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Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Documento di Valutazione Rischi (Art. 28 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.) Elaborato in data: Mercoledi 6 Novembre 2013

Documento di Valutazione Rischi -  · Introduzione L'elaborato è frutto di un processo di analisi e di valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori; correlati

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Consiglio Nazionale delle RicercheIstituto dei Sistemi Complessi

SD Sistemi Complessi FI

Documento di Valutazione Rischi(Art. 28 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.)

Elaborato in data: Mercoledi 6 Novembre 2013

Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Premessa Il presente documento, redatto ai sensi del D. Lgs. 81/08 e s.m.i. ha lo scopo di effettuare la valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori presenti nell'ambito dell'organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza. Il Documento di Valutazione dei Rischi, di cui all'art. 17 comma1 lettera a) del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., viene redatto dal Direttore dell'Istituto che è stato individuato dall'art. 18 comma 3 del Regolamento del personale quale Datore di lavoro ai fini della tutela della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro, ai sensi dell'art. 2, comma b, del D.Lgs. 242 del 19 marzo 1996. Tale individuazione scaturisce dalla riorganizzazione della rete scientifica del CNR con l'emanazione dei nuovi regolamenti ed in particolare del Regolamento di organizzazione e funzionamento del Consiglio Nazionale delle Ricerche previsto dal Decreto Legislativo n. 127 del 4 giugno 2003 e del Regolamento del Personale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Decreto del Presidente del CNR del 4 maggio 2005 prot. n. 0025033, pubblicazione sul Supplemento Ordinario n. 101 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 124 del 30 maggio 2005) entrati in vigore dal 1° giugno 2005. Tutti i dettagli sul funzionamento degli Istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche sono reperibili sul sito internet del CNR. I criteri, le metodologie e i principi ispiratori del presente documento rispondono ad una impostazione comune per tutti gli Istituti del CNR. Il presente Documento, redatto a conclusione dell'analisi e valutazione dei rischi previa consultazione del RLS, è custodito presso la sede di lavoro, come previsto all'art 29 comma 4 del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.. Firme Data: 06-11-2013 Il Datore di lavoro: Firma: Il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione: Firma: Il Medico Competente: Firma: Per avvenuta consultazione: I Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza: Firma:

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Introduzione L'elaborato è frutto di un processo di analisi e di valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori; correlati ai luoghi di lavoro, alle attrezzature utilizzate e all'impiego di sostanze e preparati pericolosi fin dalla fase del loro acquisto, alle attività svolte dai lavoratori e alla relativa organizzazione del lavoro. Tale processo di analisi e valutazione dei rischi e, conseguentemente, il documento di valutazione, verrà sottoposto a riesame nell'ambito delle riunioni periodiche di prevenzione previste dall'art. 35 del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. Il documento sarà inoltre rielaborato in occasione di modifiche del processo produttivo o dell'organizzazione del lavoro, significative sotto il profilo della tutela del lavoratore, nonché in relazione alla evoluzione della tecnica e delle procedure di prevenzione e protezione. Il documento sarà inoltre rielaborato nel caso in cui si verifichino infortuni significativi correlati alle attività lavorative o nel caso in cui i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenziassero la necessità. Ad ogni rielaborazione del documento corrisponderà contestualmente un aggiornamento delle misure di prevenzione I principali aspetti trattati dal presente documento sono:

· Organizzazione del CNR e gestione della sicurezza nelle unità produttive.· Criteri e Metodi adottati nel processo di valutazione dei rischi.· Descrizione generale della unità produttiva..· Analisi, Valutazione dei rischi e misure attuate .· Programma di attuazione degli interventi individuati e i nominativi dei responsabili

incaricati .

Organizzazione del CNR e gestione della sicurezza nelle unità produttive Aspetti generali La peculiarità della attività di ricerca, per gli aspetti di tutela del lavoratore, consiste essenzialmente nel fatto che, indipendentemente dall'ambito disciplinare di afferenza, non si sostanzia mai in procedure di tipo ripetitivo e in qualche modo standardizzabili. In questo ambito la gestione di procedure di sicurezza che garantiscano lo stesso livello di tutela della salute e di sicurezza per ciascun addetto, indipendentemente dal tipo di attività e dalla sede in cui questa si svolge, presuppone lo sviluppo di un modelli operativi di gestione della sicurezza estremamente articolati e flessibili. Per far fronte a questo tipo di problematiche nel 1981 il CNR ha istituito un proprio Servizio di sicurezza. Attualmente la struttura denominata Ufficio Prevenzione e Protezione è articolata in una Direzione centrale, con compiti di indirizzo e orientamento, e con sedi territoriali con compiti di carattere operativo. Relativamente all'individuazione del Datore di Lavoro, a seguito del processo di riordino dell'Ente CNR lo stesso è identificato nel Direttore di Istituto/Struttura (ai sensi dell'art. 18 del Regolamento del Personale attualmente vigente); il DL si avvale della consulenza dell'Ufficio anche attraverso la nomina dei Responsabili del Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP) di norma all'interno del personale afferente all'Ufficio stesso. Relativamente alla gestione della sicurezza sul lavoro i soggetti che compongono il sistema sono:

· Istituto/Struttura: unità produttiva dotata di autonomia finanziaria e tecnico-funzionale,

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con una o più sedi, il cui Direttore è identificato come Datore di lavoro (DL);· Datore di lavoro: soggetto che, secondo il tipo e l'assetto dell'organizzazione nel cui ambito

il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità dell'organizzazione stessa o dell'unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa. Nelle pubbliche amministrazioni per datore di lavoro si intende il dirigente al quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario non avente qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui quest'ultimo sia preposto ad un ufficio avente autonomia gestionale, individuato dall'organo di vertice delle singole amministrazioni tenendo conto dell'ubicazione e dell'ambito funzionale degli uffici nei quali viene svolta l'attività, e dotato di autonomi poteri decisionali e di spesa. In caso di omessa individuazione, o di individuazione non conforme ai criteri sopra indicati, il datore di lavoro coincide con l'organo di vertice medesimo;

· Dirigente: persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguatialla natura dell'incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l'attività lavorativa e vigilando su di essa;

· Preposto: persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell'incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l'attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa;

· Lavoratore: persona che indipendentemente dal tipo di contratto svolge attività lavorativa nell'ambito dell'organizzazione dell'istituto/ struttura, con o senza retribuzione, anche al solo fine formativo o di addestramento;

· Servizio prevenzione e protezione: insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all'Istituto/Struttura finalizzati all'attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori;

· Responsabile del Servizio prevenzione e protezione: persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi;

· Addetto al servizio di prevenzione e protezione: persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all'articolo 32, facente parte del servizio di prevenzione e protezione;

· Medico Competente: medico in possesso di uno dei titoli e dei requisiti formativi e professionali di cui all'articolo 38, che collabora, con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei rischi ed è nominato dallo stesso per effettuare la sorveglianza sanitaria e per tutti gli altri compiti previsti dalla vigente normativa;

· Sorveglianza sanitaria: insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione all'ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali e alle modalità di svolgimento dell'attività lavorativa;

· Salute: stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un'assenza di malattia o di infermità;

· Sistema di promozione della salute e sicurezza: complesso dei soggetti istituzionali che concorrono, con la partecipazione delle parti sociali, alla realizzazione dei programmi di intervento finalizzati a migliorare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori;

· RLS (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza): persona/e eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro;

· Formazione: processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori ed agli altri soggetti del sistema di prevenzione e protezione aziendale conoscenze e procedure utili alla acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi;

· Informazione: complesso delle attività dirette a fornire conoscenze utili alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente;

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· Addestramento: complesso delle attività dirette a fare apprendere ai lavoratori l'uso corretto di attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale, e le procedure di lavoro.

La complessità sia organizzativa che propria delle attività di ricerca ha determinato la nascita di una ulteriore figura che è parte integrante del sistema sicurezza di Istituto/Struttura: quella del Referente per la sicurezza, figura non strutturata dall'impianto normativo ma che si è resa necessaria per garantire efficienza ed efficacia al sistema. Questa figura è individuata dal Datore di lavoro con funzione di interfacciare l'Istituto/Struttura con il Resp. SPP incaricato. L'Ufficio di Prevenzione e Protezione del CNR si è dotato di una serie di modelli e procedure per rendere omogenee le attività di sicurezza a livello nazionale tra cui:

a) modello per il Documento di Valutazione del Rischio (DVR) , comune a tutte le unità produttive, costruito sulla base del supporto informatico on line denominato Gestione 626 , accessibile tramite password, e che viene completato, personalizzato ed adattato ai singoli Istituti/Strutture a cura del Datore di lavoro, coadiuvato dal Responsabile SPP, dal Medico Competente ove nominato e dalle altre figure previste attraverso sopralluoghi negli ambienti di lavoro e la compilazione di liste di controllo. All'interno del DVR sono previsti ulteriori modelli di specifici documenti, tra i quali si evidenziano:

1. modello operativo per la gestione delle emergenze, comune a tutte le unità produttive. Il piano di emergenza viene personalizzato localmente e le procedure in esso indicate sono diffuse ai soggetti interessati;

2. modello operativo per la redazione del Documento Unico di Valutazione dei Rischi Interferenti (DUVRI);

3. modello operativo per la redazione del Documento che sostituisce il DUVRI per lavori non superiori a due giorni;

4. Scheda di Destinazione Lavorativa , strumento utile alla sintesi dei fattori di rischio individuali presenti nei luoghi di lavoro al fine dello scambio di informazioni, ad esempio, tra Datore di Lavoro e Medico Competente;

5. modello informatizzato per la valutazione del rischio da manipolazione di sostanze chimiche pericolose ;

6. modello informatizzato per la valutazione del calcolo di carico specifico di incendio.

b) procedure per la predisposizione e la organizzazione della sorveglianza sanitaria, effettuata attraverso Medici Competenti esterni al CNR. Anche tale attività si avvale del supporto operativo del data base informatizzato Gestione 626. L'Ufficio organizza e svolge Corsi di informazione, formazione , e addestramento sia presso la Direzione nazionale che presso le sedi territoriali. Inoltre è disponibile una piattaforma multimediale per la Formazione A Distanza (FAD) on line per tutti i lavoratori dell'Ente. I percorsi formativi riguardano temi diversi, sono auto consistenti, strutturati in forma modulare e prevedono una valutazione dell'apprendimento. Inoltre l'Ufficio effettua, tramite personale qualificato, indagini strumentali e campagne di misura volte alla valutazione dell'esposizione dei lavoratori ai diversi fattori di rischio.

La disponibilità di modelli e procedure comuni a livello nazionale, seppure necessariamente personalizzati in base alle attività effettivamente svolte in un Istituto/Struttura, permette una omogenea applicazione del sistema sicurezza all'interno dell'Ente, e tende a garantire lo stesso

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livello di tutela e di sicurezza a tutti i suoi lavoratori.

Organigramma funzionale del CNR A seguito della emanazione del Regolamento di organizzazione e funzionamento del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Decreto del Presidente del 04-05-2005 prot. 0025035) sono stati individuati quali Datori di Lavoro, in materia di sicurezza ed igiene del lavoro, i Direttori degli Istituti/Strutture. Tali figure devono provvedere alla redazione del documento di cui all'art. 17 comma 1 lett.a) del D.Lgs 81/08 e s.m.i.nonché all'individuazione dei soggetti incaricati dell'attuazione delle misure di sicurezza che di volta in volta si rendono necessarie. Fatto salvo quanto specificato dall'art. 299 del Dlgs 81/08 si intende che il Direttore dell'Istituto/Struttura ha la responsabilità delle attuazioni delle misure di sicurezza. L'organizzazione del lavoro nel CNR si fonda sul presupposto che i programmi di attività (Progetti) vengano definite dalle strutture scientifiche dell'Ente, per attività che costituiscono ordinariamente lavorazioni sperimentali; che i responsabili delle lavorazioni - in quanto personale di norma professionalmente qualificato, nel porre in essere le lavorazioni ne posseggano padronanza piena anche per quanto attiene alle cautele per la sicurezza e l'igiene del lavoro, ivi comprese, in particolare, le lavorazioni sperimentali. Pertanto la competenza sull'attuazione delle misure di sicurezza è ripartita lungo la linea operativa (linea gerarchica) dell'Istituto/Struttura del CNR, lungo la quale si distribuiscono i poteri, i doveri e le connesse responsabilità di tipo penale e amministrativo, quindi tra:

· il Datore di lavoro (DL) ai sensi del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. già individuato nel Direttore dell'Istituto/Struttura;

· i Dirigenti, individuati in coloro che attuano le direttive del DL organizzando l'attività lavorativa e vigilando su di essa;

· i Preposti, individuati in coloro che sovrintendono alla attività lavorativa garantendo l'attuazione delle direttive ricevute e controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori;

· i Lavoratori come precedentemente definiti.

Per il personale in formazione scientifica (per esempio tirocinanti, specializzandi etc.) è individuata la figura del tutor che cura l'informazione/formazione - ai fini della sicurezza - circa la pericolosità delle operazioni che vengono effettuate, le misure di prevenzione e protezione da adottare e verifica la corretta applicazione. La figura del tutor, salvo diversa indicazione, è identificato nel responsabile organizzativo della attività. L'attuazione delle misure di sicurezza spetta ai soggetti che sono responsabili ufficiali o anche di fatto delle lavorazioni, soprattutto quando - come ordinariamente avviene nelle attività di ricerca - chi progetta la specifica attività di ricerca ne cura anche l'attuazione e deve quindi integrare le prassi inerenti la sicurezza nelle lavorazioni fin dalla fase progettuale. Tale figura potrà essere individuata nel Dirigente come definito dal D.Lgs 81/08 e s.m.i. Il responsabile della attività potrà, a sua volta, ripartire le responsabilità della attuazione delle misure tra il personale a lui afferente dandone comunicazione al Direttore. Anche l'identificazione del tutor in persona diversa dal responsabile organizzativo della attività verrà fatta a cura di quest'ultimo con atto formale, sottoscritto per accettazione dal designato. In generale, i preposti invece devono, tra l'altro:

· sovrintendere alla attività lavorativa e vigilare sulla esatta esecuzione di norme procedurali, regolamentari, linee guida, ordini di servizio e metodiche operative attinenti al proprio ambito di competenze, con un funzionale potere di iniziativa;

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· segnalare tempestivamente e formalmente al Direttore i rischi per i quali non possono essere correttamente attuate le misure di prevenzione/protezione indicate dallo stesso Direttore;

· segnalare formalmente al Direttore le inadempienze da parte di propri sottoposti;· attuare le misure di emergenza, ivi compresi l'interruzione delle apparecchiature e/o

lavorazioni in caso di rischio grave ed imminente.

A tale fine, la figura del preposto può essere individuata, ad esempio, nel Responsabile di Laboratorio/Reparto.

Organizzazione dell'Ufficio di Prevenzione e Protezione (UPP) A seguito della emanazione del Regolamento di organizzazione e funzionamento del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Decreto del Presidente del 4-5-2005 prot. 0025033), i compiti inerenti il coordinamento e gestione delle attività di sicurezza sono affidati all'Ufficio di Prevenzione e Protezione che è una struttura della Direzione Centrale Supporto alla Programmazione e alle Infrastrutture. Per quanto attiene i compiti dell'Ufficio di Prevenzione e Protezione si veda il provvedimento ordinamentale del Direttore Generale del CNR n.015868 del 18/05/2001 in cui si confermano le funzioni definite nel DPCNR n.14600 del 15/01/1998 nonché la deliberazione n.69/2005 del Consiglio di Amministrazione del CNR. Il Direttore dell'Ufficio PP del CNR è: Gianluca Sotis Nell'ambito dell'organizzazione dell'Ufficio operano i Responsabili SPP nominati dai diversi Direttori di Istituto/Strutture. In considerazione dell'articolazione territoriale dell'Ente, dell'autonomia finanziaria e gestionale degli Istituti i singoli Datori di Lavoro hanno nominato un Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) per ogni Sede territorialmente distinta. Gli RSPP operano in stretto coordinamento tecnico con l'Ufficio PP centrale del CNR, che svolge tale funzione attraverso i Responsabili dei Servizi Operativi Regionali (RSOR). All'Ufficio di Prevenzione e Protezione del CNR è affidata, come detto, anche la predisposizione ed organizzazione della sorveglianza sanitaria dei lavoratori CNR ai sensi della normativa vigente. Nello specifico, analogamente a quanto riportato per gli RSPP, il Direttore dell'Istituto/Struttura nomina (ai sensi dell'art. 18 comma 1 lett. a) un Medico Competente per ogni Sede territorialmente distinta. I Medici Competenti incaricati, fatte salve le autonomie professionali proprie di tale figura, operano in accordo con quanto proposto dal Coordinamento di Medicina del Lavoro operante presso il UPP centrale del CNR.

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Sezione 1 - Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR); Considerazioni generali; Metodologie e criteri adottati Considerazioni generaliLa Valutazione dei Rischi tiene conto del contenuto specifico del D. Lgs. 81/08 e s.m.i., delle Direttive dell'Unione Europea, delle Linee Guida ed indicazioni ISPESL e delle Linee Guida della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, nonché delle Norme tecniche emanate dagli organismi nazionali e sovranazionali preposti (CEN, CENELEC, ecc). La Valutazione dei Rischi cui sono esposti i lavoratori ha richiesto un'attenta analisi delle situazioni specifiche nelle quali gli addetti alle varie postazioni di lavoro vengono a trovarsi durante l'espletamento delle proprie mansioni. La Valutazione de Rischi è:

· correlata con le scelte fatte per le attrezzature, per le sostanze, per la sistemazione dei luoghi di lavoro

· finalizzata all'individuazione e all'attuazione di idonee misure e provvedimenti da attuare.

Pertanto la Valutazione dei Rischi è legata sia al tipo di fase lavorativa svolta nell'unità produttiva ed alle modalità operative della sua esecuzione, sia a situazioni determinate da sistemi quali ambienti di lavoro, strutture, impianti ed attrezzature utilizzati, materiali e prodotti coinvolti nei processi. MetodologiaLa Valutazione dei Rischi dell'Istituto/Struttura ha seguito un processo consequenziale che ha previsto:. 1.riunioni di coordinamento tra il Datore di lavoro (Direttore) e il Responsabile del Servizio di prevenzione e protezione(SPP), il Medico competente e il personale che sovrintende ad attività specifiche; 2.raccolta ed analisi della documentazione già acquisita in relazione a:

- documentazione relativa all'immobile, agli impianti, alle macchine, alle sostanze utilizzate, alle mansioni, ecc.; - organizzazione e analisi della documentazione comprendendo anche lo studio dei dati storici riguardanti gli aspetti infortunistici e sanitari; 3.sopralluoghi tecnici finalizzati all'individuazione ed alla analisi delle fonti di potenziale pericolo per la sicurezza e la salute dei lavoratori relativamente a: - osservazione dell'ambiente di lavoro (requisiti dei locali di lavoro, vie di accesso, sicurezza delle attrezzature, microclima, illuminazione, rumore, agenti fisici e nocivi); - identificazione dei compiti/operazioni eseguiti sul posto di lavoro (per individuare i pericoli derivanti dalle singole mansioni); - osservazione delle modalità di esecuzione del lavoro in modo da controllare il rispetto delle procedure e se queste comportano ulteriori pericoli. Per ogni operazione si è tenuto conto del rapporto uomo/ macchina (attrezzature, macchine, impianti, movimentazione manuale dei carichi, fasi lavorative, procedure di lavoro, ecc.) e del rapporto uomo/agenti utilizzati (materiali, sostanze e/o preparati chimici, agenti cancerogeni, biologici, fisici, ecc.); - esame dell'ambiente per rilevare i fattori esterni che possono avere effetti negativi sul posto di lavoro (microclima, aerazione); - esame dell'organizzazione del lavoro; - esame della situazione infortunistica aziendale (registro infortuni): infortuni e/o

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incidenti verificatesi nell'immediato passato (ultimi tre anni); - analisi dei tempi di esposizione; - esame dell'organizzazione del lavoro; - rassegna dei fattori psicologici, sociali e fisici che possono contribuire a creare stress sul lavoro e studio del modo in cui essi interagiscono fra di loro e con altri fattori nell'organizzazione e nell'ambiente di lavoro. - esame dell'organizzazione del lavoro; I sopralluoghi hanno previsto la mappatura dei rischi effettuata anche mediante la divisione dell'Istituto/Struttura in aree dove operano gruppi di attività omogenee per caratteristiche funzionali e ambientali (tipologia delle operazioni svolte, sostanze impiegate, apparecchiature presenti, ecc.). Le analisi sono avvenute: - attraverso l'ausilio di liste di controllo; - osservando direttamente le operazioni svolte.

4.valutazione dei rischi che possono derivare dalle strutture e dalle attività poste in essere; 5.elaborazione di un piano delle misure di tutela con l'individuazione e la programmazione delle misure di prevenzione e protezione da intraprendere, in considerazione della gravità del possibile danno e la sua probabilità di verificarsi, del numero di lavoratori esposti e della complessità e realizzabilità delle misure da adottare. E' necessario sottolineare che per ciascuna misura di prevenzione e protezione da adottare sono definite le priorità, le specifiche tecniche, le risorse necessarie e le responsabilità esecutive. 6.verifica dell'attuazione delle misure di prevenzione e protezione poste in essere.

Criteri adottati Prima di entrare nel merito dei criteri che sono stati adottati per valutare i rischi, è utile ricordare alcune definizioni, in parte mutuate dagli Orientamenti della Comunità Europea e fatti propri dal DLgs 81/08 e s.m.i. riguardo alla valutazione dei rischi sul lavoro: Pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni; Rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione; Valutazione dei rischi: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell'ambito della organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza. Ai fini delle valutazione successive si definisce anche che qualunque elemento e/o condizione presente nell'ambiente di lavoro che sia intrinsecamente capace di alterare le funzioni psicofisiche dell'organismo umano diviene fattore di rischio quando la probabilità che esso effettivamente alteri le funzioni psicosomatiche dell'organismo umano ha un valore stimato diverso da zero. La stima di questa probabilità può essere fatta sia con metodi quantitativi che semiquantitativi,tenendo presente che questa probabilità è funzione della intensità dell'agente di rischio e del tempo di esposizione del lavoratore a quell'agente. Con il termine danno s'intendono le lesioni, le disfunzioni e le alterazioni che portano ad una diminuzione, più o meno grave ed evidente, d'efficienza e/o di prestigio alla persona. Al fine di valutare i rischi si è ritenuto di adottare i criteri di stima del rischio complessivo comunemente utilizzati che prendono in considerazione contemporaneamente la consistenza degli eventi incidentali (la magnitudo del danno) e la loro probabilità di verificarsi, utilizzando un giudizio di tipo semiquantitativo che può essere espresso secondo la seguente formula:

R = f(D,P) R = magnitudo del Rischio

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D = magnitudo delle conseguenze ( danno ai lavoratori) P = Probabilità di frequenza del verificarsi delle conseguenze.

La Probabilità P è espressa, ad esempio, valutando il numero di volte in cui il danno può verificarsi in un dato intervallo di tempo. La Magnitudo M, indica l'intensità del danno a carico del lavoratore. La determinazione delle funzione f di rischio presuppone di definire un modello dell'esposizione dei lavoratori ad un dato pericolo, consente di porre in relazione l'entità del danno atteso con la probabilità del suo verificarsi. La riduzione del rischio può avvenire mediante misure atte a ridurre la probabilità del verificarsi di un determinato danno atteso. La definizione della scala delle Probabilità, fa riferimento all'esistenza di una correlazione più o meno diretta tra la carenza riscontrata ed il danno ipotizzato, è inoltre opportuno considerare il livello di sorpresa che l'evento provocherebbe nella realtà considerata. La scala di gravità del Danno chiama in causa una competenza di tipo sanitario, poiché fa riferimento alla reversibilità del danno, distinguendo tra infortunio ed esposizione acuta o cronica. Sulla base della ormai ponderosa letteratura in merito, è possibile individuare le seguenti scale quantitative per la valutazione dei due parametri fondamentali, P e D:

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Scala delle ProbabilitàValore Livello Definizione Criteri 4 Altamente Probabile 1.Esiste una correlazione diretta tra la mancanza rilevata ed il

verificarsi del danno ipotizzato. 2.Si sono già verificati dei danni per la stessa mancanza rilevata nell'Azienda considerata o in situazioni operative simili

3 Probabile 1.La mancanza rilevata, potrebbe provocare un danno, anche se non in modo automatico o diretto. 2.E' noto qualche episodio in cui alla mancanza ha fatto seguito il danno. 3.Il verificarsi del danno, comporterebbe una moderata sorpresa in Azienda.

2 Poco Probabile 1.La mancanza rilevata potrebbe provocare un danno solo in circostanze sfortunate di eventi. 2.Sono noti solo rari episodi già verificatisi. 3.Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe grande sorpresa.

1 Improbabile 1.La mancanza rilevata può provocare un danno per la concomitanza di più eventi poco probabili indipendenti 2.Non sono noti episodi già verificatisi 3.Il verificarsi del danno susciterebbe incredulità

Scala dell'Entità del dannoValore Livello Definizione Criteri 4 Gravissimo 1.Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti letali o

di invalidità totale 2.Esposizione cronica con effetti letali e/o totalmente invalidanti

3 Grave 1.Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità parziale permanente2.Esposizione cronica con effetti irreversibili e parzialmente invalidanti

2 Medio 1.Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di inabilità temporanea anche lunga ma reversibile 2.Esposizione cronica con effetti reversibili

1 Lieve 1.Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità temporanea breve e rapidamente reversibile 2.Esposizione cronica con effetti rapidamente reversibili

Definiti il danno D e la probabilità P , il Rischio viene automaticamente graduato mediante la formula

R = P x D

Ed è raffigurata mediante una rappresentazione grafico-matriciale che riporta in ascisse la gravità del danno ed in ordinate la probabilità del suo verificarsi.

Entità del danno: R = PxDPriorità degli interventiR > 8 Molto alto Azioni correttive indilazionabili) R tra 7 e 4 Alto Azioni correttive necessarie da programmare con urgenza R tra 3 e 2 Medio Azioni correttive/migliorative da programmare nel breve-medio termine R < 2 Basso Azioni migliorative da valutare in fase di programmazione Una tale rappresentazione costituisce il punto di partenza per la definizione delle priorità e per la programmazione temporale degli interventi di protezione e prevenzione da adottare.

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Si ritiene comunque opportuno precisare che tale metodologia di Valutazione non deve essere utilizzata in modo automatico, ma solo come una guida a supporto del valutatore, ed in ultima analisi del Datore di Lavoro, il quale rimane il solo responsabile dei giudizi che formula, in quanto dalle sue considerazioni emerge il grado di urgenza delle misure da adottare in ciascuna realtà analizzata e valutata. Principi gerarchici della prevenzione dei rischi:

· eliminazione dei rischi;· sostituire ciò che è pericoloso con ciò che non è pericoloso e lo è meno;· combattere i rischi alla fonte;· applicare provvedimenti collettivi di protezione piuttosto che individuali;· adeguarsi al progresso tecnico e ai cambiamenti nel campo dell'informazione;· cercare di garantire un miglioramento del livello di protezione.

Principali fattori di rischio: I fattori di rischio presenti generalmente nei luoghi di lavoro, in conseguenza dello svolgimento delle attività lavorative vengono ordinati in tre categorie Rischi per la sicurezza (di natura infortunistica) dovuti a: Aree di lavoro, Macchine/Attrezzature, impianti, sostanze e preparati pericolosi Rischi per la salute (di natura igienico-ambientale) dovuti a: Agenti chimici, agenti fisici, agenti biologici Rischi trasversali (per la salute e la sicurezza) dovuti a: Organizzazione del lavoro, fattori ergonomici, fattori psicologici Rischi per la sicurezza I rischi per la sicurezza, o rischi infortunistici si riferiscono al possibile verificarsi di incidenti/infortuni, ovvero di danni o menomazioni fisiche (più o meno gravi) subite dai lavoratori in conseguenza di un impatto fisico/traumatico di diversa natura (meccanica, elettrica, chimica, termica, ecc.). Di seguito sono riportati alcuni esempi di tali rischi:

1. Rischi da carenze strutturali dell'ambiente di lavoro (illuminazione normale e di emergenza, pavimenti, uscite, porte, locali sotterranei, ecc.) ;

2. Rischi da carenza di sicurezza su macchine e apparecchiature (protezione degli organi di avviamento, di trasmissione, di comando e altro).

3. Rischi da manipolazione di agenti chimici pericolosi (infiammabili; corrosivi, comburenti, esplosivi, ecc.).

4. Rischi da carenza di sicurezza elettrica.5. Rischi da incendio (presenza di materiali infiammabili, carenza di sistemi antincendio e/o di

segnaletica di sicurezza).

Rischi per la salute I rischi per la salute, o rischi igienico-ambientali, sono responsabili del potenziale danno dell'equilibrio biologico del personale addetto ad operazioni o a lavorazioni che comportano l'esposizione a rischi di natura chimica, fisica e biologica. Di seguito sono riportati alcuni esempi di tali rischi: 1) Rischi di esposizione connessi con l'impiego di sostanze/preparati chimici pericolosi (per

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ingestione, contatto cutaneo inalazione di polveri, fumi, nebbie, gas e vapori). 2) Rischi da agenti fisici:

- rumore (presenza di apparecchiatura rumorosa durante il ciclo operativo) con propagazione dell'energia sonora nel luogo di lavoro; - vibrazioni (presenza di apparecchiatura e strumenti vibranti) con propagazione delle vibrazioni a trasmissione diretta o indiretta; - ultrasuoni; - radiazioni non ionizzanti (presenza di apparecchiature che emettono radiazioni nel campo da 0 a 300 GHz); - microclima (temperatura, umidità, ventilazione, calore radiante, condizionamento); - illuminazione (carenze nei livelli di illuminamento ambientale e dei posti di lavoro, non osservanza delle indicazioni tecniche previste in presenza di videoterminali).

3) Rischi da agenti biologici: esposizione connessa all'impiego e manipolazione di organismi e microrganismi patogeni.

Rischi trasversali o organizzativi Tali rischi, sono individuabili all'interno della complessa articolazione che caratterizza il rapporto tra il dipendente e l'organizzazione del lavoro con interazioni di tipo ergonomico, ma anche psicologico ed organizzativo. Di seguito sono riportati alcuni esempi di tali rischi.

1. Organizzazione del lavoro (sistemi di turni, lavoro notturno ecc.);2. Fattori psicologici (intensità, monotonia, solitudine, ripetitività del lavoro, ecc.)3. ) Fattori ergonomici (ergonomia dei dispositivi di protezione individuale e del posto di

lavoro).

La valutazione dei rischi esamina in maniera sistematica tutti gli aspetti dei luoghi di lavoro, per definire le possibili od eventuali cause di lesioni o danni (come già precedentemente descritto). La valutazione dei rischi, quindi, è stata strutturata ed attuata in modo da consentire di:

· identificare i luoghi di lavoro (reparti, ambienti, postazioni di lavoro); · identificare i pericoli e le fonti potenziali di rischio, presenti in tutte le fasi lavorative di ogni

area;· individuare i soggetti esposti, direttamente o indirettamente, anche a pericoli particolari; · stimare i rischi, considerando adeguatezza e affidabilità delle misure di tutela già in atto;· definire le misure di prevenzione e protezione, atte a cautelare i lavoratori, secondo le

seguenti gerarchie ed obiettivi.· eliminazione dei rischi· riduzione dei rischi (privilegiando interventi alla fonte);· programmare le azioni di prevenzione e protezione con priorità derivanti da:

- gravità dei danni; - probabilità di accadimento; - numero di lavoratori esposti; - complessità delle misure di intervento (prevenzione, protezione, ecc.) da adottare.

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Effettuare la valutazione dei rischi comporta una serie di azioni da effettuarsi in modo consequenziale secondo l'ordine descritto nel seguente elenco:

Azioni A. Raccolta Informazioni 1.Presonale 2.Mansioni 3.Ambiente 4.Esperienze B. Identificazione di: 1.Rischi 2.Persone esposte al pericolo 3.Modelli di esposizione del personale ai rischi

C. Valutare i rischi ovvero la probabilità che si verifichi l'evento dannoso D. Studiare come eliminare o almeno ridurre i rischi E. Definizione delle azioni (misure) da porre in atto e degli strumenti per il controllo F. Misurazione della efficacia delle misure adottate (eventuale ritorno al punto E. G. Revisione periodica o nel caso di cambiamenti Persone esposte ai rischi presi in esame Per ciascun lavoratore sono stati analizzati, tra l'altro:

· il normale esercizio;· gli ambienti di lavoro;· le principali attrezzature utilizzate nonché qualunque sostanza o agente potenzialmente

pericoloso;· le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria, includendo anche attività saltuarie e/o

di emergenza.· l'informazione ricevuta e quella programmata;· la formazione somministrata e quella programmata;· l'addestramento effettuato e quello programmato;· il genere;· l'età anagrafica;· la provenienza da altri paesi;· il contesto organizzativo.

Essendo la valutazione indirizzata ai rischi professionali non si è tenuto conto in toto dei rischi derivanti da comportamenti individuali non corretti; alcuni aspetti, comunque, sono presi in considerazione in specifici ordini di servizio. Tale eventualità è comunque minimizzata attraverso la effettuazione dei programmi di informazione formazione trattati nel capitolo dedicato e nelle varie sezioni dedicate alla valutazione dei singoli fattori di rischio.Ad ogni buon fine una sintesi dei rischi individuali è riportata nelle schede di destinazione lavorative allegate. Sono stati valutati i problemi collegati alla presenza di gruppi particolari intendendo con tale dicitura quelle categorie di lavoratori per i quali, rispetto alla media dei lavoratori, i rischi relativi ad un medesimo agente sono comparativamente maggiori per cause soggettive dipendenti dai lavoratori stessi. In particolare è stata valutata la presenza di lavoratori diversamente abili e di lavoratrici in gravidanza.

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Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Sezione 2 - Generalità Istituto/Struttura Consiglio Nazionale delle Ricerche - Piazza Aldo Moro, 7 - ROMA Rappresentante legale dell'Ente: Prof. Luigi Nicolais La SD Sistemi Complessi FI è ubicata in Via Madonna del Piano 10 50019 - Sesto Fiorentino Telefono 055 522 6679 Fax 055 522 6683 e-mail [email protected] Nella SD Sistemi Complessi FI si svolgono attività di Ricerca come dagli allegati piani di attività approvati dal Regolamento Ente (vedi allegato). Planimetria Istituto/sede Si riporta in allegato la planimetria dell'Istituto/sede Descrizione delle attività dell'Istituto/sede Al fine di una corretta identificazione delle reali condizioni di lavoro, la valutazione dei rischi è stata preceduta da un'attenta ricognizione delle caratteristiche dei singoli processi produttivi con il dettaglio delle attività lavorative connesse. Il dettaglio delle attività svolte dall'Istituto/Struttura è riportato in allegato Organizzazione ai sensi del D.Lgs 81/2008 Datore di lavoro: Direttore dell'Istituto/Struttura che riveste le attribuzioni di Datore di Lavoro: LUCIANO PIETRONERO ai fini del D.Lgds. 81/08 Responsabile Sede Distaccata: Lorenzo Ulivi Vengono individuati con Atto/Ordine di Servizio in allegato i Preposti, ai fine del D.Lgs. 81/08. Preposti 1.Giacomelli Giovanni 2.Giorgetti Emilia 3.Margheri Giancarlo 4.Politi Antonio 5.Vaia Ruggero Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP)- nominato dal Datore di lavoro ai sensi dell'art. 17 comma 1 lettera b) del D.Lgs 81/08- su indicazione del Direttore del UPP-CNR è: Massimo Panicucci Dipendente CNR Tel. 0555225689 Il Medico Competente è: Ferruccio Innocenti Tel. 338 10 338 10 Libero Professionista I Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza sono:

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Monica Anichini Tel. 0555225693 Alessandra Bonetti Tel. 0555225911 Massimo Cristofaro Tel. 0554399608 Il Responsabile del RSO è Renata Tremaroli Tel. 0649937624 Dipendente CNR Il Referente per il collegamento con il SPP è: Rocco Ruggeri Organi di Vigilanza L' ASL competente per territorio è la: ASL 10 Firenze - Servizio Medicina Preventiva e Sorveglianza Sanitaria via Righi 8 Sesto Fiorentino - 50019 Tel. 055 4498401 La Direzione Provinciale del Lavoro di Firenze è ubicata in Piazza Stazione 10 Cap.50100 Tel. 055 4235247 Il Il Comando Provinciale dei VV.FF. di Firenze è ubicato in Via La Farina 28 Cap.50100 Tel. 055 423678 Aspetti organizzativi e gestionali: Lavoratori, Gruppi, Tutor, Ambienti di Lavoro e Servizio, Impianti, Attrezzature:Organizzazione del lavoro In allegato viene riportato l'elenco dettagliato del numero, della qualifica e del profilo professionale dei lavoratori in forza. L'assegnazione dei compiti lavorativi è fatta rispettando i profili professionali, coinvolgendo gli interessati e garantendo l'aggiornamento dell'introduzione di nuove macchine, attrezzature e procedure di lavoro. I lavoratori sono suddivisi, in relazione alle attività lavorative svolte ed ai rischi presenti, in gruppi di attività omogenea. I fattori di rischio dei singoli lavoratori sono riportati in dettaglio nelle schede di destinazione lavorativa. Sono quindi elencate le informazioni relative ai luoghi di lavoro e di servizio di pertinenza dell'Istituto/Struttura, non ché le eventuali attrezzature presenti, con la relativa assegnazione ai singoli lavoratori. Sempre nell'allegato sono riportati gli impianti di pertinenza dell'Istituto/Struttura. Orario di lavoroL'orario di lavoro è regolamentato dal CCNL del comparto ricerca; per il personale di ruolo è di 36 ore settimanali, articolato su 5 giornate lavorative con orario flessibile. Sorveglianza SanitariaI lavoratori sono sottoposti a sorveglianza sanitaria secondo il protocollo stabilito dal Medico competente. Per approfondimenti si rimanda al Protocollo della sorveglianza sanitaria e alle relazioni redatte dal Medico Competente, sui risultati anonimi collettivi degli accertamenti, allegati al presente documento. Primo Soccorso - D.M. 388/03ClassificazioneIn relazione alla applicazione del D.M. 388/03 Regolamento recante disposizioni sul primo soccorso aziendale in attuazione dell'articolo 45 del D.Lgs 81/08 e successive modificazioni e sulla base delle indicazioni del Medico Competente e del RSPP, questa Direzione ha provveduto a

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classificare secondo l'indicazione dell'art.1, comma 1 del DM stesso le attività presenti nel GRUPPO B. Attrezzature P.S. Nella sede dell'Istituto non è presente alcuna Cassetta di Pronto Soccorso. Nella sede dell'Istituto/Struttura non è presente alcun Pacchetto di Medicazione. Il Medico Compente non ha dato indicazioni di eventuali requisiti aggiuntivi alle attrezzature minime di equipaggiamento ed ai DPI previsti per gli interventi di primo soccorso La persona incaricata della verifica periodica delle attrezzature di pronto soccorso, della sostituzione in caso di scadenza e del ripristino delle dotazioni è il referente per la sicurezza: Rocco Ruggeri, come risulta da lettera di incarico che si allega al presente documento. Tali verifiche vengono regolarmente eseguite, a cura dell'incaricato stesso, attraverso l'apposito sistema computerizzato utilizzato dalla Struttura per la gestione della sicurezza ed attraverso ispezioni dirette. Addetti al Pronto SoccorsoPer questa sede non sono stati ancora designati gli addetti al primo soccorso. Informazione e formazione dei lavoratori. L'informazione e la formazione dei lavoratori, e dei loro rappresentanti, sono elementi centrali del sistema di prevenzione.In base alla normativa vigente il datore di lavoro provvede affinché ciascun lavoratore riceva un'adeguata informazione su:

· rischi per la sicurezza e la salute connessi all'attività dell'impresa in generale;· le misure e le attività di protezione e di prevenzione adottate;· i rischi specifici a cui è esposto in relazione all'attività svolta, le normative di sicurezza e le

disposizioni aziendali in materia;· i pericoli connessi all'uso delle sostanze e dei preparati pericolosi sulla base delle schede dei

dati di sicurezza previste dalla normativa vigente e dalle norme di buona tecnica;· le procedure che riguardano il pronto soccorso, la lotta antincendio, l'evacuazione dei

lavoratori;· il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il medico competente;· i nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di prevenzione incendi, primo

soccorso, evacuazione dal luogo di lavoro in caso di emergenza e le procedure da seguire

I programmi di formazione sui temi della salute e della sicurezza del lavoro sono articolati in modo da prevedere:

· l'addestramento dei lavoratori senza la necessaria esperienza alla mansione specifica;· la formazione per funzione degli addetti;· la formazione continua dei lavoratori.

Più specificatamente i contenuti della formazione programmata ai sensi dell'art. 37 del D.Lgs 81/08 riguardano:

1. i concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione nella sede di lavoro, diritti e doveri dei vari soggetti del sistema di tutela , organi di vigilanza, controllo e assistenza.

2. i rischi propri delle mansioni svolte, i possibili danni, le misure e le procedure di prevenzione e protezione.

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La formazione potrà avvenire anche con l'uso di mezzi telematici. I lavoratori incaricati della gestione delle emergenze partecipano ad eventi formativi mirati, in particolare:

· gli incaricati per la prevenzione incendi e lotta antincendio hanno seguito un corso ai sensi del DM 10.3.1998;

· gli incaricati per il primo soccorso hanno seguito l'apposito corso ai sensi del DM 388/03.

Ai lavoratori sono distribuiti, al momento dell'assunzione e/o del cambio di attività, materiali informativi specifici; la consegna è registrata a cura dell'Incaricato Attività Formative (IAF). Il personale in formazione e quello ospite è assistito nella formazione da un tutor. I lavoratori sono informati sulle attribuzioni previste dalle norme per le figure coinvolte nella gestione della sicurezza, sulla dislocazione delle vie di fuga e dei presidi antincendio. I lavoratori addetti alle attività di ricerca sono informati sui rischi specifici, sulle norme di buon comportamento cui attenersi in laboratorio e sulla gestione dei rifiuti, sono affiancati al momento dell'inserimento da personal esperto. Sono state predisposte le procedure di sicurezza per i settori di attività più a rischio dell'Istituto/ Struttura Per quanto riguarda le sostanze chimiche, le schede di sicurezza in 16 punti, conformi al D.M. (Sanità) del 28/01/1992, pubblicato sul S.O. n° 50 alla G.U. del 29/02/1992 classificazione e disciplina dell'imballaggio e della etichettatura dei preparati pericolosi in attuazione delle direttive emanate dal Consiglio e dalla Commissione delle Comunità Europee e successive modifiche e integrazioni, sono archiviate a cura della Direzione e sono a disposizione del Referente per la sicurezza, nonché dei Dirigenti e Preposti responsabili di attività, secondo le rispettive attribuzioni. Ogni laboratorio possiede una copia delle schede relativamente alle sostanze utilizzate. Presso la Direzione dell'Istituto/Struttura è conservato un registro delle attività informative e formative aggiornato dal IAF, e contenente la seguente documentazione:

· attività informative prescritte per legge ai lavoratori (all'atto dell'assunzione, periodica, sui nuovi rischi o nuove tecnologie o nuove attività intraprese o nuove macchine o impianti attivati);

· sessioni formative attuate e programma di quelle future (comprese quelle rivolte a personale esterno quale dipendenti da terzi operanti presso l'Istituto/Struttura, lavoratori autonomi e studenti).

Presso la stessa sede è conservata la copia delle istruzioni fornite ai lavoratori circa: · norme interne di informazione sulla sicurezza per le varie linee lavorative con l'indicazione

dei comportamenti da tenere nelle varie situazioni;· l'uso dei dispositivi di protezione individuale· per l'impiego di nuova strumentazione;· per nuove metodologie di lavoro.

Infortuni sul lavoro - Statistica degli infortuni È stato istituito il Registro per gli infortuni della Struttura ai sensi del D.M. 12-09-58 ; il Direttore ha incaricato, con lettera allegato n..............,Resp. Registro Infortuni NON definito della regolare tenuta ed aggiornamento dello stesso. In tale registro, ai sensi dell'art.4 comma 5, lettera o) e del D.M. 5.12.96, devono essere annotati gli infortuni che provochino una inabilità temporanea di almeno un giorno escluso quello dell'evento, di cui va data comunicazione (denuncia) all'INAIL

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Gli indici di seguito riportati consentono la misura del fenomeno infortunistico, anche per la comparazione dei dati statistici a livello di comparto produttivo, temporale o territoriale. L'indice di incidenza infortunistica è dato dal rapporto fra il numero di infortuni avvenuti e il numero medio dei lavoratori presenti nell'anno, cioè è la percentuale di lavoratori che, in rapporto a quelli esposti a rischio, hanno subito infortuni. Indice di incidenza II = n. infortuni x 1.000/n. lavoratori anno L'indice di frequenza infortunistica è il rapporto fra il numero di infortuni avvenuti e il totale delle ore lavorate in un arco di tempo (nell'anno di riferimento). Indice di frequenza IF = n. infortuni x 1.000.000/n. ore lavorate. L'indice di gravità infortunistica è il rapporto fra i giorni di assenza per infortunio e il totale delle ore lavorate in un arco di tempo (nell'anno di riferimento). Indice di gravità IG = n. gg. durata totale x 1.000/n. ore lavorate La registrazione degli infortuni accaduti, gli indici calcolati nel periodo di riferimento secondo lo schema seguente e le relative valutazioni, sono riportati in allegato. Dispositivi di protezione individualeI lavoratori hanno in dotazione i dispositivi di protezione individuale (DPI) riportati nella Scheda di destinazione Lavorativa e, per gruppi, nella Scheda di Attività. La fornitura dei DPI risponde ai criteri generali descritti nel D.Lgs. 475/92, nel Titolo III del D.Lgs. 81/08 e nel D.M. del 2/5/2001 Criteri per l'indivuazione e l'uso dei dispositivi di protezione individuale , pubblicato nella Gazz. üff. 8 Settembre 2001, n. 209. L'acquisto dei DPI avviene, dopo aver consultato il SPP ed il Medico Competente nonché la documentazione relativa alle sostanze manipolate (scheda di rischio), alle attrezzature e alle valutazioni ambientali e alle indicazioni dei costruttori. Le informazioni e le istruzioni d'uso fornite dal fabbricante sono conservate dal Responsabile DPI. La conservazione dei DPI avviene lontano dai luoghi di lavoro, in appositi armadi a cura dell'utilizzatore. In occasione della riunione periodica e dei sopralluoghi del medico competente negli ambienti di lavoro viene effettuata la verifica della adeguatezza quantitativa e qualitativa dei DPI anche in relazione a problemi soggettivi specifici. Le valutazioni sono riportate nei relativi verbali. (vedi allegato) Gestione DocumentazioneL'elenco della documentazione di interesse per la sicurezza e l'igiene del lavoro è riportato nella Sezione Allegati. Contratti d'appalto e Contratti d'operaCon riferimento all'art. 26 del DLgs 81/08 e smi le Ditte Esterne che operano presso l'Istituto/Struttura sono informate sui rischi specifici esistenti nell'ambiente in cui sono destinati ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza da adottare. A tal fine è stato consegnato alle Ditte il Documento Informativo relativo all'Istituto/strutture e le procedure da seguire in caso di emergenza. Si è verificato, anche attraverso l'iscrizione alla camera di commercio, industria e artigianato, l'idoneità tecnico-professionale delle imprese appaltatrici in accordo con la normativa degli appalti. Si sono effettuate le riunioni di coordinamento e i Documenti Unici di Valutazione dei Rischi Interferenti dei singoli Contratti sono depositati presso l'Istituto/Struttura. Si ricorda che il DUVRI non viene redatto nel caso di servizi di natura intellettuale, delle mere forniture di materiali o attrezzature, nonché ai lavori o servizi la cui durata non sia superiore ai 2

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giorni, sempre che essi non comportino rischi derivanti dalla presenza di agenti cancerogeni, biologici, atmosfere esplosive o dalla presenza dei rischi particolari di cui all'allegato XI del Dlgs 81/08. Di seguito sono riportati i dati relativi agli appalti in corso con l'indicazione delle relative scadenze. Con riferimento all'art. 26 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. sono riportati i dati relativi agli appalti in corso con l'indicazione delle relative scadenze. Elenco Contratti d'appalto. Ragione Sociale Tipo Appalto Dal Al start solenni alessandro Manutenzione 01-01-

201031-12-2010

Colser Pulizie 01-01-2009

31-12-2014

In allegato N. 18 sono riportati i Documenti Unici di Valutazione dei Rischi Interferenti (DUVRI) e/o quelli sostitutivi realtivi alle disposizioni di cui al comma 3-bis e 3-ter dell'art. 26, nei quali sono indicate le misure preventive adottate.

Divieto di Fumo.E' vietato fumare in tutti gli ambienti di lavoro, come stabilito dal provvedimento del Direttore Generale del CNR Pos. 6-9 Prot. 0000665 del 5 gennaio 2005 e come prescritto dalla normativa e dalla giurisprudenza. In relazione a tale divieto è stato incaricato/i, con apposito ordine di servizio, il/i Sig. ..................... di procedere alla contestazione di eventuali infrazioni, di verbalizzare e di riferirne al Datore di Lavoro per la comunicazione alla autorità competente, come previsto dalla normativa vigente

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Sezione 3 - Individuazione e valutazione dei rischi Si riportano di seguito i risultati di quanto elaborato secondo le metodologie illustrate nella Sezione 1 di questo Documento, in particolare per quanto riguarda le liste di controllo (Check List).

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Rischi Strutture 1. Aree di Lavoro Per i locali adibiti a luogo di lavoro e per le relative aree di servizio, indicati nella apposita sezione: 1.I luoghi di lavoro sono sottoposti a regolare verifica ai fini della manutenzione (es. controllo stato strutturale, infissi, pavimenti ecc.) 2.Nei Locali vengono effettuate regolari operazioni di pulizia dalla Ditta: Colser 3.Sono presenti locali di lavoro chiusi sotterranei o semisotterranei 4.E' stata concessa deroga dall'organo di vigilanza 6.Nei locali di lavoro è fatto divieto di consumare pasti. 7.I luoghi di lavoro, le porte, le vie di circolazione, le scale, i servizi igienici e le postazioni di lavoro sono strutturati tenendo conto dei lavoratori disabili

1. Altezza, cubatura e superficie 8.I luoghi di lavoro (diversi da uffici) rispettano i requisiti minimi di sicurezza (altezza non inferiore a 3 m, cubatura lorda non inferiore a 10 mc/lavoratore, superficie lorda non inferiore a 2 mq/lavoratore). 10.Per i locali uffici i limiti di altezza sono quelli individuati dalla normativa urbanistica vigente. 13. Lo spazio destinato al lavoratore nel posto di lavoro e' tale da consentire il normale movimento della persona in relazione al lavoro da compiere. 14.La distanza minima tra i macchinari e arredi è di almeno 0.80 m cosi da garantire un passaggio adeguato. 15.La superficie di lavoro è libera da ostacoli sia a terra che in altezza.

2. Luoghi di lavoro chiusi 16.I luoghi di lavoro chiusi sono ben difesi contro gli agenti atmosferici, e provvisti di un isolamento termico sufficiente in funzione dell'attività svolta. 17.I luoghi di lavoro chiusi hanno aperture sufficienti per un rapido ricambio d'aria. 18.I luoghi di lavoro chiusi sono asciutti e difesi contro l'umidità. 19.I luoghi di lavoro chiusi hanno le superfici dei pavimenti, delle pareti, dei soffitti tali da poter essere pulite e deterse per ottenere condizioni adeguate di igiene.

3. Pareti e finestre

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20.Le pareti trasparenti o traslucide, in particolare le pareti completamente vetrate, nei locali o nelle vicinanze dei posti di lavoro e delle vie di circolazione, sono chiaramente segnalate e costituite da materiali di sicurezza fino all'altezza di 1 metro dal pavimento. 21.Le finestre sono apribili/regolabili in tutta sicurezza. 22.Le finestre, quando aperte, sono posizionate in modo da non costituire un pericolo per i lavoratori. 23.Le aperture nelle pareti, che permettono il passaggio di una persona e che presentano pericolo di caduta per dislivelli superiori ad un metro, sono provviste di solida barriera o munite di parapetto normale.

4. Parapetti e passaggi 26.I posti di lavoro sono difesi contro la caduta o l'investimento di materiali. 27.Le vie dei passaggi di persone, affiancate alle vie dei passaggi di veicoli sono adeguatamente protette, ad esempio da marciapiedi, catene, e sono ben segnalate.

5. Aerazione 28.I locali dispongono di aria salubre adeguata al tipo di attività svolta, ottenuta con aperture naturali. 29.I locali dispongono di aria salubre adeguata al tipo di attività svolta ottenuta con impianto di aerazione.

6. Microclima 30.I locali presentano condizioni microclimatiche adeguate al tipo di attività. 31. Le finestre ed altre eventuali sorgenti di luce naturale sono tali da evitare un soleggiamento eccessivo dei luoghi di lavoro, tenuto conto del tipo di attività e della natura del luogo di lavoro.

7. illuminazione 34.I locali presentano un grado di illuminazione adeguato al tipo di attività. 35.Gli impianti di illuminazione dei locali di lavoro sono installati in modo che il tipo d'illuminazione previsto non rappresenti un rischio di infortunio per i lavoratori. 36.E' presente un impianto adeguato di illuminazione di emergenza. 37.Le superfici vetrate illuminanti ed i mezzi di illuminazione artificiale sono tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza. 38.Nei luoghi di lavoro esistono mezzi di illuminazione sussidiaria da impiegare in caso di necessità. 39.I mezzi di illuminazione sussidiaria sono tenuti in posti noti al personale, conservati in costante

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efficienza e sono adeguati alle condizioni ed alle necessità del loro impiego. 40.I luoghi di lavoro all'aperto sono opportunamente illuminati con luce artificiale quando la luce del giorno non è sufficiente.

8. Procedure Specifiche 41.Sono state adottate procedure per lo svolgimento in sicurezza delle attività lavorative negli uffici. Le procedure sono state oggetto di informazione/formazione ai lavoratori interessati e sono affisse nei luoghi di lavoro. (vedi Procedure)

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Rischi Strutture 1. Aperture nel suolo e nelle pareti Per i locali adibiti a luogo di lavoro e per le relative aree di servizio, indicati nella apposita sezione: Non esistono aperture nel suolo e nelle pareti

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Rischi Strutture 1. Pavimenti Per i locali adibiti a luogo di lavoro e per le relative aree di servizio, indicati nella apposita sezione: 1. I pavimenti dei locali sono fissi, stabili ed antisdrucciolevoli nonchè esenti da protuberanze, cavità o piani inclinati pericolosi. 2.Sono realizzati con materiali idonei alla natura e alle condizioni d'uso. 3.Sono mantenuti puliti, in particolare da sostanze sdrucciolevoli. 8.I pavimenti ed i passaggi sono mantenuti liberi da ostacoli con divieto di deposito di materiali.

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Rischi Strutture 1. Porte Per i locali adibiti a luogo di lavoro e per le relative aree di servizio, indicati nella apposita sezione: 1.Le porte dei locali di lavoro consentono una rapida uscita delle persone e sono agevo,mente apribili dall'interno durante il lavoro. 2.Nei locali ove sono presenti in numero compreso tra 1 e 25 lavoratori c'è almeno una porta è larga m.0,80 che si apre verso l'esterno. 3.Nei locali ove sono presenti lavoratori in numero compreso tra 26 e 50 c'è almeno una porta larga m.120 che si apre verso l'esterno. 4.Nei locali ove sono presenti lavoratori in numero compreso tra 51 e 100 c'è una porta larga m. 1.20 (toll. 5%) e almeno una porta larga m. 0.80 (toll. 2%) entrambe con apertura verso l'esterno. 5.Nei locali ove sono presenti più di 100 lavoratori c'è almeno una porta con l'apertura verso l'esterno di m.1.20 per ogni 50 lavoratori normalmente ivi occupati o frazione compresa tra 10 e 50. 6.Le porte e i portoni apribili nei due versi sono trasparenti e/o muniti di pannelli trasparenti. 10. Le porte situate sul percorso delle vie di emergenza sono contrassegnate in manienra appropriata con segnaletica durevole conformemente alla normativa vigente e facilmente apribili dall'interno.

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Rischi Strutture 1. Porte Scorrevoli / Azionamento Meccanico Per i locali adibiti a luogo di lavoro e per le relative aree di servizio, indicati nella apposita sezione: Non ci sono porte scorrevoli

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Rischi Strutture 1. Aree di Servizio Per i locali adibiti a luogo di servizio e per le relative aree di servizio, indicati nella apposita sezione: 1.I luoghi di servizio sono sottoposti a regolare verifica ai fini della manutenzione (es. controllo stato strutturale, infissi, pavimenti ecc.) 2.Nei locali vengono effettuate regolari operazioni di pulizia dalla Ditta: Colser 3.I luoghi di servizio, le porte, le vie di circolazione, le scale, i servizi igienici e le postazioni di servizio sono strutturati tenendo conto dei lavoratori disabili 4.Sono mantenute libere da ostacoli con divieto di deposito di materiali.

1. Pareti e finestre 5.Le pareti trasparenti o traslucide, in particolare le pareti completamente vetrate, nei locali o nelle vicinanze dei posti di servizio e delle vie di circolazione, sono chiaramente segnalate e costituite da materiali di sicurezza fino all'altezza di 1 metro dal pavimento. 6.Le finestre sono apribili/regolabili in tutta sicurezza. 7.Le finestre, quando aperte, sono posizionate in modo da non costituire un pericolo per i lavoratori. 11.I luoghi di servizio e di passaggio sono idoneamente difesi contro la caduta o l'investimento di materiali in dipendenza dall'attività lavorativa. 12.Le vie dei passaggi di persone, affiancate alle vie dei passaggi di veicoli sono adeguatamente protette, ad esempio da marciapiedi, catene, e sono ben segnalate. 13.Le vie di circolazione (interne/esterne) destinate ai veicoli passano ad una distanza sufficiente da porte, portoni, passaggi per pedoni, corridoi e scale. 14. Il tracciato delle vie di circolazione (interne/esterne) é evidenziato. 16.I segnali indicanti condizioni di pericolo nelle zone di transito sono convenientemente illuminati. 17.Immediatamente accanto ai portoni destinati essenzialmente alla circolazione dei veicoli, il passaggio dei pedoni e' sicuro e le porte per la circolazione dei pedoni sono segnalate in modo visibile e sgombre in permanenza. 18.Nelle zone di passaggio veicoli è garantita sufficiente visibilità, eventualmente con specchi riflettori e segnalatori.

3. Aerazione e microclima

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19. La temperatura dei servizi igienici e degli altri locali di servizio è adeguata all'uso di tali locali. 20.I locali di servizio dispongono di aria salubre adeguata in funzione dell'uso degli stessi. 21.Le finestre ed altre eventuali sorgenti di luce naturale sono tali da evitare un soleggiamento eccessivo dei luoghi di servizio, tenendo conto del tipo di utilizzo e della natura del luogo di servizio. 22.Nei locali in cui non è conveniente modificare la temperatura di tutto l'ambiente, si è provveduto alla difesa dei lavoratori contro le temperature troppo alte o troppo basse mediante idonee misure di protezione. 23. Nei locali di servizio nei quali l'aria è soggetta ad inumidirsi notevolmente, e' evitato, per quanto è possibile, la formazione della nebbia, mantenendo la temperatura e l'umidità nei limiti compatibili con le esigenze tecniche.

4. Illuminazione 24.I locali presentano un grado di illuminazione adeguato al tipo di utilizzo. 25.Gli impianti di illuminazione dei locali di servizio e delle vie di circolazione sono installati in modo che il tipo d'illuminazione previsto non rappresenti un rischio di infortunio per i lavoratori. 26.I passaggi sono illuminati in modo da assicurare una sufficiente visibilità. 27.E' presente un impianto adeguato di illuminazione di emergenza nelle vie di passaggio. 28.Le superfici vetrate illuminanti ed i mezzi di illuminazione artificiale sono tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza. 31.I luoghi di servizio all'aperto sono opportunamente illuminati con luce artificiale quando la luce del giorno non è sufficiente.

7. Servizi igienici 40.Per uomini e donne sono previsti servizi igienici separati.

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Rischi Strutture 1. Cella Frigorifera Per i locali adibiti a luogo di lavoro e per le relative aree di servizio, indicati nella apposita sezione: 1.Le porte della cella sono sempre apribili dall'interno e dotate di finestra di ispezione. 2.E' presente un impianto di allarme facilmente azionabile e percepibile dall'esterno. 3.Il personale accede alla cella protetto da indumenti contro il freddo. 4.I gruppi compressori sono ubicati in posizione segregata, aerati, lontani da rifiuti e sostanze infiammabili.

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Rischi Strutture 1. Immagazzinamento: Scaffalature Per i locali adibiti a luogo di lavoro e per le relative aree di servizio, indicati nella apposita sezione: 1.Le aree di stoccaggio e le scaffalature recano l'indicazione della portata max (per piano di appoggio). 2.Le aree di stoccaggio e le scaffalature sono realizzate in modo da sopportare gli urti meccanici prevedibili. 3.Le scaffalature sono debitamente ancorate alle pareti.

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Rischi Strutture 1. Scale a Gradini Per i locali adibiti a luogo di lavoro e per le relative aree di servizio, indicati nella apposita sezione:

1.Esistono scale fisse a gradini interne. N.4

a.Le scale sono costruite e mantenute in modo da resistere ai carichi massimi derivanti dall'affollamento in condizioni di emergenza.

b.I gradini hanno pedata e alzata dimensionata a regola d'arte e larghezza adeguata alle esigenze del transito.

c.Le pedate hanno superficie uniforme e antisdrucciolevole.

d.Le rampe delimitate da due parteti dispongono di almeno un corrimano.

e.Le scale ed i pianerottoli dispongono di parapetti normali sui lati aperti.

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Rischi Strutture 1. Scale a Pioli Per i locali adibiti a luogo di lavoro e per le relative aree di servizio, indicati nella apposita sezione: Non ci sono scale a pioli

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Rischi Strutture 1. Amianto Per i locali adibiti a luogo di lavoro e per le relative aree di servizio, indicati nella apposita sezione: 1.Nella struttura NON sono stati individuati materiali contenenti amianto (MCA)

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI VALUTAZIONE DEI RISCHI PER MACCHINE-ATTREZZATURE Premessa Come indicato all' art. 69 del D.Lgs. 81/08, si intende per attrezzatura di lavoro qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto destinato ad essere usato durante il lavoro, mentre si intende per uso di un'attrezzatura di lavoro qualsiasi operazione lavorativa connessa ad una attrezzatura di lavoro, quale la messa in servizio o fuori servizio, l'impiego, il trasporto, la riparazione, la trasformazione, la manutenzione, la pulizia, il montaggio, lo smontaggio. Qualsiasi zona all'interno ovvero in prossimità di una attrezzatura di lavoro nella quale la presenza di un lavoratore costituisce un rischio per la salute o la sicurezza dello stesso viene definita zona pericolosa e qualsiasi lavoratore che si trovi interamente o in parte in una zona pericolosa viene definito quale lavoratore esposto.. Come prescritto dall' art. 70 del D.Lgs. 81/08, le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei lavoratori devono essere conformi alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto. Per le attrezzature di lavoro costruite in assenza di disposizioni legislative e regolamentari o messe a disposizione dei lavoratori antecedentemente all'emanazione di norme legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto deve essere regolarmente controllata la conformità ai requisiti generali di sicurezza riportati nell' allegato V del D.Lgs. 81/08. Le attrezzature di lavoro costruite secondo le prescrizioni dei decreti ministeriali adottati ai sensi dell'articolo 395 del decreto Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n. 547, ovvero dell'articolo 28 del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, sono considerate conformi, come indicato al comma 3 dello stesso art. 70 del D.Lgs. 81/08. Sono messe a disposizione dei lavoratori esclusivamente attrezzature conformi ai requisiti di sicurezza indicati, idonee ai fini della salute e sicurezza ed adeguate al lavoro da svolgere o adattate a tali scopi, che sono di norma utilizzate conformemente alle disposizioni legislative di recepimento delle direttive comunitarie. E' previsto che, all'atto della scelta delle nuove attrezzature di lavoro, come indicato all' art. 71, comma 2, del D.Lgs. 81/08, il datore di lavoro prenda in considerazione:

· le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro da svolgere;· i rischi presenti nell'ambiente di lavoro;· i rischi derivanti dall'impiego delle attrezzature stesse)· i rischi derivanti da interferenze con le altre attrezzature già in uso.

Al fine di ridurre al minimo i rischi connessi all'uso delle attrezzature di lavoro e per impedire che dette attrezzature possano essere utilizzate per operazioni e secondo condizioni per le quali non sono adatte, sono adottate adeguate misure tecniche ed organizzative nel rispetto di quanto riportato nell' allegato VI del D.Lgs. 81/08.

Impostazione generale delle misure tecniche ed organizzative atte a ridurre i rischi Tutte le attrezzature di lavoro sono installate correttamente e viene controllato, tramite un preposto a ciò incaricato, che le stesse siano utilizzate conformemente alle istruzioni d'uso. E' assicurata, inoltre, una idonea manutenzione al fine di garantire nel tempo la permanenza dei requisiti di sicurezza. Le attrezzature, ove necessario, sono corredate da apposite istruzioni d'uso e libretto di manutenzione. Viene curata, ove previsto, la tenuta e l'aggiornamento del registro di controllo delle attrezzature di lavoro. Per le attrezzature di lavoro la cui sicurezza dipende dalle condizioni di installazione si provvede a che le stesse vengano sottoposte a un controllo iniziale (dopo l'installazione e prima della messa in esercizio) e ad un controllo dopo ogni eventuale successivo montaggio, al fine di assicurarne

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l'installazione corretta e il buon funzionamento. Per le attrezzature soggette a influssi che possono provocare deterioramenti suscettibili di dare origine a situazioni pericolose, si provvede a che esse siano sottoposte a:

· a controlli periodici, secondo frequenze stabilite in base alle indicazioni fornite dai fabbricanti, ovvero dalle norme di buona tecnica, o in assenza di queste ultime, desumibili dai codici di buona prassi;

· a controlli straordinari al fine di garantire il mantenimento di buone condizioni di sicurezza, ogni volta che intervengano eventi eccezionali che possano avere conseguenze pregiudizievoli per la sicurezza delle attrezzature di lavoro, quali riparazioni trasformazioni, incidenti, fenomeni naturali o periodi prolungati di inattività.

I controlli, volti ad assicurare il buono stato di conservazione e l'efficienza a fini di sicurezza delle attrezzature di lavoro sono effettuati da tecnico competente. Come indicato nell' art. 73 del D.Lgs. 81/08, per ogni attrezzatura di lavoro messa a disposizione, i lavoratori incaricati dell'uso dispongono di ogni necessaria informazione e istruzione e ricevono una formazione adeguata in rapporto alla sicurezza relativamente alle condizioni di impiego delle attrezzature ed alle situazioni anormali prevedibili. I lavoratori sono informati sui rischi cui sono esposti durante l'uso delle proprie attrezzature di lavoro, sui rischi relativi alle attrezzature di lavoro presenti nell'ambiente immediatamente circostante, anche se da essi non usate direttamente, nonché sui cambiamenti di tali attrezzature, come indicato al comma 2 dell' art. 73 del D.Lgs. 81/08.Tutte le informazioni e le istruzioni d'uso vengono impartite in modo comprensibile ai lavoratori interessati e ci si accerta che esse siano state recepite. Per le attrezzature che richiedono, in relazione ai loro rischi, conoscenze e responsabilità particolari di cui all' art. 71, comma 7, del D.Lgs. 81/08, viene impartita una formazione adeguata e specifica, tale da consentirne l'utilizzo delle attrezzature in modo idoneo e sicuro, anche in relazione ai rischi che possano essere causati ad altre persone. Ai fini della minimizzazione del rischio, l'applicazione di questa impostazione è stata verificata ed approfondita, per ogni tipo di macchine/attrezzature di lavoro, attraverso il già citato sistema di check list, di cui si riportano nel seguito i risultati

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Rischio Attrezzature 1.Laser 1.L'apparecchiatura è dotata di marchio CE (macchina acquisita dopo il 1997). 3.E' installata la targhetta informativa riportante la massima potenza della radiazione laser emessa, le lunghezze d'onda emesse, la durata dell'impulso (se pulsato) e la norma usata per la classificazione 4.E' installata secondo le istruzioni del fabbricante. 5.Esiste il libretto di manutenzione. 6.Esiste il manuale di sicurezza specifico. 7.La manutenzione viene eseguita regolarmente da Ditta abilitata. 8.Sono presenti procedure operative e mezzi idonei per effettuare operazioni nell'apparato. 9.La parte elettrica esterna di pertinenza dell'attrezzatura LASER è realizzata in esecuzione almeno IP 44 (protezione da agenti esterni) 10.La traiettoria del fascio è confinata 11.Sono disponibili occhiali protettivi specifici per la lunghezza d'onda di emissione per utilizzo abituale (help1) 12.Nel caso di osservazione diretta del fascio attraverso ottiche, sono evitate le riflessioni accidentali oppure è prescritto l'obbligo di utilizzo di specifici occhiali 13.I lavoratori che utilizzano dispositivi LASER sono informati, con modalità scritte, sui rischi connessi con tale utilizzo (procedure sicurezza) 14.I rischi collaterali legati all'utilizzo delle apparecchiature (UV, IR, criogeni, incendio, rumore, dye ecc.) sono stati individuati e valutati in altra parte del presente DVR. 15.In funzione di tali rischi sono a disposizione adeguati DPI (guanti, indumenti, ecc). 16.Esistono occhiali protettivi specifici per la lunghezza d'onda di emissione da utilizzarsi in caso di allineamento del fascio (help2) 17.Esiste la segnaletica specifica e la cartellonistica adeguata all'esterno ed all'interno del locale di utilizzo, nonché sulla macchina stessa 18.Esiste all'esterno del locale di utilizzo un idoneo sistema di sicurezza ottico ed acustico che segnala la messa in funzione dell'apparecchio LASER 19.Esiste il dispositivo con chiave per la accensione

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20.L'orientamento del fascio è tale da non poter colpire gli occhi 21.L'orientamento del fascio è tale da non poter colpire superfici riflettenti 22.Esiste il dispositivo beam stopper (pulsante di blocco del fascio) - (è posto ad una distanza inferiore a 5 metri da dove si svolge l'attività sperimentale) 23.Le parti amovibili e le connessioni di servizio sono contrassegnate in funzione del pericolo correlato in caso di sconnessione 25.E' espressamente indicato il divieto di accesso al personale non addetto alla attrezzatura LASER 26.Sono in uso e affisse/presenti norme operative scritte di utilizzo in sicurezza della apparecchiatura LASER nei locali di pertinenza 27.I lavoratori autorizzati all'uso dei laser sono formati (help3) sulla applicazione delle procedure esistenti (utilizzo attrezzature e DPI, modalità operative, gestione delle emergenze, ecc.) per minimizzare i rischi legati all'utilizzo di LASER 28.Il personale in formazione scientifica e quello ospite è assistito da un tutor ed affiancato da personale esperto e già formato ai fini della sicurezza 29.E' stato nominato il tecnico esperto in sicurezza LASER 30.La relazione del tecnico esperto in sicurezza è allegata al presente documento 31.I lavoratori interessati dal rischio LASER sono regolarmente sottoposti a sorveglianza sanitaria secondo quanto disposto dal D.Lgs 81/08 e successive modificazioni ed integrazioni 32.Non sono mai occorsi eventi accidentali con esposizione a LASER con conseguenze sanitarie anche di entità limitata

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Rischio Attrezzature 1.Mola Generalità macchina 1.La macchina è dotata di marcatura CE, ed immessa per la prima volta sul mercato dopo il 21/9/1996, o dopo modifiche non rientranti nell'ordinaria o straordinaria manutenzione 4.Nella scelta della macchina è stata tenuta in considerazione l'adeguatezza al lavoro da svolgere e l'idoneità ai fini della sicurezza e salute dei lavoratori 5.Sono state adeguatamente valutate le caratteristiche di pericolosità della macchina, associate alle lavorazioni per cui è utilizzata, all'attrezzaggio, montaggio, e smontaggio, pulizia, manutenzione e trasporto 6.La macchina è installata, utilizzata, mantenuta, riparata, regolata, trasportata in maniera conforme alle istruzioni del fabbricante 7.La macchina è assoggettata alle misure di aggiornamento dei requisiti richiesti dalla normativa 8.La macchina è installata, disposta e utilizzata in maniera tale da ridurre i rischi per gli utilizzatori e per le altre persone presenti sulla base delle norme tecniche e delle buone prassi 9.La macchina ed eventuali ulteriori migliorie all'assetto della postazione sono state scelte e individuate al fine di assicurare che il lavoro su di essa si svolga nel rispetto dei principi ergonomici 10.L'uso della macchina è riservato a lavoratori appositamente incaricati, e quando richiesto dalla vigente normativa, abilitati 11.La macchina è posizionata in modo stabile 12.Gli elementi accessibili della macchina sono privi, entro i limiti consentiti dalle loro funzioni, di parti che possono causare lesioni 13.Le protezioni mobili degli elementi di trasmissione (pulegge, cinghie, ingranaggi, alberi di trasmissione etc,) quando aperte restano unite alla macchina e ne bloccano il funzionamento. 14.La mancanza o il mancato funzionamento delle protezioni mobili delle parti che partecipano alla lavorazione (utensili da taglio, elementi mobili delle presse, cilindri, pezzi in corso di lavorazione etc.) ne impedisce o blocca il funzionamento 15.Le protezioni mobili degli elementi non fissi pericolosi sono collegati a dispositivi di interblocco 16.Le protezioni mobili regolabili manualmente si possono regolare facilmente e senza necessità di attrezzi 17.I ripari fissi sono bloccati con sistemi che richiedono l'uso di utensili per l'apertura

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18.I dispositivi di protezione sono tali che la loro mancanza o mal-funzionamento impedisce o blocca la messa in marcia o provoca l'arresto degli elementi mobili 19.Gli equipaggiamenti elettrici della macchina sono protetti contro contatti diretti e indiretti e contro sovraccarichi e cortocircuiti 20.Le macchine trasportabili sono costruite in modo da poter essere trasportate e/o immagazzinate in modo sicuro 21.Gli organi di comando della macchina sono collocati fuori dalle zone di pericolo, e la loro manovra non comporta rischi supplementari o posizioni non ergonomiche 22.Gli organi di comando di motori e macchine sono riconoscibili, manovrabili facilmente e solo in modo intenzionale 23.Esistono uno o più dispositivi di arresto di emergenza dislocati in posizioni rapidamente accessibili , chiaramente individuabili, ben visibili che provochino l'arresto del processo pericoloso nel tempo più breve possibile, senza creare rischi supplementari 24.L'interruzione e il successivo ripristino della fornitura dell'energia elettrica non comportano il riavviamento automatico della macchina 25.Sono state adottate adeguate misure di protezione (in particolare schermi) nelle lavorazioni con macchine che producono il rischio di proiezione di oggetti, parti o materiali. 26.E' vietato, con apposito ordine di servizio, pulire, oliare, ingrassare a mano, riparare e registrare gli organi e gli elementi della macchina durante il moto 27.Le parti in movimento che, per le loro caratteristiche, possono rappresentare un pericolo per chi entra nel loro raggio di azione, sono installati in appositi locali o recintati o comunque protetti 28.Sono state elaborate specifiche disposizioni e procedure di sicurezza (allegate a questo DVR) per i lavori su macchine che presentano particolari pericoli. 29.Le macchine che comportano rischi per l'emanazione di gas, vapori, liquidi o polveri pericolose sono dotate di dispositivi di tenuta 30.L'accesso alle macchine per i normali lavori di manutenzione e riparazione è agevole e sicuro 31.Sulle macchine sono montati utensili conformi alle caratteristiche richieste per essi nelle istruzioni del fabbricante 32.L'utilizzo della macchina avviene in ottimali condizioni di illuminazione 33.Nell'illuminazione della macchina sono evitati intermittenze, abbagli, ombre ed effetti stroboscopici 34.E' previsto, attraverso ordini di servizio, l'utilizzo di DPI 35.Tutti lavoratori sono stati informati e formati sui rischi a cui sono esposti durante il normale uso della macchina, e nelle situazioni anomale prevedibili, nonché, se necessario, specificatamente

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addestrati anche in relazione ai rischi che possono essere causati a terzi 36.I lavoratori sono informati sulla necessità di astenersi dal lavoro e avvisare i diretti superiori in caso di anomalia che produca un pericolo grave e immediato e si attengono alle istruzioni per l'uso impartite 37.I rischi residui della macchina, che sussistono dopo l'adozione delle altre misure di prevenzione e protezione, sono adeguatamente segnalati 38.Viene segnalato, mediante strisce dipinte sulla pavimentazione, l'ingombro massimo della macchina in modo da limitare il più possibile contatti accidentali 39.La macchina è oggetto di verifiche periodiche al fine di garantire nel tempo la permanenza dei requisiti di sicurezza, il buono stato di conservazione e l'efficienza della macchina stessa, effettuate da persona competente 40.Sono richieste all'ISPESL e alle ASL le verifiche volte a valutare l'effettivo stato di conservazione e di efficienza ai fini di sicurezza, della macchina e delle attrezzature, per le quali tipologia e periodicità sono definite dalla normativa 41.I risultati dei controlli della macchina e delle attrezzature in genere sono registrati per iscritto e conservati Macchina: Mola 1.La macchina molatrice a velocità variabile è provvista di un dispositivo che impedisca l'azionamento della macchina ad una velocità superiore a quella prestabilita in rapporto al diametro della mola montata. 2.La mola è protetta da robuste cuffie metalliche, che circondino la massima parte periferica della mola, lasciando scoperto solo il tratto strettamente necessario per la lavorazione. 3.La mola è dotata di schermo paraschegge. 4.E' munita di adatto poggiapezzi opportunamente regolato. 5.E' presente il cartello indicante l'obbligo di utilizzare i dispositivi di protezione individuali (DPI) necessari (protezione dell'apparato visivo, respiratorio, delle mani e del tronco). 6.E' presente il cartello indicante il diametro massimo della mola che può essere montata in relazione al tipo di impasto ed al numero dei giri del relativo albero.

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Rischio Attrezzature 1.Tornio 1.La macchina è dotata di marcatura CE, ed immessa per la prima volta sul mercato dopo il 21/9/1996, o dopo modifiche non rientranti nell'ordinaria o straordinaria manutenzione 4.Nella scelta della macchina è stata tenuta in considerazione l'adeguatezza al lavoro da svolgere e l'idoneità ai fini della sicurezza e salute dei lavoratori 5.Sono state adeguatamente valutate le caratteristiche di pericolosità della macchina, associate alle lavorazioni per cui è utilizzata, all'attrezzaggio, montaggio, e smontaggio, pulizia, manutenzione e trasporto 6.La macchina è installata, utilizzata, mantenuta, riparata, regolata, trasportata in maniera conforme alle istruzioni del fabbricante 7.La macchina è assoggettata alle misure di aggiornamento dei requisiti richiesti dalla normativa 8.La macchina è installata, disposta e utilizzata in maniera tale da ridurre i rischi per gli utilizzatori e per le altre persone presenti sulla base delle norme tecniche e delle buone prassi 9.La macchina ed eventuali ulteriori migliorie all'assetto della postazione sono state scelte e individuate al fine di assicurare che il lavoro su di essa si svolga nel rispetto dei principi ergonomici 11.La macchina è posizionata in modo stabile 12.Gli elementi accessibili della macchina sono privi, entro i limiti consentiti dalle loro funzioni, di parti che possono causare lesioni 13.Le protezioni mobili degli elementi di trasmissione (pulegge, cinghie, ingranaggi, alberi di trasmissione etc,) quando aperte restano unite alla macchina e ne bloccano il funzionamento. 14.La mancanza o il mancato funzionamento delle protezioni mobili delle parti che partecipano alla lavorazione (utensili da taglio, elementi mobili delle presse, cilindri, pezzi in corso di lavorazione etc.) ne impedisce o blocca il funzionamento 15.Le protezioni mobili degli elementi non fissi pericolosi sono collegati a dispositivi di interblocco 16.Le protezioni mobili regolabili manualmente si possono regolare facilmente e senza necessità di attrezzi 17.I ripari fissi sono bloccati con sistemi che richiedono l'uso di utensili per l'apertura 18.I dispositivi di protezione sono tali che la loro mancanza o mal-funzionamento impedisce o blocca la messa in marcia o provoca l'arresto degli elementi mobili 19.Gli equipaggiamenti elettrici della macchina sono protetti contro contatti diretti e indiretti e contro sovraccarichi e cortocircuiti

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20.Le macchine trasportabili sono costruite in modo da poter essere trasportate e/o immagazzinate in modo sicuro 21.Gli organi di comando della macchina sono collocati fuori dalle zone di pericolo, e la loro manovra non comporta rischi supplementari o posizioni non ergonomiche 22.Gli organi di comando di motori e macchine sono riconoscibili, manovrabili facilmente e solo in modo intenzionale 23.Esistono uno o più dispositivi di arresto di emergenza dislocati in posizioni rapidamente accessibili , chiaramente individuabili, ben visibili che provochino l'arresto del processo pericoloso nel tempo più breve possibile, senza creare rischi supplementari 24.L'interruzione e il successivo ripristino della fornitura dell'energia elettrica non comportano il riavviamento automatico della macchina 25.Sono state adottate adeguate misure di protezione (in particolare schermi) nelle lavorazioni con macchine che producono il rischio di proiezione di oggetti, parti o materiali. 26.E' vietato, con apposito ordine di servizio, pulire, oliare, ingrassare a mano, riparare e registrare gli organi e gli elementi della macchina durante il moto 27.Le parti in movimento che, per le loro caratteristiche, possono rappresentare un pericolo per chi entra nel loro raggio di azione, sono installati in appositi locali o recintati o comunque protetti 28.Sono state elaborate specifiche disposizioni e procedure di sicurezza (allegate a questo DVR) per i lavori su macchine che presentano particolari pericoli. 29.Le macchine che comportano rischi per l'emanazione di gas, vapori, liquidi o polveri pericolose sono dotate di dispositivi di tenuta 30.L'accesso alle macchine per i normali lavori di manutenzione e riparazione è agevole e sicuro 31.Sulle macchine sono montati utensili conformi alle caratteristiche richieste per essi nelle istruzioni del fabbricante 32.L'utilizzo della macchina avviene in ottimali condizioni di illuminazione 33.Nell'illuminazione della macchina sono evitati intermittenze, abbagli, ombre ed effetti stroboscopici 34.E' previsto, attraverso ordini di servizio, l'utilizzo di DPI 35.Tutti lavoratori sono stati informati e formati sui rischi a cui sono esposti durante il normale uso della macchina, e nelle situazioni anomale prevedibili, nonché, se necessario, specificatamente addestrati anche in relazione ai rischi che possono essere causati a terzi 36.I lavoratori sono informati sulla necessità di astenersi dal lavoro e avvisare i diretti superiori in caso di anomalia che produca un pericolo grave e immediato e si attengono alle istruzioni per l'uso impartite

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37.I rischi residui della macchina, che sussistono dopo l'adozione delle altre misure di prevenzione e protezione, sono adeguatamente segnalati 38.Viene segnalato, mediante strisce dipinte sulla pavimentazione, l'ingombro massimo della macchina in modo da limitare il più possibile contatti accidentali 39.La macchina è oggetto di verifiche periodiche al fine di garantire nel tempo la permanenza dei requisiti di sicurezza, il buono stato di conservazione e l'efficienza della macchina stessa, effettuate da persona competente 41.I risultati dei controlli della macchina e delle attrezzature in genere sono registrati per iscritto e conservati

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LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO E CRITERI DI PREVENZIONE

PER AGENTI CHIMICI PERICOLOSI

PREMESSA

In questa scheda sono presi in considerazione, raggruppati per semplicità, i rischi dovuti all'uso di agenti chimici connessi alle attività di laboratorio come definiti dal Titolo IX ' Protezione da agenti Chimici' del D.Lgs. 81/08.

Premesso che i rischi chimici oggetto della valutazione sono esclusivamente inerenti il personale addetto ai laboratori chimici; si tratta di rischi legati alla manipolazione delle sostanze che vengono utilizzate sempre in bassissime quantità da personale esperto e qualificato. Al riguardo si veda anche la nota prot. 0983 del 2 luglio 2002 circa l'applicazione del D.Lgs. 25/2002 per gli Organi del CNR che questo documento riprende, completa e personalizza alla struttura in oggetto.L'esposizione professionale ad agenti chimici degli addetti ai laboratori di ricerca è con le attuali conoscenze tecnico-scientifiche, di difficile valutazione poiche' tale attività prevede l'impiego di un elevato numero di prodotti in quantità per lo piu' estremamente basse (di norma nell'ordine del ml) e con un impiego che, per ogni singolo preparato, può essere concentrato in alcune fasi dello studio o diluito in periodi più prolungati ma quasi sempre sporadicamente nel corso della giornata e dell'anno.

Normalmente i tempi di utilizzo degli agenti chimici non permettono una valutazione dell'inquinamento ambientale con le normali metodiche di campionamento che prevedono tempi di acquisizione di gran lunga maggiore della durata dell'impiego di tali prodotti.

Si evidenzia inoltre che i risultati anonimi collettivi degli accertamenti clinici e strumentali effettuati, come risulta dai dati di sorveglianza sanitaria precedenti all'entrata in vigore del D.Lgs. 81/08, dal documento di valutazione dei rischi della struttura e dai verbali delle riunioni periodiche di sicurezza ex art. 35 del D.Lgs. 81/08 (allegati a questo documento di valutazione dei rischi) confermano l'assenza di tecnopatie la cui causa possa essere collegata alla mansione lavorativa.

L'esposizione nei laboratori della nostra struttura è legata al possibile impiego delle sostanze e dei preparati che sono indicati nelle schede di destinazione lavorativa di pertinenza di ogni lavoratore, redatta e firmata a cura del datore di lavoro (Direttore della Struttura), anch'esse facenti parte del presente documento di valutazione dei rischi.

Le Schede di Sicurezza degli agenti chimici pericolosi sono conservate nei laboratori dove vengono utilizzati, a cura del responsabile dello stesso; tutto il personale e' informato sulla collocazione delle stesse ed e' soggetto alla informazione e formazione sottoindicata.

Personale che utilizza agenti chimici

E' indicato nella Valutazione del rischio chimico che fa parte del presente Documento. Il tipo, le frasi di rischio, la quantità degli agenti chimici utilizzati da ciascun lavoratore, una breve descrizione delle modalità operative attraverso le quali cui l'agente chimico è utilizzato (frequenza d'uso e durata), è riportato anche nella sezione Uso di agenti chimici della citata Scheda di destinazione lavorativa personale, scheda che fa parte del DVR e consegnata in copia al Medico Competente.

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Dispositivi di Protezione Individuale

I lavoratori hanno a disposizione i DPI riportati nell'apposita sezione (vedi Dispositivi di protezione individuale ) di questo DVR e della Scheda di Destinazione lavorativa già citata. La formazione sull'uso dei DPI viene effettuata dal Responsabile del Laboratorio/commessa al momento della prima consegna ed al momento dell'introduzione di nuovi DPI.

Misure generali di prevenzione in uso:

· le strutture sono appositamente progettate e realizzate coerentemente con l'utilizzo previsto secondo le indicazioni della buona tecnica del settore;

· gli ambienti e gli arredi interessati all'utilizzo dei prodotti chimici sono dotati di idonea segnaletica di sicurezza; sono presenti idonee docce e lavaocchi da utilizzare in caso di emergenza;

· gli arredi sono progettati e installati secondo le norme di buona tecnica;· vengono eseguite periodicamente misure volte a determinare l'efficienza delle cappe (idonee

per le manipolazioni effettuate in relazione alla capacità di estrazione delle stesse) e l'entità dei ricambi i aria;

· all'accensione della cappa viene valutata la funzionalità della stessa (strumentalmente qualora necessario);

· è controllata periodicamente l'efficienza delle docce e dei lavaocchi;· I lavoratori sono informati sui rischi presenti nelle attività di laboratorio e il personale in

formazione e quello ospite e' assistito nella formazione da un tutor e/o affiancato da personale esperto;

· il personale è informato, anche attraverso la distribuzione di materiale specifico, sulle norme di buon comportamento cui attenersi nei laboratori;

· l'accesso ai laboratori è consentito solo al personale appositamente autorizzato e l'elenco di detto personale è affisso all'ingresso di ogni singolo laboratorio;

· le quantità di prodotti conservate negli ambienti di lavoro sono modeste, limitate alla normale conduzione delle attività di ricerca;

· tutte le sostanze sono conservate negli appositi armadi ventilati realizzati secondo norme di buona tecnica (reagentari, armadi per acidi ed armadi per solventi);

· i contenitori sono etichettati;· la manipolazione delle sostanze chimiche avvengono sotto le idonee cappe aspiranti;· le reazioni in corso sono costantemente controllate;· i residui delle reazioni sono stoccati ed eliminati secondo indicazioni precise, in

ottemperanza alle norme vigenti;· lavoratori sono informati sulle regole di buon comportamento da tenere in laboratorio, che

sono formalizzate (vedi 'Norme generali di buona prassi in laboratorio' allegate alla presente e quelle specifiche allegate al DVR);

· sono stati individuati dei responsabili di gruppo di ricerca che seguono, direttamente o tramite preposti, l'inserimento dei nuovi arrivati e le attività di laboratorio ( si veda la parte relativa all'organizzazione dell'Istituto nell'apposita sezione di questo documento di valutazione ex art. 28 D.Lgs. 81/08;

· nel Piano di Emergenza della struttura e' indicato il comportamento da tenere in caso si sversamento di sostanze chimiche nei laboratori e ove reperire l'apposito materiale assorbente;

· lavoratori sono sottoposti a sorveglianza sanitaria da parte del Medico Competente;

Per la tutela della salute dei lavoratori sono state disposte le seguenti misure igieniche:

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· è vietato assumere cibi e bevande in tutti i laboratori e nelle zone di lavoro;· e' vietato fumare in tutti i locali dell'istituto (vedi circolare del Direttore Generale CNR)· contrassegnate dai cartelli di divieto; con l'indicazione della relativa norma, delle sanzioni· applicabili, del soggetto cui spetta vigilare sulla osservanza del divieto;

Informazione e Formazione:

· è stato disposto che i responsabili forniscano al personale afferente ai laboratori, facendone accusare ricevuta, il manuale di funzionamento e/o di scheda informativa di rischio, nel caso in cui vengano introdotte nell'ambito dell'attività lavorativa nuove apparecchiature e/o nuove sostanze, che possono generare una situazione di rischio nelle modalità operative previste;

· è stato richiesto ad ogni responsabile di laboratorio, di linea di ricerca e di reparto, di preparare per ogni singola specifica linea di attività una breve relazione, al fine di poter rilevare ed individuare in prima analisi le situazioni lavorative eventualmente a rischio presenti nell'Istituto;

· sono disponibili in ogni laboratorio le schede di sicurezza dei prodotti utilizzati, che ogni responsabile è tenuto a far conoscere ad ogni utilizzatore delle sostanze;

· si sono incaricati i responsabili delle singole linee di ricerca e dei servizi di controllare ed assicurare che nei laboratori a cui sono preposti, vengano scrupolosamente osservate le previste norme di sicurezza e prevenzione;

· si è disposto che tutto il personale non dipendente che collabora all'interno dell'Istituto (a titolo di incaricato di ricerca, tesista, visitatore. ecc.) sia tenuto a rispettare le norme vigenti in materia di sicurezza;

· si e' disposto che e' obbligo dei responsabili di progetto di ricerca segnalare i nomi dei propri collaboratori non dipendenti operanti nel proprio gruppo e verificare sia l'idoneità specifica alla mansione che la copertura assicurativa individuale;

· sono state distribuite ai responsabili di ricerca alcune norme di comportamento, dando priorità ai settori di attività dell'Istituto più a rischio

Inoltre i lavoratori sono stati informati dai responsabili di progetto di ricerca sui rischi specifici della mansione e formati alle corrette procedure d'utilizzo delle sostanze chimiche.

Particolare attenzione è stata posta durante la formazione : · sul significato delle indicazioni contenute nelle schede di sicurezza dei prodotti (come

utilizzarli correttamente, cosa fare in caso di versamenti accidentali, contaminazioni, ecc.);· sulla corretta etichettatura dei recipienti contenenti i preparati in laboratorio;· sull'utilizzo delle cappe d'aspirazione e dei DPI;

Agli atti dell'Istituto sono conservati i programmi di formazione specifica già realizzata e normalmente nella riunione periodica annuale viene programmata la eventuale formazione da realizzare nell'anno successivo (si vedano i verbali delle riunioni periodiche).

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Rischio Chimici Pericolosi 1.Chimici Pericolosi 1.Gli agenti chimici in uso nelle attività lavorative sono quelli a minore pericolosità tra quelli utilizzabili. 2.E' disponibile in Istituto la scheda tecnica di sicurezza dell'agente chimico pericoloso, consegnata da fornitore. 3.Sono state effetuate valutazioni sulle possibili interazioni tra gli agenti chimici pericolosi manipolati, delle quali si tiene conto nelle procedure adottate. 4.Gli agenti chimici pericolosi sono utilizzati in quantità estremamente ridotte e per tempi ridotti, il loro impiego non è di regola ripetitivo.

Ambiente di Lavoro 5.Le lavorazioni potenzialmente pericolose sono effettuate in locali o zone di locale dedicati ed appositamente concepiti. 6.Gli arredi sono progettati e installati secondo le norme di buona tecnica. 7.Le attrezzature sono coerenti con le norme di prevenzione degli infortuni e dell'igiene del lavoro per le attività svolte, sono correttamente utilizzate, SONO SOTTOPOSTE A MANUTENZIONE STRAORDINARIAE NON sottoposte a manutenzione periodica da parte della ditta Rilievo: 29-10-2013 8.Sono presenti frigoriferi dedicati (di tipo antideflagrante per gli infiammabili) per gli agenti chimici che richiedono la conservazione a bassa temperatura. 10.Ai locali/zone suddetti hanno accesso i soli lavoratori abilitati. L'elenco di detto personale è affisso all'ingresso dei locali/zone di pertinenza. 11.I pavimenti e le pareti dei locali, nonché le superfici dei banconi su cui sono manipolati agenti chimici pericolosi, consentono la facile e completa pulizia anche in caso di versamento degli stessi. 12.I locali sono dotati di cappe chimiche in numero adeguato per addetti normalmente presenti e per le lavorazioni previste. 13.Nei locali di deposito sono predisposti bacini di contenimento e cordolature all'intorno dei recipienti che contengono agenti chimici pericolosi, al fine di evitarne lo spandimento incontrollato. 14.Nei locali di lavoro vengono effettuate periodiche ed accurate pulizie da parte della ditta Colser 16.Nei locali dove possono verificarsi schizzi di agenti chimici pericolosi per contatto, sono disponibili sistemi di lavaggio.

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17.I locali sono dotati di un sistema di ventilazione generale. 18.I tempi di utilizzo degli agenti chimici non permettono una valutazione dell'inquinamento ambientale con le normali metodiche di campionamento che prevedono tempi di acquisizione di gran lunga maggiori della durata dell'impiego di tali prodotti. 19.Vengono in ogni caso eseguite periodicamente misure ambientali volte a determinare l'efficienza delle cappe e l'entità dei ricambi d'aria dell'ambiente (minimo 60 m3/persona/giorno).

Procedure Di Sicurezza 20.Esistono procedure scritte per lo svolgimento in sicurezza delle attività che prevedono l'utilizzo di agenti chimici pericolosi(immagazzinamento, trasporto e manipolazione, pulizia dei locali, gestione dei rifiuti), compresa la gestione dell'emergenze, affisse in prossimità dei luoghi dove sono effettuate le operazioni. 21.Le procedure da attuare in caso di emergenza sono state formalizzate nel 'Piano di emergenza interno'.

Contenuti Minimi delle Procedure 22.I recipienti dell'agente chimico vengono sempre tenuti chiusi. 23.L'immagazzinamento dei prodotti pericolosi avviene separando i prodotti chimicamente incompatibili, ai fini della sicurezza, nonché separando quelli infiammabili ed esplosivi dagli altri. 24.Nei locali di lavoro (laboratori) vengono detenute quantità minime di prodotti (impiego giornaliero). 25.Gli agenti chimici pericolosi vengono sempre conservate nei contenitori originali, contrassegnati ed etichettati secondo le vigenti norme. 26.I recipienti vengono custoditi in appositi armadi ben ventilati (reagentari, armadi per acidi e per solventi), al riparo da calore e reagenti pericolosi. 27.Gli agenti chimici pericolosi non strettamente necessarie al processo lavorativo sono depositate in locali idonei, non presidiati o costituenti vie di transito. 28.Esiste un divieto scritto di mangiare, bere, fumare all'interno dell'ambiente di lavoro. 29.E' espressamente vietato l'uso improprio del frigorifero destinato a custodire agenti chimici pericolosi (esempio per la conservazione di vivande). 30.Le lavorazioni che prevedono l'utilizzo agenti chimici pericolosi per inalazione sono effettuate sotto cappa (chimica). 31.Al termine della lavorazione viene effettuata, da parte del lavoratore, la pulizia del piano del banco ed il riordino della propria postazione.

Informazione e Formazione 32.I lavoratori interessati dagli agenti chimici pericolosi sono informati, con modalità scritte, sui

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rischi connessi con l'esposizione all'agente. 33.I lavoratori interessati dagli agenti chimici pericolosi sono formati, con modalità scritte e con esercitazioni pratiche, sulla applicazione delle procedure esistenti (utilizzo attrezzature e DPI, modalità operative, gestione delle emergenze, ecc.) per minimizzare i rischi legati alla manipolazione di agenti chimici pericolosi. 34.Il personale in formazione scientifica e quello ospite è assistito da un tutor ed affiancato da personale esperto e già formato ai fini della sicurezza. 35.Sono in atto verifiche periodiche dell'apprendimento delle informazioni e della applicazione delle procedure di sicurezza.

DPI-Presidi 37.Nei locali in cui si impiegano agenti chimici pericolosi è disponibile un adeguato numero di dispositivi di protezione individuali e di presidi, le cui caratteristiche e modalità operative sono indicate nelle procedure di sicurezza.

Rifiuti 38.I rifiuti di agenti chimici pericolosi sono raccolti e asportati secondo le procedure di sicurezza previste in ottemperanza alle vigenti normative, tenendo conto delle eventuali incompatibilità chimiche e delle eventuali incompatibilità con il recipiente.

Sorveglianza Sanitaria 39.I lavoratori interessati dal rischio agenti chimici pericolosi sono regolarmente sottoposti a sorveglianza sanitaria, in accordo con i contenuti della Circolare SPP-CNR applicata nelle strutture CNR e di seguito riportata. 40.I dati forniti dal Medico Competente: Ferruccio Innocenti sui controlli sanitari eseguiti sui lavoratori esposti ad agenti chimici pericolosi non hanno evidenziato in maniera significativa affezioni riconducibili all'effetto tali agenti chimici. 41.Non sono mai occorsi eventi accidentali con esposizione a agenti chimici pericolosi con conseguenze sanitarie anche di entità limitata.

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CONSIDERAZIONI FINALI

Considerato quanto indicato in premessa e nella check list, ed in particolare che : · Gli operatori presso i laboratori sono dotati e possono usufruire di idonei dispositivi

individuali di protezione ed hanno ricevuto adeguata formazione ed informazione sul loro utilizzo (vedi sezione dedicata);

· I locali laboratorio sono dotati di sistemi di protezione collettiva (cappe ecc) come precedentemente illustrati;

· La funzionalità dell'aspirazione delle cappe è controllata secondo quanto previsto dalle apposite istruzioni operative, riportate in allegato al presente documento

· Nei laboratori è presente l'elenco delle frasi R e S per l'identificazione della pericolosità di ogni singola sostanza ed i relativi consigli di prudenza riportati sull'etichettatura, nonché la possibilità di consultare le schede di sicurezza dei prodotti in uso ove previste dalla normativa;

· Esiste una squadra emergenza/antincendio e relativa procedura di evacuazione del personale in caso di emergenza;

· I locali sono dotati di idonei presidi antincendio (estintori, idranti-naspi, porte tagliafuoco ecc);

Visti i risultati della valutazione del rischio chimico con l'applicazione del Metodo Quantitativo ad Indici come indicato nella relativa sezione, ai sensi di quanto previsto dagli artt. 223 e 224 del D.Lgs 81/08, il rischio per gli operatori esposti è .............. Si conferma comunque la necessità di operare per il mantenimento ed il miglioramento dei risultati mediante il monitoraggio sulle modalità di utilizzo di agenti chimici, in particolare qualora vi siano mutamenti di attività.

LA SORVEGLIANZA SANITARIA PER AGENTI CHIMICI PERICOLOSI

La valutazione dello stato di salute del lavoratore come parte della gestione del rischio residuo, secondo gli indirizzi internazionali ormai consolidati, deve essere prioritariamente finalizzata alle attività di verifica della efficacia degli interventi atti a minimizzare i rischi lavorativi presenti ed alla protezione dei soggetti che, per varie ragioni, appaiono ipersuscettibili ai rischi, laddove si ipotizzi che il lavoratore standard; sia protetto da effetti avversi alla sua salute.

Questa impostazione è propedeutica alla determinazione dei criteri che determinano la effettuazione della sorveglianza sanitaria relativamente agli agenti chimici pericolosi come definiti dal D.Lgs. 81/08.

Criteri operativi

Come più sopra indicato, l'Istituto ha provveduto ad individuare e classificare come.........per la salute il proprio livello di rischio nei confronti della manipolazione di agenti chimici pericolosi, in funzione delle modalità operative (tipo di sostanze, quantità e qualità della manipolazione, misure di abbattimento del rischio).

Il successivo aspetto da affrontare è quello della definizione delle modalità di attuazione della sorveglianza sanitaria.

Innanzitutto è bene ricordare che, ai sensi dell'art.224, comma 2 del D.Lgs. 81/08, Se i risultati della valutazione dei rischi, di cui all'art. 223, dimostrano che, in relazione al tipo e alle quantità di un agente chimico pericoloso e alle modalità e frequenza di esposizione a tale agente presente

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sul luogo di lavoro, vi è solo un rischio basso per la sicurezza ed irrilevante la salute dei lavoratori e che le misure di cui al comma 1 dell'art. 224 sono sufficienti a ridurre il rischio, non si applicano le disposizioni degli articoli 225 (misure specifiche di protezione e prevenzione), 226 (disposizioni in caso di incidenti o di emergenze), 229 (sorveglianza sanitaria), 230 (cartelle sanitarie e di rischio).

Sulla base di tale articolo, quindi, in presenza di rischio irrilevante ed avendo ritenuto le misure tecniche adottate sufficienti a ridurre il rischio (situazione certamente soddisfatta sulla base di quanto descritto nelle sezioni dedicate), non si configura l'obbligo di esecuzione della sorveglianza sanitaria come previsto negli specifici articoli. Tale impostazione richiede alcune osservazione e commenti al fine di definire e giustificare le strategie operative successive.

In primo luogo è opportuno segnalare che, in tema di limiti di esposizione professionale agli agenti chimici, l'ACGIH ha evidenziato fin nelle premesse delle proprie indicazioni igienistiche circa l'utilizzo e soprattutto i limiti dei valori espressi, che a causa della notevole variabilità della sensibilità individuale, una piccola percentuale di lavoratori può accusare disagio in presenza di alcune sostanze la cui concentrazione sia pari o inferiore al TLV e, in una più piccola percentuale di individui, si può osservare un effetto più marcato per l'aggravarsi di condizioni preesistenti o per l'insorgere di una malattia professionale.

In relazione a tale problema viene inoltre aggiunto: 'Alcuni individui possono inoltre essere ipersuscettibili o sensibili in modo fuori dal comune a talune sostanze in conseguenza di fattori genetici, età, abitudini personali (fumo, alcool, altre droghe), cure mediche o esposizioni pregresse. Tali lavoratori possono risultare non adeguatamente protetti contro effetti avversi per la salute da parte di sostanze presenti a concentrazioni pari o inferiori ai TLV. Il Medico del Lavoro deve valutare il grado di protezione addizionale consigliabile per tali soggetti.

Emerge quindi la possibilità, piccola ma non trascurabile che una frazione di lavoratori (valutata intorno al 5-10%) non sia protetta dal rispetto dei valori limite indicati. L'applicazione quindi del TLV, sebbene rappresenti un importante valore di riferimento anche da un punto di vista sanitario, non può essere in via esclusiva applicato per valutare il rispetto dei principi di prevenzione e protezione della salute sui luoghi di lavoro.

In questo senso le attività di sorveglianza sanitaria appaiono strumento indispensabile per completare in modo corretto le attività di prevenzione. Come si è visto, anche nei documenti dell'ACGIH viene esplicitamente sottolineato il ruolo del Medico del Lavoro (e quindi della sorveglianza sanitaria) come strumento preventivo fondamentale, finalizzato in questo caso alla protezione dei soggetti ipersuscettibili.

Più in generale è noto che gli scopi della sorveglianza sanitaria (intesa in modo estensivo come prevede il D.Lgs. 81/08) sono quelli di partecipare alla valutazione del rischio, di valutare lo stato di salute della popolazione esposta (e quindi di evidenziare eventuali ricadute sanitarie per esposizioni anche di modesta intensità), di valutare le protezioni aggiuntive da applicare al lavoratore che, per vari motivi, risulti a maggior rischio rispetto al lavoratore medio.

A ciò è necessario aggiungere che la moderna impostazione della filosofia prevenzionistica prevede che l'obiettivo primario di tali attività sia il perseguimento dello stato di salute, inteso comestato di completo benessere fisico, mentale e sociale (OMS). In questo senso l'importanza di promuovere adeguatamente la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro deve essere finalizzata alla prevenzione non solo delle malattie professionali, ma anche delle patologie correlate al lavoro ed alla promozione di stili di vita che preservino il citato benessere psicofisico.

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Una valutazione periodica dello stato di salute della popolazione lavorativa (sia in termini di gruppo che del singolo lavoratore) rientra quindi necessariamente tra le attività preventive nel loro complesso, anche come 'indicatore' della bontà dei sistemi di prevenzione adottati.

Nel caso specifico ci troviamo di fronte ad una situazione nella quale le valutazioni quantitative, come ampiamente riferito nella apposita sezione, non sono in grado di misurare una esposizione, che pertanto rimane oggetto di una valutazione qualitativa. E' evidente però che le considerazioni effettuate rimangono ugualmente applicabili anche in assenza di concentrazioni ambientali confrontabili con limiti di leggeo di buona prassi, poiché i temi della ipersuscettibilità, delle valutazioni sanitarie di gruppo e comunque del controllo sanitario finalizzato al benessere psicofisico del lavoratore sono parimenti applicabili.

Da un punto di vista strettamente normativo, la effettuazione del controllo sanitario in questo caso ottempera al meglio a quanto previsto dal combinato disposto dall'art. 15, comma 1, lettere a) e l) (in quanto il datore di lavoro valuta tutti i rischi per la sicurezza e per la salute dei lavoratori) e prevede il controllo sanitario dei lavoratori.

Da tali articoli emerge infatti un obbligo di controllo sanitario dei lavoratori esposti, derivante dalla individuazione di un rischio (come prima definito) non trattato specificamente nella normativa vigente. In altre parole, dalla lettura dei citati articoli si evince che, qualora sia stato individuato un rischio per la salute (definito come probabilità di effetto avverso) e per tale rischio non sia esplicitamente prevista la sorveglianza sanitaria in nessuna delle norma specifiche attualmente in vigore, tale sorveglianza trova la propria legittimazione nella applicazione degli articoli suddetti.

L'obbligo di sorveglianza sanitaria in tali situazioni deriva quindi proprio dalla applicazione dell'art. 15, che rappresenta la normativa vigente prevista all'art. 224 del D.Lgs. 81/08 e che determinano l'obbligo di un controllo sanitario ad opera del medico competente in quanto attuatore, insieme con il DL delle misure per la tutela della salute e dell'integrità psico-fisica dei lavoratori, di cui all'art. 25, comma 1, let. a).

Concludendo quindi la disamina dei criteri e delle procedure applicative, in caso di rischio da agenti chimici definito moderato, è opportuno ribadire che, anche se il rischio è stato ridotto al minimo (secondo le procedure indicate al comma 1 dell'art. 224,), non è possibile escludere a priori la possibilità di effetti avversi per salute dei lavoratori, in particolare di quelli che, per i motivi citati anche dall'ACGIH, si trovino in condizioni diverse dal lavoratore 'medio'.

Tali considerazioni, unitamente alla necessità di disporre dei dati sanitari per le valutazioni di efficacia delle misure preventive adottate, depongono quindi per la applicazione, a fronte di un rischio definito irrilevante per la salute , della sorveglianza sanitaria. Per quanto attiene ai contenuti della sorveglianza sanitaria per il rischio da agenti chimici pericolosi, si rimanda al Protocollo complessivo di Sorveglianza Sanitaria prevista per i lavoratori operanti nella Struttura elaborato dal M.C.

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Rischio Rumore Ai sensi dell'art. 109 del D. Lgs. 81/08 e s.m.i viene valutato il rumore durate le attività lavorative, prendendo in considerazione:

· il livello, il tipo, la durata, dell'esposizione, ivi inclusa ogni esposizione a rumore impulsivo;

· i valori limite di esposizione ed i valori di azione;· tutti gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al

rumore;· gli effetti sulla salute e sicurezza dei lavoratori derivante dalle interazioni tra rumore e

sostanze ototossiche connesse all'attività svolta e fra rumore e vibrazioni, seguendo attentamente l'orientamento della letteratura scientifica e sanitaria ed i suggerimenti del medico competente;

· le informazioni sull'emissione di rumore fornite dai costruttori delle attrezzature impiegate, in conformità alle disposizioni vigenti in materia;

· l'esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre l'emissione di rumore;· il prolungamento del periodo di esposizione al rumore oltre l'orario di lavoro normale, in

locali di cui è responsabile;· le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria, comprese, per quanto possibile, quelle

reperibili nella letteratura scientifica;· la disponibilità di dispositivi di protezione dell'udito con adeguate caratteristiche di

attenuazione.

I valori limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e alla pressione acustica di picco, sono fissati a: a) valori limite di esposizione rispettivamente LEX = 87 dB(A) e ppeak = 200 Pa (140 dB(C) riferito a 20 µPa); b) valori superiori di azione: rispettivamente LEX = 85 dB(A) e ppeak = 140 Pa (137 dB(C) riferito a 20 µPa); c) valori inferiori di azione: rispettivamente LEX = 80 dB(A) e ppeak = 112 Pa (135 dB(C) riferito a 20 µPa). Ai fini del presente decreto si applicano quindi i seguenti valori limite di esposizione:

Lex,8h Peak Valore limite di esposizione 87 dB(A) 140 dB(C) Valore superiore di azione 85 dB(A) 137 dB(C) Valore superiore di azione 85 dB(A) 137 dB(C) I principali adempimenti previsti dal Decreto sono: Superamento del valore inferiore di azione

- Misurazione del rumore; - Messa a disposizione dei DPI; - Messa a disposizione dei DPI; - Informazione e formazione dei lavoratori; - Sorveglianza sanitaria su richiesta del lavoratore.

Superamento del valore superiore di azione

- Programma di misure per ridurre il valore di esposizione; - Segnaletica per i locali di lavoro; - Fare il possibile affinché i lavoratori indossino i DPI;- Sorveglianza sanitaria

- Superamento del valore limite - Adozione delle misure per riportare l'esposizione al di sotto del

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di esposizione valore limite. Le misure tecniche organizzative adottate per ridurre il rumore possono essere:

· segnalazione, mediante specifica cartellonistica, dei luoghi di lavoro, dove i lavoratori possono essere esposti ad un rumore al di sopra dei valori superiori di azione, nonché dette aree saranno inoltre delimitate e l'accesso alle stesse sarà limitato;

· adozione di altri metodi di lavoro ch implicano una minore esposizione al rumore;· scelta di attrezzature di lavoro adeguate, tenuto conto del lavoro da svolgere , che emettano

il minor rumore possibile, inclusa l'eventualità di rendere disponibili ai lavoratori attrezzature di lavoro conformi ai requisiti di cui al Titolo III, il cui obiettivo o effetto è di limitare l'esposizione al rumore;

· progettazione della struttura dei luoghi e dei posti di lavoro;· adozione di misure tecniche per il contenimento del rumore trasmesso per via area, quali

schermature, involucri o rivestimenti realizzati con materiali fonoassorbenti;· adozione di misure tecniche per il contenimento del rumore strutturale, quali sistemi di

smorzamento o di isolamento;· opportuni programmi di manutenzione delle attrezzature di lavoro, del luogo di lavoro e dei

sistemi sul posto di lavoro;· - riduzione del rumore mediante una migliore organizzazione del lavoro attraverso la

limitazione della durata e dell'intensità dell'esposizione e l'adozione di orari di lavoro appropriati , con sufficienti periodi di riposo.

Alla luce di quanto sopra detto la valutazione del rischio rumore tiene conto di check list utilizzate come indicato nella premessa a questo DVR. Rischi Rumore 1.Rumore Nelle attività lavorative sono presenti macchine e/o attrezzature, sorgenti di rumore. E' stata effettuata la valutazione, da parte di personale adeguatamente qualificato, con misurazioni strumentali, dell'esposizione al rumore durante il lavoro secondo quanto previsto dall'art. 190 del D.Lgs. 81/08, come da allegata relazione tecnica. Data Valutazione: 02-10-2013 Data Scadenza: 02-10-2017 1-Le valutazioni effettuate evidenziano una esposizione personale quotidiana al rumore inferiore al VIA [LEX,8h < 80 dB(A) - ppeak < 135 dB(C)] 1.Sono comunque forniti adeguati dispositivi individuali di protezione dell'udito a tutti i lavoratori per i quali sono stati registrati livelli di pressione acustica istantanea comunque significativamente elevata.

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Rischio Videoterminali Il lavoro al videoterminale (VDT) è definito come svolgimento d'attività con interazione con il videoterminale, quali l'immissione dati, trasmissione dati, elaborazione di testi, ecc. Il Titolo VII Attrezzature munite di videoterminali del d.lgs. 81/08 riguarda la tutela dei lavoratori addetti all'uso di videoterminali in modo sistematico o abituale, ove raggiungano la soglia delle venti ore medie settimanali. Nel conteggio di tale monte-ore andranno detratte le pause e le interruzioni stabilite dalla contrattazione collettiva anche aziendale o che comunque dovranno avere una cadenza di quindici minuti ogni centoventi minuti di applicazione continuativa al videoterminale. Per il calcolo dei tempi di interruzione non saranno computabili nemmeno le pause all'inizio ed al termine dell'orario di lavoro né i tempi di attesa della risposta da parte del sistema elettronico, che sono considerati, a tutti gli effetti, tempo di lavoro, ove il lavoratore non possa abbandonare la postazione. La pausa, infatti, è considerata parte integrante dell'orario di lavoro. Nell'analisi del rischio da utilizzo di VDT il legislatore ha indicato che i rischi per la vista, quelli derivanti dalla postura e dall'affaticamento fisico e mentale non possono prescindere dalla valutazione ergonomica della postazione di lavoro - requisiti minimi previsti nell'allegato XXXIV - dalla situazione complessiva di igiene ambientale nonché dalla formazione ed informazione. I controlli sanitari sono effettuati con periodicità quinquennale per i lavoratori dichiarati idonei e di età inferiore a 50 anni, mentre nei lavoratori con idoneità condizionata o con prescrizioni o che, seppur idonei, abbiano un età pari o superiore a 50 anni la periodicità sarà biennale. La periodicità delle visite potrà essere di intervalli temporali inferiori qualora il medico competente ritenga utile un controllo più ravvicinato per la presenza di patologie in atto al momento della visita e tali da limitare l'idoneità. Alla luce di quanto sopra detto, anche per la valutazione del rischio da utilizzo di VDT sono state utilizzate specifiche check list con lo scopo di evidenziare le eventuali anomalie presenti e le misure correttive da porre in essere. Tale analisi ha riguardato tutte le postazioni di lavoro presenti negli uffici. Sono stati identificati, in base al lay-out, i locali ufficio, le postazioni di lavoro ed i lavoratori che le occupano. Con riferimento alla potenziale nocività da uso di VDT, sono stati indagati:

· gli aspetti propri di ogni singolo postazione di lavoro (tavolo di lavoro, schermo, tastiera, sedile, accessori ecc.);

· le caratteristiche del lavoro: tipologia del lavoro (videoscrittura, caricamento dati ecc.), durata, tempi di uso di tastiera e mouse;

· le informazione sul sistema informatico (software) utilizzato;· le condizioni ambientali (con particolare riferimento al rumore, alla illuminazione ed alle

condizioni microclimatiche).

I risultati di detta valutazione sono di seguito riportati. Rischio VideoTerminali 1.VDT

Attrezzature di lavoro: Schermi

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1.Gli schermi sono conformi ai requisiti minimi previsti all'Allegato XXXIV del Dlgs 81/08.

Attrezzature di lavoro: Tastiere e Dispositivi di Puntamento 2.Le tastiere e i dispositivi di puntamento sono conformi ai requisiti minimi previsti all'Allegato XXXIV del Dlgs 81/08.

Piani di lavoro 3.La superficie è sufficientemente ampia per disporre i materiali necessari e le attrezzature (video, tastiera, ecc.) nonchè consentire un appoggio per gli avambracci dell'operatore davanti alla tastiera, nel corso della digitazione, tenendo conto delle caratteristiche antropometriche dell'utilizzatore. 4.Ha una profondità tale da permettere una corretta distanza visiva dallo schermo, distanza funzionale alle dimensioni dello schermo stesso (50-70 cm per schermi di 15-17 pollici). 5.E' stabile e possiede un basso indice di riflessione. 6.Ha un'altezza compresa fra 70 e 80 cm. 7.Ha uno spazio idoneo per il comodo alloggiamento e la movimentazione degli arti inferiori e per infilarvi il permettere l'ingresso del sedile e dei braccioli.

Sedili 9.I sedili sono del tipo girevole, saldi contro slittamento e rovesciamento, e permettono libertà di movimenti e posizione comoda. 10.Dispongono del piano di seduta e dello schienale regolabili in maniera indipendente cosi da assicurare un buon appoggio dei piedi ed il un adeguato sostegno della zona lombare tenendo conto delle caratteristiche antropometriche dell'utilizzatore. 11.Hanno i bordi del piano smussati, in materiale permeabile al vapore acqueo e pulibile. 12.Sono facilmente spostabili e di tipo girevole per permettere all'utilizzatore i cambi di posizione. 13.In funzione delle caratteristiche antropometriche dell'utilizzatore sono dotati di un poggiapiedi separato, per far assumere una postura adeguata agli arti inferiori.

Ambiente di Lavoro 15.L'illuminazione generale naturale e artificiale dell'ambiente deve garantire un illuminamento sufficiente e un contrasto appropriato tra schermo e l'ambiente circostante tenuto conto delle caratteristiche del lavoro e delle esigenze visive dell'utilizzatore. 17.Le finestre sono dotate di opportuni schermi regolabili per attenuare la luce diurna. 18.Nella disposizione delle postazioni di lavoro si è tenuto conto dell'esistenza di finestre, di pareti trasparenti o traslucide, pareti ed attrezzature di colore chiaro al fine di evitare fenomeni di abbagliamento diretto e/o indiretto e/o riflessi sullo schermo. 19.Le condizioni microclimatiche assicurano un adeguato comfort termico agli utilizzatori. Le

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radiazioni presenti sono trascurabili dal punto di vista della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori. 20.Il rumore prodotto dalle attrezzature presenti non perturba l'attenzione e la comunicazione verbale.

Interfaccia Elaboratore/Uomo 21.Le caratteristiche dei software sono conformi a quanto previsto all'Allegato XXXIV del Dlgs 81/08.

Lavoratori VDT (Art. 173) 22.Sono presenti lavoratori che utilizzano attrezzature munite di VDT, in modo sistematico o abituale, per almeno 20 ore settimanali, dedotte le pause di cui all'art.175 del D.Lgs 81/08.

Procedure di Sicurezza 23.Esistono procedure scritte per il corretto utilizzo delle attrezzature munite di VDT fornite ai lavoratori interessati (allegato).

Informazione e Formazione 24.I lavoratori individuati ai sensi dell'art.173 sono informati circa i rischi emersi dai processi di valutazione effettuati e sulle misure applicate per la minimizzazione degli stessi. 25.I lavoratori individuati ai sensi dell'art.173 sono periodicamente formati sull'applicazione delle procedure esistenti per il corretto utilizzo delle attrezzature munite di VDT.

Sorveglianza Sanitaria 26.Gli obblighi di sorveglianza sanitaria sono ottemperati mediante l'attivitò dell'Ufficio prevenzione e protezione del CNR (DPCNR n. 14600 del 15/01/1998). 27.I lavoratori individuati ai sensi dell'art.173 sono regolarmente sottoposti a sorveglianza sanitaria secondo quanto previsto dal D.Lgs 81/08. 28.I dati forniti dal Medico Competente: Ferruccio Innocenti sui controlli sanitari eseguiti sui lavoratori individuati ai sensi dell'art.51 173 non hanno evidenziato disturbi riconducibili all'utilizzo di apparecchiature munite di VDT.

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Misure di tutela della salute delle lavoratrici gestanti e madri Premessa Il Decreto Legislativo del Governo n. 151 del 26 Marzo 2001 prevede le misure per la tutela della sicurezza e della salute delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento fino a sette mesi dopo il parto e il sostegno della maternità e paternità.

Le misure sono prese dal Datore di Lavoro, per le lavoratrici che hanno informato il datore di lavoro del proprio stato, conformemente alle disposizioni vigenti, fatto salvo quanto previsto dal comma 2 dell'articolo 8. (Esposizione a radiazioni ionizzanti, ove E' fatto obbligo alle lavoratrici di comunicare al datore di lavoro il proprio stato di gravidanza, non appena accertato) I soggetti interessati dalla problematica risultano essere:

· Il Direttore di Istituto (Datore di Lavoro)· Il Responsabile di Sede (se delegati dalla Direzione dell'Istituto)· L'Ufficio del Personale· Il Medico Competente· Il Servizio di Prevenzione e Protezione

L'ente preposto alla vigilanza nello specifico settore è la Direzione Provinciale del Lavoro.

Valutazione dei rischi (art. 11 D.Lgs.151/2001) La tutela della maternità comprende il periodo di gravidanza e fino a 7 mesi di età del figlio (art. 6 D.Lgs. 151/2001) della lavoratrice e il periodo embrionale, fetale e i primi anni di vita (fino al 3°anno) del bambino. La valutazione dei rischi per la lavoratrice, tenendo conto anche degli aspetti relativi al bambino, deve essere effettuata nell'ambito della complessiva valutazione dei rischi, quindi a priori. Questa valutazione utilizza criteri specifici, in quanto ha l'obiettivo precipuo di tutelare la lavoratrice in particolari situazioni fisiologiche (gravidanza, allattamento) o di responsabilità genitoriale e il prodotto del concepimento, prima del parto e nei primi anni di vita. Ai fini di tale valutazione, è necessario tenere conto degli effetti specifici che la tipologia e l'entità dei rischi esistenti nell'abito lavorativo hanno sulle situazioni e sugli eventi tutelati, considerando la particolare organizzazione di lavoro e l'esistenza o meno di idonee misure preventive.

Ai fini della tutela della salute sono considerati il periodo di gravidanza e quello di allattamento, mentre il puerperio, cioè il periodo di tempo compreso tra il parto e la ripresa dell'attività ciclica ovarica (durata convenzionale di 8 settimane e fino a 12 settimane del bambino) non viene preso in considerazione in quanto è coperto in Italia dal periodo di congedo obbligatorio per maternità.

Rischi per la gravidanza Per quanto riguarda il problema all'interno della Struttura CNR, si può ritenere che vadano considerati incompatibili con lo stato di gravidanza i seguenti rischi (eliminare quelli non presenti):

a) Rischio Chimico: lavori con esposizione agli agenti chimici pericolosi (ai sensi dell'art.222 del D.Lgs. 81/08), o cancerogeni (art.234 D.Lgs. 81/08). Per l'estrema molteplicità e variabilità degli agenti chimici presenti nel comparto ricerca è necessario di volta in volta valutare la pericolosità per la gravidanza dell'esposizione ai singoli prodotti.

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Sono da considerare (anche qualora si tratti di rischio definito irrilevante per la salute): lavori con esposizione a sostanze e preparati classificati tossici (T), molto tossici (T+), corrosivi (C), esplosivi (E), nocivi (Xn) o estremamente infiammabili (F+): Sono da considerare comunque attività a rischio le attività con esposizione a sostanze e preparati classificati e comportanti uno o più rischi descritti dalle seguenti frasi:

· pericolo di effetti irreversibili molto gravi (R39);· possibilità di effetti irreversibili (R40);· può provocare sensibilizzazione mediante inalazione (R42);· può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle (R43);· pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata (R48);· può danneggiare i bambini non ancora nati (R61);· lavori con manipolazione di antiblastici, antivirali e antimitotici;

b) Rischio Biologico:lavori con rischio di esposizione ad agenti biologici potenzialmente infettivi (gruppi di rischio da 2 a 4 di cui art. 268 ed All.XLVI del D.Lgs. 81/08), sia come uso deliberato che come potenziale esposizione (manipolazione di sangue e derivati, contatto diretto con animali), nella misura in cui sia noto che tali agenti, o le terapie che essi rendono necessarie, mettono in pericolo la salute delle gestanti e/o del nascituro. (durante la gestazione e per 7 mesi dopo il parto)

c) Postura incongrua:Lavori che comportano uno stazionamento in piedi per più di metà dell'orario di lavoro, o che obbligano ad una posizione particolarmente affaticante o ergonomicamente incongrua per lo stato di gravidanza; ad es. posizione obbligata a sedere per tutto il turno di lavoro senza la possibilità di alternare la postura (durante la gestazione e per 7 mesi dopo il parto);

d) Movimentazione Manuale Carichi (MMC) - sollevamento, trasporto e spinta - di grado medio-elevato (durante la gestazione e per 7 mesi dopo il parto);

e) Rischi Fisici · lavori che comportano l'esposizione diretta o riflessa alle radiazioni ionizzanti (durante la

gestazione e per 7 mesi dopo il parto);· lavori che comportino colpi o vibrazioni meccaniche (fino al termine del congedo di

maternità);· lavori che comportino esposizione a rumore (valori di Lepd superiori a 80 dBA) (fino al

termine del congedo di maternità);· lavori che comportino esposizione ad elevate temperature e sbalzi termici;

g) Conduzione e altre mansioni a bordo di mezzi di trasporto (auto, pulmini, furgoni, elicotteri) (fino al termine del congedo di maternità).

h) lavoro in atmosfera di sovrapressione elevata, ad esempio in camere sotto pressione, immersione subacquea; lavori su scale ed impalcature mobili e fisse, ad esempio durante le attività di restauro di opere d'arte (fino al termine del congedo di maternità).

E' vietato il lavoro notturno e la reperibilità (dalle ore 24 alle 6), dall'accertamento dello stato di gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino, mentre è facoltativo per la lavoratrice madre fino all'età di tre anni del bambino, ex art. 53 Dlgs. 151/2001;

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Rischi lavorativi per l'allattamento Per quanto riguarda il problema all'interno della Struttura CNR, si indicano a titolo esemplificativo alcuni rischi che potrebbero essere considerati incompatibili con l'allattamento (eliminare quelli non presenti):

a) Rischio Chimico: devono essere valutate caso per caso le esposizioni, considerando il possibile passaggio della sostanza nel latte e/o i possibili effetti dannosi sulla madre che, durante il periodo di allattamento è in condizioni di maggiore suscettibilità nei confronti delle sostanze pericolose.

b) Rischio Biologico: Lavori con esposizione diretta a materiali biologici potenzialmente contaminati da agenti infettivi, o manipolazione deliberata di agenti biologici dei gruppi 2-3-4, nella misura in cui sia noto che tali agenti o le terapie che essi rendono necessarie possano costringere la lavoratrice ad interrompere l'allattamento;

c) Rischi Fisici: che comportano l'esposizione a radionuclidi (art. 8, Comma 3 D.Lgs. 151/2001

d) Lavori che comportano esposizione ad elevate temperature e sbalzi termici.

Procedure per l'attuazione della tutela della maternità nel periodo di gravidanza e fino al settimo mese di età del figlio

L'iter complessivo degli adempimenti è il seguente:

1. La lavoratrice deve segnalare per iscritto al Direttore dell'Istituto il suo stato di gravidanza, allegando certificato medico con la data presunta del parto. Il Direttore ne invierà comunicazione per conoscenza all'ufficio del Personale. In caso di gravidanza a rischio, per usufruire del congedo di maternità immediato, consegna il certificato del ginecologo direttamente alla Direzione Provinciale del Lavoro;

2. Il Direttore dell'Istituto, se l'attività della lavoratrice non risulta a rischio per la gravidanza (vedi la precedente sezione 'Rischi per la gravidanza'), non effettua modificazioni del lavoro della gestante; in caso contrario deve valutare la possibilità di riorganizzare il lavoro in modo da renderlo compatibile con lo stato di gravidanza oppure dovrà spostare la lavoratrice in un luogo di lavoro che presenti rischi compatibili con lo stato di gravidanza; per tutte queste finalità si avvarrà della consulenza del Medico Competente e del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, i quali analizzeranno i rischi specifici relativi alla lavoratrice in oggetto, considerando con particolare attenzione l'esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici, nonché i processi e le condizioni di lavoro che potrebbero determinare danni alla salute della gestante e/o del nascituro. Al termine redige un ordine scritto in cui definisce le attività e i compiti che la lavoratrice deve o non deve eseguire. L'ordine scritto deve essere messo a conoscenza della lavoratrice, del responsabile del Laboratorio/Ufficio/Struttura e del Medico Competente, nonché dell'Ufficio del Personale se trattasi di attività che prevedano indennità giornaliere specifiche.

3. Nell'eventualità che la riorganizzazione dell'attività o lo spostamento non siano praticabili, il Direttore comunicherà per iscritto alla Direzione Provinciale del Lavoro che non sono praticabili soluzioni che permettano la permanenza al lavoro della lavoratrice in gravidanza, mandandone copia per conoscenza al Medico Competente e all'Ufficio Personale. La lavoratrice sarà quindi inviata alla Direzione Provinciale del Lavoro per ratificare il congedo di maternità anticipato per esposizione a rischio.

4. La lavoratrice è tenuta a presentare al Direttore di Istituto, entro trenta giorni dalla data del

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parto, il certificato di nascita o la certificazione sostitutiva, contenente cognome nome della madre, cognome e nome del bambino e data di nascita del bambino. Il Direttore ne invierà comunicazione per conoscenza all'ufficio del Personale.

Si sottolinea quindi che, per la definizione del provvedimento relativo al congedo obbligatorio per maternità, la necessaria documentazione (certificato contenente la data presunta del parto, e, successivamente, il certificato di nascita o l'autocertificazione contenente tutti i dati necessari per il provvedimento), dovrà tempestivamente pervenire all'Ufficio del Personale.

Flessibilità del congedo di maternità (Art. 20 Dlgs. 151/2001) Ferma restando la durata complessiva del congedo di maternita', le lavoratrici hanno la facoltà di astenersi dal lavoro a partire dal mese precedente la data presunta del parto (D.P.P.) e nei quattro mesi successivi al parto, a condizione che il medico specialista del Servizio Sanitario Nazionale o con esso convenzionato e il Medico Competente (se la lavoratrice è sottoposta a sorveglianza sanitaria ai sensi dell'art.41 del D.Lgs. 81/08), attestino che tale opzione non arrechi pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro.

Procedure attuative specifiche: La lavoratrice che desideri usufruire della norma prevista nell'art. sopracitato dovrà, entro il termine del 7° mese :

1. Acquisire un certificato del proprio ginecologo (del Servizio sanitario nazionale o con esso convenzionato) che attesti la fisiologicità della gravidanza in quel periodo (7° mese);

2. Se la lavoratrice è sottoposta a sorveglianza sanitaria ai sensi dell'art.41 del D.Lg. 81/08, deve presentare, per il tramite del SPP, richiesta al Medico Competente (ed al proprio Direttore per conoscenza) per visita medica, al termine della quale il Medico dovrà attestare che l'opzione di posticipare di un mese il congedo di maternità, continuando l'attività, lavorativa non arrechi pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro;

3. Tali documenti saranno inviati dalla lavoratrice all'Ufficio Personale per gli aspetti di competenza;

4. L'U.O. Personale ne informerà per iscritto il Direttore

Procedure per la gestione delle lavoratrici dopo il rientro dalla gravidanza L' art. 6 del DLgs. 151/2001 prevede .. la tutela della salute delle lavoratrici durante il periodo di gravidanza e fino a sette mesi di età del figlio, che hanno informato il datore di lavoro del proprio stato.. Nell'assegnazione del lavoro al rientro dalla gravidanza deve essere escluso il lavoro notturno e le reperibilità notturne fino al compimento di un anno del bambino (art. 53 DLgs. 151/2001). Fino all'età di tre anni del bambino, il lavoro notturno può essere svolto solo con il consenso della lavoratrice (art. 53 DLgs. 151/2001). L'orario di lavoro potrà essere ridotto nella misura prevista dall'art. 39 del Dlgs. 151/2001 (2 ore al giorno per orari uguali o superiori a 6 ore, 1 ora al giorno per orario inferiore a 6 ore), per la durata di un anno.

Procedura ( fino al 7° mese post-partum e durante l'allattamento)

· se la lavoratrice viene inserita nel lavoro precedente al congedo di maternità (attività non a rischio) non vi è necessità di ulteriori visite da parte del Medico Competente, a meno che la lavoratrice non la richieda espressamente per iscritto (visita occasionale), per problemi di

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salute sopravvenuti o se sia in scadenza la precedente visita periodica;· se la lavoratrice viene inserita con mansione diversa rispetto a quella svolta precedentemente

al congedo di maternità, il Direttore, qualora l'attività in questione risulti a rischio, deve valutare la possibilità di riorganizzare il lavoro della lavoratrice in modo da renderlo compatibile con il suo stato e/o con l'allattamento (se certificato), oppure dovrà spostare la lavoratrice in un luogo di lavoro che presenti rischi compatibili con il suo stato e/o l'allattamento. Può avvalersi della consulenza di Medico Competente, del RSPP, dell'Esperto Qualificato (se previsto), e deve fare un ordine scritto in cui definisce le attività e i compiti che la lavoratrice deve o non deve svolgere. L'ordine scritto deve essere messo a conoscenza del responsabile di Laboratorio/Ufficio/Struttura e del Medico Competente.

· Nell'eventualità che la riorganizzazione dell'attività o lo spostamento non siano praticabili, il Direttore comunicherà per iscritto alla Direzione Provinciale del Lavoro che non sono praticabili soluzioni che permettano la permanenza al lavoro della lavoratrice fino al settimo mese, mandandone copia per conoscenza al Medico Competente e all'Ufficio Personale. La lavoratrice sarà quindi inviata alla Direzione Provinciale del Lavoro per ratificare il congedo di maternità posticipato per esposizione a rischio.

· In caso di patologia insorta durante il periodo di gravidanza, il Medico Competente è a disposizione della lavoratrice che lo richiedesse per una valutazione clinica e l'aggiornamento della cartella sanitaria prima dell'eventuale rientro al lavoro.

Rientro dopo 7 mesi dal parto o in tempi successivi

· se la lavoratrice viene inserita nel lavoro precedente alla maternità non vi è necessità di ulteriori visite da parte del Medico Competente, a meno che la lavoratrice non la richieda espressamente per iscritto (visita occasionale), per problemi di salute sopravvenuti o se sia in scadenza la precedente visita periodica;

· se la lavoratrice viene inserita con mansione diversa rispetto a quella svolta precedentemente alla maternità, deve essere inviata alla visita dal Medico Competente, sempre che per tale mansione sia prevista la sorveglianza sanitaria (art. 41 D.Lgs. 81/08);

· in caso di patologia insorta durante il periodo di gravidanza, il Medico Competente è a disposizione della lavoratrice che lo richiedesse per una valutazione clinica e l'aggiornamento della cartella sanitaria prima dell'eventuale rientro al lavoro.

· qualora la lavoratrice manifesti l'intenzione di allattare il bambino anche dopo 7 mesi dal parto, sarà facoltà del Datore di Lavoro, se possibile, inserirla in un lavoro senza rischi per l'allattamento.

Il Medico Competente, nel caso in cui la mansione nella quale viene inserita la lavoratrice fosse a rischio per l'allattamento e fossero passati i 7 mesi dal parto, dovrà comunque registrare l'esistenza dei rischi per l'allattamento, specificandoli singolarmente, valutando altresì la possibilità di prescrizioni nell'espressione del giudizio di idoneità.

Normativa di riferimento 1. L. 30/12/1971 n. 1204: Tutela lavoratrici madri2. DPR 25/11/1976 n. 1026: Regolamento esecuzione della L. 12043. DLgs. 25/11/1996 n. 645: Tutela Lav. Madri (Recepimento norme CEE)4. L. 5/02/1999 n. 25 (Art. 17) Divieto del lavoro notturno delle gestanti5. L. 8/03/2000 n. 53: Flessibilità dell'astensione obbligatoria6. Decreto Intermin. 21 luglio 2000, n.278. Reg. attuazione dell'art. 4 della Legge 53/20007. DLgs 26/03/2001, n. 151: Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e

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sostegno della maternità e della paternità, a norma dell'articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53

Da portare a conoscenza del personale

Promemoria per la lavoratrice madre · La lavoratrice segnala per iscritto al Direttore di Istituto/Ufficio il suo stato di gravidanza

fisiologica (vedi Allegato A) , unitamente al certificato medico con la data presunta del parto;

· In caso di gravidanza a rischio, per usufruire del Congedo di maternita' anticipato, consegna il certificato del ginecologo attestante il suo stato direttamente alla Direzione Provinciale del Lavoro;

· Nel caso la lavoratrice volesse usufruire della flessibilità del congedo di maternità ai sensi dell'art. 20 del DLgs. 151/2001 (astensione dal lavoro dal mese precedente la data presunta del parto e nei quattro mesi successivi al parto), acquisisce, entro il 7° mese di gravidanza, certificato medico del proprio ginecologo che ne attesti le condizioni in quel periodo; successivamente, qualora la lavoratrice sia sottoposta a sorveglianza sanitaria ai sensi dell'art.41 del D.Lgs. 81/08, richiede la visita al Medico Competente per il rilascio del relativo certificato; al termine consegna entrambe le certificazioni all'Ufficio del Personale.

· Entro 30 gg. dal parto presenta il certificato di nascita del figlio o certificazione sostitutiva contenente i seguenti dati: cognome nome della madre, cognome e nome del bambino e data di nascita del bambino (art. 21, comma 2 D.Lgs. 151/2001);

· Almeno 15 gg. prima del rientro dal congedo di maternità contatta il proprio Direttore di Istituto/Ufficio/Struttura per stabilire la data di rientro e la destinazione lavorativa;

· Nel caso la lavoratrice allatti naturalmente il figlio, presenta certificato medico del ginecologo o pediatra che lo attesti.

Al rientro al lavoro, in caso di patologia insorta durante il periodo di gravidanza, il Medico Competente è a disposizione della lavoratrice che lo richiedesse per una valutazione clinica e l'aggiornamento della cartella sanitaria prima dell'eventuale rientro al lavoro.

Si ricorda che:

· La lavoratrice madre non può essere adibita al lavoro notturno o a reperibilità notturne fino al compimento di un anno del bambino (art. 53 DLgs. 151/2001).

· Fino all'età di tre anni del bambino, il lavoro notturno può essere svolto solo con il consenso della lavoratrice (art. 53 DLgs. 151/2001).

· L'orario di lavoro potrà essere ridotto nella misura prevista dall'art. 39 del Dlgs. 151/2001 (2 ore al giorno per orari uguali o superiori a 6 ore, 1 ora al giorno per orario inferiore a 6 ore), per la durata di un anno.

Normativa di riferimento 1. L. 30/12/1971 n. 1204: Tutela lavoratrici madri2. DPR 25/11/1976 n. 1026: Regolamento esecuzione della L. 12043. DLgs. 25/11/1996 n. 645: Tutela Lav. Madri (Recepimento norme CEE)4. L. 5/02/1999 n. 25 (Art. 17) Divieto del lavoro notturno delle gestanti5. L. 8/03/2000 n. 53: Flessibilità dell'astensione obbligatoria6. Decreto Intermin. 21 luglio 2000, n.278. Reg. attuazione dell'art. 4 della Legge 53/2000

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7. DLgs 26/03/2001, n. 151: Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell'articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53

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Sezione 4 - Programma di attuazione delle misure di miglioramento In ottemperanza a quanto individuato degli art. 28 e 29 del D. Lgs. 81/08, che fornisce le modalità di elaborazione del documento di cui all'Art. 17, una volta completate le fasi di identificazione dei pericoli e la relativa valutazione dei rischi ad essi associati, occorre procedere alla definizione delle misure necessarie per eliminare o quantomeno ridurre a livelli accettabili le situazioni di rischio riscontrate e garantire il mantenimento e miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza. Al fine di rispondere al dettato legislativo, che richiede la definizione di un programma di attuazione delle misure di prevenzione, sulla base di quanto emerso in fase di valutazioni tramite check-list, vengono di seguito indicate le misure da attuare, definite secondo modalità e tempi di ripristino direttamente correlati all'entità del rischio. Le situazioni con livello di rischio alto o molto alto, eventualmente identificate, non sono riportate in quanto le azioni correttive necessarie sono già state realizzate con urgenza. Infatti tali situazioni devono essere oggetto di immediata soluzione al fine di evitare l'esposizione dei lavoratori ad un pericolo grave ed immediato. Sono invece riportate, secondo quanto già indicato nelle specifiche sezioni dedicate ai singoli rischi lavorativi, le situazioni con livello di rischio medio, che prevedono azioni correttive che possono essere realizzate nel medio termine. Tali misure sono elencate indicando l'ordine di priorità temporale relativo alla valutazione quantitativa elaborata sulla base dei parametri P e D e la figura incaricata della attuazione delle misure previste. Tutte le restanti condizioni lavorative analizzate sono definite automaticamente a rischio controllato (o basso) e non vengono riportate in questa sezione del documento. Tali condizioni non prevedono azioni correttive ma unicamente l'adozione di misure di verifica periodica, già programmate all'interno del piano di gestione della sicurezza.

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Anomalie riscontrate e programma di miglioramento

Lavoro : Situazione di rischio controllato. Sono adottate misure di verifica periodica

ApertureSuoloPareti : Situazione di rischio controllato. Sono adottate misure di verifica periodica

Pavimenti : Situazione di rischio controllato. Sono adottate misure di verifica periodica

Porte : Situazione di rischio controllato. Sono adottate misure di verifica periodica

PorteScorrevoli : Situazione di rischio controllato. Sono adottate misure di verifica periodica

Transito : Situazione di rischio controllato. Sono adottate misure di verifica periodica

CancelliPortoni : Situazione di rischio controllato. Sono adottate misure di verifica periodica

CellaFrigorifera : Situazione di rischio controllato. Sono adottate misure di verifica periodica

Immagazzinamento : Situazione di rischio controllato. Sono adottate misure di verifica periodica

ScaleGradini : Situazione di rischio controllato. Sono adottate misure di verifica periodica

ScalePioli : Situazione di rischio controllato. Sono adottate misure di verifica periodica

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Laser : Situazione di rischio controllato. Sono adottate misure di verifica periodica

Mola : Situazione di rischio controllato. Sono adottate misure di verifica periodica

Tornio : Situazione di rischio controllato. Sono adottate misure di verifica periodica

CheckChimiciPericolosi Rilievo Ripristino Scadenza Rischio

(P*D)Figura Resp.

7.Le attrezzature sono coerenti con le norme di prevenzione degli infortuni e dell'igiene del lavoro per le attività svolte, sono correttamente utilizzate, SONO SOTTOPOSTE A MANUTENZIONE STRAORDINARIAE NON sottoposte a manutenzione periodica da parte della ditta

29-10-2013

1 Anno 29-10-2014

CheckRumore : Situazione di rischio controllato. Sono adottate misure di verifica periodica

CheckVDT : Situazione di rischio controllato. Sono adottate misure di verifica periodica

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CONCLUSIONI: Le conclusioni e le conseguenti azioni operative che risultano dalla individuazione dei pericoli e dalla valutazione dei rischi connessi a tali pericoli, contenute nel presente documento, risultano conformi a quanto indicato negli Orientamenti comunitari sulla valutazione dei rischi sul lavoro pubblicati dall'Unione Europea nonché alle indicazioni ed ai principi delle linee guida citate nell'introduzione. Esse sono state definite sulla base

· delle modalità operative dell'attività;· delle analisi dei rischi effettuate;· dei mezzi di protezione adottati;· delle misure di prevenzione e sicurezza poste in atto;· dei lavori di adeguamento previsti;· della considerazione che il personale addetto alle attività è comunque altamente qualificato e

professionalmente preparato.

Si ritiene che il rischio insito nell'attività di questo Istituto è, nel rispetto di quanto individuabile nel programma di miglioramento, controllabile e ridotto attualmente al minimo tecnicamente ottenibile. Nell'ambito del riesame periodico della valutazione di cui al presente documento, ulteriori considerazioni, ai fini della tutela del benessere psico-fisico sul lavoro, potranno essere effettuate in occasione delle riunioni periodiche di prevenzione e protezione dai rischi (art. 35 del D.Lgs. 81/08). Il presente documento, o parte di esso, sarà comunque rielaborato quando previsto dalla normativa vigente ed in particolare nelle seguenti occasioni:

1. ogni volta che si presenti una sostanziale modifica dell'attività;2. ogni volta si introducano nuove attività, apparecchiature, modalità di lavoro, sostanze3. in caso di variazione della sede di lavoro.

Si dispone che: · il presente documento sia registrato e custodito presso la segreteria della struttura· copia del presente documento registrato sia fornito al Responsabile del Servizio di

Prevenzione e Protezione, al Medico Competente e all'Esperto Qualificato (se nominato

I contenuti del documento sono stati e costituiranno oggetto di informazione per tutto il personale.

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Allegati Allegato

Titolo

1. Elenco del personale 2. Elenco Luoghi di Lavoro 3. Elenco Luoghi di Servizio 4. Elenco Attrezzature 5. Schede Destinazione lavorativa 6. DPI 7. Piani di Attività Istituto/Struttura 8. Elaborati Planimetrici 9. Nomine: RSPP, Medico Competente, Preposti, Addetti PS ed Emergenze 10. Verbali Riunioni Periodiche 11. Protocolli Formativi/verbali Corsi effettuati/attestati 12. Protocolli Sanitari 13. Procedure di Sicurezza 14. Piano di Emergenza e procedure specifiche 15. Procedure di Infortunio 16. Verbali Sopralluoghi 17. Documenti Unici di Valutazione dei Rischi Interferenti 18. Valutazione Rischi Stress Lavoro-Correlato 19. Valutazione Rischio Chimico 20. Procedure di Coordinamento ex art. 7 21. Certificazioni di sicurezza immobile, impianti (di cui all'elenco esemplificativo) 22. Documentazione di sicurezza macchine e attrezzature (di cui all'elenco esemplificativo) 23. Indagini Ambientali 24. Piano di Gestione Rifiuti 25. Autorizzazione utilizzo agenti biologici (gruppo 4) 26. Apparecchiature Radiogene (relazione di protezione) 27. Relazione tecnica per singolo rischio

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Allegato N.1

Elenco del personale

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Prospetto Riepilogativo dei lavoratori Tutte le figure professionali citate, indipendentemente dal rapporto contrattuale di lavoro, sono state considerate a tutti gli effetti lavoratori ai sensi dell'art. 2 del D.Lgs. 81/08 e successive modificazioni e integrazioni. Nel proseguo del documento di valutazione dei rischi, con il termine generico di lavoratore si intende comprendere, se non diversamente specificato, tutte le categorie professionali individuate. Lavoratori 53 Dipendenti contratto tempo indeterminato 26 Dipendenti contratto tempo determinato 1 Borsa 0 Assegno di Ricerca 11 Laureando 0 Tesista 0 Tirocinante 0 Dottorando 1 Coll. Volontario 0 Incarico Coll. Scient. 0 Contratto d'opera 4 Altri non Dipendenti 0 Dipendenti altre strutture 1 Coll. Professionale 0 Interinale 0 Prest. d'opera art.89 0 Associato alla Ricerca 8 Lavoratore atipico 1 Collaboratore Amm. 0 Collaboratore di Ricerca 0 Personale dipendente CNR / Altre Strutture che opera nell'Istituto Lavoratori Struttura/Ente Quercioli Franco INO Gli adempimenti di sicurezza sono a carico della Direzione dell'Istituto

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Elenco Lavoratori

Lavoratori Dipendenti contratto a tempo indeterminato Lavoratori Qualifica Mansione Presso Gruppo 1.Bafile Ubaldo Primo Ricercatore Ricerca Sistemi

Disordinati e Materiali Funzionali

2.Bianchini Massimo Cter Ricerca 3.Boccaletti Stefano Ricercatore Ricerca 4.Celli Milva Ricercatore Ricerca Sistemi

Disordinati e Materiali Funzionali

5.Colognesi Daniele Ricercatore Ricerca Sistemi Disordinati e Materiali Funzionali

6.Focardi Stefano Primo Ricercatore Ricerca Comportamento dinamico di sistemi complessi

7.Franzosi Roberto Ricercatore Ricerca 8.Giacomelli Giovanni Primo Ricercatore Ricerca Dinamica dei

sistemi ottici 9.Giorgetti Emilia Primo Ricercatore Ricerca Plasmonica e

nanomateriali 10.Kreuz Thomas Primo Ricercatore Ricerca Comportamento

dinamico di sistemi complessi

11.Lepri Stefano Ricercatore Ricerca Comportamento dinamico di sistemi complessi

12.Margheri Giancarlo Ricercatore Ricerca Plasmonica e nanomateriali

13.Marino Francesco Ricercatore Ricerca Dinamica dei sistemi ottici

14.Materassi Massimo Ricercatore Ricerca Formazione spontanea di strutture e fenomeni di trasporto

15.Moretti Paolo Primo Ricercatore Ricerca Magnetismo - Complessità - Magnetismo - Sistemi magnetici a bassa dimensionalità

16.Petrone Maria Bonaria Collaboratore Amm.

Amministrativa

17.Pini Maria Gloria Primo Ricercatore Ricerca Formazione spontanea di strutture e fenomeni di trasporto

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18.Politi Antonio Dirigente Ricerca Ricerca Comportamento dinamico di sistemi complessi

19.Politi Paolo Primo Ricercatore Ricerca Formazione spontanea di strutture e fenomeni di trasporto

20.Puccioni Gianpiero Primo Tecnologo Tecnica 21.Ruggeri Rocco Ricercatore Ricerca Formazione

spontanea di strutture e fenomeni di trasporto

22.Tiribilli Bruno Primo Ricercatore Ricerca Biofotonica e Nanoscopia

23.Torcini Alessandro Ricercatore Ricerca Comportamento dinamico di sistemi complessi

24.Trigari Silvana Ricercatore Ricerca Plasmonica e nanomateriali

25.Ulivi Lorenzo Primo Ricercatore Ricerca Sistemi Disordinati e Materiali Funzionali

26.Vaia Ruggero Primo Ricercatore Ricerca Formazione spontanea di strutture e fenomeni di trasporto

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Lavoratori Dipendenti contratto a tempo determinato Lavoratori Qualifica Mansione Gruppo 1.Grazzi Francesco Ricercatore Ricerca Sistemi Disordinati e

Materiali Funzionali

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Lavoratori NON Dipendenti Assegno di Ricerca Lavoratori Mansione Gruppo 1.Barzagli Elisa Ricerca Comportamento

dinamico di sistemi complessi

2.Colacino Carlo Nicola Ricerca Formazione spontanea di strutture e fenomeni di trasporto

3.Iubini Stefano Ricerca Comportamento dinamico di sistemi complessi

4.Lantieri Marco Ricerca Magnetismo - Complessità - Magnetismo - Sistemi magnetici a bassa dimensionalità

5.Lascialfari Luisa Ricerca Plasmonica e nanomateriali

6.Luccioli Stefano Ricerca Comportamento dinamico di sistemi complessi

7.Marsili Paolo Ricerca Plasmonica e nanomateriali

8.Mercatelli Raffaella Ricerca Biofotonica e Nanoscopia

9.Monechi Bernardo Ricerca Comportamento dinamico di sistemi complessi

10.Scherillo Antonella Ricerca Sistemi Disordinati e Materiali Funzionali

11.Zoppi Angela Ricerca Plasmonica e nanomateriali

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Lavoratori NON Dipendenti Associato alla Ricerca Lavoratori Mansione Gruppo 1.Cianchi Luciano Ricerca Magnetismo -

Complessità - Magnetismo - Sistemi magnetici a bassa dimensionalità

2.Ciraolo Luigi Ricerca Formazione spontanea di strutture e fenomeni di trasporto

3.Del Giallo Franco Ricerca Plasmonica e nanomateriali

4.Olmi Simona Ricerca Comportamento dinamico di sistemi complessi

5.Pieralli Fabrizio Ricerca Plasmonica e nanomateriali

6.Sottini Stefano Ricerca Plasmonica e nanomateriali

7.Spalla Paolo Ricerca Formazione spontanea di strutture e fenomeni di trasporto

8.Zoppi Marco Ricerca Sistemi Disordinati e Materiali Funzionali

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Lavoratori NON Dipendenti Contratto d'opera Lavoratori Mansione Gruppo 1.Angulo Garcia David Ricerca Comportamento

dinamico di sistemi complessi

2.Bozanic Nebojosa Ricerca Comportamento dinamico di sistemi complessi

3.Donati Andrea Tecnica Sistemi Disordinati e Materiali Funzionali

4.Innocenti Laura Amministrativa

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Lavoratori NON Dipendenti Dottorando Lavoratori Mansione Gruppo 1.Salvemini Floriana Ricerca Sistemi Disordinati e

Materiali Funzionali

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Lavoratori NON Dipendenti Lavoratore atipico Lavoratori Mansione Gruppo 1.Fedrigo Anna Ricerca Sistemi Disordinati e

Materiali Funzionali

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Lavoratori NON Dipendenti o afferente ad altri Istituti/Amministrazioni Lavoratori Mansione Provenienza Gruppo 1.Quercioli Franco Ricerca INO

81

Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Lavoratori Dipendenti Mansione Ricerca Lavoratori Gruppo 1.Bafile Ubaldo Sistemi Disordinati e

Materiali Funzionali 2.Bianchini Massimo 3.Boccaletti Stefano 4.Celli Milva Sistemi Disordinati e

Materiali Funzionali 5.Colognesi Daniele Sistemi Disordinati e

Materiali Funzionali 6.Focardi Stefano Comportamento dinamico di

sistemi complessi 7.Franzosi Roberto 8.Giacomelli Giovanni Dinamica dei sistemi ottici 9.Giorgetti Emilia Plasmonica e nanomateriali 10.Kreuz Thomas Comportamento dinamico di

sistemi complessi 11.Lepri Stefano Comportamento dinamico di

sistemi complessi 12.Margheri Giancarlo Plasmonica e nanomateriali 13.Marino Francesco Dinamica dei sistemi ottici 14.Materassi Massimo Formazione spontanea di

strutture e fenomeni di trasporto

15.Moretti Paolo Magnetismo - Complessità - Magnetismo - Sistemi magnetici a bassa dimensionalità

16.Pini Maria Gloria Formazione spontanea di strutture e fenomeni di trasporto

17.Politi Antonio Comportamento dinamico di sistemi complessi

18.Politi Paolo Formazione spontanea di strutture e fenomeni di trasporto

19.Ruggeri Rocco Formazione spontanea di strutture e fenomeni di trasporto

20.Tiribilli Bruno Biofotonica e Nanoscopia 21.Torcini Alessandro Comportamento dinamico di

sistemi complessi 22.Trigari Silvana Plasmonica e nanomateriali 23.Ulivi Lorenzo Sistemi Disordinati e

Materiali Funzionali 24.Vaia Ruggero Formazione spontanea di

strutture e fenomeni di trasporto

82

Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Lavoratori Dipendenti Mansione Tecnica Lavoratori Gruppo 1.Puccioni Gianpiero

83

Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Lavoratori Dipendenti Mansione Amministrativa Lavoratori Gruppo 1.Petrone Maria Bonaria

84

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Lavoratori con incarichi specifici Non esistono designati quali preposti agli adempimenti dell'art. 16, comma 1, let. b) del D.Lgs. 81/08. Sono stati inoltre incaricati: Responsabile Registro DPI 1.Giorgetti Emilia Responsabili di Laboratorio 1.Giacomelli Giovanni 2.Margheri Giancarlo Responsabili Tutor Lavoratori Gruppo Tutor 1.Marsili Paolo Realizzazione e

studio di sistemi complessi Organico/Inorganico

Giorgetti Emilia

Lavoratori senza Gruppo Associato1.Bianchini Massimo 2.Franzosi Roberto 3.Innocenti Laura 4.Petrone Maria Bonaria 5.Puccioni Gianpiero 6.Quercioli Franco

85

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Allegato Scheda Attività Gruppi Gruppo Attività Responsabile

Comportamento dinamico di sistemi complessi

Descrizione CDSC Responsabile da Definire

Lavoratori Assegnati alla attività: Comportamento dinamico di sistemi complessi Lavoratore Contratto-Tipologia Mansione-Qualifica Attività

1. Angulo Garcia David Contratto d'opera Ricerca 2. Barzagli Elisa Assegno di Ricerca Ricerca 3. Bozanic Nebojosa Contratto d'opera Ricerca 4. Focardi Stefano Tempo Indeterminato Primo Ricercatore 5. Iubini Stefano Assegno di Ricerca Ricerca 6. Kreuz Thomas Tempo Indeterminato Primo Ricercatore Ricerca teorica,

simulazione 7. Lepri Stefano Tempo Indeterminato Ricercatore Ricerca teorica 8. Luccioli Stefano Assegno di Ricerca Ricerca Simulazioni protein

fonding e pulling modelli di proteine

9. Monechi Bernardo Assegno di Ricerca Ricerca 10. Olmi Simona Associato alla Ricerca Ricerca teorica 11. Politi Antonio Tempo Indeterminato Dirigente Ricerca Gestione Sede di

Firenze.programmazione computer.

12. Torcini Alessandro Tempo Indeterminato Ricercatore Ricerca teorica, simulazione

86

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Allegato Scheda Attività Gruppi Gruppo Attività Responsabile

Magnetismo - Complessità - Magnetismo - Sistemi magnetici a bassa dimensionalità

attivita magnetismo Responsabile da Definire

Lavoratori Assegnati alla attività: Magnetismo - Complessità - Magnetismo - Sistemi magnetici a bassa dimensionalità Lavoratore Contratto-Tipologia Mansione-Qualifica Attività

1. Cianchi Luciano Associato alla Ricerca Ricerca 2. Lantieri Marco Assegno di Ricerca Ricerca Ricerca: Fisica ss,

spettroscopia Moess. 3. Moretti Paolo Tempo Indeterminato Primo Ricercatore Attività teorica di

ricerca

87

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Allegato Scheda Attività Gruppi Gruppo Attività Responsabile

Biofotonica e Nanoscopia Attività di ricerca riguarda prevalente i settori: -microscopia ottica -microscopia a scansione di sonda (AFM) e spettroscopia di forza -microspettroscopia sia dal punto di vista dello svilluppo di tecniche innivative sia per il loro utilizzo in vari settori, con particolare interesse verso problematiche di biofisica

Responsabile da Definire

Lavoratori Assegnati alla attività: Biofotonica e Nanoscopia Lavoratore Contratto-Tipologia Mansione-Qualifica Attività

1. Mercatelli Raffaella Assegno di Ricerca Ricerca 2. Tiribilli Bruno Tempo Indeterminato Primo Ricercatore Microscopia a forza

atomica

88

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Allegato Scheda Attività Gruppi Gruppo Attività Responsabile

Dinamica dei sistemi ottici Studio della dinamica di sistemi ottici non lineari.

Giovanni Giacomelli

Lavoratori Assegnati alla attività: Dinamica dei sistemi ottici Lavoratore Contratto-Tipologia Mansione-Qualifica Attività

1. Giacomelli Giovanni Tempo Indeterminato Primo Ricercatore Computers, laboratorio laser

2. Marino Francesco Tempo Indeterminato Ricercatore

89

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Allegato Scheda Attività Gruppi Gruppo Attività Responsabile

Formazione spontanea di strutture e fenomeni di trasporto

Analisi delle equazioni mode-coupling.......

Responsabile da Definire

Lavoratori Assegnati alla attività: Formazione spontanea di strutture e fenomeni di trasporto Lavoratore Contratto-Tipologia Mansione-Qualifica Attività

1. Ciraolo Luigi Associato alla Ricerca Ricerca 2. Colacino Carlo Nicola Assegno di Ricerca Ricerca 3. Materassi Massimo Tempo Indeterminato Ricercatore Ricerca 4. Pini Maria Gloria Tempo Indeterminato Primo Ricercatore Ricerca teorica 5. Politi Paolo Tempo Indeterminato Primo Ricercatore teorica 6. Ruggeri Rocco Tempo Indeterminato Ricercatore Studio Protein Folding 7. Spalla Paolo Associato alla Ricerca Ricerca 8. Vaia Ruggero Tempo Indeterminato Primo Ricercatore Ricerca teorica

90

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Allegato Scheda Attività Gruppi Gruppo Attività Responsabile

Plasmonica e nanomateriali Studio teorico e sperimentale e design di sistemi nanostrutturati di tipometallo-dielettrico con proprietà di assorbimento ottico ( nanostruttureplasmoniche e quantum dots) per applicazioni alla sensoristica,allabiomedicina ed al processamento ottico nonlineare di segnali.Il gruppo si occupa anche di progetti di sistemi plasmonici , realizzadeposizioni metalliche-dielettriche in ultra alto vuoto e misure di spessoreanche per altri Enti , Ditte o Aziende esterne.

Giancarlo Margheri

Lavoratori Assegnati alla attività: Plasmonica e nanomateriali Lavoratore Contratto-Tipologia Mansione-Qualifica Attività

1. Del Giallo Franco Associato alla Ricerca Ricerca Fisica dello stato solido. Spettroscopia Moessbauer

2. Giorgetti Emilia Tempo Indeterminato Primo Ricercatore 3. Lascialfari Luisa Assegno di Ricerca Ricerca 4. Margheri Giancarlo Tempo Indeterminato Ricercatore Caratterizzazioni

ottiche processi chimici

5. Marsili Paolo Assegno di Ricerca Ricerca Laboratorio uso laser e prod chimici vdt

6. Pieralli Fabrizio Associato alla Ricerca Ricerca Ricerca con attivita di laboratorio

7. Sottini Stefano Associato alla Ricerca Ricerca 8. Trigari Silvana Tempo Indeterminato Ricercatore Ricerca 9. Zoppi Angela Assegno di Ricerca Ricerca Sintesi chimica di

nanoparticelle metalliche

91

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Allegato Scheda Attività Gruppi Gruppo Attività Responsabile

Sistemi Disordinati e Materiali Funzionali

1. Sviluppo di strumentazione neutronica avanzata 2. Studio dell'Idrogeno e dei materiali atti ad un suo efficace immagazzinamento. 3. Studio di rilassori ferroelettrici

Responsabile da Definire

Lavoratori Assegnati alla attività: Sistemi Disordinati e Materiali Funzionali Lavoratore Contratto-Tipologia Mansione-Qualifica Attività

1. Bafile Ubaldo Tempo Indeterminato Primo Ricercatore Attivita' di ricerca sperimentale in spettroscopia neutronica (presso laboratori europei), analisi di dati, calcoli di simulazione

2. Celli Milva Tempo Indeterminato Ricercatore Attivita' di ricerca sperimentale di sprettroscopia ottica e neutronica. Elaborazione dati al computer.

3. Colognesi Daniele Tempo Indeterminato Ricercatore Attivita' di ricerca nel campo della spettroscopia neutronica(laboratori esteri) e dell'analisi dei dati

4. Donati Andrea Contratto d'opera Tecnica officina 5. Fedrigo Anna Lavoratore atipico Ricerca 6. Grazzi Francesco Tempo Determinato Ricercatore 7. Salvemini Floriana Dottorando Ricerca imaging neutronico 8. Scherillo Antonella Assegno di Ricerca Ricerca 9. Ulivi Lorenzo Tempo Indeterminato Primo Ricercatore Spettroscopia

OtticaSpettroscopia e diffrazione Neutronica

10. Zoppi Marco Associato alla Ricerca Ricerca

92

Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Allegato N.2

Elenco Luoghi di Lavoro

93

Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Descrizione dei luoghi di lavoro

In relazione ai luoghi di lavoro, si possono distinguere le Aree di lavoro propriamente dette, abitualmente presidiate dai lavoratorio. Si riporta di seguito l'elenco dei luoghi, secondo il tipo indicato, corredato da indicazioni circa la denominazione, l'ubicazione e la classificazione ai fini della destinazione d'uso ed i lavoratori ad essi afferenti. Il dettaglio planimetrico viene riportato in altro allegato.

Aree di Lavoro Locale Ubicazione Classificazione Lavoratore B119 Edificio B Uffici Giorgetti Emilia Margheri Giancarlo B120 Lepri Stefano Torcini Alessandro

B126 Bianchini Massimo B127 Materassi Massimo B128 Pini Maria Gloria Politi Paolo B129 Franzosi Roberto Vaia Ruggero

B130 Boccaletti Stefano Kreuz Thomas B131 Barzagli Elisa Fedrigo Anna

Salvemini Floriana B132 Innocenti Laura Petrone Maria Bonaria

B133 Celli Milva Colognesi Daniele

Monechi Bernardo

B134 Quercioli Franco Tiribilli Bruno B135 Puccioni Gianpiero B144 Angulo Garcia David Bozanic Nebojosa

Lantieri Marco

Moretti Paolo

B145 Cianchi Luciano Mercatelli Raffaella B155 Giacomelli Giovanni B159 Bafile Ubaldo Ciraolo Luigi

B160 Sottini Stefano Zoppi Angela B161 Trigari Silvana B162 Grazzi Francesco B163 Politi Antonio B164 Ulivi Lorenzo B165 Scherillo Antonella Zoppi Marco

B166 Colacino Carlo Nicola B171 Ruggeri Rocco Laboratorio di B40 Lab. Fisici Tiribilli Bruno

94

Nanoscopia AFM e Biofotonica Laboratorio Infrarosso e Alta Pressione

C044 Celli Milva

Laboratorio RAMAN C043

95

Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Aree di Lavoro Locale Ubicazione Classificazione Lavoratore Laboratorio RAMAN C043 Lab. Fisici Ulivi Lorenzo Laboratorio strumentazione Moessbauer

B30 Pieralli Fabrizio

Laboratorio sviluppo strumentazione neutronica

C011a (Area CNR) Celli Milva

Officina meccanica C033 Officine Meccaniche Donati Andrea Plasmonica 443 Lab. Laser Zoppi Angela Plasmonica e Nanofotonica

B015 B014 Lab. Fisici Giorgetti Emilia

Lascialfari Luisa

Margheri Giancarlo

Marsili Paolo

Studio di sistemi di agenti -Giacomelli _Marino

B024 Giacomelli Giovanni

Marino Francesco

96

Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Aree di Lavoro NON assegnate Locali Ubicazione Classificazione B137 Edificio B Uffici Laborato laser stanza 11

Dipartimento di Fisica Lab. Fisici

Laboratorio elettronica con IFAC

C060 Lab. Elettronico

Laboratorio Moessbauer

Dipartimento di fisica Lab. Fisici

Laboratorio ottico C30 Lab. Laser Laboratorio Pattern B039 Lab. Fisici Laboratorio spettroscopia

C40 Lab. Fisici

laser C44 Lab. Laser Ottica non lineare C039 Lab. Fisici

97

Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Aree di Lavoro Ordinate per lavoratore Lavoratore Ubicazione Classificazione Locale Angulo Garcia David Edificio B Uffici B144 Bafile Ubaldo Edificio B Uffici B159 Barzagli Elisa Edificio B Uffici B131 Bianchini Massimo Edificio B Uffici B126 Boccaletti Stefano Edificio B Uffici B130 Bozanic Nebojosa Edificio B Uffici B144 Celli Milva Edificio B Uffici B133 C044 Lab. Fisici Laboratorio Infrarosso e Alta

Pressione C043 Lab. Fisici Laboratorio RAMAN

C011a (Area CNR) Laboratorio sviluppo strumentazione neutronica

Cianchi Luciano Edificio B Uffici B145 Ciraolo Luigi Edificio B Uffici B159 Colacino Carlo Nicola Edificio B Uffici B166 Colognesi Daniele Edificio B Uffici B133 Del Giallo Franco Edificio B Uffici B145 Donati Andrea C033 Officine Meccaniche Officina meccanica Fedrigo Anna Edificio B Uffici B131 Focardi Stefano Edificio B Uffici B163 Franzosi Roberto Edificio B Uffici B129 Giacomelli Giovanni Edificio B Uffici B155 B024 Lab. Fisici Studio di sistemi di agenti

-Giacomelli _Marino Giorgetti Emilia Edificio B Uffici B119 B015 B014 Lab. Fisici Plasmonica e Nanofotonica Grazzi Francesco Edificio B Uffici B162 Innocenti Laura Edificio B Uffici B132 Iubini Stefano Edificio B Uffici B126 Kreuz Thomas Edificio B Uffici B130 Lantieri Marco Edificio B Uffici B144 Lascialfari Luisa B015 B014 Lab. Fisici Plasmonica e Nanofotonica Lepri Stefano Edificio B Uffici B120 Luccioli Stefano Edificio B Uffici B126 Margheri Giancarlo Edificio B Uffici B119 B015 B014 Lab. Fisici Plasmonica e Nanofotonica

Marino Francesco B024 Lab. Fisici Studio di sistemi di agenti -Giacomelli _Marino

Marsili Paolo B015 B014 Lab. Fisici Plasmonica e Nanofotonica Materassi Massimo Edificio B Uffici B127 Mercatelli Raffaella Edificio B Uffici B145 Monechi Bernardo Edificio B Uffici B133 Moretti Paolo Edificio B Uffici B144 Olmi Simona Edificio B Uffici B126 Petrone Maria Bonaria Edificio B Uffici B132 Pieralli Fabrizio B30 Lab. Fisici Laboratorio strumentazione

Moessbauer Pini Maria Gloria Edificio B Uffici B128 Politi Antonio Edificio B Uffici B163 Politi Paolo Edificio B Uffici B128

98

Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Aree di Lavoro Ordinate per lavoratore Lavoratore Ubicazione Classificazione Locale Puccioni Gianpiero Edificio B Uffici B135 Quercioli Franco Edificio B Uffici B134 Ruggeri Rocco Edificio B Uffici B171 Salvemini Floriana Edificio B Uffici B131 Scherillo Antonella Edificio B Uffici B165 Sottini Stefano Edificio B Uffici B160 Spalla Paolo Edificio B Uffici B128 Tiribilli Bruno Edificio B Uffici B134 B40 Lab. Fisici Laboratorio di Nanoscopia

AFM e Biofotonica Torcini Alessandro Edificio B Uffici B120 Trigari Silvana Edificio B Uffici B161 Ulivi Lorenzo Edificio B Uffici B164 C043 Lab. Fisici Laboratorio RAMAN

Vaia Ruggero Edificio B Uffici B129 Zoppi Angela Edificio B Uffici B160 443 Lab. Laser Plasmonica Zoppi Marco Edificio B Uffici B165

99

Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Allegato N.3

Elenco Luoghi di Servizio

100

Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Descrizione dei luoghi di servizio

Si riporta di seguito l'elenco delle Aree di Servizio, secondo il tipo indicato, corredato da indicazioni circa la denominazione, l'ubicazione e la classificazione. Il dettaglio planimetrico viene riportato in altro allegato.

Aree di Servizio Locali Ubicazione Classificazione B136 Edicficio B Stanza Stampanti / Server Deposito materiali meccanici con IFAC-ICVBC

C061 Depositi Materiali Vari

Deposito ___Gruppo Colognesi_Grazzi

C49 Depositi Materiali Vari

101

Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Allegato N.4

Elenco Attrezzature

102

Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Descrizione delle Attrezzature

Locale Ubicazione Attrezzatura Q.tà

Lavoratore

Laboratorio di Nanoscopia AFM e Biofotonica

B40 Tornio Tornio 1 Tiribilli Bruno

Laboratorio RAMAN C043 Laser Argon 1 Celli Milva Grazzi Francesco

Ulivi Lorenzo

Laser Semiconduttore 2 Giacomelli Giovanni

Giorgetti Emilia

Marino Francesco

Marsili Paolo

Plasmonica e Nanofotonica

B015 B014 Laser laser Nd:YAG 1 Giorgetti Emilia

Lascialfari Luisa

Margheri Giancarlo

103

Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Allegato N.5

Schede Destinazione lavorativa

104

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Angulo Garcia David Luogo di nascita Manizales (Colombia) Data di nascita 04-12-1988 - Età: 24 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Contratto d'opera Mansione Ricerca Data Assunzione 01-01-2013 Data Cessazione Data Scadenza Contratto 31-12-2015 Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Non ci sono DPI associati al Lavoratore

105

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Bafile Ubaldo Luogo di nascita Firenze Data di nascita 11-05-1955 - Età: 58 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 02508 Qualifica Primo Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 01-01-1984 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Attivita' di ricerca sperimentale in spettroscopia neutronica (presso

laboratori europei), analisi di dati, calcoli di simulazione VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 30 04-01-

2006 Attrezzature Attrezzature Con Esposizione Esposizione Dal Al Laser Argon LASER 02-01-

198405-10-2012

Dispositivi di Prevenzione Individuale Elemento DPI Dal Al Camice in tessuto Corpo 31-03-

200931-12-2011

Elemento DPI Dal Al Guanti basse temperature Mano 31-03-

200931-12-2011

Elemento DPI Dal Al Occhiali per Laser Occhio 31-03-

200931-12-2011

106

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Barzagli Elisa Luogo di nascita Prato Data di nascita 28-07-1984 - Età: 29 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Assegno di Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 01-03-2012 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 30 01-03-

2012 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

107

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Bianchini Massimo Luogo di nascita Firenze Data di nascita 12-06-1963 - Età: 50 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 12875 Qualifica Cter Mansione Ricerca Data Assunzione 16-05-2011 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Ricerca VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 20 16-05-

2011 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

108

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Boccaletti Stefano Luogo di nascita Firenze Data di nascita 21-10-1966 - Età: 47 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 9937 Qualifica Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 01-06-2005 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Non ci sono DPI associati al Lavoratore

109

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Bozanic Nebojosa Luogo di nascita Kracujevac republika Srbija Data di nascita 27-03-1986 - Età: 27 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Contratto d'opera Mansione Ricerca Data Assunzione 01-01-2013 Data Cessazione Data Scadenza Contratto 31-12-2015 Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Non ci sono DPI associati al Lavoratore

110

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Celli Milva Luogo di nascita Firenze Data di nascita 04-02-1961 - Età: 52 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 5273 Qualifica Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 03-03-1997 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Attivita' di ricerca sperimentale di sprettroscopia ottica e

neutronica. Elaborazione dati al computer. VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 30 04-01-

2006 Attrezzature Attrezzature Con Esposizione Esposizione Dal Al Laser Argon LASER 14-03-

2008 Dispositivi di Prevenzione Individuale Elemento DPI Dal Al Camice in tessuto Corpo 31-03-

2009 Elemento DPI Dal Al Guanti basse temperature Mano 31-03-

2009 Elemento DPI Dal Al Occhiali per Laser Occhio 31-03-

2009

111

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Cianchi Luciano Luogo di nascita Firenze Data di nascita 12-11-1938 - Età: 74 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Associato alla Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 01-01-2006 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Non ci sono DPI associati al Lavoratore

112

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Ciraolo Luigi Luogo di nascita Roma Data di nascita 25-01-1940 - Età: 73 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Associato alla Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 22-06-2011 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Non ci sono DPI associati al Lavoratore

113

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Colacino Carlo Nicola Luogo di nascita Roma Data di nascita 24-04-1968 - Età: 45 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Assegno di Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 01-05-2012 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 30 01-05-

2012 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

114

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Colognesi Daniele Luogo di nascita Frascati (RM) Data di nascita 17-02-1969 - Età: 44 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 5485 Qualifica Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 28-12-2001 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Attivita' di ricerca nel campo della spettroscopia

neutronica(laboratori esteri) e dell'analisi dei dati VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 35 04-01-

2006 Attrezzature Attrezzature Con Esposizione Esposizione Dal Al Laser Argon LASER 21-09-

200912-09-2012

Dispositivi di Prevenzione Individuale Elemento DPI Dal Al Camice in tessuto Corpo 21-09-

200911-09-2012

Elemento DPI Dal Al Guanti basse temperature Mano 21-09-

200911-09-2012

Elemento DPI Dal Al Occhiali per Laser Occhio 21-09-

200911-09-2012

115

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Del Giallo Franco Luogo di nascita Firenze Data di nascita 01-11-1942 - Età: 71 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Associato alla Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 15-05-1972 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Fisica dello stato solido. Spettroscopia Moessbauer VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 20 04-01-

2006 Dispositivi di Prevenzione Individuale Elemento DPI Dal Al Guanti basse temperature Mano 01-01-

200930-11-2009

116

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Donati Andrea Luogo di nascita Firenze Data di nascita 08-04-1991 - Età: 22 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Contratto d'opera Mansione Tecnica Data Assunzione 15-09-2010 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività officina Rumore Lex,hh d

Lex,8h w

Dal Al

79 81 02-10-2013

Dispositivi di Prevenzione Individuale Elemento DPI Dal Al Tuta Corpo 15-09-

2010 Camice in tessuto 15-09-

2010 Elemento DPI Dal Al Guanti da lavoro Mano 15-09-

2010 Guanti contro le aggressioni meccaniche 15-09-

2010 Guanti per saldatura 15-09-

2010 Elemento DPI Dal Al Maschera per saldatura Occhio 15-09-

2010 Occhiali di protezione 15-09-

2010 Occhiali per saldatura 15-09-

2010 Elemento DPI Dal Al Cuffia antirumore Orecchio 15-09-

2010

117

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Fedrigo Anna Luogo di nascita verona Data di nascita 26-08-1984 - Età: 29 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Lavoratore atipico Mansione Ricerca Data Assunzione 01-08-2012 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Non ci sono DPI associati al Lavoratore

118

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Focardi Stefano Luogo di nascita Firenze Data di nascita 24-12-1954 - Età: 58 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 14507 Qualifica Primo Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 01-10-2011 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 30 01-10-

2011 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

119

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Franzosi Roberto Luogo di nascita Crema Data di nascita 13-10-1968 - Età: 45 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 1111 Qualifica Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 01-12-2011 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 30 01-12-

2011 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

120

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Giacomelli Giovanni Luogo di nascita Firenze Data di nascita 08-08-1962 - Età: 51 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 9954 Qualifica Primo Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 04-01-2006 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Computers, laboratorio laser VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 30 04-01-

2006 Attrezzature Attrezzature Con Esposizione Esposizione Dal Al Laser Semiconduttore LASER 12-09-

2012 Dispositivi di Prevenzione Individuale Elemento DPI Dal Al Occhiali per Laser Occhio 24-03-

2009

121

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Giorgetti Emilia Luogo di nascita Firenze Data di nascita 29-09-1959 - Età: 54 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Responsabile Registro DPI Matricola 7486 Qualifica Primo Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 01-03-1988 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Agenti Chimici Cancerogeni-Mutageni Cas - Agente R45-R46-R49 67-66-3 Cloroformio Nessuna frase T. Medio Q.tà Media Frequenza St. Fisico. Dal Al >30min <=60min

>=10 gr <100 gr Discontinua(1-3volte/sett) Polvere 01-01-2009

01-01-2011

Agenti Chimici Pericolosi Cas - Agente Frasi di Rischio 76-47-01-0 Acido CloridricoR: 34-37 R20, R21, R22, R23,

R25, R34, R35, R36, R37 : S1, S18, S2, S23, S24, S25, S26, S28, S36, S37, S38, S39, S44-S45, S7, S9

T. Medio Q.tà Media Frequenza St. Fisico. Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza <=5min >=1 gr <10 gr Bassa(<15giorni/anno) Liquido T.E. 50-150

°C01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Cas - Agente Frasi di Rischio 7664939 Acido solforico R35 : S1, S2, S26,

S30, S44-S45 <=5min >=1 gr <10 gr Bassa(<15giorni/anno) Liquido T.E. >150 °C 01-10-

2011 Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Cas - Agente Frasi di Rischio 7697-31-2 Acido Nitrico R12, R35, R8 : S1,

S1/2, S2, S23, S26, S36, S44-S45

<=5min >=1 gr <10 gr Bassa(<15giorni/anno) Liquido T.E. 50-150 °C

01-10-2012

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 20 04-01-

2006

122

Attrezzature Attrezzature Con Esposizione Esposizione Dal Al Laser Semiconduttore LASER 05-10-

2012 Laser laser Nd:YAG LASER 05-10-

2012 Dispositivi di Prevenzione Individuale Elemento DPI Dal Al Camice in tessuto Corpo 21-09-

2009 Elemento DPI Dal Al Guanti da lavoro Mano 21-09-

2009 Elemento DPI Dal Al Occhiali per Laser Occhio 21-09-

2009 Elemento DPI Dal Al Copriscarpe Piede 21-09-

2009 Elemento DPI Dal Al Maschera facciale antigas Vie Respiratorie 21-09-

2009

123

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Grazzi Francesco Luogo di nascita Firenze Data di nascita 31-05-1974 - Età: 39 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. a tempo determinato Matricola 10380 Qualifica Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 01-12-2006 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 30 17-02-

2007 Attrezzature Attrezzature Con Esposizione Esposizione Dal Al Laser Argon LASER 21-11-

2008 Dispositivi di Prevenzione Individuale Elemento DPI Dal Al Camice in tessuto Corpo 09-06-

2009 Elemento DPI Dal Al Guanti basse temperature Mano 09-06-

2009 Elemento DPI Dal Al Occhiali per Laser Occhio 09-06-

2009

124

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Innocenti Laura Luogo di nascita Firenze Data di nascita 19-09-1968 - Età: 45 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Contratto d'opera Mansione Amministrativa Data Assunzione 01-10-2009 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 20 03-10-

2011 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

125

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Iubini Stefano Luogo di nascita Firenze Data di nascita 27-08-1985 - Età: 28 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Assegno di Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 01-07-2010 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 36 01-07-

2010 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

126

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Kreuz Thomas Luogo di nascita Siegen (D) Data di nascita 13-02-1973 - Età: 40 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 10020 Qualifica Primo Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 01-04-2009 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Ricerca teorica, simulazione VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 50 01-04-

2009 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

127

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Lantieri Marco Luogo di nascita Firenze Data di nascita 03-06-1973 - Età: 40 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Assegno di Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 01-01-2010 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Ricerca: Fisica ss, spettroscopia Moess. VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 30 01-01-

2010 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

128

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Lascialfari Luisa Luogo di nascita Prato Data di nascita 18-06-1983 - Età: 30 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Assegno di Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 01-02-2012 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Agenti Chimici Pericolosi Cas - Agente Frasi di Rischio 76-47-01-0 Acido CloridricoR: 34-37 R20, R21, R22, R23,

R25, R34, R35, R36, R37 : S1, S18, S2, S23, S24, S25, S26, S28, S36, S37, S38, S39, S44-S45, S7, S9

T. Medio Q.tà Media Frequenza St. Fisico. Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza <=5min >=1 gr <10 gr Media(>15giorni/anno) Liquido T.E. 50-150

°C01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Cas - Agente Frasi di Rischio 7697-31-2 Acido Nitrico R12, R35, R8 : S1,

S1/2, S2, S23, S26, S36, S44-S45

<=5min >=1 gr <10 gr Media(>15giorni/anno) Liquido T.E. 50-150 °C

01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Cas - Agente Frasi di Rischio 7664939 Acido solforico R35 : S1, S2, S26,

S30, S44-S45 <=5min >=1 gr <10 gr Media(>15giorni/anno) Liquido T.E. >150 °C 01-10-

2011 Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Non ci sono DPI associati al Lavoratore

129

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Lepri Stefano Luogo di nascita Firenze Data di nascita 23-10-1966 - Età: 47 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 9946 Qualifica Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 15-10-2004 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Ricerca teorica Precedenti occupazioni e relativa destinazione lavorativa Datore di Lavoro Attività Rischi Noti Dal Al CNR Ricercatore TD 15-08-

200314-10-2004

VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 20 04-01-

2006 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

130

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Luccioli Stefano Luogo di nascita Firenze Data di nascita 28-04-1969 - Età: 44 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Assegno di Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 01-04-2010 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Simulazioni protein fonding e pulling modelli di proteine VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 36 22-03-

2010 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

131

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Margheri Giancarlo Luogo di nascita Firenze Data di nascita 31-10-1960 - Età: 53 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 9193 Qualifica Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 28-01-2006 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Caratterizzazioni ottiche processi chimici Agenti Chimici Cancerogeni-Mutageni Cas - Agente R45-R46-R49 67-66-3 Cloroformio Nessuna frase T. Medio Q.tà Media Frequenza St. Fisico. Dal Al >5min <=30min >=0.1 mg<1 mg Continua(>3volte/sett) Polvere 04-01-

200601-10-2011

Cas - Agente R45-R46-R49 611-90-7 Toluene Nessuna frase >30min <=60min

>=0.1 mg<1 mg Occasionale(<1volta/sett) Liquido T.E. 50-150 °C

04-01-2006

01-10-2011

Cas - Agente R45-R46-R49 108-90-7 Clorobenzene Nessuna frase >5min <=30min >=0.1 mg<1 mg Discontinua(1-3volte/sett) Liquido T.E. <50 °C 04-01-

200601-10-2011

Agenti Chimici Pericolosi Cas - Agente Frasi di Rischio 76-47-01-0 Acido CloridricoR: 34-37 R20, R21, R22, R23,

R25, R34, R35, R36, R37 : S1, S18, S2, S23, S24, S25, S26, S28, S36, S37, S38, S39, S44-S45, S7, S9

T. Medio Q.tà Media Frequenza St. Fisico. Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza >5min <=30min >=1 gr <10 gr Media(>15giorni/anno) Liquido T.E. 50-150

°C01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Cas - Agente Frasi di Rischio 7697-31-2 Acido Nitrico R12, R35, R8 : S1,

S1/2, S2, S23, S26, S36, S44-S45

>5min <=30min >=1 gr <10 gr Media(>15giorni/anno) Liquido T.E. 50-150 °C

01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Cas - Agente Frasi di Rischio 7664939 Acido solforico R35 : S1, S2, S26,

S30, S44-S45 >5min <=30min >=1 gr <10 gr Media(>15giorni/anno) Liquido T.E. >150 °C 01-10-

2011 Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m.

132

VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 25 04-01-

2006 Attrezzature Attrezzature Con Esposizione Esposizione Dal Al Laser laser Nd:YAG LASER 10-10-

2012 Laser Laser ultravioletto LASER 10-10-

2012 Dispositivi di Prevenzione Individuale Elemento DPI Dal Al Camice in tessuto Corpo 21-09-

2009 Elemento DPI Dal Al Guanti da lavoro Mano 21-09-

2009 Elemento DPI Dal Al Occhiali per Laser Occhio 21-09-

2009 Elemento DPI Dal Al Copriscarpe Piede 21-09-

2009

133

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Marino Francesco Luogo di nascita Milano Data di nascita 05-04-1975 - Età: 38 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 0101 Qualifica Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 16-11-2011 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Attrezzature Attrezzature Con Esposizione Esposizione Dal Al Laser Semiconduttore LASER 11-09-

2012 Dispositivi di Prevenzione Individuale Elemento DPI Dal Al Occhiali per Laser Occhio 16-11-

2011

134

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Marsili Paolo Luogo di nascita Macerata Data di nascita 11-09-1966 - Età: 47 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Tutor 1.Emilia Giorgetti : Realizzazione e studio di sistemi complessi

Organico/Inorganico Matricola Tipologia Assegno di Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 01-06-2011 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Laboratorio uso laser e prod chimici vdt Agenti Chimici Cancerogeni-Mutageni Cas - Agente R45-R46-R49 67-66-3 Cloroformio Nessuna frase T. Medio Q.tà Media Frequenza St. Fisico. Dal Al >5min <=30min >=10 gr <100 gr Discontinua(1-3volte/sett) Polvere 01-06-

201101-10-2011

Agenti Chimici Pericolosi Cas - Agente Frasi di Rischio 76-47-01-0 Acido CloridricoR: 34-37 R20, R21, R22, R23,

R25, R34, R35, R36, R37 : S1, S18, S2, S23, S24, S25, S26, S28, S36, S37, S38, S39, S44-S45, S7, S9

T. Medio Q.tà Media Frequenza St. Fisico. Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza <=5min >=1 gr <10 gr Media(>15giorni/anno) Liquido T.E. 50-150

°C01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Cas - Agente Frasi di Rischio 7697-31-2 Acido Nitrico R12, R35, R8 : S1,

S1/2, S2, S23, S26, S36, S44-S45

<=5min >=1 gr <10 gr Media(>15giorni/anno) Liquido T.E. 50-150 °C

01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Cas - Agente Frasi di Rischio 7664939 Acido solforico R35 : S1, S2, S26,

S30, S44-S45 <=5min >=1 gr <10 gr Media(>15giorni/anno) Liquido T.E. >150 °C 01-10-

2011 Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 20 01-06-

2011

135

Attrezzature Attrezzature Con Esposizione Esposizione Dal Al Laser Semiconduttore LASER 01-06-

2011 Dispositivi di Prevenzione Individuale Elemento DPI Dal Al Camice in tessuto Corpo 08-06-

2011 Elemento DPI Dal Al Guanti da lavoro Mano 08-06-

2011 Elemento DPI Dal Al Occhiali per Laser Occhio 08-06-

2011 Elemento DPI Dal Al Copriscarpe Piede 08-06-

2011 Elemento DPI Dal Al Maschera facciale antigas Vie Respiratorie 08-06-

2011

136

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Materassi Massimo Luogo di nascita Firenze Data di nascita 27-04-1970 - Età: 43 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 08859 Qualifica Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 28-12-2001 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Ricerca VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 50 04-01-

2006 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

137

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Mercatelli Raffaella Luogo di nascita Firenze Data di nascita 05-05-1979 - Età: 34 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Assegno di Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 15-02-2012 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 30 15-02-

2012 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

138

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Monechi Bernardo Luogo di nascita Figline Valdarno Data di nascita 11-08-1986 - Età: 27 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Assegno di Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 01-10-2011 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 20 01-11-

2011 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

139

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Moretti Paolo Luogo di nascita Firenze Data di nascita 23-03-1949 - Età: 64 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 13910 Qualifica Primo Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 01-04-1977 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Attività teorica di ricerca Precedenti occupazioni e relativa destinazione lavorativa Datore di Lavoro Attività Rischi Noti Dal Al Università di Firenze Ricerca nessuno 01-10-

197531-03-1977

VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 20 04-01-

2006 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

140

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Olmi Simona Luogo di nascita Prato Data di nascita 04-05-1982 - Età: 31 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Associato alla Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 03-12-2010 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività teorica VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 30 03-12-

2010 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

141

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Petrone Maria Bonaria Luogo di nascita Novara Data di nascita 14-08-1953 - Età: 60 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 9922 Qualifica Collaboratore Amm. Mansione Amministrativa Data Assunzione 01-06-2005 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Precedenti occupazioni e relativa destinazione lavorativa Datore di Lavoro Attività Rischi Noti Dal Al INOA Segretaria Amministrativa Uso Computer 01-05-

198131-05-2005

VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 25 04-01-

2006 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

142

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Pieralli Fabrizio Luogo di nascita san giovanni valdarno Data di nascita 09-08-1939 - Età: 74 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Associato alla Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 01-01-1971 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Ricerca con attivita di laboratorio Agenti Chimici Pericolosi Cas - Agente Frasi di Rischio 76-47-01-0 Acido CloridricoR: 34-37 R20, R21, R22, R23,

R25, R34, R35, R36, R37 : S1, S18, S2, S23, S24, S25, S26, S28, S36, S37, S38, S39, S44-S45, S7, S9

T. Medio Q.tà Media Frequenza St. Fisico. Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza <=5min >=1 gr <10 gr Media(>15giorni/anno) Liquido T.E. 50-150

°C01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Cas - Agente Frasi di Rischio 7697-31-2 Acido Nitrico R12, R35, R8 : S1,

S1/2, S2, S23, S26, S36, S44-S45

<=5min >=1 gr <10 gr Media(>15giorni/anno) Liquido T.E. 50-150 °C

01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Cas - Agente Frasi di Rischio 7664939 Acido solforico R35 : S1, S2, S26,

S30, S44-S45 <=5min >=1 gr <10 gr Media(>15giorni/anno) Liquido T.E. >150 °C 01-10-

2011 Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Non ci sono DPI associati al Lavoratore

143

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Pini Maria Gloria Luogo di nascita Firenze Data di nascita 02-11-1954 - Età: 59 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 16966 Qualifica Primo Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 16-06-1982 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Ricerca teorica VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 20 04-01-

2006 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

144

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Politi Antonio Luogo di nascita Firenze Data di nascita 30-03-1955 - Età: 58 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 9955 Qualifica Dirigente Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 01-06-2005 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Gestione Sede di Firenze.programmazione computer. VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 36 04-01-

2006 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

145

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Politi Paolo Luogo di nascita Firenze Data di nascita 02-04-1965 - Età: 48 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 8650 Qualifica Primo Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 21-12-2001 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività teorica VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 25 04-01-

2006 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

146

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Puccioni Gianpiero Luogo di nascita Millesimo Data di nascita 22-05-1953 - Età: 60 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 9956 Qualifica Primo Tecnologo Mansione Tecnica Data Assunzione 01-06-2005 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Responsabile centro di calcolo Precedenti occupazioni e relativa destinazione lavorativa Datore di Lavoro Attività Rischi Noti Dal Al INOA vdt vdt 01-01-

198731-05-2005

VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 36 12-01-

2006 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

147

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Quercioli Franco Luogo di nascita Firenze Data di nascita 08-04-1955 - Età: 58 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Dipendenti altre strutture Mansione Ricerca Data Assunzione 02-09-2010 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Non ci sono DPI associati al Lavoratore

148

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Ruggeri Rocco Luogo di nascita Scorrano Data di nascita 16-08-1950 - Età: 63 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 18315 Qualifica Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 15-08-1985 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Studio Protein Folding VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 25 12-01-

2006 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

149

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Salvemini Floriana Luogo di nascita Trani (BT) Data di nascita 07-03-1984 - Età: 29 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Dottorando Mansione Ricerca Data Assunzione 01-01-2010 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività imaging neutronico Non ci sono DPI associati al Lavoratore

150

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Scherillo Antonella Luogo di nascita Napoli Data di nascita 10-08-1972 - Età: 41 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Assegno di Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 01-02-2012 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Non ci sono DPI associati al Lavoratore

151

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Sottini Stefano Luogo di nascita Firenze Data di nascita 09-01-1942 - Età: 71 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Associato alla Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 01-07-2008 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Non ci sono DPI associati al Lavoratore

152

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Spalla Paolo Luogo di nascita Firenze Data di nascita 13-04-1946 - Età: 67 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Associato alla Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 23-06-2011 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Non ci sono DPI associati al Lavoratore

153

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Tiribilli Bruno Luogo di nascita Firenze Data di nascita 05-04-1957 - Età: 56 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 9060 Qualifica Primo Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 01-06-2005 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Microscopia a forza atomica VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 20 12-01-

2006 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

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Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Torcini Alessandro Luogo di nascita Firenze Data di nascita 22-06-1961 - Età: 52 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 9961 Qualifica Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 01-06-2005 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Ricerca teorica, simulazione Precedenti occupazioni e relativa destinazione lavorativa Datore di Lavoro Attività Rischi Noti Dal Al Ministero PI Insegnante nessuno 01-01-

199001-01-2004

INOA Ricerca VT 01-01-2005

31-12-2005

VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 36 04-01-

2006 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

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Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Trigari Silvana Luogo di nascita Spinazzola Data di nascita 20-01-1952 - Età: 61 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 20116 Qualifica Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 01-05-1984 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Ricerca VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 24 04-01-

2006 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

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Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Ulivi Lorenzo Luogo di nascita Firenze Data di nascita 02-01-1956 - Età: 57 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 21004 Qualifica Primo Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 01-03-1984 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Spettroscopia OtticaSpettroscopia e diffrazione Neutronica VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 30 04-01-

2006 Attrezzature Attrezzature Con Esposizione Esposizione Dal Al Laser Argon LASER 10-10-

2012 Laser Laser ultravioletto LASER 10-10-

2012 Dispositivi di Prevenzione Individuale Elemento DPI Dal Al Camice in tessuto Corpo 31-03-

2009 Elemento DPI Dal Al Guanti basse temperature Mano 31-03-

2009 Elemento DPI Dal Al Occhiali per Laser Occhio 31-03-

2009

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Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Vaia Ruggero Luogo di nascita Cavalese Data di nascita 26-04-1958 - Età: 55 Situazione lavorativa Dipendente C.N.R. Matricola 22383 Qualifica Primo Ricercatore Mansione Ricerca Data Assunzione 01-10-1985 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Ricerca teorica VideoTerminali O.M. Set. Dal Al 20 04-01-

2006 Non ci sono DPI associati al Lavoratore

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Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Zoppi Angela Luogo di nascita Firenze Data di nascita 25-09-1971 - Età: 42 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Assegno di Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 01-07-2012 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Sintesi chimica di nanoparticelle metalliche Agenti Chimici Pericolosi Cas - Agente Frasi di Rischio 76-47-01-0 Acido CloridricoR: 34-37 R20, R21, R22, R23,

R25, R34, R35, R36, R37 : S1, S18, S2, S23, S24, S25, S26, S28, S36, S37, S38, S39, S44-S45, S7, S9

T. Medio Q.tà Media Frequenza St. Fisico. Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza <=5min >=1 gr <10 gr Media(>15giorni/anno) Liquido T.E. 50-150

°C01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Cas - Agente Frasi di Rischio 7697-31-2 Acido Nitrico R12, R35, R8 : S1,

S1/2, S2, S23, S26, S36, S44-S45

<=5min >=1 gr <10 gr Media(>15giorni/anno) Liquido T.E. 50-150 °C

01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Cas - Agente Frasi di Rischio 7664939 Acido solforico R35 : S1, S2, S26,

S30, S44-S45 <=5min <0.1 mg Media(>15giorni/anno) Liquido T.E. >150 °C 01-10-

2011 Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Non ci sono DPI associati al Lavoratore

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Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Destinazione Lavorativa

Zoppi Marco Luogo di nascita Sesto Fiorentino Data di nascita 07-11-1946 - Età: 66 Situazione lavorativa NON Dipendente C.N.R. Matricola Tipologia Associato alla Ricerca Mansione Ricerca Data Assunzione 01-12-2011 Data Cessazione Data Scadenza Contratto Sede di lavoro SD Sistemi Complessi FI Attività Non ci sono DPI associati al Lavoratore

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Allegato N.6

DPI

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Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Assegnazione DPI ai lavoratori

Bafile Ubaldo

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Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Assegnazione DPI ai lavoratori

Celli Milva Corpo Caratteristiche Formatore Camice in tessuto Mano Guanti basse temperature Occhio Occhiali per Laser

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Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Assegnazione DPI ai lavoratori

Colognesi Daniele

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Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Assegnazione DPI ai lavoratori

Del Giallo Franco

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Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Assegnazione DPI ai lavoratori

Donati Andrea Corpo Caratteristiche Formatore Tuta Camice in tessuto Mano Guanti da lavoro Guanti contro le aggressioni meccaniche Guanti per saldatura Occhio Maschera per saldatura Occhiali di protezione Occhiali per saldatura Orecchio Cuffia antirumore

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Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Assegnazione DPI ai lavoratori

Giacomelli Giovanni Occhio Caratteristiche Formatore Occhiali per Laser

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Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Assegnazione DPI ai lavoratori

Giorgetti Emilia Corpo Caratteristiche Formatore Camice in tessuto Mano Guanti da lavoro Occhio Occhiali per Laser Piede Copriscarpe Vie Respiratorie Maschera facciale antigas

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Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Assegnazione DPI ai lavoratori

Grazzi Francesco Corpo Caratteristiche Formatore Camice in tessuto Mano Guanti basse temperature Occhio Occhiali per Laser

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Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Assegnazione DPI ai lavoratori

Margheri Giancarlo Corpo Caratteristiche Formatore Camice in tessuto Mano Guanti da lavoro Occhio Occhiali per Laser Piede Copriscarpe

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Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Assegnazione DPI ai lavoratori

Marino Francesco Occhio Caratteristiche Formatore Occhiali per Laser

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Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Assegnazione DPI ai lavoratori

Marsili Paolo Corpo Caratteristiche Formatore Camice in tessuto Mano Guanti da lavoro Occhio Occhiali per Laser Piede Copriscarpe Vie Respiratorie Maschera facciale antigas

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Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Scheda Assegnazione DPI ai lavoratori

Ulivi Lorenzo Corpo Caratteristiche Formatore Camice in tessuto Mano Guanti basse temperature Occhio Occhiali per Laser

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Allegato N.7

Piani di Attività Istituto/Struttura

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Allegato N.8

Elaborati Planimetrici

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Allegato N.9

Nomine: RSPP, Medico Competente, Preposti, Addetti PS ed Emergenze

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Allegato N.10

Verbali Riunioni Periodiche

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Allegato N.11

Protocolli Formativi/verbali Corsi effettuati/attestati

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Allegato N.12

Protocolli Sanitari

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI

Allegato N.13

Procedure di Sicurezza

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Istituto dei Sistemi ComplessiSD Sistemi Complessi FI Procedure di sicurezza per le attività lavorative negli uffici Immagazzinamento/Archiviazione Per i locali destinati a deposito/archivio (ex art. 63, comma1, D.Lgs. 81/08) è necessario avere, su una parete o in altro punto ben visibile, la chiara indicazione del carico massimo del solaio espresso in chilogrammi per metro quadrato di superficie (ex art. 162, comma 1, let. a), del D.Lgs. 81/08). I carichi devono essere distribuiti razionalmente. e scaffalature/armadi devono essere stabili e ove necessario ancorati La documentazioni e i raccoglitori sui ripiani di armadi e scaffali devono essere disposti in modo ordinato e corretto, (utilizzando contenitori adatti (non scatole o quanto altro) ); si deve partire dai piani inferiori ed osservare un'attenta distribuzione dei carichi onde evitare possibili ribaltamenti; è bene evitare di allocare in alto contenitori di dimensioni e peso di non agevole manovra (anche la presenza di cassettiere-classificatori richiede accortezza nell'impiego e nella distribuzione dei carichi poiché l'apertura contemporanea di più cassetti posti nella parte superiore può provocarne il ribaltamento). E' opportuno verificare anche la stabilità dei ripiani e dei loro punti di appoggio onde evitare pericolosi cedimenti. Per riporre la documentazione di frequente consultazione è opportuno utilizzare armadi con altezza NON superiore ai 2 m. L'utilizzo della parte alta degli armadi oltre i 2 m. deve essere sporadico ed occasionale, deve avvenire secondo le procedure di seguito descritte e se del caso si deve richiedere l'ausilio del servizio di facchinaggio; in ogni caso non si devono usare mezzi di fortuna (scatoloni, sgabelli o sedie etc.) per accedere ai piani alti degli armadi. Nel caso di utilizzo di scala portatile si deve:

· verificare che la scala sia conforme ai requisiti di legge (ad es. scala a castello, scala a libretto dotata di dispositivo contro l'apertura accidentale, di guardiacorpo, di dispositivi antisdrucciolo al piede, di piattaforma; scala a ganci dotata di guida di appoggio e ganci sempre in condizioni ottimali, etc.).

· verificare che la scala sia di altezza adeguata· verificare che il posizionamento della scala sia stabile· salire e scendere sempre con il viso rivolto verso la scala· avere sempre almeno tre arti appoggiati contemporaneamente sulla scala · far utilizzare la scala da una persona per volta· scendere dalla scala prima di effettuare qualsiasi spostamento laterale · prestare la massima attenzione durante il trasporto manuale delle scale · evitare di salire sulle scale se non si hanno ai piedi calzature idonee· vietare alle gestanti l'uso delle scale

Nella movimentazione di materiale è necessario dedicare a tale operazione due unità di personale in modo tale che venga rispettata la regola dei tre arti appoggiati sulla scala (ad es. l'operatore sale sulla scala, preleva il materiale, lo posa sulla piattaforma/piano, scende dalla scala di qualche gradino, lo porge al collega, scende dalla scala). Nei locali depositi/archivi o per armadi alti ove vi è movimentazione continua di materiale oltre

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i 2 metri di altezza è necessario utilizzare le scale a castello dotate di parapetto e corrimano. E' necessario richiudere le ante degli armadi per evitare urti accidentali, in particolare quando si tratta di ante in vetro trasparente senza bordo in legno o di metallo. Le ante scorrevoli devono essere manovrate con le apposite maniglie per evitare lo schiacciamento delle dita. Evitare di appoggiare al di sopra di armadi, scaffali e davanzali oggetti o vasi in quanto potrebbero cadere. Cucitrice a punti metallici Prestare particolare attenzione quando sia andata in blocco nel tentativo di cucire fascicoli composti da troppi fogli; in questo caso, infatti, l'operazione di rimozione dei punti bloccati può causare ferite alle mani o al viso (punti proiettati dall'alimentatore a molla inopportunamente disinserito). Fotocopiatrici Le fotocopiatrici devono essere installate in locali spaziosi e ben aerati. Si deve evitare assolutamente di accedere alle loro parti interne prima di aver interrotto l'alimentazione elettrica, al fine di evitare contatti elettrici nel caso di malfunzionamento degli interruttori interni di sicurezza. Si ricorda inoltre che all'interno di tali apparecchiature ci sono parti di macchina ad alta temperatura che possono provocare ustioni al contatto. Vie di esodo Le vie di esodo devono essere sgombre allo scopo di consentirne l'utilizzazione in ogni evenienza, come peraltro previsto dal Certificato di Prevenzione Incendi e dall'art. 64, comma 1, lettera b) del D.Lgs. 81/08 e smi. Utenze elettriche locali E' importante evitare che vi siano cavi volanti e provvedere che qualsiasi anomalia all'impianto elettrico o ai cavi venga segnalato al Direttore/ Dirigente/Responsabile tecnico per i necessari interventi di manutenzione o riparazione; ricordarsi che per sfilare le spine dalle prese non si deve agire sul cavo ma direttamente sulle spine.

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Procedure di sicurezza nella attività all'aperto

1. Munirsi del pacchetto di primo soccorso.2. In caso di attività in cui è possibile procurarsi accidentalmente escoriazioni o che prevedono

la manipolazione di sostanza organica (lettiera, terreno, ecc.) è obbligatoria la vaccinazione contro il tetano.

3. I soggetti allergici a punture d'insetto, devono informare il responsabile dell'attività di ricerca.

4. Le donne in gravidanza hanno l'obbligo di segnalare il loro stato al responsabile dell'attività di ricerca, o ad un suo collaboratore.

5. Vestire un abbigliamento adeguato all'ambiente ed alla stagione; indossare scarpe con suola antiscivolo e caviglia protetta in caso di escursioni in montagna (nel dubbio chiedere al responsabile dell'attività di ricerca). Dotarsi di caschetto da cantiere di un casco o elmetto, con marchio CE, per la protezione della testa da cadute accidentali di rami o cimali. Prestare particolare attenzione in corrispondenza delle ceppaie e dei massi affioranti.

6. Comunicare l'itinerario che si intende percorrere e in caso di escursioni in zone caratterizzate da lunghezza del tragitto o accidentalità del percorso, farsi sempre accompagnare munendosi, se possibile, di telefonino per poter comunicare. Se si prevede di effettuare uscite in montagna in zone poco conosciute, dotarsi di mappa (1:25000) e/o di GPS.

7. Prima di programmare uscite informarsi sulle previsioni meteorologiche, evitando, se possibile, di uscire in caso di marcato mal tempo. Durante un temporale, cercare raggiungere al più presto un luogo sicuro (rifugio, baita, bivacco, ecc.) e, in ogni caso, mai ripararsi sotto gli alberi.

8. Non mettersi nelle tasche attrezzi o strumenti appuntiti o taglienti.9. Se si prevede l'uso di sostanze chimiche adottare tutti gli accorgimenti previsti dalle schede

di sicurezza; non utilizzare alcuna sostanza priva di scheda di sicurezza. Consultare le norme di sicurezza delle attrezzature che si intendono impiegare e utilizzare i dispositivi di protezione individuale che sono richiesti (guanti, occhiali protettivi, ecc.).

10. Nelle operazioni che presentano rischio di caduta dall'alto (es. raccolta campioni su chiome degli alberi, in arrampicata libera) usare aste di prolunga, in mancanza di queste possono essere eseguite solo se dotati imbracatura.

11. In caso di utilizzo di apparati elettrici da campo assicurarsi che siano a conformi alla normativa vigente e dotati di dispositivi di sicurezza elettrica.

12. Nelle zone in cui è nota la presenza di zecche (intorno ai 1000 m s.l.m.), si consiglia di camminare su sentieri battuti, evitare di sedersi sull'erba, indossare abiti chiari e coprenti (pantaloni lunghi e chiusi alle caviglie, camicia con maniche lunghe, berretto, ecc.) ed eventualmente usare prodotti repellenti.

13. In caso di puntura da zecca provvedere all'immediata asportazione dell'insetto afferrandolo, possibilmente con una pinzetta, vicino alla testa e compiendo una leggera trazione e contemporanea rotazione in senso anti-orario; disinfettare la zona della puntura. In caso di difficoltà rivolgersi al pronto soccorso.

14. In caso di morso di vipera contattare il pronto soccorso: la persona deve rimanere, se possibile, ferma; eventualmente togliere tutto ciò che può costringere (anelli, bracciali, orologi); immobilizzare l'arto colpito, al pari di un arto fratturato; la parte morsicata deve rimanere declive rispetto al cuore; evitare incisioni, nel tentativo di drenare il veleno, e non succhiare il sangue direttamente con la bocca; non applicare lacci emostatici; cercare di ricordare l'aspetto del serpente.

15. Mantenere sempre il contatto visivo, vocale o via radio.16. Prima di iniziare i lavori stabilire la via di ritirata ed assicurarsi che sia libera.17. Nel caso di presenza nell'area di lavoro di una macchina operatrice prima di spostarsi

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assicurarsi sempre che l'autista ci abbia visto.

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Procedure generali di buona prassi in laboratorio All'interno degli ambienti dell'Istituto sono adottate le seguenti procedure di buon comportamento in laboratorio.

· E' vietata la presenza di una sola persona all'interno dell'Istituto per qualunque operazione complessa o che possa comportare rischi elevati, condotta al di fuori del normale orario di lavoro, in caso di inderogabile necessità la presenza di una sola persona deve essere autorizzata con procedure codificate e comunque l'operatore deve avere la possibilità di contattare rapidamente chi possa fornirgli assistenza;

· la pulizia e l'ordine degli ambienti di lavoro, in particolare del banco di lavoro, sono elementi fondamentali per evitare incidenti e per intervenire tempestivamente e agevolmente in caso di necessità, anche per questo non devono essere introdotte sostanze e/o oggetti estranei alle attività di lavoro;

· rispettare le elementari norme igieniche, lavare abbondantemente con acqua e sapone le mani alla fine del lavoro, prima di consumare cibi o bevande o di utilizzare i servizi igienici;

· nei locali dell'istituto è vietato fumare;· nei laboratori è vietato conservare e assumere cibi o bevande per evitare i rischi di

contaminazione, per lo stesso motivo è buona norma non conservare cibi o altro nelle tasche del camice;

· non portare oggetti alla bocca, è vietato l'utilizzo di pipette a bocca, utilizzare le propipette in dotazione;

· è obbligatorio indossare il camice e, ove previsto, gli idonei dispositivi di protezione individuale (guanti, occhiali, maschere, ecc.);

· in laboratorio è buona norma, e fortemente consigliabile, indossare sempre gli appositi occhiali di sicurezza (per proteggersi da schizzi o altro); è inoltre consigliabile non utilizzare le lenti a contatto che potrebbero costituire un impedimento nelle operazioni di lavaggio degli occhi in caso di contaminazione con sostanze chimiche;

· prima di utilizzare qualsiasi apparecchiatura è obbligatorio leggere il manuale con le istruzioni, trattare con cura la componentistica elettrica, tenere il più lontano possibile (circa 120 cm.) le apparecchiature elettriche dalle fonti di umidità e/o da vapori di solventi infiammabili;

· prima di utilizzare qualsiasi prodotto chimico acquisire le informazioni sulle sue caratteristiche attraverso la lettura della scheda di sicurezza, le frasi di rischio e i consigli di prudenza, attenersi alle indicazioni riportate per la manipolazione, lo stoccaggio e lo smaltimento;

· tutte le nuove sostanze introdotte, se non sono disponibili dati tossicologici precisi, devono essere trattate alla stessa stregua delle sostanze pericolose (tossiche, ecc.);

· etichettare a norma di legge, correttamente e chiaramente tutti i recipienti in modo che sia possibile riconoscerne sempre, facilmente, anche a distanza di tempo, il contenuto; e' consigliabile segnalare su ogni confezione la data d'inizio dello stoccaggio;

· è buona norma conservare i contenitori a un'altezza tale che permetta sia di leggerne agevolmente l'etichetta, sia di prelevarli o riporli senza rischio. Per la sistemazione dei prodotti è fondamentale considerare la pericolosità delle sostanze da conservare e la loro reattività e compatibilità reciproca. In generale è necessario che i prodotti fra loro incompatibili siano tenuti ben separati (ad esempio: gli acidi dovranno essere conservati lontano dalle basi, gli ossidanti dai riducenti);

· le confezioni dei liquidi, in particolare di quelli corrosivi, devono sempre essere poste su ripiani provvisti di bordo e di materiale idoneo, che ne contenga idoneamente eventuali versamenti;

· lo stato generale dei depositi va verificato con cadenza almeno semestrale. Si dovrà

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controllare la consistenza delle giacenze, l'integrità dei contenitori e dell'etichettatura. Dovranno essere eliminati tutti i prodotti che abbiano superato i tempi previsti per una corretta conservazione (ad esempio: le sostanze facilmente perossidabili, che possono diventare fonte di rischio, e i prodotti che si degradano nel tempo);

· non deve essere permessa la presenza sotto cappa di sostanze infiammabili oltre quelle utilizzate per l'operazione in corso;

· contenitori di infiammabili, quando non sono utilizzati, devono essere sempre perfettamente chiusi. I contenitori vuoti vanno bonificati e lasciati aperti;

· utilizzare sempre le cappe aspiranti per le reazioni chimiche rischiose, per il prelievo o il travaso di solventi;

· conservare in laboratorio solo i quantitativi minimi di sostanze infiammabili, o comunque pericolose, strettamente necessari al lavoro della giornata;

· custodire correttamente gli agenti pericolosi (cancerogeni, mutageni, radioattivi, biologici), chiusi a chiave, e manipolarli con estrema prudenza;

· non lasciare mai senza controllo le reazioni in corso o gli apparecchi in funzione, in caso di estrema necessità munirli di opportuni sistemi di sicurezza e segnalare opportunamente la situazione (data, nome dell'operatore, tipo di reazione, eventuali note);

· è vietato scaricare in fogna o nei cassonetti per i rifiuti urbani i rifiuti chimici, biologici e radioattivi, o comunque pericolosi;

· raccogliere immediatamente eventuali spandimenti;· a fine lavoro accertarsi che la propria postazione di lavoro sia in ordine e che tutti gli

apparecchi, eccetto quelli necessari, siano spenti e verificare la chiusura degli erogatori gas.

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Procedura di sicurezza nell'utilizzo di LASER

· il personale operante in laboratori di ricerca e sviluppo laser deve essere istruito circa il rischio connesso al loro impiego anche in considerazione del fatto che il funzionamento di laser di classe 3B e 4 può rappresentare un pericolo anche per altre persone, a distanza considerevole.

· la lista, compilata dal Direttore, del personale autorizzato all'impiego di laser deve essere affissa all'esterno del locale. Deve inoltre essere designato il responsabile del laboratorio.

· l'accesso di personale non compreso nell'elenco è permesso sotto la responsabilità del Direttore o di altra persona autorizzata.

· non si deve mai guardare il raggio primario e durante le operazioni di allineamento è obbligatorio proteggere gli occhi.

· evitare le riflessioni accidentali e quindi non indossare orologi, bracciali etc. e non usare strumenti che le possano provocare.

· non rimuovere ne modificare i dispositivi di protezione e di interblocco.

Scheda sicurezza dei sistemi LASER classe superiore a 2M [NOTA: L'uso dei laser di classe 1, 1M, 2 e 2M, di quelli inseriti in prodotti commerciali (es. stampanti laser, compact disk, ecc.), non è regolamentato nelle presenti norme; per il loro utilizzo gli operatori devono comunque osservare le indicazioni di sicurezza fornite dai costruttori e non possono effettuare alcun intervento di manutenzione che consenta l'accesso alla luce laser.] Regolamento

1. L'utilizzo dei laser e l'accesso alle zone controllate è concesso solo a personale autorizzato dal Direttore, idoneamente formato ed informato a cura del Responsabile e sottoposto a visita medica preventiva ove richiesto.

2. I laser possono essere utilizzati solo dopo che il Responsabile, di concerto con il Direttore, ha ottenuto dal Tecnico di Sicurezza Laser (TSL) le prescrizioni relative ed ha adempiuto ad esse.

3. Il Direttore pone in essere le misure di prevenzione e protezione, ed in particolare:

· riduce al minimo indispensabile l'uso dei laser ed il numero degli operatori esposti compatibilmente con i compiti istituzionali e di ricerca dell'Istituto

· predispone le specifiche procedure ed i dispositivi di prevenzione e di protezione individuali, anche sulla base delle indicazioni fornite dal TSL

· espone i cartelli di sicurezza e provvede alle segnalazioni previste· delimita e segnala le aree controllate, comprese quelle temporanee e ne regolamenta

l'accesso· arresta il fascio al termine della zona di lavoro, ne delimita il tragitto anche con l'uso di

idonee schermature ed evita che il fascio interessi porte, finestre o luoghi di passaggio· predispone affinché il tragitto del fascio non sia all'altezza degli occhi degli operatori e

provvede ai dispositivi di protezione individuale (occhiali, ecc.)· evita riflessioni speculari, valuta e previene il verificarsi di quelle accidentali· evita la diffusione libera di fasci di classe 4 e la loro interazione con sostanze infiammabili· verifica che le connessioni elettriche e la messa a terra delle parti metalliche potenzialmente

in tensione siano correttamente predisposte· verifica la presenza di eventuali rischi collaterali (gas in pressione, criogenici, radiazioni

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collaterali, ecc.), predispone per una adeguata protezione dagli stessi ed evita la produzione di gas nocivi, fumi o particolati che non siano adeguatamente aspirati.

Procedure di verifica sicurezza sistemi LASER Classificazione: per tutti i sistemi laser deve essere nota la classe. La classificazione è certificata dal costruttore ovvero dal Responsabile se si tratta di sorgente prototipo. Qualora il laser sia modificato il Responsabile deve curare la riclassificazione del sistema. Area controllata: per laser di classe 3A - 3B - 3R e 4 può essere creata un'area controllata durante il funzionamento [e/o temporanea ad hoc per la manutenzione] il cui accesso è limitato alle sole persone autorizzate. Essa deve essere indicata da appositi cartelli di avvertimento. Essa deve includere la possibilità di errato puntamento accidentale del fascio laser. La zona all'esterno dell'area controllata temporanea deve essere di classe 1 (sicura). Attenuatore o terminatore del fascio: per evitare che il personale presente sia esposto involontariamente a radiazione laser di classe 3A - 3B - 3R e 4 ovvero che si creino riflessi accidentali, si deve terminare il fascio su di un attenuatore o terminatore all'uscita della zona utile di lavoro. Comando a chiave: i laser di classe 3A - 3B - 3R e 4 devono essere equipaggiati con comandi a chiave. Le chiavi devono essere rimosse quando il laser non è in funzione, al fine di evitare un uso non autorizzato. Connettore di blocco a distanza: i laser di classe 4 e se del caso anche quelli di classe 3A - 3B - 3R devono essere forniti di interblocco di sicurezza (panic botton) facilmente accessibile dalla postazione dell'operatore. Etichettatura: ogni laser deve essere provvisto di opportune targhette che riportino la classe e la segnalazione delle aperture da cui emerge la radiazione. Idoneità alla mansione: gli operatori che utilizzano in forma continua laser delle classi 3B e 4 devono essere idonei a tale mansione a giudizio del medico competente; che si ottiene anche attraverso esami oculistici, che sono effettuati su indicazione del medico competente. Interblocchi di sicurezza: dove sono inseriti involucri di protezione per evitare l'accesso a radiazione di classe 3A - 3B - 3R e 4 sono necessari interblocchi di sicurezza che spengano la radiazione in caso di apertura dell'involucro. Essi possono essere disattivati solo per esigenze particolari di manutenzione e dopo espressa autorizzazione del Responsabile, il quale è tenuto a verificare la loro corretta riattivazione al termine della manutenzione stessa. Norme operative specifiche: per i laser di classe 3A - 3B - 3R e 4 il Responsabile predispone le norme operative generali di sicurezza, le precauzioni specifiche per il laboratorio e le espone presso l'installazione laser; ad esse gli operatori si devono attenere. Ottiche di osservazione: tutte le ottiche di raccolta (come lenti, telescopi, microscopi, endoscopi ecc.) finalizzati all'osservazione con laser o sistemi laser devono incorporare dispositivi opportuni di sicurezza (come interblocchi, filtri, attenuatori) ad inserimento automatico, per mantenere la radiazione laser attraverso l'ottica di raccolta a livello di sicurezza e ove possibile dell'appropriata EMP, per tutte le condizioni di funzionamento e manutenzione. Condizioni diverse devono essere

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autorizzate preventivamente dal TSL. Posizionamento dei comandi: i comandi devono essere posizionati in modo che quando vengano effettuate le regolazioni non ci sia pericolo di esposizione superiore ai LEA delle Classi 1 o 2. Precauzioni di base sul fascio: per le classi 2, 3A - 3B - 3R e 4 non osservare il fascio direttamente e predisporre particolari cautele per la luce non visibile; per le classi 3A - 3B - 3R e 4 non osservare il fascio tramite strumenti ottici; per le classi 3A - 3B - 3R e 4 evitare l'esposizione diretta dell'occhio; classe 4 evitare l'esposizione degli occhi e della pelle alla radiazione diretta o diffusa ed usare cautela per evitare possibili incendi. Precauzioni per i visitatori: l'accesso di visitatori a laboratori di laser di classe 3A - 3B - 3R e 4 è subordinata al permesso e alla supervisione del Responsabile; essi devono essere accompagnati da un operatore qualificato che è responsabile della loro sicurezza. Precauzioni per la manutenzione: le operazioni di manutenzione, riparazione e modifica se eseguite da personale afferente alla struttura, possono essere effettuate solo da operatori qualificati per lo specifico compito ed autorizzate dal Responsabile. Tali operazioni sono comunque proibite per gli studenti. Fa parte dell'attività di manutenzione l'allineamento del fascio che comporti l'apertura dell'involucro e l'accoppiamento di fibre ottiche per la trasmissione dati. Protettori oculari: gli occhiali sono un dispositivo di protezione individuale (DPI) e devono essere a norma CE. Il protettore oculare deve essere scelto tenendo conto delle seguenti specifiche:

· lunghezze d'onda di lavoro del sistema laser ü esposizione energetica o irradiamento· esposizione massima permessa · densità ottica del protettore oculare alla lunghezza di emissione del laser· valori dell'esposizione energetica o irradiamento per i quali vengono danneggiati.· necessità di utilizzare lenti correttrici· confortevolezza e ventilazione· degradazione o modifica temporanea o permanente dei mezzi assorbenti· solidità dei materiali (resistenza agli urti)

L'operatore deve utilizzarli sempre e con cura; egli deve evitare sempre e comunque l'esposizione dell'occhio al fascio diretto o riflesso specularmente, anche quando indossa gli occhiali, in quanto il loro grado di protezione potrebbe essere limitato dalla necessità di avere una adeguata visione del laboratorio e, pertanto, l'occhiale potrebbe non riportare in classe 1 il sistema laser osservato. Riflessione speculare: devono essere evitate riflessioni speculari (equivalenti ad esposizione diretta al fascio) per gli apparecchi di classe 3A, 3B e 4. Porre attenzione per evitare le riflessioni accidentali, ed in particolare usare strumenti che non abbiano superfici speculari e non indossare orologi, bracciali che possano causare riflessioni. Per i laser di classe 4 devono essere evitate anche le riflessioni diffuse. Rischi collaterali: il Responsabile deve predisporre tutte le misure di tutela nei confronti degli eventuali rischi collaterali connessi all'utilizzo dei laser:

· gas dai sistemi laser, come bromo, cloro, fluoro, acido cianidrico, etc, usati nei laser a gas o provenienti da reazioni con il fascio laser

· gas o vapori o liquidi criogenici· radiazione ultravioletta da flash-lamps o da tubi a scarica di laser CW, particolarmente

quando si usano tubi o specchi che trasmettono l'UV (quarzo); i tubi elettronici dei circuiti

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laser con tensioni anodiche maggiori di 5kV possono emettere raggi X e per essi si devono adottare procedure di protezione da concordare con la Divisione Igiene e Sicurezza.

· radiazione visibile o infrarossa da flash-lamps, da sorgenti di pompaggio e da radiazione di ritorno dal bersaglio, può essere di una radianza sufficiente per creare pericolo potenziale

· pericoli elettrici: molti laser fanno uso di alte tensioni (> 1kV). I laser ad impulsi sono particolarmente pericolosi per l'energia immagazzinata nei banchi di condensatori. Si raccomanda di mettere a terra tutte le parti metalliche potenzialmente in tensione, compresi i banchi di lavoro

· incendio e combustione per l'interazione del fascio con sostanze infiammabili. Emissione di particelle incandescenti nelle lavorazioni meccaniche

· altri rischi: esplosioni nel banco di condensatori o nei sistemi di pompaggio ottico per i laser di potenza. Reazioni esplosive di reagenti nei laser chimici o di altri gas usati in laboratorio.

Segnali di avvertimento: alle entrate di zone o di ambienti di protezione contenenti apparecchi laser di classe 3A - 3B - 3R e 4 devono essere apposti cartelli di avvertimento, di accesso regolamentato ed indicante la classe del laser ed eventuale presenza di luce non visibile (vedasi anche appendice A). Sorgenti prototipo: sono le sorgenti in studio e non ancora caratterizzate, quindi a sé stanti; esse possono essere utilizzate senza gli interblocchi di sicurezza, le segnalazioni acustiche e visibili automatizzate, le etichettature. Tali sorgenti devono essere confinate nei laboratori opportuni. Il loro utilizzo è concesso solo a personale specificamente autorizzato dal Direttore della struttura e idoneamente preparato dal Responsabile del laboratorio. L'utilizzo di queste sorgenti è strettamente vincolato alle prescrizioni del TSL. Traiettoria del fascio: il fascio non deve interessare porte, finestre, corridoi e postazioni di lavoro; il fascio deve essere confinato da idonee barriere. La sua altezza deve essere tale da non interessare l'altezza degli occhi dell'operatore nella postazione effettiva di lavoro. Trasmissione dati: sono sistemi a dispositivo solido integrati da fibre ottiche utilizzati per la trasmissione dati. La manutenzione di detti apparati è permessa solo a personale adeguatamente formato ed autorizzato a cura del Direttore della Struttura; in via preferenziale dette operazioni sono da affidare a personale di ditte esterne, in grado di garantire le condizioni di sicurezza. Nei locali ove convergono le fibre con luce di classe superiore a 3A, l'accesso deve essere regolamentato. Il personale deve evitare di guardare direttamente i terminali di fibra attivi o i connettori aperti, usando idonei protettori oculari ovvero visori adatti alla visione indiretta (convertitori IR, ecc.). La gestione del sistema di fibra ottica deve essere assegnata ad un Responsabile, il quale deve attivare e mantenere un programma di controllo dei rischi, sentito il TSL. Norme Operative L'operatore osserva le presenti norme e tutte le specifiche disposizioni impartite dal Direttore e/o dal Responsabile, ed in particolare:

· indossa gli occhiali o le maschere specifici per la sorgente in uso e li conserva con cura· non osserva il fascio laser attraverso fibre ottiche o sistemi di raccolta (telescopi, microscopi

ecc.) senza espressa autorizzazione del Responsabile, né osserva mai direttamente il fascio anche se indossa gli occhiali protettivi

· evita con cura le riflessioni non controllate ed accidentali (non indossa orologi, ecc)· verifica che tutte le condizioni di sicurezza previste siano tutte correttamente predisposte

prima di inviare il fascio in un'area che non è sotto la sua diretta visione

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· non può rimuovere né modificare, senza autorizzazione del Responsabile, i dispositivi di protezione e di interblocco e non può compiere manovre che non siano di sua competenza o che possano compromettere la sicurezza

· avvisa il Responsabile o il Direttore, dei dispositivi di prevenzione e protezione che non funzionano o sono danneggiati, nonché di eventuali pericoli di cui venga a conoscenza; nel contempo deve sospendere l'uso del laser ed eliminare eventuali pericoli immediati. Solo agli operatori specificamente autorizzati è permesso effettuare interventi di manutenzione, ivi compreso l'allineamento del fascio che comporta l'apertura dell'involucro; detti interventi sono vietati agli studenti non laureati

· in caso di incidente, provvede a contenerne le conseguenze ed avvisa immediatamente il Responsabile o il Direttore della Struttura, e attiva le procedure del Piano di Emergenza

· La manutenzione di sistemi a fibra ottica per trasmissione dati può essere effettuata solo da personale adeguatamente istruito sui rischi e sulle procedure ed autorizzato dal Direttore.

· Quando non è in uso il laser deve essere disabilitato in modo da prevenire un utilizzo non autorizzato; le pulizie dei locali possono essere effettuate solo a laser spenti.

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Procedure per un corretto utilizzo delle attrezzature munite di VDT Durante l'attività lavorativa l'operatore addetto al VDT deve: assumere la postura corretta di fronte al video, con piedi ben poggiati al pavimento (o poggiapiedi se di statura particolarmente bassa) e schiena poggiata allo schienale della sedia nel tratto lombare, regolando allo scopo l'altezza della sedia e l'inclinazione dello schienale; posizionare lo schermo dei video di fronte in maniera che, anche agendo su eventuali meccanismi di regolazione, lo spigolo superiore dello schermo sia posto un po' più in basso dell'orizzontale che passa per gli occhi dell'operatore e ad una distanza dagli occhi pari a circa 50-70 cm. disporre la tastiera davanti allo schermo , salvo che lo schermo non sia utilizzato in maniera saltuaria, e il mouse, od eventuali altri dispositivi di uso frequente, sullo stesso piano della tastiera ed in modo che siano facilmente raggiungibili; tenere gli avambracci appoggiati sul piano di lavoro in modo da alleggerire la tensione dei muscoli dei collo e delle spalle; evitare, per quanto possibile, posizioni di lavoro fisse per tempi prolungati (> 90 minuti). Nel caso ciò fosse inevitabile si raccomanda la pratica di frequenti esercizi di rilassamento (collo, schiena, arti superiori ed inferiori); illuminare correttamente il posto di lavoro, possibilmente con luce naturale, mediante la regolazione di tende o veneziane presenti, ovvero con illuminazione artificiale. Le condizioni di maggiore comfort visivo sono raggiunte con illuminamenti non eccessivi e con fonti luminose poste al di fuori del campo visivo dell'operatore e che non si discostino, per intensità, in misura rilevante da quella dello schermo VDT (a bassa luminosità), in modo da evitare contrasti eccessivi; orientare ed inclinare lo schermo per eliminare, per quanto possibile, riflessi sulla sua superficie; assumere la postura corretta di fronte al video in modo tale che la distanza occhi-schermo sia pari a circa 50-70 cm; utilizzare gli eventuali mezzi di correzione della vista (occhiali, lenti a contatto) se prescritti.

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Allegato N.14

Piano di Emergenza e procedure specifiche

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Allegato N.15

Procedure di Infortunio

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PROCEDURA IN CASO DI INFORTUNIO SUL LAVORO

Premessa

Per INFORTUNIO SUL LAVORO si intende un evento dovuto a causa fortuita che produca lesioni corporali obiettivamente riscontrabili, in occasione di lavoro. L'occasione di lavoro comprende anche il cosiddetto infortunio in itinere. In questa dizione, secondo l'INAIL, sono annoverati tutti gli infortuni subiti dalle persone soggette all'obbligo assicurativo nel normale percorso dalla dimora abituale al lavoro e ritorno sia che tale spostamento avvenga a piedi sia che avvenga con mezzi pubblici. Un discorso a parte va fatto per quanto riguarda il mezzo privato; in questo caso l'uso del mezzo deve essere effettivamente necessitato (ad esempio perché per percorrere il tragitto casa-lavoro e viceversa non esistono mezzi pubblici, oppure perché, pur esistendo, non coprono l'intero tragitto o, ancora, perché gli orari dei mezzi pubblici non coincidono con quello di lavoro, ecc.). La tutela - estesa anche alle ipotesi di infortuni in itinere verificatisi per la consumazione del pasto quando non è presente un servizio di mensa in azienda - riguarda anche tutti i casi di infortunio verificatisi al di fuori del normale percorso, purché la deviazione sia dovuta a causa di forza maggiore, ad esigenze essenziali ed improrogabili, ovvero all'adempimento di obblighi penalmente rilevanti. La tutela è esclusa solo in situazioni sostanzialmente riconducibili al cd. rischio elettivo (uso non necessitato del mezzo privato, interruzioni e deviazioni del normale percorso anch'esse non necessitate) oppure, nel caso di utilizzo del mezzo privato, a condotte colpevoli così abnormi da sfociare nel rischio elettivo (infortuni direttamente cagionati dall'abuso di alcolici, ecc.). Tali valutazioni sono comunque di pertinenza dell'Istituto assicuratore. In tutti questi casi, quindi, si procede alla denuncia come sotto specificato Si ricorda in premessa che in caso di infortunio sul lavoro con ricorso al Pronto soccorso (o comunque alle cure di un medico) al dipendente viene consegnato un certificato medico (primo certificato) che contiene diagnosi e prognosi, da consegnare al datore di lavoro. Il lavoratore deve informare immediatamente il datore di lavoro di qualsiasi infortunio subìto per evitare la perdita del diritto all'indennità relativa ai giorni precedenti la segnalazione (art. 52, D.P.R. n. 1124/1965). Si ricorda infine che quando la denuncia di infortunio interessa un lavoratore parasubordinato la sezione modulistica relativa al datore di lavoro deve intendersi riferita al committente.

In quali casi è obbligatoria la denuncia ed in che modo effettuarla

In caso di infortunio sul lavoro con prognosi superiore a 3 giorni, occorso ad un lavoratore (lavoratore subordinato, collaboratore ed altri soggetti iscritti all'assicurazione INAIL) il datore di lavoro effettua la denuncia entro due giorni dal momento in cui riceve il certificato medico (primo certificato). In tale circostanza, la valutazione se un evento possa considerarsi o meno infortunio sul lavoro non spetta al datore di lavoro. Egli si limita a ricevere il certificato e constatare che di infortunio si tratta perché così ha dichiarato il lavoratore e trascritto il medico . La denuncia è corredata da una copia del certificato medico attestante l'infortunio. Il datore di lavoro è sollevato dall'onere dell'invio contestuale del certificato medico, qualora abbia tempestivamente provveduto alla trasmissione della denuncia di infortunio per via telematica (Decreto Ministeriale 15 luglio 2005), laddove la sede INAIL interessata sia dotata di PEC (posta elettronica certificata). Il datore di lavoro, al quale l'INAIL faccia pervenire la specifica richiesta del certificato medico, è comunque tenuto a trasmettere tale certificazione ai sensi dell'art. 53, comma 1, del Testo Unico n. 1124/1965, così come modificato dal D.M. 15 luglio 2005. Nessuna comunicazione va effettuata per infortuni con prognosi di uno, due o tre giorni . In questi casi l'evento viene comunque annotato nel registro infortuni se la prognosi è di almeno 1 giorno.

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Nel caso in cui il primo certificato viene seguito da un secondo che prolunga la prognosi oltre i tre giorni complessivi, scatta l'obbligo di denuncia, entro due giorni dalla ricezione del secondo certificato . In caso di infortunio che comporta la morte o il pericolo di morte, il Datore di Lavoro invia un telegramma entro 24 ore . Viene inoltre conservata copia della avvenuta trasmissione della denuncia . In caso di assenza per motivi di salute (infortunio, malattia ecc) superiore a 60 giorni, il Datore di Lavoro sottopone a visita il lavoratore da parte del Medico Competente prima della ripresa del lavoro(art.41 D.Lgs 81/08).

A chi è inviata la denuncia

La denuncia viene inoltrata entro i termini sopra indicati a: 1. sede INAIL territorialmente competente in relazione alla residenza o al domicilio del

lavoratore; dunque non ha rilevanza la sede dell'impresa o il luogo in cui è avvenuto l'infortunio (Delibera CS n. 446 del 17 giugno 2004).

2. autorità di pubblica sicurezza territorialmente competente in relazione al comune in cui è avvenuto l'infortunio .

Riguardo a tale ultimo aspetto, per autorità di pubblica sicurezza si intende

· La Questura o il Commissariato di PS.· Il Sindaco, nei comuni in cui mancano gli uffici della Polizia di Stato (Questura o

Commissariato) (art. 54, D.P.R. n. 1124/1965).

In che modo è inviata la denuncia

In linea generale, l'obbligo viene adempiuto alternativamente:

· con la consegna brevi manu della denuncia direttamente presso gli sportelli degli enti competenti;

· con l'invio, mediante lettera raccomandata, all'indirizzo degli uffici sopra citati.· per via telematica, solo per l'INAIL, se la sede territorialmente competente è dotata di PEC.

Nel primo caso, la denuncia deve essere consegnata agli sportelli entro il termine di scadenza; nel secondo e nel terzo, la denuncia deve essere inviata entro il termine di scadenza. Ulteriori informazioni, nonché i moduli personalizzati per il CNR per effettuare le denunce, nonché le istruzioni per l'invio telematico, sono reperibili all'indirizzo www.dcp.cnr.it (a cura del sig. Maurizio Tirillò, tel 0649933480). Informazioni generali sono infine reperibili sul sito INAIL: http://www.inail.it/Portale/appmanager/portale/desktop?_nfpb=true&_pageLabel=PAGE_ASSICURAZIONE&nextPage=DATORI_DI_LAVORO/Denuncia_di_infortunio/index.jsp Si ricorda che, i dati salariali non devono essere comunicati all'atto della denuncia. Gli stessi saranno comunicati, su specifica richiesta INAIL, direttamente da parte dell'Ufficio Stato Giuridico e Trattamento Economico del personale della Amministrazione Centrale del CNR.

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sanzioni

In caso di denuncia mancata, tardiva, inesatta oppure incompleta è prevista l'applicazione di una sanzione amministrativa da euro 258 a euro 1549 (D.P.R. n. 1124/1965, art. 53 e L. 561/1993, art. 2, comma 1, lett. B). Il datore di lavoro deve indicare il codice fiscale del lavoratore. In caso di indicazione mancata oppure inesatta, è prevista l'applicazione di una sanzione amministrativa di euro euro 25,82 (L. 251/1982, art. 16). Per le violazioni contestate a partire dal 1° gennaio 2007 è prevista la quintuplicazione delle sanzioni amministrative (L. 296/06, art. 1, comma 1177) . Per tali ipotesi i nuovi importi sono i seguenti:

· denuncia mancante, tardiva, inesatta o incompleta da euro 1290 a euro 7745;· codice fiscale mancante o inesatto euro 129.

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Allegato N.16

Verbali Sopralluoghi

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Allegato N.17

Documenti Unici di Valutazione dei Rischi Interferenti

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Allegato N.18

Valutazione Rischi Stress Lavoro-Correlato

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La Valutazione dei Rischi Collegati allo Stress Lavoro-Correlato Premessa L'IRPPS (Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali del Consiglio Nazionale delle Ricerche ) è impegnato, tra l'altro, in studi e ricerche sulla prevenzione dei rischi collegati allo stress lavoro-correlato. In particolare, il dr. Giuseppe Ponzini, primo ricercatore dell'Istituto, ha sviluppato, con i suoi collaboratori, una metodologia per la valutazione del rischio da stress lavoro-correlato basata su un approccio di tipo organizzativo, senza peraltro escludere gli aspetti di tipo sociologico e psicologico. Nell'ambito di tale metodologia, lo strumento generale di indagine è un questionario ricavato dal Management Standard messo a punto dall'HSE (Health and Safety Executive), opportunamente tradotto e integrato tenendo conto anche di altri strumenti di indagine (in particolare: OSI, Occupational Stress Indicator; JCQ, Job Content Questionnaire; MBIGS, Maslach Burnout Inventory General Survey). Tale metodologia si differenzia da quella proposta dall'HSE poiché, nelle fasi di analisi successive alla rilevazione per mezzo del questionario, è stato introdotto, accanto allo strumento del focus group, anche quello dello scenario planning: uno strumento, cioè, più complesso da gestire ma estremamente utile per affinare l'analisi e per fare emergere con buona precisione i fattori causali (in questo caso gli stressors ) più rilevanti. Per quanto riguarda le l'applicazione delle tecniche del focus group e dello scenario planning, l'IRPPS può vantare una consolidata esperienza, sviluppata a livello nazionale e internazionale. Al fine di realizzare una valutazione dei rischi collegati allo stress lavoro-correlato negli Istituti/Strutture del CNR, in ottemperanza a quanto previsto dall'art. 28 del D.Lgs 9 aprile 2008, n. 81, ed in linea con quanto previsto dall'Accordo europeo sullo stress sul lavoro del 8 ottobre 2004, è stato realizzato un accordo tra l'Ufficio Prevenzione e Protezione dell'Amministrazione Centrale del CNR e l'IRPPS. Le attività hanno avuto inizio a far data dal maggio 2009. Obiettivi L'obiettivo generale del progetto è quello di pervenire ad una valutazione del rischio da stress lavoro-correlato nelle strutture del Consiglio Nazionale delle Ricerche, allo scopo di ottenere due risultati:

· ottemperare a quanto richiesto dalla attuale normativa nazionale sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81) e dagli atti di indirizzo emanati a livello comunitario (ivi compreso l'Accordo Europeo sullo stress sul lavoro dell'8 ottobre 2004);

· ottenere risultati sul piano del miglioramento organizzativo delle strutture dell'Ente, attraverso azioni rivolte a migliorare le condizioni di lavoro ed il benessere dei lavoratori, a migliorare il senso di appartenenza all'organizzazione, a sottolineare e sostenere l'immagine dell'Ente, a ridurre la conflittualità, l'assenteismo, gli infortuni, gli errori.

Fasi della ricerca Le fasi della valutazione si possono riassumere come segue: Fase 1 Costituzione di un gruppo di lavoro per il coordinamento dell'indagine Fase 2 Analisi organizzativa finalizzata a raccogliere dati sui modelli organizzativi adottati nelle

varie strutture dell'Ente e a raccogliere alcuni indicatori su fenomeni che è opportuno monitorare in quanto spesso espressione di rischi da stress (ad esempio assenze, malattie, errori ripetuti etc.), attivando a tal fine gli Uffici interessati e adottando le opportune misure per garantire la tutela della privacy.

Fase 3 Definizione del piano di rilevazione. Si prevede di differenziare la rilevazione distinguendo

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le varie strutture dell'Ente per tipologia, in quanto la letteratura disponibile evidenzia come il rischio da stress differisca molto a seconda dell'ambito e delle caratteristiche dell'attività lavorativa. In linea generale si procederà a distinguere le strutture di indirizzo, gestione e controllo (come la Sede Centrale), le strutture scientifiche di orientamento teorico (come, tipicamente, gli Istituti di orientamento umanistico, ma anche quelli che si occupano di ricerche teoriche nei settori della matematica e della fisica), le strutture scientifiche di orientamento tecnologico e applicativo, o che comunque utilizzano grandi apparecchiature, eventualmente con una sub-differenziazione per gli Istituti che operano nell'ambito della ricerca bio-medica.

Fase 4 Somministrazione on line dei questionari ad un campione di Istituti e/o strutture del CNR rappresentativi dell'intera realtà (indicativamente, si prevede un campione formato da 10 Istituti e/o strutture). Analisi dei dati raccolti.

Fase 5 Organizzazione di focus groups per la discussione dei risultati emersi dalla rilevazione effettuata per mezzo dei questionari

Fase 6 Organizzazione di sessioni di scenario planning per l'identificazione dei punti di criticità e per la definizione di linee guida per la prevenzione e la riduzione del rischio da stress lavoro-correlato

Fase 7 Stesura di un documento generale sulla valutazione del rischio da stress lavoro-correlato, corredato da Raccomandazioni relative alle azioni da intraprendere per eliminare le cause di rischio rilevate, e di specifici documenti di valutazione del rischio, con relative Raccomandazioni, per ciascuno degli Istituti e/o strutture oggetto della rilevazione. Stesura di Linee guida per la prevenzione e la riduzione del rischio da stress lavoro-correlato e di un Protocollo di autovalutazione da sottoporre a tutti gli Istituti e/o le strutture del CNR

Fase 8 Svolgimento di attività di informazione e di formazione rivolta a tutti gli Istituti e/o le strutture del CNR, allo scopo di realizzare la somministrazione e la valutazione conclusiva del Protocollo di autovalutazione, finalizzata alla redazione di specifici documenti (per ciascun Istituto o struttura) di valutazione del rischio da stress lavoro-correlato.

L'IRPPS, in collaborazione con l'Ufficio Prevenzione e Protezione del CNR, svolgerà il lavoro secondo il programma seguente:

1. Analisi preliminare intesa a valutare il livello di rischio da stress lavoro-correlato e ad identificare i gruppi di lavoratori maggiormente esposti a tale rischio. Tale fase comporterà l'effettuazione di interviste a testimoni privilegiati e l'acquisizione di dati inerenti l'organizzazione aziendale e del lavoro, e di dati relativi a produttività, infortuni, turnover, assenteismo, e conflittualità interna. Al termine di tale fase, la cui durata è prevista in tre mesi, l'IRPPS redigerà un Rapporto preliminare sulla valutazione del rischio da stress lavoro-correlato nelle strutture analizzate.

2. Analisi e quantificazione del livello di rischio da stress lavoro-correlato nei diversi gruppi e per i diversi stressor, analisi della capacità di fronteggiamento, definizione di linee guida per il monitoraggio del rischio da stress lavoro-correlato e per la prevenzione, la riduzione ed il contenimento di tale rischio. Tale fase comporterà l'effettuazione di interviste, di focus group e/o di sessioni di scenario planning e l'utilizzo di questionari da somministrare a dipendenti del CNR. La somministrazione dei questionari avverrà on line, a cura dell'IRPPS. Al termine di tale fase, la cui durata è prevista in cinque mesi, l'IRPPS redigerà un Rapporto finale, comprensivo delle Linee Guida e del Protocollo di autovalutazione per la prevenzione e la riduzione del rischio da stress lavoro-correlato nelle strutture del CNR.

3. Attività di formazione e di informazione sul rischio da stress lavoro-correlato rivolta a tutti gli Istituti del CNR. Tale attività, la cui durata è prevista in mesi quattro, sarà finalizzata alla somministrazione e alla valutazione conclusiva del Protocollo di autovalutazione, allo scopo di pervenire alla redazione di specifici documenti (per ciascun Istituto o struttura) di valutazione del rischio da stress lavoro-correlato. Ciascuno di questi documenti farà parte

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integrante del Documento di Valutazione dei rischi.

Le attività di valutazione saranno effettuate garantendo la massima segretezza sui dati forniti dalle strutture CNR interessate e dai lavoratori, in particolare su quelli rilevanti ai fini della normativa sulla protezione della privacy.

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Allegato N.19

Valutazione Rischio Chimico

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VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO

RAZIONALE PER L'APPLICAZIONE DEL METODO QUANTITATIVO AD INDICI

MODELLO APPLICATIVO PROPOSTO DALLA TOSCANA, EMILIA ROMAGNA, LOMBARDIA, ADATTATO ALLE REALTA' LAVORATIVE DEL CNR

INTRODUZIONE Il D.Lgs. 81/2008 ha previsto l'obbligo per il datore di lavoro di procedere ad una valutazione dei rischi esistenti nell'ambito aziendale di cui risponde. In questo Documento si è già provveduto, nella sezione Check list agenti chimici pericolosi, alla valutazione, attraverso il metodo delle check list, dei rischi e delle misure preventive adottate ed eventualmente da adottare per la minimizzazione del rischio stesso. Si ritiene opportuno affiancare a quella citata una valutazione che, basandosi sui dati delle lavorazioni registrati nel Documento, ed utilizzando criteri e metodi quanto più possibile standardizzati , scientifici, oggettivi e ripetibili, possa essere di ausilio e di conferma di quanto già elaborato in sede di check list. Per tale motivo viene applicato un modello di valutazione ad indici, i cui risultati fanno parte integrante del presente Documento, direttamente derivato dal Modello proposto dalla Regione Toscana, Emilia Romagna, Lombardia per l'applicazione del Metodo Quantitativo ad Indici, al quale sono state apportate alcune modifiche per renderlo più aderente alla realtà lavorativa del CNR. Lo schema valutativo qui di seguito presentato nasce quindi dall'esigenza di fornire agli attori della valutazione del rischio uno strumento (per quanto sopra già esposto) sufficientemente razionale, standardizzato ed oggettivo, ma al tempo stesso agibile. Si è consapevoli della presenza, nell'iter valutativo proposto, di alcuni aspetti più empirici che scientifici, e si considera l'attuale versione come propedeutica a successivi approfondimenti e integrazioni, tenuto conto che dalla norma è richiesta non una ricerca scientifica ma un atto con finalità pratiche operative e preventive. Secondo l'impostazione ormai correntemente diffusasi, e coerente con l'orientamento dei relativi documenti della Comunità Europea e del recente D.Lgs. 81/2008, appaiono accettabili le seguenti definizioni:

· pericolo: proprietà o qualità intrinseca di una determinata entità avente il potenziale di causare danni;

· rischio: probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego e/o di esposizione e dimensioni possibili del danno stesso.

E' stata scelta la logica di un metodo ad indice, in quanto tali metodi si propongono di rappresentare il rischio in modo semplice e sintetico; infatti gli indici sono parametri adatti alla standardizzazione dei processi valutativi, oltre che alla automatizzazione dei calcoli. La stessa legislazione italiana comprende esempi di metodi indicizzati di valutazione del rischio, quale quello reso obbligatorio dal DPCM del 31/3/1989 ai fini dell'applicazione del DPR del 17/5/1988, in relazione a rischi rilevanti connessi a determinate attività industriali.

METODO QUANTITATIVO AD INDICI Il rischio R per la valutazione del rischio derivanti dall'esposizione ad agenti chimici pericolosi è il prodotto del pericolo P per l'esposizione E.

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R = P x E

Il pericolo P rappresenta l'indice di pericolosità intrinseca di una sostanza o di un preparato che nell'applicazione di questo modello viene identificato con le frasi di rischio R. Ad ogni frase R è stato assegnato un punteggio (score) tenendo conto dei criteri di classificazione delle sostanze e dei preparati pericolosi, indicati nei Decreti Legislativi 52/97, 65/2003 e nei Decreti Ministeriali 28/04/1997 e 14/06/2002. La tabella dei valori attribuiti alla P, in base alle frasi di rischio delle singole sostanze, è la seguente:

Frasi R Testo Score

20 Nocivo per inalazione 4,00 20/21 Nocivo per inalazione e contatto con la pelle 4,35 20/21/22 Nocivo per inalazione e contatto con la pelle e per ingestione 4,50 20/22 Nocivo per inalazione e ingestione 4,15 21 Nocivo a contatto con la pelle 3,25 21/22 Nocivo a contatto con la pelle e per ingestione 3,40 22 Nocivo per ingestione 1,75 23 Tossico per inalazione 7,00 23/24 Tossico per inalazione e contatto con la pelle 7,75 23/24/25 Tossico per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione 8,00 23/25 Tossico per inalazione e ingestione 7,25 24 Tossico a contatto con la pelle 6,00 24/25 Tossico a contatto con la pelle e per ingestione 6,25 25 Tossico per ingestione 2,50 26 Molto tossico per inalazione 8,50 26/27 Molto tossico per inalazione e contatto con la pelle 9,25 26/27/28 Molto tossico per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione 9,50 26/28 Molto tossico per inalazione e per ingestione 8,75 27 Molto tossico a contatto con la pelle 7,00 27/28 Molto tossico a contatto con la pelle e per ingestione 7,25 28 Molto tossico per ingestione 3,00 29 A contatto con l'acqua libera gas tossici 3,00 31 A contatto con acidi libera gas tossico 3,00 32 A contatto con acidi libera gas molto tossico 3,50 33 Pericolo di effetti cumulativi 4,75 34 Provoca ustioni 4,85 35 Provoca gravi ustioni 5,85 36 Irritante per gli occhi 2,50 36/37 Irritante per gli occhi e le vie respiratorie 3,30 36/38 Irritante per gli occhi e la pelle 2,75 37 Irritante per le vie respiratorie 3,00 37/38 Irritante per le vie respiratorie e la pelle 3,20 38 Irritante per la pelle 2,25 39 Pericolo di effetti irreversibili molto gravi 8,00 39/23 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione 7,35 39/23/24 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a contatto con la pelle 8,00 39/23/24/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione, al contatto con la pelle e

per ingestione8,25

39/23/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione ed ingestione 7,50 39/24 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle 6,25 39/24/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle e per ingestione 6,50 39/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione 2,75 39/26 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per iinalazione 9,35 39/26/27 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a contatto con la

pelle9,50

39/26/27/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione

9,75

39/26/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione ed ingestione 9,00

207

39/27 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle 7,25 39/27/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle e per

ingestione7,50

39/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione 3,25 40 Possibilità di effetti cancerogeni - prove insufficienti 7,00 41 Rischio di gravi lesioni oculari 3,40 42 Può provocare sensibilizzazione per inalazione 6,50 42/43 Può provocare sensibilizzazione per inalazione e contatto con la pelle 6,90 43 Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle 4,00 48 Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata 6,50 48/20 Nocivo: pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata per inalazione 4,35 48/20/21 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e a

contatto con la pelle4,60

48/20/21/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione

4,75

48/20/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e ingestione

4,40

48/21 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle

3,50

48/21/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle e per ingestione

3,60

48/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per ingestione 2,00 48/23 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione 7,35 48/23/24 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e a

contatto con la pelle8,00

48/23/24/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione

8,25

48/23/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione ed ingestione

7,50

48/24 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle

6,25

48/24/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle e per ingestione

6,50

48/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per ingestione 2,75 60 Può ridurre la fertilità 10,00 61 Può danneggiare i bambini non ancora nati 10,00 62 Possibile rischio di ridotta fertilità 6,90 63 Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati 6,90 64 Possibile rischio per i bambini allattati al seno 5,00 65 Nocivo: può causare danni ai polmoni in caso di ingestione 3,50 66 L'esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpolature della pelle 2,10 67 L'inalazione dei vapori può provocare sonnolenza e vertigini 3,50 68 Possibilità di effetti irreversibili 7,00 68/20 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione 4,35 68/20/21 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e a contatto con la pelle 4,60 68/20/21/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione, a contatto con la pelle e per

ingestione4,75

68/20/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e ingestione 4,40 68/21 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle 3,50 68/21/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle e per ingestione 3,60 68/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per ingestione 2,00 E' da tenere presente che, quando una sostanza/preparato ha più di una Frase di Rischio, viene utilizzato nella formula il valore di P più elevato tra quelli individuati. L'esposizione E rappresenta il livello di esposizione dei soggetti nella specifica attività lavorativa. Per l'esposizione E sono presi in considerazione gli indici I, legato alla intensità della esposizione, e d, che attiene alla distanza dalla sorgente di esposizione. Di questi parametri si dirà successivamente. Il rischio R, in questo modello, può essere calcolato separatamente per esposizioni inalatorie e per

208

esposizioni cutanee: Rinal = P x Einal Rcute = P x Ecute

Nel caso in cui per un agente chimico pericoloso siano previste contemporaneamente entrambe le vie di assorbimento il rischio R cumulativo (Rcum) è ottenuto tramite il seguente calcolo:

Rcum = RADICEQUADRATA((Rinal*Rinal) + (Rcute*Rcute))

Gli intervalli di R hanno i seguenti valori 0,1 < Rinal < 100 1 < Rcute < 100 1 < Rcum < 141

METODO DETERMINAZIONE DELL'INDICE DI ESPOSIZIONE PER VIA INALATORIA L'indice di esposizione per via inalatoria E viene determinato attraverso il prodotto di un Sub-indice I (Intensità dell'esposizione) per un Sub-indice d (distanza del lavoratore dalla sorgente di intensità I)

EInal = I x d Determinazione del Sub-indice I dell'intensità di esposizione Il calcolo del Sub-indice I comporta l'uso delle seguenti 5 variabili :

1. Proprietà chimico-fisiche2. Quantità in uso3. Tipologia d'uso4. Tipologia di controllo5. Tempo di esposizione

1) Proprietà chimico-fisiche: Le sostanze devono essere classificate secondo le seguenti categorie:

· stato solido/nebbie (largo spettro granulometrico)· liquidi a bassa volatilità [bassa tensione di vapore: TE > 150 °C]· liquidi a alta e media volatilità [alta tensione di vapore: TE < 150 °C] o polveri fini· stato gassoso

Sulla base delle categorie già utilizzate (vedi precedenti DVR), la nuova classificazione in uso prevederà quindi la categorizzazione secondo il seguente schema: - solido/nebbie (largo spettro granulometrico)

· Massa compatta· Cristalli/Scaglie· Aerosol

-liquidi a bassa volatilità [T.E. >150 °C] · Liquido T.E. >150 °C

-liquidi a alta e media volatilità [T.E. <150 °C] o polveri fini, · Liquido T.E. 50-150 °C· Liquido T.E. <50 °C· Polvere

209

-stato gassoso · Gas

2)Quantità in uso: Per quantità in uso si intende la quantità di agente chimico o del preparato effettivamente presente e destinato, con qualunque modalità, all'uso nell'ambiente di lavoro su base giornaliera.

Anche in questo caso si è proceduto ad un adattamento del sistema alle peculiari realtà lavorative dei laboratori di ricerca, nei quali sono osservabili, di norma, manipolazioni di sostanze chimiche in quantità molto al di sotto del limite minimo previsto (100 g). Tale adattamento, che non determina comunque differenze di valore attribuito per valori inferiori a 100 g permette però di memorizzare con maggiore dettaglio i parametri correlati all'esposizione stimata del lavoratore. Vengono identificate, ai fini dell'attribuzione delle classi di punteggio, 5 categorie come di seguito distinte:

· < 0,1 Kg· 0,1-1 Kg· 1- 10 Kg· 10 - 100Kg· > 100 Kg

3)Tipologia d'uso Vengono individuati tre livelli, sempre in ordine crescente relativamente alla possibilità di dispersione in aria, della tipologia d'uso della sostanza, che identificano la sorgente della esposizione

· Uso in inclusione in matrice: la sostanza viene incorporata in materiali o prodotti da cui è impedita o limitata la dispersione nell'ambiente. Questa categoria include l'uso di materiali in pellet , la dispersione di solidi in acqua con limitazione del rilascio di polveri e in genere l'inglobamento della sostanza in esame in matrici che tendano a trattenerla.

· Uso controllato e non dispersivo: questa categoria include le lavorazioni in cui sono coinvolti solo limitati gruppi selezionati di lavoratori, adeguatamente esperti dello specifico processo, e in cui sono disponibili sistemi di controllo adeguati a controllare e contenere l'esposizione.

· Uso con dispersione significativa:questa categoria include lavorazioni ed attività che possono comportare un'esposizione sostanzialmente incontrollata non solo degli addetti, ma anche di altri lavoratori ed eventualmente della popolazione generale. Possono essere classificati in questa categoria processi come l'irrorazione di prodotti fitosanitari, l'uso di vernici ed altre analoghe attività.

4)Tipologia di controllo Vengono individuate, per grandi categorie, le misure che possono essere previste e predisposte per evitare che il lavoratore sia esposto alla sostanza; l'ordine è decrescente per efficacia di controllo

· Contenimento completo: corrisponde ad una situazione a ciclo chiuso (esempio la presenza di una glove-box). Dovrebbe rendere trascurabile l'esposizione, ove si escluda il caso di anomalie, incidenti, errori.

· Ventilazione - aspirazione locale degli scarichi e delle emissioni (LEV): questo sistema rimuove il contaminante alla sua sorgente di rilascio, impedendone la dispersione nelle aree con presenza umana, dove potrebbe essere inalato.

· Diluizione - ventilazione: questa può essere naturale o meccanica. Questo metodo è applicabile nei casi in cui esso consenta di minimizzare l'esposizione e renderla trascurabile in rapporto alla pericolosità intrinseca del fattore di rischio. Richiede generalmente un

210

adeguato monitoraggio continuativo.

5)Tempo di esposizione Si è ritenuto opportuno utilizzare i parametri di frequenza d'uso e di tempo di utilizzo già codificati presso le strutture CNR, al fine di produrre un valore attribuito più aderente alla specifiche modalità operative, ma sempre coerenti con quelli indicati. In particolare, sono state prese in considerazione, in modo complessivo, le variabili Tempo e Frequenza così raggruppate: a)Tempo di manipolazione della sostanza chimica (su base giornaliera): 4 gruppi

· < 5 min/g· > 5 < 30 min/g· > 30 < 60 min/g· > 60 min/g

NB: I tempi indicati si riferiscono al tempo complessivo giornaliero di effettiva manipolazione dell'agente chimico indicato e non, ad esempio, al tempo di effettuazione dell'esperimento che prevede il suo utilizzo (di norma molto maggiore della diretta ed effettiva manipolazione). b)Frequenza di utilizzo delle stesse, in funzione dello standard settimanale (in caso di abituale utilizzo) o in giorni/anno (in caso di utilizzo discontinuo): 6 gruppi

· > 3 volte/sett· -3 volte/sett· < 1 volta/sett· > 30 gg· >15<30 gg· < 15 gg

Si è proceduto quindi al calcolo del tempo di manipolazione, derivandolo dalle due variabili indicate (tempo x frequenza), rapportandolo successivamente, in percentuale, al tempo lavorativo contenuto in una settimana (36 ore) o in un anno (220 giorni lavorativi). Tale valore % ha costituito quindi la base per la definizione della categoria della matrice da attribuire, secondo quanto indicato in tabella. Ad esempio nel caso di attività svolte mediamente per 5-30 minuti per 1-3 volte/settimana, sono calcolati 90 minuti/settimana (ipotesi peggiore), che, rapportati al tempo lavorativo medio settimanale in minuti (2160) ci da una durata pari al 4,2%, e quindi alla seconda classe (3 e 25%). Nel caso di tempi superiori a 60 minuti per più di 3 volte alla settimana, è stato cautelativamente calcolato un tempo pari a 3 ore per 5 giorni/settimana (900 minuti/settimana) con una durata pari al 41% dell'orario settimanale (terza classe della tabella). Tale limite rappresenta il massimo tempo di manipolazione nelle nostre realtà lavorative. La matrice risultante è la seguente:

Tempo x Frequenza >3

volte/sett 1-3 volte/sett

<1 volta/sett

>30 gg/anno

15-30 gg/anno

<15 gg/anno

<=5 min/g 1 1 1 1 1 1 5-30 min/g 2 2 1 2 1 1 30-60 min/g 2 2 1 2 2 1 >60 min/g 3 2 2 3 2 2 La tabella di decodifica dei valori presenti nella matrice è la seguente:

Tempo di Esposizione/Manipolazione 1 < 3% orario lavoro settimanale 2 3-25% orario lavoro settimanale

211

3 25-50% orario lavoro settimanale 4 50-75% orario lavoro settimanale 5 75-100% orario lavoro settimanale

Le cinque variabili individuate permettono la determinazione del sub-indice I attraverso un sistema di matrici a punteggio secondo la seguente procedura.

Attraverso l'identificazione delle proprietà chimico-fisiche della sostanza o del preparato e delle quantità in uso, inserite nella matrice 1, viene stabilito un primo indicatore D su quattro livelli di crescente potenziale disponibilità all' aerodispersione;

Matrice 1 Quantità in uso

Proprietà chimico-fisiche

<0,1 Kg 0,1-1 Kg 10-100 Kgt > 100 Kg 15-30 gg/anno

Solido/Nebbia 1 1 1 2 2 Bassa Volatilità 1 2 3 3 4 Media/alta Volatilità e polveri fini

1 3 3 4 4

Stato gassoso 2 3 4 4 4

Valori Indicatore D D = 1 Bassa D = 2 Medio/Bassa D = 3 Medio/Alta D = 4 Alta Ottenuto l'indicatore D ed identificata la tipologia d'uso, è possibile attraverso la matrice 2 ottenere il successivo indicatore U su tre livelli di crescente effettiva disponibilità all'aerodispersione;

Matrice 2 Tipologia d'uso

Inclusione Matrice

Uso controllato Uso Dispersivo

D1 1 1 2 D2 2 2 3 D3 2 3 3 D4 3 3 3

Valori Indicatore U U = 1 Bassa U = 2 Medio U = 3 Alto Ottenuto l'indicatore U ed identificata la Tipologia di controllo, attraverso la matrice 3 è possibile ricavare un successivo indicatore C che tiene conto dei fattori di compensazione, relativi alle misure di prevenzione o protezione adottate nell'ambiente di lavoro.

212

Matrice 3 Tipologia d'uso

Contenimento completo (glove box)

Aspirazione localizzata (cappe)

Diluizione/Ventilazione

U1 1 1 2 U2 1 2 3 U3 1 2 3

Valori Indicatore C C = 1 Bassa C = 2 Medio C = 3 Alto Infine dall'indicatore C ottenuto e dal tempo di effettiva esposizione del lavoratore/i è possibile attribuire, attraverso la matrice 4, il valore del sub-indice I, distribuito su quattro diversi gradi, che corrispondono a diverse intensità di esposizione, indipendentemente dalla distanza dalla sorgente dei lavoratori esposti.

Matrice 4 Tempo di esposizione

<3% orario lavoro settimanale

3-25% orario lavoro settimanale

25-50% orario lavoro settimanale

50-75% orario lavoro settimanale

75-100% orario lavoro settimanale

C = 1 1 1 3 3 7 C = 2 1 3 7 7 10 C = 3 3 7 10 10 10

Valori Indicatore I I = 1 Bassa I = 3 Medio/Bassa I = 7 Medio/Alta I = 10 Alta Identificazione del Sub-indice d della distanza degli esposti dalla sorgente Il sub-indice d tiene conto della distanza fra una sorgente di intensità I e il lavoratore/i esposto/i; nel caso che questi siano prossimi alla sorgente ( < 1 metro) il sub-indice I rimane inalterato (d =1 ); è stata prevista la possibilità che esista una distanza maggiore dalla sorgente, in questo caso verrà utilizzata la seconda voce di tabella.

Distanza metri Valori di D Inferiore/Uguale a 1 m. 1 Da 1 a inferiore a 3 m. 0,75 Sulla base di quanto finora ottenuto si calcola liindice:

Einal = I X D

213

DETERMINAZIONE DELL'INDICE DI ESPOSIZIONE PER VIA CUTANEA

Lo schema seguente considera esclusivamente il contatto diretto con solidi o liquidi, mentre l'esposizione cutanea per gas e vapori viene considerata bassa e soprattutto in relazione ai valori di esposizione per via inalatoria. Se non è prevedibile questo tipo di esposizione, la sezione non viene tenuta in considerazione nel computo complessivo degli indici. L'indice viene calcolato prendendo in considerazione due variabili:

· Tipologia d'uso· Livello di contatto cutaneo

Nella scelta di questa voce, come per le altre, è necessario l'ausilio e la compilazione congiunta con il RSPP. I livelli di contatto sono individuati in una scala con due situazioni previste:

· Nessun contatto significa esclusione della possibilità che possa esserci, nelle normali modalità di lavoro (esclusi quindi incidenti, anomalie, errori) contatto cutaneo con la sostanza interessata.

· Contatto accidentale: non più di 1 evento (contatto) al giorno, dovuto a spruzzi o rilasci occasionali con possibile contatto di zone non protette

Matrice per la valutazione dell'esposizione cutanea

Nessun Contatto) Contatto accidentale Inclusione in matrice 1 3 Uso Controllato 1 3 Uso con dispersione significativa 1 7 Valori di Ecute

E = 1 Basso E = 3 Medio E = 7 Alto

IDENTIFICAZIONE E SIGNIFICATO DELLE CLASSI DI RISCHIO

Il rischio R, in questo modello, è calcolato separatamente per esposizioni inalatorie e per esposizioni cutanee:

Rinal = P X Einal

Rcute = P x Ecute Nel caso in cui per un agente chimico pericoloso siano previste contemporaneamente entrambe le vie di assorbimento (sia stato cioè compilato anche il campo Contatto ), il rischio R cumulativo (Rcum) è ottenuto tramite il seguente calcolo:

Rcum = RADICEQUADRATA((Rinal * Rinal) + (Rcute * Rcute))

Il risultato derivato dalla valutazione dei rispettivi fattori di rischio porta ad un sintetico indicatore di rischio, espresso in scala numerica variabile da 0,1 a maggiore di 80, che viene empiricamente segmentata in classi di rischio distribuite come indicato nella successiva Tabella. La definizione delle classi si basa su un concetto di fatto empirico, non fondato al momento su specifici metodi di analisi statistico-epidemiologica.

214

CLASSIFICAZIONE DELLA STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO VALORE ATTRIBUITO CLASSI DI RISCHIO MISURE SPECIFICHE 0,1< = R < 15 Rischio irrilevante Non necessarie* 15<= R < 21 Intervallo di incertezza Prima dell'assegnazi0one a

rischio irrilevante verificare la corretta applicazione delle misure di abbattimento del rischio

21<= R <0 40 Rischio superiore all'irrilevante

Applicazione art. 225/226(229/230

40< R <= 80 Zona di rischio elevato Rivedere l'intero percorso valutativo e correggere le situazioni critiche al fine della minimizzazione del rischio

R > 80 Zona di grave rischio Rivedere l'intero percorso valutatito e correggere le situazioni critiche al fine della min im izzazione del rischio

* Risultano comunque applicate le misure generali per la prevenzione dei rischi

Il software utilizzato per il processo valutativo permette la conservazione dei singoli contatori, cosi da poter comunque valutare quale di questi comporti la potenzialità di rischio più elevata, anche a fini correttivi. L'individuazione delle specifiche classi di rischio consente quindi di confermare (o meno) l'esistenza, nell'ambito del rischio chimico, di una condizione di rischio precedentemente classificato come moderato.

Sulla base di quanto proposto dal modello valutativo, è possibile confermare l'esistenza di un rischio irrilevante allorché l'indicatore di rischio si collochi nella prime due classi con valore compreso tra 0,1 - 15 e 15 e 21. In questo caso non si ritiene utile procedere a misure di tipo ambientale o di monitoraggio biologico.

Qualora tale indice dovesse eccedere il valore di 21, verranno intraprese le opportune indagini tecniche ed organizzative per valutarne i motivi e, se necessario e tecnicamente attuabile, saranno effettuate delle misure dirette (ambientali e/o di monitoraggio biologico), utili ad una rivalutazione del rischio da agenti chimici pericolosi.

215

Istituto dei Sistemi Complessi

SD Sistemi Complessi FI

Valutazione Esposti Agenti Chimici Pericolosi

Quadro A - Datore di Lavoro

Sede Territoriale Indirizzo Via Madonna del Piano 10 Comune Sesto Fiorentino Cod.Com. ISTAT da definire Provincia (FI) CAP 50019 Telefono 055 522 6679 Fax 055 522 6683 Sede Legale Indirizzo VIA DEI TAURINI 19 Comune ROMA Cod.Com. ISTAT da definire Provincia (RM) CAP 00185 Telefono 0649937442 Fax 06499374440 Legale Rappresentante Nome PIETRONERO LUCIANO Data nascita 15-12-1949 Luogo Nscita ROMA Domicilio VIA DEI TAURINI 19 Comune ROMA Provincia-CAP (RM) - 00185 Qialifica Direttore Istituto Codice Fiscale Istituto Partita IVA Istituto Codice Attività ISTAT 02118311006 80054330586 72.19.09 Lavorazione unica o prevalente Voce Tariffa INAIL

216

Istituto dei Sistemi Complessi SD Sistemi Complessi FI Valutazione Rischio Chimico Quadro B1 - Agenti Chimici Pericolosi Utilizzati Agenti Chimici Pericolosi Utilizzati CAS Acido CloridricoR: 34-37 76-47-01-0 Acido Nitrico 7697-31-2 Acido solforico 7664939 Quadro B - Lavoratori Totale Uomini Esposti 45 5 Totale Donne Esposte 8 1 Totale addetti attività produttive 51 Totale addetti attività amministrative/assimilabili 2

217

Istituto dei Sistemi Complessi

SD Sistemi Complessi FI

Valutazione Esposti Agenti Chimici Pericolosi

Giorgetti Emilia

Matricola 7486 Data di nascita 29-09-1959 Comune Firenze CAP 50019 Domicilio Via Madonna del Piano 10 - Sesto Fiorentino (FI) -

50019 Attività Mansione Ricerca Data Assunzione 01-03-1988 Data Cessazione Rapporto di Lavoro - Agente St. Fisico P Rcute Rinal

Acido CloridricoR: 34-37 Liquido T.E. 50-150 °C

7 7 7

CAS Quantità Tempo Medio Frequenza Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza 76-47-01-0

>=1 gr <10 gr <=5min Bassa(<15giorni/anno) 01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Rischio R Classificazione 9,9 Rischio irrilevante Agente St. Fisico P Rcute Rinal

Acido solforico Liquido T.E. >150 °C

5,85 5,85 5,85

CAS Quantità Tempo Medio Frequenza Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza 7664939

>=1 gr <10 gr <=5min Bassa(<15giorni/anno) 01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Rischio R Classificazione 8,27 Rischio irrilevante Agente St. Fisico P Rcute Rinal

Acido Nitrico Liquido T.E. 50-150 °C

5,85 5,85 5,85

CAS Quantità Tempo Medio Frequenza Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza 7697-31-2

>=1 gr <10 gr <=5min Bassa(<15giorni/anno) 01-10-2012

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Rischio R Classificazione 8,27 Rischio irrilevante

Lascialfari Luisa Matricola Data di nascita 18-06-1983 Comune Prato CAP 50019 Domicilio Via Madonna del Piano 10 - Sesto Fiorentino (FI) -

50019 Attività Mansione Ricerca Data Assunzione 01-02-2012 Data Cessazione Rapporto di Lavoro - Agente St. Fisico P Rcute Rinal

218

Acido CloridricoR: 34-37 Liquido T.E. 50-150 °C

7 7 7

CAS Quantità Tempo Medio Frequenza Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza 76-47-01-0

>=1 gr <10 gr <=5min Media(>15giorni/anno) 01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Rischio R Classificazione 9,9 Rischio irrilevante Agente St. Fisico P Rcute Rinal

Acido solforico Liquido T.E. >150 °C

5,85 5,85 5,85

CAS Quantità Tempo Medio Frequenza Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza 7664939

>=1 gr <10 gr <=5min Media(>15giorni/anno) 01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Rischio R Classificazione 8,27 Rischio irrilevante Agente St. Fisico P Rcute Rinal

Acido Nitrico Liquido T.E. 50-150 °C

5,85 5,85 5,85

CAS Quantità Tempo Medio Frequenza Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza 7697-31-2

>=1 gr <10 gr <=5min Media(>15giorni/anno) 01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Rischio R Classificazione 8,27 Rischio irrilevante

Margheri Giancarlo Matricola 9193 Data di nascita 31-10-1960 Comune Firenze CAP 50033 Domicilio Via Madonna del Piano 10 - Sesto Fiorentino (FI) -

50033 Attività Caratterizzazioni ottiche processi chimici Mansione Ricerca Data Assunzione 28-01-2006 Data Cessazione Rapporto di Lavoro - Agente St. Fisico P Rcute Rinal

Acido CloridricoR: 34-37 Liquido T.E. 50-150 °C

7 7 7

CAS Quantità Tempo Medio Frequenza Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza 76-47-01-0

>=1 gr <10 gr >5min <=30min Media(>15giorni/anno) 01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Rischio R Classificazione 9,9 Rischio irrilevante Agente St. Fisico P Rcute Rinal

Acido solforico Liquido T.E. >150 °C

5,85 5,85 5,85

CAS Quantità Tempo Medio Frequenza Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza 7664939

>=1 gr <10 gr >5min <=30min Media(>15giorni/anno) 01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Rischio R Classificazione 8,27 Rischio irrilevante Agente St. Fisico P Rcute Rinal

Acido Nitrico Liquido T.E. 50-150 °C

5,85 5,85 5,85

CAS Quantità Tempo Medio Frequenza Dal Al

219

Uso Contatto Controllo Distanza 7697-31-2

>=1 gr <10 gr >5min <=30min Media(>15giorni/anno) 01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Rischio R Classificazione 8,27 Rischio irrilevante

Marsili Paolo Matricola Data di nascita 11-09-1966 Comune Macerata CAP 50019 Domicilio Via Madonna del Piano 10 - Sesto Fiorentino (FI) -

50019 Attività Laboratorio uso laser e prod chimici vdt Mansione Ricerca Data Assunzione 01-06-2011 Data Cessazione Rapporto di Lavoro - Agente St. Fisico P Rcute Rinal

Acido CloridricoR: 34-37 Liquido T.E. 50-150 °C

7 7 7

CAS Quantità Tempo Medio Frequenza Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza 76-47-01-0

>=1 gr <10 gr <=5min Media(>15giorni/anno) 01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Rischio R Classificazione 9,9 Rischio irrilevante Agente St. Fisico P Rcute Rinal

Acido solforico Liquido T.E. >150 °C

5,85 5,85 5,85

CAS Quantità Tempo Medio Frequenza Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza 7664939

>=1 gr <10 gr <=5min Media(>15giorni/anno) 01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Rischio R Classificazione 8,27 Rischio irrilevante Agente St. Fisico P Rcute Rinal

Acido Nitrico Liquido T.E. 50-150 °C

5,85 5,85 5,85

CAS Quantità Tempo Medio Frequenza Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza 7697-31-2

>=1 gr <10 gr <=5min Media(>15giorni/anno) 01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Rischio R Classificazione 8,27 Rischio irrilevante

Pieralli Fabrizio Matricola Data di nascita 09-08-1939 Comune san giovanni valdarno CAP 50019 Domicilio Via Madonna del Piano 10 - Sesto Fiorentino (FI) -

50019 Attività Ricerca con attivita di laboratorio Mansione Ricerca Data Assunzione 01-01-1971 Data Cessazione Rapporto di Lavoro - Agente St. Fisico P Rcute Rinal

Acido CloridricoR: 34-37 Liquido T.E. 50-150 7 7 7

220

°C CAS Quantità Tempo Medio Frequenza Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza 76-47-01-0

>=1 gr <10 gr <=5min Media(>15giorni/anno) 01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Rischio R Classificazione 9,9 Rischio irrilevante Agente St. Fisico P Rcute Rinal

Acido solforico Liquido T.E. >150 °C

5,85 5,85 5,85

CAS Quantità Tempo Medio Frequenza Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza 7664939

>=1 gr <10 gr <=5min Media(>15giorni/anno) 01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Rischio R Classificazione 8,27 Rischio irrilevante Agente St. Fisico P Rcute Rinal

Acido Nitrico Liquido T.E. 50-150 °C

5,85 5,85 5,85

CAS Quantità Tempo Medio Frequenza Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza 7697-31-2

>=1 gr <10 gr <=5min Media(>15giorni/anno) 01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Rischio R Classificazione 8,27 Rischio irrilevante

Zoppi Angela Matricola Data di nascita 25-09-1971 Comune Firenze CAP 50019 Domicilio Via Madonna del Piano 10 - Sesto Fiorentino (FI) -

50019 Attività Sintesi chimica di nanoparticelle metalliche Mansione Ricerca Data Assunzione 01-07-2012 Data Cessazione Rapporto di Lavoro - Agente St. Fisico P Rcute Rinal

Acido CloridricoR: 34-37 Liquido T.E. 50-150 °C

7 7 7

CAS Quantità Tempo Medio Frequenza Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza 76-47-01-0

>=1 gr <10 gr <=5min Media(>15giorni/anno) 01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Rischio R Classificazione 9,9 Rischio irrilevante Agente St. Fisico P Rcute Rinal

Acido solforico Liquido T.E. >150 °C

5,85 5,85 5,85

CAS Quantità Tempo Medio Frequenza Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza 7664939

<0.1 mg <=5min Media(>15giorni/anno) 01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Rischio R Classificazione 8,27 Rischio irrilevante Agente St. Fisico P Rcute Rinal

Acido Nitrico Liquido T.E. 50-150 °C

5,85 5,85 5,85

CAS Quantità Tempo Medio Frequenza Dal Al Uso Contatto Controllo Distanza

221

7697-31-2

>=1 gr <10 gr <=5min Media(>15giorni/anno) 01-10-2011

Uso Controllato Nessuno Aspirazione locale < 1 m. Rischio R Classificazione 8,27 Rischio irrilevante

CONSIDERAZIONI FINALI

Considerato quanto indicato in premessa e nella check list, ed in particolare che :

· Gli operatori presso i laboratori sono dotati e possono usufruire di idonei dispositivi individuali di protezione ed hanno ricevuto adeguata formazione ed informazione sul loro utilizzo (vedi sezione dedicata);

· I locali laboratorio sono dotati di sistemi di protezione collettiva (cappe ecc) come precedentemente illustrati;

· La funzionalità dell'aspirazione delle cappe è controllata secondo quanto previsto dalle apposite istruzioni operative, riportate in allegato al presente documento

· Nei laboratori è presente l'elenco delle frasi R e S per l'identificazione della pericolosità di ogni singola sostanza ed i relativi consigli di prudenza riportati sull'etichettatura, nonché la possibilità di consultare le schede di sicurezza dei prodotti in uso ove previste dalla normativa;

· Esiste una squadra emergenza/antincendio e relativa procedura di evacuazione del personale in caso di emergenza;

· I locali sono dotati di idonei presidi antincendio (estintori, idranti-naspi, porte tagliafuoco ecc);

Visti i risultati della valutazione del rischio chimico con l'applicazione del Metodo Quantitativo ad Indici come indicato nella relativa sezione, ai sensi di quanto previsto dagli artt. 223 e 224 del D.Lgs 81/08, il rischio per gli operatori esposti è Irrilevante. Si conferma comunque la necessità di operare per il mantenimento ed il miglioramento dei risultati mediante il monitoraggio sulle modalità di utilizzo di agenti chimici, in particolare qualora vi siano mutamenti di attività.

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