di una buona integrazione?«Prima di tutto rispettare le leggi e i doveri richiesti ad ogni cittadino. Fondamentale è poi amare il Paese che ti ospita e rispettarne la cultura, le tradizioni, i valori. Per molti versi io mi sento italiano, ma non ho rinnegato l’identità brasiliana.L’integrazione passa anche attraverso il riconoscimento di di-ritti, tra tutti la cittadinanza. Per ottenerla ho atteso 10 anni. Chi nasce in Italia, frequenta le scuole, impara la lingua e as-simila la cultura italiana credo abbia diritto ad essere consi-derato cittadino. Chi arriva invece da adulto è opportuno che trascorra un periodo di tempo, affinché la cittadinanza sia il frutto di una decisione manifesta e consapevole, non un fatto automatico». D.S.

iL parere dei sindacatiNegli ultimi tre anni, a causa della profonda crisi economica, assistiamo ad un fenomeno generalizzato: molti stranieri la-sciano l’Italia scegliendo altri Paesi europei: Belgio, Germania, Francia in primis. Pochi tornano nel loro paese di origine. Molti lasciano l’Italia pur avendo la cittadinanza italiana, un lavoro a tempo indeterminato e un mutuo per l’acquisto della prima casa. Preferiscono cercar miglior fortuna in un altro paese in quanto in Italia non si sentono sufficientemente “integrati”. La crisi ha colpito in ugual misura italiani e stranieri, ma su que-sti ultimi la crisi ha un peso ben superiore. Per due motivi prin-cipali, tra loro strettamente collegati. Gli stranieri non posso-no contare sull’ammortizzatore sociale della propria famiglia. Anzi in molti casi l’immigrato ha una famiglia da mantenere nel proprio Paese di origine e quindi il mancato reddito crea un danno immediato anche alla famiglia lontana.Chi rimane in Italia? Rimangono soprattutto gli stranieri con permesso semplice (di durata da sei mesi ad un anno) ossia quelli che sono in Italia da meno di 5 anni e dispongono di lavoro a tempo determinato. Sono gli stranieri in condizioni più instabili in quanto se, terminato un contratto, non trovano nuovo lavoro entro i termini di scadenza del permesso, diven-tano irregolari. In questi anni di crisi nel Veneto il numero di clandestini è aumentato sensibilmente. Gli irregolari, quando arrivano in massa nel Paese, creano soprattutto un problema di sicurezza. C’è chi si è messo a guadagnare sulla pelle di que-sti stranieri, ricavando denaro extra promettendo l’unica cosa in grado di dare loro e stabilità: il permesso di soggiorno. Il fenomeno è diffuso su scala nazionale. Con il trucco e l’inganno i sogni dei clandestini diventano soldi.

iL voLontariato: La san vincenzo a noventa...

Dieci famiglie noventane in più seguite da inizio anno per la consegna di viveri di prima necessità (latte, pasta, zucchero): un inquietante segnale di una crisi economica che morde sem-pre più le famiglie quello che arriva dal gruppo noventano del-la S.Vincenzo, composto da una decina di volontarie coordinate dalla neopresidente Giuliana Martin subentrata a Sonia Con-tro che ha concluso il proprio mandato quadriennale. «Attualmente sono una sessantina i nuclei familiari (di cui metà stranieri) residenti in paese cui consegniamo l’ultimo sa-

10 INCHIESTA - STRANiERi

3a Festa dei Popoli

Cos’è e cosa rappresenta la “Festa dei Popoli”?«La partecipazione è stata notevole, soprattutto di persone immi-grate, ma anche gli italiani sono stati numerosi. Le comunità che

hanno preso parte in modo attivo sono state quelle di Romania, Ban-gladesh, India, Ghana, Marocco, Cina e Italia. L’iniziativa è un frutto in-diretto degli incontri leoniceni-immigrati che per cinque anni si sono tenuti mensilmente: si trattava di uno scambio tra persone di diverse nazionalità sulla situazione politica, religiosa, culturale… dei rispettivi popoli. La conoscenza che ne è nata ha favorito dapprima l’idea del-la “Festa dei Popoli” e poi la sua concreta attuazione. Un altro frutto di quegli incontri è il gruppo di Mediazione Civica, che ha lo scopo di affrontare e possibilmente risolvere i conflitti di vicinato. La “Festa dei Popoli” è un momento di incontro e ogni incontro è generativo di bene. Ma al di là della festa, il dato più positivo è il lungo tempo che gli organizzatori passano insieme per preparare la manifestazione».A che punto siamo con l’integrazione a Lonigo?«L’integrazione avviene lungo i tempi (lenti) e i canali dell’incontro: la scuola e il lavoro in primo luogo e poi la parrocchia, gli uffici pubbli-ci, le feste… Il problema più grave, almeno come percezione, è quel-lo della sicurezza: i tanti furti nelle case e le risse nei luoghi pubblici (spesso per motivi banali) generano un senso di insicurezza; il fatto che i giornali e la televisione mostrino spesso, come responsabi-li, nomi e volti di persone straniere porta facilmente ad identificare nel fenomeno “immigrazione” la causa dell’aumento dei reati. C’è del vero. Il cammino è in salita, ma non è impossibile. Credo che occorra superare due opposti atteggiamenti: il pregiudizio anti-stranieri e il buonismo. La realtà dell’immigrazione (lo vediamo dagli sbarchi e dai soccorsi in mare) sarà un fenomeno sempre più vasto, e non potrà es-sere affrontato chiudendo gli occhi e neppure considerandolo solo un problema di ordine pubblico.Ben venga ogni iniziativa di uomini e donne di buona volontà (e ce ne sono sia tra gli italiani che tra gli immigrati) che favorisca l’incontro, il rispetto reciproco, la dignità di ciascuno, la possibilità di lavoro per tutti… oltre, naturalmente, alla certezza della pena per chi delinque».Si riesce a conciliare la presenza delle varie etnie?«Talvolta scoppiano tafferugli tra membri di gruppi diversi, ma (potrei sbagliarmi) non è questo il principale problema, rimane quello dei fur-ti e del modo sempre più violento con cui avvengono».

Al Centro giovanile di Lonigo curata dall’Associa-zione Noi col patrocinio del Comune e della Par-rocchia. L’opinione di don Vittorio Montagna

foto A

lberto

Marc

hesin

i - Cir

colo

Fotog

rafico

Leon

iceno

Page 11: Bv settembre 2014 01 16

Prosegue l’emergenza abitativa in via Asiago con proroga al 18 settem-bre di due sfratti esecutivi riguardanti una famiglie marocchina e una tunisina con minori, una situazione che si trascina ormai da oltre un

anno dopo la messa all’asta dello stabile pignorato dalla banca per ina-dempienze del proprietario. La no-tifica è stata effettuata lo scorso10 luglio dall’ufficiale giudiziario Vito Nastrini alla presenza di uno spa-ruto gruppo di attivisti dell’Assem-blea sociale per la casa e dell’Asso-ciazione dei diritti dei lavoratori di Vicenza, del custode giudiziario e di alcuni rappresentanti della Que-stura di Vicenza. Mentre la famiglia marocchina ha comunque trovato ad inizio agosto una nuova vicina sistemazione, quella tunisina è invece ancora alla ricerca di un nuovo alloggio con «impegno assieme ai Comuni della zona e a quello di Vicenza di trovare in tempi ragionevoli una so-luzione» sottolinea il portavoce di ASC Olol Jackson constatando «l’asso-luto silenzio delle istituzioni cui abbiamo chiesto la convocazione di un tavolo per trovare risposte concrete e definitive all’emergenza abitativa». Il Comune ha ribadito a più riprese che non ha alloggi disponibili né per gli italiani, né per gli stranieri e che l’Amministrazione non è un’agenzia immobiliare. F.B.

Foto: la notifica della proroga dello sfratto

Noventa: il problema casa per gli immigrati

Prorogati al 18 settembre due sfratti esecutivi in via Asiago.

Tensione con l’Amministrazione Comunale

11STRANiERi - INCHIESTA

bato mattina di ogni fine mese la “borsa spesa” con parte degli aiuti che ci arrivano dal Banco Alimentare di Verona, mentre per il resto provvediamo al loro acquisto con fondi raccolti dal-la Parrocchia» spiega la neopresidente che sta affrontando con entusiasmo questa nuova esperienza «che ti arricchisce uma-namente, anche se ci vorrebbe qualche volontaria in più». Da tre anni il sottopalco del Cinema Famiglia ospita anche l’ampio magazzino di abbigliamento, scarpe e varie vettovaglie donati da privati che la S.Vincenzo distribuisce nei primi tre mercole-dì del mese(ore 16-18). F.B.

... e La caritas diocesanaDa anni la Caritas Diocesana Vicentina svolge un importante ruolo di aiuto alle persone bisognose e per questo ha creato un servizio sul territorio per accompagnare le persone in difficoltà (Strade). In effetti la crisi che attanaglia anche il vicentino si è aggravata negli ultimi 2 anni colpendo non solo persone immi-grate ma anche italiani che una volta perso il posto di lavoro (la chiusura dell’Ilta di Campiglia è un caso emblematico) hanno grosse difficoltà a condurre una vita normale; a pagare le bol-lette di acqua, luce e gas oltre alle rette del trasporto e della mensa per chi ha i figli a scuola.Come ci hanno riferito i responsabili locali della Caritas dioce-sana si interviene in questi casi facendo rete sia con altre as-sociazioni che con le amministrazioni comunali, in particolare gli assistenti sociali, con interventi che possono andare dalla ricerca di un nuovo lavoro utile al saldo di bollette arretrate e nei casi estremi al rimpatrio per chi non ha più un lavoro. Un aspetto nuovo che si sta diffondendo in alcuni Comuni del Vicentino è quello dell’affitto sociale per il quale il proprietario di un immobile, la Caritas e la persona che vive in affitto sti-pulano un contratto grazie quale si riesce a far fronte all’affitto dell’immobile per la durata di un anno. A Noventa si sono avuti di recente tensioni per lo sfratto di alcune famiglie di immigrati.Le risorse di cui può disporre la Caritas sono limitate rispetto ai casi segnalati. Si chiamano “sostegni di vicinanza” per chi è in una grave situazione economica, occupazionale e sociale. Una risorsa preziosa viene da quelle famiglie vicentine che si impegnano per un periodo di tempo dai 6 mesi ad un anno a sostenere economicamente situazioni difficili destinando alla Caritas una quota mensile. Queste somme raccolte andranno a sostenere necessità prima-rie quali affitto, rette scolastiche, bollette ma non sotto forma di denaro contante consegnato alle persone interessate.

Foto: Giuliana Martin (al centro) neo presidente del gruppo S.Vincenzo

A Noventa La Caritas Diocesana ha uno sportello in via Colle-gio Armeno (aperto il lunedì e giovedì pomeriggio dalle ore 18 alle 19.30 - tel. 0444 760515) a Lonigo in viale della Vittoria 1 presso il Centro Giovanile (il venerdì dalle 17.30 alle 19.30) e da pochi mesi a Ponte di Barbarano presso la canonica (orario sportello: mercoledì e sabato pomeriggio dalle ore 18.30 alle 20) per seguire più da vicino i Comuni della Riviera Berica. Conto corrente della Caritas sotto forma di bonifico. Iban: IT25X0859011801000081020869

Page 12: Bv settembre 2014 01 16

no in cui si è cercato di strutturare il siste-ma di accoglienza superando la prospettiva emergenziale con cui ci siamo finora mossi, da ultimo i Centri di Assistenza Straordi-naria istituiti perché i posti nei centri di accoglienza non erano più sufficienti a so-stentere il numero dei migranti presenti. L’altro fondamentale passo sarebbe la col-laborazione e condivisione dell’accoglienza con gli altri Stati membri dell’EU. Il proble-ma dell’accoglienza è legato ai costi e alle risorse disponibili. I fondi potrebbero essere usati in maniera più efficace e mirata. Ad esempio per i minorenni non accompagnati e che non hanno prospettive di ricongiun-gimento a parenti in Italia o in Europa, si dovrebbe puntare sull’istituto dell’affido, sensibilizzando la comunità a una maggio-re solidarietà. Con l’affido i minori, anzi-ché essere accolti in strutture, verrebbero ospitati per un breve periodo in famiglie disponibili della stessa cultura, il cosiddetto affido omoculturale, oppure da cittadini ita-liani. Le famiglie avrebbero l’opportunità di vivere un’esperienza di crescita culturale e sarebbero supportate dagli enti locali con

Com’è il flusso migratorio?«Il flusso è ulteriormente aumentato. Da gennaio di quest’anno sono già ar-

rivate in Italia via mare circa 70 mila per-sone, che sono molte di più di tutte quelle arrivate nel 2011, l’anno dell’Emergenza Nord Africa. Già l’anno scorso comunque il numero di sbarchi era fortemente aumen-tato. Inoltre è cambiato il “tipo” di sbarco nel senso che allora i barconi arrivavano sino alle coste in autonomia, adesso ven-gono in gran parte soccorsi dalla Marina Militare. Da ottobre dello scorso anno, come noto, è stata istituita l’operazione militare di soccorso Mare Nostrum, che ha portato a una drastica diminuzione del numero dei morti. Contestualmente è aumentato il numero di profughi sbarcati, dato anche l’aggravamento della situazio-ne internazionale: di guerra civile (Siria), di violazioni dei diritti umani (Eritrea) e di instabilità (Somalia)».Per creare un vero sistema di accoglienza, quali sono secondo te i passi da compiere?«Il primo passo è stato compiuto nella Con-ferenza Stato Regioni di luglio di quest’an-

Silvia Lucia frugoni, residente a San Germano dei Berici, opera con l’associazione Save the Children, incaricata di affrontare il proble-ma dei minori che sbarcano quotidianamente sulle nostre coste. Una esperienza maturata in Africa tra i rifugiati e gli sfollati in Eritrea. Adesso la sua zona di operazione è la Puglia, dove l’impatto emotivo e umano è molto forte, con ragazzi che hanno bisogno di tutto

12 INCHIESTA - iMMiGRAZiONE di Ilenia Litturi

Sul fronte degli immigrati

contributo mensile e assistenza di esper-ti. Il meccanismo potrebbe essere attivato anche per gli adulti: a Torino, per esempio, anche i richiedenti asilo maggiorenni ven-gono ospitati dalle famiglie».Quali sono le maggiori criticità nel siste-ma d’accoglienza italiano? «Uno dei problemi è la lentezza del siste-ma in tutte le fasi. Al momento dello sbar-co le operazioni di primo soccorso, la prima accoglienza con le informative, l’identifica-zione e la suddivisione dei migranti nelle diverse categorie, quelli che hanno diritto a un qualche tipo di protezione come: mi-norenni, malati, vittime di tratta, nuclei familiari, potenziali richiedenti asilo o protezione umanitaria, o quelli che non hanno diritto a essere accolti. Così passa anche molto tempo nell’attesa dei posti di-sponibili e per il trasferimento alle varie destinazioni. Infine, la lentezza è anche nelle procedure per la verifica dei presup-posti per il riconoscimento delle protezioni e le eventuali impugnazioni delle decisio-ni. Un esempio di come la lentezza delle procedure in Italia influisca negativamen-te nel sistema di accoglienza è il problema delle fughe dei minori non accompagnati. Questi preferiscono cercare di raggiungere i propri amici o familiari in Italia o in Eu-ropa autonomamente, anziché attendere i ricongiungimenti ufficiali». Qual è la posizione dell’Europa?«In questo momento l’Europa si è impe-gnata a potenziare l’agenzia per la vigi-lanza delle frontiere Frontex. Ciò a cui bisognerebbe puntare sarebbe un accordo su un’equa distribuzione dei profughi nei vari Stati membri, aumentando il numero dei reinsediamenti. Il problema va risolto su vari fronti: nei paesi di provenienza, di transito e in Europa. Sono al vaglio varie proposte, per esempio le missioni umani-tarie e le procedure di ingresso protette (PEP), procedure che permetterebbero il transito ufficiale dei migranti ma che sono difficili da realizzare».

Silvia Frugoni

Page 13: Bv settembre 2014 01 16
Page 14: Bv settembre 2014 01 16

Un Matteo Salvini a tutto campo quello presente la sera dell’11 luglio scorso alla festa della Lega Nord di Alonte; qui è giunto dopo un tour elettorale che ha toccato la pro-

vincia di Verona da Badia Calavena ad Oppeano ma pur essendo la mezzanotte inoltrata non si è sottratto alla folla di amici e simpatizzanti che lo aspettavano pur di sentire la sua voce.Matteo Salvini che indossava una maglietta granata con la scrit-ta “Veneto” ha preso il microfono e al termine ha risposto alle nostre domande spaziando sulla realtà attuale a cominciare dal tema più grave, quello dell’immigrazione.«Domani sarò a Catania al Centro di accoglienza di Mineo dove la situazione è drammatica specie dal punto di vista sanitario. Qui sbarcano migliaia di immigrati al giorno e vi sono solo 3 me-dici addetti ai controlli sanitari; entra di tutto, vecchi e bambini, chi con la scabbia, chi con la Tbc, ecc. e siamo sempre a rischio di una epidemia. I siciliani non ne possono più e chiedono ai noi della Lega Nord un aiuto, un intervento politico visto che nessu-no li ascolta a cominciare dal Governo».

Perché non parla il Ministro della Sanità?«Magari lo facesse, ma farebbe peggio; gli italiani si accorgereb-bero subito del caos sanitario che stiamo vivendo e per il governo sarebbero guai politici. Al governo conviene stare zitto; temono una rivolta ma degli italiani!».C’è una soluzione immediata per il problema immigrazione?«Certo; bloccare l’operazione Mare Nostrum, costruire centri di accoglienza nei paesi africani, poi rimetterli su di un barcone e tutti a casa! Nel Sud c’è una voglia di liberarsi della mafia, della camorra, del peso dei politici inerti che è pazzesca. Noi rappre-sentiamo un antidoto a questo sistema politico. E siamo presenti nel sud anche per raccogliere adesioni al referendum che ci libe-rerà dalla Legge Fornero (ben 160 mila firme sono giunte proprio dal sud); ciò vuol dire che il nostro messaggio viene accolto!».

Da un’emergenza all’altra: il lavoro innanzitutto!«Famiglia e lavoro sono due cose strettamente unite. Partiamo dalla famiglia: il 2013 è stato l’anno peggiore per il numero di bambini nati in Italia. Ciò vuol dire che gli italiani hanno perso la fiducia nella famiglia e non hanno progetti per il futuro. Se non c’è lavoro i giovani si sfiduciano; oggi il futuro è vietato alle nuove

Un segretario della Lega a tutto campo quello presente a luglio in località Ca’ Menera di Alonte. In questa intervista spiega a chiare lettere la si-tuazione drammatica in cui versa il nostro Paese: dall’immigrazione senza controllo alla crisi della famiglia italiana ai giovani che non trovano lavo-ro. L’unico rimedio è dare una spallata a questa classe politica che pensa solo ai grandi interessi finanziari ed europei, di cui Renzi è espressione

14 ATTUALITà - iNTERViSTE di turridu Busato

Matteo Salvini«Liberiamo l’Italia»

Matteo Salvini durante il suo intervento. A destra: il Segretario della Lega Nord con il nostro Direttore

Page 15: Bv settembre 2014 01 16

le famiglie, le realtà comunali da questo “soffocamento” economico e politico. Lo slogan del nostro congresso di

Padova è questo: liberiamo il lavoro, la famiglia, i giovani: ridiamo speranza a questo Paese partendo dal basso, dai territori che da sempre sono stata la ricchezza dell’Italia!».

Non è che il progetto politico della Lega Nord si fer-mi agli slogan come lo è stato con Roma ladrona?

«Vogliamo scherzare? Abbiamo in serbo delle proposte economiche veramente forti dall’Imu all’anticipo Iva, alle busta paga dei lavoratori. Stiamo pensando ad un’unica aliquota fiscale del 20%, uguale per tutti a prescindere da quel che uno guadagna. Chi non paga avrà convenienza a pagare; ci diranno che siamo dei matti ma questo semplificherà la vita alla gente e toglieremo po-tere alla burocrazia che soffoca la vita degli italiani».

Da Roma al Veneto: sosterrete il referendum per l’indipendenza veneta?Matteo Salvini allarga le braccia: «Non vediamo l’ora che venga fissata dalla Regione Veneto la data di questo referendum prima però ci sono da reperire i fondi necessari a questa elezione; da sempre noi siamo autonomisti e federalisti. L’indipendenza di un popolo è come l’ossigeno per il nostro corpo; ma ci vorrà anche l’indipendenza monetaria perché dobbiamo essere noi a decidere la nostra vita e non certo Bruxelles che attraverso lo strumento dell’euro ci controlla e ci impone regole di vita insopportabili. La sovranità deve tornare ai veneti!».

Non vi sembra di fare una politica del soli contro tutti?«A noi piacciono le sfide impossibili; siamo nati per ridare libertà alla gente e la gente ci sta ripagando; incontriamo consensi dap-pertutto, ci chiamano dal nord al sud Italia per ridare speranza a questo popolo italiano martoriato dalle tasse e dai soprusi e tradito da una classe politica che segue ben altri interessi. A noi piace ragionare con la gente, parlare il linguaggio semplice e di-retto che la gente capisce subito; ecco perché ci dà fiducia; se stasera siamo qui ad Alonte in mezzo a tanti amici è perché le nostre idee trovano ascolto. Noi non ci tiriamo indietro; parleremo di tutto dagli asili nido alle tasse, dalle imprese alla prostituzione agli sprechi enormi di questo Stato. Le sfide impossibili ci piacciono perché vogliamo mettere i pali tra le ruote ai progetti politici di chi vuol farci solo ubbidire, lavorare e crepare. Il nostro futuro lo decidiamo noi; ecco perché avremo un futuro!».

generazioni. D’altronde questo non è casuale; c’è tutto un progetto, elaborato nei grandi centri finanziari e politici europei (e che i nostri governi applicano passivamente) che ci impone scelte calate dall’alto; qui bisogna solo lavorare, produrre a bassi salari, aprire le porte alle merci straniere (l’ultima è quel-la del riso importato dalla Cina a costi bassissimi), far entrare i nuovi schiavi dall’Africa, aprire i centri commerciali anche le domeniche; in sostanza c’è un piano politico che alla fine non ci permetterà né di pen-sare né di decidere il nostro futuro; vi sono grandi interessi che stravolgono la nostra vita».

Eppure Renzi recentemente è stato accolto e applaudito da miglia-ia di imprenditori veneti in quel di Gambellara: vuol dire che la sua linea politica è approvata dalla gran parte della gente.«Renzi è molto più pericoloso sia di Monti che di Letta. Il suo obiettivo, su indicazione di Bruxelles, è chiarissimo: distruggere le piccole realtà politiche, economiche, decisionali del territorio e spostare tutte le decisioni a Roma.Agli occhi degli italiani Renzi si è presentato come un politico gio-vane, capace di ridare speranza e fiducia a questa Italia, in grado di uscire dalla crisi. Ma è un’illusione; da un lato Renzi promette, dall’altro applica tasse su tasse, toglie agli italiani la capacità di votare, di decidere il proprio futuro, elimina i piccoli Comuni e soprattutto accentra tutte le decisioni a Roma. Si accorgeranno i nostri imprenditori medi e piccoli che Ren-zi è stato scelto per realizzare questo progetto; favorire i grandi interessi industriali, noi invece difendiamo i piccoli produttori,

15iNTERViSTE - ATTUALITàAle

ssand

ro La

zzari

n Foto

grafia

Alessa

ndro

Lazz

arin F

otogra

fia

Il gruppo dei dirigenti della Lega Nord con Matteo Salvini Uno scorcio della sala. Nel riquadro: Erika Stefani

Page 16: Bv settembre 2014 01 16

o la brucatina di un’asina. Miracolate a Lourdes alle quali è vietato rinunciare alla pensione d’invalidità. Porti collaudati ufficialmente dopo 36 anni. Cittadini vivi e vegeti che faticano a dimostrare di non essere morti. Decreti attuativi mai fatti al punto che Renzi ne ha ereditati un’enormità: 513. Ministeri che sbrigano ricorsi dopo 31 anni e intimano al ricorrente: ri-sponda immediatamente. Dirigenti asserragliati nella trincea del burocratese e pagati in media il triplo che in Germania. Terremotati alle prese con 1109 leggi e leggine impossibili da rispettare. Norme surreali sui velocipedi “alti al massimo me-tri 2,20”, gli “effetti letterecci” o la pesca dei trichechi. Un reportage spassoso e insieme inorridito sulle regole, i mec-canismi, gli uomini, i deliri, gli sprechi e i privilegi più folli e offensivi di un mondo a parte che non vuole cambiare. E pesa sul paese per almeno 70 miliardi di euro. Una denuncia che però non indica rimedi, dobbiamo dire, che invece fa correre il rischio al pamphlettista, per il tono farsesco scelto per parlare dei mali italiani, di finire lui stesso dentro al quadro del prese-pe che sta dipingendo.

Sopra: Paolo Prando di Apindustria introduce Gian Antonio Stella. Sotto: il pubblico e un momento della serata

Organizzato dall’Apindustria del Mandamento Berico, martedì 15 luglio in villa Pedrina-Rigon di Ponte si è te-nuto un incontro con il giornalista e scrittore Gian Anto-

nio Stella che ha presentato il suo ultimo libro “Bolli sempre bolli fortissimamente bolli”. Un pubblico da grandi occasioni ha applaudito e sorriso, un sorriso amaro per la verità, alle storie di ordinaria follia burocratica che stanno avvilendo e soffocando la società italiana. Un nuovo tassello sui mali italiani raccon-tato con verve e ironia dall’editorialista del Corriere della Sera che con il suo libro “La Casta”, scritto con il collega Sergio Rizzo, ha sollevato il coperchio sui privilegi e le impunità della classe politica, provocando uno dei primi moti di indignazione contro il degrado nazionale. Stavolta è la burocrazia ad essere presa di mira, un moloch che nessun governo e nessuna riforma sono ri-usciti finora a sconfiggere, che contribuisce a collocare il nostro paese agli ultimi posti delle classifiche internazionali riguardo l’efficienza e la produttività dell’apparato statale. Ancor di più, sottolinea il tunnel dell’involuzione culturale in cui l’Italia con il notevole contributo dei suoi cittadini, si è infilata. Sono storie, quelle raccontate da Gian Antonio Stella di anzia-ni obbligati dall’Asl a pesare i pannoloni dopo l’uso. Della Cas-sazione alle prese con processi per lo sgocciolio di una camicia

Sotto i portici di Villa Rigon a Ponte di Barbarano, lo scrittore vicentino Gian Antonio Stella ha pre-sentato il suo ultimo libro di fronte a 300 persone. Il libro prende di mira la burocrazia e il potere che essa esercita sulla vita quotidiana di noi cittadi-ni. Con sottile vena ironica, lo scrittore evidenzia i mali di questa società e le sofferenze che i cittadi-ni patiscono ogni giorno

16 ATTUALITà - PERSONAGGi di Albano Mazzaretto

Schiacciati dalla burocrazia