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, 1 DITINGUf IL NOSTR8 PARTITD: La li111 lau, 1 Lui 1, 1 Lin 1921, 1111 lltta d1ll1 sinistra ca1tr1 la 1n1razi111 di I. al rifiut1 ••i bl1cchi parti1i11i, la dura 1para ul rlll 1111 hlla ùttrita 1 ••Il' 1r1111 rnaluzi1naria, a c1nt1tt1 c11 l1 clam llll'IÎ I, luari I p1litic1nti111 p1r11nal1 1l1tt1r1lme. organo del partito comunista intemazionallsta 21 Agosto-j Settembre - Anno IX N. 16 IL PROGRAMMA COMUNI STA - Cas. Post. 1182 MI LANO Una copia L. 30 - Abb. ann. L. 500 Sped. in Abbonamento postaLe Grtippo li ' ·1·1. r} ,; :1 ORE DECISIVE PER L'AFRICA I grandi pericoli che minaccia- 110 i moti anticoloniali in Af rica sono, corne abbiamo dimostrato più volte, di origine insieme e- sterna ed interna, ma la loro risultante è unica. V'è da un lato lo sforzo dei Paesi imperialistici di rientrare per la finestra dopo d'essere stati scacciati dalla por- ta - o dei maggiori Stati bor- gbesi di prendere per altra via il post e dei minori da poco sloggiati; - e questo sforzo ha tanto mag- giori probabilità di successo quan to più il fronte della conser- vazi one internazionale è compat- to e, nello stesso tempo, le gio- vani borghesie indigene salite · al potere non osano, per ragioni soci al i ed economiche, tagliare il cordone om belicale che le Iega ai più potenti complessi politici e flnanzrar i del monde; v'è dal- I'altro l'urto tra forze sociali e qui ndi anche poltiche interne, rra moderatismo riformista ed estremismo a sfondo se non pro- Jetario almeno popolare, su cui il colonialismo marca americana e marca russa gioca per bloccare gli sviluppi rivoluzionari della situazione in Africa. II dramma del Congo è un'rl- lustrazione di questo groviglio di forze cospiranti (qui corne al- trove, qui corne in Algeria, seb- bene in forma e gr ade diversi) all 'isterilimento ed all'involuzio- ne dei moti anticoloniali. Il Bel- gio ha bensi dovuto lasciare la preda, ma non l'ha fatto prima di giocare la carta separatista de} Katanga, e l'agenzia capitalr- sti ca mondiale dell'UNO, decisa a salvare al dqminio dei bianchi la più ricca provincia congolese, ha man ovr ato e manovra per ~ s_Ql U.àone ' che im:pedisca. e rinvti H più possibile l' mtegrale 'e uni - taria liberazlorte del Congo. , Il giovane Stato si trova di fronte ad una coalizione senza incrînatu- re: le sparate propagandistiche dell'URSS si sono concluse, co- m'era facile anticipare, nell'al- lineamento finale con tutti gli altri membri del consorzio sulla mozione di riconferma dell'ope- rato del Segretario Generale - Lumumba si è trovato solo pro- prio perchè gli è venuto meno I'appoggio sovietico da una parte e marocchino-tunisino dall'altra, su cui si era illuso di contare. La iniziativa non è più, almeno per ora, in mano sua: nè i giovani Stati africani, consolidatisi sulla base di una piattaforma di pla- cido cornpromesso, sono disposti a correre rischi per lui. D'altra parte, la piaga della balcanizzazione, mascherata die- tro il naravento di soluzioni «de- mocratico-federalistiche " di ori- gine interna, gioca ulteriormente a danno della radicalizzazione del moto congolese. Già in articoli dei primi mesi dell'anno, su que- ste colonne, i nostri compagni di Bruxelles avevano denunziato nell' Abako (il partite del pre- sidente Kaavasubu) l'arma di una resistenza caparbia all a crea- zione di uno Stato unitario del Congo, resistenza che, facendo leva su tradizionali contrasti et- nici e di tri, tende a impan- tanare la rivoluzione nazionale- anticoloniale nel moderatismo politico e nel compromesso con le forze mondiali dell'imperia- lismo bianeo, Anche qui, si gioca- no le sorti non di un singolo e- sponente indigeno, corne Lumum- ba (oggi senza dubbio il più a- vanzato; forse, domani, chiamato ad essere sostituito da forze più gagliarde e più decise), ma del- l'emancipazione negra in genere. Il dilemma è chiaro: o cedere ( che è, praticamente, vendersi) o accettare l'intervento armato di forze sociali disposte a con- durre fino alle estreme conse- guenze rivoluzionarie la lotta an- timperialista. E, con queste forze è schierato tutto il mondo de- mocratico: per loro non si muo- ve il proletariato metropolitano bianco, irretito nelle maglie del- l'opportunismo di marca insie- me occidentale e cremlinesca. La ora è decisiva - e non soltanto per l' Africa. Ciô che sta avvenendo nella Federazione del Mali ne è un'ul- teriore riprova. II distacco del ; Il Senegal (legato da vincoli poli- tici e finanziari a Parigi e or ien- tato da L. Senghor sul cammino del moderatismo conciliazionista) dal Sudan povero e spinto ad ab- bracciare soluzioni radicali è un punto a favore della conservazio- ne borghese, realizzato nej pieno della battaglia congolese sfrut- tando l'arma assassina delle ri- valità fra popoli e tribù. E' un punto a favore di De Gaulle nel suo « impasse » algerino. E' una pugnalata alla schiena dei moti indigeni. La responsabilità di tut- to questo è vecchia e lontana: è nella degenerazione del mo- vimento proletario internazionale, net tradimento stalinista e Kru- sciovesco, nell'impantanamento democratico delle forze proleta- rie nelle metropoli. E' in Europa, in mezzo a noi. I proletari bianchi dovranno sentirne la vergogna; e ridestarsi al monito che giunge loro dai fratelli negri. ~rammatico ~uello cosmi co Era sicura attesa quella che i russi avrebbero ctamorosamente spezzato con un gran colpo la serie di successi americani di cui di volta in volta abbiamo no- tizia. Ed abbiamo avuto il viag- gio di andata e ritorno delle due cagnette con relative emozioni universali. I fatti annunciati da una parte e dall'altra, in questo tempo di spaccio trionfante della frottola, non possono e non devono sfug- gire a rilievi critici. Gli americani avevano van- tato: recupero della capsula stac- cata dal satellite Discoverer XIII attuato con pesca nell'oceano - recupero della capsula del Di- scoverer XIV in aria con velivoli dalle reti per farfalle (ma nelle Il testo ~i Leni n su Nella commemorazione di Le- nin tenuta poco dopo la sua mor- te alla Casa del Popolo di Roma ad iniziativa della sinistra co- munista italiana . (se ne veda la tra~uz~o~e in francese, più bella dell originale, testè data nel N. 12 di Programmme communiste di Marsiglia di luglio - settembre 1960) il conferenziere, dopo aver fatto giustizia del « preteso op- portunismo tattico di Lenin », ci- tava un passo dell'inizio del clas- sico · Stato e Rivoluzione con que- ste parole: « Lenin dice che è fa- tale che i arandi rivoluzionarii sui. no 1atsifi~atf · êomè lô 'f ti"rono ·M ,arx e i suoi migliori successori. Sfuggirà lui stesso, Lenin, a que- sta sorte? Certamente no! » Da questa facile previsione so- no passati 35 anni, ed il loro bi- lancio, tessuto passo per pàsso dalla critica spietata della sini- stra, sta a dimostrare che il vo- lume di sterco falsario che I'op- portunismo ha tentato di accu- mulare sulla figura di Lenin è almeno dieci volte più nauseante di quelle che fu rovesciato su Marx. Il mezzo vile dei falsificatori è sempre lo stesso: costruire una leggenda al posto della realtà storica che generô il formarsi del metodo e del programma di quei massimi comunisti, pescare in questa leggenda con citazioni locali, artefatte, staccate dalle condizioni effettive di lotta che GENTILEZZA DEI BIANCHI nel trattam.ento dei Banlù E poi dicono che i bianchi sud- airïcan: sono crudeli! Calunnie: es- sendosi accorti che i bantù produ- cevano poco perchè mangiavano me- 'l'IO, essi hanno deci.so di servif'e a- gti operai manuali. il té delle cin- gue (cosa che, in lnQhiltèrra, di- stingue le classi superiori), il caf- f è, la carne e - guardate come, nei dif'igenti sud-africani, l'umanitari- tmo si allea alla più squisita poe- &m· - i jiori di pisello ( intendia- moci l'accostamento al partito dt Sara~at è puramente casuale). Ri- sultato (non diceva [orse Bentham c1'e l'interesse individuale ben in- teso è, nello stesso tempo, il bene coUettii o?J: la produzione aumen- ta., ma anche questo è un effetto caauale e secondario, di fronte al riauitato filantropico di aver sal· vato l'anima e il corpo di quei po· veri fratelliminori in Cristo. $ z,eniamo al fatto. Interrogato sulla forza-lavoro bantù (600 ope. rai Jal servizio della James Bar- well Ltd., il sia. A. C. P. Westhorpe, llïcftiarà allo « S. A. Mining and Engineering Journale » del 29-2-60: « A1cuni anni fa, risultà che un gran ?tUmero dei bantù impiegati in la- vor i mo lto pesanti erano. comple- tamente ,t initi ail e 11 del mattino e cne, ver mantenere il ritmo dell a lavorazione meccanizzata, era ne- cess ari o introdurre dei turni. L'as- $enteil mo e la ji accheza erano elevati; ma da un'indagine subito corn- piuta risultà che il 90 % dei bantù ,io n prendeva alcun cibo prima dt aftdare in fabbrica e che la mag. "l' estremismo, malattia d'infanzia ~el comunismo me teoria rivoluzionaria "· Quan- to ai sindacalisti soreliani erano meno noti a Lenin perchè proprii dei paesi latini, ove prevalente- mente la critica della loro dot- trina era partita da marxisti di destra quasi fino alla guerra (non da noi in Italia: del resto nel so- . cialsciovinismo è noto che cadde- dettero Iuogo al formarsi di quei · Lenin invece _scnve quel testo ro socialisti riformisti, sindaeali- testi classici, e capovolgerne per la preparazrone del Se1:ondo sti soreliani e anche anarchici: sfrontatamente il valore, specu- Congress<? convocato per giugno Francia ed Italia). lando sulle dlfficili condizioni di 1920. Egh sa dalle Iezioni della Ma Lenin vedeva avanzarsi la Iotta della classe rivoluzionaria storia che -:-- corn~ questo testo scuola errata in una ala detta di che, nel più gran numero dei ~a- i~ prima lmea. di~ostra ;-- la sinistra dei comunisti tedesc~i del si, per Jo stesso difetto econormco v1tto~1a ,m ~us~1a e 4'enuta per- partito di Soartacus, che si era in cui viWi ,deve contentai- si di, chè il . ~tJto e stato _nella s_lla· sèis so in'K:P .D: (J'Jàtt it o co ltlunf;. prendere in' rigatterie di terza e formazicna e. prepa~az1one. spre- sta di Germania) e K.A.P.D. quarta mano l'arsenale delle sue tato e sen7:a. r iguardi n~l rrcono- (partite comunista operaio d! armi teoriche. scere nermci ed 8:lleah._ La su~ Germania), e nei gruppi olandesi Ma un lavoro marxista con- prima preoccupaz10~e e ch~ il della Tribune di Gorter e Pan- dotto, corne avviene nelle nostre partito rivo~uzionario mondiale nekoek. file, senza dilettantismi vuoti e non si form1 ~enza una ngor<?sa Perché questa corrente, mal- vanesii, e disprezzabili arrivismi base di d~ttrm_a programmahca grado la sua dichiarata simpatia di facile affitto da sponde corrut- e di orgamzzaz1on~, anche a ~o- per la rivoluzione di Ottobre, trici consente di mostrare che sto di dover _respmger~ molt_i e precccupa Lenin? Proprio perchè dell'' estremismo non vi è pagina, moiti aderenti da fuon Russia. Lenin non era un opportunista, non vi è frase, che no~ debba i:i- Di questa operazione selettiva ma un difensore del rigore teo- cadere corne sferza 1mplacabile si dà la versione banale prenden- rico sull~ f~ccia br:onzea dei traditori do a prestito le maniere della L~nin scusa quasi i sinistrJ e dei rmn~gat1. . . polit i':'!- b<?rghese p~rlamentare. falsi di Russia e Francia perche . Per a1:cmgerc1 a questo !:>1so- Era g1a ch1aro che v1 e!a un pe- non erano mai stati sulla linea gna lasc1 .are d~ parte _retonca e ricolo dalla « destra" m quanto di una tradizione marxista. Col demagog1a e nportars1 alla sto- elementi a cavallo tra la seconda suo geniale intuito si preoccupa ria positiva dei fatti, ove solo - e la Terza Internazionale avreb- di quelli che si dicono tuttora e non nella bassa cronaca pe _ tte- bero gradito penetrare ne _lla nuo- marxisti corne noi facciamo oggi gola di eventi c~mtem1:1orane1 -:-- va a fare opera di intorb1da~en- per queÙi che si dicono ... lenini- si legge la tracc1a lummosa um- to: il centrismo, il kautsk1sm? ,; sti. Lenin cita un articolo di Car- c~ delle!- dott~ina _ e della attua- contro questi Lenin aveva . gia lo Erler dal titolo edificante 21one nvoluz10nana, che da ~n fieramente martellato. Ma v1 e- ,c Scioglimento del Partito », con secolo i coboldi tentano porre m rano aitre adesioni da rivedere questa perla: "La classe operaia contraste. attentamente, ed erano qu_e~le che non ouo demolire lo Stato bor- venivano, nel gergo poht1ca_nte, ghesè senza annientare la demo- da " sinistra ». Si trattava d1 a- crazia borghese, e non puô an- narchici, di libertarii, _di si~~aca- nientare la democrazia borghese listi considetti rivoluz1onarn del-: senza distruggere i partiti 11. Le- la scuola di Sorel. Tutti qu~st~ nin qui non puô non esplodere: elementi aderivano agli eventl di « Le teste più confuse tra i sin- Russia in forza della loro accetta- dacalisti e gli anarchici latini zione della violenza ar~ata nella possono essere soddisfatte: solidi lotta di classe. Ma Lemn sa~ev~ tedeschi, che si ritengono solida- troppo bene che lo. ;SCald~i:s~ d1 mente marxisti, arrivano a dire molti fessi (per lo piu sqms1tl fi- incredibili scempiagginil >> foni individuali) per lo spettaco- lo di una cazzottatura o di una sparatoriella, nulla aveva a che vedere con la posizione rivolu- zionaria. Sapeva che questi ele-: menti detti con grave err ore di sinist~a. sono spess o di origine proletaria e sinceri nel loro sba- gliare, ma sapeva altrett~~to be- ne che non si trattava d1 1mpar- tire assoluzioni morali ma di or- ganizzare le forze rivoluzionari e, usava solo verso questi deviati termini meno cocenti di quelli dati agli opportunisti di destra (sebbene nell'una e nell'altra schiera siano oper ai ingannati e siano intellettualoidi aspiranti a capi). Il pericolo centrale contenuto in questo falsissimo estremismo consiste nel rifiuto degli inse gna- menti fondamentali della rivolu- zione russa, circa lo stato ed il partito corne mez zi essenziali del- la rivoluzione, lungo tutta una fase storica. In dottrina e nella organizzazione gli anarchici ~a- no stati giudicati nella polenuca di Marx ed Engels nella prima internazionale. In Russia, dice Lenin qui, si erano mostrati fuo- ri strada quando erano prevalen- ti nel 1870-1880 « rive lando la i~ettitudine dell'anarchismo co- Il testo più sfruttato e falsato da olire quarani' anni da .tutie le carogne op- portuniste e la cui impudente invocazio- ne caraiterizza e definisce la carogna Primavera del 1920 In soli quattro anni da quando Lenin era sbarcato in Russia si gioranza passava tutto il giorno sen- era avuto l'Ottobre 1917, e, tra- za praticamente nulla da manaia- verso lo svergognamento dell'op- re, eccettuato un pezzo di pane· ed portunismo della seconda Inter- una bottiglia di acqua minerale. Per nazionale naufragata nella guer- ottenere un'appropriata e nutriente ra, da un anno appena (marzp alimentazione dei Bantù, sette anni 1919) Ja Terza era stata fondat~. or sono fu eseguito uno studio delle Attorno al partito bolscev 1 ·' o vitamine essenziali richieste per da tutte le parti del mondo gi - tirarli su, e renderli perfettamente gevano maledizioni e plausi, - in forma. Quando venne decisa una roci invettive ed ardenti adesio ni. dieta armonica, fu costruita una Nell'epoca a cui ora ci ri:feriamo mensa II reso obbligatorio mangiar- il primo impegno del partite rus- ci. I bantù pagano 9d. al giorno, il so non aveva ancora cessato di reato viene sussidiato dalla società. essere la guerra combattuta, la Alle 9 del mattino c'è l'intervallo guerr a civile contro i bianchi, per il tè, e tutti i bantù vengono Denikin, Kolciak, Judenich, riforniti di focacce specialmente Wrangel, le mille valanghe pog- prepa.rate, contenenti vitamine con giate su piani di attacco tedeschi, maaou in estate e caffè caldo in in- inglesi, francesi, giapponesi. Tale ve~no .. Per il « lunch » vengono ser- periodo, da noi a fondo qui trat- viti aiornalmente tre tipi di cibo. tato negli ampii lavori sul cam- Si usano carne di prlma qualitd e mino della rivoluzione di Russia, lenticchie con l'aggiunta di fiori di aveva tenuto in primissima linea pisello e vari tipi di verdure. Appe- questa lotta non solo politica ma na introdotto questo programma, i apertamente militare: tutto an- bantù usavano mangiaTe due o tre dava subordinato alla vittoria. razioni; ma, quando i loro corpi fu- Se Lenin fosse stato quell'op- rono ricostituiti, raramente ne r,r eportunista in cui hanno tentato di sero più di una. Entro quattTo me- trasformar lo da quar ant'anni , non si, gli stessi lavoratori nella stes,a avi:ebbe trovato un minuto per azienda a"mentarono la prodv.zione scegliere tra Je adesioni e le di- . di quasi il 40 per cento ». cl\iar azioni di guerra. Tra un Come si vede (ma anche questo, mondo di feroci nemici, tutti gli è un effetto del tutto casuale e se- amici sarebbero stati accettati condario, che non toglie nulla alla senza alcun benefizio di inven- nobiltà de!!'altruismo dei capitalisti tario, tali erano le urgenze di sud-africani), due piccioni sono sta- trovare appoggi nel mondo in- ti presi con un solo... pisello: la ternazionale da cui tutte le bor- produzione è aumentata, e i bantù ghesie centuplicavano i loro sfor- hanno ridotto ii numero delle razio- zi feroci, imbestiate dal terrore ni generosamente assicurate loro! della dittatura rossa. Punto centrale:. la dittatura del partito La Intérnazional e comunista non poteva definirsi solo dal riu- nire quei socialisti che corne mez- zo della lotta di classe del prole- tariato rivendicano la violenza armata, La distinzione sarebbe stata insufficiente. Ora tutti que- sti gruppi, che Lenin h a giusta- mente in sospetto (ma non tanto quanto i destri, se ad un certo punt o dice: « Al IX congresso del nostro partito russo (aprile 1920) anche ci fu una piccola opposi- zione, che parlô contro la « ditta- tura dei capi >> contro l' « oligar- chia » etc. Quindi nella « malat- tia infantile » del « comunismo di sinistra >> fra i tedeschi, non c'è nulla di strano, nulla di nuovo, · nulla di t -erribile. E' una malat- tia che passa senza per icQlo, e dopo di essa l'organisme diviene persiQo più forte ». Ecco l'idea di Lenin sulla famosa malattia infantile. Ma egli ben sapeva quale altro pericolo venisse dai cen, tristi e dalla famosa « de- stra ». E' stata la « malattia se:- 'Contim,a in quarta pagina > due capsule che hanno traversata l'atmosfera senza incendiarsi non vi erano esseri in vita) - infine messa in orbita del satellite pal- lone detto Echo gonfiato al' dia- m.etro eccezionale d,i trenta me- tri in un esile involucro che pare abbia conservato il suo turgore per un tempo assai più breve di quello annunziato di un mese. Non diamo importanza alla te-' lefonate radar attraverso il pa l- lone Echo da un punto all'altro degli Stati Uniti e alla parlata di Ike. E' stato detto che per avere questo collegamento sta- bile Terra-Echo-Terra bisogna riuscire a mettere in orbita tre palloni che viaogino di conser'Va alla stessa distanza sul cerchio in modo che ve ne sia sempre al- meno uno sull'orizzonte. Dunque quello attuale è caduto o si è af- flosciato; i tre previsti dovreb- bero girare su orbite matematica- mente previste fisse e di pari velocità, E questo è molto poco , , 1 probabite ottenerlo. Il risultato brillante del primo Echo gonfiato è che era visibile da tutti e quindi l'annunzio era verificabile dall'uomo comune, non specializzato, e senza stru- menti, corne nei passaggi chia- rissimi su Roma, Napoli etc. A- vendo una sua eclittica ,quasi or- togonale a quella del Sole, ed essendo altissimo, l'Echo viag- giava sempre nella luce solare anche quando era allo zenit delle località fino alla massima latitu- dine di 45°. Effetto imponente: perchè non lo si è molto stam- burato? Facile dirlo; perchè si era al di fuori dell'ermetismo dei circoli specialisti, e' chiunque po- teva rilevare e calcolare l'or- bita e attendere passaggi, che invece non sono stati regolari e costanti. Quindi la J>rova che in questa materia si azzarda senza poter sapere che a case fatte quello che si ottiene. Comunque va fatto di cappella allo spetta- colo insolito di una stella con mo- to aradato visibile ad occhio nu- do, per diecine di minuti, ...... I russi con le cagnette hanno ,, messo da sopra »? Si, se fosse vero che tutto ,z andato come previsto. La nave spaziale co- sidetta di maggio si stacco dalla capsula ma questa si perse ( o gira ancora in alto?). Questa di agosto ha inviata la capsula a terra in- tatta o almeno - con i molti ani- mali vitali, ma non si è capito perchè è discesa anche la nave stessa. Prima wn si era, al so- lito, detto come si prevedeva che le case andassero. Se Poi è vero che la caduta è stata. loca- lizzata con l'errore di soli 10 km. questo ha deUo sbalorditivo. Ma è la corsa a sbalordire e il rispetto tra i duellanti nel farlo, che ci rende dubbiosi. La « nave.ll russa col suo pe- riodo di circa 90 minuti non è andata più su di 320 km, e U conto torna: ma le f asce distrut- trivi della vita organica possono essere più in alto. Il Satelloon americano goiunto a 1700 km con per iodo di oltre due ore. Le ci- fre dei d ue contendenti concor- dano, ed in entrambi i casi si so- no ottenute orbite quasi circo- lari. Ma per noi la questione cen- trale è un'altra. Il arande can- can lo f ar à. quello che lancia pri- mo l'uomo (previa scimmia). Non interessa molto se il wimo uomo scende morto o vivo, primo caso, pronto un posto di eroe di più nella storia di questa lacrimevole civiltà borghese. Nel seconda caso il problema è se nel percorso spaziale questo corpo vivo ve- getava solo, o pensa'Va e tec- nicizzava, facendo manovre. Ci si dice dai russi che i comandi saranno sempre mandati da Ter- ra. E nOi ritorniamo aU,ci RQ.Ctra soluzione che nel C08'n0 il fu- turo farà navigare macchine-r o- bot - che trasmetteranno nuo - , vi rilevamenti - ma non uomini respiranti, e conBUmati pasti come a terra. E da ten-a tuomo pen- serà gli Mdini per il robot ~ che nè ragiona.no, nè mangltano, respirano. 1 {

hlla llll'IÎI, ORE DECISIVE PER L'AFRICA luari ••I Il li ...archivesautonomies.org/IMG/pdf/gauchecommuniste/gauchescommunistes... · portunismo tattico di Lenin », ci t ava

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DITINGUf IL NOSTR8 PARTITD: La li111 •• lau, 1 Lui1, 1 Lin 1921, 1111 lltta d1ll1 sinistra ca1tr1 la ••1n1razi111 di I•. al rifiut1 ••i bl1cchi parti1i11i, la dura 1para ul rlll1111 hlla ùttrita 1 ••Il' 1r1111 rnaluzi1naria, a c1nt1tt1 c11 l1 clam llll'IÎI, luari ••I p1litic1nti111 p1r11nal1 •• 1l1tt1r1lme.

organo del partito comunista intemazionallsta

21 Agosto-j Settembre - Anno IX N. 16 IL PROGRAMMA COMUNISTA - Cas. Post. 1182

MI LANO

Una copia L. 30 - Abb. ann. L. 500 Sped. in Abbonamento postaLe Grtippo li

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ORE DECISIVE PER L'AFRICA I grandi pericoli che minaccia-

110 i moti anticoloniali in Africa sono, corne abbiamo dimostrato più volte, di origine insieme e­ sterna ed interna, ma la loro risultante è unica. V'è da un lato lo sforzo dei Paesi imperialistici di rientrare per la finestra dopo d'essere stati scacciati dalla por­ ta - o dei maggiori Stati bor­ gbesi di prendere per altra via il poste dei minori da poco sloggiati; - e questo sforzo ha tanto mag­ giori probabilità di successo quanto più il fronte della conser­ vazione internazionale è compat­ to e, nello stesso tempo, le gio­ vani borghesie indigene salite · al potere non osano, per ragioni sociali ed economiche, tagliare il cordone om belicale che le Iega ai più potenti complessi politici e flnanzrar i del monde; v'è dal­ I'altro l'urto tra forze sociali e quindi anche poltiche interne, rra moderatismo riformista ed estremismo a sfondo se non pro­ Jetario almeno popolare, su cui il colonialismo marca americana e marca russa gioca per bloccare gli sviluppi rivoluzionari della situazione in Africa. II dramma del Congo è un'rl­

lustrazione di questo groviglio di forze cospiranti (qui corne al­ trove, qui corne in Algeria, seb­ bene in forma e grade diversi) all'isterilimento ed all'involuzio­ ne dei moti anticoloniali. Il Bel­ gio ha bensi dovuto lasciare la preda, ma non l'ha fatto prima di giocare la carta separatista de} Katanga, e l'agenzia capitalr­ stica mondiale dell'UNO, decisa a salvare al dqminio dei bianchi la più ricca provincia congolese, ha manovrato e manovra per ~ s_QlU.àone ' che im:pedisca. e rinvti H più possibile l'mtegrale 'e uni­ taria liberazlorte del Congo. , Il giovane Stato si trova di fronte ad una coalizione senza incrînatu­ re: le sparate propagandistiche dell'URSS si sono concluse, co­ m'era facile anticipare, nell'al­ lineamento finale con tutti gli altri membri del consorzio sulla mozione di riconferma dell'ope­ rato del Segretario Generale - Lumumba si è trovato solo pro­ prio perchè gli è venuto meno I'appoggio sovietico da una parte e marocchino-tunisino dall'altra, su cui si era illuso di contare. La iniziativa non è più, almeno per ora, in mano sua: nè i giovani Stati africani, consolidatisi sulla base di una piattaforma di pla­ cido cornpromesso, sono disposti a correre rischi per lui. D'altra parte, la piaga della

balcanizzazione, mascherata die­ tro il naravento di soluzioni «de­ mocratico-federalistiche " di ori­ gine interna, gioca ulteriormente a danno della radicalizzazione del moto congolese. Già in articoli dei primi mesi dell'anno, su que­ ste colonne, i nostri compagni di Bruxelles avevano denunziato nell' Abako (il partite del pre­ sidente Kaavasubu) l'arma di una resistenza caparbia alla crea­ zione di uno Stato unitario del Congo, resistenza che, facendo leva su tradizionali contrasti et­ nici e di tribù, tende a impan­ tanare la rivoluzione nazionale­ anticoloniale nel moderatismo politico e nel compromesso con le forze mondiali dell'imperia­ lismo bianeo, Anche qui, si gioca­ no le sorti non di un singolo e-

sponente indigeno, corne Lumum­ ba (oggi senza dubbio il più a­ vanzato; forse, domani, chiamato ad essere sostituito da forze più gagliarde e più decise), ma del­ l'emancipazione negra in genere. Il dilemma è chiaro: o cedere ( che è, praticamente, vendersi) o accettare l'intervento armato di forze sociali disposte a con­ durre fino alle estreme conse­ guenze rivoluzionarie la lotta an­ timperialista. E, con queste forze è schierato tutto il mondo de­ mocratico: per loro non si muo­ ve il proletariato metropolitano bianco, irretito nelle maglie del­ l'opportunismo di marca insie­ me occidentale e cremlinesca. La ora è decisiva - e non soltanto per l' Africa.

Ciô che sta avvenendo nella Federazione del Mali ne è un'ul-

teriore riprova. II distacco del ; Il Senegal (legato da vincoli poli- tici e finanziari a Parigi e or ien- tato da L. Senghor sul cammino del moderatismo conciliazionista) dal Sudan povero e spinto ad ab­ bracciare soluzioni radicali è un punto a favore della conservazio­ ne borghese, realizzato nej pieno della battaglia congolese sfrut­ tando l'arma assassina delle ri­ valità fra popoli e tribù. E' un punto a favore di De Gaulle nel suo « impasse » algerino. E' una pugnalata alla schiena dei moti indigeni. La responsabilità di tut­ to questo è vecchia e lontana: è nella degenerazione del mo­ vimento proletario internazionale, net tradimento stalinista e Kru­ sciovesco, nell'impantanamento democratico delle forze proleta­ rie nelle metropoli. E' in Europa, in mezzo a noi. I proletari bianchi dovranno

sentirne la vergogna; e ridestarsi al monito che giunge loro dai fratelli negri.

~rammatico ~uello cosmico Era sicura attesa quella che i

russi avrebbero ctamorosamente spezzato con un gran colpo la serie di successi americani di cui di volta in volta abbiamo no­ tizia. Ed abbiamo avuto il viag­ gio di andata e ritorno delle due cagnette con relative emozioni universali. I fatti annunciati da una parte

e dall'altra, in questo tempo di spaccio trionfante della frottola, non possono e non devono sfug­ gire a rilievi critici. Gli americani avevano van­

tato: recupero della capsula stac­ cata dal satellite Discoverer XIII attuato con pesca nell'oceano - recupero della capsula del Di­ scoverer XIV in aria con velivoli dalle reti per farfalle (ma nelle

Il testo ~i Leni n su Nella commemorazione di Le­

nin tenuta poco dopo la sua mor­ te alla Casa del Popolo di Roma ad iniziativa della sinistra co­ munista italiana . (se ne veda la tra~uz~o~e in francese, più bella dell originale, testè data nel N. 12 di Programmme communiste di Marsiglia di luglio - settembre 1960) il conferenziere, dopo aver fatto giustizia del « preteso op­ portunismo tattico di Lenin », ci­ tava un passo dell'inizio del clas­ sico · Stato e Rivoluzione con que­ ste parole: « Lenin dice che è fa­ tale che i arandi rivoluzionarii sui.no · 1atsifi~atf · êomè lô · · 'fti"rono ·M,arx e i suoi migliori successori. Sfuggirà lui stesso, Lenin, a que­ sta sorte? Certamente no! » Da questa facile previsione so­

no passati 35 anni, ed il loro bi­ lancio, tessuto passo per pàsso dalla critica spietata della sini­ stra, sta a dimostrare che il vo­ lume di sterco falsario che I'op­ portunismo ha tentato di accu­ mulare sulla figura di Lenin è almeno dieci volte più nauseante di quelle che fu rovesciato su Marx. Il mezzo vile dei falsificatori è

sempre lo stesso: costruire una leggenda al posto della realtà storica che generô il formarsi del metodo e del programma di quei massimi comunisti, pescare in questa leggenda con citazioni locali, artefatte, staccate dalle condizioni effettive di lotta che

GENTILEZZA DEI BIANCHI nel trattam.ento dei Banlù

E poi dicono che i bianchi sud­ airïcan: sono crudeli! Calunnie: es­ sendosi accorti che i bantù produ­ cevano poco perchè mangiavano me­ 'l'IO, essi hanno deci.so di servif'e a­ gti operai manuali. il té delle cin­ gue (cosa che, in lnQhiltèrra, di­ stingue le classi superiori), il caf­ f è, la carne e - guardate come, nei dif'igenti sud-africani, l'umanitari­ tmo si allea alla più squisita poe­ &m· - i jiori di pisello ( intendia­ moci l'accostamento al partito dt Sara~at è puramente casuale). Ri­ sultato (non diceva [orse Bentham c1'e l'interesse individuale ben in­ teso è, nello stesso tempo, il bene coUettii•o?J: la produzione aumen­ ta., ma anche questo è un effetto caauale e secondario, di fronte al riauitato filantropico di aver sal· vato l'anima e il corpo di quei po· veri fratelli•minori in Cristo. $ z,eniamo al fatto. Interrogato

sulla forza-lavoro bantù (600 ope. rai Jal servizio della James Bar­ well Ltd., il sia. A. C. P. Westhorpe, llïcftiarà allo « S. A. Mining and Engineering Journale » del 29-2-60: « A1cuni anni fa, risultà che un gran ?tUmero dei bantù impiegati in la­ vori molto pesanti •erano. comple­ tamente ,tiniti aile 11 del mattino e cne, ver mantenere il ritmo della lavorazione meccanizzata, era ne­ cessario introdurre dei turni. L'as­ $enteilmo e la jiaccheza erano ele• vati; ma da un'indagine subito corn­ piuta risultà che il 90 % dei bantù ,ion prendeva alcun cibo prima dt aftdare in fabbrica e che la mag.

"l'estremismo, malattia d'infanzia ~el comunismo me teoria rivoluzionaria "· Quan­ to ai sindacalisti soreliani erano meno noti a Lenin perchè proprii dei paesi latini, ove prevalente­ mente la critica della loro dot­ trina era partita da marxisti di destra quasi fino alla guerra (non da noi in Italia: del resto nel so-

. cialsciovinismo è noto che cadde- dettero Iuogo al formarsi di quei · Lenin invece _scnve quel testo ro socialisti riformisti, sindaeali- testi classici, e capovolgerne per la preparazrone del Se1:ondo sti soreliani e anche anarchici: sfrontatamente il valore, specu- Congress<? convocato per giugno Francia ed Italia). lando sulle dlfficili condizioni di 1920. Egh sa dalle Iezioni della Ma Lenin vedeva avanzarsi la Iotta della classe rivoluzionaria storia che -:-- corn~ questo testo scuola errata in una ala detta di che, nel più gran numero dei ~a- i~ prima lmea. di~ostra ;-- la sinistra dei comunisti tedesc~i del si, per Jo stesso difetto econormco v1tto~1a ,m ~us~1a e 4'enuta per- partito di Soartacus, che si era in cui viWi ,deve contentai-si di, chè il .~tJto e stato _nella s_lla· sèisso in'K:P.D: (J'Jàttito coltlunf;. prendere in' rigatterie di terza e formazicna e. prepa~az1one. spre- sta di Germania) e K.A.P.D. quarta mano l'arsenale delle sue tato e sen7:a. r iguardi n~l rrcono- (partite comunista operaio d! armi teoriche. scere nermci ed 8:lleah._ La su~ Germania), e nei gruppi olandesi Ma un lavoro marxista con- prima preoccupaz10~e e ch~ il della Tribune di Gorter e Pan­

dotto, corne avviene nelle nostre partito rivo~uzionario mondiale nekoek. file, senza dilettantismi vuoti e non si form1 ~enza una ngor<?sa Perché questa corrente, mal­ vanesii, e disprezzabili arrivismi base di d~ttrm_a programmahca grado la sua dichiarata simpatia di facile affitto da sponde corrut- e di orgamzzaz1on~, anche a ~o- per la rivoluzione di Ottobre, trici consente di mostrare che sto di dover _respmger~ molt_i e precccupa Lenin? Proprio perchè dell''estremismo non vi è pagina, moiti aderenti da fuon Russia. Lenin non era un opportunista, non vi è frase, che no~ debba i:i- Di questa operazione selettiva ma un difensore del rigore teo­ cadere corne sferza 1mplacabile si dà la versione banale prenden- rico sull~ f~ccia br:onzea dei traditori do a prestito le maniere della L~nin scusa quasi i sinistrJ e dei rmn~gat1. . . politi':'!- b<?rghese p~rlamentare. falsi di Russia e Francia perche . Per a1:cmgerc1 a questo !:>1so- Era g1a ch1aro che v1 e!a un pe- non erano mai stati sulla linea gna lasc1.are d~ parte _retonca e ricolo dalla « destra" m quanto di una tradizione marxista. Col demagog1a e nportars1 alla sto- elementi a cavallo tra la seconda suo geniale intuito si preoccupa ria positiva dei fatti, ove solo - e la Terza Internazionale avreb- di quelli che si dicono tuttora e non nella bassa cronaca pe_tte- bero gradito penetrare ne_lla nuo- marxisti corne noi facciamo oggi gola di eventi c~mtem1:1orane1 -:-- va a fare opera di intorb1da~en- per queÙi che si dicono ... lenini­ si legge la tracc1a lummosa um- to: il centrismo, il kautsk1sm?,; sti. Lenin cita un articolo di Car­ c~ delle!- dott~ina _e della attua- contro questi Lenin aveva . gia lo Erler dal titolo edificante 21one nvoluz10nana, che da ~n fieramente martellato. Ma v1 e- ,c Scioglimento del Partito », con secolo i coboldi tentano porre m rano aitre adesioni da rivedere questa perla: "La classe operaia contraste. attentamente, ed erano qu_e~le che non ouo demolire lo Stato bor­

venivano, nel gergo poht1ca_nte, ghesè senza annientare la demo­ da " sinistra ». Si trattava d1 a- crazia borghese, e non puô an­ narchici, di libertarii, _di si~~aca- nientare la democrazia borghese listi considetti rivoluz1onarn del-: senza distruggere i partiti 11. Le­ la scuola di Sorel. Tutti qu~st~ nin qui non puô non esplodere: elementi aderivano agli eventl di « Le teste più confuse tra i sin­ Russia in forza della loro accetta- dacalisti e gli anarchici latini zione della violenza ar~ata nella possono essere soddisfatte: solidi lotta di classe. Ma Lemn sa~ev~ tedeschi, che si ritengono solida­ troppo bene che lo. ;SCald~i:s~ d1 mente marxisti, arrivano a dire molti fessi (per lo piu sqms1tl fi- incredibili scempiagginil >> foni individuali) per lo spettaco- lo di una cazzottatura o di una sparatoriella, nulla aveva a che vedere con la posizione rivolu­ zionaria. Sapeva che questi ele-: menti detti con grave errore di sinist~a. sono spesso di origine proletaria e sinceri nel loro sba­ gliare, ma sapeva altrett~~to be­ ne che non si trattava d1 1mpar­ tire assoluzioni morali ma di or­ ganizzare le forze rivoluzionarie, usava solo verso questi deviati termini meno cocenti di quelli dati agli opportunisti di destra (sebbene nell'una e nell'altra schiera siano operai ingannati e siano intellettualoidi aspiranti a capi). Il pericolo centrale contenuto

in questo falsissimo estremismo consiste nel rifiuto degli insegna­ menti fondamentali della rivolu­ zione russa, circa lo stato ed il partito corne mezzi essenziali del­ la rivoluzione, lungo tutta una fase storica. In dottrina e nella organizzazione gli anarchici ~a­ no stati giudicati nella polenuca di Marx ed Engels nella prima internazionale. In Russia, dice Lenin qui, si erano mostrati fuo­ ri strada quando erano prevalen­ ti nel 1870-1880 « rivelando la i~ettitudine dell'anarchismo co-

Il testo più sfruttato e falsato da olire quarani' anni da .tutie le carogne op­ portuniste e la cui impudente invocazio­ ne caraiterizza e definisce la carogna

Primavera del 1920 In soli quattro anni da quando

Lenin era sbarcato in Russia si gioranza passava tutto il giorno sen- era avuto l'Ottobre 1917, e, tra­ za praticamente nulla da manaia- verso lo svergognamento dell'op­ re, eccettuato un pezzo di pane· ed portunismo della seconda Inter­ una bottiglia di acqua minerale. Per nazionale naufragata nella guer­ ottenere un'appropriata e nutriente ra, da un anno appena (marzp alimentazione dei Bantù, sette anni 1919) Ja Terza era stata fondat~. or sono fu eseguito uno studio delle Attorno al partito bolscev1·' o vitamine essenziali richieste per da tutte le parti del mondo gi - tirarli su, e renderli perfettamente gevano maledizioni e plausi, - in forma. Quando venne decisa una roci invettive ed ardenti adesioni. dieta armonica, fu costruita una Nell'epoca a cui ora ci ri:feriamo mensa II reso obbligatorio mangiar- il primo impegno del partite rus­ ci. I bantù pagano 9d. al giorno, il so non aveva ancora cessato di reato viene sussidiato dalla società. essere la guerra combattuta, la Alle 9 del mattino c'è l'intervallo guerra civile contro i bianchi,

per il tè, e tutti i bantù vengono Denikin, Kolciak, Judenich, riforniti di focacce specialmente Wrangel, le mille valanghe pog­ prepa.rate, contenenti vitamine con giate su piani di attacco tedeschi, maaou in estate e caffè caldo in in- inglesi, francesi, giapponesi. Tale ve~no .. Per il « lunch » vengono ser- periodo, da noi a fondo qui trat­ viti aiornalmente tre tipi di cibo. tato negli ampii lavori sul cam­ Si usano carne di prlma qualitd e mino della rivoluzione di Russia, lenticchie con l'aggiunta di fiori di aveva tenuto in primissima linea pisello e vari tipi di verdure. Appe- questa lotta non solo politica ma na introdotto questo programma, i apertamente militare: tutto an­ bantù usavano mangiaTe due o tre dava subordinato alla vittoria. razioni; ma, quando i loro corpi fu- Se Lenin fosse stato quell'op­ rono ricostituiti, raramente ne r,re• portunista in cui hanno tentato di sero più di una. Entro quattTo me- trasformarlo da quarant'anni, non si, gli stessi lavoratori nella stes,a avi:ebbe trovato un minuto per azienda a"mentarono la prodv.zione scegliere tra Je adesioni e le di­

. di quasi il 40 per cento ». cl\iarazioni di guerra. Tra un Come si vede (ma anche questo, mondo di feroci nemici, tutti gli

è un effetto del tutto casuale e se- amici sarebbero stati accettati condario, che non toglie nulla alla senza alcun benefizio di inven­ nobiltà de!!'altruismo dei capitalisti tario, tali erano le urgenze di sud-africani), due piccioni sono sta- trovare appoggi nel mondo in­ ti presi con un solo... pisello: la ternazionale da cui tutte le bor­ produzione è aumentata, e i bantù ghesie centuplicavano i loro sfor­ hanno ridotto ii numero delle razio- zi feroci, imbestiate dal terrore ni generosamente assicurate loro! della dittatura rossa.

Punto centrale:. la dittatura del partito

La Intérnazionale comunista non poteva definirsi solo dal riu­ nire quei socialisti che corne mez­ zo della lotta di classe del prole­ tariato rivendicano la violenza armata, La distinzione sarebbe stata insufficiente. Ora tutti que­ sti gruppi, che Lenin ha giusta­ mente in sospetto (ma non tanto quanto i destri, se ad un certo punto dice: « Al IX congresso del nostro partito russo (aprile 1920) anche ci fu una piccola opposi­ zione, che parlô contro la « ditta­ tura dei capi >> contro l' « oligar­ chia » etc. Quindi nella « malat­ tia infantile » del « comunismo di sinistra >> fra i tedeschi, non c'è nulla di strano, nulla di nuovo,

· nulla di t-erribile. E' una malat­ tia che passa senza pericQlo, e dopo di essa l'organisme diviene persiQo più forte ». Ecco l'idea di Lenin sulla famosa malattia infantile. Ma egli ben sapeva quale altro pericolo venisse dai cen,tristi e dalla famosa « de­ stra ». E' stata la « malattia se:-

'Contim,a in quarta pagina>

due capsule che hanno traversata l'atmosfera senza incendiarsi non vi erano esseri in vita) - infine messa in orbita del satellite pal­ lone detto Echo gonfiato al' dia­ m.etro eccezionale d,i trenta me­ tri in un esile involucro che pare abbia conservato il suo turgore per un tempo assai più breve di quello annunziato di un mese. Non diamo importanza alla te-'

lefonate radar attraverso il pal­ lone Echo da un punto all'altro degli Stati Uniti e alla parlata di Ike. E' stato detto che per avere questo collegamento sta­ bile Terra-Echo-Terra bisogna riuscire a mettere in orbita tre palloni che viaogino di conser'Va alla stessa distanza sul cerchio in modo che ve ne sia sempre al­ meno uno sull'orizzonte. Dunque quello attuale è caduto o si è af­ flosciato; i tre previsti dovreb­ bero girare su orbite matematica­ mente previste fisse e di pari velocità, E questo è molto poco

, , 1 probabite ottenerlo. Il risultato brillante del primo

Echo gonfiato è che era visibile da tutti e quindi l'annunzio era verificabile dall'uomo comune, non specializzato, e senza stru­ menti, corne nei passaggi chia­ rissimi su Roma, Napoli etc. A­ vendo una sua eclittica ,quasi or­ togonale a quella del Sole, ed essendo altissimo, l'Echo viag­ giava sempre nella luce solare anche quando era allo zenit delle località fino alla massima latitu­ dine di 45°. Effetto imponente: perchè non lo si è molto stam­ burato? Facile dirlo; perchè si era al di fuori dell'ermetismo dei circoli specialisti, e' chiunque po­ teva rilevare e calcolare l'or­ bita e attendere passaggi, che invece non sono stati regolari e costanti. Quindi la J>rova che in questa materia si azzarda senza poter sapere che a case fatte quello che si ottiene. Comunque va fatto di cappella allo spetta­ colo insolito di una stella con mo­ to aradato visibile ad occhio nu­ do, per diecine di minuti,

...... I russi con le cagnette hanno

,, messo da sopra »? Si, se fosse vero che tutto ,z andato come previsto. La nave spaziale co­ sidetta di maggio si stacco dalla capsula ma questa si perse ( o gira ancora in alto?). Questa di agosto ha inviata la capsula a terra in­ tatta o almeno -con i molti ani­ mali vitali, ma non si è capito perchè è discesa anche la nave stessa. Prima w•n si era, al so­ lito, detto come si prevedeva che le case andassero. Se Poi è vero che la caduta è stata. loca­ lizzata con l'errore di soli 10 km. questo ha deUo sbalorditivo. Ma è la corsa a sbalordire e il rispetto tra i duellanti nel farlo, che ci rende dubbiosi. La « nave.ll russa col suo pe­

riodo di circa 90 minuti non è andata più su di 320 km, e U conto torna: ma le fasce distrut­ trivi della vita organica possono essere più in alto. Il Satelloon americano -è goiunto a 1700 km con periodo di oltre due ore. Le ci­ fre dei due contendenti concor­ dano, ed in entrambi i casi si so­ no ottenute orbite quasi circo­ lari. Ma per noi la questione cen­

trale è un'altra. Il arande can­ can lo f arà. quello che lancia pri­ mo l'uomo (previa scimmia). Non interessa molto se il wimo uomo scende morto o vivo, primo caso, pronto un posto di eroe di più nella storia di questa lacrimevole civiltà borghese. Nel seconda caso il problema è se nel percorso spaziale questo corpo vivo ve­ getava solo, o pensa'Va e tec­ nicizzava, facendo manovre. Ci si dice dai russi che i comandi saranno sempre mandati da Ter­ ra. E nOi ritorniamo aU,ci RQ.Ctra soluzione che nel C08'n0 il fu­ turo farà navigare macchine-ro­ bot - che trasmetteranno nuo-

, vi rilevamenti - ma non uomini respiranti, e conBUmati pasti come a terra. E da ten-a t•uomo pen­ serà gli Mdini per il robot~ che nè ragiona.no, nè mangltano, 9è respirano.

1 {

! IL PROGRAMMA COMUNISTA

Ardua sistemazione del. programma comunista rivoluzionario tra i miasmi della putref azione borgbese e la pestilenza opportunista

PRIMA SEDUTA 1

L' IBREYERSIBILE CORSO CAPITALISTICO DELL'URSS

Ourata dalla aiornata lavorativa

La parola al Maestro Non democratica concessione a

Marx del suo turno, ma urgente richiesta del suo « inse dixit », che fa scandalizzare ( porci della banda kruscioviana. Si, oreti della coesistenza socia­

le, il - « rosso dottore » spezzô le Incrostaztom ideologichs che 'im­ pedivano di vedere la verità, di « leggere h là storia degli uomini, quella nassata, presente e futura, e scopri le leggi « eterne ,, del capitalismo, di quelle inglese del XIX Secolo e di quello vostro del XX. Ascoltatelo, accademici, delle

novità: « A Bruxelles, dove fui relegato da Guizot, fondai con Engels, W. Wolff e qualche altro, l'associazione operaia tedesca d'i­ struzione, che esiste ancora. Pub­ blicammo nel contempo una se­ rie di pamphlets stampati o lito­ grafati. In essi, sottoponemmo ad una critica spietata il miscuglio di socialismo o comunismo anglo­ francese e di filosofia tedesca, che formava allora la dottrina segre­ ta della lega; in essi stabilimmo che soltanto lo studio scientifico della strutturn economica della soci.età borghese poteva fornire una salda base teorica ... ». (Herr Vogt - I - pag. 105 - Ed. Costes). Ne eruppe il Capitale, nel quale

descrisse in anticipe la ignobile strada che avreste percorsa, da cui vorreste far credere d'esservi tratti esibendo una data di na­ scita oosteriore a quella-del Mae­ stro. 11 vostro angusto rifugio è Marx visse il secolo. scorso, non poteva sapere ... ! Ma è proprio perchè ha vissu­

'10 il secolo scorso che ha « visto tutto », nulla gli è sfuggito. Nelle leggi della produzione scopri , modi di vivere. Nella sezione V, dove si tratta

della « Produzione del plusvalo­ re assoluto e del plusvalore rela­ tivo », Marx analizza la compo­ sizione organica del lavoro, e dà una delle tante laoidarie defini­ zioni del capitàlismo: « La pro­ duziono canitalistica non è sol­ tanto prodÜzione di merce; è es­ senzialmente produzione di plus­ valore. L'operaio non produce per

· sè, ma per il capitale. Quindi non basta più che l'operaio produca in genere. Deve produrre plusvalore. E' produttivo solo quell'operaio che :;,roduce '.!)lusvalore oer il ca­ pitalista, ossia che serve- all'auto­ valorizzazione del capitale "· (Corsivi di M.). Quindi, là dove esiste il capi­

tale esistono opérai dai quali si esige · ehe producano non solo merce, ma soprattutto plusvalore. Plusvalore per tenere in vita, per far gonfiare il capitale. Marx: prosegue e ci conduce nel bel mezzo della questione della gior­ nata lavorativa; sulla cui minor durata ciascun stato capitalista mena il vanto di tenere il pri­ mato.

" Prolungamento della giorna­ ta lavorativa oltre il nunto fino al quale I'operaio avrebbe pro­ dotto soltanto un equivalente del valore della sua forza lavoro, ,e appropriazione di questo plusla­ voro da parte del capitale; ecco la produzione del plusvalore as­ soluto ». Di seguito: « Essa co­ stituisce il fondamento generale del sistema capitalistico e il pun­ to di partenza della produzione del plusvalore relativo. In que­ sta, la giornata lavorativa è divi­ sa da bel principio in due parti: lavoro necessario e pluslavoro. Per. prolungare il pluslavoro, il lavoro necessario viene accorcia­ to con metodi che servono a pro­ durre in meno tempo l'equiva­ lente del salaria. Per la produ­ zione del plusvalore assoluto si tratta soltanto della lunghezza della giornata lavorativa; la pro­ duzione del plusvalore relativo rivoluziona da cima a fondo i processi tecnici 61.el lavoro e i raggruppamenti sociali ». « Dun­ que, 1a produzione del plusvalor1: relativo presuppone un modo dt produzione specificatamente ca­ pitalistico ... ,1. Il fatto che si parli oggi in

. '

Bapportl coordinati alla riDDione di Casale del 9-10 . Ja1Uo 1980 Russia di dirninuire, se nur di poco, la durata del tempo· di la­ voro, data la produttività del la­ voro (intensità del lavoro) assai elevata, presuppone la « produ­ zione di plusvalore assoluto ))' il " fondamento generale del siste­ ma capitalistico »; il « punto di partenza della produzione di plusvalore relativo "· Si riconosce, cosi, che si opera

sulla durata del lavoro necessa­ rio, per mantenere intatto od au­ mentare il sopralavoro. Ma il so­ cialismo, è decisamente aumento del Iavoro necessario, soppressio- ne del sopralavoro. Ricorriamo ancora a Marx, che dà un altro punto del programma socialista: « Se tutta la giornata lavorativa si riducesse a quella parte (la parte necessaria), il plusvalore scomparirebbe, il che è impossi­ bile sotto il regime del capitale. L'eliminazione della forma di produzione capitalistica permette di limitare la gornata lavorativa al lavoro '11.ecessario ( corsivo di M.). Tuttavia quest'ultimo... e­ stenderebbe la sua parte... Una parte dell'attuale plusvalore rien­ trerebbe ablora nel lavoro neces­ sario, cioè nel lavoro necessario per ottenere un fondo sociale di riserva e di accumulazione ». Alcuni tecnici russi, per forza

maggiore non più in grade di riallacciarsi alla dottrina marxi­ sta, si sforzano perô di coprire l'insopprimibile realtà dell'eco­ nomia caoitalista russa con un linguaggio socialistoide. Ritengo­ no di scoprire originali distin­ zioni, per esempio, quando so­ stengono che in Russia l'aumen­ to dei consumi è in relazione al­ l'aumento della oroduttività del lavoro. A parte Îa chiara falsità dell'asserzione, chè in Russia cer­ tamente la capacità d'acquisto del salario non' è certamente aumen­ tata di 9 volte (aumento della produzione industriale dal 1913 36 volte, dei nroletari industriali 4 volte), quante è aumentata la produttività del lavoro, il falso i­ deologico assai peggiore sta ap­ punto in questo che si omette di sapere che la produttività del la­ voro, quando agiscono le leggi economiche della produzione ca­ pitalistica, corne in Russia (dove orrnai non si nega l'esistenza di queste leggi, ma si pretende che agiscano in modo diverso che negli altri paesi dichiaratamente capitalisti) influisce sul lavoro necessario per estendere la por­ zione del sopralavoro, e che di conseguenza il maggior consumo è dato sovrattutto da una mag­ gior intensità dello sforzo pro­ duttivo.

sociali, senza divisione fra intel­ lettuali e opérai, generali, bu­ rocrati, politici, preti, il gregge belante dei servi del capitale, e il misera proletario che si addossa tutto il peso del loro manteni­ mento. Lo sfruttamento dell'uo­ mo sull'uorno ha questo significa­ to, non quelle demente dell'indi­ viduo che affitta la forza lavoro deU'altrui individuo. La società russa, alla stregua di ogni altra, è divisa in due classi fondamen­ tali: una produce il plusvalore, il proletariato delle città e i sala­ riati delle campagne, dei sovcos; I'altra se lo appropria, e sono i contadini; i piccoli bcrghesi delle campagne, i risparmiatori, gli in­ teltettuali, il capitalismo, cioè, ed il capitalismo mondiale nel cui alveo in definitiva si riversa il lavoro non pagato. E' nell'abolizione di questo

sfruttamento di classe, il grido di guerra del comunismo rivoluzio­ nario.

1866 1960

lavorativa; 2) l'intensità normale del lavoro; 3) la forza produttivs del lavoro o oroduttività del la­ voro. Marx prenda in esame le combinazioni più importanti e della quarta, « Variazioni con­ temporanee nella durata, forza produttiva e intensità del lavo­ ro ", dà due casi imoortanti. Il secondo di questi è peculiare a­ gli stati capitalisti che hanno già raggiunto un certo grado nello sviluppo industriale e posseggo­ no una qualificata attrezzatura tecnica. Esso è: « Intensità e for­ za produttiva del lavoro in au­ mento e contemporaneo abbre­ viamento della giornata Iavora­ tiva ». Anzitutfo, la giornata la­ vorativa puô diminuire a condi­ zione che aumentino l'intensità e la forza produttiva del lavoro. Va da sè che il capitale non rinuncia « spontaneamente •• (ogni abbre­ viamento della giornata lavorati­ va viene intesa dai coi:ifei del ca­ pitalismo e dell'c:ipportunismo co­ rne una concessione dello stato) ad una durata della giornata la­ vorativa data, perchè non puô tollerare una d'iminuizione del plusvalore estorto agli operai. Quando il capitalisme si deci­

de a diminuire la giornata di la­ voro, gli è che la produttività del lavoro e 1'intensità sono già aumentate o sussistono tutte le premesse perchè aumentino. Non solo, quindi, non è incom­

patibile con la produzione capi­ talistica, la. diminuizione, della giornata lavorativa, entro i limi­ ti accennati e con le finalità ri­ ferite, ma serve, ad un certo gra­ do di sviluppo della produzione, a stimolare le forze produttive, lo sviiuppo tecnico, a migliorare « la regolarità, l'uniformità, l'ordine >> del lavoro. (Marx).

« Quanto più cresce .-:-- dice Marx - la forza prciduttiva del lavoro, tantd più puô essere a),?­ breviata la giornata lavorativà, e quanto più puô essere abbre­ viata la giornata lavorativa, tan­ to più potrà crescere l'intensità del lavoro ». I russi, che vantano di aver

aumentata la nroduttività del la­ voro nella misura accennata di 9 volte, avrebbero dovuto accor­ ciare la giornata lavorativa al­ meno di quattro ore, tanto più che sostengono di essere tutti, nessu­ no escluso, dei « lavoratori ». Ma ciô è impossibile, perchè il socia­ lismo se lo sono messo sotto i piedi. Ed il perchè della loro de­ generazione sta in questa stupen­ da conclusione del 15° Capitolo del Capitale di Marx:

« Date l'intensità e la forza , . , . . produttiva del lavoro, la parte

~ chiaro che 1 operaio, il rus- della qiornata lavorati»a sociale so 1~ part1co~are, non puo accor- necessarui per la produzione ma­ gersi 1mmed1a~amente ehe .~d ~ - teriale sarà tanto più breve, e la grn ~r?'m~o d~ burro m pru di-: parte di tempo conquistata per la sponibile e stato defraudat.o di libera attività mentale e sociale un ccrr ispondente tempo di la.- degli individui sarà quindi tanto vor? maggi~re e crescente per 11 maggiore, quanto più il Iavoro capitale. L ?pera10 riceve ~<' sarà distribuito proporzionalmen­ quando ha gra d?',to otto. SE; 1:1ce- te su tutti i membri della società vera due, avra gia .dat~ sedi~i. La capaci di lavorare, e quanto me­ relazione matematica, infatti, _ch,; no uno strato della società potrà mtercorre fr~ Iavoro necessano e allontanare da sè la necessità na­ sopr?'lavor? e ~nversamente ero- turale del lavoro e addossarla ad porz!onale. all a1;1m_ent_o. dell uno un altro strato. Il limite assoluto c1ornspondE; la diminuizions del- <:lell'abbreviamento della giornata 1 altro, e viceversa. lavorativa è sotto questo aspetto II capitalismo è la riduzione a- l'obbligo generale del lavoro.

stratta a zero del lavoro neces- Nella società capitalistica si pro­ sario, per elevare all'infinito ;1 duce tempo libero per una clas­ sopralavoro, Ogni evoluzione se mediante la trasformazione in scientifica e tecnologica che ab- tempo di lavoro di tutto il tempo brevi la durata del tempo di la- di vita delle masse ». voro in generale, della parte ne- Dov'è che avete distribuito cessaria in particolare, ~ in~ice proporzionalmente su tutti i di una crescente subordinazione membri della società il lavoro del proletariato al capitale, non « produttivo? " una . I~berazi_on": ~el lavoro dal 11 vostro mondo dei' " lavoro ,, dominio cap1t8:bshco. ". Essere O è fondato sulla divisione del la- peraio produttivo non.~ una for- voro sull'azienda, e quindi sul­ tuna, ma una disgrazia », corn- lo sperpero delle forze produtti­ menta Marx. ve, su funzioni « in sè e per sè Se da un lato J?laudiamo ~ que- superflue ».

sto processo tec.mc?-produttiv~ ad Ad ogni congresso i manuten­ opera del cap~tahsmo,. che con-: goli del capitalismo vanno alla s~ntira domam al sociahsrno di ricerca del programma per la ndu~re ~a durata e lo ~f?rzo pro- classe operaia, e mobilitano la d!-1tt1vo 1~ mamera oggt rrnpensa- merda intellettuale delle acca­ ~1le .dall a~t1:o lato ne denunciamo demie che indichi al " piano sta­ Il fine s_quis1tame~te borghese ed tale ,, Ie « scelte •> economiche, oppressive, La scienza e la tee-: che tracci le curve di sviluppo m1a modern~ sono s~ru~t;nh della produzione. Marx è espli­ de _la . ~ro~uz~o_ne capitalistica, cito: lavoro prè>duttivo obbliga­ quindi l~m1tati, che _la nvolu,z~o-_ torio per tutti! « Esclusione di ne ~ovra trasfo~maie per ut~h2;- ogni lavoro senza utilità! » Solo zarh a favore di tutta la società, cool il tempo libero sarà tale che Quel che conta per il capitale tutti i rnembri della società po­

è la produzione di plusvalôre, che tranno non fossilizzarsi nella spe­ puè effettuarsi attraverso corn- cializzazione, che li rende schiavi binazioni diversissime di tre fat- della macchina produttiva, ma tori: l) la durata della giornata accudire aUe molteplici funzioni

Ne! 1833 venne instaurata in Inghilterra la giornata di 12 ore; nel 184ï quella di 10 ore, nelle fabbriche di cotone, !ana, seta, e lino. Il 16 agosto 1866 il congré\s­ so generale di Baltimora dichiarè> l'agitazione per le otto ore. Gli Ispettori di fabbrica sorvegliava­ no l'applicazione della legge del­ le otto ore, ma ci volle una lun­ ga e dura guerra civile (Marx) fra proletariato e capitalismo per la sua pratica applicazione. I Martiri di Chicago segnarono col loro sangue l'asprezza della lotta. Dal lb33 al 1866, in 33 anni, la

giornata lavorativa è diminuita da· 12 ore a 8, di un terzo. Dal 1866 ad oggi si è accorciata di una sola ora. almeno per gli USA. Nel contempo le forze produttiv~ sono poderosamente 'aumentate, il macchinario ha aumentata la produttività del lavoro almeno di dieci volte, in specie nei paesi ad alto sviluppo industriale. E' cre­ sciuta in maniera smisurata ed infame l'intensità del lavoro, lo spasimo dell'umane forze produt­ tive, senza per altro aver avuto il proletariato tempo libero in adeguata proporzione. Gli operai amerîcani, tedeschi,

inglesi, franeesi e russi han rice­ vuto, invece, banali ed effimeri titoli azionari di una nominale proprietà, cui rinuncia , lo stesso capitalismo, teso, per natura, a succhiare plusvalore. Il proletariato al 1960 è assai

più sfruttato di un secolo fa e, per l'incarognimento dei partiti che lo guidano, è relativamente più Iontano di allora dallo strap­ pare allo stato capitalista condi­ zioni di vita meno soffocanti. Questo lungo periodo, quasi un

secolo, di assênza di sostanziali conquiste del pPôlet~iato,, per la riduzione della giornata di lavo­ ro, coïncide con l'ingresso nel gi­ rone d'inferno capitalistico di im­ mensi paesi, tra cui il Brasile e l'Argentina, la Russia ed in or­ dine di tempo la Cina, l'India e i nuovi stati africani. Il ritardo di questi paesi, che co&tituiscono da soli quasi i due terzi dell'uma­ nità, a svilupparsi secondo il si­ stema di produzione capitalistico, da una parte ha permesso agli stati già altamente industrializ­ zati di manteni::re in stato di sog­ gezione i rispettivi proletari, con l'ausilio importantissimo di rin­ novate ondate opportuniste, e dall'altro ha costretto questi pae­ si neo-capitalisti a forzare i tem­ pi dell'industrializzazione utiliz­ zando lo strumento primario, grezzo della proq.uzione stessa, le braccia proletarie, sottoponendo­ le ad uno sfruttamento persisten­ te e spregiudicato. II caratter~ controrivoluzionario di quesb paesi e dei paesi poco svilupp~­ ti ha condizionato gli scars1 n­ sultati difensivi del pr.oletariato. Lsi. · stessa storia delle ~.is~us­

sioni in seno alla Comm1ssione Internazionale del lavoro a pro­ posito della conv~nzione ~nterna­ zionale della settimana di 40 ore, dimostra che piccole potenze ec~­ nomiche ne ostacolano la apph­ cazione per timore di essere di­ vorate dalla concorrenza dei pae­ si oiù industrializzati. L'unico stato che abbia instau­

rata la giornata di 7 ore, e più precisamente, la settimana di 40 ore sono gli USA. Dai 1946 al 1959 la settimana lavorativa ha

oscillato tra le 40,3 ore alle 40,5 rispettivamente. Durante la II guerra imperialista la settimana è salita da 42,9 del 1942 a 45,2 del 1944. Settimane a oiù bassa dura­ ta si sono registrate durante la grande crisi del '29. In quell'an­ no fu toccata la punta più bas­ sa: 34,6 ore settimanali. Questa diminuzione non fu dovuta alla magnanimità dello stato, ma al crollo della produzione. Nel pe­ riodo precedente il secondo con­ flitto, caratterizzato da altra cri­ si meno violenta del venerdi ne­ ro, l'indice della settimana lavo­ rativa fu ugualmente basso. Nel periodo·precedente la grande cri.:. si la settimana lavorativa fu di 44,2 ore. In genere si nota que­ sto andamento: durante l'esalta­ zione delle forze produttive, la giornata lavorativa tende ad au­ mentare, e diminuisce durante le crisi o i periodi di recessione. Paralleiamente la disoccupazione aumenta col diminuire della du- rata della giornata lavorativa, e viceversa. Il proletariato, comun­ que, fa le spese, e del « benesse­ re >) e a maggior ragione della mi­ seria. I periodi postbellici sono ca­

ratterizzati tutti, per la ripresa del ciclo produttivo, dall'aumen­ to della durata del lavoro, so­ vrattutto nei oaesi che hanno su­ bito notevoli - danni all'apparato produttivo. Fanno eccezione, an­ che sotto questo profilo, i paesi non seTiamente danneggiati, o che non hanno avuto distruzioni. Cosi pure i paesi neo-capitalisti, come l'Egitto che fino al 1956 ha mantenuta una durata media settimanale di 50 ore. Le nazioni meno industrializ­

zate, o scadute dal rango di pri­ me potenze, mantengono la set­ timana lavorativa ai livelli più alti attualmente: la democratica Svizzera a 47 ore, la Francia a 45. La stessa Inghilterra mantiene un livello presso che stabile dal­ la prima guerra ad oggi di 45-46 ore. Albione è un classico esem­ pio di mummificazione delle strutture economiche, dovuta al­ la saturazione delle forme capita­ listiche di produzione. Le stesse « fortune » del Giap­

pone, assurto nuovamente a ran­ go di concorrente ragguardveole dei vulcani produttivi USA e URSS, hanno ridotto il paese ad un vero e proprio bagno penale. Il decorso del poderoso svilup­

po industriale ha lo stesso dia­ gramma ascendente della setti­ mana lavorativa, continuamente in aumento dal 1948 al 1959 da 48 a 51 ore. Le cifre esposte sono cifre teo­

riche dell'industria manifatturie­ ra, desunte dai contratti d~ la­ voro. In realtà le cose vanno as­ sai diversamente. Basti pensare all'abitudine ormai gener~lizzata delle ore straordinarie, )Ier retl­ dersi conto che in definitiva la giornata di sette ore viene pra­ ticata solo saltuariamente, in al­ cuni rami della produzione e in pochissimi paesi. Le sette ore dei russi, quindi,

non solo sono un mero arinuncio teorico qi troppa evidente pub­ blicità, ma nel caso più ottimi­ stico di reale applicazione costi­ tuire~bero un allineamento alle maggiori potenze industriali. I­ noltre la vera ragione di questo annun'cio, sta piuttosto in una particolare cont_ingenza dell~ con­ dizioni generah della Russ1a. La Russia ha ancora bisogno di for­ ze produttive per l'industria, so­ vrattutto in conseguenza del vuo­ to lasciato dalle classi decimate dalla guerra. La stessa smobili­ tazione di una part~ dell'armata non puè> essere sufficiente a col­ mare questi effettivi. Occorre che nuove forze siano attratte dalla campagna nelle città, corne sta avvenendo ed è constatabile dall'alto ritmo d'inurbamento della popolazione. E miglior si­ stema per richiamare la gioventù è quello di migliori salari, di condizioni ài vita meno disagiate, una durata di lavoro apparente­ mente più breve, sovrattutto per queI contadini di colcos a bassa produttività. L'esodo, cosi puè> benissimo definirsi la migrazione interna della popolazione russa verso le città, avviene infatti verso i centri industriali da re­ gioni meno dotate.

Polvere · ~~li occhi

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Come la strombazzata e irriso.­ ria diminuiione della giornatà lavorativa trova, infine, giustifi­ cazione non solo nelle leggi per- manenti della produzione capita·­ listica russa, ma nelle particola­ ri contingenze dello sviluppo produttivo; cosi pure hanno la ste;;sa causa e lo stesso significa­ to le aitre misure « &ociali »; qua­ li l'abolizione delle imposte di­ rette sui salari più bassi e la isti·­ tuzione dei tribunali d'azienda. In precedenti nostre trattazio­

ni sull'economia russa abbiamo mo&trato corne le imooste dirette abbiano un peso insignificante nel bilancio dello stato russo, che preferisce gonfiare le proprie cas­ se con imposte indirette, vero e proprio metodo iugulatorio, a detta anche q.ello, stesso Lenin, Yerso il oroletarfaio. • L'aboliziorie promessa agisce

solo corne palliativo per le mer­ cedi infime e nasconde senunai una rivalutazione, più volte an­ nunciata, indiretta degli stes.si bassi salari. Dimostra anche la totale dipendenza dei sindacati dallo stato, il quale usa del suo potere discreziçmale sovrattutto nei confronti della classe opera­ ia, esautorando contemporanee.­ mente le sue rappresentarize pro- fessionali. Infatti, lo strumento fiscale puè> maneggiarlo solo lo stato, vale a dire un organo ese­ cutivo di classe che abbia la su­ prema autorità di imporre gli in­ teressi sociali che rappresenta, ccntro le classi subalterne. L'im­ posizione fiscale indiretta, che grava sui beni di consumo in maggior misura, in un regime di classe, in cui sussistono sperequa­ zioni di reddito notevoli e stri­ denti, non agisce proporzional­ mente sui redditi stessi, ma favo­ risce i redditi più alti, deprime i più bassi, approfondisce i disli­ veHi fra le stesse categorie sala­ riali ,oltre a potenziare, con ope·­ ra di aperto favoreggiamento so­ ciale, la numerosa folla di. ris1>ar­ mh1torj. tagliatori di. èedole, pk­ cola bàrghesia, ché goclono posi­ zioni di elevato privilegio econo·­ mico, com'è constatabile dal chia­ ro esempio del Pasternack, dalla contesa eredità di moiti milioni di rubli. La sfrontata qemagogia di Krusciov che annuncia la totale abolizione delle tasse dirette, quindi, è una sudicia copertura per rimpinzare le tasche della neo-borghesia russa e dar l'offa di qualche copeco al povero pro­ letario. Con i 600 rubli dell'ope­ raio medio russo, non si tagliano cedole, non si accendono cande­ le all'icone della Chiesa ortodœ­ sa, non si riempiono i forzieri per gli ereditieri. In compenso i proletari russi

avranno la possibilità di essere giudicati per i loro « reati " sullo stesso posto di lavoro. Quanta umanità lo stato « socialista » per i lavoratori! Costruisce case adia­ centi alla fabbrica, per sfruttar meglio ~ loro freschezza, mense nelle az1ende per non sprecare energie in aitre attività, nidi . di infanzia all'ombra delle ciminie­ re, ed ora anche, provvidenza su­ prema, i tribunali. Gli operai non avranno da fare tanta strada per subire il ricatto sociale e farsi ir­ rogare le pene per la democrati­ ca espiazione dei loro « delitti ». Un passo, dal tornfo all'aula di

giustizia, .a_ncbe in Russia « ugua­ le per tutti », anzi più uguale che negH altri stati! Anche nelle aziende italiane di

st?'to e municipalizzate vigono tnbunali del lavoro nei Consigli di disciplina, diretti e sostenuti · da una bella qµaterna: il diret­ tore, un rappresentante della ma­ gistratura, con l'asissetenza del prete e del sindacalista. In siffato modo chi non sarebbe

disposto ad accettare la· « geniale e comunista » proposta di Kru­ sciov per il mantenimento della "pace sociale? » L'idea era sem­ plice, solo che eccessivamente u­ topistica: mantenere solo un cor­ po. di po~izia per la repressione dei dehtti contra lo stato, e liqui­ dare gli eserciti. . Da 1:>uon rappresentante capita­ bsta Il Kukuruza si preoccupa non tanto della ferocia america­ na, degli U2 e atomiche ricatta­ torie, quanta del vero nemico dello stato, del vero pericolo per lo stato che rappresenta, del pro- letariato. · Gira gira il bastone viene sem­

pre fuori, ed ha comunque lo stesso emblema per gli operaj, anche se non sempre spunta il fez nero. La differenza che corre fra

Russia e Occidente capitalista è la stessa che corre dalle rispet-.

(Continua in 3a pagina)

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[L ~"ROGRAMMA COMli'NISTA a

lrdoa sistemazione del programma comoolsta rivoluziooario (continuaz. dalla S.a pag.)

"Live carote offerte alle masse: la russa è ancor troppo legnosa, l'occidentale molle. I russi la chiamano democra­

tica progressiva, gli altri capita­ lista.

Y1ndita a rate · 11 popolo lavoratore russo ha

.accolto « con soddisfazione » l'i­ stituzione della vendita a rate; cosi commenta la Pravda il prov­ vedimento sapiente del Soviet Supremo. ln Russia si stanno a­

-dottando una dono l'altra tutte misure tipiche deÎ famigerato ca­ pitalismo occidentale ,che si fan­ no passare per « socialiste " col solo marchio di stato.

Si pensi alla contraddizione dell'economia sovietica: non ha sufficienti alimenti oer i proleta­ ri, ed è costretta già a vendere a credito! Non è una stranezza per i mar­

xisti. E' un tipico fenomeno capi­ talista che caratterizza lo svilup­ po "ineguale della produzione. E' vera e propria offerta forzata di

pio noto e, para~ossale - d~ avere Infine, lo sgonfiamento dello I ni~o travaglio capitalis~ico, costi- \ :ità ». Molotof, nel c ich iarare che concesso m aff'itto terre ai mar- stato presuppone necessarramen- tuisce disarmo della rivoluzione, m Russia si stavano soltanto gini dell~ g:andi farms _ai sala- te_ la scomparsa di una ecenomia !inuncia. aperta alla riv?luzio~e I c~e:indci le basi del socialismo, riati agrtcoli, per legarh econo- aziendale. internazionale, opera di tradi- cioe le strutture economiche ca- micamente e socialmente agli in- Un marxista, tutt'al più, avreb- mento. Gli opportunisti erano de- pitalistiche, chiamava le cose col teressi del capitale. be giustificate siffatte misure de- finiti da Lenin « socialisti a pa- loro nome finalmente ma non In America la piccola borghe- centralizzanti, non corne una ba- role, opportunisti nei fatti ». Si al momento opportuno:

sia è statl;l d~vitalizzata. . nale caratter istica della. democra- amn:a~tava~o ,di una vuot~ fra- 1 La stessa sorte viene riserbata In Russia, mvece, prospera e sr zra, ma piuttosto come 11 control- seologia socialista per coprrre le a coloro che oggi in Russia vo­

alim~nta. ~li USA n<:m l;anno co- lo dello sta~o centrali~za~o su for- più sudice immondezze contro il gliono dire a tutte lettere che il noscmt_o 11 pre-capitalismo. La ze ec_onom1che,.e so~1ah ad esso socialismo, 1 socialismo russo è tale solo di URSS e sempr":, ~algrado le. spa- centrlrughe. L infezione "popo-: Attribuire ai bolscevichi l'e- nome e tanto vale chiamarlo: ca­ rate propagandistiche, sotto 11 I?e- lare» e a, ta] . grade , che ormai ternità di formulazioni corne "de- pitalismo. so d i un recente passato storico « democrazia » e smorumo di " so- mocrazia socialista » diretta e si- N t tt · , d 1 t f d 1 , l' M , ' di bb · on u o e ancora maturo per ton amen ta men e eu a e, e cia ismo », • a CIO contra ire e miU si aniâca abbassare Lenin e tt ·, 1 peggio di controrivoluzione; con- alla gratuita e falsa affermazio- la g'1 ande Rivoluzione dOttobre ge are giu a maschera. dizioni, queste, che sono alla ra- ne che in Russia non esistono più al livello di una rivoluzione de- La presenza, piuttosto raffor- dice dello stesso mancato svilup- classi e la conseguente contradi- mocratico-borghese zata, della piccola borghesia, e po capitalistico dell'economia zione delt'esiste nza di uno stato, GJ' ti d ti '. . tl queUa onnipresente del grande russa. seppur oroletario, in una società , 1 an 1~ ogma ~ci,. corne si, e- capitale industriale, rappresenta- Se lo stato russo ha voluto senza classi; quando, invece, la finiscono con ~caplghat~ sussiego to dallo stato centrale, conferi­

conservare la sua natura capita- sparizione delle classi suppone il ~ t~adJt1f1• f si apirt~priai:o s~lÏ scono i peculiar i caratteri di e­ Iistrca, ha dovuto, gioco forza, de per imento della ferma - stato. an ° e c or.me e erane e c quivoco alla propaganda sovie­ concedere alla piccola borghesia. Nè i russi oossono invocare a lo- c~ntenut~ cont~gente ~~:~\em:tî tica, I governanti russi si riter­ Affossata la Rivoluzione d'Otto- lo ulteriore e niù torbida giusti- c.azi_om t eo~ic e e po 1 IC e e ranno abilitati a scoprire la loro bre, r inunciato ogni svolgimento ~cazione la esistenza del capita- parti~d eC':-12,~andft I~veCE\ et~~7 scheda anagrafica allorquando a­ econorruco verso la forma supe- Iismo alla scala mondiale, dal n~~.za o, croc, .so an ° CIO c e vranno spmto ancora avanti la riore del capitalismo di stato, ai momento che hanno teorizzato piu ca~uc~.e ta~seu~t~ La de-: attuale politica di rafforzamento Russi non rimaneva altra solu- per sè e per tutti gli altri la mccra~ia. 1 ~mn si erma ai delle classi intermedie, e control­ zione che barcarnenarsi tra l'in- « creazione " del ,, socialisrr.o " in c<;mtad1l:11 ?,ovei:1 e .''. senza terra ", lato maggiormente il proletaria­ vertebrata stratificazione sociale un solo paese .. ; con il sottopro- t1 s~anati ag_nc~~1. ion, va oltre_. to in~ustriale, migliorando le sue del contadiname, creatrice dèlla dotto delle « molteolici vie al so- fa emd_ocrazla 1 d .eninb ndo.n e condiz ioni miserevoli di esistenza.

1 b 1 · Ii di , · ,- t · t p l orma 1 governo e e su or ma- sua _consorel a. ur a~a., e 1 po_- c11;11smo », 1 CUI_ 11 !)a no a . a - ta alla Dittatura del Proletariato Per il momento 'i russi prefe- tenziamento dei eentri industr'iali, miro vanta addir ittura la pnmo- · . . · riscono andare gradualmente al- sovrattutto per soddisfare le esi- genitura. Sorio trasco:s1. 40 ~nm e lo sta- la estrema conf;ssione genze di queste mezze classi in Lo stato quindi per i marxisti to russo non e riuscito a trastor- Q t . . . · ,

La pianificazione dell'economia patria e fuori. rivoluzion~ri non 'solo è stato di mare la piccola produzione in u;s <? i:eviswmsmo rus~o, e agricola costituisce il primo e il Non mancherà la concentrazio- classe, ma di una classe affer- grande +roduzicna e deve rmun- rna t evlaztiond!:'. ner confrontI del­ più importante provvedimento ne capitalistica in Russia ma cer- matasi alla scala mondiale. Come ciarvi apertamente, limitandosi, 0 f ess<? ra f 1m~!lto russo, . non reazionario delle stato russo, Da tamente non avrà la v~rticalità l lo stato comunista dovrà affer- c_ome un qualunque stato capita- ~e~ 0. ~1 t~o~ ro~ 1 dei' ~ar~ismo questo discendono tutti gli altri degli americani, degli inglesi e marsi in tutto il mon do, strumen- h_sta del famigerato occ1de~te, a p:zz~1 au ~ 0 a . e or ~c ~ a un con la stessa naturalezza ed op- dei tedeschi. to insostituibile per la distruzio- nconoscere 11 peso econormco e ' nll e /e I 1U~I ncorr?no portunità con cui il sasso che E' proprio da questo sviluppo ne delle forme capitalistiche del- sociale della piccola borgesia, a sovente ~·tf ras~o ogia mar:i!:Ist~ cade dalla vetta produce la frana contradittorio dell'economia che la produzione cosi matureranno dare ad essa anche garanzie costi- per b~Ius 1 t<::a~": 1 loro continui a valle. Lo smantellamento del I la banda opportunista cosmopoli- le condizioni generali per il suo tu~io_n~li, B:d. accettare « la tran- cam iamen .1 1 rotta ... dirigismo statale prende le mosse ta trae i motivi della sua esisten- deperimento. · quillità politica nelle campagne "· La ~< coesistenza pacif~ca forma da qui. za, le giustificazioni della sua im- Ammesso e non concesso che lo E' questo un altro passo avan- 1:l'londialf: della lotta di classe" Vengono istituiti i 105 Centri portanza. stato russo eserciti la dittatura ti verso il totale abbandono anche e. sei:nphcemente un modo per

regionali, i Sovnarkos, in sosti- Ogni volta che si vuol dar lu- proletaria, che lo si indebolisca delle etichette e della traseolo- giustificara da un lato la neces- tuzione dei Ministeri centrali di stro a tanta bassezza storica si ci- in una situazione storica di ago- gia socialista. sana convivenza della Russia nel Mosca ai quali viene data facoltà ta Lenin del 1921 si trascrive a consesso delle nazioni capitalisti- di s~abilire, anche i prezzi. locali. mezzo, si adatta ~l bisogno con- f • • • che, e dalFa~tra l'a~ce.tt~zion~ di Viene a galla anche I'esistenza tingente. L 1nfant1l1smo elnese una .realta insopprlmibile, rico-

del sotto-proletariato, quando lo Lenin sosteneva di « migliorare , n_osc1uta ~ss~i prima. dagli ste~- stato « socialista » e costretto a anzitutto le condizioni dei conta- si economisti borghesi ancor prr- vara:r7 u~a legge, detta « Sul l'in- dini. Mezzo: l'imposta in natura, La coesistenza pacifica, definita zioni del patto di Varsavia, con- ~a ~i Marx. Certe formule non te~s1ficaz10r_ie della _lot.ta contro lo sviluppo dello scambio fra nella Pravda del 13 agosto "for- cepiscono una politica tra mo- mfic~ano, per nulla le teor1e ~or-: gli elementi anti-sociali e paras- agriéOltura e industria, lo svi- ma mondiale della lotta di clas- mentanei alleati solo in funzione g~_esi, a_nz~ e_spnmono le 1llusI01:11 siti "• c~m 1~ q1:1ale ~i prevedono Iuppo della piccola industria ,,. se " è oggetto di èontrasto fra dei loro interessi. I loro capitali piu ottirnistiche della borghesia ammomziom, hberta vigîlata, e Ma contemporaneamente martel- russi e cinesi. L'isolamento russo hanno invaso i paesi balcanici. Le che so_gna prudhonianamente 11 perfino lavoro forzato, fino a cin- lava sul carattere controrivolu- dal mercato mondiale, e quindi note società miste in Romania tranquille scambio commerciale que anni, per i « vagabondi, men- zionario, parassita, della piccola dalle grandi lotte per la sparti- Ungheria, Bulgaria sovrattutt~ tra « hbere >> nazioni, il « r'ispet­ dicanti e gli speculatori "· borghesia. Lenin non poteva corn- zione dei mercati cessè con la bie- sono gli strumenti più efficaci ~o )) fraterno dell'altrui libertà, Il sottosuolo sociale, una vol- portarsi diversamente per l'as- ca adesione dell'URSS alla secon- per lo sfruttamento della forza il "J?rogresso » PB;ci[ico dell'eco­

ta rriesso in movimento pur « le- soluta insufficienza di adeguati da guerra imperialista. Fino, ad lavoro locale, delle risorse natu- norrna e dE:lla « c1".1ltà H, il pre­ galmente "• anche se « controlla- mezzi produttivi, che impediva- allora ogni energia fu spesa per rali di questi paesi. Con interes- valere degh ~' ~term valore '' del­ to ,,, ribolle e mostra alla super- no lo scambio con l'agricoltura, costruire capitalismo, annientan- si cosl vasti e capillari che affon- la <~ personahta umanl', "· ficie la sua natura ~ontradittoria. senza il cui grano era assoluta- do le ultime resistenze proletarie d:foo le radici nel sottosuolo eco- L as_Petto carogna della formula Tra le nuove misure « demo- mente impossibile approvvigiona- e tessendo la famigerata alleanza nomico di questi paesi la RÙssia sta piuttosto nel teorizzare un

cratiche » risalta quella che af- re i proletari dei centri indu- con le classi contadine e piccolo- non ouo avere che una posizione: mo~ento _dei rapporti di classe e fida ai direttor~ di a_zienda_ l'ef- striali, proletarizzare la stra~ borghesi in generale. lo stâtu quo, la stabilità dei rap- degh stah; _nell'eternizzare la fa­ fE;ttuare mvestime~~1 fu.on. del grande maggioranza contadina La Cina di oggi si trova esatta- porti sociali. Come non è stabile, se ~ella "'.Iolenza. nascosta, ~­ P!ano, che per esphcita dich1ara- della popolazione russa, arrivare mente allo stesso stadio della fissa e duratura qualsiasi alleari- ten~ial~ ,d1plomabc,a fra class! e z10ne dei relatori dell'ultimo bi- al caoitalismo di stato, alle so- Russia del 1928: edificazione di u- za fra stati capitalisti d'occiden- naz10m. Quando, e assiomatico lancio dell'Unione tendono ad au- glie del « socialismo ». La piccola na società capitalista. te, cosi non puo essere fra stat; ormai che . questo equilibrio è mentare in m~niera considerevo- produzione serviva di avvio alla La Cina è un immenso paese, capitalisti d'oriente. Anche i pat- reso precano dB:118: natura st~sa le, co~e abbiamo mostrato an- produzione, , ma doveva essere popolato sembra da oltre mezzo ti d'acciaio, sotto la pressione delle f<;irze . soc~ah, antagoniste, che noI, sempre sulla scorta di « controllata » ed avviata verso la miliardo di anime, prevalente- delle cose si liquefano quando contrad_Ittone, dI segno diverso e inconfutabili dat_i soviet~ci, . nelle forma stata!e. , . n:iente dedite al~'a~icoltura. Qui sono basati su interessi' capitali, contrario. nostre precedenti trattaz1om sul- La Russ1a s1 democratizza? SI trovano, assai pm marcate ed stici. Con la Pace di Brest-Litowsk l'argomento. Quest! ,investimenti Certo!. La Russi~ d~i Cern!ceskj este.se le _cin_q1:1e forme della _Pr?- L'atteggiamento cinese di oggi con ~a N.E.P. e con la Conferen~ non sono una nov1ta, ma hanno e degh Hertzen e v1va ogg1, non duzione md1v1duate da Lenm m nei confronti dell'imperialismo in za d1 Genova del 1922, Lenin ed avuta una sistemazione « pianifi- quella dei Lenin e dei Trotzky. Russia. Dalle comunità di villag- particolare USA è comune' a I il partito bolscevico, stabilirono cata », un ri~onoscimento ufficia- La ruota gira all'indietro, per far gio alle grandi aziende indu- quasi tutti gli stati che stanno da un lato un disegno tattico di le, ed iscritti regolarmente in una sopravvivere il mostro capitalista. striali della costa· del Pacifico che entrando nel clima ,dell'indipen- << modus vivendi n tra le classi, posta speciale di bilancio, la 39a, La piccola produzione, non con- costituirono il nerbo della glorio- denza nazionale. E' comune a dall'altro strategico di conviven­ detta appunto « vnielimitnie "• trollata, non coartata dal centro sa classe operaia delle sanguino- quello russo dell'epoca dei piani za con gli altri stati borghesi. cioè fuori dei limiti. statale, bensi favorita, allevata, se giornate di Canton del '27; quinquennali. Sciocco sarrebbe stato pensare In virtù di questi finanziamen- ha seguito il proprio sviluppo dalle piccole aziende contadine I cinesi hanno ragione nei con- che lo stato proletario fosse sta-

ti, fuori limite, vengono conferiti centrifuga rispetto anche allo individuali, più misere del pro- fronti dei russi nel considerare to permanentemente in guerra fondi a piccolo interesse .a coo- s.tesso stato capitalista. letario urbano, alle grandi pro- l'imperialismo come forza aggres- guerreggiata con gli altri stati. perative per la costruzione e la prietà di una fossilizzata aristo- siva in permanenza e degli stati « Convivenza pacifica ", per que- attrezzatura di nuove imprese, l Stata crazia mandarinesca; alla infinita giovani e delle nazioni deboli. Lo sto? Giammai! a~le au~orità loca_li per ~a crea- 0 ,V massa al?orfa e pezzente di sotto- stadi<;> imperialista del capitali- Lenin aveva detto che le guer- z~one di nuove az1ende d1 produ- , .. . , proletan. smo e Ja fase suprema della con- re mondiali dell'epoca imperiali- Zione, ai colcos (questi non man- L_altr~ sigmficato _della decen- Un gigantesco travaglio sC>cia- centrazione massima del capitale, sta aorivano la fase storica della can~ mai. alla gr.ep~ia df:gli in-: tr11:hzzaz10nf: accredita~o sempr~ le attraversa la Cina. La indu- che si opei::a a spese dell<1. picco- « rivoluzione proletaria ,,. Non vestI~e_nb e de~ fl_nan!ZI~men~1 dai llmenton de! tradimento, : strializzazione forzata, alla russa, l~ borghesrn e per tr11:sta_rl) stC:- P?teva quindi teorizzare l'eter­ p~bbhc1 e noi:i,), aI pnvah c1~tad1- que O del depenmento dello sta si accompagna ad una tensione nco. a ~pese delle naz1_on! meno mtà di una necessaria ed impo­ m per. c~sti::u1re case e farsI pro- to. . . totale di tutte le forze umane. La effic1enti da un punto d1 v1sta m- sta fase armistiziale della rivo­ moton d1 piccole attività. li nfenmento, seppur soltan~o lotta di classe, sotto forma di re- dustriale. I .cinesi non possono luzione. Sovrattutto il rinnovar­

sfiorato dallbbsupr~re ger~rc~~e sistenza delle classi contadine al- non essere (( mfantili », da questo si degli assalti ana' fortezza del russ1;, vorre e co ~gare 1 1- lo sta'to centrale industriale, spin- lato d'altronde come lo furono i capitalismo mondiale avrebbe sfattista decorso stonc<? russo al- ge le stesse classi a meglio indi- russi _di 30 anni fa. I cinesi non preso le mosse dalle future crisi 18: f0ndafientale ~uestiotne d~.r viduarsi e definirsi,, e sovrattutto sono m regola col marxismo, pe- rivoluzionarie che sarebbero ma­ Xtlsta su O svuo amen ° e O al colossale sviluppo di una mo- ro, perchè il loro anti-imperiaH· turate nei singoli paesi cui lo s a o ' t· · 1· ' Rl.t.en·a h 1 1 derna classe proletaria, il cui pe- smo non e an 1-cap1ta 1sta. stato proletario avrebbe dato tut-

1 mo c e non va ga a pe- t · , d · d t · I loro pr · tt·1· l t ·1 · na di spender molt r 1 er so s onco sara omam e erm1- . , . 01e 1 1 non. vanno a o 1 suo appogg10, la sua forza Confutar et. tae ptabo et P nante oer le sorti della rivolu- d1 la d1 Queemoy e dI Formosa anche militare.

e smen 1re n a es em- · - . 1 . Il lo d' · · 1 b h mia. • z1one mo1;d1a e comumsta, la qua- r~ o 10 .e picco o- org ese. Dato il diseguale sviluppo del- Lo stato che deve de erire non le, ~<.m e d~tto ~he _non debba Domam, ra_ggmnt'? un ce.rto gr~- le singole nazioni, non puo re­

è un qualunque stato ':na quello add1n~tura i~crociars1. con que- dh' ne~lo sv1luppo mdus~r1~le, a,~- vedersi la rivoluzione comuJ>ista 1 t . 1 D'tt t • d 1 p 1 _ s~o sv1~uppo m _ava~ti della so- c. ess1 saranno contro 1 « mfan+1- in un unico atto insurrezionale.

pro. e ano, a. I a ura ~ ro ~ c1età cmese I cmes1, per questo hsmo ''· Anch e l' · · d. · tariato, ormaI soppre~sa 10 Russia sviluppo d~mocratico borghese La base sociale della coesisten- · e p r avvemr~, 9um I, 81 da oltre un trentenmo ' .f. . . , 1 Il 1mporranno momentI dI attesa e L t t h d . che li none di frontè al grande za pac1 Ica, mfattl, e a a eanza d'arresto dell'assalto proletar· o s a o c e eve essere svuo- . ·d. . · l • · 1•· t t t 1 10• tato di ogni contenuto di classe nen:i1c? l o~m nvo_ uz10ne,. 1m- permanen e, n~n s r~men a el per Durante i quali le forze rivolu-

, 1 t t . t penahsmo, m spec1e amencano, usare un termme dI moda, e un zionari·e ri·prenderanno fiato I. e o s a o poggian e su una so- . f t d' t't · · bl t 1 · · 1· t • s . t' . . 1 1 . t e per 11 at o 1 cos 1 mre un me- occo ra c ass1 soc1a I an ago- ri·organi·zzeranno svolgerann c1e a m cm e c ass1 s anno scom- · · t d l · t 11 · 'd ' l , • 0 parendo. In Russia è dimostrato saun1?1Ie set ore e ~ercato ms e, a a cm gui a e posto o ancor più intensamente la pro-

. . . . . mondiale, attualmente chmso o stato borghese. paganda comunista · · ed ammess~ dagh stessI soviebcI semi-chiuso, sono costretti a fron- La campagna propagandistica · · · · . 10 s~no ai che le classI n,on solo no~ tendo- teggiare la pressione dei grandi russa, nel riesumare il testo di P;?l~n h pr_lgiomen ~eg!I e~r- n~ a SC?n:1P~rir~ I?a anz~ a .me- centri capitalistL , Lenin sulla malattia infantile ri- ci 1· 1 rg esI, _perchè ~I .ribel~mo, gho defm1rs1 distmguers1, diffe- . 1 b 1 h . ' . socia mente SI ammutmmo aI lo- renziarsi. ' Coes1ste~e per i russi significa presa .a. ~ zo anc e da.i nostrI ro rispettivi stati e si congiunga- Questi decantati provvedimenti compartec1pare alla spartizione ru.ssoflh, ~~ra anc~e a !a~forz,l:lre no in condizioni storiche favore­

rafforzano la struttura delle clas- del gigantesco bottino .:ostituito f1 att~a\\ 1 aftpor~i soclah all n?,- voli alle forze àffermatesi' dello si, e peggio ancora delle classi d_al plusval<;>re e~torto al proleta · de;Îo 1 e 1:1 b usha,. a vantagg~o stato proletario vittorioso. Ogn'ï che vivono perchè vive lo stato. r~at~ mon~ia~~. in soc_ieta. per a-: ~ e c ~ssi . o~g esi, pei: anne - mon1:ento tattieo, per Lenin, è in , . L'attribuzione di private de- z10m con 1 g1~, consohd~ti ~er_itn ~ia;~zfl~ effeti del~~_" nf1r~:t"• funz1on_e dell~ vittoria u~iversale c1sioni alle singole Repubbliche della produz1one cap1tahstica. ss lal mten e a~l I prlo e .rite, della nvoluz10ne comumsta. · ' c · t · · · · ·fi per a on anare 1 pro etaria o · a.1 Sovnarkos, ai Comuni, .e alle oesis ere per . 1 cmes~ s1gr_i1 ~~ dalle tentazioni di ribellioni Per i traditori krusciôviani è smgole aziende, è semmai inva- sottos~are. !11 di~tat dei. soci ,.Pm · · esattamente il contrario, denza statale, vale a dire appro- vecch1 e pm forb, amant! dell 1m- , , , L •· , priazione di poteri statali da par- mol.Jilism_o, nen:iici giurati di qua- Il r111s1on1sma russo ad." lcoedes1sltlenzla )) e 1~ «!forma te di strati della piccola borghe- lunque nvoluz10ne. mon ia e a otta. dI c ass~ ''! sia e delle classi. contadine, fino- E' strano questo atteggiamento Si ricordino le polemiche con- forma permanE:nte dei_r~p~orti di ra fuori dell'orbita del potere dei ri.i~si nei co~fronti dei cinesi. tro Molotof, per la sua troppo af- classe. I termm1 lemmanI sono centrale. I russ1. stato p1u forte delle na- frettata anticipazione delle « ve- (Continua in 4a pagina)

merci, corne sta scritto in Marx. E' ipoteca di lavoro futuro. Quando gli economisti russi ci­

vettano con i « colleghi » ame­ ricani di « libere scelte ,,, fingono di non sapere che in economia di mercato le ,, scelte " sono forzate ed imposte, non dettate dai pro­ duttori; non dai proletari. La bru­ tale verità è che la scienza eeo­ nomica borghese, cioè la pseudo­ scienza, studia a quale più alto tasso di profitto dovrebbe essere investito il lavoro umano, la pro­ duzione di quali merci è più van­ taggiosa. Oggi vengono mEsse a disposi­

zione per l'acquisto rateale solo orologi, macchine fotografiche e alcuni altri prodotti dell'indu­ stria, per stimolare e corrompere l'imposta sobrietà oroletaria. Do­ mani saranno altrê merci più co­ stose, oggi inaccessibili perfino a credito. Un'economia ancora gio­ vane dà già persuasivi segni di stanchezza. Cosa accadrà mai quando i miasmi del super-bub­ bone americano si spanderanno in ogni direzione e varcheranno i confini di questa cortina di latta?

~I 11 nuovo

\

S,iluppn democratico La destalinizzazione, etichetta

attuale dello sviluppo capitalisti­ co russo, rappresenta, come lo­ gica conseguenza della stalinizi:a­ zione, cioè della controrivoluzio­ ne in atto; l'aperta rinuncia al programma di Lenin di convo­ gliare la piccola produzione mer­ cantile nell'alveo del capitalismo di stato. L'abolizione, decisa nel marzo

1955, della pianificazione centra­ lizzata dei colcos, conferiva a questi la facoltà di stabilire in modo autonomo i tipi e le di­ mensioni delle colture non sog­ gette ad obbligo di ammasso, il ,quale nel 1957 veniva soppresso. Si riconosceva, cosi, per la pri­ ma volta carta bianca ad una classe, quella contadina, la qua­ le, senza por tempo in mezzo, in men che non si dica, ripagava con i risultati oroduttivi che tutti co­ nosciafno -tanta « liberalità "· I miliardi di rubli concessi dallo stato centrale, " pianificatore >> al­ l'agricoltura del Kazakstan, veni­ vano invece investiti altrimenti, -e la produzione del grano in -quella grande regione fu quasi totalmente " persa », a detta de­ gli stessi gerarchi sovietici. l contadini, una volta lasciati

liberi di disporre dei propri fon­ ,di di accumulazione di plusvalo­ re, hanno avuto buon giuoco a potenziare e sviluppare quelle -colture e quelle produzioni che consentivano loro di trarre mag­ giori profitti. Se un giorno il pesante e grez

·zo zoccolo contadino serviva per soffocare il proletario delle cit-

1 tà; oggi il cervello fino è altret­ tanto capace di stabilire in qua­ 'le modo migliore si incamerano rubli sonanti. Come il lettore ri­ ·corderà noi denunciammo la ces­ sione d~lle Stazioni Macchine e 'l'rattori, le MTS, alle singole a­ ziende, quale vero e proprio ab­ bg.ndono, di potere politico .nelle mimi di · una classe distinta, che ne avrebbe fatto un uso a suo esclusivo vantaggio, l'unico uso possibile di estorcere e accumu­ lare plusvalore. Non incitava, forse, Krusciov dalla tribuna del XXI congresso ad abbassare i co­ sti di produz.ione, a dichiarare che si sarebbe acquistato il grano dal­ le aziende che avrebbero prati­ cato il miglior prezzo? Nell'ultima sessione del Soviet

Supremo Nikita Sergheievic sulla falsariga di una politica di altalena sociale, ha ribattuto il ehiodo della redditibilità azien­ dale. Ogni impresa deve avere il proprio bilancio in attivo, una differenza di valore, plusvalore da accumulare. Solo di questo deve preoccuparsi una buona a­ zienda « socialista ». La Pravda del 14-5-1957 dichia­

rava chi! questi provvedimenti a­ vevano « çreato una migliore .atmosfera politica nelle campa­ gne >> russe. La piccola borghes'ia ·éOntadina era · insofferente delle pressioni statali, aveva ingaggia­ ta la sua battaglia politica sorda ·e ricattatoria contro lo stato centrale, e si vedeva cosi arride­ re la vittoria. Lo stato centrale pianificatore, despota, onnipre~ sente, patteggiava con le classi contadine, scendeva ad un pesan­ te compromesso, gettava la· ma­ schera della sua natura di classe. In ugual modo rinunciava a pia­ nificare l'agricoltura. I teorici dell'economia pianifi­

,cata sostengono che basta la pia­ nificazione dei più importanti mezzi di produzione per dirigere l'economia1 come se la terra non fosse il piu importante mezzo di produzione, anzi dice Marx il

. "' serbatoio » della produzione.

corso,,

Decentr111nta La serie crescente e continua di

certe misure viene chiamata dai russi « decentramento » economi­ co e politico. Al solito viene con­ trapposta questa politica demo­ cratica a quella anti-democrati­ ca dei governi d'occidente, che non favorirebbero lo sviluppo della « società ». La rinuncia al controllo statale

non .si~nifica rinuncia alla con­ cen~razione del capitale. L attuale " nuovo corso ,, russo

non è un corso originale non ve­ rificatosi per l'innanzi ~resso al­ tri paesi. Per un certo· verso la Russia d'oggi potrebbe essere pa­ ragonata alla Francia, iri cui in­ torno ai rarefatti centri industria­ li della regione di Parigi, del­ l'Est e del Sud (scarsi) pullula la schiera interminabile e riprbdu­ centesi della piccola borghesia, in specie quella contadina. ~on va dimenticato a questo ngu1:11'?-o che furono i contadini benefiçia­ ri dell'assegnazione delle terre da narte della Grande Rivoluzio­ ne dell'89 che costituirono il ner­ bo delle armate nepoleoniche e difesero col loro sangue il na­ scente e giovanissimo stato bor­ ghese francese. Gli americani non hanno mai

nascosto - per portare un esem-

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IL ·PROGRAMMA COMUNISTA

Il . testo di Lenin su " I' estremismo (Cont. dalla 1a pag.)

nile » del comunismo, che ha con­ <lotto I'organismo rivoluzionario alla morte odierna, con effetto di gran lunga più deleterio della rovinosa crisi della seconda In­ ternazionale.

'Nelt'onda di commenti che la rivoluzione russa porto con sè, la più gran parte dei nostri cri­ tici e detrattori, senza nulla aver capito della grandiosa teoria di Marx-Lenin sulla dittatura del proletariato, e con un coro che andava dai borghesi di destra ai democratici e agli anarchici, pre­ se ad inveire contra i « dittatori "• o il dittatore Lenin. I Liberali dimenticavano le figure colossali dei loro dittatori, da Cromwell a Robespierre a Garibaldi, tra i li­ bertarii ve ne furono di quelli, citati nella ricordata commemo­ razione, che avevano scempia­ mente scritto: lutto o festa? I si­ nistri di Olanda, Germania ed al­ tri paesi esitavano sulla « ditta­ tura », e Lenin giustamente mo­ stro che lo facevano perchè im­ bevuti di una mentalità demo­ cratica e piccolo borghese non di­ versa da quella che sollevè lo scandale dei centristi kautskiani e di tutti gli imbecilli che da al­ lora fino ad oggi hanno gridato: socialismo non è che democrazia, che m,ertà per tutti! E sono le stesse figure sporche che oggi parlano a nome di Lenin. Perchè è proprio in queste pa­

gine, che sarebbero state scritte contro noi veri marxisti di sini­ stra, che Lenin disperde da par suo ogni esitazione ed ogni di­ stinzione di principio tra dittatu­ ra del proletariato, dittatura del partita, e anche dittatura di date persane. Lenin infatti, nel suo V para­

grafo (intitolato: Il comunismo in Germania. I Capi, il Partita, la Classe, le Masse )cita ampiamen­ te un onuscolo dei comunisti te­ deschi di sinistra, che pone la vuota alternativa: si deve, per principio, aspirare alla dittatura del partita comunista, o a quella della cl.asse proletaria? E che poco più oltre contrappone due soluzioni il partita di capi che a­ gisce daU'alto, e il partita delle masse che aspetta l'ascesa della lotta dal basso. La c:ritica a questo punto svol­

ta da Lenin si riduce a stabilire che se si rinunzia al «· dominio del partito » che scandalizzava quei comunisti, si rinunzia alla dittatura del proletariato e alla rivoluzione, e se si vuole che il partito non agisca per mezzo di « capi " solo per paura di questa parola, si ricade nella stessa im­ potenza. Il nostro è un partita diverso da tutti i partiti, il no­ stro ingranaggio di uomini rivo­ luzionàrii è diverso da tutti gli mgranaggi adulatorii e pubblici­ tarii degli altri movimenti. E Le­ nin riattaccherà questo alla ne­ cessità vitale della organizzazio­ ne « Illegale >•. Nella sua formidabile dote di

chiarezza, Lenin non ci darà qui definizioni filosofiche di quelle « categorie n che sono masse, clas­ se, partita e capi, I tempi urge­ vano e la sistemazione venne per altra via. Ma il testo di Lenin

Ardua • • sistemazione (Continua dalla 3a pagina)

ribaltati. Al fondo è la rinuncia completa alla rivoluzione. In lin­ guaggio veramenté marxista, la coesistenza nacifica è la « forma mondiale dëlla collaborazione di classe ». Per Lenin l'esistenza di un centro statale organizzato del­ la Dittatura Proletaria, quale fu la Russia al 1922, era garanzia di future guerre rivoluzionarie co­ muniste, di successi di futuri Ottobri bolscevichi. Per i falsi comunisti al 1960, invece, questo centro dovrebbe essere il tempio sacro, del più sporco compromes­ so, del pacifismo sociale, dell' << e­ vitabilità della rivoluzione ». Rispolverino pure i Russi

l'« infantilismo >> di Lenin, e i ci­ nesi le proposizioni anti-revisio­ niste del grande rivoluzionario russo. Dai momento che per essi gli

errori infantili sono piuttosto i sacri e non sopiti impulsi del proletariato verso la rJvoluzione eomunista, noi gridiamo loro, sen­ :za pentimenti e ripensamenti: la rivoluzione riprenderà il suo cor­ so quando . il pro~µttiato ritro­ verà il suo spirito- infantile, la sua eterna giovinezza che travolgerà voi con i suoi nemici una volta per tutte. Si siamo infantili, nel senso

che 'non rinunciamo ad una sola virgola del progranun~ marxista della sinistra internaz1onale co­ munista.

toglie di mezzo ogni esitazione sul la necessità che la dittatura sia del partita ,ed in determinati e­ strerni anche di dati uomini del partita, il che da allora ad oggi fa inorridire tutti i ben pensanti, pronti tuttavia sempre a proster­ narsi a vertici di quattro duci, o corne diciamo noi di quattro Bat­ tilocchi. Altro che permessi da désigna­

zioni elettorali e consultazioni in­ terne!

" II solo fatto di porre il di­ lemma " dittatura del partite op­ pure dittatura della classe? " - " Dittatura (partita) dei capi op­ pure dittatura (partita) delle masse? » attesta una incredibile ed irrimediabile confusione di idee, Tutti sanno che le masse si dividono in classi; che si possono contrapporre le masse e le clas­ si soltanto quando si contrappon­ ga l'immensa maggioranza gene­ rica, non articolata seconda la posizione nell'ordinamento socia­ le della produzione, alle categorie che occupano un posto speciale nello stesso, che le classi sono dirette di solito e nella maggior parte dei casi, almeno nei paesi civili moderni, da partiti politici, che i partiti politici corne regola generale sono diretti da gruppi più o meno stabili di persane ri­ vestite della maggiore autorità, dotate di influenza e di espe­ rienza maggiore, scelte ai posti di maggiore responsabilità e chia­ mate capi. Tutto ciè è elementare semplice e chiaro ».

malgrado tanto sono passati dalla parte del nemico di classe, non conduce a ripudiare l'arma par­ tita e l'arma, se cosi vogliamo chiamarla, "capo». La dottrina marxista infatti da! suo sorgere ha confutato per sempre tali o­ biezioni, dal Manifesta che esige la organizaazione del proletariato in nartito di classe, che seconda gli statuti della prima Internazio­ nale è " opposto a tutti gli altri partiti ,,, agli scritti di Marx ed Engels sulla rivoluzione e con­ trorivoluzione in Germania; e via. Oggi possiamo dire di più. Al

tempo di Marx e di Lenin non si era dato ancora che uno " stato » della vittoria proletaria, corne quello russo, degenerasse fino a passare dalla parte del nemico di classe nella politica estera (al­ leanze di guerra) ed interna (mi­ sure economico sociali capitali­ stiche ). Un tale fatto storico da solo basta a mostrare quanta sia imbecille non vedere che I'oppor­ tunismo di oggi ha consumato qualcosa di venti volte ,Più infa­ me di quello di ieri, noto a Marx e a Lenin; non ha solo disonora­ to partiti ed uomini del proleta­ riato ma ha disonorato il primo stato della dittatura proletaria. Ma tale iatto che si esprtme di­ cendo non solo: l'uomo è corrut­ tibile il proletario è. corruttibile, il socialista e comunista è corrut­ tibile, e il partita è eorruttthile ; ma: lo stesso stato proletario è corruttibile - ner effetto di rap­ porti di reali fÔrze storiche e non perchè la carne siœ fragile, e altre spiegazioni etiche! - non auto­ rizza a dire: rinunziamo allo sta­ to; il potere è una porcheria e tutti corrompe. Questa eresia teorica era nota

Queste limpide parole richia- bene a Marx e a Lenin che la mano quelle di Engels sugli ai:iar- stritolarono per sempre, E Lenin chici spagnoli. ,, Una rivoluzfone scorge negli errori di principio è il fatto più autoritario che ci dei sinistri tedeschi la stessa sba­ sia ,/. La rivoluzione di classe è gliata idea: orrore del potere; e una guerra ,guerra civile, occorre ribadisce che tutte dobbiamo sa­ un esercito, uno stato maggiore, perle impugnare queste armi dif­ un partita e con la vittoria uno ficili: gli uomini, il partita, il ti­ stato, - un 'governo, degli uomini mone del governo statale. Il pro­ al potere. blema è di indicare la via storica · Il testo qui spiega che la con- per cui i nostri militanti politici,

fusione delle idee è sorta dalla il nostro partite rivoluzionario, il necessità di agire in una situa-1 nostro apparato c!i stato, saranno zione illegale, quale si generô in diametralmente diversi 'da tutti Germania dopo la prima guerra, quelli che ha presentato il passa­ al posto della precedente piena to, in parte purtroppo anche pro­ legalità. « Quando da tale co~- letarii, e giungeranno alla forma suetudine per causa dello svi- originale teorizzata dalla nostra luppo tempestoso della rivolu- dottrina. zione e della guerra civile, si do- Lenin che ha posto questo pro­ vette passare rapidamente all'av- blema insuperabilmente ma - vicendarsi della legalità e della uomo e mortale corne era - non illegalità, alla combinazione d_el- ne ha vista giungere la soluzio­ l'una e dell'altra, ai metodi « in- ne eani che i sinistri di Germa­ comodi » e « non democratici » di ni~ cÔme avevano anerto il fian­ selezione o formazione o conser- co ~i dubbi contro 1â forma par­ vazione dei gruppi di capi, co- tito dubitavano anche della for­ storo si sono smarriti e hanno co- ma 'stato, e non avevano, in dot­ minciato a tirar fuori sciocchez- trina capita la forma storica del­ ze madornali ». la dittatura, enunciata senza esi- Molti buoni proletair scottati tazioni dal marxismo. Essi falsa­

dai tradimenti dei socialisti del mente credevano che rapidamen­ i914 acquistarono la diffidenza te si dovesse sciogliere il partita, verso il capo, qualunque fosse. per non vedere più traditori, e Lenin ricor.da che la degenera- perfino sciogliere lo stato, per e­ zione dei capi è cosa antica e vitare le famose, piccolo-borghe­ chiarita per i marxisti, e che no:n si, « seduzioni corruttrici dell'e­ si risolve con la " contrapposi- sercizio del poter e "· z icrie dei capi alle masse». Non si tratta di capi cattivi e masse buone, ma di processo degene­ rativo dei cani e delle masse. « Marx ed Engêls spiegarono mol­ te volte le cause profonde di que­ sto fenomeno con l'esempio del­ l'Inghilterra negli anni 1852-1892. La posizione monopolistica sepa­ rô dalla massa un'« aristocrazia operaia » e metà piccolo borghese, opportunista. I capi di questa ari­ stocrazia operaia passavano con­ tinuamente dalla narte della bor­ ghesia, erano mantenuti da que­ sta, direttamente o indirettamen­ te. Marx si guadagnà i'odio onori­ fico di questi farabutti, bollandoli apertamente come traditori ». Questo fenomeno, Lenin dice,

si è ripetuto colla guerra nella II Internazionale. « E' comparse dovunque il tipo del capo oppor­ tunista, traditore, socialsciovini­ sta .che sostiene gli interessi del­ la sua corporazione, dello strato costituito dalla aristocrazia ope­ raia. S1 è creato un distacco dei partiti opportunistici dalle « mas­ se», cioè dagli strati più estesi dei lavoratori, dalla loro rnag­ gioranza, dagli opérai peggio pa­ gati, La vittoria del proletariato rivoluzionario è impossibile sen­ za lottare contro questo male, senza smascherare svergognare e scacciare i capi opportunistici e socialtraditori, questa è la poli­ tica fatta dalla III Internaziona. le». Quale marxista puo confonde­

re questa posizione storica con la proposta libertaria; il male è nel partita .il male ·è nei famosi «.cepi »? La questione era di principio e

di programma e non di tattica contingente o peggio locale, na­ zionale, tedesca. II fatto storico che vi sono stati capi ed interi pa:rtiti, gli uni e gli altri che si richiam.ava.no al proletariato ed anche alla sua specifica e clas­ sica dottrina rivoluzionaria, che

Giusta diagnosi del tradire dei "capi Il

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La durata della dittatura Prima di chiudere questa di­

mostrazione, che il pericolo con­ tro il quale si Ievè Lenin non era l'errore di tattica, del quale di­ remo in seconda tempo, ma un fondamentale errore di princi­ pio, e quindi un errore al quale non si rimedia con sole misure di organizzazione interna di par­ tita - ed in quel momento stori­ co so trattava di prendere le mi­ sure « costituenti » del nuovo partito ccmunista mondiale, nella quale sede si evita l'errore, nel più dei casi, non facendosi allet­ tare dall'acquisto di un flusso di aderenti, ma tagliando nel vivo con il ferro senza pietismi delle scissioni e delle diffamate « sco­ muniche >> sarà bene dare il pas­ so di Lenin di incomparabile vi­ gore dal quale si deduce che la dittatura si deve accettare non per un breve sitante, ma per tut­ ta una dura e lunga fase storica. Essa ncn è un provvedimento " di emergenza », corne ne} gergo alla moda oggi si direbbe, ma è la parte vitale, l'ossigeno che ali­ menta la nostra teoria e la no­ stra battaglia.

" Nel proclamare l'inutilità e il carattere borghese dei partiti po­ litici... si vede corne da un pic­ colo errore si puô sempre arri­ vare ad un errore madornale, se lo si spinge sino in fondo ».

<< La negazione del partita e della disciplina di partita; ecco il risultato al quale è giunta I'op­ posizione. E ciô equivale al com­ pleto disarmo del proletariato di fronte alla borghesia. Ciè equiva­ le appunto a quella dispersione, a quella incostanza, a quella inca­ pacità di essere fermi, di essere uniti, di coordinare le azioni, che sono proprie della piccola bor­ ghesia e che rovinano inevitabil­ mente ogni movimento rivoluzio­ nario del proletariato se vengono trattate con indulgenza». Da questo punto in poi il passo è talmente classico e - è a questo che concluderemo il presente stu­ dio - collima talmente in pieno con le tesi della sinistra marxi­ sta italiana, quali le sosteniamo oggi che non vi è più Lenin, e sostenemmo quando era presente, e le avevamo sostenute prima del collegamento del nostro movi­ mente in Italia colla nuova Inter­ nazionale, e con Lenin, che av­ venne appunto in quei mesi del 1920, in cui Lenin personalmen­ te organizzô che andasse a Mosca un delegato della frazione comu­ nista astensionista, del Partito so­ cialista che non aveva compreso nella delegazione « democratica­ mente scelta »... che, da questo punto in poi, le sottolineature so­ no apposte da noi e non da Lenin al testo.

•< Dal punto di' vista del cornu­ nismo, negare H partita significa voler saltare dalla vigilia de?. crollo del capitnlismo (in Germa­ nia), non alla fase più bassa o a quella media, ma alla fase supe­ riore del comunismo, Noi in Rus­ sia, dopo tre anni dall'abbatti-

Un altro ~olpo gobbo per =-li 9perai -,ï Asti E' la seconda volta nel giro di

quest'ar.no che la magnifica com­ battività degli operai astigiani vede concludere nel più risibile dei com­ promessi (se questo termine basta a definire il tradimento dei « capi » sindacali) un episodio di splendida solidarietà proletaria nella lotta. I vetrai astigiani dipendenti dalla

SACIV, società anonima che possie­ de diverse vetrerie in tutta Italia, erano ormai da 43 giorn~ in sciope. ro generale (salvo una brevissima faccenda di crumiraggio, subito sventata), quando il 31 luglio i... be­ nemeriti dirigenti li hanno costretti ad accettare la ripresa del lavoro contro l'offerta di 15.000 lire di an­ ticipo ad ogni siagolo cperaio su un probabile aumento futuro e l'impe­ gno delle parti (la direzione e la C. 1.: si noti che quest'ultima, pochi giorni prima, aveva chiesto 20.000 lire di acconto; più dura lo sciope­ ro, più le rivendicazioni dei bonzi si fanno modeste!) a riprendere le trattative e a « definirle nel più bre­ ve tempo possibile » (tutto dipende dall'unità di misura usata: di qui all' ... eternità, il i,asso anche più len­ to è sempre veloce). Le trattative, venute ·proprio alla vigilia delle fe­ rie, ora sono in corso: campa ca­ vallo! Lo staio d'animo degli operai al­

l'annunzio del!'« accordo 1t raggiun­ Jo fra la dir~ione e , il segretarlo del Sindacato Vetro è facilmente comprensibile: quell'« acconto » su ipotetiche migliorie ancora da ne­ goziare sembrava loro il classico da­ naro di Giuda, e perfino la « Voce dell'Astigiano », di marca cruscio­ viana, ha dovuto ammettere nella sua edizione straordinaria di fine luglio che, all'assemblea dei lavo-

ratori della SACIV, moiti hanno rea­ gito con vigore chiedendo la conti­ nuazione della lotta e mostrandosi « decisamente contrari a rientrare in fabbrica senza maggiori garan­ zie >1. Ma ormai la situazione era pregiudicata, e i dirigenti sindaca­ li avevano buon gioco nella loro azione disfattista per la demoraliz­ zazione che l'annunzio delle tratta­ tive e il timore dell'isolamento in­ vadeva la grande massa dei lavo­ ratori. Del resto, poteva finir diversa­

mente un'agitazione durata ben 43 giornr senza che le organizzaioni sindacali disponessero l'entrata in sciopero illimitato di tutte le mae­ stranze astigiane? Non contano nul­ la le mezze giornate sporadiche di astensione del lavoro, i comizi in­ fiorati di demagogia (fra l'altro, in uno di questi si è sentito il segre. tario della C. d. L. rivendicare il Natale corne giornata festiva in no­ me del diritto e del dovere dei pro­ letari di... essere buoni cristiani), gli slogan antifascisti: gli organizzatori sindacali sfruttano le agitazioni per fini di, bottega elettorale; se ne in­ fischiano degli interessi permanenti degli organizzati. Ma, a poco a po­ co, qualcuno capisce, e i proletari astigiani - memori delle esperienze della SISA, della Morando, della Maina, della Ercole, ed ora della SACIV -- ritroveranno la via che è loro dettata dallo stesso istintivo spirito battagliero di cui hanno dato prove cosi impressionanti nell'ulti­ mo biennio: la strada dell'azionè ae­ nerale di classe, dello sciopero uni­ tario, e della lotta senza quartiere sotto la bandiera del partita rivo­ luzionario marxista.

Il corrispondente

mento della borghesia) muoviamo I L' • t •b•} i primi passi suua via de1 passag- lllSOS enI l e gio dal capitalismo al socialismo, 1 ossia alla fase inferiore del co­ munismo. Le classi hanno conti­ nuato ad esistere ed esisteranno ancora per anni (sottolineato in Lenin), dappertutto, anche dopo (idem) la conquista del potere da parte del proletariato. Puo darsi . . . . . che questo termine sia più breve .La s1tuaz10~e dei lavorat?n trie- in Inghilterra, dove non ci sono stm1,_ da ann1 semp~e pegg1ore, ha i contadini (ma ci sono tuttavia i ragg11:1~to ?ra_ aspetti d1 vera dram­ piccoli produttori!) Sopprimere le maticita: S1 d'.ce che. _su 90.000 _occu­ classi non significa soltanto cac- p~ti ne1 ':'an setton produ~hv1, • ciare (o uccidere, nota nostra) i d1soccupah son~ la _b~lla_ c1fra d1 proprietarii fondiarii e i capitali- 12.000 (data dall « Umta »), ma, que, sti - ciô che noi abbiamo fatto 90.000 comprendono anche « 1 di­ con relativa facilità _ ma vuol pendenti dai pubblici impieghi ». e dire (é Lenin che qui sottolinea) d'alira parte nascondono il fatto che eliminare i piccoli produttori di un'altissima, percentu~le. di « o_ccu­ merci, che ,2 impossibile cacciare, pah » s?no m cassa. d1 mtegraz1on~ impossibile schiacciare, con i qua- e che l allq~ota dei senza-lavoro _"' li bisoqna trovare un'intesa che tenuta arhf1c1almente compres~a si possono (si devono) riedi'.icare dalla em_igra~io~e che priva la cla3- solo con un lavoro di organizza- se opera1a tnestma _di un_a par~e _no­ zione molto lungo, molto lento e tevole delle ~1?vani e g10vamss1me molto prudente. Essi circondano leve, cos1cche, 11 _ rapporto reale_ do­ il proletariato, da ogni parte, q.i vrebbe stab1hrs1 fra 12.000 d1soc­ un ambiente piccolo borghese, lo cu_pa_ti e _un complesso mol~o _ ott1- penetrano di questo ambiente, lo "!'zstico '.1• 6~65.000 occupati m a­ corrompono, spingono continua- z1ende d1 var1a grandezza e natura .. mente il proletariato a :ricadere Tale stato di fatto si ricollega a nella mancanza di carattere, ne}- quel declino di Trieste come gran­ la dispersione nell'individualismo, de emporio mercantile, corne porto nelle alternative di entusiasmo e dell'Europa centrale e danubiana, e di àbbattimento, che sono proprie corne centro manifatturiero, che eb­ deUa piccol.a borghesia. Occorre be inizio con lo sfasciamento del­ la più severa centralizzazione e l'Impero austro-ungarico nel 1918 " disciplina ne} senso del partita fu aggravato dalla II guerra mon­ po!itico d€l proletariato ·per op- diale e relative conseguenze. E' chia­ porsi a questi difetti, per far si ro che alla Patria (cioè ai_)>adroni che il proletariato adempia giu- del vapore capitalistico) Trieste ser­ stamente, con buon successo, vit- ve solo in quanto sia messa nella. toriosamente, la funzione orga- impossibilità di far concorrenza ai nizzatrice che è la sua funzione porti prediletti dal grande affarismo capitale. (gli ultimi corsivi in italico; quarto scalo mediterraneo Lenin vogliono dire che i semi- nel primo quindicennio del secolo, proletarii possono avere aiutato Trieste oh cara è oggi l'ottavo por­ nella latta civile ,ma dopo disor- to Jtaliano, superato da Venezia e. ganizzano e decentrano: ora sot- per i traffici internazionali, lar~a­ tolineeremo noi). La Dittatura mente battuto sui piano delle tarif-­ del proletariato è una lotta te- fe e delle attrezzature da Amburgo nace, cruenta ed incruenta, vio- e dalla stessa Fiume. Il porto iè lenta e pacifica, militar€ ed eco · vuoto; i cantieri vegetano all'ombra nomica, pedagogica ed ammini- di pidocchiose commesse, e proprio strativa, contro le forze e le tra- in questi giorni li si sta privando, dizioni della vecchia società. La - a favore, corne al solito, di Ge. forza dell'abitudine di diecine e nova - degli uffici tecnici di pru­ diecine di milioni di uomim è la gettazione; corne i cantieri, cosi altre più terribile delle forze. Senza un industrie (meccaniche, alimentari. partita di ferro, temprato nella petroli.fere, ecc.) obbediscono alla lotta, senza · un partita che goda spin ta obiettiva generale verso l'ac­ la fiducia di tutto quanto vi •2 di centramento e riducono l'attività in sano nella sua classe (noi chio- un settore cosi periferico del ter-· siamo che corne nelle masse an- ritorio patrio. che ne!la ~l~sse vi son? residui Se v'è grande complesso economi­ malsam, v1tt~me ~ella mfluen~a co e produttivo le cui sorti, per la co~tr?r!voluz1onana, e che 1;'1 classe operaia, dipendono non da ~rmc1p10 dove non so~o trattab1- npieghi nazionali e riformistici, ma h pedagog~ca_me~te Sl tr~tteran- da soluzioni mternazionali e rivo-­ no senza p1etism1 r!'!press1vame1!-- luzion~rie, questo è Trieste. Inveee te), senza un partit~ c~e sappia Ja Camera del Lavoro indice sciope­ osservare. lo stato d ammo de!le ri di protesta in pieno accordo cor. mfss~ e~ mflu~11;zarle (non subir- il padronato, i bottegai, i commer­ le.) e 1mposs1bI1e . co_ndurre con ciantj: le soli te delegazioni vanno a. successo una lotta s1m1le >>. scongiurare il governo, rappresen-

(< Vincere la grande borghesia tante di interessi ben più potenu d1 centralizzata (leggi mor,iopolista quelli della « cittadinanza alabar­ e fascista) è mille volte più facile data concorde.», di sborsare quatt~i­ che « vincere » milioni e milioni ni per ridare ossigeno al morimon­ di piccoli produttori, i quali, me- do; destre e sinistre. ma soprattutte­ dian~e la loro attività_ quotidi~na, queste ulhme, chiedono l'f,nte Re­ continua, non appanscente, 1m- gione corne se non bastasse già re­ percettibile, dissolvente, perven- norme, elefantiaca burocrazia stata­ gono a . quei medesimi risul_tati le e vi si dovesse aggiungere ur., che abb1sognano alla borghes~a e supplementare pidocchiume impie­ ceh portano alla restaurazio~e gatizio; si creano mostruose allean­ (corsivi in L.) della borghesia. ze fra operai e padroni. contese In. Chi indebolisce, sia pure per po- cali fra proletari e proletari, fra co, la disci.pl_ina ferrea del partita j triestini e genovesi o veneziani; e iE· del proletanato ( soprattutto du- ,· cose proseguono per il loro irres,­ rante _ la diUatura ?el proletaria- stibile verso, in una logorante ago­ to) muta m realta la borghesta nia. Inutile dire che le organizza .. contro il proletariato ». zioni nazionali di « sinistra » non ,, Con questa esplicita e decisa muovono ...

formolazione Lenin ha volu~o to: Non soluzioni locali e neppure na­ gliere di mezzo un'altra ubb1a dei zionali attendono la classe proleta­ comunisti di sinistra, che pensa- ria di Trieste. Essa xivivrà, puo ri­ vano che il Soviet operaio fos~e vivere, soltanto in un'Europa socia-­ un surrogato del partit? i;om~m- lista, ni\ta da una rivoluzione pro­ sta e quindi la sua 1stltuzwne letaria in cui lavoratori italiani E che vale la dittat1;1ra del ~role- sloveni, oggi divisi da ripugnanti or­ tariato in quanto _ 1 borghe_si non ganizzazioni che si dicono operaie e votano per i Soviet. auton~z.asse sono in realtà nazionaliste

O addirit-­

a « scogliere il partito. pol~tic,o » tura scioviniste, avranno ritrovato fino al punto _da su~genre di con- la loro tradizionaJe unità nel ce­ vocare i S0~1et pr~m.a del~a }?tt~ mento internazionalista del Partito rivoluzionana,, I sm1stra ita iam di classe. e non avranno più men­ fin dal 1919 avevano ~mb~ttuta dicato da! govern0 J'aiuto finànzia­ decisamente questa tesi anbmarI-I rio ai padroni ma con tutti gli o­ xista, che fu poi co~dann_ata al . perai della penisol~ avranno rove- c n'-'resso nella r1soluz1one sm · t -' . o o . . . . . scia o ad un tempo 11 superaguzzmo Soyiet o C~ns.1_gh di fabbrica, di governo centrale e le sue squallid<e- cu1 con verra I 1parlare. dipendenze locali. (Continua al prossimo numero)

situazione dei proletari triestini

Fine agosto

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Il corrispondente

Vlta di Partito VERSAMENTI FORLI': 4.000, 1.200, 21.300. RO­

MA: 6.200. GRUPPO W: 14.356. PORTOFERRAIO: 7.740. PORTO­ FERRAIO: 360. TREVISO: 5.000. BOLZAllrO: 1.100. MILANO: 17.000_ GENOVA: 3.000. MILANO: 2.000. S. GIOVA!lrI LA PUNTA: 500, VENE­ ZIA: 500. CASALE P.: 3.450. PIO­ VENE: 7.000. PARMA: 7.000. Ml­ LANO: 14.000.

Nel quadro di attività del no­ stro Partito, ha avuto Iuogo nei giorni 30 e 31 luglio a Cervia ed a Forli una riunione qei gruppi dell'Emilia e della Romagna. Pie- 1\0 successo ha arriso ~'inizia­ tîva sia per la partecjpuione di numtrosi compagni sia per l'in­ teresse che tutti i convenuti han­ no mostrato per il :rappwto che i compagni r.elatori hanno tenuto. Oggetto di esso sono stati i terni trattati nelle due ultime riunio­ ni nazionali del movim.ento (Fi­ renze e Casale M.) ribandendo ancora una volta quelle che sono le posizioni di classe del mar:iti­ smo rivoluzionario, contro la ma­ rea dilagante dell'opportunismo.

Le sottoscrizfoni al pros­ simo numero.

Respansabile BRUNO MAFFI

lnd. Gnfiche Bernabei e C. Via Oni.. 16 • Milano

Reg. Trib. Milano N. 5aM8