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Bollettino Ufficiale d’Informazione dell’Ordine dei Geologi Regione Emilia-Romagna
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PERIODICO QUADRIMESTRALE - Tariffa R.O.C.: Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento PostaleD.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art, 1, comma 1, DCB (Bologna)
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ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
Bollettino Ufficiale d’Informazionedell’Ordine dei Geologi Regione Emilia-Romagna
Anno XI/2011 - N. 42 - NUOVA SERIE
Fontanili di Corte Valle Re. L’area si trova nella pianura reggiana nel comune di Campegine. Rappresenta un fenomeno idrogeologico tipico della valle padana che si manifesta sul confine tra la media e la bassa pianura. I Fontanili di Valle Re rappresentano ciò che rimane dei sistemi di risorgive comunemente noti come Laghi del Bosco, Laghi del Palazzo, Laghi del Bottazzo e Laghi del Monte. Causa l’intensa modificazione del paesaggio agricolo, questi ambienti hanno acquisito una sorta di naturalità secondaria e quindi un’importante valenza ecologica divenendo il rifugio per numerose specie vegetali ed animali. (Foto di Stefano Segadelli, luglio 2011)
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L’istituzione del Dipartimento della Protezione Civile è del giugno 1982. Il Servizio Nazionale della Protezione Civile nasce con legge n. 225 del 24 febbraio 1992.Attività e compiti di protezione civile sono specificati all’art. 3 della legge.Sono attività di protezione civile quelle volte alla previ-sione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio, al soc-corso delle popolazioni sinistrate ed ogni altra attività necessaria ed indifferibile diretta a superare l’emergenza connessa agli eventi calamitosi naturali o indotti.La previsione consiste nelle attività dirette allo studio ed alla determinazione delle cause dei fenomeni calamitosi, alla identificazione dei rischi ed alla individuazione delle zone del territorio soggette ai rischi stessi.La prevenzione consiste nelle attività volte ad evitare o ri-durre al minimo la possibilità che si verifichino danni con-seguenti agli aventi di cui sopra, anche sulla base delle co-noscenze acquisite per effetto delle attività di previsione.Quindi, in buona sostanza, si accostano l’attività di Pro-tezione con le attività di Previsione e Prevenzione dei Rischi.In Italia il ruolo della Protezione Civile è efficiente e me-ritorio allo stesso tempo. Ne abbiamo una continua veri-fica nei momenti successivi ai disastri che costellano la nostra vita (alluvioni, terremoti, inondazioni...) che hanno interessato questo bellissimo e disgraziato paese.Non voglio ripercorrere queste tappe di cui ci siamo già occupati nell’articolo della Marilena Martinucci (La pre-venzione incivile, n. 37 del Geologo dell’Emilia-Romagna dal quale abbiamo ripreso gli aspetti normativi di cui so-pra) si vuole solo distinguere l’attività di protezione civile che riguarda l’immediatezza degli interventi e la neces-sità di procedere attraverso Ordinanze immediatamen-te esecutive da quella di previsione che consiste nello studio ed alla determinazione delle cause dei fenomeni calamitosi, alla identificazione dei rischi ed alla indivi-duazione delle zone del territorio ad essi soggetti.Questi due tipi di attività, protezione e previsione, che sono state messe entrambe in carico al Ministero della Protezione Civile, genera in me forti perplessità.Ritengo infatti che la perimetrazione delle zone soggette ai vari tipo di rischio (sismico, idrogeologico, vulcanico) debba riguardare prioritariamente la pianificazione ter-ritoriale (a grande e piccola scala) e quindi esulare dai compiti di Protezione Civile.Perché dico questo? Perchè nella pianificazione le scelte debbono essere condivise il più possibile a tutti i livelli e non devono essere imposte dall’alto.Mi riferisco ad un esempio concreto nel nostro territo-rio regionale: la redazione di un Piano Strutturale (PSC) all’interno del quale devono essere evidenziati tutti i ri-schi (rischio idrogeologico, sismico, idraulico ecc.). Bene questo viene proposto da una certa maggioranza poli-tica e sottoposto al vaglio delle numerose Conferenze di Pianificazioni (ove sono rappresentati sia i soggetti pubblici che quelli privati). Terminato questo iter, che può durare diversi mesi, il Piano viene adottato ed entra
Protezione e prevenzione: alcune riflessioniin salvaguardia. Segue il periodo delle osservazioni, che può essere più o meno lungo, al termine delle quali il Pia-no viene finalmente approvato.Come si vede la ricerca del consenso richiede tempo e pazienza.Il geologo professionista svolge la propria attività proprio in questo settore, quello dei rischi, per la determinazione dei quali ha sviluppato una propria forma mentis derivan-te da uno specifico programma di studi universitari.C’è poi un altro aspetto di non secondaria importanza che riguarda la disponibilità dei fondi economici.E’ chiaro che per far fronte all’emergenza occorre una riserva di fondi subito disponibili.Questo potrebbe indurre le pubbliche amministrazioni a “vedere” questioni emergenziali questioni che potreb-bero meglio rientrare nella “normale” pianificazione ter-ritoriale, per la quale le risorse economiche sono spesso esigue o nulle.Faccio un esempio concreto che mi è capitato recente-mente. La mia Provincia di appartenenza, poco tempo fa ci ha dato l’incarico di studiare una piccola frana che aveva interrotto, parzialmente, una strada provinciale. Si trattava di una retrogressione di un movimento cartogra-fato correttamente dal PTCP (Piano Territoriale Provin-ciale di Coordinamento Provinciale) la cui retrogressione era chiaramente imputabile alle copiose piogge primave-rili. Intervengono anche i tecnici della Protezione Civile (bardati come se dovessero partecipare ad una spedi-zione antartica) i quali mi suggeriscono di sottolineare ed evidenziare il contesto geomorfologico locale (la zona era caratterizzata da ampie frane e colate quiescenti ed attive) cosa che peraltro facciamo normalmente, in modo che fosse più agevole accedere ai fondi regionali della Protezione per il consolidamento del movimento.E’ solo un piccolo esempio tuttavia spia di una certa di-storsione dei ruoli e delle competenze.Rimango dell’opinione che la Protezione Civile si deve occupare, appunto della Protezione, lasciando alla Piani-ficazione territoriale tutto il resto delle competenze.Come dicevano i nostri avi est modus in rebus (c’è una misura nelle cose): se non si capisce che l’ordine dei passaggi va dalla Previsione (inserendo le attività delle Autorità di Bacino, delle Regioni e delle Province ecc.) alla Prevenzione (con gli strumenti propri della pianifica-zione territoriale) ed infine alla Protezione tutto finisce per diventare Protezione e il pateracchio è fatto.Il recente Disegno di Legge inviatoci dal C.N. “Misure urgenti in materia di gestione e prevenzione del rischio idrogeologico” ci pare, ad una prima lettura, del tutto condivisibile, coordinando in materia efficace la materia, proponendo l’istituzione di Comitati operativi permanenti su base regionale e mettendo ordine tra le competenze.Molto positiva poi la proposta di istituire Presidi idroge-ologici permanenti per le aree a rischio idrogeologico e idraulica elevato o molto elevato, con la previsione di do-tazioni organiche di geologi e ingegneri, civili e idraulici.
Maurizio Zaghini
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Figura 1 – Posizione delle diverse stazioni GNSS permanenti (triangoli
rossi) istituite per studi di carattere tettonico ed utilizzate anche per il
monitoraggio dei movimenti della Grande Frana di Patigno. Le sigle a
quattro caratteri alfanumerici indicano il nome in codice GNSS delle
rispettive stazioni. La stella gialla indica la posizione della stazione per-
manente ubicata nel paese di Patigno, denominata PATG. il quadrato
fucsia indica la posizione della stazione pluviometrica di Pontremoli i
cui dati sono stati utilizzati per lo studio dei movimenti della frana di
Patigno. Il rettangolo nero nel riquadro in alto indica la posizione geo-
grafica dell’area di dissesto. Nella parte in basso della figura è riportata
la carta geologica della frana al cui interno sono evidenziate la posizio-
ne dei diversi centri abitati
1. INTRODUZIONE
Le aree di dissesto idrogeologico coprono circa il 7% del
territorio italiano, in particolare la Regione Emilia Roma-
gna risulta essere una delle tre regioni a più alto tasso
di dissesto in quanto oltre il 20% del territorio collinare
e montano è interessato da accumuli di frane attive o
quiescenti (dati progetto nazionale IFFI, Inventario dei
Fenomeni Franosi in Italia). In tale contesto un corretto
ed efficace monitoraggio di questi fenomeni da parte dei
diversi Enti preposti risulta essere un’attività sempre più
importante e necessaria sia per i settori inerenti alla pro-
tezione civile, che per quelli riguardanti la pianificazione.
Le moderne tecniche di monitoraggio possono fornire ri-
sultati molto interessanti per il controllo di tutte le defor-
mazioni che avvengono all’interno di un’area in dissesto.
Tali informazioni possono essere facilmente integrate
con quelle dedotte utilizzando le tecniche più classiche
come ad esempio estensimetri e/o i rilievi topografici,
e/o correlate con altri tipi di rilievo, come ad esempio le
misure eseguite utilizzando pluviometri o piezometri.
Nella prima parte del lavoro sono descritte brevemente
le principali caratteristiche delle metodologie di moni-
toraggio geofisico satellitare, aeree e terrestri. In parti-
colare, sono descritte le diverse modalità di rilievo che
possono essere eseguite utilizzando la metodologia
GNSS e le precisioni raggiungibili. Di seguito è descrit-
ta un’interessante applicazione in relazione alla grande
frana di Patigno, un’area di dissesto idrogeologico tipica
dell’Appennino settentrionale ubicata nel comune di Zeri
in provincia di Massa Carrara (Fig.1).
2. METODOLOGIE DI MONITORAGGIO
Gli ultimi 30 anni hanno visto la nascita e lo sviluppo di
tecniche di rilievo satellitare, aereo e terrestre che con-
sentono di eseguire indagini su zone inaccessibili o su
grandi aree in tempi relativamente brevi. Queste tecni-
che si basano sostanzialmente sull’invio e/o ricezione di
segnali elettromagnetici (luce visibile, segnali radar, laser
e onde radio) e possono essere facilmente installate su
Analisi della serie temporale della stazione CGPS sulla Grande Frana di PatignoCenni Nicola1, Dal Forno Giulio2, Durante Paolo2 1 Fisico, Dipartimento Scienze della Terra Università degli Studi di Siena2 Geologo libero professionista
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di dispositivi SAR in orbita attorno alla Terra; tra questi
vi è la costellazione italiana COSMO-SkyMed sviluppata
dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e gestita da Telespa-
zio (http://www.telespazio.it/cosmo.html). La complessa
procedura di analisi delle informazioni acquisite da que-
sti satelliti permette di monitorare gli spostamenti anche
in aree molto grandi; per questo motivo attualmente
viene applicata nello studio di diversi fenomeni geofisici
quali la subsidenza, la stima delle deformazioni prodotte
da un evento sismico, le aree di dissesto idrogeologico
e quelle vulcaniche.
Un’altra applicazione che utilizza le microonde, sviluppa-
tasi sul finire degli anni ’90, è l’interferometria SAR terre-
stre, solitamente definita attraverso gli acronimi TInSAR
(Terrestrial InSAR) o GBInSAR (Ground Based SAR Inter-
ferometry). In questo caso lo strumento viene posizionato
a terra ad una distanza inferiore a 4 Km dall’area da mo-
nitorare e gestito da un operatore specializzato; questo
consente un’alta frequenza temporale nelle misure, fino a
pochi minuti tra una scansione completa dell’area e l’al-
tra. I dati SAR acquisiti con questa tecnica sono immagini
bidimensionali di spostamento che possono raggiungere
precisioni molto elevate, fino a pochi decimi di millimetro.
Una tecnica di rilievo i cui dispositivi sono solitamente
installati su aeromobili o più raramente su satelliti è la
Fotogrammetria; con questo termine di solito si indica
l’insieme delle operazioni che permette di ottenere la po-
sizione spaziale (informazioni metriche tridimensionali) di
tutti i punti d’interesse di un oggetto a partire dall’anali-
si di fotogrammi o immagini digitali dell’oggetto stesso,
presi da punti di vista diversi. Questa tecnica, nata ini-
zialmente per essere utilizzata nel rilievo architettonico,
è da tempo utilizzata massicciamente anche per il rileva-
mento topografico.
diversi tipi di mezzi come ad esempio satelliti in orbita
attorno alla Terra (SAR, GPS), aereomobili (Fotogram-
metria, SAR e Laser) o su apparecchi a terra (Fotogram-
metria, SAR e Laser) vicino alle aree in esame.
La tecnica di rilievo denominata SAR (Synthetic Aperture
Radar) si basa sulla propagazione di onde elettromagne-
tiche nel campo delle microonde. Dato che tale tipo di
onde non è influenzato dalle condizioni meteo-climati-
che (nubi) e di illuminazione (luce o buio), dispositivi che
sfruttano questa tecnologia sono sempre attivi e pos-
sono essere montati anche su satelliti in orbita attorno
alla Terra. Come un comune radar tali dispositivi inviano
un’onda che colpendo l’ostacolo ritorna verso la sorgen-
te. Il risultato che si ottiene da un rilievo di questo tipo
è un immagine bidimensionale con diversi livelli di grigio
che indicano un valore diverso della potenza del segnale
acquisito (Fig. 2).
La possibilità di avere immagini SAR di una stessa area
acquisite in tempi diversi permette di monitorare nel
tempo gli spostamenti avvenuti in tale area. Il confronto
tra due o più immagini SAR successive viene eseguito
utilizzando la tecnica di elaborazione InSAR (Interfero-
metric Synthetic Aperture Radar), la quale consente di
stimare con precisione millimetrica gli spostamenti av-
venuti nell’area indagata (cfr. Tabella 1). I rilievi SAR sa-
tellitari ed aerei presentano basse prestazioni per terreni
agricoli o boschivi, le cui superfici assorbono la maggior
parte della potenza del segnale radar; mentre fornisco-
no ottimi risultati per le aree urbanizzate, in quanto gli
edifici presentano un’elevata riflettività. Bassi valori di
riflettività possono essere superati installando riflettori
definiti corner relector o permanent scatter le cui pro-
prietà riflettive rimangono invariate nel tempo, permet-
tendo un loro facile riconoscimento nell’immagine radar.
Attualmente esistono più di una decina di satelliti dotati
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Figura 2 – Esempio di immagine SAR. Baia di Gaeta in provincia di
Latina (fonte ESA)
Figura 3 – Finestra di applicativo software per la creazione di DTM da
immagini fotogrammetriche.
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Utilizzando particolari macchine fotografiche installa-
te su aerei appositamente attrezzati vengono scattate
diverse foto alle aree da monitorare. Successivamente
queste immagini sono elaborate (Fig. 3) per estrarre un
modello digitale del terreno (DTM, Digital Terrain Model)
o un modello digitale delle quote (DEM, Digital Eleva-
tion Model). Il confronto tra due DTM o DEM ottenuti in
tempi diversi, opportunamente georeferenziati, tramite
punti appoggio ottenuti da altre metodologie, permette
di stabilire se la zona studiata ha subito delle deforma-
zioni e stimarne l’entità. La precisione con cui è possibile
ricavare il singolo DTM/DEM varia da qualche metro a
poche decine di centimetri per quanto riguarda la foto-
grammetria aerea e dipende fortemente dalla quota del
volo, dal tipo di strumentazione ed anche dalla precisio-
ne con cui si conosce la posizione dei punti appoggio
(cfr. Tabella 1). Questa precisione può essere migliorata
a pochi centimetri con rilievi a piccola scala utilizzando
macchine fotografiche posizionate a terra, qualora gli
oggetti da rilevare siano entro i 400 m di distanza.
Lo sviluppo tecnologico che ha coinvolto i dispositi-
vi laser (Light Amplification by Stimulated Emission of
Radiation) in tutti i campi delle scienze ha ampliato lo
spettro delle tecniche di monitoraggio geofisico introdu-
cendo due nuove dispositivi: il laser a scansione terre-
stre (TLS, Terrestrial Laser Scanner) e il telerilevamento
laser da aereo o da satellite (LIDAR, Light Detection and
Ranging; o Laser Imaging Detection and Ranging). In
entrambi i casi il dispositivo di misura è costituito da un
emettitore basato su tecnologia laser, che utilizza la por-
zione dello spettro elettromagnetico vicino all’infraros-
so. Questi strumenti permettono in modo non invasivo
di stimare con precisione la posizione tridimensionale di
un numero molto elevato di punti. Queste stime vengo-
no eseguite a partire dalla distanza tra i punti e l’emet-
titore laser che viene calcolata misurando il tempo che
intercorre fra l’emissione dell’impulso laser e la ricezione
del segnale retrodiffuso dall’oggetto colpito. La differen-
za tra questi strumenti e un distanziometro laser risiede
nella capacità di eseguire una misura senza l’ausilio di
speciali dispositivi riflettori e di poter indirizzare durante
una scansione il fascio laser su una griglia bidimensiona-
le di punti in modo da poter ricoprire automaticamente
almeno una parte dell’area monitorata. L’assenza di di-
spositivi riflettori fa si che le misure eseguite con queste
tecniche oltre che l’informazione planimetrica abbiano al
loro interno anche un’informazione riguardante il mate-
riale colpito dal fascio, contenuta nell’intensità del se-
gnale retrodiffuso. Per quanto riguarda i rilievi utilizzando
il laser terrestre (Fig. 4) la precisione raggiungibile sulle
singole misure dei punti è millimetrica, ma dipende for-
temente dalla distanza tra il dispositivo e l’area da misu-
rare, dalle condizioni ambientali e climatiche.
Nel caso del LIDAR le precisioni raggiungibili sono più
basse, dell’ordine di alcuni centimetri. La principale par-
ticolarità di questi due sistemi di misura è legata al note-
vole numero di punti di cui si può misurare la posizione
in un tempo relativamente breve; per questa ragione tali
tecniche, nell’ambito del monitoraggio dei fenomeni di
dissesto, sono solitamente utilizzate per la creazione di
DTM ad alta risoluzione.
L’ultima metodologia, ma non in ordine di importanza,
che andremo brevemente ad analizzare è la tecnica sa-
tellitare GPS (Global Position System), o attualmente
definita in modo più generico come GNSS (Global Na-
vigation Satellite System). Tale tecnica nacque nel 1973
su un progetto del Dipartimento della Difesa degli Stati
Uniti d’America, con lo scopo di creare uno strumento
che consentisse la navigazione in tempo reale di imbar-
cazioni, veicoli terrestri ed aerei. Il sistema fu sviluppato
a partire dal 1978 con il lancio in orbita del primo sa-
tellite e dichiarato completamente operativo a partire
dal 1995. Analogamente nell’allora Unione Sovietica fu
messo a punto un sistema simile chiamato GLONASS
(GLObal’naya NAvigatsionnaya Sputnikovaya Sistema)
che però fu abbandonato verso il 1990 a causa della
crisi sovietica e ripristinato dal governo russo, a partire
dal 2001, per cercare di portarlo alla piena operatività.
Data l’importanza strategico-commerciale di un sistema
di posizionamento satellitare, anche la Repubblica Po-
polare Cinese e la Comunità Europea stanno sviluppan-
do dei sistemi satellitari propri chiamati rispettivamente
COMPASS e GALILEO. In generale, la tecnica di naviga-
zione satellitare, basata sui diversi sistemi attualmente in
funzione (GPS, GLONASS) o che entreranno in funzione
(COMPASS e GALILEO), viene definita mediante l’acro-
nimo GNSS. Come vedremo più dettagliatamente nel
prossimo paragrafo, le diverse modalità di misura che si
Figura 4 – Esempio di strumentazione laser scanner (fonte Leica)
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possono eseguire con il GNSS consentono di realizzare
ad esempio un modello digitale del terreno di un’area di
dissesto, di monitorarne nel tempo l’andamento di alcu-
ni punti significativi e di correlare queste misure con altri
tipi di dati (esempio: pluviometri o estensimetri). I costi
relativamente contenuti della strumentazione e la coper-
tura satellitare ormai garantita in ogni punto del globo
rendono questa tecnica molto diffusa ed utilizzata.
3. IL RILIEVO GNSS
Qualsiasi sia il sistema di posizionamento utilizzato, il
principio di funzionamento è il medesimo: la posizione di
un punto sulla superficie terrestre viene stimata a partire
dalla misura del tempo intercorso tra il momento in cui
un particolare segnale radio viene inviato da un satellite
e il momento in cui viene captato dall’antenna ricevente.
Da questa misura di tempo è poi possibile, conoscendo
la posizione dei satelliti in orbita, stimare la distanza che
separa l’antenna dal satellite, da cui poi dedurre la posi-
zione del punto in un sistema di riferimento tridimensio-
nale che modella la superficie terrestre. Questo sistema
di posizionamento può considerarsi come composto da
tre differenti segmenti: uno spaziale formato dai satelliti
in orbita, quello terrestre/aereo composto dai numero-
si utenti e quello di controllo a terra, che si occupa del
buon funzionamento del sistema (Fig.5).
Il segnale GPS è in realtà composto da due segnali radio
definiti portanti L1 e L2, che vengono modulati in modo
da trasmettere informazioni ai ricevitori a terra attraverso
dei codici numerici. Una stima dei parametri necessari
per calcolare le orbite dei satelliti, definiti effemeridi, è
contenuta in uno dei codici inviati a terra dai satelliti; la
precisione di questa stima è però molto bassa ed è que-
sto uno dei motivi per il quale il calcolo immediato della
posizione attraverso gli strumenti GPS portatili, come il
navigatore dell’auto, è poco preciso. Tuttavia, confron-
tando tra loro la fase del segnale ricevuto con la sua re-
plica, attraverso una procedura di elaborazione più com-
plessa, si ottiene una precisione più elevata. L’accura-
tezza raggiunta attualmente dai ricevitori più economici
è variabile tra il metro (solo utilizzando la portante L1)
e diversi centimetri (con entrambe le portanti L1 e L2),
mentre quella raggiunta dagli strumenti più sofisticati a
doppia frequenza (L1 e L2) è dell’ordine di pochi millime-
tri (cfr. Tabella 1). La precisione sulla componente verti-
cale della posizione è inferiore rispetto alle componenti
planimetriche; solitamente l’errore sulla quota GNSS è
almeno doppio rispetto a quello delle altre componenti.
Questa differenza è dovuta principalmente alla precisio-
ne con cui sono noti i parametri per modellare corret-
tamente i diversi strati della ionosfera e troposfera che
sono attraversati dal segnale emesso dal satellite. Le
reali osservazioni acquisite dai ricevitori GNSS non sono
direttamente fruibili ad un normale utente, ma necessi-
tano di una fase di elaborazione per essere trasformate
in coordinate. Pertanto, un fattore che riveste particolare
importanza nella precisione della tecnica GNSS è il pro-
gramma utilizzato per ricostruire (modellare) il percorso
del segnale dal satellite al ricevitore. In questo caso i
semplici programmi installati sui navigatori satellitari por-
tatili consentono stime con una precisione molto bassa
(metri, decine di centimetri); mentre gli algoritmi svilup-
pati in ambito scientifico (ad esempio: Bernese, Gamit/
Globk e Gipsy) possono raggiungere precisioni molto
Metodologia Precisione Costo stimato
SAR Qualche millimetro
(componente verticale)
Migliaia di euro
(immagini)
Fotogrammetria
aerea
Qualche decina
di centimetri
Centinaia/migliaia di euro
(immagini)
Laser/Lidar Qualche
millimetro
100000 euro
(strumentazione)
GNSS Qualche
millimetro
20000 euro
(strumentazione)
Tabella 1 – Massime precisioni raggiungibili dalle diverse metodologie
di rilievo nella stima della posizione di un punto nell’area di misura. Co-
sto indicativo per l’acquisto della strumentazione o delle immagini da
elaborare.
Figura 5 – Antenna GPS in fase di acquisizione
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alte dell’ordine di pochi millimetri; tra questi estremi si
inseriscono in termini di precisione i moderni program-
mi sviluppati dalle diverse ditte costruttrici di strumenti
per il posizionamento in ambito commerciale. Al termine
dell’elaborazione le osservazioni GNSS vengono tradotte
in termini di posizione sulla superficie terrestre, che deve
essere descritta attraverso un opportuno modello mate-
matico. Gli organismi internazionali hanno scelto, come
superficie di riferimento per quanto riguarda il sistema
GNSS, l’ellissoide di rotazione definito WGS84 le cui
caratteristiche geometriche sono riportate in Tabella 2.
Le effemeridi dei satelliti fornite dal segmento di control-
lo sono espresse nel sistema di riferimento WGS84, per
questo motivo la posizione dell’antenna al termine dei
calcoli sarà data nel medesimo sistema. All’interno dei
diversi programmi di elaborazione i calcoli vengono ese-
guiti per semplicità utilizzando come sistema di coordi-
nate un sistema cartesiano tridimensionale (X,Y,Z). Que-
sto sistema di coordinate è però privo di alcun significato
geodetico e cartografico; per tale motivo al termine, vi è
una trasformazione di coordinate che permette di passare
a sistemi più intuitivi come ad esempio quello geografico
in termini di longitudine, latitudine e quota ellissoidica, o
quello delle coordinate piane locali in termini di coordina-
ta Nord (distanza in metri dall’equatore), coordinata Est
(distanza in metri dal meridiano di Greenwich) e quota
ellissoidica. Poiché l’ellissoide WGS84, come pure qual-
siasi altro ellissoide, non ha alcun significato geofisico,
la componente quota ellissoidica negli ultimi due sistemi
di coordinate non rappresenta la coordinata ortometrica
rispetto al livello del mare, ma bensì la quota rispetto
alla superficie dell’ellissoide. Per conoscere la quota
ortometrica è necessario sommare alla quota GNSS un
termine definito correzione geoidica, che rappresenta la
differenza tra il geoide e l’ellissoide in quel punto. Que-
sta correzione ha una variabilità molto elevata in termini
spaziali, ed è oggetto di continui aggiornamenti e studi.
Nel caso degli strumenti GNSS che forniscono diretta-
mente la quota sul livello del mare, al loro interno pos-
siedono dei modelli molto semplici di queste correzioni.
La tecnica GNSS permette di stimare la posizione di un
punto attraverso due metodologie di posizionamento
differenti: assoluto e relativo. Nel primo caso si ha un’u-
nica antenna ricevente, e un tipico esempio è il navigato-
re GNSS dell’auto. La massima precisione raggiungibile
nel caso di un posizionamento assoluto è dell’ordine del-
le decine di centimetri. Il posizionamento relativo, inve-
ce, prende in esame osservazioni eseguite da due o più
antenne contemporaneamente, alcune delle quali (ma
non tutte) possono essere anche in movimento. In fase
di elaborazione delle informazioni mediante opportune
strategie di calcolo è possibile eliminare o attenuare al-
cune delle principali fonti di errore che affliggono il posi-
zionamento assoluto; per questo motivo con tale tipo di
posizionamento è possibile raggiungere una precisione
di pochi millimetri (Tabella 3). In generale nell’ambito del
monitoraggio dei fenomeni di dissesto idrogeologico si
tende ad utilizzare un posizionamento relativo ed è pos-
sibile distinguere diverse modalità di rilievo, sulla base
anche del passo di campionamento utilizzato. Il passo
di campionamento è l’intervallo di tempo che intercorre
tra una misura del segnale e la successiva e quindi tra
una stima e la successiva della posizione del punto. Le
modalità di rilievo possibili nel caso del posizionamento
relativo sono quattro: cinematico, rapido-statico, semi-
permanente e permanente. Nella modalità di rilievo di
tipo cinematico vengono utilizzati almeno due strumenti,
uno lasciato fermo in un punto (master) e l’altro (rover)
trasportato da un operatore sempre in movimento. En-
trambi gli strumenti devono essere programmati con lo
stesso passo di campionamento, solitamente di 1 se-
condo. In questo modo lo strumento in movimento sarà
in grado di misurare ad ogni secondo la posizione di un
punto diverso. Le osservazioni acquisite dal ricevitore
rimasto fermo risultano indispensabili per applicare in
fase di elaborazione gli algoritmi per il posizionamento
relativo; in questo modo, anche utilizzando i più comu-
ni programmi commerciali, è possibile raggiungere una
precisione di alcune decine di centimetri. Attraverso
questi punti sarà poi possibile realizzare un modello di-
gitale del terreno (DTM) o delle quote (DEM) dell’area
in esame, già georeferenziato. La precisione di questo
modello dipende anche dalle modalità con cui è stato
eseguito il rilievo, in particolare se l’operatore ha cam-
minato molto lentamente si avrà a disposizione un nu-
mero elevato di punti da utilizzare. Inoltre, lo strumento
lasciato fermo, deve essere posizionato nelle vicinanze
della zona da monitorare in un’area ritenuta stabile. Que-
sto requisito, come quello dell’accessibilità dell’area da
monitorare rappresentano le due principali limitazioni di
questa tecnica nel monitoraggio delle aree instabili. Esi-
stono però numerosi vantaggi, come la semplicità della
strumentazione e della fase di elaborazione, la possibili-
tà di generare diversi DTM/DEM dell’area già georefen-
ziati che possono essere confrontati con quelli dedotti
EllissoideSemiasse
maggiore (a)
Semiasse
minore (c )Schiacciamento
Bessel (1830) 6377397 m 6356079 m 1/299.15
Hayford (1909) 6378388 m 6356912 m 1/297
WGS84 (1984) 6378137 m 6356752 m 1/298.257
Tabella 2 – Caratteristiche geometriche di alcuni dei più importanti el-
lissoidi di rotazione utilizzati in campo geodetico e topografico. L’el-
lissoide di Hayford è il sistema di riferimento assunto nel 1941 come
riferimento per la cartografia ufficiale in Italia.
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utilizzando altre tecniche. Inoltre, se si utilizza sempre
il medesimo punto fermo, esterno all’area, è possibile
confrontare direttamente i DTM senza dover passare ad
una georeferenziazione più completa.
Anche la tecnica GPS Real Time Kinematic (RTK) dove
lo strumento in movimento e quello fermo sono collegati
via radio rientra nel novero delle modalità di posiziona-
mento relativo cinematico, in quanto lo strumento fisso
trasmette a quello in movimento una serie di parametri
necessari e sufficienti per una stima in tempo reale della
posizione del punto. Queste misure risultano ovviamen-
te meno precise rispetto a quelle calcolate con la fase di
elaborazione successiva al rilievo.
Un ulteriore sviluppo del posizionamento in tempo reale
è dato dalla tecnica VRS (Virtual Reference Stations) in
cui l’operatore utilizza un solo strumento in fase di ac-
quisizione. Anche questa tecnica rientra nella categoria
del posizionamento relativo con modalità cinematica, in
quanto lo strumento che materialmente esegue la misu-
ra deve essere costantemente collegato con un centro di
calcolo che crea uno strumento virtuale nelle vicinanze
del rilievo, in grado di simulare ed inviare le medesime
informazioni inviate dalla stazione reale nel caso del ri-
lievo RTK. La possibilità di simulare nelle vicinanze di un
rilievo l’acquisizione del dato da parte di uno strumento
virtuale fermo è data dall’esistenza di numerose stazioni
costituite da strumenti GPS permanenti in continua ac-
quisizione con passo di campionamento di 1 secondo.
Le informazioni provenienti da queste reti di strumenti
vengono poi inviate in tempo reale al centro di calcolo
che provvede a creare le diverse stazioni virtuali dove
i clienti ne hanno fatto richiesta. Entrambe le tecniche
RTK e VRS rappresentano uno sviluppo del posiziona-
mento relativo in modalità cinematica, in cui a fronte di
una riduzione del livello di precisione (non eccessiva per
gli scopi di monitoraggio) si ottiene un notevole rispar-
mio di tempo, non essendo necessaria una fase succes-
siva di elaborazione del dato.
Un’altra modalità di rilievo del posizionamento relativo
è quelle definita rapido-statica, in cui uno strumento ri-
mane sempre fisso in un punto (master) e l’altro (rover)
misura per un periodo limitato di tempo (15/30 minuti) la
posizione di un certo numero di punti all’interno dell’area
da monitorare. Anche in questo caso entrambi gli stru-
menti devono essere programmati con lo stesso passo
di campionamento, che di solito è di 15 secondi. Con
questa modalità è possibile monitorare gli spostamenti
di un’area in dissesto confrontando le misure esegui-
te nel tempo nei diversi punti. Per sfruttare al meglio la
quantità di misure acquisite per ogni singolo punto (10
minuti di misura con passo di campionamento a 15 se-
condi danno 40 misure della posizione dello stesso pun-
to) è necessario eseguire una fase di elaborazione in cui
vengono dapprima calcolate le misure di posizione e poi
successivamente combinate in una sorta di media pe-
sata per fornire un solo valore della posizione. La preci-
sione raggiungibile con questa modalità è dell’ordine di
qualche centimetro utilizzando i programmi commerciali
più completi.
Altre modalità di rilievo, in cui l’antenna ricevente è instal-
lata in maniera permanente o semi-permanente, sono di
solito utilizzate prevalentemente in ambito scientifico per
studi di carattere tettonico o per attività di monitoraggio
speciali. In questi ambiti, dato che sono richieste pre-
cisioni moto alte (millimetriche) si cerca di minimizzare
qualsiasi fonte di errore, anche quella derivante dalla
tipologia di installazione della strumentazione. Per le in-
stallazioni di tipo semi-permanete la strumentazione vie-
ne installata e posta in misura per un periodo di tempo
relativamente limitato (giorni o settimane). Nel caso delle
stazioni permanenti la strumentazione rimane posizio-
nata nel medesimo punto ed operativa per un periodo
di tempo molto lungo (anni); da qui l’acronimo inglese
che caratterizza questo tipo di installazione CGPS (Con-
tinuous GPS). In genere il passo di campionamento uti-
lizzato per queste tipologie di rilievo è di 30 secondi e le
osservazioni sono solitamente di durata giornaliera; que-
sto significa che alla fine delle 24 ore si hanno a dispo-
sizione 2880 stime della posizione del medesimo punto.
La precisione raggiunta in questi casi, grazie a specifi-
che procedure di elaborazione, è dell’ordine del millime-
tro. L’insieme delle stime giornaliere della posizione di
una stazione permanente o semi-permanente eseguite
in un certo lasso di tempo (anni) crea una serie tempo-
rale. Solitamente per ogni sito si hanno 3 serie tempo-
rali distinte, due per le componenti planimetriche Nord
ed Est della posizione ed una per la sua componente
verticale. Lo studio delle serie temporali giornaliere delle
stazioni CGPS permette di individuare la velocità con cui
una placca tettonica si muove (velocità assoluta) e più
in dettaglio individuare i movimenti sempre in termini di
velocità di un punto rispetto a quelli vicini (velocità rela-
tiva). Questi ultimi rappresentano gli spostamenti interni
alle placche tettoniche che, in un’area di collisione conti-
nentale come la penisola italiana, sono molto importanti
perché sono in relazione con lo sviluppo della sismicità
nell’area (Mantovani et al. 2010a, 2010b). Le serie tem-
Tabella 3 – Precisioni raggiungibili utilizzando le diverse modalità di po-
sizionamento GNSS relativo.
Tipo di rilievo Osservabile Precisione
Cinematico Codice Metro
Cinematico Fasi Qualche decina di centimetri
(dopo elaborazione)
Rapido-statico Fasi Alcuni centimetri
Semi-permanente Fasi < 1 cm
Permanente Fasi Pochi millimetri
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porali della posizione dei punti GNSS possono inoltre
contenere segnali periodici che altro non sono che il se-
gnale di altri fenomeni naturali che si vanno a sommare a
quello tettonico di fondo. Questi segnali possono essere
ad esempio la registrazione della fase di riempimento e
di svuotamento di una falda acquifera sottostante la sta-
zione, in funzione delle precipitazioni. La possibilità data
dalla tecnica GNSS di avere un elevato numero di misure
nel tempo che consente di individuare e studiare anche
fenomeni periodici e di verificare possibili correlazioni
con altri tipi di misure, ad esempio le precipitazioni, è
una caratteristica molto importante quando si eseguono
attività di monitoraggio in aree di dissesto idrogeologi-
co o studi sulla subsidenza. Inoltre, lo studio delle serie
temporali consente anche di stimare eventuali segnali
non periodici, come ad esempio salti nel normale an-
damento della serie, come quelli che si verificano quan-
do si è nelle vicinanze dell’epicentro di un terremoto. Le
reti di stazioni permanenti GNSS istituite da diversi enti
commerciali e pubblici per il supporto al posizionamento
VRS sviluppatesi negli ultimi anni, possono rappresenta-
re un’utile integrazione alla già esistente rete di monito-
raggio scientifico. La diffusione di queste reti commer-
ciali di stazioni GNSS permanenti che integra la rete di
siti scientifici ha di fatto creato nella penisola italiana una
rete di stazioni permanenti che presenta un’interdistanza
media di poche decine di chilometri. Questo rende pos-
sibile anche il monitoraggio continuo di aree di dissesto
idrogeologico con la modalità stazione permanente (Bal-
di et al. 2008a,b) o lo studio di fenomeni naturali come
ad esempio la subsidenza che hanno un forte impatto
sociale ed economico sulla popolazione.
Nel paragrafo successivo verrà descritto il monitoraggio
dei movimenti della Grande Frana di Patigno (Fig. 1) ese-
guito utilizzando una stazione GPS permanente.
4. LA GRANDE FRANA DI PATIGNO
La frana di Patigno è un importante movimento franoso
di tipo complesso situato nella parte alta della Val Gor-
dana, nell’area appennica della provincia di Massa-Car-
rara. Questa occupa un’area che si estende da località
Pandegia (950 m s.l.m.) fino al fondovalle del Torrente
Gordana (580 m s.l.m.) per una lunghezza complessiva
di quasi 2,5 Km e una larghezza al piede di circa 1 Km. Il
materiale in frana è litologicamente costituito da detrito
di falda con clasti di argillite e calcare in matrice argillo-
sa, mentre il substrato è costituito prevalentemente dalla
formazione delle Argille e Calcari di Canetolo.
Recenti studi (Federici et al., 2000, 2002), basati sull’in-
tegrazione di indagini di sismica a rifrazione e sondaggi
geognostici, hanno evidenziato la presenza di almeno
due unità litotecniche sopra il substrato inalterato: una
superficiale costituita dal detrito di falda (8-33 m di spes-
sore) e l’altra più profonda costituita da substrato altera-
to (5-30 m di spessore). Una rete di inclinometri installata
nel 1999 ha inoltre evidenziato la presenza di movimenti
superficiali oscillanti tra i 5 e i 15 m, sovrapposti ad un
movimento profondo tra 20 e 50 m. Nel complesso, la
frana può essere considerata uno scivolamento roto-
traslativo profondo, con deformazioni superficiali di tipo
plastico (colate, creep e scivolamenti superficiali).
Il monitoraggio geodetico della frana di Patigno da par-
te del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università
degli Studi di Siena e del Dipartimento di Fisica dell’Uni-
versità degli Studi di Bologna è iniziato nel 2004, instal-
lando una stazione permanente sull’edificio comunale
situato al centro del paese di Patigno, ubicato sull’omo-
nima frana e denominata con la sigla PATG secondo
il codice di denominazione delle stazioni GNSS. Sfrut-
tando l’esistente rete di stazioni permanenti istituite per
studi di carattere tettonico, che presenta nelle vicinanze
della zona ad una distanza inferiore ai 70 Km, almeno 4
siti, è stato possibile istituire il monitoraggio utilizzando
un solo strumento installato come stazione permanen-
te GNSS. Il confronto tra i risultati ottenuti analizzando
i voli fotogrammetrici eseguiti nel 1975, 1987 e 2004 ha
permesso di evidenziare come gli spostamenti misurati
mediante la tecnica geodetica siano in accordo con le
stime fotogrammetriche acquisite in un lungo periodo di
tempo (30 anni), e che questi possano essere considera-
ti come rappresentativi dei movimenti dell’intero centro
abitato.
La possibilità di installare una stazione permanente
presso l’edificio comunale ne ha reso possibile il con-
trollo remoto via telefono rendendo possibile un’alta
efficienza (superiore al 95%) della stazione in termini di
dati acquisiti. La metodologia di posizionamento adotta-
ta per analizzare le osservazioni acquisite dalla stazione
di Patigno è quella relativa. Per questo motivo le osser-
vazioni giornaliere (passo di campionamento a 30 se-
condi, 2880 misure giornaliere) della stazione PATG sono
state integrate durante la fase di elaborazione con i dati
delle altre 4 stazioni permanenti (ROGA; CARG, TREC e
ZERI) situate all’esterno dell’area in dissesto e in zone
stabili come dimostrano le analisi dei loro movimenti re-
lativi (Cenni et al. 2008). L’elaborazione del dato è stata
eseguita utilizzando il software Gamit/Globk (Herring et
al. 2010a,b). Al termine del calcolo eseguito utilizzando
le orbite definite finali, fornite con un ritardo di 15 giorni
rispetto alle osservazioni dagli Enti preposti, si hanno le
posizioni chiamate giornaliere di tutte e 5 le stazioni. In
questo lavoro le diverse soluzioni giornaliere sono state
allineate nel medesimo sistema di riferimento assumen-
do fisse le coordinate della stazione ROGA. La figura 6
mostra le serie temporali delle 3 componenti (Nord, Est
e Quota) ottenute al termine della fase di elaborazione.
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Successivamente le posizioni giornaliere di ogni stazione
sono state utilizzate per ricavare una posizione media-
ta nell’arco temporale di una settimana con una media
aritmetica pesata allo scopo di ridurre il rumore numerico
all’interno delle serie temporali e quindi evidenziare con
maggiore precisione eventuali variazioni significative della
posizione. Queste serie temporali settimanali sono state
poi analizzate utilizzando un approccio ai minimi quadrati
per stimare le velocità medie con cui le singole stazioni si
spostano nell’arco di un anno e il relativo scarto quadratico
medio. Il risultato di questo calcolo è riportato in Tabella 4.
La Tabella 4 mostra dei valori di velocità delle altre stazio-
ni stabili (CARG, TREC, ZERI) presenti nel calcolo rispet-
to alla stazione di riferimento ROGA, inferiori a 1 mm/
anno. Inoltre, è possibile notare già da questa analisi che
la frana di Patigno è caratterizzata da un importante mo-
vimento di scivolamento orizzontale visti gli elevati valori
di velocità delle componenti orizzontali rispetto a quelli
della componente verticale.
I valori dello scarto quadratico medio relativamente bassi
(pochi millimetri) ottenuti per ciascuna componente indi-
cano che questi siti non sono affetti da particolari disturbi
locali, come ad esempio rumore elettromagnetico o feno-
meni naturali in grado di generare forti segnali periodici.
Dall’analisi delle osservazioni geodetiche della stazione
di Patigno è stato possibile desumere che il movimento
franoso ove è ubicato lo strumento non è trascurabile
(Fig.7), ma caratterizzato da una componente planime-
trica di circa 3.8 cm/anno in direzione Sud-Est ed una
diminuzione di quota di circa 7 mm/anno, con un’incli-
nazione di circa 10° rispetto alla verticale, compatibi-
le con la pendenza media della superficie topografica
dell’area. Per cercare di evidenziare possibili movimenti
periodici o improvvise accelerazioni della frana, le serie
temporali settimanali sono state analizzate mediante il
metodo della “velocità mobile”. Questo metodo permet-
te di stimare la velocità utilizzando solo i dati compresi
Figura 6 – Serie temporali delle componenti Nord, Est e Quota della po-
sizione giornaliera della stazione GNSS situata sulla frana di Patigno. Le
barre verticali rappresentano l’incertezza associata (pochi mm) a ciascu-
na stima. Per una maggiore leggibilità dei grafici ad ogni componente
è stato tolto il valore minimo della serie (Nord = 4937349,5553 m, Est =
777165,8252 m, Quota = 800,1758 m).
Sigla TV
N
(mm/anno)V
E
(mm/anno)V
Q
(mm/anno)SQM
N
(mm)SQM
E
(mm)SQM
Q
(mm)
CARG 6.01 0.0 ± 0.6 0.4 ± 0.6 0.2 ± 1.3 1.0 1.0 3.7
PATG 7.37 -33.4 ± 0.5 18.4 ± 0.5 -6.5 ± 1.0 7.0 5.0 9.0
TREC 7.37 0.4 ± 0.5 0.1 ± 0.5 -0.6 ± 1.0 1.3 1.1 3.3
ZERI 5.48 -0.6 ± 0.7 0.3 ± 0.7 0.1 ± 1.5 2.0 2.5 4.2
Tabella 4 – Velocità medie (mm/anno) con relativa incertezza stimate uti-lizzando le serie temporali settimanali delle stazioni inserite nel calcolo, e scarto quadratico medio (SQM) delle coordinate Nord (N), Est (E) e Quota ellissoidica (Q) delle stazioni considerate . T indica l’intervallo di tempo in anni in cui la stazione è stata operativa. I valori della stazione di riferi-mento ROGA non compaiono nella tabella in quanto tutti uguali a zero.
Figura 7 – Serie temporali settimanali della componente planimetrica,
ottenuta mediante la somma in quadratura dei valori delle coordinate
Nord ed Est, e della componente verticale. La linea continua indica il va-
lore della velocità media calcolata mediante un semplice metodo ai mi-
nimi quadrati utilizzando tutti le osservazioni settimanali. L’area delimi-
tata dalle due linee tratteggiate indica l’intervallo di confidenza pari a 2
volte il valore dello scarto quadratico medio. Nei riquadri sono riportate
le rispettive velocità stimate con un metodo ai minimi quadrati pesato.
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in una finestra di un numero n di settimane. La prima
stima viene eseguita utilizzando le osservazioni delle
prime n settimane; successivamente lasciando inalte-
rata la dimensione della finestra, questa viene spostata
di una settimana e calcolato un nuovo valore di velo-
cità, fino a quando non è stato esaminato l’intero pe-
riodo di dati analizzato. Durante il monitoraggio dell’a-
rea abbiamo analizzato le serie temporali settimanali
delle componenti planimetrica e verticale con finestre
di diverse dimensioni; in Figura 8 è riportato il risulta-
to ottenuto considerando una finestra di 20 settimane.
L’andamento temporale della “velocità mobile” della
componente planimetrica della posizione illustrata in Fi-
gura 8A mostra delle oscillazioni significative con valori
che vanno da meno di 1 mm/anno fino a velocità supe-
riori a 8 cm/anno, con massimi in corrispondenza del pe-
riodo invernale. Per quanto riguarda la componente ver-
ticale (Fig. 8B) si hanno delle oscillazioni da valori negati-
vi, fino a -6 cm/anno, che indicano un abbassamento del
terreno, a valori positivi fino a circa 4 cm/anno. Queste
importanti variazioni nella velocità di spostamento della
frana potrebbero essere correlate con l’andamento tem-
porale della piovosità, come osservato in diverse zone
coinvolte da instabilità gravitative. Per questo motivo
l’andamento della “velocità mobile” è stato confrontato
con l’andamento della piovosità dell’area registrato dalla
stazione pluviometrica di Pontremoli. Da questo con-
fronto emerge l’esistenza di una correlazione temporale
tra i massimi della “media mobile” della piovosità e quelli
della “velocità mobile” della componente planimetrica;
infatti, è possibile notare che i massimi della velocità
seguono di circa 2-3 mesi i periodi di massima precipi-
tazione. Questo ritardo nel movimento potrebbe essere
dovuto alla lenta infiltrazione della pioggia, con un gra-
duale aumento della pressione di poro all’interno dell’a-
rea di frana, e conseguente riduzione degli attriti lungo la
superficie di scorrimento. Evidenziare una possibile cor-
relazione tra l’andamento della piovosità e quello della
“velocità mobile” della componente verticale risulta più
complesso in quanto questa componente oltre ad avere
una precisione inferiore rispetto a quelle planimetriche,
ha un andamento nel tempo che può essere influenzato
da diversi fattori. Lo scivolamento della frana lungo la
superficie di scorrimento produce una diminuzione del
valore della quota, come accade ad un grave quando
scivola lungo un piano inclinato; a questo va sommato
algebricamente l’effetto dell’imbibimento delle argille in
seguito alle precipitazioni. Quest’ultimo fattore non è di
facile stima in quanto gioca un ruolo fondamentale an-
che il fattore di dilavamento e l’evotraspirazione, cioè la
perdita di acqua dal terreno che può avvenire diretta-
mente (evaporazione) o attraverso la vegetazione (tra-
spirazione).
Il movimento della Grande Frana di Patigno è stato mo-
nitorato giornalmente a partire dal gennaio 2004 attra-
verso una stazione GNSS permanente. Questo tipo di
monitoraggio, tuttavia, presenta alcuni svantaggi legati
alla immobilizzazione per lungo tempo di uno o più stru-
menti, la necessità di trovarvi un ricovero provvisto di ali-
mentazione elettrica ed eventualmente una connessio-
ne telefonica o internet. Queste condizioni non sempre
possono essere soddisfatte soprattutto se si tratta del
monitoraggio di aree di dissesto di dimensioni limitate;
in questi casi sono preferibili installazioni geodetiche di
tipo semi-permanente. In questo tipo di installazioni lo
strumento rimane posizionato sul sito per un periodo li-
mitato di tempo (pochi giorni), e la misura viene eseguita
nuovamente dopo un determinato lasso di tempo che
può anche non essere costante e può variare da qual-
che decina di giorni fino a qualche mese. Allo scopo di
verificare se una stazione semi-permanente possa esse-
re in grado di monitorare l’andamento medio della frana
di Patigno è stata simulata la serie temporale ottenibile
da un’installazione semi-permanente partendo dalle se-
rie temporali settimanali delle componenti planimetriche
(Nord, Est) e verticale utilizzate in precedenza.
Figura 8 – Serie temporale della “velocità mobile” della componenti pla-
nimetrica (A) e verticale (B), ottenute con una finestra di 20 settimane.
La linea continua orizzontale indica il valore della velocità a lungo perio-
do riportato in Tabella 4 e Figura 7. Le due rette tratteggiate individuano
un’area pari a 2 volte la dispersione della serie (intervallo di confidenza
al 95%). L’istogramma grigio rappresenta l’andamento temporale del-
la piovosità settimanale registrata nella stazione meteorologica situata
nel comune di Pontremoli. La linea continua indica l’andamento medio
della piovosità stimato utilizzando il metodo della “media mobile” con
un finestra sempre di 20 settimane. Le barre grigie in (A) individuano
l’intervallo temporale (in mesi) che intercorre tra i valori massimi nella
serie temporale delle “media mobile” delle precipitazioni e quelli nella
serie della “velocità mobile” della componente planimetrica.
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Dalle serie temporali settimanali sono stati estratti i valori
della posizione ad intervalli regolari di tempo; con questi
dati è stata creata la serie temporale ottenibile nel caso
la stazione di Patigno fosse semi-permanente. Questa
simulazione permette di riprodurre il risultato ottenibile
da una stazione semi-permanente che rimane in osser-
vazione per una settimana in modo ininterrotto, ricavan-
do una posizione media settimanale. Successivamen-
te, a partire dalle serie temporali settimanali sono state
calcolate la velocità media e lo scarto quadratico medio
delle componenti Nord, Est e Quota ellissoidica della
posizione, riportate in Tabella 5 in funzione dell’intervallo
di tempo (colonna S) che intercorre tra una settimana di
osservazione e l’altra. E’ possibile notare come i valori di
velocità media ottenuti con la simulazione si discosta-
no di poco dal valore ottenuto considerando tutte le os-
servazioni; le differenze, infatti, nel caso di tutte e tre le
componenti sono dell’ordine di qualche decimo di mm/
anno fino ad un massimo di circa 1 mm/anno. Viste le
relativamente alte velocità di spostamento della frana, le
differenze riscontrate non sono significative per quanto
riguarda il monitoraggio relativo allo spostamento medio
della frana, ma possono diventare importanti se si tenta
con un rilievo semi-permanente di studiare i movimenti
periodici come è stato fatto in precedenza (Fig. 8). I valori
dello scarto quadratico medio riportati in Tabella 5 sono
molto simili tra loro, anche quando diminuisce il campio-
ne di dati analizzato, anzi in alcuni casi i valori risultano
anche significativamente inferiori rispetto al valore otte-
nuto analizzando tutti i dati. Questo è una conseguenza
del fatto che riducendo il monitoraggio non si riescono
ad osservare eventuali movimenti periodici e non, la cui
presenza aumenta il rumore della serie temporale e di
conseguenza il valore dello scarto quadratico medio.
Un fattore importante, soprattutto in termini di tempo,
nell’analisi delle osservazioni geodetiche è il tipo effe-
meridi inserite nel calcolo per modellare le orbite dei
satelliti. I risultati appena discussi sono stati ottenuti
inserendo nel calcolo le effemeridi precise (disponibili
con un ridardo di circa 15 giorni), dato che si eseguiva
un monitoraggio in tempo reale. Allo scopo di verificare
la precisione raggiungibile nella stima della posizione
e della velocità quando si utilizzano effemeridi con un
tempo di ritardo molto basso, abbiamo analizzato 3 anni
(dal 1 gennaio 2004 fino al 31 dicembre 2006) di dati
giornalieri utilizzando le orbite definite rapide, fornite
con un ritardo di sole 24 ore dagli Enti preposti.
In Tabella 6 sono stati riportati per un confronto i valori
di velocità ottenuti inserendo nell’analisi dati due diversi
tipi di effemeridi (precise e rapide) per modellare le orbite
dei satelliti. E’ possibile notare come le differenze in tutti
i casi siano inferiori alle incertezze, questo indica un so-
stanziale accordo tra i risultati ottenuti.
Tale accordo si ritrova anche quando si sono confrontati
i valori riportati in Tabella 4 con quelli relativi alle orbite fi-
nali di Tabella 6; le piccole differenze riscontrate inferiori
sempre alle rispettive incertezze sono dovute al diverso
periodo di tempo analizzato, superiore ai 5 anni per la
Tabella 4 e di solo 3 anni per la Tabella 6. Le caratteristi-
che in termini di rumore stimate utilizzando il parametro
dello scarto quadratico medio (SQM) delle serie tempo-
rali settimanali ottenute modellando le orbite nell’analisi
dati mediante effemeridi precise e rapide sono state ri-
portate in Tabella 7.
S D N VN
VE V
Q SQM
NSQM
ESQM
Q
334 -33.4 18.4 -6.5 7.0 5.0 9.0
4 28 84 -32.9 18.5 -6.5 6.7 5.2 9.1
6 42 56 -32.8 18.6 -6.1 6.9 5.3 9.5
8 56 42 -32.9 18.4 -6.6 6.9 5.3 9.2
10 70 34 -33.0 18.6 -5.9 7.3 5.4 8.6
12 84 28 -32.8 18.5 -6.4 6.7 5.5 9.9
14 98 24 -32.6 18.4 -6.1 6.6 4.9 8.6
16 112 21 -32.6 18.5 -7.1 7.1 5.7 8.8
18 126 19 -32.6 18.7 -6.2 7.5 5.3 8.7
20 140 17 -33.2 18.5 -5.8 6.5 5.4 7.7
25 175 14 -32.6 18.8 -7.0 8.5 5.0 9.2
27 189 13 -32.8 18.9 -6.5 8.3 5.5 9.2
30 210 12 -33.0 18.9 -6.0 8.3 5.6 9.2
Tabella 5 – Velocità media in mm/anno e Scarto Quadratico Medio (SQM) in millimetri delle componenti Nord (N), Est (E) e Quota ellissoidi-ca (Q) della posizione della stazione di Patigno ottenute simulando una stazione semi-permanente che ha osservato ininterrottamente per una settimana, acquisendo dati da cui è stata calcolata una posizione me-dia. S indica il tempo in settimane che intercorre tra due rilievi succes-sivi; D indica il numero di giorni che intercorre tra due settimane di os-servazione. N è il numero di dati effettivamente utilizzato nell’approccio ai minimi quadrati per stimare il valore della velocità media e dello SQM. Nella prima riga sono state riportati i risultati ottenuti considerando tutte le osservazioni settimanali (334), riportati in Tabella 4.
Tabella 6 – Velocità e rispettive incertezze delle 3 componenti (Nord = N, Est = E, Quota = Q) in millimetri all’anno calcolate utilizzando le serie tem-porali settimanali ottenute utilizzando nell’elaborazione le orbite dei sa-telliti finali (precise, tempo di ritardo 15 giorni) e quelle rapide (meno pre-cise, tempo di ritardo 24 ore). L’analisi si riferisce ad un periodo limitato di 3 anni di dati giornalieri, dal 1 gennaio 2004 fino al 31 dicembre 2006.
Orbite Precise (Finali) Orbite Rapide
Sigla VN
VE
VQ
VN
VE
VQ
PATG -30.4 ± 0.9 17.1 ± 0.9 -6.0 ± 1.9 -31.1 ± 1.3 18.1 ± 1.3 -7.0 ± 2.1
CARG 0.2 ± 0.9 0.6 ± 0.9 0.4 ± 0.9 0.7 ± 1.2 0.8 ± 1.2 0.9 ± 2.0
TREC 1.0 ± 0.9 0.1 ± 0.9 -1.8 ± 1.9 1.2 ± 1.4 0.3 ± 1.4 -2.1 ± 2.1
ZERI -1.2 ± 1.1 -0.9 ± 1.1 3.4 ± 2.1 0.3 ± 1.5 -0.1 ± 1.5 2.0 ± 2.5
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Dal confronto si ottengono differenze inferiori al milli-
metro con i valori ottenuti con le orbite rapide sistema-
ticamente più alti, questo è dovuto al maggior rumore
presente nelle serie causato dalla minor precisione con
cui sono state modellate le orbite dei satelliti. Anche
in questo caso le piccole differenze che si registrano
confrontando i valori ottenuti con le orbite finali in Ta-
bella 7 con quelli dello scarto quadratico medio riportati
in Tabella 4 sono dovute al diverso intervallo di tempo
analizzato. Dal confronto eseguito comparando le serie
temporali settimanali ottenute con le orbite precise con
quelli stimati utilizzando le orbite rapide si evince che le
differenze riscontrate non sono tali da ritenere che un
eventuale utilizzo delle orbite rapide per un monitorag-
gio rapido dell’evoluzione dell’area di dissesto possa
portare a risultati molto differenti da quelli che si pos-
sono ottenere utilizzando le più precise effemeridi finali.
5. CONCLUSIONI
Il movimento della Grande Frana di Patigno è stato mo-
nitorato a partire da gennaio 2004 utilizzando una sta-
zione GNSS permanente ubicata sull’edificio comunale
posto al centro dell’area di dissesto. Dall’analisi delle
serie temporali settimanali delle componenti Nord, Est e
Quota ellissoidica della posizione della stazione GNSS è
stata stimata una velocità orizzontale di scivolamento di
3.8 cm/anno in direzione Sud-Est (azimut di circa 150°) e
una velocità di abbassamento verticale di -6.5 mm/anno;
tali valori sono compatibili con quelli stimati da altri au-
tori ottenuti analizzando dei rilievi aero-fotogrammetrici
(Baldi et al. 2008a, b). L’elevato numero di osservazioni
GPS e la loro precisione hanno permesso di determinare
le variazioni stagionali della velocità in correlazione con
l’idrologia del sito. Infatti confrontando tra loro l’anda-
mento delle piogge con l’andamento della velocità pla-
nimetrica stimato utilizzando una “finestra mobile” delle
dimensioni di 20 settimane ha permesso di individuare
un possibile ritardo di circa 2-3 mesi tra il massimo delle
precipitazioni e il picco di massima velocità di scivola-
mento. Questo ritardo potrebbe esser dovuto ai tempi di
infiltrazione della pioggia nel terreno, e secondo alcuni
modelli (esempio Iverson 2000) la dimensione temporale
del ritardo indicherebbe che la superficie che scivola e
che fornisce il movimento superficiale sia quella ubicata
a circa 20 metri di profondità nella parte più alta del ba-
samento roccioso (Federici et al. 2002). I risultati ottenuti
in questo lavoro indicano che le accurate osservazioni
GNSS in continuo e l’analisi dei dati pluviometrici pos-
sono contribuire a comprendere meglio le dinamiche di
frane complesse. Purtroppo i costi, i tempi di analisi dati
e la logistica richiesta per l’installazione di una stazione
permanente non permettono di monitorare ogni area di
dissesto con questo tipo di tecnica.
Per tale motivo abbiamo cercato di simulare mediante
i dati della stazione permanente un’installazione semi-
permanente e di verificare quale impatto sulle stime di
velocità e scarto quadratico medio abbiano alcuni para-
metri, come le effemeridi. In particolare, è stato simulato
il monitoraggio per una settimana della frana ripetendolo
ad intervalli regolari di tempo. Abbiamo così verificato
che per diversi intervalli di tempo le stime della velocità
media planimetrica di scivolamento e della componen-
te verticale sono molto simili a quelle eseguite utiliz-
zando tutti i dati a disposizione. Le differenze riscon-
trate, dell’ordine di alcuni decimi di millimetro all’anno
fino ad massimo di 1 mm/anno, possono ritenersi non
significative in quando il movimento medio registrato
della frana è ordini di grandezza superiore. Nel caso
gli andamenti a lungo periodo registrati fossero molto
più piccoli (qualche mm/anno), l’utilizzo di una stazione
semi-permanente non permetterebbe di stimare signi-
ficativamente nemmeno l’andamento medio. Inoltre, il
monitoraggio semi-permanente non permette un’analisi
dettagliata degli eventuali andamenti periodici. L’utilizzo
di effemeridi rapide fornite dagli Enti preposti entro le
24 ore dall’osservazione permettono di ridurre i tempi di
elaborazione di circa 2 settimane, infatti le orbite precise
utilizzate in questo lavoro sono fornite con un ritardo di
15 giorni. Dal confronto tra i risultati ottenuti con le or-
bite finali e quelle rapide emerge che le serie temporali
settimanali ottenute con quest’ultime effemeridi, anche
se risultano più rumorose rispetto a quelle stimate con
le orbite precise, permettono di stimare valori della velo-
cità media molto simili a quelli ottenuti con le effemeridi
precise.
Questi risultati indicano come la posizione e la velocità
media ottenute con un’installazione semi-permanente
e con un’elaborazione meno complessa di quella uti-
lizzata in ambito scientifico consentono di monitorare
i movimenti medi di una frana con installazioni meno
complesse rispetto a quelle permanenti, che però risul-
tano indispensabili se si vogliono studiare in dettaglio le
variazioni nel tempo di questi movimenti e le loro possi-
bili correlazioni con altri fenomeni come ad esempio le
precipitazioni atmosferiche.
Orbite Precise (Finali) Orbite Rapide
Sigla SQMN
SQME
SQMQ
SQMN
SQME
SQMQ
PATG 3.0 3.1 6.0 4.0 4.0 8.0
CARG 1.1 1.1 5.0 1.2 1.5 5.6
TREC 1.5 1.5 3.6 1.7 2.0 4.9
ZERI 3.0 3.1 5.2 3.3 3.3 6.3
Tabella 7 – Scarto quadratico medio (SQM) in millimetri delle serie tem-porali settimanali della posizione (3 componenti, Nord = N, Est = E, Quota = Q) stimate utilizzando nell’elaborazione le orbite dei satelliti finali (pre-cise, tempo di ritardo 15 giorni) e quelle rapide (meno precise, tempo di ritardo 24 ore). Questa analisi è stata eseguita solamente su un campione di 3 anni di dati giornalieri, dal 1 gennaio 2004 fino al 31 dicembre 2006.
RINGRAZIAMENTI
Si ringraziano i Dipartimenti di Scienze della Terra dell’U-
niversità degli Studi di Siena e il Dipartimento di Fisica
dell’Università degli Studi di Bologna nelle persone del
Prof. Enzo Mantovani e del Prof. Paolo Baldi per aver
gentilmente messo a disposizione le loro banche dati
GNSS e le loro rispettive esperienze nella realizzazione
del monitoraggio della Grande Frana di Patigno. Inoltre,
si ringrazia il Sig. Maurizio Ratti della stazione pluviome-
trica di Pontremoli per aver gentilmente messo a nostra
disposizione i risultati dei suoi rilievi pluviometrici gior-
nalieri. Alcune figure presenti in questo lavoro sono state
realizzate utilizzando il programma Generic Mapping To-
ols (GMT, Wessel and Smith 1998).
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18
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ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
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1. INTRODUZIONE
I dati territoriali di tipo storico sono una fonte di informa-
zioni di grande fascino e valore anche nel campo della
Geologia, purché siano resi utilizzabili secondo criteri
moderni, che permettano di rendere il dato agevolmente
confrontabile con le basi dati di uso comune: carte to-
pografiche, geologiche, dell’uso del suolo attuale ecc.,
ormai solitamente gestite nella pratica professionale at-
traverso l’informatizzazione e l’uso di programmi GIS.
In questo articolo verranno descritte due esperienze ap-
plicative in cui dati territoriali storici sono stati acquisiti
e resi utilizzabili secondo i principi di cui sopra; il tema
sarà lo studio di una risorsa naturale come le acque sot-
terranee, con riferimento all’ambito dell’Appennino emi-
liano romagnolo e dell’alta pianura.
Si tratta delle seguenti esperienze:
– formazione di una base dati informatizzata sulle sor-
genti rappresentate nelle carte topografiche storiche,
in particolare la seconda edizione1 della carta rilevata
e edita dall’IGMI a scala 1:25.000 per il territorio na-
zionale, nel periodo compreso grossomodo tra gli anni
’30 e ’40 del secolo scorso;
– formazione di una base dati informatizzata sulle ri-
sorgive o fontanili documentate nella cartografia to-
pografica storica; confronto con la situazione attuale,
caratterizzata dalla quasi totale scomparsa di queste
peculiari scaturigini, localizzate in una fascia dell’alta
pianura “geologicamente” predisposta.
I casi di studio sono basati su due progetti che han-
no visto la collaborazione tra l’Istituto dei Beni Artistici
Culturali e Naturali (IBACN) e il Servizio Geologico, Si-
smico e dei Suoli della Regione. L’IBACN è depositario
di numerosi esempi ed edizioni di cartografie storiche,
risalenti all’epoca pre-unitaria come pure al Regno d’Ita-
lia. Uno dei risultati di tale collaborazione è stata anche
l’acquisizione informatizzata di tali cartografie, attraver-
so operazioni di scansione e georeferenziazione che ha
permesso di renderle idonee all’utilizzo come dati in for-
mato raster per la creazione successiva di tematismi in
forma di coperture vettoriali attraverso programmi GIS di
ormai comune utilizzo.
Dalla pubblicazione dello “Schema Direttore della Pe-
ricolosità Geoambientale” (Viel, De Nardo e Montaguti,
2003), basato su innovative cartografie di sintesi per la
pianificazione territoriale di “area vasta”, era scaturita
una prima intuizione sulle potenzialità date dal poter di-
sporre, per l’area dell’Appennino emiliano-romagnolo,
della base dati sulle sorgenti rappresentate nella carta
topografica del Regno d’Italia rilevata dall’IGMI. In lette-
ratura esistevano esempi di pubblicazioni (una tra tutte:
Colombetti, in Piacentini et alii, 1994) dove, per aree ri-
strette, veniva trattato il tema delle sorgenti documenta-
te nella cartografia storica, ma trattato in modo poco or-
ganico, per così dire “a tappeto”, in un’area vasta come
quella regionale e mai applicando ad esso le potenzialità
offerte dall’uso di programmi GIS.
Con queste premesse, la proposta di collaborazione avan-
zata dall’IBACN nel 2007, per il raggiungimento di questo
stesso obiettivo applicato alle sorgenti storiche, è risultata
di grande interesse per il Servizio Geologico regionale. Ne
è derivato un progetto, articolato in diverse fasi descritte
nei paragrafi seguenti e i cui risultati sono consultabili sul
sito http://www.regione.emilia-romagna.it/wcm/geolo-
gia/canali/cartografia/sito_cartografia/sito_sorgenti.htm.
La naturale prosecuzione di questa iniziativa si è avuta
nel corso del 2009, quando con analoga metodologia è
stata formata una base dati informatizzata sui fontanili
emiliano-romagnoli, storicamente documentati in diver-
se cartografie edite anteriormente all’unificazione del
Regno d’Italia (quindi più antiche di quelle pubblicate
dall’IGMI). Questo secondo progetto ha permesso inol-
Le potenzialità geologiche dei dati storici ambientali: il caso delle sorgenti e dei fontanili in Emilia-RomagnaDaniele Bonaposta1, Stefano Segadelli2, Maria Teresa De Nardo2, Alessandro Alessandrini3 e Stefano Pezzoli4
1 Laureato in Scienze Ambientali, libero professionista2 Geologo, Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli, Regione Emilia-Romagna3 Botanico, Servizio Beni Architettonici e Ambientali, Istituto dei Beni Artistici, Culturali e Naturali, Regione Emilia-Romagna4 Storico e Geografo, Servizio Beni Architettonici e Ambientali, Istituto dei Beni Artistici, Culturali e Naturali, Regione Emilia-Romagna
1 La prima edizione è rappresentata dalla Carta topografica del Regno d’Italia post-unitaria, pubblicata dall’IGMI alla fine dell’’800, ad una scala
1:50.000, almeno per il settore dell’Appennino emiliano-romagnolo.
20
tre di quantificare territorialmente l’entità della perdita
di questa peculiare risorsa naturale di valore naturalisti-
co, paesaggistico e geologico e l’incidenza della stessa
nell’ambito regionale.
2. MATERIALI E METODI: SORGENTI “STORICHE”
2.1. L’ area di studio
L’area oggetto di studio è compresa tra il confine sud
della Regione Emilia – Romagna e la linea individuata dal
limite tra le ghiaie delle conoidi e i sedimenti fini che ad
esse si interdigitano, immediatamente a nord della via
Emilia. La principale ed antica via di comunicazione della
regione, oltretutto, ha un tracciato non casuale e la sua
collocazione segue un limite morfologico, oltre che di si-
gnificato idrogeologico. Nella Figura 1 è raffigurato l’in-
quadramento geografico dell’area, la cui delimitazione è
completata dal quadro d’unione della cartografia IGMI
del Regno d’Italia a scala 1:25.000 (“tavolette”) utilizzata.
2.2. Acquisizione delle “tavolette” 1:25.000 IGMI
Le tavolette che rientrano nell’area di studio precedente-
mente individuata sono in totale 207, derivate dagli ori-
ginali cartacei depositati presso l’IBACN della Regione
Emilia-Romagna.
La maggior parte delle tavolette acquisite utilizza
come ellissoide di riferimento quello di Hayford, men-
tre nel settore occidentale sono pubblicate utilizzando
l’ellissoide di Bessel (Fig. 2). Si è visto, già in questa
fase, che sarebbe stato necessario un diverso tratta-
mento ai fini della successiva georeferenziazione (vedi
oltre) per quest’ultime tavolette.
Ogni tavoletta è stata georeferenziata utilizzando
come riferimento una base cartografica “mosaicata”
della stessa serie IGMI, predisposta dalla Regione e
gentilmente messa a disposizione dall’Archivio Car-
tografico della Regione Emilia-Romagna (di seguito
chiamato AC)2. Il sistema di riferimento utilizzato è UT-
MA-ED50 (noto anche come UTM32*), che si differen-
zia dal sistema cartografico Europeo UTM-ED50 per
la sola falsa origine nord pari a –4.000.000,000000 m.
Per ogni tavoletta si è previsto un minimo di 8 pun-
ti per la georeferenziazione, distribuiti in modo omo-
geneo sui vertici del reticolato chilometrico, come si
vede in Figura 3.
Il numero di punti necessari per una corretta georefe-
renziazione è cambiato di volta in volta in base alle con-
dizioni dell’immagine. Nei casi in cui si sono riscontra-
te evidenti deformazioni (dovute al processo di scan-
sione o intrinseche dell’originale cartaceo) il numero di
punti è stato aumentato cercando comunque di man-
tenere una distribuzione il più possibile omogenea e
bilanciata. Quando si è ritenuto opportuno essi sono
stati maggiormente concentrati nelle zone più critiche.
Tutti i punti, definiti anche Ground Control Point (GCP),
sono punti specifici all’interno di una immagine di cui si
conosce esattamente la posizione in termini di coordina-
te. Essi possiedono una coppia di coordinate: le coordi-
nate espresse dal datafile dell’immagine da georeferen-
ziare (dette anche coordinate macchina) e le coordinate
di riferimento o cartografiche relative all’immagine utiliz-
zata come riferimento. Per convertire le coordinate dei
dati dal file sorgente al sistema di riferimento si utilizzano
trasformazioni basate su equazioni polinomiali: maggio-
re è l’entità di distorsione dell’immagine e più comples-
sa sarà l’equazione da utilizzare al fine di minimizzare la
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ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
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Figura 1 – Inquadramento geografico dell’area di studio, proprietà dei dati: Regione Emilia-Romagna.
2 Si ringrazia il signor Renato Tegoni (Eliofototecnica Barbieri, Parma) per il supporto conoscitivo fornitoci.
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somma dei quadrati degli scarti sui punti di controllo.
Lo scarto quadratico medio (RMS error) è la distanza tra
la posizione del GCP originario e la posizione dello stes-
so nell’immagine trasformata, ovvero la differenza tra le
reali coordinate di partenza e le coordinate ottenute dal-
la trasformazione. Questo parametro quantifica quindi
localmente l’errore legato all’operazione di georeferen-
ziazione stessa.
I parametri delle georeferenziazioni di ogni tavoletta:
numero di punti utilizzati, ordine della trasformazione e
scarto quadratico medio o RMS error, sono stati inseriti
nella tabella 1.
Nei casi in cui le tavolette fornite dall’AC non possiedo-
no il reticolo chilometrico (ellissoide di Bessel, par. 2.2.),
la georeferenziazione si è basata sui soli 4 punti di ver-
tice del taglio della carta e non si è potuto procedere
come sopra descritto; si è quindi ricorso all’aiuto degli
esperti dell’IGMI che, gentilmente, hanno provveduto a
convertire nel sistema di riferimento scelto le coordinate
dei soli vertici dei fogli.
2.3. Digitalizzazione dei “punti d’acqua”
Disponendo delle basi topografiche in formato raster e
correttamente georiferite, si è proceduto alla digitalizza-
zione dei simboli che, in base alla legenda standard delle
tavolette IGMI avessero affinità con il tema delle acque
sotterranee (in primis, la classica goccia, accompagnata
o meno da altre indicazioni).
Si è studiata una prima struttura tabellare per prevedere
tutti i possibili casi che si sarebbe resi necessari rappre-
sentare.
In corso d’opera la struttura dei campi è stata amplia-
ta e completata, fino a giungere alla versione definitiva,
schematizzata in tabella 2.
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ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
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Figura 2 – Differenze tra tavolette realizzate con i due ellissoidi (e quindi
con sistemi di riferimento diversi).
Figura 3 – Schema generale seguito per il posizionamento dei punti per la georeferenziazione (Ground Control Points, GCP). Nel caso di raster che necessitano di molti punti, lo schema seguito è quello che comprende i punti rossi e blu. Ove necessario questo schema è stato integrato con ulteriori punti localizzati nelle aree in cui si hanno deforma-zioni particolarmente rilevanti.
Tabella 1 – Parametri di georeferenziazione.
Nome campo Tipo di campo Descrizione
foglio testuale Indica il foglio 1:100.000cui la tavoletta appartiene
tavoletta testuale Tavoletta
scansione numerico Numero di dpia cui è stata scansionata la tavoletta
punti utilizzati numerico Numero di punti utilizzati per la georeferenziazione
ordine numerico Ordine delle trasformazione utilizzata per la georeferenziazione
rms numerico Scarto quadratico medio
Tabella 2 – Struttura tabella associata alla copertura vettoriale puntuale sul tema delle sorgenti (e affini) storiche.
Nome campo Tipo di campo Descrizione
permanente 1/0 Indica il foglio 1:100.000cui la tavoletta appartiene
mineralizzata 1/0 Indica se la sorgente, pozzo, fontana, fontanile o abbeveratoio è solfurea. Il simbolo è accompagnato dalla lettera “S”
tipo testuale Rappresenta la natura dell’elemento cartografato e si distingue:- sorgente- pozzo o fontana- abbeveratoio - sorgente con cisterna- sorgente incertaQuest’ultima occorrenza è stata data a tutti quei casi in cui non è stato possibile distinguere precisamente il graficismo.
toponimo testuale Denominazione della sorgente o fontana quando presente in carta.
revisione 1/0 Numerose tavolette fornite dall’AC, pur mantenendo tutte le altre caratteristiche, si differenziano dalle equivalenti tavolette recuperate presso l’IBACN per una più ag-giornata rappresentazione grafica. Di con-seguenza si è ritenuto opportuno segnalare i simbolismi presenti con riferimento alle carte nella loro versione più aggiornata e non nelle corrispondenti meno dettagliate1: presente nella sola carta revisionata/
aggiornata0: presente in entrambe le basi cartogra-
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ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
La copertura vettoriale scelta è di tipo puntuale dato che
tutti i tematismi da rappresentare sono elementi puntuali
e dispersi nello spazio, non estesi, non lineari.
La procedura di digitalizzazione seguita è stata la me-
desima per tutta l’area di studio. Si è proceduto a scala
1:5.000, in modo tale che un riquadro di 1 x 1 Km fosse
perfettamente visibile e compreso in una schermata.
Sono state contemporaneamente utilizzate sia la versio-
ne dell’AC che dell’IBACN, per due motivi (Fig. 4). Prin-
cipalmente, come già precedentemente esposto, le due
versioni (AC e IBACN) pur appartenendo alla stessa se-
rie cartografica non sono identiche per tutte le tavolette.
In secondo luogo, la scansione effettuata ex-novo, con
una maggior presenza di toni scuri, ha permesso, in fase
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Figura 4 – Esempio della differenza di toni tra le due versioni, scansio-nate e georeferenziate, AC e IBACN: in basso a sinistra una tavoletta con maggior presenza di toni scuri. In basso a destra la sua equivalente più chiara e con evidente perdita di dettagli. La figura grande in alto è una “fusione” delle due, ottenuta sovrapponendo attraverso program-ma GIS la carta scura trasparente a quella più chiara, in questo modo si evidenziano i dettagli e si riduce la confusione generata dalla presenza di zone troppo scure.
Figura 5 – Elementi geologici e geo-morfologici nell’alta pianura emiliano-romagnola, che determinano la venuta a giorno d’acqua (gocce); due sono le casistiche rilevabili nei settori indicati nei riquadri: la contemporanea presen-za di una scarpata morfologica e di un cambiamento nella litologia dei sedi-menti alluvionali (in basso a sinistra) e per effetto del passaggio da condizioni di falda freatica a confinata (in basso a destra), proprietà dei dati: Regione Emilia-Romagna.
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ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
di confronto, di trovare tutti quei punti che non sarebbe
stato possibile identificare avvalendosi di una base car-
tografica soltanto. In questo modo le zone graficamen-
te troppo scure (in grado di creare facili confusioni tra i
simboli) e le zone troppo chiare o sbiadite (con evidente
scarsità d’informazioni) sono state messe a confronto,
compensate e interpretate nella maniera più corretta
possibile.
3. MATERIALI E METODI: RISORGIVE
3.1. L’ area di studio
Come è noto, il fenomeno delle risorgive è legato alla
presenza dei depositi ghiaiosi di conoide, tipici dell’alta
pianura alluvionale, assai permeabili e sede di una cir-
colazione idrica sotterranea caratterizzata da falde frea-
tiche con flusso verso le quote topografiche più basse o
localmente governato dalle relazioni fiume-falda. Quan-
do la tavola d’acqua interseca il piano campagna, oppu-
re incontra un naturale sbarramento dato dal passaggio
laterale verso sedimenti a granulometria più fine e a mi-
nore permeabilità, si ha la formazione di più scaturigini
note come risorgive o fontanili.
Una schematizzazione è presentata in Figura 5, dove in
colore verde chiaro è indicata la fascia delle ghiaie (delimi-
tata verso l’alto dal cosiddetto “tetto delle ghiaie”) limitata
a nord dai primi sedimenti fini (limi, argille, in grigio), che
formano uno sbarramento naturale alla circolazione delle
acque nel sottosuolo, le cui linee di flusso sono schematiz-
zate dalle frecce blu (riquadro in basso a destra nella figura).
Il limite nord della porzione ghiaiosa affiorante delle conoi-
di (linea rossa tratteggiata) rappresenta l’area sede della
ricarica dell’acquifero con falda freatica, contenuto nelle
ghiaie di conoide. I limiti (idrogeologico e litologico-morfo-
logico) sono stati ricavati dai dati presenti presso il Servizio
Geologico, Sismico e dei Suoli regionale e materializzano
i confini della fascia entro cui è possibile rinvenire punti
di emersione delle falde, i fontanili o risorgive appunto.
La Figura 5 mostra in basso a sinistra come, in presenza di
una scarpata morfologica oltre che a variazioni nella tes-
situra dei sedimenti alluvionali di superficie, il fenomeno
delle risorgive sia ugualmente presente, come si riscontra
ad esempio nel settore nord dell’alta pianura piacentina.
Più in generale, nella pianura emiliano-romagnola le
condizioni sopra descritte, e favorevoli alla presenza di
risorgive, si riscontrano tra le quote di 100 e 50 m s.l.m..
Allo stato attuale, queste scaturigini sono ormai divenute
una rarità nell’alta pianura emiliano-romagnola; le foto 1
e 2 si riferiscono alla località di Viarolo e Corte Valle Re.
3.2. Basi cartografiche
Sulla base di quanto esposto precedentemente, l’area
di studio in cui procedere alla ricerca di risorgive e/o
fontanili (o elementi affini) documentati nelle carte topo-
grafiche storiche è stata individuata in una fascia con
andamento NO-SE, delimitata a sud dalla linea di quota
dei 100 m s.l.m. e a nord
– nel Piacentino, dalla quota 50 m s.l.m.;
– nel Parmense, dal limite settentrionale conoide del
Fiume Taro;
– nel resto del territorio regionale, dai primi sedimenti
sabbiosi e limoso-argillosi.
Gli ambienti delle risorgive e fontanili sono andati man
mano riducendosi nel corso dei secoli, specialmente ne-
gli ultimi decenni, per cui si è reso necessario basare la
ricerca su varie basi cartografiche, soprattutto storiche,
pubblicate in periodi diversi. Scopo di questa ricerca è
infatti la ricostruzione storico-evolutiva della distribu-
zione di tali scaturigini, basata sulle cartografie storiche
messe a disposizione dall’Istituto dei Beni Artistici, Cul-
turali e Naturali, fonti bibliografiche riferite ad esempi lo-
cali e sui diversi strati informativi presenti nei database
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Foto 1/2 – Spiegazione nel testo.
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del Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli, anche pro-
venienti da altri Servizi regionali.
Di seguito vengono illustrate le fonti cartografiche sulle
quali è stata basata la ricerca. In Figura 6 è schematizza-
ta l’estensione della copertura di ogni base cartografica
rispetto la totalità del territorio Regionale.
· Chiesa
Cartografia realizzata dal topografo Chiesa (tra gli altri)
per i territori dello Stato Pontificio approssimativamen-
te intorno all’anno 1740, messa a disposizione dall’I-
stituto dei Beni Artistici, Culturali e Naturali in formato
vettoriale. Il territorio coperto riguarda le odierne pro-
vince di Bologna e Modena (pars).
· Cartografia Storica pre-unitaria
Mosaico a scala 1:50.000 elaborato dalle carte degli Stati
pre-Unitari, realizzate nella prima metà dell’ ‘800 e mes-
so a disposizione dall’ex-Servizio Sistemi Informativi
Geografici regionale. Copre tutto il territorio regionale.
· Carandini
Carta realizzata dal topografo Carandini negli anni ’50
dell’ ‘800 per i Domini Estensi e il Ducato di Parma,
messa a disposizione dall’Istituto dei Beni Artistici,
Culturali e Naturali in formato raster, georeferenziato
alla scala di 1:10.000 nel sistema di riferimento UTM
RER - ED50. Copre il territorio delle odierne province
di Modena, Reggio Emilia e Parma.
· Genio Militare dei Ducati
Carta realizzata nella seconda metà degli anni ‘800
messa a disposizione dall’Istituto dei Beni Artistici,
Culturali e Naturali, scansionata, georeferenziata alla
scala di 1:20.000 nel sistema di riferimento UTM RER-
ED50. Copre il territorio delle odierne province di Pia-
cenza e Parma.
· Carta topografica del Regno d’Italia, detta “IGMI 2°
impianto”
Carta pubblicata da parte dell’Istituto Geografico Mi-
litare (IGMI) negli anni ’30 del secolo scorso, acquisita
dal Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli e prece-
Figura 6 – Coperture delle varie cartografie utilizzate.
25
Aarti
colo
Emili
a - R
omag
na
ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
Aarti
coloAar
tico
lo
dentemente georeferenziata per la Regione Emilia-
Romagna nel sistema di riferimento UTM RER - ED50.
Copre tutto il territorio regionale ed è la stessa utilizza-
ta anche per la digitalizzazione delle sorgenti, descritta
nel capitolo precedente.
· CTR
Carta Tecnica Regionale pubblicata negli anni ’70 del
secolo scorso e successivi aggiornamenti. Cartografia
a copertura regionale pubblicata dall’ex-Servizio Si-
stemi Informativi Geografici, presente nei database del
Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli. Copre tutto il
territorio regionale.
· PTCP
Estratti dalle varie cartografie dei Piani Territoriali di
Coordinamento delle Province, relative alla tutela dei
corpi idrici superficiali e sotterranei, dove fosse rap-
presentato il tematismo dei fontanili, pubblicate tra gli
anni 1997-2009.
· OrtoFoto AGEA 20083
Immagini satellitari ad alta risoluzione disponibili sia
nell’infrarosso che nel visibile, riprese per AGEA nel 2008 e
messe a disposizione dall’ex-Servizio Sistemi Informativi
Geografici regionale. Coprono tutto il territorio regionale.
3.3. Digitalizzazione
La digitalizzazione dei dati è stata eseguita in maniera in-
dipendente per ogni base cartografica ad eccezione delle
ortofoto satellitari che sono state utilizzate (visibile e infra-
rosso) abbinate con le CTR. Questo si è reso necessario
perché si è dovuto lavorare a scale differenti per ogni car-
tografia; tale maniera di procedere influisce anche sulla
precisione del dato che varia a seconda della fonte.
A tal proposito la Tabella 3 schematizza parametri e le
varie fasi di lavoro.
Le risorgive ed elementi affini sono stati digitalizzati
come coperture vettoriali puntuali, la parte tabellare del-
lo shapefile è stata strutturata come segue:
· Campo [Id] ‘numerico’: è l’identificativo univoco di ogni
punto.
· Campo [TIPO] ‘testuale’: individua la natura del punto
digitalizzato, in base allo studio delle varie cartogra-
fie la classificazione si è affinata fino a comprendere 4
principali categorie:
> Risorgiva: sono le scaturigini d’acqua non differen-
ziate siano esse naturali o canalizzate.
FONTE
CARTOGRAFICA
PERIODO DI PUBBLICAZIONE STATO DEL DATO FORNITOSCALA DI
DIGITALIZZAZIONEPERIODO
ANNO DI
RIFERIMENTOSCANSIONE GEOREFERENZAZIONE
Chiesa Metà dell’ ‘700 1740Il dato è stato fornito in formato vettoriale, pronto per la
successiva fase, non si conoscono i metadati.Importato tal quale
Cartografia Storica
pre-unitaria
Prima metà dell’
‘8001830
Le immagini fotografiche dei fogli originali sono state
scansionate a 1016 dpi (punti per pollice), riconosciuti
circa 15 punti trigonometrici per ogni foglio, sono state
eseguite trasformazioni affini delle immagini vincolate
sulle coordinate analitiche dei punti noti; la nuova geo-
referenziazione ha presentato residui metrici con valori
molto contenuti.
1:50.000
Carandini Metà dell’ ‘800 1850
Dato fornito in formato
raster. Non si conoscono
i parametri di scansione
Georeferenziato rispetto alla
CTR approssimativamente
a scala 1:10.000
1:10.000
Genio Militare dei
Ducati
Seconda metà
dell’ ‘8001860
Scansionata a colori a
300 dpi
Georeferenziato rispetto alla
CTR approssimativamente
a scala 1:25.000
1:25.000
IGMI 2° impianto Anni ’30 del ‘900 1930Scansionata in b/n a
600 dpi
Georeferenziato rispetto alla
CTR approssimativamente
a scala 1:5.000
1:5.000
CTR Anni ’70 del ‘900 1970Scansionata in b/n a
400 dpi
La precisione è quella tipica
della scala della carte da
cui proviene.
1:5.000
PTCP Dal 1997 al 2009 2004Dati (quando presenti) forniti in formato vettoriale, non
si conoscono i metadati.Importato tal quale
Pubblicazioni dell’
Università di Parma
(legato al PTCP)
Dal 1997 al 2009 2005Dati (quando presenti) forniti in formato vettoriale, non
si conoscono i metadati.Importato tal quale
OrtoFoto AGEA 2008 2008
Acquisizione digitale di immagini RGB con copertura
nuvolosa inferiore al 5% e loro ortoproiezione con
utilizzazione di punti fotografici e di DTM derivati dalla
Carta Tecnica Regionale 1:5.000.
1:5.000 – 1:2.000
Tabella 3 – Sintesi delle fonti cartografiche utilizzate
3 Questa base cartografica in realtà non è stata utilizzata per la digitalizzazione come le precedenti, ma piuttosto come base di confronto di tutti i punti rispetto alla situazione attuale.
26
Aarti
colo
Emili
a - R
omag
na
ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
> Inizio tratto luviale: tematismo utilizzato solo per le
cartografie del Carandini, Genio Militare e Cartogra-
fia Storica che può dare un’informazione circa la pre-
senza di una “potenziale” scaturigine. La sua notevole
densità nell’area di studio è fonte di confusione; salvo
poter essere differenziate in base alla tessitura dei de-
positi alluvionali (es. significativa solo quelle ricadenti
sulle ghiaie) inoltre è da considerare poco affidabile in
quanto spesso si tratta di semplici canalizzazioni di
drenaggio.
> Laghetto ad uso irriguo: laghetti di forma rettangola-
re a fondo impermeabilizzato spesso indipendenti da
ogni forma di circolazione idrica naturale. Potevano, in
qualche caso, essere alimentati da risorgive.
> Area umida: zona di paludi o terreni costantemente
allagati che in tempi passati erano (o potevano essere)
sede di gruppi di risorgive allo stato naturale senza in-
terventi antropici.
· Campo [TIPO2] ‘numerico’: che insieme al campo pre-
cedente permette di distinguere tra la risorgiva (ele-
mento allo stato naturale) e il fontanile (regimazione
della scaturigine a scopo irriguo), compresi i casi in
cui le scaturigini sono documentabili solo da biblio-
grafia e non da evidenze morfologiche. Per le carto-
grafie antiche è pressoché impossibile apprezzare la
differenza in quanto le forme delle polle ed aste sono
rappresentate sempre con una goccia e una linea. Se
si considera che il fenomeno delle risorgive d’acqua
è conosciuto fin dall’antichità si può ipotizzare che i
punti digitalizzati ricadano nella categoria “fontanile”
piuttosto che “risorgiva” salvo locali variazioni che fac-
ciano ipotizzare una differenza natura (ad es.: estesa
zona umida non abitata e sfruttata).
· Campo [FONTE] ‘testuale’: indica la fonte bibliografica
o cartografica da cui proviene il dato.
· Campo [PERIODO] ‘numerico’: collegato al precedente
campo, indica l’anno o il periodo a cui la segnalazione
della presenza del fontanile o risorgive viene attribuita.
· Campo [NOTE] ‘testuale’: osservazioni varie.
· Campo [NOME] ‘testuale’: nome del fontanile quando
presente.
· Campo [TOPONIMO] ‘testuale’: toponimo prossimo al
punto digitalizzato.
· Campo [PROVINCIA] ‘testuale’: provincia in cui ricade
il punto.
· Campo [RIDONDANZA] ‘numerico’: indica che un me-
desimo fontanile (o risorgiva) è presente in più fonti
cartografiche diverse, quante volte si ripete un numero
tante volte esso sarà stato segnalato in fonti diverse.
· Campo [SITUAZIONE_2010] ‘numerico’: rappresenta lo
stato del fontanile o risorgiva riferito all’attuale (in real-
tà il riferimento è al 2008 corrispondente alla copertura
satellitare Ortoagea 2008).
4. RISULTATI E DISCUSSIONE
4.1 Sorgenti “storiche”
A conclusione della fase precedente si sono ottenuti tre
principali strati informativi:
· la copertura vettoriale poligonale dei quadri d’unione
delle tavolette IGM;
· una tabella su cui sono stati riportati i parametri di geo-
referenziazione delle tavolette;
· la copertura vettoriale puntuale delle sorgenti.
Dall’unione di questi file è stato possibile ottenere ulte-
riori informazioni.
I dati relativi alla georeferenziazione sono stati riporta-
ti, tramite un’operazione tra tabella denominata “join”,
sulla copertura vettoriale dei quadri d’unione. In que-
sto modo è possibile visualizzare la distribuzione nello
spazio dell’area di studio. Tramite un’altra operazione
denominata “join spaziale” i dati dell’”RMS error” (vedi
paragrafo 2.2) sono stati riportati dalla tavoletta a tutti i
punti che vi ricadono all’interno. Cosi facendo ogni pun-
to riporta un parametro relativo alla precisione sulla lo-
calizzazione, basato sull’accuratezza con cui la tavoletta
che lo contiene è stata georeferenziata.
Su un totale di 307 tavolette a scala 1:25.000 che co-
prono il territorio della Regione Emilia – Romagna, sono
state acquisite e scansionate 200 tavolette. La fase di
georefenziazione è stata eseguita per 170 tavolette su
200, le rimanenti 30 sono state realizzate con l’ellissoide
di Bessell per cui è necessaria la conversione delle co-
ordinate tramite conoscenze e software dell’IGMI (vedi
par. 2.2).
Sul totale di 170 tavolette georeferenziate, per 5 non
sono stati calcolati i parametri della georeferenziazione.
Le rimanenti 165 tavolette presentano un scarto quadra-
tico medio cosi ripartito:
· <2 (errore ottimale): 134 tavolette, pari a 81,21 %
· 2 – 4 (errore trascurabile): 21 tavolette, pari a 12,73 %
· 4 – 10 (errore non trascurabile): 6 tavolette, pari a 3,64
%
· 10 – 20 (errore notevole): 3 tavolette, pari a 1,82 %
· >20 (errore elevato): 1 tavoletta, pari allo 0,61%
In Figura 7 la situazione di cui sopra è descritta con ri-
ferimento alla localizzazione delle tavolette, suddivise in
classi di “errore”; il grafico a torta schematizza la situa-
zione complessiva.
La digitalizzazione è stata eseguita basandosi solo sulla
serie cartografica fornita dall’AC per sette tavolette, per
le restanti 200 tavolette ci si è potuti avvalere di entram-
be le basi cartografiche (provenienti da AC come dall’I-
BACN).
Prima di discutere i risultati della digitalizzazione è bene
27Emili
a - R
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ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
ricordare che non c’è uniformità nelle tavolette. I rileva-
tori di terreno che hanno a loro tempo lavorato per pro-
durre le carte erano molti e diversi, così come i supporti
su cui sono state stampate.
Su alcune tavolette, ad esempio, non è stata differen-
ziata la sorgente perenne (goccia accompagnata dalla
lettera “P”) da quella non perenne: è il caso della provin-
cia di Piacenza; in altre, la densità dei simboli relativi alle
essenze vegetali è variabile, così come la possibilità di
confonderli con i simboli relativi alla sorgenti.
Inoltre la qualità, stato di conservazione e tipo di suppor-
ti (carta, lucido, ecc..) non ha consentito di ottenere una
qualità omogenea nella realizzazione delle corrispon-
denti copie digitali.
Sono stati digitalizzati in totale 9855 punti su tutta l’area
di studio, 5167 sono sorgenti (indifferenziate tra perenni
e temporanee e comprese le sulfuree), 3810 sono pozzi
o fontane (indifferenziate tra permanenti e temporanee),
134 sono pozzi o sorgenti con cisterne, 60 gli abbevera-
toi e i punti con un rilevante grado di incertezza sono 684.
I risultati ottenuti sono descritti tramite i Grafici 1a e 1b.
Le sorgenti rappresentano il 52% dei punti digitalizzati,
in generale sono il tematismo più “sicuro” dato che è
facilmente riconoscibile e diverso da altri simboli.
I pozzi e fontane sono il 39% dei punti. La difficoltà di
individuazione per questo tipo di temi è maggiore in
quanto si confondono con i simboli delle essenze ve-
getali (simboli di boschi e coltivazioni), con particolare
riferimento per le sorgenti non perenni. Questo tema non
compare nel settore Piacentino della regione.
Il tema delle sorgenti incerte è una tipologia prevista per
quei casi in cui non è stato possibile discriminare tra sor-
gente (rappresentata da una goccia) e pozzo o fontana
(rappresentati da un cerchio). Esistono anche dei casi in
cui questo tema è stato assegnato a simboli molto confu-
si. Rappresentano in ogni caso quasi il 7% dei punti totali.
Il tema degli abbeveratoi (che è presente per lo 0,6% dei
casi) è stato preso in considerazione quando il simbolo
(di solito riservato alle costruzioni) è accompagnato dal-
la lettera “P”. La interpretazione del tema abbeveratoio
temporaneo è infatti del tutto soggettiva.
Il tema delle sorgenti o pozzi collegate alle cisterne è un
tipo di simbolo costituito da una goccia accompagnata
da un quadratino o un punto. L’interpretazione ha, anche
in questo caso, un carattere di soggettività. In ogni caso
rappresenta poco più del 1% del totale ed è concentrata
nel settore Piacentino. Quest’ultimo aspetto contribuisce
ulteriormente a confermare quanto evidenziato in
precedenza, cioè che purtroppo non esiste uniformità
tra le tavolette della Carta Topografica del Regno d’Italia
dell’IGMI.
4.2 Risorgive
4.2.1. Aspetti generali
Dalle otto basi cartografiche storiche descritte in Tabel-
la 3 e altre fonti bibliografiche sono stati digitalizzati nel
complesso 1085 punti sull’intera area di studio, parte di
Figura 7 – Distribuzione dell’”RMS Error” (par. 2.2) in percentuale e sul territorio regionale, proprietà dei dati: Regione Emilia-Romagna.
Aarti
colo
Grafici 1a/1bA sinistra: 1a, distribuzione, in per-centuale, dei vari tipi di tematismo puntuale relativo alle sorgenti, a destra: 1b confronto tra scaturigini permanenti e temporanee suddivi-se per tipo, proprietà dei dati: Re-gione Emilia-Romagna.
1a 1b
28 Emili
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ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
questi sono stati eliminati dopo un secondo più atten-
to esame riducendoli a 972. La maggioranza dei punti
rimossi riguarda il tematismo “inizio tratto fluviale” digi-
talizzato dalle cartografie del Carandini e del Genio Mili-
tare. Questa operazione si è resa necessaria per rendere
meno confuso il dato finale, ed inoltre per mantenere una
certa coerenza concettuale, dato che tutti questi punti si
trovano in corrispondenza dei sedimenti fini, questo ren-
de difficile anche solo ipotizzare la potenziale presenza
di una risorgiva in questo tipo di unità geologica.
Nel dettaglio, il totale dei punti digitalizzati si ripartisce
come illustrato nei Grafici 2a e 2b.
Il grafico 2a a torta mostra che le risorgive e fontanili
rappresentano insieme il 55% degli elementi digitalizzati
per un totale di 537 punti; sono differenziati tra loro per
il campo [TIPO2], il 13% rappresenta risorgive (allo sta-
to naturale) con 130 punti e il 42% fontanili (in qualche
modo utilizzati) con 407 punti. Gli “inizi di tratto fluviale”4
sono il 40% del totale con 393 punti, i laghetti ad uso ir-
riguo sono il 3% con 26 punti (non sono stati considerati
i laghetti di dimensioni troppo ampie e sono stati digi-
talizzati solo sulle foto satellitari) e infine le aree umide
rappresentano il 2% del totale con 16 punti rilevati.
Nel grafico 2b a barre sono rappresentati solo i punti
che sono classificati come “risorgive” e “fontanili” per un
totale di 537 unità; i punti rilevati sono stati suddivisi in
base alle fonti cartografiche da cui sono stati digitalizzati.
Escluse le pubblicazioni che spesso si riferiscono a aree
limitate e circoscritte, dalle altre fonti è stato possibile
estrarre un buon numero d’informazioni. E’ interessante
notare come le Carte Tecniche Regionali (CTR) realizzate
negli anni ’70 del ‘900 siano tra le più consistenti fonti di
dati, questo permette di mettere in evidenza come fino
a quegli anni l’ambiente di alta pianura conservasse an-
cora un buon livello di naturalità. Gli emungimenti legati
alle attività economiche, i conseguenti abbassamen-
ti della tavola d’acqua, la forte espansione delle aree
urbanizzate e l’impermeabilizzazione del suolo hanno
portato alla scomparsa di molti fontanili (come si vede
dalla situazione successiva al 2000) che una volta era-
no parte integrante del paesaggio della pianura emilia-
no-romagnola. Questa riflessione si rende possibile in
quanto non si hanno grandi differenze tra le CTR e le
cartografie seguenti; fini e modalità di rappresentazione
sono coerenti.
Per gli anni precedenti la pubblicazione delle car-
tografie CTR, invece, non è possibile trarre que-
sto tipo di conclusioni, le coperture dell’area di stu-
dio differiscono da carta a carta così come le finalità
per cui una rappresentazione del territorio è sta-
ta realizzata. Cercare una correlazione risulta quin-
di impossibile se non per un’area molto ristretta.
A titolo di esempio e sempre con riferimento ai Grafici
2a e 2b non si può concludere che nel 1740 (Carandini)
ci fossero 107 fontanili che poi si sono ridotti a 25 nel
1850 (Carta dei Ducati) e infine se ne siano riattivati tanti
da tornare a 97 in base alle carte IGMI secondo impian-
to. E’invece vero che segnalazioni degli stessi fontanili
compaiono su due o più cartografie storiche; per tali
elementi si può ipotizzare che si siano conservati per un
lungo periodo di tempo; ma di questo aspetto si tratterà
più dettagliatamente in seguito.
Il Grafico 3 evidenzia la distribuzione dei soli temi ri-
sorgive e fontanili per ciascuna provincia. Come già
esposto in precedenza le province dell’Emilia si carat-
terizzano per un maggiore incidenza delle segnalazioni
rispetto alle province Romagnole.
La Figura 8 mostra la distribuzione delle risorgive/fonta-
nili per Comune, come si vede le risorgive si ripartisco-
no lungo la fascia di alta pianura e le maggior concen-
trazioni si hanno tra le province di Piacenza e Modena. I
Comuni che presentano più risorgive/fontanili sono Ca-
stelfranco Emilia (70), Reggio Emilia (47), Parma e Gat-
tatico (40), Campegine (37), Fuorenzuola d’Arda (35), Al-
seno (21), Castel San Giovanni e Modena (20) ed infine
San Cesario sul Panaro (17).
4 Considerati solo quando si possono effettivamente interpretare come potenziali risorgive, in base alle cautele espresse nel testo; si tratta in ogni caso
di un dato disomogeneo, perché rilevato solo in alcune fonti cartografiche.
Aarti
colo
Grafici 2a/2bSpiegazione nel testo, proprietà dei dati: Regione Emilia-Romagna
2a 2b
29Emili
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ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
4.2.2. Ridondanza
Una discussione a parte merita il tema dei medesimi ele-
menti che sono segnalati in due o più cartografie, nella
struttura tabellare degli shape file questi punti sono rias-
sunti nel campo [RIDONDANZA].
Tenuto conto dei differenti livelli di precisione nelle va-
rie cartografie, di un margine di tolleranza adeguato e
controllato tramite toponimi e indicazioni bibliografiche,
sono stati trovati 89 punti che si ripetono in differenti
cartografie; di questi ben 83 sono doppi, 5 tripli e 1 si
ripete 4 volte in 4 fonti cartografiche differenti.
L’esempio illustrato in Tabella 4 riassume le caratteristi-
che dei punti cosiddetti ridondanti che rappresentano il
medesimo fontanile (o risorgiva) segnalato in più carto-
grafie. Ad esempio il punto ridondante 1 è dato da tre
segnalazioni (ID 361, 3371 e 8541) su tre differenti fonti
cartografiche (Genio Militare, Carandini e Università di
Parma). A fronte di tale dato è possibile affermare che il
fontanile in questione è segnalato nelle fonti bibliografi-
che più vecchie del 1800, continuando ad essere docu-
mentato fino ai giorni nostri in quanto si riscontra anche
in uno studio dell’Università di Parma nel 2005.
E’ interessante notare come alcuni punti classificati
come “inizio tratto fluviale” in certe cartografie si sia-
no poi dimostrati essere risorgive o fontanili in quelle di
epoche successive.
I grafici illustrati in Grafico 4 seguenti illustrano l’anda-
mento nel tempo di questi punti che ritornano ad essere
segnalati in più cartografie. Per il medesimo punto si ri-
porta la prima segnalazione (nella fonte cartografica più
vecchia) e l’ultima segnalazione (nella fonte cartografica
più recente). Nella tabella sottostante l’area del grafico,
il numero di fianco al simbolo della linea indica quanti
punti ridondanti condividono il medesimo intervallo di
tempo tra le varie segnalazioni.
Nel grafico a sinistra del Grafico 4, si nota come ben
18 risorgive/fontanili si siano conservate dal ‘700 fino
al 2000 (linea blu scura), permettendo di affermare che,
limitatamente a questi casi, le varie evoluzioni delle atti-
vità umane, in quasi tre secoli, poco hanno influito sulla
loro conservazione. Un altro gruppo (dalla linea verde
alla rossa) è riuscito a conservarsi fino agli anni 2000
Aarti
colo
Grafico 3 – Risultati della digitalizzazione: elementi digitalizzati raggrup-pati per provincia, proprietà dei dati: Regione Emilia-Romagna.
Figura 8 – Risultati della digitalizzazione: distribuzione delle risorgive/fontanili nei comuni, proprietà dei dati: Regione Emilia-Romagna.
Tabella 4 – Estratto dallo schema riassuntivo dei punti ridondanti.
ID Ridondanza Tipo e Tipo2 FonteAnno di
RiferimentoNome Toponimo
361
1
fontanile universita’ PR 2005 Marzola 2 testa A
3371 fontanile Carandini 1850 Sacchi
8541 fontanile Genio militare 1860 Sacchi
331
2
fontanile universita’ PR 2005 Alberato Cervara
3361 fontanile Carandini 1850 Alberato
8951 fontanile IGMI Io impianto 1930
1061
3
fontanile Carandini 1850 Fonti Passarinaro Fonti Passarinaro
4771 risorgiva carta pre-unitaria 1830
5221 fontanile CTR-IR 1970 Fonti Passarinaro Fonti Passarinaro
8651 fontanile Genio militare 1860
30 Emili
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ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
o per lo meno fino agli anni ’70 del ‘900; mentre solo
alcune risorgive/fontanili presentano segnalazioni che al
massimo arrivano alla metà del ‘800.
Nel grafico in alto a destra, del Grafico 4, mostra come
5 risorgive/fontanili siano state segnalate su tre basi car-
tografiche differenti arrivando intatte fino agli anni 2000,
soltanto di una di queste si è persa traccia nel periodo
compreso tra le due Guerre Mondiali.
Il grafico in basso a destra del Grafico 4, rappresenta la
sola risorgiva/fontanile che sia stata segnalata 4 volte in
altrettante diverse cartografie. Per la precisione, si tratta
delle Fonti Passarinaro presenti tutt’ora a nord di Sant’I-
lario d’Enza nella Provincia di Reggio Emilia. Questo
gruppo di fontanili (si tratta di una struttura complessa
come si vede nella Figura 9) non è scomparso, come
sembra mostrare il grafico, ma per questo aspetto si ri-
manda alla successiva discussione.
La fase seguente alla digitalizzazione ha visto l’utilizzo
della base cartografica OrtoFoto AGEA 2008, questa
base informativa è costituita dalle foto satellitari ad alta
risoluzione riprese nel 2008. A differenza di tutte le altre
basi cartografiche, con le immagini sulle ortofoto non è
stata compiuta una semplice digitalizzazione, quanto
piuttosto un riepilogo/verifica dei punti rilevati fino a quel
Grafico 4 – Ridondanza dei punti doppi, tripli e quadrupli, proprietà dei dati: Regione Emilia-Romagna.
Figura 9 – Fonti di Passarinaro (Gattatico – RE), i punti sono differenziati per fonte cartografica, i numeri sono relativi alle ridondanze documentate, proprietà dei dati: Regione Emilia-Romagna.
Aarti
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31Emili
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na
ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
momento, in quanto è stata utilizzata come riferimento
attuale per valutare lo stato di conservazione di ognuno
dei punti rilevati da tutte le fonti precedenti (campo [Si-
tuazione 2010] della tabella finale).
Il Grafico 5 mostra il risultato della comparazione con le
più recenti ortofoto satellitari e quindi la situazione attua-
le dei 972 fontanili rilevati in tutte le cartografie utilizzate.
Ben il 79% (762 punti) risulta ormai scomparso senza
che ne rimanga traccia (es. umidità) al suolo oppure è
stato coperto dall’urbanizzazione (anche da opere appa-
rentemente meno impattanti, come i parcheggi di super-
ficie). Del 7% rimane traccia della “testa” del fontanile
e per un 5% solo questa rimane visibile e forse attiva. Il
3% è rappresentato da fontanili la cui struttura è ancora
visibile ma probabilmente non più attiva.
Solo 13 punti, che rappresentano l’uno per cento del
totale storicamente documentato, risultano, all’esame
delle foto satellitari, ancora conservati ed attivi. Per il re-
stante 5% (pari a 53 punti) non è possibile, con il metodo qui
proposto, determinare il loro stato in quanto le aree corri-
spondenti sono completamente coperte da vegetazione.
4.2.3. Risorgive e Siti di Importanza Comunitaria
Grazie alle loro caratteristiche idrogeologiche, fisiche e
chimiche le risorgive sono di grande importanza ecolo-
gica perché costituiscono un habitat che ospita specie
molto rare ed esigenti, sia come flora che come fauna.
Non è un caso quindi se numerosi Siti di Importanza
Comunitaria (SIC) della Rete Natura 20005 della pianura
emiliano-romagnola, sono imperniati sulla presenza di
questi elementi, anche se in forma purtroppo relitta.
Nell’ambito della Rete Natura 2000, limitatamente ai
punti digitalizzati come “fontanili” e “risorgive”, 62 rica-
dono in aree SIC (Siti d’Interesse Comunitario) o ZPS
(Zone di Protezione Speciale). Qualcuna di queste aree
poco o nulla hanno a che fare con il fenomeno della na-
turale venuta a giorno di acque sotterranee, ma i punti vi
ricadono comunque a causa delle ampie tolleranze sulle
coordinate che hanno certe fonti cartografiche.
Segue l’elenco delle aree della Rete Natura 2000 e rela-
tivo Ente provinciale gestore di cui sopra:
· Torrente Stirone > Parma e Piacenza
· Aree delle Risorgive di Viarolo, Bacini di Torrile, Fascia
Golenale del Po > Parma
· Fontanili di Corte Valle Re > Reggio Emilia
· Rio Rodano e Fontanili di Fogliano e Ariolo > Reggio
Emilia
· Fontanili di Gattatico e Fiume Enza > Reggio Emilia e
Parma
· Manzolino > Bologna e Modena
· Cassa di Espansione del Fiume Panaro > Modena
· Meandri del Fiume Ronco > Forlì -Cesena
La normativa sulle aree della Rete Natura 2000 indica nei
Piani di Gestione uno degli strumenti per individuare e
perseguire gli obiettivi di conservazione di habitat e spe-
cie; per la formazione del Quadro Conoscitivo di questi
Piani sarebbe sicuramente opportuno il contributo, ov-
viamente applicativo, delle discipline delle Scienze della
Terra, Idrogeologia compresa. A tal fine, anche l’uso dei
dati ambientali storici può essere strategico a supporto
dello svolgimento delle analisi territoriali, per raffronto
con la situazione attuale, finalizzate alla formulazione di
misure di valorizzazione paesaggistica degli spazi natu-
rali e habitat di particolare interesse ecologico, che non
possono essere garantite senza perseguire anche la sal-
vaguardia delle risorse idriche locali.
Nei caso dei siti interessati dalla presenza di risorgi-
ve, attive e non, il contributo professionale del geolo-
go-idrogeologo porta all’individuazione es. dell’area di
alimentazione delle scaturigini, alla stima della portata
minima da garantire per la conservazione o la fattibili-
tà di un ripristino degli habitat collegati, oltre che per
il miglioramento dell’apporto idrico al fine di contenere
fenomeni di regressione quantitativa e/o deterioramen-
to qualitativo delle acque che vengono a giorno, causa
della scomparsa o rarefazione di molte specie e habitat
totalmente dipendenti dalle risorgive.
Grafico 5 – Situazione attuale dei fontanili, proprietà dei dati: Regione Emilia-Romagna.
5 La Rete Natura 2000, data dall’insieme di SIC e Zone di Protezione Speciale (ZPS) è istituita in attuazione di specifiche Direttive Europee, per tutelare
habitat e specie importanti, indicate in elenchi ufficiali (SIC) o più specificatamente per la tutela di questi ultimi quando siano legati alla vita degli Uccelli.
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Figura 10 – Confronto tra la cartografia dei Corpi Idrici Sotterranei montani (2009) e le sorgenti storiche perenni, spiegazioni nel testo,
proprietà dei dati: Regione Emilia-Romagna.
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Figura 11 – Unità geologiche ghiaiose e sabbiose della pianura alluvionale emiliano-romagnola e risorgive storicamente documen-
tate, spiegazione nel testo, proprietà dei dati: Regione Emilia-Romagna.
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ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
4.3. Potenzialità per l’analisi geologica
4.3.1. Sorgenti storiche
La disponibilità per l’intero Appennino emiliano-roma-
gnolo del dato sulle sorgenti documentate nella Carta
Topografica del Regno d’Italia, consente la realizzazione
di una prima banca dati che rappresenta un importante
punto di partenza per impostare ricerche e analisi terri-
toriali con varie finalità. Alcune esperienze sono in fase
di sviluppo presso il Servizio Geologico regionale, e si
descrivono brevemente di seguito.
In ambito regionale o provinciale, pur con le cautele sug-
gerite dalla constatata disomogeneità del dato storico,
è possibile effettuare un confronto tra la distribuzione
di queste segnalazioni e le moderne cartografie delle
unità geologiche sede degli acquiferi montani, ottenute
comparando la banca dati geologica e l’ubicazione delle
sorgenti attualmente captate ad uso acquedottistico. In
figura 10 si riporta uno degli esempi più soddisfacenti
di tale corrispondenza, relativo a settori dell’Appennino
modenese e bolognese. In verde sono rappresentati i lo-
cali Corpi Idrici Sotterranei (CIS) tratti dalla cartografia
elaborata nel 2009 presso il Servizio Geologico come
contributo di settore alla formazione dei Piani di Gestio-
ne di Distretto Idrografico, in attuazione della Direttiva
Quadro sulle Acque 2000/60/CE e seguenti6. I punti rossi
sono le sorgenti storiche IGMI di tipo perenne: essi in
larga parte si distribuiscono entro i confini dei CIS, che
sono per lo più interpretabili come limiti di permeabili-
tà. Il dettaglio cartografico dei CIS, a parte il necessario
“sacrificio” delle coperture detritiche di versante, è com-
patibile con una scala non superiore a 1:25.000, che poi
è la stessa delle tavolette IGMI utilizzate.
In ambito locale, in studi idrogeologici per l’individua-
zione di aree idonee all’immagazzinamento preferenziale
di risorse idriche sotterranee, le sorgenti storiche sono
state utilizzate per disporre di prime indicazioni, da veri-
ficare successivamente in campagna. Questo è partico-
larmente utile qualora si intenda affrontare anche il tema
delle sorgenti non captate, anche se spesso risultano
solo parzialmente documentate nelle banche dati regio-
nali.
Sempre nell’ambito locale, il confronto tra sorgenti stori-
che ed attuali sta dimostrando una tendenza alla riduzio-
ne in numero delle scaturigini e/o alla loro diminuzione
di quota (Segadelli e Vescovi, dati inediti riferiti all’Ap-
pennino parmense). La verifica della diffusione in ambito
regionale di questa tendenza sarà oggetto (tra le altre
cose) di studi applicativi locali, attuati in collaborazione
con i Dipartimenti di Scienze della Terra delle Università
di Bologna e Parma.
4.3.2. Risorgive
Nella pianura emiliano-romagnola, è stata confrontata la
distribuzione delle ubicazioni delle risorgive storicamen-
te documentate con le cartografie della litologia di su-
perficie, tratte dalle banche dati del Servizio Geologico
regionale, con particolare attenzione alle ghiaie e sab-
bie, al tetto delle ghiaie delle unità denominate Subsin-
tema di Ravenna (AES8) e Subsintema di Villa Verucchio
(AES7); si ottengono gli elaborati delle Figure 11 e 12.
Dall’analisi delle precedenti figure si può notare come
la maggioranza delle risorgive storicamente documenta-
te si trovino in corrispondenza del passaggio laterale di
facies, in superficie e nel primo sottosuolo, delle ghiaie
appartenenti al Subsintema di Ravenna (AES8) alle cor-
6 L’attività è coordinata, in ambito regionale, dal Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua. Si noti la parziale omonimia (Piani di Gestione) tra gli stru-
menti di pianificazione nel settore acque, prescritti dalla Direttiva Acque e quelli relativi ai siti della Rete Natura 2000, cui si fa riferimento nel par. 4.2.3.
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Figura 12 – Dettaglio della Figura 11, dove sono evidenziati anche alcu-ni gruppi di risorgive attualmente attive, spiegazione nel testo, proprietà dei dati: Regione Emilia-Romagna.
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rispondenti sabbie o sedimenti più fini. In questo modo
le ghiaie appartenenti al Subsintema Ravenna (AES8)
rappresentano il principale serbatoio di alimentazione
delle risorgive.
5. CONCLUSIONI
Da questo lavoro emerge chiaramente come i dati terri-
toriali di tipo storico, anche per il tema delle acque sot-
terranee, siano una fonte di informazioni di grande inte-
resse, purché questi risultino agevolmente confrontabili
con le basi dati territoriali di uso comune. Per questo
motivo l’acquisizione del dato territoriale storico deve
avvenire attraverso un sistema informativo compute-
rizzato che ne permette la digitalizzazione, visualizza-
zione, conservazione ed analisi, oltre che l’opportuna
restituzione delle informazioni stesse (georeferenziate)
in modo da permettere il confronto con altri dati attra-
verso programmi GIS.
Più in generale, il dato di tipo storico può rappresentare,
all’interno delle analisi ambientali, territoriali e storico-
culturali, un importante strumento per la ricostruzio-
ne dell’evoluzione nel tempo di paesaggi e ambienti e
quindi promuovere progetti di tutela e valorizzazione
anche all’interno del quadro conoscitivo degli strumenti
di pianificazione territoriale e di settore. In particolare,
nel caso dei fontanili, trattandosi generalmente di analisi
territoriali alla scala di aree circoscritte, lo strumento di
pianificazione più adatto è dato dai PTC provinciali, ad
implementazione di quanto già riscontrato nella pratica
(individuazione e tutela delle risorgive ancora attive).
Da sviluppare, anche per le possibilità offerte alla profes-
sione del Geologo, il contributo che queste conoscenze
sono in grado di dare alla formazione dei Piani di Gestio-
ne delle aree appartenenti alla Rete Natura 2000.
In ogni caso, il dato storico è uno degli strumenti per la
programmazione e progettazione di interventi di recu-
pero e valorizzazione di sistemi naturali che, nel tem-
po, hanno subito degrado ambientale, per effetto della
pressione antropica, magari in un contesto di elevata
vulnerabilità ambientale.
6. BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA, “Piano Territoriale di Coordi-
namento Provinciale”. Approvato con atto G. R. 1303 del 25 luglio
2000.
AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA, “Aggiornamento del database
dei fontanili e delle risorgive della pianura piacentina con l’aiuto di
immagini satellitari ad altissima risoluzione”. P. Lega Rapporto Inter-
no N° 20/04 Novembre 2004.
AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PARMA, “Piano Territoriale di Coordina-
mento Provinciale”. Approvato Del. C.P. n° 118 del 22.12.2008.
AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI REGGIO EMILIA, “Piano Territoriale di Coordi-
namento Provinciale”. Adottato con Del. n.92 del 06/11/2008.
AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI MODENA, “Piano Territoriale di Coordina-
mento Provinciale”. Adottato con DCP n.112 del 22/07/08.
AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI MODENA, “Conoscere l’acqua, l’acqua in
Provincia di Modena”. Modena, Provincia di Modena, Mucchi. -
1984.
AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI BOLOGNA, “Piano Territoriale di Coordina-
mento Provinciale”. Approvato con Delibera del Consiglio Provincia-
le n.19 dell’ 30/03/04.
ARCHIVIO CARTOGRAFICO E FOTOGRAFICO STORICO DEL SERVIZIO BENI ARCHITETTO-
NICI ED AMBIENTALI:
- Carta della Pianura Bolognese di Andrea Chiesa (1740-42)
- Carta storia pre-unitaria (prima metà del '800)
- Carta del Ducato Estense di Giuseppe Carandini (1821-29)
- Carta del Genio militare dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla,
detta "Carta di Maria Luigia" (metà del '800)
- Carta IGM impianto storico, detta "II° impianto", (1922-34)
BIANCONI D., D. NERI D. (a cura di), “I fontanili del territorio di Castelfran-
co Emilia e San Cesario sul Panaro”. Castelfranco Emilia 2000.
CENTRO VILLA GHIGI (a cura di), “Riserva Naturale Orientata Fontanili di
Corte Valle Re”. N. 6, Regione Emilia-Romagna.
COMUNE DI RICCIONE, “Le fontanelle di Riccione, ambiente a storia di
un’area urbana tra mare e collina”. Riccione 2006.
DOMERI D., LODOVISI A., LONGAGNANI L., “Modena città sulle acque”. Nuo-
vagrafica Print. Modena 2006.
GIAMPAOLO ROSSETTI, VALENTINA PIERI & KOEN MARTENS, “Recent ostracods
(Crustacea, Ostracoda) found in lowland springs of the provin-
ces of Piacenza and Parma (Northern Italy)”. Hydrobiologia (2005)
542:287–296.
MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO – MUSEO FRIULANO DI
STORIA NATURALE, COMUNE DI UDINE, “Risorgive e fontanili, acque sor-
genti di pianura dell’Italia Settentrionale”. Quaderni Habitat 2, 2002.
PIACENTINI (1994), "Studi sulla vulnerabilità degli acquiferi: 6 - l'Appen-
nino modenese".
S.I.C. E Z.P.S. (http://www.regione.emilia-romagna.it/natura2000/)
- IT4020017 - Aree delle risorgive di Viarolo, Bacini di Torrile,
Fascia golenale del Po
- IT4030023 - Fontanili di Gattatico e Fiume Enza
- IT4030007 - Fontanili di Corte Valle Re
- IT4030021 - Rio Rodano e Fontanili di Fogliano e Ariolo
- IT4020003 - Torrente Stirane
- IT4080006 - Meandri del Fiume Ronco
- IT4040011 - Cassa di espansione del Fiume Panaro
- IT4040009 - Manzolino
SITO INTERNET DEL SERVIZIO GEOLOGICO, SISMICO E DEI SUOLI, REGIONE EMILIA-
ROMAGNA: http://www.regione.emilia-romagna.it/wcm/geologia/ca-
nali/cartografia/sito_cartografia/sito_sorgenti.htm
VALENTINA PIERI, CLAUDIA CAMERINI, STEFANO GOMARASCA, KOEN MARTENS,
GIAMPAOLO ROSSETTI, “Water quality and diversity of the Recent ostra-
cod fauna in lowland springs from Lombardy (northern Italy)”. Hydro-
biologia (2007) 585:79–87.
VIEL G., DE NARDO M.T. E MONTAGUTI M. (2003) – Schema Direttore della
Pericolosità Geoambientale. APAT, Servizio Geologico Nazionale e
Regione Emilia-Romagna, Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli.
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ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
ORDINE DEI GEOLOGI REGIONE EMILIA ROMAGNA
CONSUNTIVO 2009
CONSISTENZA DI CASSA INIZIO ESERCIZIO 1.591,53
RISCOSSIONI In c/competenza 246.962,47 258.537,49In c/residui 11.575,02
PAGAMENTI In c/competenza 228.419,60 260.446,21In c/residui 32.026,61
CONSISTENZA DI CASSA FINE ESERCIZIO -317,19
RESIDUI ATTIVI Esercizi precedenti 148.930,95 145.954,07
Esercizi precedenti riscossi 11.575,02
Esercizi precedenti stralciati 426,85
Esercizio in corso 9.024,99
RESIDUI PASSIVI Esercizi precedenti 159.321,58 195.421,94
Esercizi precedenti pagati 32.026,61
Esercizi precedenti stralciati 11.156,27
Esercizio in corso 79.283,24
DIS / AVANZO DI AMMINISTRAZIONE -49.785,06
Parte vincolata
Parte disponibile -49.785,06
Totale Risultato di Amministrazione -49.785,06
01/01/2009 31/12/2009
FONDO CASSA 1.591,53 -317,19
RESIDUI ATTIVI 148.930,95 145.954,07
RESIDUI PASSIVI 159.321,58 195.421,94
RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE -8.799,10 -49.785,06
L'utilizzazione dell'avanzo di amministrazione per l'esercizio successivo risulta così prevista
IL REVISORE UNICO
Dott. Gian Luca Mattioli
Il sottoscritto Dott. Gian Luca Mattioli, revisore unico dell'Ordine dei Geologi dell'Emilia Romagna ai sensi dell'art. 234 del D. Lgs. 267/2000 e seguenti:· ricevuta la proposta di deliberazione consiliare del ren-
diconto della gestione 2009 e lo schema di rendiconto della gestione 2009, con i relativi allegati;
· viste le disposizioni di legge che regolano la materia, in
particolare il D. Lgs. 267/2000;· visto il regolamento di contabilità, adeguato con deli-
bera n.6/2000;
Dall'esame del Rendiconto di gestione 2009 redatto dal Consiglio, si riscontrano le seguenti risultanze comples-sive:
Il revisore ha esaminato a campione i documenti ammini-strativi e ha verificato che il contenuto del conto consun-tivo deriva dall’insieme delle movimentazioni finanziarie e contabili di cui l’ente ha tenuto annotazione e che, a loro volta, tali movimentazioni corrispondono a quanto riscontrabile dalla documentazione prodotta dai sog-getti terzi con cui l’Ente medesimo intrattiene i rapporti. Il conto economico, redatto secondo lo schema UE e tenuto conto delle componenti di natura economica e con esclusione di quelle di natura finanziaria, presenta un disavanzo economico di Euro 67.458,75. Lo stato patrimoniale, anch’esso redatto secondo lo schema UE, evidenzia una situazione di disequilibrio patrimoniale.Tale situazione (economica e patrimoniale) nonché il di-savanzo di amministrazione cumulato, appaiono essere in diretta correlazione con la sopravvenienza passive di
costi di precedenti esercizi; l’organo di gestione, peral-tro, si è attivato per rimuovere le inefficienze organizza-tive che hanno costituito la principale causa della man-cata manifestazione contabile dei costi negli esercizi di competenza.
CONCLUSIONITutto ciò considerato, in relazione alle rilevazioni, moti-vazioni e proposte specificate nella presente relazione, l'organo di revisione esprime parere favorevole all’ap-provazione del bilancio consuntivo 2009.
Bologna, 30 giugno 2010
Bbil
anci
o
Parere dell'organo di Revisione alla proposta di Rendiconto della gestione 2009 dell'ordine dei Geologi della Regione Emilia-Romagna
B
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Emilia - Rom
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ilGEO
LOGO
dell’EMILIA-R
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AGN
A
bilancio
Capitolo ENTRATE
Descrizione Capitolo
iniziali variazioni definitive riscosse da riscuotere totali Scostamentp
preventivo
Accertato
Inizio esercizio Riscossi Stralciati maggiori
accertamenti
da riscuotere residui attivi fine
esercizio
a b c d=(b+c) e f g=(e+f) h=(g-d) i l l1 l2 m=(i-l-l1-l2) n=(f+m)
TITOLO A.1 ENTRATE TRIBUTARIE
CAP.A.01.01 QUOTE 175.180,00 0,00 175.180,00 159.880,00 5.807,14 165.687,14 -9.492,86 109.432,27 11.575,02 0,00 0,00 97.857,25 103.664,39
01-101-0001 Albo Professionale 160.180,00 0,00 160.180,00 147.480,00 5.307,14 152.787,14 -7.392,86 58.643,35 11.275,02 0,00 0,00 47.368,33 52.675,47
01-101-0002 Elenco Speciale 11.500,00 0,00 11.500,00 10.100,00 500,00 10.600,00 -900,00 3.389,59 300,00 0,00 0,00 3.089,59 3.589,59
01-101-0003 Sospesi Albo Professionale 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 41.170,08 0,00 0,00 0,00 41.170,08 41.170,08
01-101-0004 Sospesi Elenco Speciale 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 6.229,25 0,00 0,00 0,00 6.229,25 6.229,25
01-101-0005 Tassa iscrizione Albo 3.000,00 0,00 3.000,00 2.200,00 0,00 2.200,00 -800,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
01-101-0006 Tassa iscrizione Elenco Speciale 500,00 0,00 500,00 100,00 0,00 100,00 -400,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
TITOLO A.2 ENTRATE EXTRA TRIBUTARIE
CAP.A.02.01 ENTRATE PER SERVIZI 64.500,00 0,00 64.500,00 36.994,97 165,00 37.159,97 -27.340,03 4.000,00 0,00 0,00 0,00 4.000,00 4.165,00
01-201-0001 Pareri di congruità 1.500,00 0,00 1.500,00 63,97 0,00 63,97 -1.436,03 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
01-201-0002 Certificati, Timbri e Tessere 15.000,00 0,00 15.000,00 2.055,00 15,00 2.070,00 -12.930,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 15,00
01-201-0003 CORSI E CONVEGNI 48.000,00 0,00 48.000,00 33.176,00 150,00 33.326,00 -14.674,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 150,00
01-201-0004 Contrib.partec. Seminario 0,00 0,00 0,00 1.700,00 0,00 1.700,00 1.700,00 4.000,00 0,00 0,00 0,00 4.000,00 4.000,00
CAP. A.02.02 ENTRATE STRAORDINARIE 3.000,00 0,00 3.000,00 492,27 0,00 492,27 -2.507,73 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
01-202-0001 Contributi di Terzi (Regione e
Provincia RN)
3.000,00 0,00 3.000,00 0,00 0,00 0,00 -3.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
01-202-0002 Pubblicità 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
01-202-0003 Varie 0,00 0,00 0,00 492,27 0,00 492,27 492,27 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CAP.A.02.03 ENTRATE FINANZIARIE 0,00 0,00 0,00 165,41 50,78 216,19 216,19 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 50,78
01-203-0001 Interessi attivi bancari 0,00 0,00 0,00 117,04 50,78 167,82 167,82 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 50,78
01-203-0002 Interessi attivi c/c postale 0,00 0,00 0,00 48,37 0,00 48,37 48,37 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
01-203-0003 Interessi su depositi cauzionali 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
TOTALE ENTRATE CORRENTI 242.680,00 0,00 242.680,00 197.532,65 6.022,92 203.555,57 -39.124,43 113.432,27 11.575,02 0,00 0,00 101.857,25 107.880,17
TITOLO A.3 ENTRATE C/CAPITALE
CAP.A.03.01 VENDITA MOBILI E
ATTREZZATURE
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
02-301-0001 Vendita mobili e attrezzature 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CAP.A.03.02 ENTRATE PER ANTICIP. E
RISC.CREDITI
0,00 0,00 0,00 34.000,00 0,00 34.000,00 34.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
02-302-0001 Accensione Mutui 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
02-302-0002 Riscossione prestiti 0,00 0,00 0,00 9.000,00 0,00 9.000,00 9.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
02-302-0003 Anticipazioni di cassa 0,00 0,00 0,00 25.000,00 0,00 25.000,00 25.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CAP.A.03.03 MOVIMENTAZIONE TITOLI 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,0002-303-0001 Titoli in scadenza o estratti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
02-303-0002 Movimento di Capitale 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
ENTRATE
C/CAPITA
LE
RENDICONTO FINANZIARIO DELLE ENTRATE E DELLE SPESE ANNO 2009CONTO GESTIONE DI COMPETENZA GESTIONE DEI RESIDUI
ENTRATE
TRIBUTARI
E
ENTRATE
EXTRA
TRIBUTARI
E
TOTALE ENTRATE 242.680,00 0,00 242.680,00 231.532,65 6.022,92 237.555,57 -5.124,43 113.432,27 11.575,02 0,00 0,00 101.857,25 107.880,17
TITOLO A.4 ENTRATE PER PARTITE DI GIRO
CAP. A.04.01 ENTRATE PARTITE DI GIRO 15.000,00 0,00 15.000,00 15.429,82 3.002,07 18.431,89 3.431,89 35.498,68 0,00 426,85 0,00 35.071,83 38.073,90
03-701-0001 Ritenute fiscali (1001-1040) 10.000,00 0,00 10.000,00 10.576,84 2.357,76 12.934,60 2.934,60 296,44 0,00 296,44 0,00 0,00 2.357,76
03-701-0002 Ritenute previdenziali 5.000,00 0,00 5.000,00 4.852,98 644,31 5.497,29 497,29 130,41 0,00 130,41 0,00 0,00 644,31
03-701-0003 Entrate diverse 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
03-701-0004 Quote di dubbia esigibilità 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 35.071,83 0,00 0,00 0,00 35.071,83 35.071,83
TOTALE ENTRATE GENERALE 257.680,00 0,00 257.680,00 246.962,47 9.024,99 255.987,46 -1.692,54 148.930,95 11.575,02 426,85 0,00 136.929,08 145.954,07
ENTRATE
PARTITE
DI GIRO
40 Emili
a - R
omag
na
ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
44
A B C D E F G H I J K L M N O
iniziali variazioni definitive pagate da pagare totali Scostamento
preventivo
Impegnato
Inizio esercizio Pagati Stralciati da pagare residui passivi fine
esercizio
b c d=(b+c) e f g=(e+f) h=(g-d) i l l1 m=(i-l1-l) n=(f+m)
TITOLO 1 B.1 SPESE CORRENTI
FUNZIONI OBIETTIVO AFFARI ISTITUZIONALI E
PROMOZIONALI
CAP B.1.1 ATTIVITA’ DI CONSIGLIO 18.500,00 0,00 18.500,00 13.171,84 4.635,54 17.807,38 -192,62 3.297,19 1.355,63 1.941,56 0,00 4.635,5411-101-0001 Spese riunione Consiglio Dirett. 6.000,00 0,00 6.000,00 5.724,86 2.530,00 8.254,86 2.254,86 0,00 0,00 0,00 0,00 2.530,00
11-101-0002 Rimborso spese attività Consiglieri 8.000,00 0,00 8.000,00 7.446,98 2.105,54 9.552,52 1.552,52 2.198,75 1.355,63 843,12 0,00 2.105,54
11-101-0003 Spese Consiglieri 4.000,00 0,00 4.000,00 0,00 0,00 0,00 -4.000,00 1.098,44 0,00 1.098,44 0,00 0,00
11-101-0004 Assicurazioni Consiglieri 500,00 0,00 500,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CAP.B.11.102. TUTELA DELLA PROFESSIONE 4.000,00 0,00 4.000,00 0,00 3.744,00 3.744,00 -256,00 0,00 0,00 0,00 0,00 3.744,00
11-102-0001 Prestazioni Professionali 4.000,00 0,00 4.000,00 0,00 3.744,00 3.744,00 -256,00 0,00 0,00 0,00 0,00 3.744,00
CAP.B.11.103. ATTIVITA’ PROMOZIONE CONVEGNI E
CONGRESSI
9.550,00 0,00 9.550,00 0,00 0,00 0,00 -9.550,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-103-0001 Riunioni, rappres. (spese partecipaz) 9.550,00 0,00 9.550,00 0,00 0,00 0,00 -9.550,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CAP.B.11.104. SPESE CONGRESSI E CONVEGNI 20.500,00 0,00 20.500,00 21.766,96 3.525,80 25.292,76 4.792,76 20.068,94 17.346,00 2.312,61 410,33 3.936,13
11-104-0001 Rimborsi spese (partecip.congressi) 2.500,00 0,00 2.500,00 595,20 0,00 595,20 -1.904,80 410,33 0,00 0,00 410,33 410,33
11-104-0002 Contrib, a Comitati organiz. (patroc.) 0,00 0,00 0,00 0,00 1.000,00 1.000,00 1.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 1.000,00
11-104-0003 Spese organizz.congr.conf.,corsi 15.000,00 0,00 15.000,00 19.236,76 1.374,48 20.611,24 5.611,24 7.285,00 7.285,00 0,00 0,00 1.374,48
11-104-0004 Premio di laurea 3.000,00 0,00 3.000,00 1.875,00 0,00 1.875,00 -1.125,00 2.312,61 0,00 2.312,61 0,00 0,00
11-104-0005 Contributi per Sigilli professioanli 0,00 0,00 0,00 60,00 1.151,32 1.211,32 1.211,32 10.061,00 10.061,00 0,00 0,00 1.151,32
11-104-0006 Promozionali 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CAP.B.11.105. STAMPA DI CATEGORIA 7.900,00 0,00 7.900,00 1.093,00 1.080,83 2.173,83 -5.726,17 5.774,25 5.456,25 0,00 318,00 1.398,8311-105-0001 Tipografiche 6.000,00 0,00 6.000,00 1.000,00 1.080,83 2.080,83 -3.919,17 5.456,25 5.456,25 0,00 0,00 1.080,83
11-105-0002 Pubblicazioni non periodiche 500,00 0,00 500,00 0,00 0,00 0,00 -500,00 318,00 0,00 0,00 318,00 318,00
11-105-0003 Spese di spedizione 1.200,00 0,00 1.200,00 0,00 0,00 0,00 -1.200,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-105-0004 Collaborazioni 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-105-0005 Spese iscriz. Or. Giornalisti/Direttore 200,00 0,00 200,00 93,00 0,00 93,00 -107,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-105-0006 Pubblicità 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00TITOLO 2.B.2 FUNZIONI OBIETTIVO
SERVIZI GENERALI
CAP.B.11.201 SPESE PER IL PERSONALE 99.000,00 0,00 99.000,00 72.648,80 13.419,62 86.068,42 -12.931,58 18.658,28 6.650,35 6.475,35 5.532,58 18.952,2011-201-0001 Stipendi Lordi 60.000,00 0,00 60.000,00 53.328,90 7.692,08 61.020,98 1.020,98 3.264,82 3.264,82 0,00 0,00 7.692,08
11-201-0002 Contributi Inps.Impdap,Inail 11.000,00 0,00 11.000,00 13.780,09 1.797,69 15.577,78 4.577,78 2.655,59 2.060,00 595,59 0,00 1.797,69
11-201-0003 Contributi Irap 6.000,00 0,00 6.000,00 4.590,58 595,94 5.186,52 -813,48 1.086,00 335,24 750,76 0,00 595,94
11-201-0004 Quote indennità anzianità pers. 3.000,00 0,00 3.000,00 0,00 2.899,28 2.899,28 -100,72 5.532,58 0,00 0,00 5.532,58 8.431,86
11-201-0005 Arretrati passaggio Liv. 1.500,00 0,00 1.500,00 0,00 0,00 0,00 -1.500,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-201-0006 Buoni mensa 1.500,00 0,00 1.500,00 949,23 434,63 1.383,86 -116,14 990,29 990,29 0,00 0,00 434,63
11-201-0007 Rimborsi Spese dipendenti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-201-0008 Corsi di formaz.dipend. 1.000,00 0,00 1.000,00 0,00 0,00 0,00 -1.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-201-0009 Compensi incentivanti 2.000,00 0,00 2.000,00 0,00 0,00 0,00 -2.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-201-0010 Contratti diversi 13.000,00 0,00 13.000,00 0,00 0,00 0,00 -13.000,00 5.129,00 0,00 5.129,00 0,00 0,00
RENDICONTO FINANZIARIO DELLE ENTRATE E DELLE SPESE ANNO 2009CONTO GESTIONE DI COMPETENZA GESTIONE DEI RESIDUI
SERVIZI
GENERALI
Centro di
responsabili
tà
Capitolo USCITE Descrizione
Capitolo
AFFARI
ISTITUZIONA
LI E
PROMOZION
ALI
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
58
59
60
61
62
63
64
65
66
67
68
69
70
71
72
73
74
75
76
77
78
79
80
81
82
83
84
85
86
87
CAP.B.11.301 SPESE FUNZIONAMENTO SEDE 31.030,00 0,00 31.030,00 22.391,28 10.182,95 32.574,23 1.544,23 750,00 0,00 0,00 750,00 10.932,95
11-301-0001 Fitti passivi 19.000,00 0,00 19.000,00 14.303,00 6.019,00 20.322,00 1.322,00 0,00 0,00 0,00 0,00 6.019,00
11-301-0002 Illuminazione,gas,acqua, NU 6.000,00 0,00 6.000,00 1.086,69 3.483,95 4.570,64 -1.429,36 0,00 0,00 0,00 0,00 3.483,95
11-301-0003 Telefoniche 3.000,00 0,00 3.000,00 3.544,97 680,00 4.224,97 1.224,97 0,00 0,00 0,00 0,00 680,00
11-301-0004 Manut.Locali,attrezz.,macc.arredi 1.000,00 0,00 1.000,00 1.753,00 0,00 1.753,00 753,00 750,00 0,00 0,00 750,00 750,00
11-301-0005 Nettezza urbana 1.500,00 0,00 1.500,00 0,00 0,00 0,00 -1.500,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-301-0006 Leasing e affitti vari 0,00 0,00 0,00 1.415,24 0,00 1.415,24 1.415,24 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-301-0007 Assicurazioni sede 530,00 0,00 530,00 288,38 0,00 288,38 -241,62 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CAP.B.11.401 SPESE GENERALI FUNZIONAM. 41.100,00 0,00 41.100,00 61.201,53 26.066,11 88.908,68 47.808,68 75.255,96 1.200,00 0,00 74.055,96 100.122,07
11-401-0001 Spese postali 7.450,00 0,00 7.450,00 5.714,20 30,00 5.744,20 -1.705,80 0,00 0,00 0,00 0,00 30,00
11-401-0002 Cancelleria e stampati 7.000,00 0,00 7.000,00 2.873,11 277,82 4.791,97 -2.208,03 0,00 0,00 0,00 0,00 277,82
11-401-0003 Acquisto libri, riviste, abbonamenti 1.000,00 0,00 1.000,00 95,50 0,00 95,50 -904,50 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-401-0004 Spese per contratti di servizi 7.000,00 0,00 7.000,00 5.251,81 8.539,07 13.790,88 6.790,88 1.200,00 1.200,00 0,00 0,00 8.539,07
11-401-0005 Consulenze e prest.professionali 7.000,00 0,00 7.000,00 730,00 8.445,60 9.175,60 2.175,60 0,00 0,00 0,00 0,00 8.445,60
11-401-0006 Spese varie 1.700,00 0,00 1.700,00 822,84 105,00 927,84 -772,16 500,00 0,00 0,00 500,00 605,00
11-401-0007 Elezioni 0,00 0,00 0,00 3.249,35 8.668,62 11.917,97 11.917,97 0,00 0,00 0,00 0,00 8.668,62
11-401-0008 Rimborsi quote e vari 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-401-0009 Quote associative Enti vari 1.000,00 0,00 1.000,00 0,00 0,00 0,00 -1.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-401-0010 Fondo di riserva stanziam. Insuff. 2.550,00 0,00 2.550,00 0,00 0,00 0,00 -2.550,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-401-0011 Copertura disavanzo esercizio precedente 6.400,00 0,00 6.400,00 0,00 0,00 0,00 -6.400,00 73.555,96 0,00 0,00 73.555,96 73.555,96
11-401-0012 Sopravvenienza passiva 0,00 0,00 0,00 42.464,72 0,00 42.464,72 42.464,72 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CAP.B.11.501 ONERI FINANZIARI E TRIBUTARI 1.200,00 0,00 1.200,00 5.626,12 702,32 6.328,44 5.128,44 18,38 18,38 0,00 0,00 702,32
11-501-0001 Oneri bancari 1.000,00 0,00 1.000,00 4.042,55 249,55 4.292,10 3.292,10 18,38 18,38 0,00 0,00 249,55
11-501-0002 Imposte su interessi attivi 100,00 0,00 100,00 44,66 0,12 44,78 -55,22 0,00 0,00 0,00 0,00 0,12
11-501-0003 Interessi passivi 0,00 0,00 0,00 1.164,40 415,75 1.580,15 1.580,15 0,00 0,00 0,00 0,00 415,75
11-501-0004 Altre imposte 100,00 0,00 100,00 374,51 36,90 411,41 311,41 0,00 0,00 0,00 0,00 36,90
CAP.B.11.601 ORGANI ISTITUZIONALI 5.000,00 0,00 5.000,00 0,00 8.112,00 8.112,00 3.112,00 0,00 0,00 0,00 0,00 8.112,0011-601-0001 Nucleo di valutazione 2.000,00 0,00 2.000,00 0,00 5.616,00 5.616,00 3.616,00 0,00 0,00 0,00 0,00 5.616,00
11-601-0002 Revisore dei conti 3.000,00 0,00 3.000,00 0,00 2.496,00 2.496,00 -504,00 0,00 0,00 0,00 0,00 2.496,00
11-601-0003 Organi Istituzionali 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
TOTALE USCITE CORRENTI 237.780,00 0,00 237.780,00 197.899,53 71.469,17 271.009,74 33.729,74 123.823,00 32.026,61 10.729,52 81.066,87 152.536,04TITOLO 3.B.3 USCITE IN C/CAPITALE
CAP.B.22.101 GESTIONE AMMINISTRATIVA SEDE 500,00 0,00 500,00 10.166,40 4.812,00 14.978,40 14.478,40 0,00 0,00 0,00 0,00 4.812,00
22-101-0001 Acquisto macchine, attrezzature 500,00 0,00 500,00 10.166,40 4.812,00 14.978,40 14.478,40 0,00 0,00 0,00 0,00 4.812,00
22-101-0002 Acquisto mobili 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
22-101-0003 Ristrutturazione sede-Impianti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CAP.B.33.101 GESTIONE AMMINISTRATRIVA SEDE 4.400,00 0,00 4.400,00 4.923,85 0,00 4.923,85 523,85 0,00 0,00 0,00 0,00 0,0033-101-0001 Estinzione mutui 4.400,00 0,00 4.400,00 4.923,85 0,00 4.923,85 523,85 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
33-101-0002 Investimenti finanziari 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
33-101-0003 Restituzione prestiti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
88
89
90
91
92
93
94
95
96
97
98
99
100
TOTALE USCITE 242.680,00 0,00 242.680,00 212.989,78 76.281,17 290.911,99 48.731,99 123.823,00 32.026,61 10.729,52 81.066,87 157.348,04
TITOLO 4 B.4 USCITE PARTITE DI GIRO
CAP. B.4.1 USCITE PARTITE DI GIRO 15.000,00 0,00 15.000,00 15.429,82 3.002,07 18.431,89 3.431,89 35.498,58 0,00 426,75 35.071,83 38.073,9033-701-0001 Ritenute fiscali (1001-1040) 10.000,00 0,00 10.000,00 10.576,84 2.357,76 12.934,60 2.934,60 296,44 0,00 296,44 0,00 2.357,76
33-701-0002 Ritenute previdenziali 5.000,00 0,00 5.000,00 4.852,98 644,31 5.497,29 497,29 130,31 0,00 130,31 0,00 644,31
33-701-0003 Uscite diverse 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
33-701-0004 Quote di dubbia esigibilità 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 35.071,83 0,00 0,00 35.071,83 35.071,83
TOTALE USCITE GENERALE 257.680,00 0,00 257.680,00 228.419,60 79.283,24 309.343,88 52.163,88 159.321,58 32.026,61 11.156,27 116.138,70 195.421,94
USCITE
PARTITE DI
GIRO
Bbil
anci
o
B
41Emili
a - R
omag
na
ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
bil
anci
o
Dal conto finanziario Rettifiche economiche Conto economico
165.687,14 165.687,14
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
37.652,24 37.652,24
34.000,00 34.000,00- 0,00
0,00
98.372,60 0,00 98.372,60
5.744,20 5.744,20
4.791,97 4.791,97
95,50 95,50
11.917,97 11.917,97
1.753,00 1.753,00
8.795,61 8.795,61
1.875,00 1.875,00
288,38 288,38
26.710,48 26.710,48
5.616,00 5.616,00
2.496,00 2.496,00
2.173,83 2.173,83
0,00 0,00
20.611,24 20.611,24
1.211,32 1.211,32
4.292,10 4.292,10
0,00 0,00
21.737,24 0,00 21.737,24
20.322,00 20.322,00
1.415,24 1.415,24
0,00 0,00
66.207,50 66.207,50
15.577,78 15.577,78
2.899,28 2.899,28
0,00
1.383,86 1.383,86
86.068,42 0,00 86.068,42
0,00
4.800,00 4.800,00
0,00
0,00 4.800,00 4.800,00
0 0,00
0 0,00
0 0,00
78.229,73 -13.968,25 64.261,48
17.807,38 17.807,38
0,00 0,00
595,20 595,20
1.000,00 1.000,00
14.978,40 -14.978,40 0,00
411,41 411,41
927,84 927,84
44,78 44,78
42.464,72 1.010,15 43.474,87
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
216,19 216,19
6.504,00 6.504,00
1.580,15 1.580,15
4.923,85 -4.923,85 0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
11.156,27 11.156,27
0,00
0,00
426,85 426,85
0
Bbil
anci
o
42 Emili
a - R
omag
na
ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
Emili
a - R
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ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
43
Il sottoscritto Dott. Gian Luca Mattioli, revisore unico dell'Ordine dei Geologi dell'Emilia Romagna ai sensi dell'art. 234 del D. Lgs. 267/2000 e seguenti:· ricevuta la proposta di deliberazione consiliare del ren-
diconto della gestione 2010 e lo schema di rendiconto della gestione 2010, con i relativi allegati;
· viste le disposizioni di legge che regolano la materia, in
particolare il D. Lgs. 267/2000;· visto il regolamento di contabilità, adeguato con deli-
bera n.6/2000;
Dall'esame del rendiconto di gestione 2010 redatto dal Consiglio, si riscontrano un avanzo di gestione di Euro 22.334,10 nonché le seguenti risultanze complessive:
RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE 2010
-317,19
RISCOSSIONI In c/competenza 264.826,68 273.411,22
In c/residui 8.584,54
PAGAMENTI In c/competenza 195.895,50 258.972,01
In c/residui 63.076,51
14.122,02
RESIDUI ATTIVI Esercizi precedenti 145.954,07 142.800,44
Esercizi precedenti riscossi 8.584,54
Esercizi precedenti stralciati 0,00
Esercizio in corso 5.430,91
RESIDUI PASSIVI Esercizi precedenti 195.421,94 185.129,10
Esercizi precedenti pagati 63.076,51
Esercizi precedenti stralciati 0,00
Esercizio in corso 52.783,67
-28.206,64
-28.206,64
-28.206,64
01/01/2010 31/12/2010
-317,19 14.122,02
145.954,07 142.800,44
195.421,94 185.129,10
-49.785,06 -28.206,64RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE
Parte vincolata
Parte disponibile
Totale Risultato di Amministrazione
FONDO CASSA
RESIDUI ATTIVI
RESIDUI PASSIVI
CONSISTENZA DI CASSA INIZIO ESERCIZIO
CONSISTENZA DI CASSA FINE ESERCIZIO
DIS / AVANZO DI AMMINISTRAZIONE
L'utilizzazione dell'avanzo di amministrazione per l'esercizio successivo risulta
così prevista
Il revisore ha esaminato a campione i documenti ammini-strativi e ha verificato che il contenuto del conto consun-tivo deriva dall’insieme delle movimentazioni finanziarie e contabili di cui l’ente ha tenuto annotazione e che, a loro volta, tali movimentazioni corrispondono a quanto riscontrabile dalla documentazione prodotta dai sog-getti terzi con cui l’Ente medesimo intrattiene i rapporti. Il conto economico, redatto secondo lo schema UE e tenuto conto delle componenti di natura economica e con esclusione di quelle di natura finanziaria, presenta un avanzo economico di Euro 20.039,14 a determinare il quale contribuisce, con segno positivo, una differenza da riconciliazione dovuta ad un’errata allocazione patri-moniale nel precedente esercizio. Lo stato patrimonia-le, anch’esso redatto secondo lo schema UE, evidenzia una situazione di disequilibrio patrimoniale, ancorché in
contrazione rispetto al dato dell’esercizio precedente. Il miglioramento della situazione economica e di quella patrimoniale nonché la riduzione del disavanzo di am-ministrazione, sono da porre in relazione agli esiti delle iniziative di risanamento poste in essere dall’organo am-ministrativo.
CONCLUSIONITutto ciò considerato, in relazione alle rilevazioni, moti-vazioni e proposte specificate nella presente relazione, l'organo di revisione esprime parere favorevole all’ap-provazione del bilancio consuntivo 2010.
Bologna, 10 giugno 2011IL REVISORE UNICO
Dott. Gian Luca Mattioli
Bbil
anci
o
Parere dell'organo di Revisione alla proposta di Rendiconto della gestione 2010 dell'ordine dei Geologi della Regione Emilia-Romagna
44
Emilia - Rom
agna
ilGEO
LOGO
dell’EMILIA-R
OM
AGN
A
B
bilancio
ORDINE DEI GEOLOGI
REGIONE EMILIA ROMAGNA
BILANCIO CONSUNTIVO AL 31/12/2010
ENTRATE
Pag.2 di 10
Capitolo ENTRATE
Descrizione Capitolo
iniziali variazioni definitive riscosse da riscuotere totali Scostamentp
preventivo
Accertato
Inizio esercizio Riscossi Stralciati maggiori
accertamenti
da riscuotere residui attivi fine
esercizio
a b c d=(b+c) e f g=(e+f) h=(g-d) i l l1 l2 m=(i-l-l1-l2) n=(f+m)
TITOLO A.1 ENTRATE TRIBUTARIE
CAP.A.01.01 QUOTE 181.220,00 0,00 181.220,00 174.220,00 3.820,00 178.040,00 -3.180,00 103.664,39 5.367,14 0,00 0,00 98.297,25 102.117,25
01-101-0001 Albo Professionale 165.320,00 0,00 165.320,00 158.620,00 3.520,00 162.140,00 -3.180,00 52.675,47 3.520,00 0,00 0,00 49.155,47 52.675,47
01-101-0002 Elenco Speciale 12.400,00 0,00 12.400,00 12.700,00 300,00 13.000,00 600,00 3.589,59 500,00 0,00 0,00 3.089,59 3.389,59
01-101-0003 Sospesi Albo Professionale 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 41.170,08 1.347,14 0,00 0,00 39.822,94 39.822,94
01-101-0004 Sospesi Elenco Speciale 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 6.229,25 0,00 0,00 0,00 6.229,25 6.229,25
01-101-0005 Tassa iscrizione Albo 3.000,00 0,00 3.000,00 2.800,00 0,00 2.800,00 -200,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
01-101-0006 Tassa iscrizione Elenco Speciale 500,00 0,00 500,00 100,00 0,00 100,00 -400,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
TITOLO A.2 ENTRATE EXTRA TRIBUTARIE
CAP.A.02.01 ENTRATE PER SERVIZI 38.200,00 0,00 38.200,00 35.285,70 0,00 35.285,70 -2.914,30 4.165,00 215,33 0,00 0,00 3.949,67 3.949,67
01-201-0001 Pareri di congruità 2.000,00 0,00 2.000,00 635,30 0,00 635,30 -1.364,70 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
01-201-0002 Certificati, Timbri e Tessere 2.000,00 0,00 2.000,00 1.295,00 0,00 1.295,00 -705,00 15,00 65,33 0,00 0,00 -50,33 -50,33
01-201-0003 CORSI E CONVEGNI 34.200,00 0,00 34.200,00 33.355,40 0,00 33.355,40 -844,60 150,00 150,00 0,00 0,00 0,00 0,00
01-201-0004 Contrib.partec. Seminario 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 4.000,00 0,00 0,00 0,00 4.000,00 4.000,00
CAP. A.02.02 ENTRATE STRAORDINARIE 0,00 0,00 0,00 145,39 0,00 145,39 145,39 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
01-202-0001 Contributi di Terzi (Regione e
Provincia RN)
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
01-202-0002 Pubblicità 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
01-202-0003 Varie 0,00 0,00 0,00 145,39 0,00 145,39 145,39 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CAP.A.02.03 ENTRATE FINANZIARIE 0,00 0,00 0,00 4,80 0,00 4,80 4,80 50,78 0,00 0,00 0,00 50,78 50,78
01-203-0001 Interessi attivi bancari 0,00 0,00 0,00 4,80 0,00 4,80 4,80 50,78 0,00 0,00 0,00 50,78 50,78
01-203-0002 Interessi attivi c/c postale 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
01-203-0003 Interessi su depositi cauzionali 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
TOTALE ENTRATE CORRENTI 219.420,00 0,00 219.420,00 209.655,89 3.820,00 213.475,89 -5.944,11 107.880,17 5.582,47 0,00 0,00 102.297,70 106.117,70
TITOLO A.3 ENTRATE C/CAPITALE
CAP.A.03.01 VENDITA MOBILI E
ATTREZZATURE
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
02-301-0001 Vendita mobili e attrezzature 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CAP.A.03.02 ENTRATE PER ANTICIP. E
RISC.CREDITI
0,00 0,00 0,00 40.000,00 0,00 40.000,00 40.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
02-302-0001 Accensione Mutui 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
02-302-0002 Riscossione prestiti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
02-302-0003 Anticipazioni di cassa 0,00 0,00 0,00 40.000,00 0,00 40.000,00 40.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CAP.A.03.03 MOVIMENTAZIONE TITOLI 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
02-303-0001 Titoli in scadenza o estratti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
02-303-0002 Movimento di Capitale 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
ENTRATE
C/CAPITA
LE
RENDICONTO FINANZIARIO DELLE ENTRATE E DELLE SPESE ANNO 2010CONTO GESTIONE DI COMPETENZA GESTIONE DEI RESIDUI
ENTRATE
TRIBUTARI
E
ENTRATE
EXTRA
TRIBUTARI
E
TOTALE ENTRATE 219.420,00 0,00 219.420,00 249.655,89 3.820,00 253.475,89 34.055,89 107.880,17 5.582,47 0,00 0,00 102.297,70 106.117,70
TITOLO A.4 ENTRATE PER PARTITE DI GIRO
CAP. A.04.01 ENTRATE PARTITE DI GIRO 15.000,00 0,00 15.000,00 15.170,79 1.610,91 16.781,70 1.781,70 38.073,90 3.002,07 0,00 0,00 35.071,83 36.682,74
03-701-0001 Ritenute fiscali (1001-1040) 10.000,00 0,00 10.000,00 10.784,15 1.095,71 11.879,86 1.879,86 2.357,76 2.357,76 0,00 0,00 0,00 1.095,71
03-701-0002 Ritenute previdenziali 5.000,00 0,00 5.000,00 4.386,64 515,20 4.901,84 -98,16 644,31 644,31 0,00 0,00 0,00 515,20
03-701-0003 Entrate diverse 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
03-701-0004 Quote di dubbia esigibilità 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 35.071,83 0,00 0,00 0,00 35.071,83 35.071,83
TOTALE ENTRATE GENERALE 234.420,00 0,00 234.420,00 264.826,68 5.430,91 270.257,59 35.837,59 145.954,07 8.584,54 0,00 0,00 137.369,53 142.800,44
ENTRATE
PARTITE
DI GIRO
Emili
a - R
omag
na
ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
Bbil
anci
o
45
USCITE
1
2
3
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37
38
39
40
41
42
43
44
A B C D E F G H I J K L M N O
iniziali variazioni definitive pagate da pagare totali Scostamento
preventivo
Impegnato
Inizio esercizio Pagati Stralciati da pagare residui passivi
fine esercizio
b c d=(b+c) e f g=(e+f) h=(g-d) i l l1 m=(i-l1-l) n=(f+m)
TITOLO 1 B.1 SPESE CORRENTI
FUNZIONI OBIETTIVO AFFARI ISTITUZIONALI
E PROMOZIONALI
CAP B.1.1 ATTIVITA’ DI CONSIGLIO 18.500,00 0,00 18.500,00 12.990,47 4.219,25 17.209,72 -1.290,28 4.635,54 3.623,14 0,00 1.012,40 5.231,65
11-101-0001 Spese riunione Consiglio Dirett. 6.000,00 0,00 6.000,00 53,60 0,00 53,60 -5.946,40 2.530,00 2.530,00 0,00 0,00 0,00
11-101-0002 Rimborso spese attività Consiglieri 8.000,00 0,00 8.000,00 12.936,87 4.219,25 17.156,12 9.156,12 2.105,54 1.093,14 0,00 1.012,40 5.231,65
11-101-0003 Spese Consiglieri 4.000,00 0,00 4.000,00 0,00 0,00 0,00 -4.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-101-0004 Assicurazioni Consiglieri 500,00 0,00 500,00 0,00 0,00 0,00 -500,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CAP.B.11.102. TUTELA DELLA PROFESSIONE 4.500,00 0,00 4.500,00 0,00 6.340,00 6.340,00 1.840,00 3.744,00 0,00 0,00 3.744,00 10.084,00
11-102-0001 Prestazioni Professionali 4.500,00 0,00 4.500,00 0,00 6.340,00 6.340,00 1.840,00 3.744,00 0,00 0,00 3.744,00 10.084,00
CAP.B.11.103. ATTIVITA’ PROMOZIONE CONVEGNI E
CONGRESSI
9.550,00 0,00 9.550,00 1.438,50 0,00 1.438,50 -8.111,50 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-103-0001 Riunioni, rappres. (spese partecipaz) 9.550,00 0,00 9.550,00 1.438,50 0,00 1.438,50 -8.111,50 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CAP.B.11.104. SPESE CONGRESSI E CONVEGNI 14.500,00 0,00 14.500,00 15.594,98 3.625,69 19.220,67 4.720,67 3.936,13 3.525,80 0,00 410,33 4.036,02
11-104-0001 Rimborsi spese (partecip.congressi) 2.500,00 0,00 2.500,00 0,00 0,00 0,00 -2.500,00 410,33 0,00 0,00 410,33 410,33
11-104-0002 Contrib, a Comitati organiz. (patroc.) 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 1.000,00 1.000,00 0,00 0,00 0,00
11-104-0003 Spese organizz.congr.conf.,corsi 8.000,00 0,00 8.000,00 14.781,28 3.086,49 17.867,77 9.867,77 1.374,48 1.374,48 0,00 0,00 3.086,49
11-104-0004 Premio di laurea 4.000,00 0,00 4.000,00 0,00 0,00 0,00 -4.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-104-0005 Contributi per Sigilli professioanli 0,00 0,00 0,00 813,70 539,20 1.352,90 1.352,90 1.151,32 1.151,32 0,00 0,00 539,20
11-104-0006 Promozionali 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CAP.B.11.105. STAMPA DI CATEGORIA 5.800,00 0,00 5.800,00 2.095,00 9.479,88 11.574,88 5.774,88 1.398,83 1.080,83 0,00 318,00 9.797,88
11-105-0001 Tipografiche 2.000,00 0,00 2.000,00 2.000,00 9.479,88 11.479,88 9.479,88 1.080,83 1.080,83 0,00 0,00 9.479,88
11-105-0002 Pubblicazioni non periodiche 500,00 0,00 500,00 0,00 0,00 0,00 -500,00 318,00 0,00 0,00 318,00 318,00
11-105-0003 Spese di spedizione 3.200,00 0,00 3.200,00 0,00 0,00 0,00 -3.200,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-105-0004 Collaborazioni 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-105-0005 Spese iscriz. Or. Giornalisti/Direttore 100,00 0,00 100,00 95,00 0,00 95,00 -5,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-105-0006 Pubblicità 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00TITOLO 2.B.2 FUNZIONI OBIETTIVO
SERVIZI GENERALI
CAP.B.11.201 SPESE PER IL PERSONALE 86.000,00 0,00 86.000,00 69.476,61 9.975,23 79.451,84 -6.548,16 18.952,20 10.520,34 0,00 8.431,86 18.407,09
11-201-0001 Stipendi Lordi 60.000,00 0,00 60.000,00 51.373,13 4.730,91 56.104,04 -3.895,96 7.692,08 7.692,08 0,00 0,00 4.730,91
11-201-0002 Contributi Inps.Impdap,Inail 11.000,00 0,00 11.000,00 12.407,65 1.505,80 13.913,45 2.913,45 1.797,69 1.797,69 0,00 0,00 1.505,80
11-201-0003 Contributi Irap 6.000,00 0,00 6.000,00 4.202,07 565,16 4.767,23 -1.232,77 595,94 595,94 0,00 0,00 565,16
11-201-0004 Quote indennità anzianità pers. 3.000,00 0,00 3.000,00 0,00 3.173,36 3.173,36 173,36 8.431,86 0,00 0,00 8.431,86 11.605,22
11-201-0005 Arretrati passaggio Liv. 1.500,00 0,00 1.500,00 0,00 0,00 0,00 -1.500,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-201-0006 Buoni mensa 1.500,00 0,00 1.500,00 1.493,76 0,00 1.493,76 -6,24 434,63 434,63 0,00 0,00 0,00
11-201-0007 Rimborsi Spese dipendenti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-201-0008 Corsi di formaz.dipend. 1.000,00 0,00 1.000,00 0,00 0,00 0,00 -1.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-201-0009 Compensi incentivanti 2.000,00 0,00 2.000,00 0,00 0,00 0,00 -2.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-201-0010 Contratti diversi 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
USCITE Descrizione
Capitolo
AFFARI
ISTITUZIONA
LI E
PROMOZION
ALI
RENDICONTO FINANZIARIO DELLE ENTRATE E DELLE SPESE ANNO 2010CONTO GESTIONE DI COMPETENZA GESTIONE DEI RESIDUI
SERVIZI
GENERALI
Centro di
responsabilit
à
Capitolo
ORDINE DEI GEOLOGI
REGIONE EMILIA ROMAGNA
BILANCIO CONSUNTIVO AL 31/12/2010
USCITE
4
45
46
47
48
49
50
51
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81
82
83
84
85
CAP.B.11.301 SPESE FUNZIONAMENTO SEDE 31.730,00 0,00 31.730,00 30.413,85 2.818,88 33.232,73 1.502,73 10.932,95 10.182,95 0,00 750,00 3.568,88
11-301-0001 Fitti passivi 20.000,00 0,00 20.000,00 20.320,00 0,00 20.320,00 320,00 6.019,00 6.019,00 0,00 0,00 0,00
11-301-0002 Illuminazione,gas,acqua, NU 5.200,00 0,00 5.200,00 857,51 2.512,94 3.370,45 -1.829,55 3.483,95 3.483,95 0,00 0,00 2.512,94
11-301-0003 Telefoniche 3.000,00 0,00 3.000,00 5.177,40 305,94 5.483,34 2.483,34 680,00 680,00 0,00 0,00 305,94
11-301-0004 Manut.Locali,attrezz.,macc.arredi 1.000,00 0,00 1.000,00 1.383,50 0,00 1.383,50 383,50 750,00 0,00 0,00 750,00 750,00
11-301-0005 Nettezza urbana 500,00 0,00 500,00 496,00 0,00 496,00 -4,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-301-0006 Leasing e affitti vari 1.500,00 0,00 1.500,00 1.413,44 0,00 1.413,44 -86,56 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-301-0007 Assicurazioni sede 530,00 0,00 530,00 766,00 0,00 766,00 236,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CAP.B.11.401 SPESE GENERALI FUNZIONAM. 30.940,00 0,00 30.940,00 10.920,77 3.600,73 13.765,82 -17.174,18 100.122,07 17.515,51 0,00 82.606,56 86.207,29
11-401-0001 Spese postali 4.000,00 0,00 4.000,00 1.486,66 15,00 1.501,66 -2.498,34 30,00 30,00 0,00 0,00 15,00
11-401-0002 Cancelleria e stampati 5.000,00 0,00 5.000,00 368,68 387,00 0,00 -5.000,00 277,82 277,82 0,00 0,00 387,00
11-401-0003 Acquisto libri, riviste, abbonamenti 1.000,00 0,00 1.000,00 0,00 0,00 0,00 -1.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-401-0004 Spese per contratti di servizi 10.000,00 0,00 10.000,00 5.917,98 2.319,73 8.237,71 -1.762,29 8.539,07 8.539,07 0,00 0,00 2.319,73
11-401-0005 Consulenze e prest.professionali 1.500,00 0,00 1.500,00 789,48 704,00 1.493,48 -6,52 8.445,60 0,00 0,00 8.445,60 9.149,60
11-401-0006 Spese varie 1.700,00 0,00 1.700,00 303,98 175,00 478,98 -1.221,02 605,00 0,00 0,00 605,00 780,00
11-401-0007 Elezioni 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 8.668,62 8.668,62 0,00 0,00 0,00
11-401-0008 Rimborsi quote e vari 0,00 0,00 0,00 285,00 0,00 285,00 285,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-401-0009 Quote associative Enti vari 1.000,00 0,00 1.000,00 0,00 0,00 0,00 -1.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-401-0010 Fondo di riserva stanziam. Insuff. 1.550,00 0,00 1.550,00 0,00 0,00 0,00 -1.550,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
11-401-0011 Copertura disavanzo esercizio precedente 5.190,00 0,00 5.190,00 0,00 0,00 -5.190,00 73.555,96 0,00 0,00 73.555,96 73.555,96
11-401-0012 Sopravvenienza passiva 0,00 0,00 0,00 1.768,99 0,00 1.768,99 1.768,99 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CAP.B.11.501 ONERI FINANZIARI E TRIBUTARI 4.300,00 0,00 4.300,00 5.826,09 878,39 6.704,48 2.404,48 702,32 701,87 0,00 0,45 878,84
11-501-0001 Oneri bancari 3.100,00 0,00 3.100,00 4.441,24 398,25 4.839,49 1.739,49 249,55 664,97 0,00 -415,42 -17,17
11-501-0002 Imposte su interessi attivi 100,00 0,00 100,00 1,30 0,00 1,30 -98,70 0,12 0,00 0,00 0,12 0,12
11-501-0003 Interessi passivi 1.000,00 0,00 1.000,00 1.100,65 461,69 1.562,34 562,34 415,75 0,00 0,00 415,75 877,44
11-501-0004 Altre imposte 100,00 0,00 100,00 282,90 18,45 301,35 201,35 36,90 36,90 0,00 0,00 18,45
CAP.B.11.601 ORGANI ISTITUZIONALI 6.500,00 0,00 6.500,00 0,00 9.333,60 9.333,60 2.833,60 8.112,00 8.112,00 0,00 0,00 9.333,60
11-601-0001 Nucleo di valutazione 3.500,00 0,00 3.500,00 0,00 6.333,60 6.333,60 2.833,60 5.616,00 5.616,00 0,00 0,00 6.333,60
11-601-0002 Revisore dei conti 3.000,00 0,00 3.000,00 0,00 3.000,00 3.000,00 0,00 2.496,00 2.496,00 0,00 0,00 3.000,00
11-601-0003 Organi Istituzionali 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
TOTALE USCITE CORRENTI 212.320,00 0,00 212.320,00 148.756,27 50.271,65 198.272,24 -14.047,76 152.536,04 55.262,44 0,00 97.273,60 147.545,25TITOLO 3.B.3 USCITE IN C/CAPITALE
CAP.B.22.101 GESTIONE AMMINISTRATIVA SEDE 500,00 0,00 500,00 375,84 901,11 1.276,95 776,95 4.812,00 4.812,00 0,00 0,00 901,11
22-101-0001 Acquisto macchine, attrezzature 500,00 0,00 500,00 375,84 901,11 1.276,95 776,95 4.812,00 4.812,00 0,00 0,00 901,11
22-101-0002 Acquisto mobili 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
22-101-0003 Ristrutturazione sede-Impianti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CAP.B.33.101 GESTIONE AMMINISTRATRIVA SEDE 6.600,00 0,00 6.600,00 31.592,60 0,00 31.592,60 24.992,60 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
33-101-0001 Estinzione mutui 6.600,00 0,00 6.600,00 6.592,60 0,00 6.592,60 -7,40 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
4
86
87
88
89
90
91
92
93
94
95
96
97
98
99
100
101
102
33-101-0002 Investimenti finanziari 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
33-101-0003 Restituzione prestiti 0,00 0,00 0,00 25.000,00 0,00 25.000,00 25.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
TOTALE USCITE 219.420,00 0,00 219.420,00 180.724,71 51.172,76 231.141,79 11.721,79 157.348,04 60.074,44 0,00 97.273,60 148.446,36
TITOLO 4 B.4 USCITE PARTITE DI GIRO
CAP. B.4.1 USCITE PARTITE DI GIRO 15.000,00 0,00 15.000,00 15.170,79 1.610,91 16.781,70 1.781,70 38.073,90 3.002,07 0,00 35.071,83 36.682,74
33-701-0001 Ritenute fiscali (1001-1040) 10.000,00 0,00 10.000,00 10.784,15 1.095,71 11.879,86 1.879,86 2.357,76 2.357,76 0,00 0,00 1.095,71
33-701-0002 Ritenute previdenziali 5.000,00 0,00 5.000,00 4.386,64 515,20 4.901,84 -98,16 644,31 644,31 0,00 0,00 515,20
33-701-0003 Uscite diverse 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
33-701-0004 Quote di dubbia esigibilità 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 35.071,83 0,00 0,00 35.071,83 35.071,83
TOTALE USCITE GENERALE 234.420,00 0,00 234.420,00 195.895,50 52.783,67 247.923,49 13.503,49 195.421,94 63.076,51 0,00 132.345,43 185.129,10
AVANZO/
DISAVANZO
COMPETENZA
2010
22.334,10 -42.328,66
USCITE
PARTITE DI
GIRO
46
B
Emili
a - R
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ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
bil
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o
STATO PATRI MONI ALE
A CREDI TI VS. STATO ED ALTRI ENTI PUBBLI CI Anno 2010 Anno 2009 Differenze
PER LA PARTECI PAZI ONE AL PATRI MONI O I NI ZI ALE
TOTALE A 0,00 0,00 0,00
B I MMOBI LI ZZAZI ONI
I I mmobilizzazioni I mmateriali
1) Costi di Impianto e ampliamento
2) Costi di ricerca, sviluppo e pubblicità
3) Diritt i di brevetto e utilizz.ne opere dell'ingegno
4) Concessioni, licenze, marchi e simili
5) Avviamento
6) Immobilizzazioni in corso ed acconti
7) Altre
Totale 0,00 0,00 0,00
I I I mmobilizzazioni materiali
1) Terreni e fabbricati
- f.do ammortamento
2) Impianti e macchinario
- f.do ammortamento
3) Attrezz.re industriali e commerciali
- f.do ammortamento
4) Altri beni 96.261,50 94.984,55 1.276,95
- f.do ammortamento -49.998,27 -45.198,27 -4.800,00
5) Immobilizzazioni in corso ed acconti
Totale 46.263,23 49.786,28 -3.523,05
I I I I mmobilizzazioni finanziarie
1) Partecipazioni
2) Crediti verso altri
3) Altri t itoli
Totale 0,00 0,00 0,00
TOTALE I MMOBI LI ZZAZI ONI B 46.263,23 49.786,28 -3.523,05
C ATTI VO CI RCOLANTE
I Rimanenze finali
Totale rimanenze 0,00 0,00 0,00
I I Crediti
1) Verso gli iscritti
- esigibili entro 12 mesi 137.189,08 138.736,22 -1.547,14
- esigibili oltre 12 mesi 0,00
- meno: fondo svalutazione crediti -100.905,39 -100.905,39 0,00
36.283,69 37.830,83 -1.547,14
2) Altri
- esigibili entro 12 mesi 4.000,45 4.215,78 -215,33
- esigibili oltre 12 mesi 0,00 0,00
Totale crediti 40.284,14 42.046,61 -1.762,47
I I I Att.Finanz.che non cost.immobilizzazioni
1) Altre partecipazioni 0,00 0,00
2) Altri t itoli 0,00 0,00
Totale 0,00 0,00 0,00
I V Disponibilità liquide
1) Depositi bancari e postali 14.003,96 662,58 13.341,38
2) Assegni 0,00
3) Denaro e valori in cassa 118,06 59,83 58,23
Totale 14.122,02 722,41 13.399,61
TOTALE CI RCOLANTE C 54.406,16 42.769,02 11.637,14
D RATEI E RI SCONTI
Ratei attivi 0,00 0,00 0,00
Risconti attivi 0,00 0,00 0,00
TOTALE RATEI E RI SCONTI D 0,00 0,00 0,00
TOTALE ATTI VO (A+ B+ C+ D) 100.669,39 92.555,30 8.114,09
A PATRIMONIO NETTO
Fondo di dotazione patrimoniale -52.928,43 14.530,32 -67.458,75
Avanzo/disavanzo economico dell'esercizio 20.039,13 -67.458,75 87.497,88
TOTALE PATRI MONI O NETTO A -32.889,30 -52.928,43 20.039,13
B FONDI PER RI SCHI ED ONERI
1) Per trattamento di quiescenza ed obblighi simili 0,00 0,00
2) Per imposte 0,00 0,00
3) Altri 0,00 0,00
TOTALE FONDI PER RI SCHI ED ONERI B 0,00 0,00 0,00
C TRATTAMENTO FI NE RAPPORTO C 11.605,22 8.431,86 3.173,36
D DEBI TI
1) Verso banche
- esigibili entro l'esercizio successivo (c/c) 0,00 1.039,60 -1.039,60
- esigibili entro l'esercizio successivo (mutui e anticipi) 46.925,96 40.592,60 6.333,36
- esigibili oltre l'esercizio successivo (mutui e anticipi) 10.131,42 17.057,38 -6.925,96
2) Acconti
3) Debiti verso fornitori
- esigibili entro l'esercizio successivo 54.809,47 57.483,56 -2.674,09
- esigibili oltre l'esercizio successivo
4) Debiti tributari
- esigibili entro l'esercizio successivo 1.610,91 3.002,07 -1.391,16
- esigibili oltre l'esercizio successivo
5) Debiti verso istituti previdenziali
- esigibili entro l'esercizio successivo 2.070,96 2.393,63 -322,67
- esigibili oltre l'esercizio successivo
6) Altri debiti
- esigibili entro l'esercizio successivo 6.404,75 15.483,03 -9.078,28
- esigibili oltre l'esercizio successivo
TOTALE DEBI TI D 121.953,47 137.051,87 -15.098,40
E RATEI E RI SCONTI
TOTALE RATEI E RI SCONTI E 0,00 0,00 0,00
TOTALE PASSI VO (A+ C+ D+ E) 100.669,39 92.555,30 8.114,09
0,00 0,00
Bbil
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ilGEOLOGOdell’EMILIA-ROMAGNA
CONTO ECONOMICODal conto finanziario Rettifiche economiche Conto economico
A VALORE DELLA PRODUZI ONE
1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni 178.040,00 178.040,00
2) Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di 0,00
lavorazione, semilavorati e finiti 0,00
3) Variazione dei lavori in corso su ordinazione 0,00
4) Incremento di immobilizzazioni per lavori interni 0,00
5) Altri ricavi e proventi 0,00
a) Variazioni patrimoniali, partite ad utilizzazione differita 40.000,00 -40.000,00 0,00
b) Utilizzo fondi 0,00
c) Proventi diversi 35.431,09 35.431,09
d) Variazione degli investimenti in corso 0,00
Totale valore della produzione 253.471,09 -40.000,00 213.471,09
B COSTI DELLA PRODUZI ONE
6) Materie prime, sussidiarie di consumo e merci 0,00
7) per servizi 74.040,78 0,00 74.040,78
Spese postali 1.501,66 1.501,66
Cancelleria e stampati 0,00 0,00
Acquisto libri 0,00 0,00
Elezioni 0,00 0,00
Manutenzione ed assistenza 1.383,50 1.383,50
Utenze 8.853,79 8.853,79
Prestazioni di terzi 0,00 0,00
Assicurazioni 766,00 766,00
Consulenze 16.071,19 16.071,19
Nucleo di valutazione 6.333,60 6.333,60
Revisore dei conti 3.000,00 3.000,00
Tipografiche 11.574,88 11.574,88
Nettezza urbana 496,00 496,00
Corsi e convegni 17.867,77 17.867,77
Contributi per Sigilli professioanli 1.352,90 1.352,90
Oneri bancari 4.839,49 4.839,49
Pubblicità 0,00 0,00
8) per godimento beni di terzi 21.733,44 0,00 21.733,44
Fitti passivi 20.320,00 20.320,00
Leasing 1.413,44 1.413,44
Noleggi 0,00 0,00
9) personale
salari e stipendi 60.871,27 60.871,27
oneri sociali 13.913,45 13.913,45
trattamento di fine rapporto 3.173,36 3.173,36
trattamento di quiescenza e simili 0,00
altri costi 1.493,76 1.493,76
totale costi personale 79.451,84 0,00 79.451,84
10) ammortamenti e svalutazioni
ammortamento immobilizzazioni immateriali 0,00
ammortamento immobilizzazioni materiali 4.800,00 4.800,00
svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante 0,00
Totale amm.ti e svalutazioni 0,00 4.800,00 4.800,00
11) variazioni delle rimanenze di materie prime
sussidiarie, di consumo e merci 0 0,00
12) Accantonamenti per rischi 0 0,00
13) Altri accantonamenti 0 0,00
14) Oneri diversi di gestione 22.760,79 -1.912,43 20.848,36
Spese attività di consiglio 17.209,72 17.209,72
Riunioni, rappres. (spese partecipaz) 1.438,50 1.438,50
Rimborsi spese (partecip.congressi) 0,00 0,00
Contrib, a Comitati organiz. (patroc.) 0,00 0,00
Acquisto macchine, attrezzature 1.276,95 -1.276,95 0,00
Altre imposte 301,35 301,35
Spese varie 763,98 763,98
Imposte su interessi 1,30 1,30
Sopravvenienze passive 1.768,99 -635,48 1.133,51
Totale costi di produzione 197.986,85 2.887,57 200.874,42
Differenza tra valore e costi produzione 55.484,24 -42.887,57 12.596,67
C PROVENTI E ONERI FI NANZI ARI
15) Proventi da partecipazioni 0,00
16) Altri proventi finanziari 0,00
da crediti iscritti nelle immobilizzazioni 0,00
da imm.ni finanziarie che non cost. imm.ni 0,00
da titoli iscritti nell'attivo circolante 0,00
proventi diversi dai precedenti verso altri 4,80 4,80
17) Interessi ed altri oneri finanziari 33.154,94 -31.592,60 1.562,34
Interessi passivi 1.562,34 1.562,34
Mutui passivi e prestiti 31.592,60 -31.592,60 0,00
Totale proventi e oneri finanziari -33.150,14 31.592,60 -1.557,54
D RETTI FI CHE DI VALORE DI ATTI VI TA' FI NANZI ARI E
18) Rivalutazioni
a) di partecipazioni 0,00
b) di imm.ni finan.che non cost. imm.ni 0,00
c) di titoli iscritti nell'attivo circolante 0,00
19) Svalutazioni 0,00
a) di partecipazioni 0,00
b) di imm.ni finan.che non cost. imm.ni 0,00
c) di titoli iscritti nell'attivo circolante 0,00
Totale rettifiche di valore 0,00 0,00 0,00
E PROVENTI ED ONERI STRAORDI NARI
20 Proventi
a) Plusvalenze da alienazione beni 0,00
b) Altri proventi straordinari 0,00
c) Utilizzo fondi 0,00
21 Oneri 0,00
a) Minusvalenze su alienazione beni 0,00
b) Imposte relative ad anni precedenti 0,00
c) Altri oneri straordinari 0,00
22 Sopravvenienze attive ed insussistenze del passivo 0,00
derivanti dalla gestione dei residui 0,00
22b Altre sopravvenienze attive da riconciliazione 9.000,00 9.000,00
23 Sopravvenienze passive ed insussistenze del passivo 0,00
derivanti dalla gestione dei residui 0,00 0,00
Totale delle partite straordinarie 0,00 9.000,00 9.000,00
Risultato prima delle imposte (A-B+ -C+ -D+ -E) 22.334,10 -2.294,97 20.039,13
I mposte sul reddito dell'esercizio 0
AVANZO/ DI SAVANZO/ PAREGGI O ECONOMI CO 22.334,10 -2.294,97 20.039,13