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mensile di cultura cinematografica 1,00 2015 numero 4 anno XXXV Nuovi spazi e nuove sfide per Cinemazero Ultimato il trasloco degli uffici a Palazzo Badini Mataran, la satira parla anche furlàn Spazio anche al cinema nel nuovo periodico satirico del FVG FEFF 17 Dall’Oriente con furore A Udine dal 23 aprile al 2 maggio un’edizione da non perdere Il ritorno in sala di Nanni Moretti Il regista sarà ospite a Cinemazero per presentare “Mia madre” Young Club in progress Prendono forme le iniziative organizzate dai giovani cinefili Dalla provincia più ricca al continente più povero Antonio Costa presenta in Mediateca il libro su Carlo Mazzacurati Le Voci dell’Inchiesta, arrivederci al 2016 Annunciata la difficile decisione di sospendere l’edizione 2015 Il fuoco del maestro non è morto Ricordo di Gian Vittorio Baldi, audace protagonista del cinema mondiale Aprile 15 spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi

CinemazeroNotizie aprile 2015

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mensile di cultura cinematografica 2015 numero 4 anno XXXV

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Nuovi spazi e nuove sfide per CinemazeroUltimato il trasloco degli uffici a Palazzo Badini

Mataran, la satira parla anche furlànSpazio anche al cinema nel nuovo periodico satirico del FVG

FEFF 17 Dall’Oriente con furoreA Udine dal 23 aprile al 2 maggio un’edizione da non perdere

Il ritorno in sala di Nanni MorettiIl regista sarà ospite a Cinemazero per presentare “Mia madre”

Young Club in progressPrendono forme le iniziative organizzate dai giovani cinefili

Dalla provincia più ricca al continente più poveroAntonio Costa presenta in Mediateca il libro su Carlo Mazzacurati

Le Voci dell’Inchiesta, arrivederci al 2016Annunciata la difficile decisione di sospendere l’edizione 2015

Il fuoco del maestro non è morto Ricordo di Gian Vittorio Baldi, audace protagonista del cinema mondiale

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spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45%contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi

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Correva l’anno 2001 quando Cinemazero vedeva finalmente con-cludersi la propria odissea (senza alcun riferimento kubrickiano).Dopo, infatti, un decennio buio di resistenza, appariva, in fondoal tunnel, la sospirata luce. Come in un nuovo “sol dell’avveni-re”, si era concretizzata la possibilità, data dal neo sindaco del-l’epoca Sergio Bolzonello, di trasferire gli uffici e la mediateca diCinemazero presso l’ex Convento di San Francesco in Piazzadella Motta. Un importantissimo riconoscimento del lavoro svol-to con passione dalla nostra associazione a partire dal 1978.L’ex Convento di San Francesco, in pieno centro storico, fu fon-dato dai frati minori conventuali di San Francesco il 14 giugno1424. Vi transitò anche Giovanni Antonio De Sacchis detto ilPordenone, all’inizio del XVI secolo, per eseguire alcune pitturenel convento. Nel 1769 la sempre laica Repubblica Veneta sop-presse l’ordine conventuale e con Napoleone, alla fine del ‘700,l’ex Convento ospitò le truppe francesi per finire poi come depo-sito di merci. Acquisito dal Comune di Pordenone negli anni ‘70del secolo scorso, solo nel 2001 vedeva terminata la lunga elaboriosa ristrutturazione. Bolzonello decise di affidare il com-plesso ad alcune associazioni per farlo divenire una vera e pro-pria cittadella della cultura con tanto di Caffé Letterario,Mediateca e Chiostro con annessa chiesa sconsacrata permostre, incontri e proiezioni. Attraverso un regolare esborso peraffitto convenzionato, Cinemazero cercò da subito di “restituire”lo spazio alla cittadinanza attraverso manifestazioni nate dallenuove opportunità offerte dalla bella e funzionale strutturacoventuale.Nel corso degli anni sono cresciute iniziative come FilmMakers alChiostro (oggi FMK), Visioni Sonore e tante, tante altre, con laMediateca che teneva aperto fin oltre la mezzanotte e il CafféLetterario che ristorava il pubblico nelle calde serate estive. Tuttiquelli che sono passati per Cinemazero, nel corso di questi quat-tordici anni, e sono veramente tanti fra italiani e stranieri, hannoammirato, non senza una punta di invidia, la bellezza del luogo ela lungimiranza nel votarlo come centro di cultura.Personalmente, dopo tutti questi anni, è con velata malinconiache si lasciano quei luoghi così carichi di ricordi e suggestioni.Vengono lasciati per approdare definitivamente nel mezzanino diPalazzo Badini (XVIIXVIII secolo) all’angolo fra piazzetta Cavour eCorso Garibaldi. Palazzo nobile, di Giovanni Badini che nel 1635,podestà di Pordenone (città dal 1508 sotto il dominio dellaSerenissima), volle abbellire le facciate del palazzo con spiccatogusto veneziano. Cinemazero da qui riparte, deciso a raccogliere le nuove sfide diquesto terzo millennio così carico di cambiamenti.

In copertina Giulia Lazzarini, in unafoto di scena del film Mia madre diNanni Moretti, in sala dal 16 aprile

cinemazeronotiziemensile di informazione cinematograficaAprile 2015, n. 4anno XXXV

Direttore Responsabile Andrea CrozzoliComitato di redazione Piero ColussiRiccardo Costantini Marco FortunatoSabatino LandiTommaso LessioSilvia MorasMaurizio SolidoroCollaboratori Lorenzo CodelliLuciano De GiustiElisabetta PierettoSegretaria di redazioneMarianita SantarossaDirezione, redazione, amministrazioneP.zza della Motta, 233170 Pordenone,Tel. 0434.520404Fax 0434.522603Cassa: 0434-520527e-mail: [email protected]//www.cinemazero.itProgetto graficoPatrizio A. De Mattio[DM+B&Associati] - PnComposizione e FotolitiCinemazero - PnPellicole e Stampa Sincromia - Roveredo in PianoAbbonamenti Italia E. 10,00Estero E. 14,00Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981Questo periodico è iscritto alla:

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Ultimato il trasloco degli uffici di Cinemazero nella nuova sede di Palazzo Badini

Nuovi spazi, nuove sfide per Cinemazero

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an“Non siamo come Charlie, ma persicurezza abbiamo rinnovato l’as-sicurazione”. Dopo i fatti di Parigi,la precisazione è d’obbligo per la reda-zione di Mataran. Mentre una morte folle decimava gli autori della rivistaCharlie Hebdo, in Friuli Venezia Giulia un manipolo digiovani stava confezionando il primo numero dell’uni-co giornale satirico regionale: si chiama ‘Mataran’ (infriulano, pazzo, furbo, guascone) ed esce – già dal feb-braio scorso - ogni primo venerdì del mese in allegatogratuito al settimanale ‘Il Friuli’.Mataran nasce da un’intuizione dell’udinese DavidBenvenuto, autore del gruppo satirico dei Cjastrons, esi avvale della collaborazione di ca de l’aghe di MarcoTonus, cartoonist noto a livello nazionale. A rinforzarele fila si sono aggiunti giovani esordienti e autori navi-gati, come lo scrittore Simone Marcuzzi, il fumettistaSimone Paoloni e il video maker Uolli per citarne alcu-ni, tutti made in FVG. “Una legge stabilisce fino a quan-do sei giovane” – ci dicono – “ma noi abbiamo imbar-cato anche quelli giovani dentro. Sennò non avevamocollaboratori di Trieste”.Una masnada di scrittori, battutisti, artisti, disegnatori esituazionisti di ogni risma, “abbiamo anche il pornoat-tore di Codroipo, Max Felicitas, che scrive degli elzevi-ri”, raccontano attualità e temi universali con un occhiodi riguardo per il “piccolo compendio dell’Universo”:nel primo numero hanno affrontato il lavoro e la crisi,nel secondo il razzismo e le discriminazioni, mentre nelterzo (in edicola proprio ora) bersagliano “la friulanità”nella fatidica data del 3 di Avrîl , anniversario della“Patrie dal Friûl”.Nelle pagine di Mataran si trovano vignette e fotoro-manzi, racconti e fotomontaggi, cronache paradossali efinte pubblicità: si usano tutti i ferri del mestiere per

sorridere “sorridere eh, che i friulani mica ridono, sia mai!” chiosano.Spazio anche al cinema, rigorosamente Cinemataran: parodie di film a tema come Caro pre-cario (un giovane che corteggia la nonna per farsi mantenere) e manifesti rivisti e corretti(dalla gastronomicaCinquanta sfumature difrico al Birdman in versioneSagra degli Osei).Non solo carta “che vi serveper appendervelo in camerao in ufficio” ma anche unapagina Facebook (facebook.com/mataranfvg)e la disponibilità di leggeregli arretrati sulla piattafor-ma gratuita Issuu.Mataran è una palestra perl’ironia, lontana dagli sche-mi preconfezionati e che pri-vilegia un prodotto d.o.c. akm zero. Che piace anchefuori dai nostri confini.

Mataran, la satira parla anche furlàn

Ogni primo venerdì del mese in edicola con IL FRIULI il nuovo giornale satirico regionale

Le prime due copertine di Mataran

Cinemataran: il lato cinematografico della satira made in FVG

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Diciassette anni di cinema asiatico. Diciassette annidi cultura asiatica. Insomma: diciassette anni di FarEast Film Festival. Manca pochissimo all’aperturadell’edizione 2015, contrassegnata appunto dalnumero 17, e sarà un’apertura diversa da tutte lealtre, perché Udine accoglierà i suoi ospiti parlandol’unica lingua che non ha bisogno di traduzione.L’unica lingua davvero universale, più forte di ognipossibile differenza e di ogni possibile distanza: la musica. Toccherà, dunque, a uno deigiganti musicali del nostro tempo il compito d’inaugurare ufficialmente il Festival udinese,con uno Special Gala Concert destinato a fare storia: giovedì 23 aprile alle 20.30 i riflettoridel Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” illumineranno la primissima performance italianadel grande Joe Hisaishi, che riceverà anche il Gelso d’Oro alla carriera!Autentico idolo in patria, il Giappone, e personaggio di culto nel resto del mondo, misterHisaishi non è un semplice artista quanto piuttosto una somma di anime artistiche: compo-sitore, pianista, direttore d’orchestra, regista, scrittore. Un’icona che l’immaginario popola-re lega indissolubilmente alle splendide colonne sonore scritte per i capolavori di MiyazakiHayao (da Il mio vicino Totoro a La città incantata) e di Takeshi Kitano (da Hana-bi – Fioridi fuoco a Sonatine), così come per il meraviglioso Departures di Takita Yojiro (miglior filmstraniero agli Oscar 2009, distribuito in Italia dalla friulana Tucker). E arriviamo, dunque, ai film. I 60 titoli del #FEFF17 (hashtag ufficiale) attingeranno allemigliori produzioni dell'ultima stagione (blockbuster, cult movie, outsider su cui scommet-tere, ma anche “oasi d’autore” da tutta l'Asia) e il calendario sarà ancora una volta impre-ziosito da un fittissima rete di eventi collaterali. Cultura pop nel senso più ampio e trasver-sale, come tutti gli anni, e la cultura pop, si sa, è fatta di icone. Icone destinate a durare lospazio di un applauso, o di una moda, e icone destinate invece a durare per sempre, con-ficcandosi nell’immaginario collettivo. Ogni icona racconta un tempo, ogni icona raccontauna storia. E il racconto che prende forma da una semplice tuta gialla, percorsa da una sem-plice bordatura nera, è decisamente il più epico!Nominare Bruce Lee, nominare la citazione tarantiniana di Kill Bill con Uma Thurman, risul-ta davvero superfluo: la mitica tuta gialla parla, appunto, da sé. Parla a tutti. Ed è proprio suquesto potente automatismo, sull’impatto istantaneo di un’icona, che si basa l’immaginescelta dal Far East Film Festival per la sua diciassettesima edizione. Ecco, allora, il combat-

tente in tuta gialla realizzato dal grafico gorizianoRoberto Rosolin. Un simbolo di forza, con le lineedel kung fu che proseguono (e si moltiplicano)nelle linee di un vetro infranto, e, contemporanea-mente, un omaggio tutt’altro che generico all’uni-verso delle arti marziali.Il FEFF 17, abbracciando – e sviluppando – il pro-getto messo a punto dall’Hong Kong EconomicTrade Office (HKETO) per celebrare il 50° anniver-sario della propria sede di Bruxelles, presenteràinfatti una speciale sezione curata dall’Hong Kong

Film Festival e dedicata alle mitiche martial arts hongkonghesi! Dall’immortale The Way of the Dragon (L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente) di suamaestà Bruce Lee al cult The Young Master di Jackie Chan, da un classico come SpookyEncounters di Sammo Hung a un altro classico come Righting Wrongs di Corey Yuen, senzaovviamente dimenticare Once Upon a Time in China 2 di Tsui Hark, il pubblico potrà goder-si un autentico e irresistibile greatest hits! Non solo il pubblico dei devotissimi, che vivràcon entusiasmo l’idea di ritrovare questi film sul grande schermo, ma anche il pubblico dei“semplici curiosi”, che non resisterà alla tentazione dell’ennesima avventura made in HongKong. Un’avventura cui sarà abbinata un’indimenticabile Hong Kong Night con le grandistar dell’ex colonia britannica. In attesa di annunciare l’intero programma, il FEFF 2015 haanche già svelato tre notevolissime anteprime internazionali: lo sci-fi horror giapponeseParasyte: Part 1 di Yamazaki Takashi, la romantic comedy cinese Women Who Flirt del miti-co Pang Ho-Cheung e l’affascinante gangster movie sudcoreano Gangnam Blues di Yu Ha.

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La 17esima edizione del Festival in programma a Udine dal 23 aprile al 2 maggio

L’immagine ufficiale del Far East Film 2015

Il maestro Joe Hisaishi Gelso d’Oro alla carriera 2015

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Annunciato, attesissimo, praticamente sconosciuto. è in questo incipit il maggior segno dicontinuità del dodicesimo lungometraggio firmato da Nanni Moretti che - è una delle pochenotizie certe ad oggi - arriverà in sala il 16 aprile prossimo e si intitolerà Mia madre.Quattro anni dopo Habemus Papam (7 Nastri d'argento e 3 David di Donatello) Moretti tornadietro la macchina da presa con una storia che lo vede in scena insieme a John Turturro,Giulia Lazzarini, Beatrice Mancini e soprattutto Margherita Buy, indiscussa protagonistanegli abiti di una regista di successo dalla doppia personalità. Tanto forte, autorevole edeterminata sul set, quando fragile nella vita privata, schiacciata dalle figure della madresofferente e di una figlia taciturna. Nanni sarà suo fratello, che si prende cura della madre,mentre Turturro sarà un attore arruolato dalla Buy per un suo film.Per Margherita Buy il film segna il ritorno sul set con Moretti, 9 anni dopo Il Caimano, perun incontro artistico che va a ricostituire una tra le coppie più premiate del cinema italiano.Da una parte infatti l’attrice romana vanta nel suo personale palmarès qualcosa come 6Nastri d'Argento, 6 David di Donatello, 5 Globi d'oro e ben 11 Ciak d'oro oltre al PremioPasinetti di Venezia e non sembra affatto essersi stufata di ricevere riconoscimenti tanto daaver dichiarato: “Il brutto è che uno finisce per abituarsi ai premi: quando non me ne daran-

no piu precipiterò nella depressione".Dall’altra Nanni, il cui elenco completosarebbe troppo lungo, (per chi ama lestatistiche: 6 David, 11 Nastri, 3 Globid'Oro e 13 Ciak d'Oro) annovera diversitrofei “pesanti” come il Premio per lamiglior regia al Festival di Cannes conCaro diario, una Palma d'Oro con Lastanza del Figlio, un Leone d'argento -Gran premio della giuria a Venezia perSogni d'oro e un Orso d'argento aBerlino per La messa è finita.Insomma le premesse per un grandesuccesso ci sono tutte, a partire daltema che trasferisce sullo schermo unavicenda personale, la morte dellamadre, in quella che si annuncia essere

una rielaborazione del lutto unita ad una riflessione sui tempi che viviamo, sviluppata tra lasfera sociale e la dimensione personale. Una storia d’impatto che ha visto impegnato nellascrittura, oltre allo stesso Moretti anche l’amico storico Francesco Piccolo e la scenggiatriceValia Santella coivolta anche nell’ultimo film di Marco Bellocchio. Uno sforzo non da pocoreso possibile da una poderosa produzione internazionale che vede unite Italia (Fandango,Rai e Sacher), Francia (Le Pacte) e Germania (Film Boutique) capaci di raccogliere un bud-get complessivo che si aggira intorno agli otto milioni di euro.Altre informazioni, come vuole la tradizione del cinema morettiano, non se ne hanno. Dicerto l’attesa, come dicevamo, è grandissima, sia da parte dei cinefili che degli addetti ailavori. Quest’ultimi, in un momento di particolare difficoltà per il cinema d’autore, speranodi bissare il successo di Habemus Papam che, solo in patria, sfiorò i 6 milioni di euro per poiandare a raccogliere applausi in Francia.E proprio Oltralpe è focalizzata l’attenzione dei media che però sono cauti ad azzardare unarisposta alla domanda che tutti hanno in mente ovvero se lo vedremo o meno in corsa perla Palma d’Oro. L’impressione è che i “biglietti disponibili” siano solo due (pena un ecces-sivo “sbilanciamento” del concorso) per tre pretendenti. Oltre a Moretti puntano infatti allaCroisette Paolo Sorrentino con Giovinezza (il suo secondo film in inglese) e Matteo Garronecon Il racconto dei racconti. Ironia della sorte il verdetto arriverà proprio il 16 aprile, quando è fissata la conferenza stam-pa di presentazione del programmma ufficiale del Festival di Cannes, in concomitanza conl’uscita del film. Da Cinemazero i suoi tanti estimatori incrociano le dita nella speranza chesia proprio lui, dal palco della NuovaSalaGrande, a poter dare la bella notizia in occasionedel suo incontro con il pubblico, che è gà stato confermato, e i cui dettagli verranno diffusinei prossimi giorni sul sito www.cinemazero.it e a mezzo stampa.

Il regista ha già annunciato di voler incontrare il pubblico di Cinemazero

Set blindato e tanta attesa per ilritorno in sala di Nanni Moretti

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Una delle poche foto del blindatissimo set di Mia madre

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Cinemazero presenta il suo YoungClub, un'iniziativa gratuita volta afornire ai giovani tra i 15 e i 25anni l'occasione di vivere il cine-ma in modo partecipe.L'opportunità, cioè, di non limitar-si ad essere semplici spettatori,ma di diventare una componenteattiva all'interno dei vari ambitilegati a questo mondo.CinemazeroYoungClub è costitui-to da ragazzi e ragazze diPordenone e provincia che,nutrendo un forte interesse per ifilm da sala, decidono di dedicareparte del loro tempo libero a sco-prire e coltivare questa passione. Studenti delle scuole superiori ed universitari che si lan-ciano con forza di volontà e coraggio nella realizzazione di iniziative che troveranno i lorogiudici nel vario ed eterogeneo gruppo dei frequentatori del Cinemazero.Attraverso questo tipo di esperienza, giovani appassionati di cinema constateranno che igusti del pubblico non sempre coincidono con i propri, imparando come sia gratificante riu-scire ad accontentare ed appassionare un vasto numero di persone in un ambito così sog-gettivo e particolareggiato come quello cinematografico.Il progetto prende forma tra le mura della Mediateca, dove lo YoungClub si riunisce, discu-te, confronta le varie idee e punta a realizzarle, con il costante sostegno dello staff diCinemazero, il quale mette a disposizione la propria conoscenza e i propri mezzi senza mai,però, intervenire sui contenuti. Dopo i primi incontri si sono delineati due gruppi di interesse: uno dedicato all'organizza-zione di eventi, l'altro alla programmazione di corsi di formazione e alla creazione di unaredazione video. I gruppi quindi si focalizzano su argomenti diversi, ma complementari, chei membri hanno scelto in base alle loro preferenze personali. Entrambi comunque lavoranotenendo in considerazione il contributo dell'altro, fornendo spunti e garantendo aiuto làdove fosse necessario. Nel primo gruppo vengono trattate idee riguardanti cineforum,retrospettive, dibattiti post-visione, maratone notturne e incontri aperti al pubblico. Nelsecondo invece si discutono l'avvio di corsi di formazione, l'apertura di un canale YouTube,la realizzazione di cortometraggi e l'eventualità di selezionare lavori per concorsi.Queste sono le proposte che verranno tenute in considerazione dallo YoungClub. Almomento, per questioni di priorità, ci si è focalizzati solo su alcuni di questi aspetti tra i qualii più rilevanti sono: per il primo gruppo, un aperitivo di presentazione delCinemazeroYoungClub con vari intrattenimenti e una maratona notturna di film legati altema della follia; per il secondo gruppo, l'organizzazione di corsi di formazione tenuti daprofessionisti del settore e la possibilità di realizzare un cortometraggio di qualità. Con iltempo verrano poi trattati e sviluppati anche gli altri argomenti e probabilmente se neaggiungeranno di nuovi. Ma lo spirito dello YoungClub non si ferma qui! Esso risponde ai dubbi sull’incerto destinoculturale di Pordenone e, come iniziativa nata da un gruppo di ragazzi, vuole farsi spazioall’interno del panorama culturale della città, catalizzando quella voglia di partecipare e con-dividere idee, tipica dei giovani, che spesso non viene compresa. Lo staff di Cinemazero ha percepito questo bisogno e lo Young Club ha risposto con entu-siasmo confermando che la cultura non si trova solo a scuola, all’università o sui libri, maanche e soprattutto in spazi ricreativi e all’interno di un panorama di condivisione e dibat-to, dove i giovani sono i veri protagonisti. Lo Young Club si rivela così anche un’esperienzaformativa per chi volesse intraprendere un percorso di studi legato al cinema, all’organiz-zazione di eventi, o anche solo per coloro che nutrono il desiderio di affacciarsi ad unambiente stimolante. CinemazeroYoungClub è un qualcosa in continuo divenire e noi siamo i primi a non vederel'ora di renderlo reale: CinemazerYoungClub, for CinemaLovers only!

Prendono forme le attività messe in cantiere dai ragazzi che animano la Mediateca

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Young club: per i giovani che nonstanno (solo) a guardare

La bandiera dello Young Club

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Il 29 agosto 1922 con l'iscrizione alla Sezione di Treviso di due cittadini pordenonesi sorsea Pordenone il primo nucleo del CAI. Nel gennaio del 1923 si susseguirono le adesioni dimolti altri giovani appassionati. Dopo essere stata per un breve periodo Sottosezione diTreviso, Pordenone si costituì Sezione autonoma del Club Alpino Italiano. Era il 9 gennaio1925, poco più di 90 anni da oggi.“Il nostro sogno si è avverato - scrisse l'indimenticabile socio fondatore Raffaele Joppi suigiornali locali dell'epoca - l'idea che sei mesi fa ci sembrava assurda, quasi un'utopia, oggisi è realizzata, è un fatto compiuto: la Sezione di Pordenone è stata ufficialmente costituita.Nel diadema meraviglioso delle Sezioni del CAI entra la nuova Sezione di Pordenone, por-tando con sé tutto l'entusiasmo della sua giovinezza. Entra senza titubanze, senza indeci-sioni, perché già iniziata, perché ha già superate e felicemente vinte le prime battaglie. Entracon il fermo intendimento di bene operare e di servire con fedeltà la causa del CAI.”Da quel significativo momento sono trascorsi ben 90 anni. La Sezione ha continuato a“bene operare” con lo stesso spirito di allora e i risultati si sono visti eccome! Non soloaccomunando nel mondo dell'Alpe migliaia e migliaia di amanti della montagna, ma ancheinsegnando e trasmettendo cultura. Quella sana cultura diffusa in maniera diretta, con sem-plicità e chiarezza.Anche in momenti difficili come questi, vogliamo persistere nella stessa direzione per farconoscere un ambiente naturale che, secondo il nostro modo di vedere, qualche volta nonviene considerato nella maniera più consona e opportuna. Con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale di Pordenone, in collaborazione con ilTrentoFilmFestival 365 e in sinergia con Cinemazero, anche per la primavera 2015 abbiamoprogrammato tre incontri molto interessanti. Nella serata del 20 aprile il dott. Marco Pascoli, esperto storico della Grande Guerra, intro-durrà il documentario Dal Tagliamento al Piave - La Grande Guerra in Provincia diPordenone. Le immagini propongono i fatti avvenuti nella prima decade del novembre1917, quando il territorio pordenonese si trovò al centro delle vicende che stavano segnan-do il fronte italo-austriaco della Grande Guerra. Il filmato condensa documenti, anche ine-diti, volti a ricostruire quegli avvenimenti con serenità e dettaglio storico, proponendosi divalorizzare la memoria e le poten-zialità turistico-culturali dei luoghiallora campo di battaglia, oggiangoli suggestivi di unicità e bel-lezza. Dopo l'incontro del 27 aprile conla guida alpina Paolo Caruso,nella terza serata degli Incontri diprimavera - in calendario il 4 mag-gio - sarà proiettato il film del regi-sta svizzero Matthias AffolterBerge im Kopf una delle più avvin-centi opere presentate all'ultimoTrentoFilmFestival. L'autore ci rende partecipi dellapassione e dei dubbi di quattrogenerazioni di alpinisti. Insieme aJacques Grandjean proveremo araggiungere i cristalli che illumi-nano friabili rocce di pareti strapiombanti. Sulla parete nord del Gross Ruchen (Svizzera),Dani Arnold maledice la tempesta che lo sta investendo. Stephan Siegrist invece ci porteràcon sé nella spedizione al pilastro ovest del Makalu, mentre Werner Munter, dall'alto deisuoi 70 anni, è ancora alla ricerca di nuove vie negli angoli più selvaggi della Val d'Hérens.Nella cruda esperienza della montagna rimane difficile trovare la risposta esauriente chegiustifichi l'esistenza contrastante tra il valore della libertà e il fattore incombente delrischio. Le quattro storie di questo film ce la potranno svelare?Ci auguriamo che anche questa volta la nostra iniziativa possa soddisfare la partecipazionedell'affezionato pubblico.

Ritornano gli appuntamenti con il cinema e la montagna organizzati dal CAI

Incontri di primavera con il CAI90 anni di storia, cultura e cinema

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Una scena dell’avvincente Berge im Kopf di Matthias Affolter

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A un anno dalla morte esce perMarsilio la prima biografia completadell'opera del regista padovano pre-maturamente scomparso. Dall’esordioa Venezia con Notte italiana (1987),Mazzacurati film dopo film non hamancato il compito di trovare una suaoriginalità e posizione, anche se, nel-l’asfittico panorama produttivo e dicritica italiano, verrà inizialmente con-fuso all'interno di quella formula del“cinema carino” con cui il giornalismocinematografico di allora definiva ifilm della generazione esordita neglianni 80. Non manca però chi, come Diamanti,saprà cogliere in un veloce ritratto lafisionomia etico artistica di questoregista, evidenziandone tanto la caricamoralistica che la resilienza, dei suoifilm, dei suoi personaggi, dei suoi pae-saggi: “Un uomo di cultura, una per-sona mite e forte, come le storie cheha raccontato nei suoi film”. Perché ilcinema di Mazzacurati, trascendendo,scarnificando, rielaborando gli stilemidel cinema d’autore e della scuola hol-lywoodiana ai quali si è formata la suaadolescenza di cinefilo, sa cogliere nel suo io più profondo quell'umanità che, nella riccaprovincia italiana di fine novecento, è lasciata ai margini e deve fare i conti con la dura realtàche si muove adombrata sotto i lustrini dei distretti industriali del nordest. Una crisi morale prima che economica, tanto più violentemente emersa alle cronache oggi,a dimostrare da un lato la preveggenza del regista padovano e dall'altro la straordinariamodernità dei suoi film. Il toro (1994, Leone d’Argento a Venezia), Vesna va veloce (1996),La lingua del santo (2000), fino all'ultimo, La sedia della felicità (2013), appartengono a unariflessione sui subalterni che è tanto più vera e manifesta oggi: il sogno di un tenore di vitasecondo gli standard diffusi dalle tv commerciali e dallo yuppismo d'importazione, al costodi perdere ogni riferimento culturale e storico con la propria terra, ogni identità. Perché èquesto sradicamento che testimonia la koinè linguistica dei personaggi di Mazzacurati, chevolgono lo sguardo dal loro dialetto originario ma non superano le sue inflessioni nell'ita-liano. Sono questi “sfigati” che Mazzacurati manda in giro per il mondo, a confrontare la propriastoria con quella di popoli limitrofi ma avvolti nel mito dell’oltrecortina (Il toro), a confron-tarsi con essi nel primo esodo massiccio dall’Est (Notte italiana, Vesna va veloce), metten-do in mostra un paesaggio poco comune nel cinema italiano, escluso da tanto neo-neorea-lismo di maniera, nel quale la pianura padana si ritrova nelle campagne dell’ex-Jugoslavia,specchio infranto di una comunione perduta con la propria terra e le proprie tradizioni, evi-denziate anche nella “difficile” rilettura di Parise (Il prete bello, 1989, a quale Antonio Costadedica il suo saggio) e nella cosiddetta “trilogia del Delta” (a cominciare dal suo film d’e-sordio, Notte italiana, proseguendo poi con L’estate di Davide, 1998, fino a La giusta distan-za, 2007, forse il miglior film del regista padovano)Terra e tradizioni che Mazzacurati riscopre per noi, attraverso i suoi “ritratti” (Rigoni Stern,Zanzotto, Meneghello, Sei Venezia), rispetto ai quali il documentario realizzato inMozambico per il CUAMM, Medici con l’Africa (2014), appare una naturale prosecuzione eun testamento che testimonia dell’umanesimo di Carlo Mazzacurati, volto a cogliere condelicata ma ferma mano le figure solitamente lasciate sullo sfondo, dalla provincia più riccaal continente più povero.

Il 2 aprile alle 18.00 Antonio Costa presenta il libro su Carlo Mazzacurati in Mediateca

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Dalla provincia più ricca al continente più povero

La copertina del libro Carlo Mazzacurati di Antonio Costa, Marsilio, Venezia 2015

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Cinemazero annuncia la difficile decisione di sospendere per il 2015 il festival Le Vocidell’Inchiesta. Le ragioni si trovano nella necessità di ammortizzare gli sforzi – economici edel personale – legati al trasferimento e rinnovamento della Mediateca, del recente traslocodegli uffici e dell’ammodernamento della Sala Grande. La decisione non è stata certamen-te semplice o indolore, ma è stata fatta con la ferma convinzione di ritornare il prossimoanno con un festival aggiornato nella forma e nei contenuti, grazie anche agli importantimiglioramenti apportati alle strutture, alla moltiplicazione dei servizi e delle iniziative eall’ampliamento di sguardo ed energie che il nuovo contesto ha già messo in campo. Il Presidente Renato Cinelli ricorda che “Le Voci dell’Inchiesta è un festival importante perCinemazero, che infatti in questi anni l’ha sostenuto, anche economicamente, proprio per lacentralità che i temi trattati hanno per l’Associazione. La difficile congiuntura economica haportato alla necessaria scelta di prendere una pausa, che confidiamo l’affezionato pubblicodel festival comprenderà, sapendo di poter contare su un ritorno che già ora si sta pianifi-cando”. Il festival – l'unico in Italia sul genere giornalistico dell'inchiesta, nelle sue varie forme – erarealizzato per la direzione artistica del professor Marco Rossitti con grande sforzo profes-sionale da parte di Cinemazero, contando negli anni sulla collaborazione di molti enti esponsor, in particolare legati a progettualità o tematiche specifiche (ambiente, legalità, dirit-ti delle donne...). Diversi i film prodotti e i libri realizzati nell'ambito e sotto l'egida dellamanifestazione.Le prime otto edizioni del festival Le voci dell'inchiesta (2007-2014) hanno avuto un eccel-lente riscontro di pubblico e mediatico, portando sugli schermi pordenonesi innumerevolianteprime italiane e affrontando i più scottanti temi di attualità senza alcuna censura. Fra gliospiti intervenuti (senza pretesa di esaustività di questo elenco), vi sono stati Sergio Zavoli,Furio Colombo, Walter Veltroni, Angelo Guglielmi, Paolo Ruffini, Giovanni Minoli,Corradino Mineo, Enrico Ghezzi, Riccardo Iacona, Oliviero Beha, Roberto Reale, i fotografiLetizia Battaglia, Pier Palo Mittica, Romano Martinis, Mario Dondero, il procuratore antima-fia Roberto Scarpinato, Pino Masciari, i giornalisti Corrado Stajano, Curzio Maltese, MarcoTravaglio, Piero Badaloni, Gianfranco Pasquino, Duilio Gianmaria, Mimmo Candito, SergioCanciani, Sigfrido Ranucci e Maurizio Torrealta, Saverio Lodato, Valeria Palumbo eL'Europeo, Gianni Barbacetto, Sigfrido Ranucci, Domenico Iannacone, Enrico Deaglio eBeppe Cremagnani, Loris Mazzetti, Chiara Lico; Pif e Andrea Pellizzari de Le Iene, Carlo Ripa

di Meana, GuidoViale, RobertoSavio, SvevaSagramola, Pippodel Bono, AlejandroI n c h a r r e g u i ,Beppino Englaro,Ulderico Pesce,Fiore de Rienzo,S i l v e s t r oMontanaro; i registidi fama internazio-nale Rachel BethAnderson, MartynBurke, FrederikGertten, BenoitFelici, Jilles Cotton,

Nina Rosenblum, Andreas Pichler, la coppia tedesca Altemeier & Hornung, Cecilia Mangini,Ugo Gregoretti, Luciano Emmer, Gianni Bisiach, Gianfranco Mingozzi, Daniele Segre, NeneConversano e Francesco Grignaffini, Piergiorgio Gay, Silvano Agosti, Gianfranco Pannone,Bruno Bigoni, Raffaele Brunetti, Penelope Bortoluzzi, Barbara Cupisti, Lorenzo Bucella,Davide De Michelis, Roberto Olla, Davide Melazzini, Luca Scivoletto, Alessandro Scillitani emolti, molti altri ancora fra scrittori, registi e giornalisti. L'appuntamento per scoprire quali nomi andranno ad allungare la lista quindi è per il 2016.Noi ci saremo.

Cinemazero annuncia la difficile sospensione dell’edizione 2015

Le Voci dell’Inchiestanon un addio ma un arrivederci

Uno dei molti incontri con l’autore organizzati da Le Voci dell’Inchiesta

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La notizia era quella che mai avremmo voluto ascolta-re. Lui, Gian Vittorio Baldi è morto, un sms del figlionon lasciava illusioni. L'utopia del cinema scrive la suaparola: fine. Era nato a Lugo il 30 ottobre del 1930, émorto lo scorso 23 marzo, nei giorni del Vinitaly, luiche tra i premi della sua vita ha serbato cari, insieme aquelli del cinema, di cui è stato indiscusso originaleautore-produttore, quelli di straordinario vignaiolo,primo artefice della nascita di una originale vena roma-gnola. Gian Vittorio Baldi uomo rinascimentale nel suo essere artista e protagonista dell'u-manità, è stato, dopo la morte di Pier Paolo Pasolini, di cui fu produttore e critico amico, l'u-nico lucido intellettuale in questa stanca Italia. Inutile forse ricordare quanto il cinema mon-diale gli debba, non è un caso che in Cina sia stato insieme a Michelangelo Antonioni l'uni-co autore cinematografico italiano ritenuto degno di un omaggio dallo Stato. Uomo di gran-de sensibilità ha aiutato i suoi colleghi a fare quel cinema che altri non permettevano lorodi fare e pensiamo a Cronaca di Anna Magdalena Bach di Jean-Marie Straub e DanièleHuillet, a Diario di una schizofrenica di Nelo Risi, a Porcile (1969) e Appunti per un’Orestiadeafricana (1970) di Pier Paolo Pasolini e Quattro notti di un sognatore (1971) di RobertBresson, e con questo ci emozioniamo come quando rivediamo il suo Fuoco! (1968). Un filmche canta il cinema come solo il grande cinema sa fare. Lui che odiava il cinema fatto in stu-dio, che amava il cinema vero girato con pochi mezzi, come era l'arte del maestro pittore,pochi allievi intorno e lui a guidare. Film i suoi capaci di scandalizzare per la loro violenza narrativa, per il loro entrare a gambatesa sull'uomo, come in Luciano (1962) un film su un uomo segnato dall'abuso sessuale daparte dei preti. Per la prima volta si parla di un tema tabù. Denuncia intollerabile nell’Italiadi quegli anni che tutto teneva nascosto nel patto Chiesa – Democrazia Cristiana. Avevaimparato a creare immagini nella televisione pubblica, prima quella francese nel 1950, inItalia non esisteva ancora, poi nella Rai che nasceva, nasceva in bottega e non studiando alCentro Sperimentale, in un momento in cui era considerato capitale per i registi lavorare peril piccolo schermo. Comincia a girare i suoi primi cortometraggi e con Il pianto delle zitelle (1958) ottiene ilPremio della Giuria alla Mostra del cinema di Venezia, due anni dopo vince il Leone d’oroper il miglior cortometraggio e il Nastro d’argento per La casa delle vedove. I suoi corto-metraggi si infilano nella vita misera di un’umanità che sta ai margini della notizia, rega-lando loro una voce inaspettata. Fa parlare insieme uomini e luoghi raccontando l’Italiadegli anni ’60 al di là dei sogni di un falso e deleterio boom, che profeticamente mostra nelsuo tragico futuro. Sono terre di nessuno i luoghi che mostra, è l’Italia che non va in coper-tina, il suo è impegno civile e grande lavoro linguistico e poetico. Nel 1960 aveva fondatol’IDI (Istituto del Documentario Italiano) per promuovere la diffusione dei documentari d’au-tore. Con Zavattini gira un episodio La prova d’amore del film Le italiane e l’amore (1961),poi partecipa a un altro film a episodi nel 1964 con Michel Brault, Jean Rouch e HiroshiTeshigahara: “La fleur de l’âge – Les adolescents” ancora inedito in Italia. Nello stesso annodiviene segretario generale della neonata AID (Association International desDocumentaristes).Indifferente alle logiche del mercato Baldi vive un percorso mai assimilabile ad altri, la suaè la poetica della marginalità. Nel 1971 gira lo sfortunato La notte dei fiori, nel 1974 il capo-lavoro L’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale. Dopo l’infelice esperienzaproduttiva, carica di film importanti ma appesantita da costi insostenibili, torna a girare conla RAI, è il tempo di Anni duri (1997) un asciutto atto di accusa contro la FIAT , che la Tv tra-smette con due anni di ritardo, e poi lo straordinario Zen – Zona Espansione Nord (1988)dedicato al dramma di quel quartiere di Palermo e Nevrijeme – Il temporale (1999) dedica-to alla guerra etnica nella ex Jugoslavia. Infine Il cielo sopra di me (2009) un titolo profeticoper salutare da buon laico la vita. Una vita spesa in nome di un cinema mai popolare mavolto a raccontare il popolo, un popolo che non ama avere uno specchio per vedersi rifles-so, perché ha troppa paura di non poter più mentirsi. Così negli anni del boom, così oggi.Gian Vittorio Baldi ha smesso di raccontare e noi, oggi ci sentiamo impauriti, più vuoti,senza il suo raccontare quel cinema che è testimonianza del nostro vivere. Grazie maestro.

Regista e produttore fu audace e instancabile protagonista del cinema mondiale

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Il fuoco del maestronon è morto

Gian Vittorio Baldi

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LE TERRE DI IPPOLITO NIEVOPordenone, Sesto al Reghena, Cordovado - sabato 18 aprile 2015Pordenonelegge il territorio si avventura sulle orme di Ippolito Nievo attraverso i comu-ni del basso pordenonese: si parte da Sesto al Reghena, culla del potere temporale nel-l'intero Friuli Occidentale, con una visita alla scenografica Abbazzia benedettina di SantaMaria in Sylvis. Subito dopo il tour proseguirà ai Mulini di Stalis, alla fontana diVenchiaredo e addentrandosi nella cittadina di Cordovado: sono questi gli scenari chehanno ispirato Ippolito Nievo per la stesura del suo capolavoro “Le confessioni di un ita-liano”. E dopo un'immersione nei sapori tipici del territorio, da Ca' Malvani a Cordovado,la giornata proseguità al Museo Nieviano di Fratta, edificato nell'area in cui sorgeva ilcastello degli anni di infanzia e giovinezza di Carlino Altoviti. Alcune vestigia del castellosono state rinvenute nel corso di recenti scavi archeologi; oggi il piccolo borgo è domi-nato da un edificio padronale rurale, il "Cortino", restaurato e divenuto sede del MuseoNieviano e del centro culturale collegato. Ancora una gustosa gimcana fra luoghi e sapo-ri, prima del rientro, con una tappa d'obbligo al caseificio di Venchiaredo, azienda leaderdella trasformazione di formaggi freschi, produttrice di stracchino e mozzarella. Info:www.pordenonelegge.it

PREMIO MATTADORBando di concorso, fino al 15 aprile 2015Il Premio Internazionale per laSceneggiatura Mattador è dedicatoa Matteo Caenazzo, giovane triesti-no studente di cinema all’UniversitàCa’ Foscari di Venezia, scomparsoprematuramente il 28 giugno 2009,

mentre stava studiando con l’obiettivo di intraprendere la professione di sceneggiatore.Il Concorso, rivolto a giovani sceneggiatori italiani e stranieri dai 16 ai 30 anni, si propo-ne di far emergere e valorizzare nuovi talenti che scelgono di avvicinarsi alla scritturacinematografica, offrendo loro la possibilità di sviluppare i loro progetti lavorando a con-tatto con tutor professionisti. Il Concorso prevede quest’anno una novità, accanto allesezioni già esistenti se ne aggiunge una nuova, dedicata all’illustrare storie per il cinema:Premio MATTADOR alla migliore sceneggiatura per lungometraggio, Premio MATTA-DOR al miglior soggetto, Premio CORTO86 alla migliore sceneggiatura per cortometrag-gio e Premio DOLLY “Illustrare storie per il cinema” alla migliore storia raccontata perimmagini. Info: www.premiomattador.it

I DOCUMENTARI D’ARTE DI VILLA MANINVilla Manin, Passariano di Codroipo (Ud) - sabato 18 aprile 2015Parallelamente alla mostra Avanguardia Russa 1910-1930, Villa Manin propone una ras-segna di inediti documentari d’arte dedicati ai protagonisti delle avanguardie russe deglianni Venti e al “greco pazzo” George Costakis definito da Bruce Chatwin “il più grandecollezionista privato dell’Unione Sovietica”. L’appuntamento di aprile è per sabato 18 con il documentario inedito in Italia AleksandrRodchenko e l’avanguardia russa di Michael Craig incentrato ovviamente sulla figura delpittore, scultore, fotografo e grafico russo nel che nel 1924 abbandona la pittura per dedi-carsi totalmente alla fotografia dove sperimenta soluzioni non convenzionali. A seguirel’avvincente Una così bella parola: il montaggio di Bernard Eisenschitz che presenta, uti-lizzando le sequenze dei film piùcelebri, le diverse elaborazioni teori-che sul montaggio: dal “montaggiodelle attrazioni” di Sergej Ejzenštejnalla “realtà colta sul fatto” di DzigaVertov che progettava con i suoikino-pravda e kinoglaz la “cinematiz-zazione delle masse”. Sala Convegni, ore 17.00, ingressolibero fino ad esaurimento dei postidisponibili. Info: www.villamanin-eventi.it

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STORIA DI AMORE E CORAGGIO SULLA SCELTA CHE CAMBIERÀ LA VITA DI UNA COPPIA

l A SCel tADi miChel e Pl ACiDo Laura e Giorgio si amano intensamente e sono desiderosi di un figlio che nonarriva. Ma solo un grande amore può superare la dolorosa prova che devonoaffrontare. Una prova che impone una scelta. Da una parte, un uomo offesonella sua morale, che cerca una soluzione al dilemma; dall'altra, una donnache sente la necessità di diventare madre. Quale scelta fare per essere ancorafelici?La Scelta è ispirato al testo teatrale L’innesto di Luigi Pirandello, un’opera chefece scandalo e scalpore dividendo pubblico e critica. Oggi come allora, il tematocca le nostre sensibilità. Ci troviamo di fronte ad una donna disposta adassumersi con coraggio la scelta di diventare madre, una donna che si scontracon il perbenismo della morale comune, morale forse non molto cambiatarispetto ai tempi di Pirandello. Quanto è importante il legame biologico colproprio figlio? A quali certezze si è disposti a rinunciare, per amore?Scrive Placido nelle note di regia “Ho tentato di essere quanto più fedele pos-sibile alla matrice pirandelliana ma adeguandola all’oggi e al linguaggio cine-matografico. La storia mi è sembrata ancora più significativa una volta tra-sportata in un’epoca come la nostra, in cui la maternità spesso viene pro-grammata. Il nostro film è ambientato oggi a Bisceglie, in Puglia, e raccontauna felice coppia borghese fino a quando un evento drammatico e improvvi-so non ne sconvolge il destino: l’irruzione di una gravidanza, improvvisa epuntellata da elementi drammatici che, seminando il dubbio sulla paternità delbimbo, rischia di compromettere gli equilibri e i sentimenti di marito e moglie,portandone alla luce le differenze caratteriali. (...) I due protagonisti dovranno ricorrere a tutto il loro amore per trasformarequell’esperienza in un rafforzamento del sentimento che li unisce, dovrannoaffrontare con grande forza ogni paura e fare alla fine una scelta.

THRILLER PSICOLOGICO IPNOTIZZANTE BASATO SU UN’INCREDIBILE STORIA VERA

l e VACAnze Del PiCCol o niCol ASDi l AuRent t iRARD Con la fine dell'anno scolastico, arrivano finalmente le tanto attese vacanze. Ilpiccolo Nicolas, insieme ai genitori e alla nonna, parte per il mare, e va adalloggiare all'Hotel Beau-Rivage. Sulla spiaggia, Nicolas si fa presto dei nuoviamici: Blaise, che vive lì; Fructueux, che mangia di tutto; Djodjo, che parla inmodo buffo perché è inglese; Crépin, che non smette mai di piagnucolare; ilfastidioso Côme, che vuole avere sempre ragione. E poi c'è Isabelle, una bam-bina che segue Nicolas dappertutto. Nicolas entra nel panico: secondo i suoisospetti, i grandi vogliono che lui e Isabelle si sposino. Per sua fortuna, ci sonoi suoi amici ad aiutarlo, e a combinare guai. Tra la spiaggia, l'albergo e ilbosco, insieme ai suoi amici, alla sua famiglia, al bagnino e all'istruttore dinuoto, Nicolas vivrà un'estate indimenticabile. Tratto dal bestseller che ha venduto più di 15 milioni di copie nel mondo, ilsecondo episodio delle avventure del piccolo Nicolas e della sua famiglia rical-ca la struttura della commedia degli equivoci del suo esordio, che incanta ediverte senza l’uso di effetti speciali o di trovate mirabolanti. In fondo le stram-palate vicende quotidiane di Nicolas sono più che sufficienti a rendere memo-rabile quest’estate. In un’atmosfera vintage, quasi sospesa nel tempo, assi-stiamo infatti a tutta una carrellata di improbabili personaggi, che diventanoloro malgrado star di gag surreali. Grazie ad un ritmo spumeggiante, a battu-te brillanti e a siparietti spassosi, ritroviamo in scena le idiosincrasie dellenostre vacanze, le ingenuità dell’infanzia, ma anche quelle dell’età adulta. E idrammi, per fortuna, si risolvono in fretta, come i piccoli grandi imprevisti delnostro quotidiano. Un cast davvero azzeccato (inclusa una versione inedita estrabiliante di Luca Zingaretti), una colonna sonora deliziosa, una fotografiaquasi d’altri tempi e una regia sognante rendono questo film assolutamenteimperdibile.

EDO E IL SUO “PROBLEMA” IN UNA STORIA DI CRESCITA RACCONTATA CON AUTENTICITÀ

ShoRt Skin Di DuCCio ChiARin i Il diciassettenne pisano Edoardo ha un vero problema: un prepuzio troppostretto che non permette al glande di uscire "come dovrebbe", e per via di quel-la "pelle corta" non può avere una vita sessuale soddisfacente, nemmeno frasé e sé. La famiglia di Edoardo trascorre l'estate sul lungomare toscano: la

Un film di Michele Placido.Con Raoul Bova, AmbraAngiolini, Michele Placido.Italia, 2015. Durata 86 min.

(Tit. Or.: Les vacances dupetit Nicolas) Un film diLaurent Tirard. Con MathéoBoisselier, Valérie Lemercier,Kad Mérad. Francia, 2015.Durata 97 min.

Un film di Duccio Chiarini.Con Matteo Creatini,Francesca Agostini, NicolaNocchi. Italia, 2015. Durata 83 min.

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madre "tiene casa", il padre sfarfalleggia, la sorellina Olivia cerca di far accop-piare il suo cane e Edoardo sospira davanti alla finestra della dirimpettaiaBianca, che fino a quel momento l'ha confinato al ruolo dell'amico. RiusciràEdoardo a superare i suoi problemi sessuali, fisici ed emotivi?Short Skin, opera prima sviluppata da Biennale College, mostra già una buonapadronanza del mezzo cinematografico e della costruzione della storia da partedi Duccio Chiarini, che racconta ciò che conosce e restituisce un'autenticitàemotiva e di ambiente che si respira in ogni inquadratura. La storia di Edoardo(assai simile all'Edoardo Gabbriellini di Ovosodo) è raccontata con garbo edironia, empatia e delicatezza. Si sorride, ma ci si immedesima anche nellapaura e nell'imbarazzo esistenziale del ragazzo, perché la regia di Chiarini ciimpedisce ogni distanza emotiva e ci fa provare epidermicamente quelle emo-zioni. Edoardo attraversa il film a spalle curve, con un'aria mesta da "scusatese esisto", ma riesce comunque a dire i suoi no al momento giusto, e a riven-dicare la propria dignità di giovane uomo. In Short Skin non c'è spazio per ilfacile umorismo legato alla sua condizione avvilente, c'è n'è invece per unariflessione su cosa fa di un maschio un uomo: "la parte più importante", comeil padre di Edoardo definisce il pene (e infatti a tratti ragiona solo con quello),o la capacità di rispettare se stessi e gli altri, anche nella loro fisicità, come faEdoardo. E a proposito di fisicità, Chiarini sceglie tutti attori dall'aspetto non stereotipi-camente cinematografico, ovvero apparentemente privo di difetti estetici. Laloro nudità è un'esposizione realistica di imperfezioni e insicurezze, come suc-cede nella vita, soprattutto a diciassette anni. Chiarini ci fa entrare nella pelledei suoi personaggi, ricordandoci che, nelle faccende del cuore, quella diognuno di noi è talvolta troppo corta

TRA VERGOGNA E ONORE IL VIAGGIO DI YOUSEF

il FiGl io Di hAmASDi nADAV SChRimAn Cresciuto in Palestina, da adolescente Mosab Hassan Yousef sviluppa un'av-versione nei confronti di Israele che, da ultimo, lo porta in prigione. Qui, col-pito dalla brutalità di Hamas e spinto dalla repulsione per i metodi del gruppo- in particolare gli attentati suicidi - Mosab matura una "conversione" inaspet-tata, iniziando a vedere in Hamas un problema, non una soluzione. Reclutatodallo Shin Bet (il servizio di sicurezza interna d'Israele) col nome in codice di"Green Prince", per oltre un decennio spia dall'interno l'élite di Hamas,rischiando la vita e facendo i conti con la sensazione di tradire il suo popolo ela sua stessa famiglia. Nel tempo, il rapporto tra Mosab e il suo referente alloShin Bet, Gonen Ben Yitzhak, si fa sempre più leale. Una lealtà che nessunoavrebbe potuto immaginare.Basato sul best-seller di Mosab Hassan Yousef Figlio di Hamas (edito in Italiada Gremese), il film rivela un mondo complesso fatto di terrore, inganno, escelte impossibili e fa luce - attraverso testimonianze dirette, sequenze dram-matiche e rari materiali d'archivio - su decenni di segreti, raccontando unaprofonda amicizia e rimettendo in discussione molto di quanto crediamo disapere sul conflitto israelo-palestinese..

UN RACCONTO DEL NOSTRO TEMPO ATTRAVERSO LO SGUAROD DEI PIÙ PICCOLI

i bAmbini SAnnoDi wAl t eR Vel t Ron i Il nuovo documentario di Walter Veltroni, che del suo lavoro dice: "I grandi noncapiscono mai niente da soli e i bambini si stufano di spiegargli tutto ognivolta". Saint Exupéry sapeva la verità sulla vita e conosceva le vie, segrete etenui, per parlare al cuore, alla fantasia, al cervello dei bambini. Negli anni sessanta, camminando per le strade del nostro paese, si poteva tro-vare un bambino, da zero ai quattordici anni , ogni quattro abitanti. Oggi ce n'èuno ogni otto, la metà . Un paese in cui spariscono i bambini è un paese senzafiducia, senza voglia di futuro, più conservatore. è anche un paese con menofantasia. E con meno poesia. Con meno gioco. Con meno ottimismo. Ho cer-cato di raccontare, attraverso le voci di trentanove bambini, il nostro tempo. Liho interrogati sulla vita, l'amore, le loro passioni, il rapporto con Dio, sullacrisi, la famiglia e sull'omosessualità. I bambini non sono delle strane creatu-re alla quali rivolgersi con quel tono fintamente comprensivo che gli adultiusano per comunicare con loro. I bambini hanno un loro mondo, un loro puntodi vista, una loro meravigliosa sincerità . Questo film racconta come i nostribambini , tra gli otto e i tredici anni, osservano e giudicano l'Italia, la loro vita,i grandi, il futuro".

(Tit. Or.: The Green Prince)Un film di Nadav Schirman.Con Mosab Hassan Yousef,Gonen Ben Yitzhak. GranBretagna, 2014.Dur.: 95 min.

Un film di Walter Veltroni.Italia, 2015.

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Mercoledì 1 aprile | Cinemazero | ore 9.30 | ingresso libero | Evento speciale in occasione della GiornataMondiale dell’Autismo promossa da Fondazione Bambini e Autismo ONLUS di PordenoneMARY & MAX di Adam Elliot. Animazione. Australia 2009, 80'"Mary and Max" è il primo brillante lungometraggio per l'australiano Adam Elliot (già Oscar nel 2004 per ilcorto di animazione "Harvie Krumpet") ed è un film sulla solitudine. In particolare su due solitudini apparen-temente diverse, distanti nello spazio e nel tempo (anagrafico), ma in qualche modo esattamente uguali especulari. Mary è una bambina di otto anni che vive in un sobborgo di Melbourne (Australia), con due geni-tori completamente assenti. Tutto quello che vorrebbe Mary è un vero amico, oltre al solo che ha, un pollo.Max è un quarantenne ebreo, solo, in analisi, una vita di lavori saltuari, un guardaroba fatto di tute da gin-nastica, incapace di comprendere la gente, perenne perdente alla lotteria, e malato di una particolare formadi depressione, ma con lo stesso problema di Mary: avere un amico vero, che non sia un uomo invisibileseduto su uno sgabello a leggere classici, o un pesce rosso [cit. Davide De Lucca]

Mercoledì 1 aprile | Cinema Zancanaro | ore 9.00 IL RAGAZZO INVISIBILE di Gabriele Salvatores. Fantastico. Italia, Francia 2014, 100'Michele è un adolescente che vive a Trieste con la mamma Giovanna. A scuola i bulletti della classe, Ivan eBrando, lo tiranneggiano e la ragazza di cui è innamorato, Stella, sembra non accorgersi di lui. Ma un gior-no Michele scopre di avere un potere, anzi, un superpotere: quello di diventare invisibile. Sarà solo la primadi una serie di scoperte strabilianti che cambieranno la vita a lui e a tutti quelli che lo circondano [cit. PaolaCasella] Consigliato ad alunni delle scuole primarie (classi quarte e quinte) e secondarie di primo e secondogrado.

Mercoledì 14 aprile | Cinemazero | ore 9.30 MERAVIGLIOSO BOCCACCIO di Paolo e Vittorio Taviani. Con Lello Arena, Paola Cortellesi. Italia 2015, 120' Nella Roma del 1943-44, occupata dai nazifascisti, la lotta, le sofferenze, i sacrifici della gente sono racconta-ti attraverso le vicende di una popolana, di un sacerdote e di un ingegnere comunista: la prima è abbattutada una raffica di mitra; il terzo muore sotto le torture; il secondo viene fucilato all'alba alla periferia di Roma,salutato dai ragazzini della sua parrocchia. Girato tra difficoltà economiche e organizzative di ogni genere, ilfilm impose in tutto il mondo una visione e rappresentazione delle cose vera e nuova, cui la critica avrebbedato poco più tardi il nome di neorealismo [cit. Il Morandini]. Consigliato ad alunni delle scuole secondariedi secondo grado.

Venerdì 17 aprile | Cinemazero | ore 9.30 ROMA CITTÀ APERTA (V. restaurata) di Roberto Rossellini. Con Anna Magnani, Aldo Fabrizi. Italia 1945, 98' Nel 1348 la peste infuria a Firenze, dieci giovani si riuniscono in una casa di campagna e per dieci giorni siraccontano storie d'amore, di sesso, di burle clamorose, nell'intento di scacciare la paura della malattia edella morte. Paolo e Vittorio Taviani adattano il Decamerone di Boccaccio alle esigenze del Ventunesimosecolo, affrontando di petto il timore che attanaglia l'esistenza dei giovani (italiani) contemporanei [cit. PaolaCasella]. Consigliato ad alunni delle scuole secondarie di secondo grado. Con introduzione di MonicaEmmanuelli dell'Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione di Udine

Martedì 28 aprile | Cinemazero | ore 9.30 LE VACANZE DEL PICCOLO NICOLAS di Laurent Tirard. Con Mathéo Boisselier, Valérie Lemercie. Francia 2015, 97'Con la fine dell'anno scolastico, arrivano finalmente le tanto attese vacanze. Il piccolo Nicolas, insieme aigenitori e alla nonna, parte per il mare, e va ad alloggiare all'Hotel Beau-Rivage. Sulla spiaggia, Nicolas si fapresto dei nuovi amici: Blaise, che vive lì; Fructueux, che mangia di tutto; Djodjo, che parla in modo buffoperché è inglese; Crépin, che non smette mai di piagnucolare; il fastidioso Côme, che vuole avere sempreragione. E poi c'è Isabelle, una bambina che segue Nicolas dappertutto. Nicolas entra nel panico: secondo isuoi sospetti, i grandi vogliono che lui e Isabelle si sposino. Per sua fortuna, ci sono i suoi amici ad aiutarlo,e a combinare guai. Tra la spiaggia, l'albergo e il bosco, insieme ai suoi amici, alla sua famiglia, al bagninoe all'istruttore di nuoto, Nicolas vivrà un'estate indimenticabile [Mymovies.it] Consigliato ad alunni delle scuole primarie (classi quarte e quinte) e secondarie di primo grado.

LA SCUOLA AL CINEMA - APRILE 2015Le proiezioni si svolgono a Pordenone presso Cinemazero, in Piazza Maestri del Lavoro e a Sacile presso il Cinema

Zancanaro, in Viale Zancanaro. Il costo del biglietto è di € 3,00 a studente (insegnanti e accompagnatori non pagano).Per informazioni e prenotazioni, mail [email protected], tel. 3920614459 (mar-ven dalle 15.00 alle 18.00)

Evento speciale 1 aprile ore 9.30MARY & MAX di Adam Elliot

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GLI EREDI DI TOTÒ

ul t imo t AnGo A zAGARolregia di Nando Cicero, 1975 dur. 100’

Venerdì 24 aprile 2015 - ore 19.30Mediateca Cinemazero - Piazza Cavour, PN | Ingresso liberoDopo il film i totofili si incontreranno per una pizza alla Pizzeria Plaza di piazza Risorgimento a Pordenone

"SALO', OR THE LAST FILM BY PIER PAOLO PASOLINI"FOTO DI DEBORAH BEER, DALL'ARCHIVIO CINEMAZERO IMAGES

9 APRILE - 9 MAGGIO 2015KINODVOR GALLERY 13 KOLODVORSKA ULICA, LJUBLJANA (SLOVENIA)

A quarant'anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, Ljubljana e laSlovenia celebrano con questa mostra di fotografie inedite di

Deborah Beer il maestro friulano.

Un percorso in 50 fotografie, selezionate fra le più di 5.000 realizzate nel 1975 sulset di Salò o le 120 giornate di Sodoma da Deborah Beer. Il film è uno dei capo-lavori di Pasolini, nonchè il suo ultimo film, girato appena prima della sua tragi-ca morte. La mostra lo ricostruisce in una serie di scatti inediti e sconosciuti, accompagnatida una selezione di frasi tratte da interviste inedite registrate con GideonBachmann, dalla sceneggiatura originale, dai testi fondamentali di analisi delfilm, sia di Pasolini stesso sia di altri studiosi: così allo spettatore di oggi verràpresentato il complesso, radicale e, soprattutto, attualissimo messaggio di criti-ca alla società dei consumi dell'ultimo Pasolini.