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Periodico di informazione della comunità di Rebbio (CO)
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IN QUESTO NUMEROPapa Francesco: preghiera per la nostra terra 2
I l convegno di Firenze:In Gesù Cristo i l nuovo umanesimo 3
LA RIFLESSIONE DI DON GIUSTO :Pensa e agisci come Dio 6
VITA COMUNITARIAAnniversari di matrimonio 8Consigl io pastorale: laboratorio di idee 1 0Esperienze ai campi estivi 1 4Nel ricordo di Angelo Bianchi 1 6
IL BELLO DEL NOSTRO QUARTIERE:Ieri e oggi: l ’ambiente al centro 1 8Tra stranieri e over 65 20
NEWS NEWS NEWS: 21
Lettera a “I l focolare” 22Don Renzo Scapolo: 50 anni di sacerdozio 23
CALENDARIO LITURGICO 26
ANAGRAFE PARROCCHIALE 27
CALENDARIO PASTORALE 28
4
PAPA FRANCESCO:Preghiera per la nostra terraDio Onnipotente,
che sei presente in tutto l ’universoe nella più piccola delle tue creature,Tu che circondi con la tua tenerezza
tutto quanto esiste,riversa in noi la forza del tuo amore
affinché ci prendiamo curadella vita e della bellezza.
Inondaci di pace,perché viviamo come fratel l i e sorel le
senza nuocere a nessuno.
O Dio dei poveri,aiutaci a riscattare gl i abbandonatie i dimenticati di questa terrache tanto valgono ai tuoi occhi.
Risana la nostra vita,affinché proteggiamo il mondo
e non lo deprediamo,affinché seminiamo bellezza
e non inquinamento e distruzione.
Tocca i cuoridi quanti cercano solo vantaggia spese dei poveri e del la terra.
5
Insegnaci a scoprire i l valore di ogni cosa,a contemplare con stupore,a riconoscere che siamoprofondamente uniticon tutte le creaturenel nostro cammino
verso la tua luce infinita.Grazie perché sei con noi tutti i giorni.Sostienici, per favore, nel la nostra lottaper la giustizia, l ’amore e la pace.
Il convegno di Firenze:In Gesù Cristo il nuovo umanesimoDal 9 e al 1 3 novembre si svolgerà a Firenze il 5° Convegno Ecclesiale
Nazionale, In Gesù Cristo i l nuovo umanesimo.
Come si legge nella presentazione a cura di Mons. Cesare Nosigl ia,
Presidente del Comitato preparatorio, i l “Convegno affronterà il trapasso
culturale e sociale che caratterizza il nostro tempo e che incide sempre più
nella mental ità e nel costume delle persone, sradicando a volte principi e
valori fondamental i per l ’esistenza personale, famil iare e sociale”, secondo
la riflessione a cui richiama quotidianamente papa Francesco: “leggere i
segni dei tempi e parlare i l l inguaggio dell ’amore che Gesù ci ha insegnato.
Solo una Chiesa che si rende vicina alle persone e alla loro vita reale, infatti ,
pone le condizioni per l ’annuncio e la comunicazione della fede.”
In vista dell ’appuntamento di Firenze e per crescere nella comunione tra le
Chiese locali sparse sul l ’ intero territorio nazionale, qualche spunto di
riflessione a partire dalle “cinque vie verso l’umanità nuova”, proposte nella
Traccia in preparazione al Convegno:
6
UUssccii rree
“«La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari che prendono
l’ iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e
festeggiano. [. . . ] Quindi, la comunità evangelizzatrice si dispone ad
“accompagnare”. [. . . ] Trova il modo per far sì che la Parola si incarni in una
situazione concreta e dia frutti di vita nuova, benché apparentemente siano
imperfetti o incompiuti» (Evangeli i gaudium 24). Sorge la domanda: come
mai, nonostante un’insistenza così prolungata sul la missione, le nostre
comunità faticano a uscire da loro stesse e ad aprirsi?”
AAnnnnuunnccii aarree
“Le tante povertà, antiche e nuove, che la crisi evidenzia ancor di più, si
condensano nella povertà constatata da Gesù con preoccupazione: la
carenza di operai che annunciano il Vangelo della misericordia[X]. La gente
ha bisogno di parole e gesti che, partendo da noi, indirizzino lo sguardo e i
desideri a Dio. La fede genera una testimonianza annunciata non meno di
una testimonianza vissuta. [X] Le comunità cristiane stanno rivedendo la
propria forma per essere comunità di annuncio del Vangelo? Sono capaci di
testimoniare e motivare le proprie scelte di vita, rendendole luogo in cui la
luce dell ’umano si manifesta al mondo[X] Sanno vivere e trasmettere una
predilezione naturale per i poveri e gl i esclusi, e una passione per le giovani
generazioni e per la loro educazione?”
AAbbii ttaarree
La dimensione della fede è da sempre iscritta nel la configurazione stessa
delle nostre città, con le tante Chiese che raccolgono intorno a sé le
comunità nello spazio (la parrocchia è parà-oikía, vicina alla casa), e con il
suono delle campane che scandisce e sacral izza il tempo. Ma ancor più i l
cattol icesimo non ha mai faticato a vivere l ’ immersione nel territorio
attraverso una presenza solidale, gomito a gomito con tutte le persone,
specie quelle più fragil i . [X ] Occorre allora un tenace impegno per
continuare a essere una Chiesa di popolo nelle trasformazioni
demografiche, social i e cultural i che il Paese attraversa (con la fatica a
generare e a educare i figl i ; con un’immigrazione massiva che produce
7
importanti metamorfosi al tessuto sociale; con una trasformazione degli sti l i
di vita che ci al lontana dalla condivisione con i poveri e indebolisce i legami
social i). [X] Senza l’opzione preferenziale per i più poveri, «l ’annuncio del
Vangelo, che pur è la prima carità, rischia di essere incompreso o di
affogare in quel mare di parole a cui l ’odierna società della comunicazione
quotidianamente ci espone» (Evangeli i gaudium 1 99).
EEdduuccaarree
[X] I l primato della relazione, i l recupero del ruolo fondamentale della
coscienza e dell ’ interiorità nel la costruzione dell ’ identità del la persona
umana, la necessità di ripensare i percorsi pedagogici come pure la
formazione degli adulti , divengono oggi priorità ineludibi l i . È vero che le
tradizionali agenzie educative (famigl ia e scuola), si sentono indebolite e in
profonda trasformazione. Ma è anche vero che esse non sono solo un
problema ma una risorsa, e che già si vedono iniziative capaci di real izzare
nuove alleanze educative. [X] Educare è un’arte: occorre che ognuno di
noi, immerso in questo contesto in trasformazione, l ’apprenda nuovamente,
ricercando la sapienza che ci consente di vivere in quella pace tra noi e con
il creato che non è solo assenza di confl itti , ma tessitura di relazioni
profonde e libere.
TTrraassffii gguurraarree
Le comunità cristiane sono nutrite e trasformate nella fede grazie al la vita
l iturgica e sacramentale e grazie al la preghiera. Esiste un rapporto
intrinseco tra fede e carità, dove si esprime il senso del mistero: i l divino
traspare nell ’umano, e questo si trasfigura in quello. Senza la preghiera e i
sacramenti, la carità si svuoterebbe perché si ridurrebbe a fi lantropia,
incapace di conferire significato al la comunione fraterna. [X] Lo spirito del le
Beatitudini si comprende dentro questa cornice: la potenza dei sacramenti
assume la nostra condizione umana e la presenta come offerta gradita a
Dio, restituendocela trasfigurata e capace di condivisione e di sol idarietà.
8
Carissimi,
spero che la lunga e calda stagione
estiva sia passata bene. Certo,col
bel tempo, di occasioni per fare
scampagnate e incontri ce ne sono
state a bizzeffe.
Spero anche che l'estate in qualche
momento di calma sia servita a
"mettersi a fuoco" e per osservare
noi stessi al microscopio, per
scrutare le nostre profondità, i
desideri ed i pensieri più intimi.
Ma più di tutto, spero l 'estate sia
servita a lasciarsi guardare da Dio,
a incrociare i l nostro sguardo col
suo, "in quello spazio unico dove
una persona non assomigl ia a
nessun altra" (Fr. Roger Schutz).
Lo sguardo di Dio, anche se
avvolto da silenzi,è pieno di cure ,di
premura, di mansuetudine,di
custodia, di famil iarità, di amore.
SSAATTAANNAA,, TTUU PPEENNSSII SSEECCOONNDDOO
GGLLII UUOOMMIINN II !!
Gesù ha detto queste parole a
Pietro. Non c'è accusa peggiore che
sentirsi dire che pensi e di
conseguenza agisci come satana,
per i l successo: per accumulare il
potere, per vanagloria.
E' già diffici le pensare con la propria
testa, avere informazioni corrette,
figuriamoci poi riuscire a pensare
come Dio.
Ci viene in aiuto Paolo nella Lettera
ai Colossesi: "Rivolgete i l pensiero
alle cose di lassù,non a quelle del la
terra", "vi siete svestiti del l 'uomo
vecchio con le sue azioni e avete
rivestito i l nuovo, che si rinnova per
una piena conoscenza, ad immagini
di colui che lo ha creato", "rivestitevi
di sentimenti di tenerezza,di bontà,
di umiltà, di mansuetudine. . . . . e
qualunque cosa facciate in parole e
opere, tutto avvenga nel nome del
Signore".
La riflessione di don Giusto:PENSA E AGISCI SECONDO DIO
9
PPEENNSSAA EE AAGGII SSCCII SSEECCOONNDDOO DDIIOO
E ora veniamo alla nostra comunità
cristiana di Rebbio e ci poniamo
alcune domande in modo certo non
esclusivo:
Come pensare secondo Dio la
nostra Pastorale giovanile?
Come pensare secondo Dio i
rapporti di vicinato?
Come pensare secondo Dio la cura
dei tanti anziani del la nostra
comunità?
Come pensare secondo Dio la cura
delle giovani coppie da poco
sposate o che da poco hanno
battezzato i loro figl i?
GGIIOOVVAANN II
Ci interessano tutti giovani del
nostro quartiere di Rebbio e quell i
sempre più numerosi di Camerlata
che incrociamo in Oratorio?
Abbiamo deciso in Consigl io
Pastorale di ripensare il Progetto di
Pastorale Giovanile Parrocchiale
anche con l'aiuto di Cristina e Luca,
due educatori che ci daranno una
mano a pensare ed agire.
Cristina e Luca, regolarmente
assunti , riceveranno come noi
sacerdoti un compenso economico
per i l ministero svolto.
VVIICCII NNAATTOO
Cerchiamo nuovi messaggeri, e
vorremmo chiedere a qualcuno dei
messaggeri più sperimentati di
diventare responsabile dei
messaggeri del la sua zona.
Edificatrice, Via di Vittorio, Via
Gril loni, Via Spartaco, Via Cuzzi,
Via Lissi, Via Salvadonica, Ca'
Morta, Via Scalabrini e altre sono
le zone con cui vogl iamo iniziare o
rinforzare ciò che esiste da anni.
GGIIOOVVAANN II CCOOPPPPII EE
Una quarantina circa di giovani
coppie incontriamo ogni anno sia
per i l battesimo che per la
preparazione al matrimonio. Poi,
alcune coppie restano legate alla
comunità, altre meno. Cerchiamo
coppie "mature" tra i vicini di casa e
oltre che accompagnino come
buoni pastori queste giovani coppie.
Concludo, Auguro a noi tutti per
questo nuovo anno pastorale di
pensare e di agire secondo Dio.
Giusto Della Valle
1 0
VITA COMUNITARIA
Domenica 7 giugno, durante la
Santa Messa delle ore 1 0, abbiamo
ricordato gl i anniversari di
matrimonio. Questa è ormai una
consuetudine che si ripete da
qualche anno la prima domenica di
giugno, e che quest’anno ha visto
coinvolte diciannove coppie, che nel
corso del 201 5 hanno festeggiato o
festeggeranno un anniversario
significativo. Le coppie più giovani
festeggiavano dieci anni di
matrimonio, mentre la più anziana
ne contava ben sessantatre.
I l festeggiamento è stato condiviso
con gli animatori del Grest, che
durante la Santa Messa hanno
ricevuto i l loro mandato, e con la
festa del GTR, che quest’anno
compie 45 anni dal la fondazione.
All ’ inizio del la celebrazione le
coppie di sposi si sono presentate,
raccontando brevemente la
provenienza, i l numero di figl i e
qualche dato significativo sul la loro
vita matrimoniale. Alla preghiera dei
fedeli non sono mancate le
intenzioni ispirate al tema del
matrimonio e ai problemi ad esso
legati. Al l ’offertorio gl i sposi hanno
portato al l ’altare una candela, i l
pane e il vino per la mensa
eucaristica, un mazzo di fiori e una
busta contenente un’offerta per i l
Centro di Aiuto al la Vita di Como.
Prima della benedizione finale,
Salvatore e Adele Murrone hanno
offerto al l ’assemblea la propria
testimonianza, raccontando con
semplicità venticinque anni di vita
insieme. Prima di uscire dalla
chiesa, per tutti una foto di gruppo
davanti al l ’altare, per ricordare
l ’evento.
Al termine della celebrazione, sul
piazzale dell ’oratorio i l Gruppo
Campanari Città di Bergamo,
invitato dal GTR, ha salutato gl i
sposi con le note della marcia
nuziale, suonate a tastiera con un
concerto di campane itinerante,
unico nel suo genere. Davvero una
bella sorpresa.
Non è mancata l ’occasione per tutti
Anniversari di matrimonio:un'occasione di festa
11
di assaggiare torte dolci e salate
preparate dai festeggiati per
l ’occasione.
Ricordiamo che chi durante i l 201 6
festeggerà un anniversario
significativo potrà partecipare alla
festa che si terrà di nuovo la prima
domenica di giugno, che
naturalmente è aperta a tutti , basta
segnalare i l desiderio di partecipare.
Le coppie festeggiate
63 ANNI
Erminio Lissi e Vanda Auguadro
50 ANNI
Celso Biasin e Santa Bil l i
Giovanni Succurro e Saveria
Cortese
30 ANNI
Mauro Molteni e Maria Maghetti
Giorgio Taiana e Graziel la Lanni
Paolo Amadini e Alessandra
Balzaretti
Claudio Carugo e Luisel la Zaffaroni
25 ANNI
Dario Moretti e Fulvia Pavese
Michele Casartel l i e Paola Bonfigl io
Giovanni Auderi e Gabriel la
Cattaneo
Salvatore Murrone e Adele Rosaria
Quarta
20 ANNI
Alessandro Taiana e Maria Angela
Campagna
Marco Lattanzi e Elena Clerici
Antonio Lamarucciola e Chiara
Gualano
1 0 ANNI
Marco Ponte e Sonia Alpino
Mauro Oricchio e Laura Pellegatta
Stefano Lanna e Marlena Zielonka
Luca Imbrici e Nicoletta Martirano
Alessandro Artaria e Cristina Riccio
TESTIMONIANZE
VVeenn ttii ccii nnqquuee aannnn ii dd ii mmaattrriimmoonn ii oo
UUnnaa ccaassaa ffoonnddaattaa ssuu ll ll aa rrooccccii aa
Eravamo giovani e vivere insieme
più che una convinzione era una
sorta di sfida a rompere quelle
barriere che ci venivano imposte.
Ricordo ancora quando mia madre
esordiva così: ”Figl io mio, mi
raccomando, pensaci bene, guarda
che adesso sei qui in casa mia e
non devi pensare a niente, ma
quando ti sposerai dovrai correre
perché avrai del le grosse
responsabil ità”.
E chi se ne fregava! L’importante
era vivere con la ragazza che
amavo.
Adele e io ci siamo sposati nel
1 990; i primi anni sono stati
fantastici : tutto scorreva fluido.
Poi, con la nascita di Chiara
1 2
Anche quest’anno, come è
consuetudine da qualche anno, si è
svolta, nel l ’ultimo fine settimana di
giugno, la “due giorni” del Consigl io
Pastorale. Questa volta abbiamo
scelto come sede una sala della
Casa dei Padri Comboniani, nel la
speranza, forse, che la cornice
verde desse un po’ di refrigerio agl i
addetti ai lavori in questa calda
estate. Accalorata anche la
discussione, articolata in due
momenti: uno di verifica dell ’attività
parrocchiale e l ’altro di
programmazione per l ’anno a
venire. L’obiettivo era non tanto
quello di passare in rassegna le
attività svolte e di redigere un
calendario del le iniziative future, ma
di individuare soprattutto i punti di
forza e di criticità e di elaborare un
progetto condiviso e coerente.
Consiglio pastorale:laboratorio di idee
abbiamo toccato con mano la
sofferenza di una disabil ità e la
paura per i l futuro.
Sono stati momenti diffici l i , di
smarrimento e sofferenza, ma
l’amore che ci legava ha fatto sì che
uno diventasse il sostegno dell ’altro
e, con l’unione, siamo riusciti a
superare quel grosso ostacolo che
si era interposto sul nostro
cammino.
Quest’anno dopo 25 anni di
matrimonio, abbiamo sentito i l
bisogno di rinnovare quel
giuramento e non posso non
pensare a quelle parole tratte dal
vangelo, che il parroco scandì
durante l ’omelia: “I l matrimonio è
come una casa; se costruita sul la
sabbia al le prime intemperie crol la,
ma se costruita sul la roccia avrà
delle buone fondamenta e
diffici lmente crol lerà”.
Oggi posso veramente dire che il
mio matrimonio aveva delle buone
fondamenta e, nonostante tutti gl i
ostacoli che si incontrano nella vita
quotidiana e ai quale non sempre è
facile far fronte, non è crol lato, anzi,
con la presenza dei nostri due
fantastici figl i , si è rafforzato ancora
di più.
Salvatore e Adele Murrone
1 3
L’ordine del giorno, molto fitto, era
distinto in nove punti, alcuni tecnici,
come economia e finanza o i servizi
tecnici, altri crucial i per la vita
parrocchiale, come la pastorale
della moltitudine, la pastorale
famil iare e giovanile, i servizi
pastoral i , la pastorale ministeriale,
le strutture di elaborazione e di
decisione, la comunicazione.
L’organizzazione dei lavori è stata
articolata in due fasi: una prima
dedicata al la verifica punto per
punto, a cui è stata destinata,
soprattutto, la mattinata del sabato
e una seconda relativa al la
programmazione, che ha impegnato
il Consigl io per parte del
pomeriggio del sabato e della
domenica.
Uno degli argomenti più dibattuti e
approfonditi è stata la pastorale
della moltitudine e il progetto
connesso dell ’articolazione della
parrocchia in zone, affidate
ciascuna ad un responsabile di
zona, con il compito di dedicare
attenzione alle relazioni umane
delle diverse aree del quartiere e di
coordinare l ’attività dei messaggeri
de “I l Focolare”. E’ stato osservato
come la suddivisione della
parrocchia in zone abbia qualche
difficoltà a decollare: non in tutte le
aree del quartiere sono emerse
disponibi l ità a svolgere il ruolo di
responsabil i , eppure qualcosa si sta
muovendo. Sono nati gruppi in Via
De Vittorio, nei condomini di Via
Gril loni, in Via Spartaco, presso le
Edificatrici , in via Cuzzi, gruppi che
danno vita a momenti di preghiera
o di animazione.
E’ stata, inoltre, discussa l’attività
del l ’equipe accoglienza, che
accoglie e coordina la concessione
degli spazi al le varie associazioni
che si incontrano abitualmente nel
nostro oratorio. Positiva, inoltre, la
col laborazione con le associazioni
di quartiere, dal gruppo anziani
al l ’Oasi, Anteas, Quale futuro per
Rebbio ( gruppo che si occupa del
PGT, Piano di Governo del
Territorio), in vista
dell ’organizzazione di momenti di
festa e di animazione. Certo
promuovere l ’accoglienza di gruppi
e associazioni significa aprirsi al
confronto, ma anche stabil ire del le
regole relative al la gestione degli
spazi, per evitare sovrapposizioni,
disagi e interferenze con l’attività
ordinaria del l ’oratorio. Uno dei punti
di discussione ha riguardato la
necessità di fissare regole precise
1 4
perché l’attività catechistica,
l ’accoglienza di gruppi, la scuola di
ital iano e il gioco libero in oratorio
possano convivere in un clima di
benessere, di amicizia, di rispetto e
di sicurezza per tutti .
Parlando di oratorio, si è affrontato
anche il discorso sul la pastorale
giovanile, in particolare la questione
dell ’opportunità di assumere un
educatore professionista con il
compito di gestire, coadiuvato dai
giovani universitari volontari, dai
catechisti- ponte della terza media e
della prima superiore e dai
responsabil i del l ’Alebbio, le attività
oratorial i . L’ idea emersa è quella di
rinnovare l ’ incarico di Cristina, i l cui
aiuto quest’anno è stato
fondamentale per la pastorale
giovanile, per i l coinvolgimento degli
adolescenti a rischio che gravitano
attorno all ’oratorio e, infine, per
l ’organizzazione del Grest. Dal
momento che alcuni adolescenti e
giovani col laborano come aiuto
catechisti nel percorso della Nuova
Iniziazione Cristiana, si è anche
insistito sul la necessità di fare
proposte per coltivare ed
approfondirne la formazione,
facendo magari riferimento alle
iniziative di Vicariato e della
Diocesi. A proposito della catechesi
due i punti di forza individuati : la
vital ità del la col laborazione dei
catechisti del gruppo delle medie e
di prima superiore, che promuove
anche iniziative di coinvolgimento
dei ragazzi nel le attività del la
Caritas Parrocchiale, e i l valore del
gruppo che lavora al progetto della
Nuova Iniziazione Cristiana. Tale
progetto, attivo da più di due anni, si
propone non solo di preparare i
bambini al l ’ iniziazione
sacramentale, secondo la nuova
metodologia proposta dalla Diocesi,
ma anche di coinvolgere, aggregare
e formare in proposito le loro
famigl ie. Si auspica che da tale
attività possano emergere nuovi
apporti anche per la Pastorale
famil iare, che quest’ anno ha
proposto varie iniziative: non solo la
preparazione della celebrazione
consueta degli anniversari di
matrimonio, che si è svolta, come di
rito, la prima domenica di giugno,
ma anche l’organizzazione di una
serie di incontri workshop sulla
comunicazione nella coppia, a cui
hanno partecipato alcune coppie,
giovani e meno giovani. Per l ’anno
a venire, i responsabil i del la
Pastorale Famil iare si propongono
1 5
di predisporre altri percorsi di
riflessione per permettere alle
famigl ie di confrontarsi, di
mantenere ed ampliare i l gruppo
delle giovani coppie, di
sensibi l izzare le famigl ie ad aderire
al le proposte diocesane, di
concordare, invece, con il Vicariato i
percorsi per i fidanzati.
Altro punto di discussione,
nel l ’ambito dei servizi pastoral i , la
rassegna delle attività caritative
svolte dal la parrocchia: i l lavoro del
centro di ascolto della Caritas
Parrocchiale, che segue
attualmente circa 50 famigl ie, di cui
35 straniere e 1 5 ital iane, in
col laborazione con la Caritas
Diocesana e con i Servizi Social i , e
i l progetto Accoglienza elaborato e
portato avanti da un’apposita
equipe di volontari. Per quel che
riguarda il Centro di Ascolto si è
sottol ineata la necessità del la
formazione degli operatori volontari,
perché sappiano riconoscere le
vere emergenze e valutare gl i
interventi opportuni , e si è
evidenziata l ’esigenza di rendere la
comunità parrocchiale più
consapevole di tale attività. I l
progetto Accoglienza, relativo
al l ’ospital ità concessa, negli spazi
del la parrocchia, a individui e
famigl ie in difficoltà e in situazione
di emergenza abitativa, riguarda
attualmente 4 profughi, alcune
situazioni di disagio individuale,
alcune donne con bambini: si è
scelto di dare disponibi l ità anche
all ’accoglienza dei profughi, ma di
puntare soprattutto sul la seconda
accoglienza, in favore di stranieri
ormai esclusi dal la protezione e
dalla tutela economica concessa dal
governo ital iano ai richiedenti asi lo
e di ital iani in condizioni di disagio.
Queste e tante altre le questioni
affrontate, non ultima la necessità di
promuovere e potenziare le attività
del Ministero della Consolazione,
rivolto ad anziani ed ammalati .
Anziché proseguire nella rassegna,
mi preme sottol ineare il senso della
“due giorni” estiva: fare del
Consigl io Pastorale un laboratorio di
idee, dove possano confrontarsi
visioni del la vita parrocchiale,
naturalmente diverse per
esperienze, vocazioni e
appartenenza generazionale
differenti . Prospettive diverse che
sono un segno di vital ità e possono
produrre efficaci effetti di sinergia.
Sofia Petruzzi
1 6
CCaammppoo qquu ii nn ttaa eell eemmeenn ttaarree
II nn VVaall cchh ii aavveennnnaa:: AAmmaa ii ll ttuuoo nneemmii ccoo
Ama il tuo nemico, questo lo slogan
che ha accompagnato i ragazzi di
quinta elementare nel loro primo
campo estivo. Dal 2 al 5 lugl io,
grazie a padre Agostino, promotore
e organizzatore dell ’ intera
esperienza, noi del l ’ Oratorio di
Rebbio siamo stati ospiti di don Gigi
Pini a Tremenda XXL, un centro
giovanile a Somaggia, in
Valchiavenna.
Siamo partiti ‘al cento per cento’
facendo conoscenza con i ragazzi
del l ’oratorio di Chiavenna, anch'essi
ospiti di Tremenda: con loro
abbiamo condiviso due giorni di
gioco e riflessione, creando un bel
cl ima di amicizia e complicità.
Durante i l campo Rebbiesi e
Chiavennaschi sono stati riuniti in
due squadre miste che facevano
riferimento a due famigl ie di Assisi,
i Bernardone (la famigl ia di S.
Francesco) e gl i Scifi (quel la di S.
Chiara). I gruppi si sono sfidati in
giochi ed attività creative, sempre
nel rispetto reciproco, al quale don
Gigi faceva spesso appello. Un bel
modo per divertirsi, imparando e
crescendo insieme.
Ai momenti di svago si sono
alternate riflessioni, inserite nei
giochi, per rendere i bambini
partecipi ed attenti , sottol ineando
sempre il messaggio cristiano.
I l giorno prima della partenza
abbiamo fatto una passeggiata da
Chiavenna alle cascate
dell 'Acquafraggia, dove abbiamo
trascorso un pomeriggio di giochi
d'acqua. Non è forse giocando che
si cresce e si imparano i valori più
importanti? Questo è successo al
campo di Tremenda, dove i ragazzi
non solo si sono messi in gioco,
facendo nuove conoscenze, ma
loro stessi in prima persona hanno
reagito sempre con entusiasmo e
grinta al le attività e alle sfide
proposte.
Nella serata finale, per concludere
l 'esperienza in uno spirito di
riflessione, abbiamo lanciato, riuniti
intorno a un falò, del le lanterne,
ripensando ai momenti bel l i vissuti
al campo e a quello che ci saremmo
portati a casa. Non sono mancate
condivisioni e riflessioni da parte sia
degli animatori che dei ragazzi.
Esperienze ai campi estivi
1 7
Un'esperienza breve dunque, ma
molto intensa e possiamo dire che
tutti sono rimasti soddisfatti .
Molte sono le persone da
ringraziare: padre Agostino e gli
organizzatori che hanno reso
possibi le l 'esperienza, le
insostituibi l i cuoche sempre
presenti, Tremenda e don Gigi che
ci hanno ospitato, ma forse, anzi
sicuramente, i l grazie più grande va
ai ragazzi di quinta elementare,
perché sono stati loro i protagonisti
e i l motore del campo e senza di
loro, i l loro entusiasmo e la loro
complicità non si sarebbe creato
quel cl ima che ha reso tanto
speciale questo primo campo.
Gli animatori
CCaammppoo EEssttii vvoo SSuuppeerrii oorrii:AAffffeettttii vvaammeenn ttee
Un tema spinoso e complesso,
spesso fonte di imbarazzi, quel lo
trattato dal Campo Estivo per noi
ragazzi del le Scuole Superiori ad
Arnoga, Valtel l ina, dal 1 2 al 1 8
lugl io: l ’affettività. Le meditazioni,
guidate dal vicario di San Fermo,
don Pietro, si snodavano lungo un
percorso articolato in cinque tappe:
lo sguardo, i l contatto, la differenza
tra uomo e donna, i l bacio, l ’atto
sessuale in sé. I l tutto visto da una
prospettiva per molti di noi su questi
temi nuova, quella del la Parola e
dell ’ insegnamento della Chiesa.
I l nostro sforzo è stato
prevalentemente volto ad
individuare i significati più profondi e
nascosti che stanno dietro a gesti
che talvolta compiamo troppo
facilmente e con leggerezza,
ignorando il loro valore e il fatto che
parlano di una realtà che va oltre i l
gesto in sé, che esprimono una
promessa forte, di donazione totale
di sé all ’altro.
Naturalmente alle meditazioni si
sono alternati momenti più distesi
per stare insieme in serenità ed
allegria e belle passeggiate nella
natura stupenda della Val Viola e
delle aree circostanti . Una bellezza
che ha fatto da contorno alle
avventure del nostro gruppo di una
trentina di giovani provenienti da
realtà diverse (partecipavano
ragazzi del le parrocchie di Montano,
Prestino, Rebbio e San Fermo) che
hanno tentato, al di là del le
differenze, di costruire una
esperienza al contempo piacevole e
piena di significato per tutti .
Marco Radaell i
1 8
Nel ricordo di Angelo BianchiOOrraa sseeii nneell ll aa ppaaccee
I l primo giugno, nel la chiesa
parrocchiale di Cavallasca, in tanti
hanno pregato per Angelo Bianchi,
papà di don Sergio, Rosalba e
Marilena.
Nativo di Lurate e rebbiese
d’adozione, Angelo è stato una
presenza costante, per decenni,
dietro i l banco del Bar Ardita di Via
Paoli . Un sorriso, una
chiacchierata, una pacca sulla
spalla hanno contraddistinto i l suo
stare tra la gente, nel suo bar, uno
dei local i ‘storici ’ di Rebbio.
Trasferitosi una ventina d’anni fa a
Cavallasca, paese d’origine della
moglie I leana, Angelo si è spento i l
30 maggio.
Di seguito, l ’omelia di don Sergio
durante i l rito funebre.
I l vangelo della Risurrezione, che
abbiamo sentito proclamare
durante questa l iturgia di cristiano
suffragio per la pace eterna
dell ’anima del nostro papà Angelo,
ci spalanca lo sguardo su di un
orizzonte che, solo umanamente
parlando, sarebbe certamente
oltremodo desiderabile ma che
sappiamo bene, solo
materialmente, è impossibi le.
Infatti , è solo la fede cristiana nella
divina rivelazione del Santo
Vangelo - che ci ha donato il Figl io
di Dio venendo sulla terra - che ci
apre il cuore e la mente e ci fa
accogliere i l dono della verità del la
vita e cioè che anche dopo la
nostra morte corporale la vita
continua nell ’eternità.
I sentimenti di trepidazione e di
ricerca delle donne, che si
recavano al sepolcro la mattina di
Pasqua, sono anche i nostri oggi.
Così come per noi risuona l’ invito
incoraggiante dell ’angelo che
annuncia la risurrezione di Gesù:
“Non abbiate paura, colui che
cercate tra i morti è vivo, è risorto,
non è più qui”.
I l nostro sguardo pieno d’amore ora
vuole accarezzare per un’ultima
volta i l legno che racchiude ai nostri
occhi mortal i i l corpo del nostro
caro papà e, riflettendo su ciò, non
facciamo fatica a sentirci davvero
tutti in cammino verso la stessa
meta che è per tutti i l Paradiso. È
1 9
insieme dunque dolore i l rito
funebre ma misto anche a quella
consolazione della fede che,
attraverso il cammino della vita, ci
conduce piano piano alle porte della
Gerusalemme del Cielo.
La vera tristezza è non arrivare
preparati davanti a quella soglia. I l
nostro papà invece vi è accolto
come famil iare di Dio: e questa è
una certezza! Egli porta con sé il
carico di una lunga vita disseminata
di gioie e di sofferenze,
incominciate fin da piccolino quando
a otto mesi e venti giorni ha perso la
sua mamma. Ha combattuto la
buona battagl ia. Ha custodito e
conservato la fede e ce l’ha
trasmessa. Oggi ha terminato la
corsa proprio qui in questa chiesa,
davanti a questo altare, dove la sua
vita coniugale con la nostra cara
mamma I leana era iniziata i l giorno
del loro santo matrimonio
cinquantadue anni fa.
Ora da qui riparte per l ’eternità
beata accompagnato dalla cara
Madre del Cielo, dal la preghiera,
dal l ’amicizia e dalla vicinanza che lo
hanno circondato in tutta la sua vita,
fino al l ’ultimo da tutti coloro che lo
hanno amato in cielo e in terra.
A nome anche di mia sorel la
Mari lena desidero ringraziare di
cuore la nostra sorel la Rosalba per
tutto quello che in questi diciotto
anni, cioè da quando è morta la
mamma, ha fatto con grande
disponibi l ità seguendolo passo
passo proprio fino alla fine.
Ed ora caro papà che sei nel la pace
con il Signore, la Madonna, gl i
Angeli e i Santi che hai ritrovato per
non lasciare ora mai più la tua
sposa, la tua mamma Rosetta e tutti
i tuoi cari che ti hanno preceduto,
20
II eerrii ee oogggg ii
LL’’ aammbbii eenn ttee aall cceenn ttrroo
Generalmente l ’ infanzia nella
rievocazione di chi ormai l ’ha
lasciata per sempre è un periodo
della vita dove i ricordi tendono a
scolorire nella memoria, lasciandoci
un vago senso di nostalgia e di
rimpianto. Dove gli eventi che ci
hanno coinvolto ci appaiono oggi
carichi di una sorta di “mito”. Ed in
effetti per quei bambini degl i anni
cinquanta-sessanta nati o vissuti a
Rebbio (è da ricordare che l'attuale
Liceo Scientifico Giovio era allora,
invece, l 'edificio del la "Maternità"
che fu anche all 'origine
dell 'annessione del comune
autonomo di Rebbio a quello di
Como), poteva non essere poi così
tanto facile dispiegare la
fanciul lezza nel loro quartiere.
Infatti l ’urbanesimo di origine
prevalentemente immigratoria lo
stava precipitosamente dotando di
quegli edifici residenzial i che
sbrigativamente venivano liquidati
come: “Gescal”, “Ina casa”, “edi l izia
popolare” . Certo i prati c’erano
ancora, anche perché “Xlà dove
c’era l ’erba non c’era ancora la
cittàX” , per dirla parafrasando le
parole di una celebre canzone di
quei tempi. C’erano sì le lucciole di
pasoliniana memoria ed anche i
maggiol ini (e chi più l i ha visti?). Ma
gli effetti di uno sviluppo piuttosto
incontrol lato si facevano già al lora
ben percepire.
I bambini si sa costruiscono un
universo fantastico con tutto quello
che hanno a disposizione: così
poteva venir buona anche una
roggia, che tutti chiamavano
semplicemente “Tunagia”, mentre
essa è denominata
ufficialmente "Seliga", che altro non
era se non un corso d’acqua non
troppo cristal l ino. Però si poteva
incontrare lì intorno la fauna e la
flora nei luoghi più impensabil i : nei
rigagnoli fiancheggianti la ferrovia,
continua a pregare con loro per noi
- che ne abbiamo tanto bisogno -
per continuare a camminare con
quella coscienza che voi, in
semplicità, ci avete insegnato ad
avere.
Caro papà riposa in pace. Così sia.
IL BELLO DEL NOSTRO QUARTIERE
21
negli stagni presenti anche nelle
immediate vicinanze delle
abitazioni, nei prati occupati in tutte
le stagioni per i giochi. Era
comunque il polveroso campetto di
pal lone dell 'oratorio ad occupare il
grosso delle attività quotidiane.
Oggi per fortuna siamo più
sensibi l izzati sui questi temi e
richiediamo giustamente un
ambiente urbano di qualità, dove sia
evidente l 'equil ibrio tra i l "grigio"
del l 'edificato e il "verde" del la
natura. Nel nostro quartiere gl i
spazi green ci sono e ci potrebbero
essere anche in misura maggiore.
I l Parco Negretti , l 'area demaniale
intorno al cimitero, l 'ambito a verde
attiguo alla residenza dei Padri
Comboniani sono solo qualche
il luminante esempio. Ma anche i
bel l issimi parchi del le vi l le Giovio e
Giul ini di Breccia, i l fazzoletto a
verde dell 'ex sanatorio di
Camerlata, per non parlare delle
altre propaggini avanzate del Parco
Regionale della Spina Verde.
Quanti di noi conoscono la varietà
di essenze arboree presenti
al l 'interno del Parco Negretti?
Quanti riescono a percepire nei
"murun" (gelsi) ancora viventi
intorno alle mura del nostro
camposanto quel passato contadino
legato alla seta così importante per
la città di Como? Si possono però
aumentare queste potenzial ità: la
parrocchia da qualche anno ha
promosso presso il Parco Negretti
la "Festa del quartiere", nel la
stessa "location" ha fatto tappa
anche un cinema all 'aperto
itinerante di qualità. Tratti di pista
ciclabile e di percorsi pedonali
protetti potrebbero connettere
queste emergenze: infatti l ’area a
verde intorno al cimitero potrebbe
diventare il nuovo “Parco dei
Gelsi”.
L'encicl ica "Laudato si '" di Papa
Francesco giustamente pone al
centro della questione non soltanto
ecologica ma sociale l 'uomo del
terzo mil lennio nelle sue moltepl ici
dimensioni al l 'interno della
modernità. Certo poiché la qualità
del vivere urbano così come quella
dei prodotti merceologici che
provengono dai territori dipendono
molto dalla qualità del le relazioni
social i che l i generano.
Andrea Rinaldo
22
DDaall ll ’’ UU ffffii ccii oo SSttaattii ssttii ccaa ddeell CCoommuunnee dd ii
CCoommoo
Lo scorso mese di apri le è stato
presentato l ’ultimo studio dell ’Ufficio
Statistica del Comune di Como,
reperibi le sul sito ufficiale del
Comune
(http: //www.comune.como. it/servizi/
statistiche/popolazioneresidente/ind
ex.html sotto la voce quartieri),
contenente i dati relativi al la
popolazione residente in città, al
31 .1 2.201 4. Interessante
l ’ immagine che ne emerge. Di
seguito si riporta qualche dato
inerente a Rebbio, con l ’ intenzione
di offrire una fotografia del nostro
quartiere, in rapporto ai sol i quartieri
periferici del la città.
A Rebbio risiedono 6.592 persone,
su una superficie di 2.435.1 21 mq,
tra i quartieri periferici solo Albate e
Monteolimpino hanno una
popolazione superiore.
Dal 1 981 al 201 4, i l quartiere di
Rebbio ha registrato un calo
demografico del 1 0,76%. Tra i
quartieri del la periferia, Muggiò,
Breccia, Lora e Monteolimpino
hanno fatto registrare un calo
maggiore, mentre quartieri qual i
Albate, Camerlata, Camnago Volta
e Tavernola presentano un sensibi le
aumento della popolazione
residente.
Al 31 dicembre 201 4 risiedevano a
Rebbio 1 .724 persone di età pari o
superiore a 65 anni e 909 persone
di età compresa tra gl i 0 e i 1 4 anni,
ne consegue che l’ indice di
vecchiaia (i l grado di
invecchiamento della popolazione)
è di 1 89,66. I quartieri più giovani
del la città sono Albate, Camerlata e
Camnago Volta. A Lora si registra
l ’ indice di vecchiaia più alto di tutto i l
comune.
A Rebbio vivono 2.937 famigl ie con
numero medio di componenti di 2,2.
Per quanto riguarda la presenza di
residenti stranieri nel nostro
quartiere, i l numero è di 1 051 , pari
al 1 5,94 % della popolazione. La
percentuale degli stranieri residenti
è di 24, 81 a Camerlata, 1 0,86 a
Breccia e 7,07 a Prestino. Tra i
quartieri periferici, Ponte Chiasso è
quello a più alta presenza di
stranieri.
Dietro i numeri ci sono le persone,
con le loro gioie e le loro sofferenze.
Anche delle statistiche, a loro modo
TRA STRANIERI E OVER 65
23
NEWS NEWS NEWS NEWS NEWSDa qualche settimana è comparsa sopra il cancello del la casa
parrocchiale la scritta Coexist, nel la quale sono rappresentati i simboli del le
grandi rel igioni: la mezzaluna islamica, la stel la di David e la croce di Gesù.
E’ un ulteriore appello al la coesistenza tra le culture e le rel igioni nel la
prospettiva di un autentico dialogo interrel igioso.
Lo scorso mese di giugno don Giusto ha ricordato i l trentesimo
anniversario di ordinazione sacerdotale, mentre don Claude ha festeggiato i
trent’anni da sacerdote nel mese di agosto. A loro gl i auguri grati del l ’ intera
comunità, con un ricordo nella preghiera, così come è avvenuto durante la
celebrazione degli anniversari di matrimonio:
Preghiamo per i nostri carissimi sacerdoti don Giusto e don Claude, che in
questi giorni ricordano il loro trentesimo di ordinazione sacerdotale. A Te, o
Dio, che li hai chiamati a seguirTi più da vicino per portare nella Chiesa e in
mezzo a noi la Tua Parola di vita, affidiamo la loro vita.
Don Giuseppe Notari, vicario a Rebbio dal 1 974 al 1 980, è da
tempo affetto da una grave malattia. Ordinato sacerdote nel 1 970, ha svolto
con passione il suo ministero in parrocchia e presso la Scuola Media di Via
Cuzzi. Lo ricordiamo nella preghiera, grati al Signore per la sua presenza in
mezzo a noi.
aride, costituiscono un invito a
girare per i l quartiere con occhi
nuovi, attenti ad una situazione in
continua evoluzione.
24
LETTERE A IL FOCOLARE
Carissimi,
a “botta calda” vorrei esternarvi le mie sensazioni sul numero di giugno de I l
Focolare, prima che le vacanze estive decretino l ’obl io. Mai come in questo ultimo
numero ho avuto la sensazione di una condivisione così totale dei contenuti . Dal
Giubileo della Misericordia che “restituisce uguaglianza a tutti” al la casa
parrocchiale che è “del la parrocchia”; dal le guerre dimenticate ricordate da don
Giusto al le “riflessioni sul la disoccupazione” di Marco, o le possibi l ità inespresse di
offerte di lavoro nel nostro quartiere. Dalla “lapide del l iceo Giovio” al le toccanti
testimonianze di “presenza” a quel 25 apri le di 70 anni fa. Dai 1 00 anni di Nilda al le
“passeggiate per le vie del cielo” di Adriana. L’albero “tanabata” e le giuste
aspirazioni per Rebbio degli organizzatori del la festa del quartiere: “. . .abbiamo
persino immaginato che all ’ incrocio tra la via Alebbio e la via Parrocchiale (dove
c’era i l palco e l’albero) sorgesse una bella piazzetta rispettosa del sagrato della
nostra bella chiesa. . . ”.
Credo che questo fatto dipenda dall ’apertura e dalla disponibi l ità di don Giusto e
dalla sensibi l ità e dalla bravura di chi ha redatto i testi o raccolto le testimonianze.
C’è un elemento comune che unisce questi contributi ed è una certa visione della
vita comunitaria dove c’è spazio di parola e di azione per tutti gl i uomini e le donne
“di buona volontà”, credenti, di altre confessioni rel igiose, non credenti.
Non penso saranno parole a vuoto, se si semina bene, i risultati in termini di
inclusione e condivisione non tarderanno ad arrivare.
Lettera firmata
LLaa rreeddaazzii oonnee rrii ssppoonnddee::
I l numero di giugno è stato i l risultato di una cooperazione tra chi di sol ito prepara I l
Focolare e nuovi col laboratori e di segnalazioni su persone e fatti che sono emersi
girando per le vie del quartiere. Ci auguriamo che il bol lettino parrocchiale, anche in
questa sua apertura sul quartiere, possa essere sempre più motivo di dialogo e di
riflessione su problemi vicini e ‘lontani’ .
E' una rubrica aperta a tutti : i l focolare accoglie segnalazioni, curiosità,domande e quant'altro possa essere di interesse per la comunità. Bastascrivere a [email protected] lettere non devono superare i 600 caratteri.
25
DON RENZO SCAPOLO:50 ANNI DI SACERDOZIODDoonn RReennzzoo SSccaappooll oo,, ll ’’ aammoorree ppeerr ii
‘‘ ppoovveerrii ccrrii ssttii ’’
I l prossimo 27 settembre, don Renzo
Scapolo festeggerà, nel la nostra
comunità, i l cinquantesimo di
ordinazione sacerdotale.
Nato a Santa Giustina in Colle, in
provincia di Padova, nel 1 937, si
trasferisce poi a Montano, dove, prima
di entrare in Seminario al l ’età 1 7 anni,
lavora nell ’azienda agricola di famigl ia e
come fabbro. Ordinato sacerdote dal
vescovo Bonomini, don Renzo viene
nominato vicario nel la parrocchia di
Camerlata, poi nel 1 971 parte, quale
prete fidei donum per la missione
diocesana di Santiago del Estero, una
delle più povere dell ’Argentina, a nord di
Buenos Aires, .
Tornato in I tal ia, dopo una breve
esperienza come collaboratore a
Muggiò, guida, dal 1 983 al 1 995, la
parrocchia di Caversaccio a Valmorea
dove accoglie migl iaia di profughi
l ibanesi. Nel 1 991 , quando scoppia i l
confl itto nei Balcani si attiva
immediatamente per creare ponti di
sol idarietà concreta a favore della
popolazione vittima della guerra. Nel
1 994 fonda l'associazione Sprofondo e
prende i primi contatti con l 'al lora
vescovo di Sarajevo Vinko Puli jc e i l
sindaco Kupusovic. “Nel maggio del
1 995 decide di rimanere a Sarajevo per
essere più vicino ai poveri-cristi . Da
quel momento alterna i periodi in Bosnia
con brevi puntate in I tal ia per rinvigorire
i l "focolare" del la sol idarietà. Quattro
anni e mezzo di permanenza a
Sarajevo gli permettono di costruire
moltissimo in termini di opere, ma
soprattutto di fiducia da parte di migl iaia
di persone, dai più poveri ai più quotati ;
bosniaci, ital iani, gente di ogni
nazionalità, credo, ceto; mil itari e
pacifisti ; aiutanti e aiutati . ” (dal sito
del l ’Assocazione Sprofondo)
Ritornato in I tal ia, è nominato parroco di
Plesio. Ora, a causa di problemi di
salute, risiede a Como, presso la
struttura dei Guanell iani di Via Grossi.
Di seguito, una ricca testimonianza
dell ’attività di don Renzo a Valmorea:
"Non è facile esprimere ricordi,
sentimenti, emozioni, azioni, legate al
periodo in cui Don Renzo è stato
Parroco a Caversaccio. L’ immagine che
mi viene spontanea pensando alle
26
numerose e diverse iniziative intraprese
da Don Renzo è quella di un vulcano in
eruzione: non aveva ancora finito di
attuare un’iniziativa che già ne stava
incominciando un’altra, ma tutte
animate da grande altruismo, da un
amore concreto e fattivo per i “poveri
cristi” in cui vedeva il Cristo sofferente.
Arriva da noi con ancora nel cuore la
“sua“ Missione in Argentina e subito
organizza una vendita di mele e di miele
argentini per dare un aiuto concreto a
questi fratel l i poveri.
Poi la frana in Valtel l inaX Don Renzo è
in prima linea a soccorrere ed aiutare e
sprona i parrocchiani a collaborare con
lui, a stabil ire gemellaggi con le famigl ie
colpite dal la frana. Poco dopo arriva
“l ’ondata” dei Libanesi che fuggono
dalla guerra. Don Renzo va ad
accoglierl i a Como in stazione, l i ospita
in Parrocchia, in strutture al lestite per
l ’occasione, in casa parrocchiale, nel la
sacrestia, trasformata in dormitorio e,
quando non basta, si può passare la
notte anche in chiesa su due panche
accostate, con scandalo dei
“benpensanti”. I l flusso di arrivi è di
molto superiore alle possibi l ità di
accoglienza e perciò Don Renzo si
rivolge ad altre Parrocchie, ai Sindaci, a
famigl ie disponibi l i , facendo della
Parrocchia, con l ’aiuto di volontari e
obiettori di coscienza, un centro di
smistamento. Intanto continua insistente
e pressante i l suo invito ai parrocchiani
ad ospitare, a offrire almeno un pranzo
o una cena o altri servizi. Non è facile
seguire Don Renzo in questo periodo: le
sue richieste sembrano esorbitanti , al di
fuori del “buon senso” e in un certo
senso lo sono perché animate da un
fuoco di Amore che si può ammirare,
ma diffici lmente seguire impegnandosi
come lui fino in fondo, superando ogni
genere di difficoltà e dimenticando se
stessi.
Le sue omelie sono graffianti , ma
incidono in profondità, non si può
restare indifferentiX A qualcuno danno
troppo fastidio, critica e frequenta
Parrocchie vicineX. ma molti , anche i
cosiddetti “lontani”, apprezzano e
ammirano l’opera di Don Renzo,
parecchi giovani lo seguono e molte
porte si apronoX Così è anche per
l ’aiuto a Hvar, dove si rifugiano i
profughi dal la guerra dei Balcani. Don
Renzo va più volte sul l ’ isola per
rendersi conto della situazione e poi si
butta a capofitto nel la raccolta di aiuti ;
numerosi Tir partono per l ’ isola con
generi di prima necessità, quando
arrivano in piazza a Caversaccio, dal la
chiesa parrocchiale si diffonde il canto
“Tu scendi dal le stel le”: è un invito
27
originale di Don Renzo perché come
Cristo è “disceso” per donarci se stesso,
anche noi scendiamo dalle scale delle
nostre case per donare un aiuto a
questi nostri fratel l i . E da Hvar le
vicende della guerra fanno spostare
l ’aiuto a Sarajevo, Don Renzo
intraprende viaggi pericolosissimi (uno
di questi con Monsignor Tonino Bello)
per portare conforto e un invito al la
pace (Mir) e quando torna, attraverso
l’Associazione Sprofondo, da lui
fondata, organizza svariati tipi di aiuto
(invio di generi di prima necessità e di
medicinal i , contributi mensil i per
ammalati , disabil i , anziani, orfani; borse
di studioX.). I l suo aiuto è per tutti ,
indipendentemente da etnie, o rel igione.
Per amore dei “poveri cristi” lascia la
parrocchia per trasferirsi a Sarajevo
come sempre incurante delle difficoltà,
del la sua salute, dei rischi e pericol i
sotto i bombardamenti, perché è
l’amore di Cristo che lo spinge.
Spesso Don Renzo sollecita a non
dimenticare i “poveri cristi” vicini a noi e
come sempre ne dà l’esempio: la sua
casa è sempre aperta e spesso
frequentata da “barboni”, persone con
disturbi psichici o di alcoolismo; Don
Renzo organizza un orto adiacente alla
casa parrocchiale, fa lavorare per
qualche ora le persone di passaggio e
poi le “paga”X per non umil iarle con
un’elemosina ed educarle al lavoro. La
presenza di Don Renzo è viva anche in
altri settori: partecipa alle visite che
mensilmente un gruppo fa all ’Ospedale
psichiatrico e in determinate occasioni
celebra la S. Messa suscitando una
partecipazione commovente tra gl i
ospiti , col labora attivamente alla nascita
di SIMPATIA (una struttura per disabil i)
a Valmorea e organizza gruppi di
volontari che diano una mano in lavori
di assemblaggio o della coltivazione
dell ’orto al l ’ANCORA (una cooperativa
che si occupa di disabil i) a Lurate
Caccivio. Anche nella vita parrocchiale
porta “novità” che da alcuni sono
criticate perché esulano dagli schemi
tradizionali , ma da molti apprezzate e
condivise: l ’apertura della Chiesa 24 ore
su 24 perché ognuno possa andare a
pregare quando vuole, i tentativi di
rinnovamento della Catechesi
col legando l’ insegnamento a momenti di
vita vissuta, a una collaborazione fattiva
coi genitori fino al l ’esperimento con una
classe di affidare a loro l ’ insegnamento,
dopo un’adeguata preparazione; i l suo
rifiuto a ricevere personalmente offerte
che si possono deporre in apposite
cassette per evitare ogni forma di
control lo e di emulazione, l ’apertura ai
laici affidando alla loro responsabil ità
28
FESTA DELLA MADONNA DELLA CONSOLAZIONE
Domenica 27 settembre
Da lunedì 21 a venerdì 25 settembre
Ore 20,30: S.Rosario nei corti l i
Sabato 26 settembre
Ore 1 5,00: Confessioni
Ore 1 7,30: S.Messa prefestiva
Domenica 27 settembre
Ore 7,30–1 8,00: SS.Messe d’orario
Ore 1 0,00: S.Messa concelebrata. Presieduta da DON RENZO SCAPOLO
che ricorda il suo 50° anniversario di Ordinazione Sacerdotale.
Ore 1 4,30: Processione con il simulacro della Madonna della Consolazione,
Vespri e benedizione. Al termine: INCANTO DEI CANESTRI
La Processione partirà dal corti le di via Giussani (case Edificatrici), a
seguire via Bastigl ia, via Varesina, via Lissi, Chiesa parrocchiale.
CALENDARIO LITURGICO
compiti specifici , lo stimolo a
partecipare alla Celebrazione
Eucaristica in modo più attivo offrendosi
per le letture, formulando preghiere
spontanee ed esprimendo riflessioni
personali sul le letture, ma soprattutto a
prendere sul serio la Parola e
l ’Eucaristia per viverle nel quotidiano.
Certe sue frasi original i come “non
riceviamo il Signore in sacchetti di
plastica” senza assimilarlo, certi richiami
a una povertà che si trasformi in
sol idarietà e carità autentica scavano
nel profondo e non si possono
dimenticare. Nella sua attività frenetica
non trascura la sua famigl ia, ha con sé i
genitori anziani, tiene in casa la
mamma completamente allettata perché
colpita da paral isi e, con l ’aiuto dei suoi
famil iari e di volontari, la cura con
grande amore. La parola e la
testimonianza di questo prete “originale
e scomodo” sono state per me un
grande dono. Grazie, Don Renzo!
Una parrocchiana di Caversaccio
29
ANAGRAFE PARROCCHIALE
36 MERLO LUIGIA
37 MIGLIORINI FRANCO
38 GENTILI DINA
39 BIANCHI ANGELO
40 SBALCHIERO SALVINA
41 PIEROBON CAROLINA
42 CHIRIACO NICODEMO
43 GRANATA ALBERTO
44 SCURTO SUSANNA
45 RUGGIRELLO MARGHERITA
46 BOTTA FAUSTO
47 FORMICHELLA ERNESTA
48 BOTTA ANGELA
49 MANDALA’ GIUSEPPE
50 MONTESIN GIUSEPPINA
51 FIORINO GIACOMO
52 BALCONI ERMINIO
53 CARDONE MICHELE
CCii hhaannnnoo pprreecceedduu ttoo nneell ll aa ccaassaa ddeell SS ii ggnnoorree
BBaatttteezzzzaattii nneell ll aa ffeeddee ddeell ll aa CChh ii eessaa ee ddeeii GGeenn ii ttoorrii
UUnn ii ttii nneell ssaaccrraammeenn ttoo ddeell mmaattrriimmoonn ii oo
2 SANTORELLI VINCENZO e VOTTARIELLO VERONICA
Celebrato a S.Stefano FORINO (AVELLINO)
3 SCACCO IGNAZIO e LA ROCCAALESSIA
Celebrato a SANGIORGIO CALTAGIRONE (CATANIA)
4 CASSARINI CLAUDIO e TORRETTI ADELAIDE
Celebrato a S.MARIA CIRIGLIANO (MATERA)
5 QUAGLIARA CLAUDIO e NAVIDAD GUTIERREZ CONCEPCION DE MARIA
Celebrato a CUSCATLAN (EL SALVADOR)
6 SANFILIPPO DEVID
7 SANFILIPPO GINEVRA
8 PORRO GIORGIA
9 GASPERONI LEONARDO
1 0 MASELLA NOEMI
Lunedì 28 settembre
Ore 8,30: S.Messa
Ore 20,30: S.Messa per i defunti del la parrocchia, segue Processione al
cimitero
30
NOVEMBRE
DOMENICA I° NOVEMBRE FESTIVITA’ DI TUTTI I SANTI
S.MESSE COME DA ORARIO FESTIVO . NEL POMERIGGIO
ORE 1 4,30 CANTO DEI VESPRI SEGUE PROCESSIONE AL CIMITERO.
AL TERMINE: CASTAGNATA DEI SANTI – CON LE ASSOCIAZIONI
DEL QUARTIERE.
LUNEDI 2 NOVEMBRE COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI
ORE 1 0,00 S.MESSAAL CIMITERO
ORE 20,30 S.MESSA IN CHIESA PARROCCHIALE
DA MARTEDI A VENERDI PROSEGUE L’OTTAVARIO DEI DEFUNTI
S.MESSE ORE 8,30 IN CHIESA ORE 1 6 AL CIMITERO
VENERDI 6 NOVEMBRE I° VENERDI ’ DEL MESE
ORE 1 7,00 ADORAZIONE IN CHIESA ORE 20,30 S.MESSA SEGUE
ADORAZIONE FINO ALLE ORE 22,00
FESTA PATRONALE DI SAN MARTINO
SABATO 1 4 NOVEMBRE
Ore 1 5 in Chiesa confessioni
Ore 1 7,30 Santa Messa prefestiva
Ore 21 ,00 CONCERTO DI SAN MARTINO
DOMENICA 1 5 NOVEMBRE
Ore 7,30 e 1 8 Sante Messe
Ore 1 0 Santa messa concelebrata
Ore 1 2,30 pranzo comunitario ( serve prenotazione)
Ore 1 4 inizio giochi per tutti e Tombolata
Ore 1 7 PREGHIERA CONCLUSIVA
CALENDARIO PASTORALE