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KYOSS - MENSILE N. 132 marzo 2012 - POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NE/PD - EURO 7,00 musica ARTE TEATRO spettacolo DESIGN sport TEMPO LIBERO PERSONAGGI CULTURA CUCINA VIAGGI S P A Z I la rivista specializzata per i geometri, gli architetti gli ingegneri, i geologi, i periti industriali, i costruttori e per tutti i professionisti dell’edilizia marzo 2012 energia fotovoltaica interviste materiali tecnologie sicurezza certificazioni ambiente concorsi portfolio innovazioni domotica bioedilizia energie tecniche ricerca esposizioni libri news VENETO

Kyoss Spazi Marzo 2012

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La rivista professionale specializzata per i geometri, gli ingegneri, i progettisti, i costruttori. Un punto di riferimento innovativo per tutti i professionisti del costruire. Uno strumento di settore per comunicare e far conoscere materiali, strumenti e tecnologie per il mondo dell’edilizia.

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VENETO

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Mensile Kyoss • VENETO

marzo 2012anno 2 numero 132

Editore, Art Director eDirettore Responsabile:Simone [email protected]

Responsabile di Redazione: Eva [email protected]

Progetto Grafico:Simone Pavan - Anna Fanchin

Redazione: Carla Carlotto - Roberta CozzaAndrea Danzo - Stefano DanzoLeonardo Pavan - Nicoletta Salvadore - Nicoletta Ugolin

Edito da: KYOSS CONCEPTAgenzia di Pubblicità e MarketingVia Bellini 6,36078 Valdagno (Vi)Tel. 0445 [email protected]

Iscrizione al Tribunaledi Vicenza n° 1002 - 28/05/01numero del Repertorio del ROC 19214.

Stampa:Papergraf SpaPiazzola Sul Brenta - Padova - Italy

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Le energie rinnovabili stanno seguendo un percorso tendenzialmente positivo in molti Paesi europei. Le nuove generazioni sono già improntate ad uno stile di vita ecologica dove la realizzazione di case ecocompatibili non è più solo cosa per ecologisti incalliti. Basto pensare al fotovoltaico. I pannelli fotovoltaici hanno ridotto considerevolmente i prezzi e la maggiore accessibilità ha fatto sì che tutti possano avvicinarsi a questa realtà. Si tratta di un mercato fiorente che incentiva anche l’occupazione. Il clima sta iniziando a subire dei cambiamenti a causa dell’inquinamento, le fonti tradizionali iniziano a scarseggiare e non si può certo fare almeno di prenderli in considerazione come problemi, ragion per cui le fonti rinnovabili hanno assunto un importanza rilevante. Rispettare l’ambiente è dovere di ciascuno affinché si possa preservare in maniera adeguata anche per le generazioni future, per questa ragione la scelta del fotovoltaico è una scelta anche a beneficio della collettività presente e non solo •

S P A Z I

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contenuti editoriali portfolio

4 • Tadao Ando e Punta della Dogana

interviste, analisi, prodotti, ricerche rubriche, news, esposizioni, eventi, pubblicazioni

8 • Gaetano Pesce e la casa di Bahia

44 •ricercaSuperTrees

36 • domoticamattoni di paglia

28 • innovazionie tecnologienuovi prodotti

39 • energieil progettoGlass Plus

12 • a Milano sbarcaThe Cube

50 • esposizioni

46 • news

14 • a Bibione la spiaggia fotovoltaica

54 • ultime novità da Bruxelles

16 •il Rifugio Boè

34 • bioediliziaserre fotovoltaiche

56 • libri

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ARCHITETTURA | TADAO ANDO E PUNTA DELLA DOGANA

Tadao Ando e Punta della Dogana • l’architettura tra tradizione e contemporaneità

Lontano da ogni clichè di antiche o moderne correnti architettoniche, Ta-dao Ando può essere a ragione con-siderato l’emblema di un’architettura autonoma e indipendente, fondata sulla concezione di se stessa come “espressione del modo in cui si danno risposte alle domande della natura”, come lui stesso ha dichiarato. Scrive Ando: “A volte i muri manifestano un potere che confina con la violenza. Essi hanno il potere di dividere lo spa-zio, di trasfigurarlo e di creare nuovi domini. I muri sono gli elementi di ba-se dell’architettura, ma possono esse-re anche i più arricchenti. Io creo un ordine architettonico sulla base del-

la geometria: quadrati, cerchi, trian-goli e rettangoli. Tento di usare forze nell’area dove sto costruendo, per ri-pristinare l’unità tra la casa e natura (luce e vento) che fu perso nel pro-cesso di modernizzazione delle case giapponesi durante la crescita rapi-da, durante gli anni Cinquanta e Ses-santa”. Nato a Osaka nel 1941, Tadao Ando è un autodidatta dell’architettura, essendosi formato sul campo, viag-giando per l’Europa durante gli anni sessanta. Affascinato da Le Corbusier, nel 1965 decide di andare a cono-scerlo di persona. Ma quando arriva a Parigi, Le Corbusier è appena mor-

to e Tadao Ando potrà solo ammira-re le sue opere. Tornato in Giappone nel 1969 apre il proprio studio e inizia a costruire abitazioni essenziali, che ri-velano la sua percezione fisica dell’ar-chitettura e la sua inclinazione per le soluzioni pure, nelle quali la materia-lità sconfina nella spiritualità. Realiz-za musei e chiese, che testimoniano la continuità del suo stile, ma rivelano anche la capacità di impadronirsi del paesaggio di cui Ando, modellando la scenografia dei percorso, riesce a rivelare l’essenza. Permeato di tradi-zioni giapponesi, del loro gusto per il montaggio, per l’equilibrio, per la ca-pacità di far parlare la materia per

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simbolo di un’arte del progettare “tra estremi opposti”, interpreta l’architettura come espressione del linguaggio della natura e come moto delle emozioni interiori che è possibile percepire con gli occhi e la mente

mezzo della luce, Ando ha mutuato dalla tradizione del modernismo occi-dentale la purezza dei volumi e delle forme che egli impiega per instaurare una dialettica tra l’interno e l’esterno, tra l’ombra e la luce, tra l’oggetto e il contesto circostante. Dagli anni ‘90, il legno occupa un ruolo sempre più importante nel suo lavoro. Ha ricevuto numerosi premi internazionali. In parti-colare, nel 1995 Ando riceve il Pritzker Prize, una delle più alte onorificenze riservate agli architetti. Devolve il pre-mio agli orfani di Kobe, colpiti dal ter-remoto. Dal 2007, Tadao Ando lavora al progetto ecologico Umi no mori, in Giappone, che consiste nella creazio-

ne di una “foresta sul mare”, ricca di più di 480.000 alberi. Questo “polmo-ne verde” sarà creato nella città di Tokyo in un luogo simbolico, un polder diventato isola artificiale, nella baia della capitale giapponese.

PUNTA DELLA DOGANAFrançois Pinault, che ben conosceva i lavori di Tadao Ando di cui in partico-lare apprezzava il segno insieme con-temporaneo e atemporale, astratto e sensoriale, gli aveva dapprima af-fidato, a seguito di un concorso, l’in-carico di realizzare il museo sull’Île Seguin, a Parigi. Con il ritiro del pro-getto, François Pinault coinvolge Ta-

dao Ando nei suoi progetti veneziani, il restauro di Palazzo Grassi nel 2005 e la ristrutturazione di Punta della Do-gana nel 2008-2009.

IL PROGETTO ARCHITETTONICO I primi disegni di Tadao Ando traccia-no fin dall’inizio le grandi linee del suo intervento, scegliendo di conservare il montaggio caratteristico dei magaz-zini affiancati e linearmente dispo-sti tra le rive del Canal Grande e del Canale della Giudecca. Realizzan-do imponenti lavori di rifondazione della fabbrica per porla al riparo sia dall’umidità sia dagli affetti delle alte maree e prevedendo di riconfigurare

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ARCHITETTURA | TADAO ANDO E PUNTA DELLA DOGANA

“Tadao Ando è riuscito a stabilire a Punta della Dogana un dialogo tra vecchi e nuovi elementi, che crea un legame tra la storia antica dell’edifi-cio, il suo presente e il suo futuro”

i soppalchi esistenti, il fine del proget-to era quello di attrezzare tutto lo spa-zio dell’edificio. In posizione più o meno baricentrica rispetto all’impianto triangolare del complesso, Ando ha immediatamen-te previsto di inserire un nuovo spazio a tutta altezza, una sorta di perno po-sizionato all’interno di uno dei magaz-zini mediani, da realizzarsi in cemento armato lisciato e lucido, ormai ricono-sciuto come una cifra delle sue co-struzioni. Successivamente questo asse intorno al quale ora ruotano gli spazi esposi-tivi e al quale riconducono i percor-si, ha assunto la configurazione di un cubo che attraversa verticalmente l’ambiente in cui è attualmente col-

locato. Nel continuo, diffuso tessuto degli interventi di restauro, volti ad eli-minare le invadenti superfetazioni che negli anni erano venuti affliggendo il complesso di Punta della Dogana, gli inserimenti di nuovi setti, scale, per-corsi, spazi di servizio appaiono co-me accadimenti puntuali. Tra l’antico corpo di fabbrica e questi interventi non si osservano mediazioni né pas-saggi mimetici, bensì continui acco-stamenti, quasi Ando abbia deciso di incastonare tra le innumerevoli stratifi-cazioni che formano l’antico edificio dei volumi e dei piani che le separano e le offrono così ordinate come uno spettacolo da godere prodotto dal-lo scorrere del tempo. Infine, ha scel-to di affiggere griglie sulle alte porte

affacciate sui fronti acquei model-late come esplicite citazioni di quel-le realizzate da Carlo Scarpa. Fatte di acciaio e di vetro, benché pensa-te in modo molto moderno, vengono dall’artigianato veneziano. Tadao Ando è riuscito a stabilire a Punta della Dogana un dialogo tra vecchi e nuovi elementi, che crea un legame tra la storia antica dell’edifi-cio, il suo presente e il suo futuro.

IL CANTIEREL’edificio di Punta della Dogana, con una superficie di circa 5.000 mq, ha una forma triangolare. Possiede una facciata sul Canal Grande e una sul Canale della Giudecca, entrambe di una lunghezza pari a 105 metri, men-

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PUnta della dogana e la PinaUlt Fondation

19 luglio 2006la Città di Venezia pubblica un ban-do di concorso per la creazione di un centro d’arte contemporanea a Pun-ta della dogana. Palazzo grassi, sotto la direzione di Jean-Jacques aillagon, presenta la propria candidatura, in competizione con la Fondazione So-lomon R. guggenheim.

27 aprile 2007Palazzo grassi si aggiudica il con-corso per la creazione di un centro d’arte contemporanea a Punta della dogana che, interamente rinnovata dall’architetto tadao ando, ospiterà una selezione di opere della collezio-ne François Pinault Foundation.

8 giugno 2007François Pinault firma la convenzione della partnership tra il Comune di Ve-nezia e Palazzo grassi per una durata di 33 anni. Presentazione pubblica del progetto architettonico di tadao an-do per il nuovo centro d’arte contem-poranea di Punta della dogana.

dal 21 gennaio 2008 al 16 marzo 2009lavori di restauro, durati circa 14 mesi.

6 giugno 2009apertura al pubblico della mostra “Mapping the Studio: artists from the François Pinault Collection” a Punta della Dogana e Palazzo Grassi •

tre la base del triangolo misura 75 me-tri. Lungo queste facciate, Punta della Dogana si apre all’esterno attraver-so venti porte monumentali. La strut-tura interna, invece, è divisa in nove navate disposte trasversalmente, che presentano ciascuna una larghez-za media di dieci metri e un’altezza sotto trave di sette metri. All’esterno, le terrazze del belvedere si trovano a 9 metri d’altezza, mentre la torre sor-montata dalla statua della Fortuna, alla punta di Dorsoduro, raggiunge i 28 metri. La realizzazione del proget-to di restauro concepito dall’architet-to Tadao Ando ha compreso diverse tipologie di intervento: la protezio-ne contro l’acqua; consolidamento strutturale e restauro delle opere in

muratura ; cunicoli tecnologici e im-pianti elettrici; elementi in calcestruz-zo architettonico; i pavimenti; gli infissi esterni ; la copertura; il gruppo scul-toreo. Poiché l’80% del perimetro di Punta della Dogana confina con le acque della laguna, non è stato pos-sibile contare su una sufficiente area di cantiere adiacente all’edificio, l’in-tera logistica del cantiere è stata ese-guita via acqua. Un porto provvisorio, aree di cantiere su palafitte e l’utilizzo di chiatte e pontoni hanno permes-so la movimentazione di oltre 10.000 tonnellate di materiali vari, con oltre 2.000 viaggi dalla terraferma. Il can-tiere ha mobilitato una media di 120 operai per un totale di 300.000 ore la-vorate •

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ARCHITETTURA | GAETANO PESCE

Gaetano Pesce in Brasile per l’innovazione contemporanea

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L’architetto e designer di origini vene-ziane Gaetano Pesce nel cuore del Brasile ha dato vita ad alcune delle sue opere più significative dove, an-cora una volta, i cromatismi gioiosi ed ironici si sposano con l’architettura contemporanea. A Bahia, infatti, si tro-vano le realizzazioni più interessanti di questo artista che lì ha costruito la sua casa, sprigionando a pieno il suo mo-do di intendere il design. A due piani, rivestita in mattone di resina dai to-ni cangianti, pareti che brillano nel-la notte come se fossero le squame di un pesce. La sperimentazione dei materiali è sempre stata una sua pre-rogativa ed anche in questo caso, l’abitazione si avvale di un particolare tipo di materiale, poco costoso, che con il tempo si modifica esposto al so-lo e all’acqua. Dei volumi parallelepi-

pedi, più alti che larghi, sono collegati tra loro da passerelle. Opere come palafitte, ornate da squame di resina che rimandano alle strutture di Gau-dì per i colori e la grandezza e ma-gnificenza che esprimono da togliere il fiato. Proprio per la sua forte cari-ca innovativa, molto spesso le idee di Pesce sono rimaste solo dei prototi-pi. Fermamente convinto che “il me-stiere dell’architetto o del designer sia estremamente e intimamente le-gato a quello che è il bisogno dell’in-novazione, perché l’innovazione è un qualche cosa che inventa un qual-cosa che è utile alla società“, tutta la carriera di Gaetano Pesce è caratte-rizzata da quella freschezza che sta nel design del Made in Italy. L’opera di Gaetano Pesce non è catalogabi-le e la sua carriera è un percorso che

lui modifica continuamente. “Sono convinto che un’innovazione sia per-petrata attraverso tre mezzi: l’inno-vazione del linguaggio, l’innovazione tecnica e l’utilizzo di nuovi materia-li. Nel momento in cui questi tre fatto-ri sono rispettati, l’innovazione esiste. In più, un nuovo linguaggio rappre-sentato con dei materiali tradizionali veicola l’incertezza della menzogna. Un creatore deve dunque esprimersi coi materiali del suo tempo per esse-re sincero. Una tal pratica facilita l’in-novazione, che resta molto limitata se si tratta di esprimersi con una ma-teria che è stata nel passato il mez-zo d’espressione di una moltitudine di creatori“, afferma Pesce •

ha costruito la sua casa a Bahia e ne ha fatto il manifesto del suo modo di intendere il design

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ARCHITETTURA |GAETANO PESCE

gaetano PeSCe

architetto, designer, sperimentatore di linguaggi. di formazione venezia-na, con una spiccata vocazione al nomadismo, ha abitato in molte città: Padova, Venezia, londra, Helsinki, Pari-gi. dal 1980 vive e lavora a new York. da lì continua a sfidare il convenzio-nale, in pittura, scultura, architettura. da oltre 20 anni insegna alla École d’architecture de Strasbourg e tiene lezioni nelle più importanti università e istituzioni culturali del mondo. la sua opera multidisciplinare è nelle colle-zioni permanenti dei maggiori mu-sei. da antesignano ha sperimentato nuovi materiali, diventando leader del Radical design. tendenza teoriz-zata in scritti e divulgata nel 1972 in una celebre mostra al MoMa, “italy: the new domestic landscape”, a cui hanno fatto seguito altre importanti esposizioni, in tutto il mondo. dalla sua personalissima ricerca è scaturita una serie di lampade, oggetti, arredi non convenzionali nel campo dell’indu-strial design. Collabora con B&B ita-lia, per cui nel 1969 progetta le sedute antropomorfiche UP. Per de Padova realizza la lampada in resina colorata Cloud lamp, per Meritalia la poltrona Shadow, per Cassina la serie di imbot-titi i Feltri ed il divano Cannareggio. ancora al suo talento creativo si de-vono: lo scintillante lampadario Me-diterraneo per Swarowski, l’Umbrella Chair per Zerodisegno, la sedia Bro-dway per Bernini. Per la forte carica innovativa, molte delle sue idee sono rimasti prototipi. la sua opera è spesso ricordata per la capacità di declina-re in modo inatteso alcuni temi co-stanti: la serie diversificata, la doppia funzionalità di oggetti e architettura, l’uso creativo del colore l’uso e la teo-ria della femminilità nel design. Un de-sign ironico, colorato, gioioso che sa indagare la forza emotiva e tattile dei materiali. lontanissimo dalla maschile, monocromatica, rigida razionalità.

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ARCHITETTURA |THE CUBE

The Cube, questo è il nome del cubo-ristorante di Milano con vista su piaz-za Duomo che ha suscitato molte polemiche negli ultimi mesi. La strut-tura temporanea, completamente trasparente, ideata da Electrolux, è composta di lastre di vetro racchiu-se da una struttura in alluminio, taglia-ta al laser. Tutto, pavimento a parte, è bianco candido (opaco e lacca-to). Il pavimento in legno e il tappe-to sotto al tavolo aggiungono un tocco di calore e atmosfera, men-tre la terrazza esterna offre una stra-ordinaria visuale sulla città di Milano.

Tutta la struttura ha una superficie di 150 metri quadrati e pesa 60 tonnel-late. Si tratta di un progetto itinerante, prima di Milano The Cube è stato a Bruxelles, poi andrà a Stoccolma. Fino ad aprile, nei suoi (soli) 18 posti dispo-nibili, ospiterà una serie di cene spe-ciali, preparate da alcuni degli chef italiani più prestigiosi (tutti stellati Mi-chelin) che si alterneranno nelle cu-cine con cadenza bisettimanale. La sala, con un lungo tavolo a scompar-sa che cala dal soffitto, è circondata da due grandi terrazze, con vista sulla Milano storica e moderna, da un lato

il Duomo, l’Arengario, Palazzo Reale, la Terrazza Martini, mentre dall’altro versante spiccano gli edifici nuovissi-mi costruiti in vista dell’Expo 2015. Ma, soprattutto, è seduti a tavola che si vive si condivide un’esperienza mul-tisensoriale davvero notevole. In Re-te il dibattito è apertissimo. E anche chi passa in piazza Duomo, alzando lo sguardo verso la Galleria, resta basito. In cima al palazzo delle Generali, un po’ di sbieco, sta la struttura in vetro e resina bianca. Già l’idea di un risto-rante che “viaggia” – prima di Milano è stato a Bruxelles, in seguito si trasferi-

apre a Milano il cubo-ristorante della discordia

è un ristorante temporaneo sponsorizzato da Electrolux e chiuderà ad aprile

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rà a Stoccolma – è alquanto origina-le; la struttura stessa del locale poi è davvero innovativa, trattandosi di un completamente trasparente. Proprio quest’ultimo dettaglio ha suscitato aspre polemiche e rischiato di man-dare a monte il progetto, infatti, molti ritengono antiestetica la costruzione che si erge in cima al palazzo delle Generali e trovano che rovini l’imma-gine della piazza. Tuttavia nonostante le polemiche tra detrattori e sosteni-tori – tra questi ultimi spicca la figu-ra del critico d’arte Philippe Daverio (“Primo. Sui ponteggi del Duomo ab-

biamo visto pubblicità orribili. Secon-do: la piazza ha già una architettura caotica: l’installazione, purché tem-poranea, non può peggiorarla”) si è ottenuta l’autorizzazione a costruire ed il progetto è stato a tutti gli effet-ti realizzato. La sovrintendenza ai Be-ni architettonici si tira fuori: “Abbiamo autorizzato una installazione tempo-ranea su richiesta del Comune, valu-tando che in questo periodo, a parte l’albero di Natale, non c’erano altre presenze nella piazza”. A Palazzo Ma-rino spiegano che l’autorizzazione è arrivata dall’assessore al Commercio,

Franco D’Alfonso, che però starebbe mettendo a punto un accordo con la Electrolux, la marca di elettrodo-mestici che ha ideato il progetto, per utilizzare i soldi incassati dando il pa-trocinio all’iniziativa (non c’è occupa-zione di suolo pubblico, visto che quel pezzo di galleria è delle Generali) per interventi di riqualificazione in cen-tro. Un patto che dovrebbe star bene all’azienda, visto che il ristorante avrà conti da duecento euro a persona •

www.electrolux.it/cube

“servirà pranzi da 200 euro a persona: l'impatto visivo è

decisamente forte”

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FOTOVOLTAICO | BIBIONE

L’estate è finita da un pezzo ma la realizzazione dei tre impianti fotovol-taici sui tetti del chiosco Acquario, del chiosco Sagittario e del chiosco Pegaso sulla lunga spiaggia di Bibio-ne, in provincia di Venezia, permette di produrre energia elettrica per tutto l’anno.Da queste realizzazioni è stato possi-bile ottenere un doppio vantaggio in quanto nel periodo estivo, e quindi di maggiore resa dell’impianto, l’uso dell’energia in modalità di scambio sul posto permette ai gestori dei chio-schi sulla spiaggia di essere comple-tamente autonomi dal punto di vista energetico. Mentre nei periodi in cui, con gli stabilimenti chiusi, le attività dei chioschi sono nulle, l’energia pro-dotta dagli impianti viene immessa in rete comportando il relativo gua-dagno che deriva dalla cessione di energia al gestore.

spiaggia…fotovoltaica

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LE AZIENDE CHE OPERANO NEL TURISMO STANNO INVESTENDO NELLE ENERGIE RINNOVABILISempre più numerose sono le aziende operanti nel settore del turismo come hotel, parchi divertimento, stabilimen-ti balneari che stanno investendo per offrire i propri servizi con l’aiuto della sostenibilità ambientale.Per gli operatori del settore, votar-si al turismo a impatto zero significa dimostrare attenzione per l’ambien-te ma soprattutto una spesa netta-mente minore dei costi di esercizio. L’investimento nell’energia da fonte rinnovabile è inoltre in accordo con le sempre maggiori richieste del mer-cato e con le normative europee che richiedono di rivolgere la dovuta at-tenzione all’efficienza energetica e alla diminuzione delle emissioni di CO2. Attualmente si registra che l’in-tervento più frequente per migliorare l’efficienza energetica delle strutture operanti nel settore turistico si concre-tizza con l’installazione di impianti fo-tovoltaici e solari termici per rendere autonoma la produzione di energia elettrica e di acqua calda sanitaria da utilizzare per i propri esercizi •

www.teckneco.it

I CHIOSCHI SOLARI DEL LIDOGli impianti fotovoltaici sono stati in-stallati su tre chioschi del Lido San Giorgio costruiti nei lontani anni Ses-santa. Da quegli anni le attività svolte all’interno dei chioschi si sono diver-sificate e i gestori tendono a offrire sempre più servizi ai clienti degli sta-bilimenti balneari. I modesti fabbrica-ti di una volta si sono trasformati e ora, grazie agli impianti fotovoltaici inte-grati sui tetti, l’energia viene prodotta in proprio e consumata direttamen-te per le attività di bar e di piccola ri-storazione. Essendo l’area tutelata da vincoli paesaggistici, il lavoro dei pro-gettisti ha dovuto considerare l’inte-grazione completa degli impianti sui tetti e la produzione di una documen-tazione particolare che la burocrazia richiede nei casi di presenza di tutela ambientale.

INTEGRAZIONE TOTALESono stati realizzati tre impianti foto-voltaici distinti, ognuno della poten-za di 19,53 kWp totalmente integrati ai tetti inclinati dei chioschi frontema-re, utilizzando moduli Schueco da 210Wp con tolleranza positiva da 0 a +5%, una caratteristica che permette di ottenere un rendimento maggiore e un ritorno economico più veloce. Il sistema di supporto e fissaggio è stato realizzato in alluminio grecato tenen-do conto della presenza dell’ambien-te salino circostante che avrebbe potuto danneggiare altri materia-li. Inoltre, la lamiera grecata è stata usata per poter svolgere, oltre che da supporto per i moduli fotovoltaici, an-che la funzione di manto di copertura dei chioschi. Grazie alla realizzazio-ne progettata a regola d’arte è stato possibile ottenere il massimo dell’in-centivazione riservato agli impianti fo-tovoltaici integrati alla copertura di edifici.

sostenibilità ambientale declinata anche in riva al mare a Bibione

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ARCHITETTURA | RIFUGIO BOE

sostenibilità ad alta quota • la ristrutturazione del rifugio Boè

siglato il protocollo d’intesa tra Provincia di Trento, Sat e Habitech • sarà un case study per l’edilizia verde in alta montagna

L’edilizia sostenibile arriva anche al-le alte quote. È stato siglato il 27 gen-naio scorso un Protocollo d’intesa fra Provincia di Trento, Sat (Società degli alpinisti tridentini) e Habitech-Distretto tecnologico trentino, con l’obiettivo di introdurre nella prossima ristruttura-zione del rifugio Boè - e in prospettiva quella di altri di rifugi alpini in quota - i più avanzati criteri criteri della sosteni-bilità ambientale. Il progetto riguar-dante il Boè diventa in quest’ottica

il “caso di scuola”, utile per attivare azioni di formazione sui criteri della so-stenibilità, con particolare riferimento all’applicazione dei criteri di qualità definiti per gli edifici in legno e rac-colti nel sistema di certificazione Ar-ca (ARchitettura Comfort Ambiente). In particolare Habitech garantirà al-la Provincia azioni di formazione – ri-servate al personale dipendente – in merito all’applicazione della meto-dologia di progettazione integrata

(charrette) e fornirà la sua consulen-za per la definizione di linee guida per interventi di ristrutturazione e amplia-menti di rifugi in quota e con utilizzo stagionale, secondo i criteri della so-stenibilità. Come si è arrivati a questa nuova decisione in un campo, quel-lo dell’edilizia “verde”, o sostenibile, sempre più strategico per lo stesso tessuto economico del Trentino? Ve-diamo di fare un po’ di storia.Per dare attuazione alla politica pro-

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“la struttura verrà ristrutturata secondo i più avanzati canoni di

sostenibilità”

vinciale sul tema della sostenibilità ambientale – anche con riguardo al-la promozione dell’edilizia sostenibile - la Provincia ha adottato i protocolli di certificazione basati sul sistema Le-adership and environmental design (Leed) come elaborato dal Green Building Council Italia. Direttrice stra-tegica della legge provinciale 1 del 4 marzo 2008 (Pianificazione urbanisti-ca e governo del territorio) è appun-to l’edilizia sostenibile. In particolare la legge disciplina la prestazione e la certificazione energetica degli edifici, in attuazione della direttiva 2002/91/CE e in coerenza con le disposizioni statali in materia.Recentemente la Sat ha presenta-

to all’esame della Commissione pae-saggistica provinciale un progetto di ristrutturazione ed ampliamento del Rifugio, in un’area di grande impor-tanza naturalistica. Nell’ambito della valutazione della proposta proget-tuale e delle condizioni del territorio in cui viene realizzata, è emerso l’inte-resse a realizzare una struttura con ca-ratteristiche il più possibile aderenti ai principi della sostenibilità e del rispar-mio energetico. Da qui alla necessità di ricorrere anche ad una consulenza specifica in materia. La Provincia autonoma di Trento a sua volta ha interesse ad approfondi-re il tema della progettazione e del-la realizzazione di edifici di carattere

residenziale e ricettivo - caratterizzati da un uso spiccatamente stagionale – a basso impatto ambientale, pro-muovendo contestualmente l’ado-zione di scelte progettuali sostenibili in termini di gestione e di manutenzione, partendo dall’esperienza che può es-sere maturata proprio con un proget-to del genere. Da qui l’opportunità di attivare una collaborazione tra la Provincia au-tonoma di Trento, Sat ed Habitech. Chiaramente l’interesse della Provin-cia ha un respiro generale, mentre l’obiettivo della Sat è in primo luogo quello di procedere alla ristrutturazio-ne de Rifugio Boè secondo i criteri di sostenibilità ambientale. •

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PUBBLIREDAZIONALE

la natura preferisce il legno

“La casa in legno è meglio. Se la co-nosci te ne innamori. Se la vivi è per sempre”. Con questo sintetico e si-gnificativo slogan è nata, lo scorso 13 giugno, AssoVeneta Costruttori Ca-se in legno, con lo scopo di garantire, attraverso la divulgazione e la valoriz-zazione del proprio marchio compe-tenza, professionalità e affidabilità per tutti coloro che desiderano una casa moderna in legno eco-compatibile e bio-climatica. Perché costruire nel ri-spetto dell’ambiente e della quali-tà della vita è costruire il futuro: per questo AssoVeneta Costruttori Case

in legno partecipa e collabora con tutti coloro che hanno come obiet-tivo primario il miglioramento del te-nore di vita, con lo scopo di garantire alle future generazioni un mondo più pulito, vivibile e salutare. AssoVeneta Costruttori Case in legno si è presen-tata al pubblico il 14 febbraio, con i suoi associati: un gruppo intrapren-dente e coeso di imprenditori esperto del mondo-legno, convinti sostenitori della filosofia bio, entusiasti dell’idea associativa e della mission da intra-prendere.

nasce AssoVeneta Costruttori Case in legno • per costruire nel rispetto dell’ambiente e guardando al futuro

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UN’ASSOCIAZIONE, UNA GARANZIAUna realtà associativa che vuole ga-rantire, attraverso la divulgazione e la valorizzazione del proprio marchio, la competenza e le professionalità adatte per tutti coloro che deside-rano una moderna casa in legno. Il presidente della neo-associazione è Giampaolo Dalla Via: “Anche sempli-cemente scegliendo di abitare in una casa in legno, con tecnologie ecoso-stenibili, anziché in un tradizionale edi-ficio in mattone e cemento, si può diventare parte attiva e determinan-te nella costruzione di un futuro miglio-re - sostiene - lavorare insieme, inoltre, permette di condividere esigenze ed esperienze, acquisendo anche una più ampia visione del mercato e delle problematiche connesse”.

PUBBLIREDAZIONALE

I VANTAGGIMa perché scegliere una casa in le-gno? “I vantaggi della costruzione in legno sono tanti - spiega Dalla Via - l’alta qualità costruttiva, la velocità di esecuzione chiavi in mano, l’adattabi-lità a qualsiasi progetto, l’estrema ver-satilità per eventuali modifiche, l’uso di materiali rigorosamente ecologi-ci e naturali, ridotti costi di gestione e un elevato contenimento energeti-co. Inoltre tutte le case in legno han-no insite caratteristiche anti-sismiche e possiedono un alto isolamento ter-mico, acustico e da campi magnetici. Insomma: è decisamente più sicura, etica ed affidabile”.

“la casa in legno è meglio. Se la conosci te ne innamori. Se la vivi è per sempre”

• Nella sala conferenze da sinistra: gianluca dal Ceredo, Confcommercio; giovanna Fongàro, F.B.e. Woodliving; nereo galvanin, assessore edilizia Scolastica, Commissione espropri, Patrimonio della Provincia di Vicenza; giampaolo dalla Via, legnoMax e presidente assoVeneta; andrea gallo, direttore Confcommercio di Vicenza; Simone Bertolini , eiland; Maurizio Borga, Borga italia; Maurizio artuso, artuso legnami

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“un’associazione per l’informazione e la

valorizzazione della casa moderna in legno”

LEGNO CERTIFICATO DA FORESTESOSTENIBILIIl legno acquistato dagli imprendito-ri di AssoVeneta Costruttori case in le-gno per realizzare le loro costruzioni proviene esclusivamente da foreste “coltivate”, che tutelano l’ambiente, rispettano i diritti e le tradizioni cultura-li e sostengono le attività forestali giu-ste. “In queste foreste - spiega ancora Dalla Via - il ciclo risulta molto più lun-go delle normali coltivazioni annuali: la foresta viene suddivisa in varie aree separate, che si trovano a stadi diffe-renti del ciclo. Quindi, quando si ta-gliano alberi da una di queste aree, in un’altra se ne piantano, mentre già molti altri ancora sono a stadi diversi della crescita. E via così”.

I PROGETTINell’immediato futuro, la nuova asso-ciazione si farà promotrice di even-ti comunicativi, a cominciare dalla partecipazione alla manifestazio-ne “Energy Days” che si terrà presso la Fiera di Vicenza dal 15 al 18 mar-zo. Ma sarà l’attività formativa un altro punto di forza di AssoVeneta Costrut-tori Case in legno, con l’organizzazio-ne di incontri periodici con esperti e professionisti del settore e l’aggiorna-mento costante del sito (www.asso-venetacaseinlegno.org). Insomma, la natura preferisce il legno: diamo spa-zio alla natura costruendo nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vi-ta. Con AssoVeneta Costruttori Case in legno si può. Insieme, non solo per costruire una casa, ma per costruire il futuro •

AssoVeneta Costruttori Case in legno c/o Confcommercio Vicenza

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PROVINCIA DI VICENZA

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Il perfetto equilibrio di uni_one risalta nel-la grande attenzione posta alla facciata dell’edificio, al suo stile generale nonchè nell’abbinamento alle finiture interne del suo ambiente. I serramenti infatti, disponi-bili in 6 versioni, sono fortemente perso-nalizzabili sia internamente che esterna-mente.

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INNOVAZIONI TECNOLOGICHE | A CURA DI KYOSS

l’ergonomia a servizio del design

Se siete amanti del giardinaggio ma non sapete resistere al fascino del de-sign, non potete perdere le istruzioni per la costruzione del divano d’erba fai da te di “steps” Ready Made. Non si tratta di un fotomontaggio ma di un divano vero e proprio: niente cucitu-re, niente imbottiture, niente struttura rigida, solo terra ed erba. Crescere un divano naturale nel vostro giardino, non sarà un’impresa semplice: oltre ad una ingente quantità di terra, di bacchette in legno e chiodi per defi-nire la forma, di zolle d’erba e di ferti-lizzante, considerate una buona dose di pazienza. Alla fine il risultato sarà di sicuro effetto e potrete sfoggiare un sofà 100% biodegradabile •

il divano fatto di erba

La Poltrona Pio Manzù affascina con la sua atmosfera retrò ed elegante: nata da un progetto mai editato di sedile ergonomico per macchina sportiva, coglie l’interesse di Renato Stauffacher - leader di Alias Design, da sempre appassionato di car de-sign- durante la mostra “Quando il mondo era moderno”, dedicata pro-prio alle opere di Manzù.Il prototipo, datato 1967, evidenzia l’attualità e la modernità del proget-to e offre così lo spunto a Stauffacher di dare nuova vita alla seduta, poi battezzata Poltrona Pio Manzù. La sua ergonomia si coniuga con alcu-ne innovazioni tecniche: la base, ad esempio, è stata costruita grazie a un modello digitale, a sua volta rea-lizzato con l’ausilio di alcune imma-gini d’archivio. L’attività incessante di Alias in termini di ricerca e sviluppo ha permesso una leggera revisione della curvatura della scocca: è stato infatti fresato nel polistirolo il modello 3d del-la poltrona, per valutare e realizzare la migliore soluzione possibile. Con la

stessa tecnica è stato inoltre creato il poggiapiedi a quattro razze, svilup-pato per essere perfettamente sta-bile e poco ingombrante. L’analisi di diverse combinazioni tra pelle, tessuto e finitura della base hanno permesso di ottenere la versione definitiva della Poltrona Piò Manzù, un modello dove il fascino della storia e del car design si coniugano con lo slancio verso il fu-turo, dando vita ad una seduta che evoca la bellezza delle forme e un’er-gonomia dall’estetica raffinata •

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Amy Winehouse, dallo scorso 23 luglio, giorno della sua morte, è oggetto di tributi e ricordi di ogni genere. L’ultimo in ordine cronologico è una lampada dal retrogusto vintage ma dalle linee contemporanee, che rispecchia per-fettamente le caratteristiche della star alla quale si ispira. La lampada Amy di Delightfull ha un design che ripren-de alcuni trattti tipici della cantate inglese: la tipica acconciatura anni sessanta e il gusto retrò. Gli elementi di sostegno cromati in color oro ricorda-no l’arredamento dei jazz club e sono forse un omaggio alla voce graffiante, unica e preziosa dalle WiUn oggetto d’arredamento originale e creativo disponibile in due varianti come lam-pada da terra o da parete: ideale per leggere un buon libro o rilassarsi gu-standosi un disco di musica soul •

Amy Winehouse, la lampada tributo

Lumina

Massimo Iosa Ghini disegna e crea-per Faraone la balaustra Lumina, un connubio perfetto tra funzionalità ed estetica, dove la leggerezza e la tec-nicità degli elementi danno vita ad un prodotto innovativo e versatile.La struttura portante in alluminio si integra armonicamente con l’architettura cir-costante e Lumina diviene così un ele-mento di arredo che disegna gli spazi

con la luce. L’illuminazione LED è alla base del progetto, questa può essere personalizzata a seconda delle esi-genze del cliente; da una luce fredda e glaciale può arrivare ad una tonalità calda ed accogliente. La balaustra è disponibile anche nella versione non luminosa. La balaustra è formata da due lastre di spessore 10 mm, larghez-za massima di 1200 mm, in vetro extra-

chiaro stratificato con pellicola PVB di sicurezza interposta. Le lastre sono al-loggiate all’interno di un profilo estru-so di alluminio anodizzato e strette da una piattina che funge da blocco di resistenza alla spinta. La luce LED è in-tegrata all’interno del profilo. Quest’ul-timo permette la dissipazione del ca-lore naturalmente, senza aggiunta di ulteriori elementi •

INNOVAZIONI TECNOLOGICHE | A CURA DI KYOSS

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use

Ognuno di noi è diverso e unico. Per questo è nato un luogo nel quale l’abitare risponde realmente alle esi-genze di ciascuno, senza essere mai lo stesso. Una scelta progettuale innovati-va e soddisfacente: abitazioni dotate di ampi spazi interni, vivibili e allo stesso tempo flessibili. Ecco The House Q2: la scelta più giusta per vivere con qualità e stile. Sette uni-tà residenziali, così suddivise: sei trica-mere e un prestigioso attico. Il progetto si presenta con uno stile moderno e deciso, ma allo stesso tempo forte e solido, la tecnologia e la qualità delle finiture sono elementi concreti per la qualità di vita di chi lo abiterà.

The House Q2 • un luogo dove l’abitare risponde alle esigenze di ciascuno senza essere mai lo stesso

…per vivere con qualità e stile

IL TRICAMERE SIGNORILE

È uno splendido appartamento com-posto da un’affascinante zona giorno, inserita tra due ampie zone vetrate, una delle quali crea il collegamen-to alla zona living “open”, ovvero, la grande terrazza vivibile. La zona notte è separata da un disimpegno attrezza-to con il bagno ospiti e una funzionale lavanderia/ripostiglio. Il reparto notte padronale è composto da un’ampia camera da letto, dotata di un’ergono-mica nicchia guardaroba, una bagno e un esclusivo terrazzino. La zona notte si compone inoltre di due ulteriori ca-mere da letto ed un ulteriore bagno ad esse designato. La distribuzione degli ambienti e la morfologia architettoni-ca dell’edificio consentono un’ottima vivibilità interna e una totale assenza di aree di contatto con l’altra unità abi-tativa dello stesso piano.

PUBBLIREDAZIONE

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use

Quality &

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LO SPAZIO FLESSIBILE

È un appartamento flessibile che può essere utilizzato come classico trica-mere biservizi o in alternativa come signorile bicamere dagli ampi spazi interni. La zona giorno può essere ampia e aperta con la zona cottura che ne di-venta parte integrante, oppure con la classica e funzionale cucina separata. Anche questa unità residenziale man-tiene inalterato il concetto progettua-le che ha ispirato le scelte architetto-niche e distributive degli spazi interni. Ampie vetrate e terrazza vivibile per la zona giorno, una zona notte apparta-ta e tranquilla con nessuna adiacenza e nessun contatto con le altre unità abitative dello stesso piano. Tranquillità che viene ulteriormente ga-rantita dalla stessa tipologia e distribu-zione interna negli altri piani dell’edifi-cio.

L’ATTICO PERFETTO

Una singola unità abitativa che si svi-luppa interamente all’ultimo piano su di un unico livello. Terrazzi, vetrate, af-facci, panorama, luce, sole e aria a 360 gradi. La dimora è composta da una prestigiosa zona giorno che si sviluppa attorno ad un elegante patio di ve-tro centrale che porta il cielo diretta-mente in casa e diventa lo strumento di congiunzione tra la zona cucina/pranzo e la zona living. Quest’ultima si apre con delle ampi e vetrate su di una meravigliosa terrazza panoramica. La zona notte appartata e tranquilla è dotata di tre camere da letto, due ba-gni e una stanza disbrigo, il tutto servi-to da terrazze vivibili. Tutti i locali sono adeguatamente finestrati. L’abitazione è servita da due ingressi, un vano sca-le con porta blindata di sicurezza e un accesso esclusivo all’ascensore con ulteriore porta di sicurezza •

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BIOEDILIZIA | SERRE FOTOVOLTAICHE

le serre che scoprono il fotovoltaico sono doppiamente green

uno dei segmenti più promettenti nel campo delle energie alternative

Le serre fotovoltaiche sono uno dei segmenti più promettenti nel campo delle energie alternative, nonostante il taglio degli incentivi sia particolar-mente drastico nei loro confronti. Una scelta dettata dalla necessità per il legislatore di frenare la speculazione in atto. Tuttavia, le serre consentono di combinare il tradizionale reddito agri-colo con le entrate derivanti dagli in-centivi del Conto Energia.

LA COLTIVAZIONE IN SERRA FA BENE ALL’AGRICOLTURALa serra fotovoltaica è un’installazio-ne ancorata al terreno composta da due fonti di business: sotto la co-pertura si tratta di una normale serra dedicata alla coltivazione, mentre il tetto è ricoperto di pannelli foto-voltaici per la produzione di energia elettrica. Un’opportunità che potreb-be spingere un numero crescente di imprenditori agricoli a superare le tra-dizionali resistenze (dovute soprattut-to all’investimento richiesto) verso la conversione delle colture all’aperto in produzioni in serra, che sono a mag-gior valore di mercato (primizie) e più facilmente difendibili dagli agenti aggressivi. Non solo: la diffusione del-le serre finora è stata frenata anche dai costi elevati per il riscaldamento, un altro ostacolo che si può supera-re con l’opzione fotovoltaica, che offre disponibilità in loco di energia a basso costo. Se si sceglie di installare i pannelli su una serra già esistente, il processo autorizzativo è più rapido dell’impianto a terra, non essendo ri-chiesta l’autorizzazione unica. Inoltre l’impianto è esente dal pagamento dell’Ici, purché i redditi prodotti da-gli impianti fotovoltaici su serra siano connessi all’attività agricola.

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LE PREVISIONI FANNO I CONTI CON I TAGLI PUBBLICISecondo il Solar energy Report redat-to dal Politecnico di Milano, le serre fotovoltaiche hanno ampi spazi di crescita nel medio termine, con una stima al 2020 di 5,8 Gw di potenza in-stallata, contro i 459 Mw censiti a fine 2008. Una quota che significa arrivare per quella data a coprire con pan-nelli fotovoltaici circa un quinto del-la superficie delle serre oggi esistenti. Previsioni ottimistiche che devono tut-tavia fare i conti con il nuovo Conto Energia 2011-2013. Rispetto al sistema incentivante in uso fino al 31 dicem-bre di quest’anno, che considera gli impianti sulle serre come “totalmente integrati”, da quest’anno le nuove in-stallazioni possano contare su tariffe molto più basse, con valori calcolati secondo una formula complessa che porta il risultato vicino alla media arit-metica tra gli incentivi previsti per i pannelli su tetto e quelli destinati agli impianti a terra. Una decisione moti-vata dalla volontà di contrastare la speculazione, orientata a costruire sistemi fotovoltaici su delle serre che, in realtà, non avevano alcuna desti-nazione agricola.

I VINCOLI TECNICI E QUELLI LEGALIAffinché un impianto possa definirsi serra fotovoltaica sono richieste di-mensioni e altezze minime che garan-tiscano le movimentazioni all’interno, oltre al rispetto di parametri precisi in tema di aereazione per il fotovoltaico. Ci sono poi vincoli tecnici da conside-rare. Il pannello crea ombreggiamenti sul terreno, quindi non tutte le piante possono essere coltivate in serra: van-no bene piante da sottobosco come fragoline e more, funghi e l’aloe, che vivono bene anche in condizioni di irraggiamento non diretto. Occorre, poi, fare i conti con il vincolo tem-porale degli incentivi: per usufruirne, è necessario garantire la produzio-ne in serra per 20 anni e questo può costituire un freno per l’imprenditore agricolo, un vincolo a coltivare anche qualora il business si dimostrasse poco produttivo. Infine c’è l’aspetto eco-nomico: una serra fotovoltaica costa mediamente intorno ai 4 milioni di euro a MW, contro i 3 di un impianto a terra: così, i maggiori incentivi previsti vanno messi in relazione con il surplus di costo per valutare l’utilità dell’inve-stimento •

www.energethics.it

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DOMOTICA | MATTONI DI PAGLIA

la casa ecologica costruita con i mattoni di paglia

Canossa: si sta realizzando il sogno di due giovani educatori

hanno iniziato i lavori che probabil-mente si concluderanno l’anno pros-simo. Alla fine prevedono di spendere 180mila euro, tra oneri, progettazione, materiali vari, legno (stagionato) e al-tro. Tutto di provenienza italiana e ac-quistato in zona e senza beneficiare di qualche finanziamento.

I VANTAGGII vantaggi di una casa davvero verde, sono evidenti: i materiali, paglia com-presa sono altamente isolanti sia dai rumori (isolamento acustico) sia dal freddo e dal caldo (isolamento termi-co), resistente alle vibrazioni sismiche, totalmente ecocompatibile ed eco-sostenibile. Una casa sana nel vero senso della parola. Il calore al suo in-terno si mantiene per molto tempo, lo stesso vale per il fresco, l’intonaco sarà fatto con terra cruda all’interno

Ad alcuni ricorda la fiaba dei tre porcellini, ad altri, invece, fa venire in mente un nido: si tratta della casa in paglia che Maria Assunta e Ivano Gottardi stanno costruendo a Cavan-dola, nei pressi di Canossa. I due co-niugi, convinti ecologisti e affascinati da questa tipologia di edifici, hanno deciso di scappare dalla città per ri-fugiarsi nella vallata verde che circon-da la Rocca di Canossa e di costruire qui, sui resti di una casa cantoniera circondata da tre ettari di terreno, la propria abitazione ecosostenibile. Non sono i primi in Italia: in Trentino Alto Adige, infatti, le case in paglia sono decine ormai, come anche nel nord-Europa. Da lontano è come una qualsiasi casa, la differenza si vede avvicinandosi. L’edificio, che poggia su solide fondamenta in cemento, è stato costruito dove c’era una vec-

chia casa colonica ed è circondata da 3 ettari di terreno.

LA STRUTTURAL’intelaiatura portante è realizzata con pilastri in legno massiccio, men-tre i “quadrati” delle pareti sono state tamponate con grosse e compatte balle di paglia. Materiale che, oltre che naturale, garantisce una grande respirabilità per evitare muffe e umi-dità. Di chimico non c’è niente e di allergie neanche a parlarne. È stata progettata da un ingegnere e auto-rizzata oltre che dal Comune, anche dalla Sovrintendenza in quanto il sito è di interesse comunitario. La costruzio-ne beneficia delle agevolazioni previ-ste dalla legge sul risparmio energeti-co. Maria Assunta e Ivano, ecologisti convinti e praticanti due anni fa han-no scelto la zona e l’anno successivo

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“struttura portante in legno, intonaci di terra

cruda e calce”

e calce idraulica all’esterno e non ci sarà umidità e gli spigoli saranno ar-rotondati (a proposito, presto parte-ciperanno a un corso per imparare a intonacare con terra cruda).

TORNARE ALL’ANTICOMa una casa in lengo e paglia, non ha maggiori rischi ad esempio in caso d’incendio?No, assicurano i due. Il ri-schio è pari ad edifici realizzati con altri materiali più tradizionali. Anzi, vo-lendo i rischi sono anche minori. Que-sto, grazie all’intonaco e all’estremo grado di compressione dei “mattoni” di paglia. Compressione che riduce di molto la presenza di ossigeno e quindi dell’elemento principale per la com-bustione.

STATICITàAnche la resistenza statica è assolu-

tamente sufficiente, presentando, tra l’altro, c’è il vantaggio di una mag-giore elasticità rispetto ad altri mate-riali come il cemento, i mattoni o la pietra, risultando quindi meno perico-losa in caso di terremoti o cedimenti del terreno. La paglia sembra però un materiale facilmente degradabi-le: quanto durerà una casa costruita così? Nessuno lo sa con esattezza, ma sicuramente può durare almeno un secolo, in quanto esistono case in paglia costruite da più di cento anni che godono di ottima salute, e che probabilmente continueranno ad esi-stere per molti anni ancora. Una pres-sa di paglia, infatti, non è altro che fibra compressa, che alla fine assume quindi le stesse caratteristiche del le-gno. L’importante è osservare bene, in fase di progettazione e di costruzione, alcuni accorgimenti fondamentali

volti soprattutto ad evitare i ristagni di umidità tra la paglia e gli altri materia-li impiegati.

L’ASPETTOCiò che più sorprende di una casa in paglia è che l’aspetto finale è, ester-namente e internamente, assoluta-mente indistinguibile da una casa in muratura. Nessuna preoccupazione, quindi, dal punto di vista estetico. An-che il mondo accademico vede con interesse questi tipi di costruzioni e al-cune università stanno facendo degli esperimenti su prototipi costruiti dagli studenti stessi •

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in quelle piastrelle c’è un po’ di TV

Il vecchio tubo catodico rivive nel-le case degli italiani con una veste tutta nuova, quella di complemen-to d’arredo. Con il progetto “Glass Plus”, infatti, il vetro ricavato dal rici-clo di monitor e Tv a tecnologia Crt (Cathode-Ray tube), ormai soppian-tati dalla diffusione delle Tv Lcd e al plasma, viene trasformato in piastrelle in gres porcellanato. È l’idea che ha avuto ReMedia, Consorzio nazionale per la gestione eco-sostenibile di tutti i Raee, delle pile e degli accumulato-ri esausti, per salvare dalla discarica questo materiale avviandolo a un ri-ciclo sostenibile.

ENERGIE | PIASTRELLE

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ENERGIE | PIASTRELLE

dia. “La maggior parte di questi ma-teriali è molto richiesta sul mercato e viene riutilizzata in nuovi prodotti men-tre altri vanno a finire in discarica. Uno di questi è proprio il vetro delle Tv”. Le frazioni vetrose sono le più numerose nei televisori Crt ed equivalgono a quasi la metà del peso del prodot-to. Cosa farne allora? Per riutilizzare anche questa parte “bistrattata” dei vecchi schermi ReMedia ha pensato bene di collaborare con il Gruppo Concorde di Sassuolo che produce piastrelle. Così è nato nel 2010 il pro-getto Glass Plus, esempio virtuoso di collaborazione tra due filiere diverse, inserito nel programma europeo Eco-innovation. Le Tv raccolte vengono

inviate agli impianti di riciclo dove il vetro viene reso molto pulito e picco-lo. Questo materiale viene poi spedito nelle fabbriche del Gruppo Concor-de e inserito in una percentuale del 20% nell’impasto delle piastrelle. “I vantaggi sono sia economici che ambientali. Si risparmia sulla materia prima e si riducono dell’80% le emis-sioni di CO2 dando vita a un materiale del tutto conforme ai requisiti LEED”, aggiunge Bonato, che fa una previ-sione: “Per il 2012 si stima una raccolta di circa 75 mila tonnellate di Tv e mo-nitor, pari a circa 25 mila tonnellate di vetro pannello. Se l’intero quantitativo venisse utilizzato nel progetto potrem-mo rivestire 83 mila appartamenti”.

I VANTAGGI ECONOMICI ED AMBIENTALII televisori rientrano tra i Rifiuti di Appa-recchiature Elettriche o Elettroniche (Raee), che devono essere smaltiti se-condo procedimenti particolari per-ché contengono sostanze altamente inquinanti e tossiche. Questi prodotti vanno trattati in centri specializza-ti che oltre alla messa in sicurezza provvedono a recuperare i materiali di cui sono composti. “I Raee sono al-tamente riciclabili. Stereo, computer, cellulari, lampadine, elettrodomestici contengono acciaio, alluminio, rame, metalli preziosi, terre rare, plastica, gomma e tanto altro” - spiega Danilo Bonato, direttore generale di ReMe-

un progetto del consorzio ReMedia riutilizza il vetro derivante dal riciclo di Tv a tubo catodico per produrre piastrelle in gres porcellanato

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LA RACCOLTA E IL RICICLO DEI RAEESecondo la stima del Centro di Co-ordinamento Raee, nel 2011 sono state raccolte 260 mila tonnellate di e-waste. Un dato in crescita rispetto al 2010 (circa 100 mila tonnellate) e destinato ad aumentare ulteriormen-te con le nuove norme della Direttiva Ue, aggiornate questo gennaio, che alzano i livelli di raccolta per ogni sta-to ponendo l’obiettivo dell’85% entro il 2019. “C’è ancora molto da fare se si pensa che due terzi dei Raee non arrivano agli impianti di trattamento. Perché l’Italia non rimanga indietro e non rischi di incorrere in sanzioni è ne-cessario l’impegno di tutta la società, a partire dal Governo fino ai cittadini”

- conclude Bonato. Una mano in que-sto senso può arrivare dalla ricerca, sempre più orientata allo sviluppo di tecnologie efficienti per il riciclo delle componenti prive di mercato, come appunto il vetro usato in “Glass Plus”, e il recupero delle materie prime pre-ziose presenti in piccole concentra-zioni. La Stena Electronics Recycling, parte del Gruppo Stena Metall e lea-der europeo nel riciclo dei Raee, per esempio, utilizza la parte posteriore del vetro Crt, schermata al piombo, per creare lastre per applicazioni mediche mentre il vetro pannello rici-clato viene usato per fare nuovi ma-teriali abrasivi. Un’azienda italiana, la Relight di Rho, invece, ha sviluppato

un processo che permette di estrarre in maniera sicura l’ittrio e l’indio delle sorgenti luminose, due metalli preziosi che attualmente vanno perduti. Per stare al passo con l’evoluzione del mercato ReMedia ha dato vita al La-boratorio del riciclo E-waste Lab 2.0 in collaborazione con il Politecnico di Milano, regione Lombardia, Assolom-barda, gruppo Stena e Ministero del-lo sviluppo economico. La sfida per il recupero totale dei Raee è aperta •

www.consorzioremedia.it

“per il 2012 si stima una raccolta di circa 75 mila tonnellate di Tv e monitor, pari a circa 25 mila

tonnellate di vetro pannello. Se l’intero quantitativo venisse

utilizzato nel progetto potremmo rivestire 83 mila appartamenti”

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RICERCA | SUPER TREES

Super Trees •gli alberi giganti di Singapore

diciotto alberi, undici dei quali sono costruiti con materiali ecosostenibili

dei raggi luminosi per alimentare le piante. Allo stesso tempo, una volta fatto tesoro della luce del sole, la struttura lascerà entrare al suo interno solo il 35% del calore, consentendo il controllo delle temperature, fonda-mentale per la vita dei vegetali. Le due serre ospiteranno interi habitat naturali: nella prima quello del Medi-terraneo e delle zone semi-tropicali e nella seconda, quello delle regioni montuose ai tropici. Il bosco dei Supertrees è il vero fiore

Lo skyline di Singapore sta cam-biando: dalle parti della baia di Marina South, infatti, stanno sorgendo strutture tanto imponenti quanto avveniristiche. Sono gli elementi che andranno a comporre i nuovi gar-dens by the Bay, i giardini botanici della città-stato asiatica. La struttura è in costruzione dal 2006, anno in cui il governo aveva indetto un contest per la sua realizzazione. A vincere l’appal-to il progetto che meglio fosse stato capace di coniugare architettura,

energie rinnovabili e attenzione per le tematiche relative al mutamento climatico riassumendo tali punti in un microcosmo climatico completo. A occuparsi della progettazione sono lo studio Wilkinson Eyre, Grant Associates e Atelier 10. Una volta completati, i gardes by the Bay misureranno 101 ettari e saranno composti da grandi serre e dal bosco di Supertrees. Le prime sfrutteranno l’energia solare grazie a vetri ad alta efficienza in grado di filtrare il 65%

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“il complesso, tra i migliori esempi di bioarchitettura del pianeta, si

chiamerà Gardens by The Bay e ospiterà serre alimentate da alberi

solari e biomasse”all’occhiello del nuovo parco. Consta di 18 strutture a forma di albero alte tra i 25 e i 50 metri costruite con mate-riali ecosostenibili e dotati di moder-nissimi sistemi di produzione di energia completamente green. Oltre a essere “rivestiti” con 162.900 piante tropicali complessive, i super alberi ospiteran-no sulla chioma pannelli fotovoltaici, collettori solari e serbatoi per la rac-colta dell’ acqua piovana in grado di immagazzinare energia per tutta la struttura. Oltre all’apporto energetico

fornito dai Supertree, i gardens by the Bay saranno alimentati da un super impianto che sfrutterà le biomasse. Vicino alla serra vi è infatti il national Parks Board, un parco natuale che produce 5000 tonnellate di legna a scopo di manutenzione. Invece di essere gettato via, parte di questo materiale verrà utilizzato per produrre energia grazie alla combustione in un’enorme caldaia a biomassa a vapore. Il sistema fornirà energia per l’impianto elettrico e quello di clima-

tizzazione. In questo modo i nuovi giardini bota-nici di Singapore saranno completa-mente ecosostenibili e diventeranno uno dei principali punti di riferimento per l’applicazione delle energie rinnvabili a grandi strutture. Dettaglio da non sottovalutare - come potete vedere dalle foto - saranno anche piuttosto belli •

www.architetturagiovanile.com

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l’app per iPad Fuksas

NEwS | A CURA DI KYOSS

Cad Touch

CadTouch è un’applicazione profes-sionale, sviluppata dall’italiano Ca-rianni, dedicata a tutti coloro che lavorano in CAD. CadTouch è un uti-lissimo programma per assistere co-loro che lavorano in CAD (geometri, architetti, ingegneri strutturisti, ecc…), grazie alla possibilità di disegnare ed

effettuare calcoli preliminari diretta-mente su iPhone. Consente infatti di disegnare piante, prospetti, terreni (con calcolo di superficie e perime-tro), pezzi meccanici o strutturali (cal-colo momento di inerzia), diagrammi elettrici, rilievi di interni o di campa-gna e molto altro. Il tutto utilizzando il

L’architettura di Massimiliano Fuksas si svela in maniera inedita grazie all’app per iPad Fuksas, architetture e percor-si, disponibile sull’iTunes Store. Un’op-portunità imperdibile, per gli studenti, i professionisti del settore ma anche per i semplici appassionati, di esplora-re con una profondità del tutto nuova l’opera di uno dei più grandi architetti del nostro secolo. A differenza dei libri e dei video-reportage, l’app consen-te di “toccare con mano” l’essenza di ogni progetto, analizzando in maniera interattiva ogni dettaglio, sia tecnico, che poetico. Tra le 40 opere, scelte fra

le più rappresentative dagli anni set-tanta ad oggi e illustrate attraverso una galleria di immagini con schede tecniche, sono approfonditi 4 edifici: il Centro Ricerche e Auditorium Nardini di Bassano del Grappa, il Peres Peace House di Tel Aviv, lo Zenith Music Hall di Strasburgo e infine l’Admirant Entran-ce Building di Eindhoven.Seguendo 4 percorsi tematici – L’idea, Modello e Progetto, Teamwork e Can-tiere – l’utente si muove all’interno dei vari aspetti del progetto, dalla storia del cantiere e della committenza, alle varietà dei materiali e delle tec-

nologie utilizzate in fase di costruzio-ne, e più in generale analizzando le tematiche che ricorrono nel lavoro di Massimiliano Fuksas. Grazie all’opzio-ne Elenchi è possibile anche riorganiz-zare i progetti secondo alcune cate-gorie di ricerca, introducendo così un ulteriore livello di lettura personale. La sintesi dei contenuti avviene grazie a un’interfaccia grafica e a una strut-tura di navigazione semplice ed es-senziale. Un’app pioniera nel campo dell’architettura, curata e progettata da Carlotta Eco per Encyclomedia •

sistema angolo-distanza a coordinate polari e con possibilità di sincronizzare tutto su computer anche in formato dxf. Ogni disegno importato, inoltre, può essere editato e si può interroga-re ogni distanza, superficie e perime-tro, baricentro e momenti •

Real EvaluationL’applicazione Real Evaluation è sta-ta pensata per facilitare, anche in mobilità, l’attività quotidiana di agen-ti immobiliari, geometri, architetti o in-gegneri nella stima dei fabbricati. Con Real Evaluaation, si riesce a cal-colare il prezzo di mercato di un im-mobile in pochi minuti: sia dando una stima indicativa nel caso si debba fare un rapido confronto con altre op-zioni, sia stimando nel dettaglio un de-terminato immobile. Nel primo caso il

prezzo di mercato verrà calcolato in-serendo semplicemente la superficie catastale dell’immobile ed eventual-mente il prezzo medio unitario; nel secondo, invece, il valore di mercato verrà calcolato secondo tutti i para-metri impostati nella sezione Dettagli. Il tutto è anche supportato da un Bor-sino completamente editabile e per-sonalizzabile, in cui salvare quanto più serve: si possono aggiungere, elimi-nare o editare tutte le città presenti;

suddividere prezzi minimi e massimi per zone, tipologie e stato degli edi-fici. Da questi dati poi l’applicazione calcolerà il prezzo di mercato medio (a metro quadro) che verrà usato per il calcolo del relativo Valore Commer-ciale. Real Evaluation è un’applica-zione utilissima per tutti i professionisti che hanno a che fare con il mercato immobiliare •

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le nuove frontiere della prefabbricazione

Un’esperienza maturata sul campo nel realizzare strutture prefabbricate da sempre al servizio delle aspirazioni dei clienti e dei professionisti. Questo per poter dare forma, assieme, alle idee architetturali che nascono dalle esigen-ze d'ognuno, per creare edifici moderni ed efficienti, dove l'estetica non manca di alti contenuti funzionali. Con un’or-ganizzazione estremamente all’avanguardia e tecnologie di ultima generazione.

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NEwS | A CURA DI KYOSS

le opere di Palladio su iPhone e iPad

Discover Palladio è un’applicazione per iPhone, iPod touch ed iPad svilup-pata per conto del Consorzio di pro-mozione turistica Vicenza e dedicata agli utenti che desiderano scoprire Palladio e le sue opere. Il consorzio di promozione turistica Vicenza lan-cia DISCOVER PALLADIO APP, la prima applicazione per iPad e iPhone che racconta Palladio, l’architetto più in-fluente degli ultimi 500 anni, e il suo territorio in modo contemporaneo e attuale. Un’app ricca di contenuti e riferimenti storici e architettonici, in-tegrati con spunti turistici, enogastro-nomici e legati all’industria creativa. DISCOVER PALLADIO APP è una guida che fornisce una panoramica com-pleta dei monumenti palladiani e dei territori in cui essi sorgono. Un’ap-plicazione pensata per coinvolgere un pubblico ampio e internazionale, che porti Palladio nel mondo, sempre, a portata di click. L’applicazione è ideata, da una parte, come un vero e proprio veicolo di conoscenza e promozione di Palladio e, dall’altra, come uno strumento di rappresenta-

zione del territorio e delle sue risorse creative ed imprenditoriali. Il Nordest e in particolare Vicenza si trovano oggi all’incrocio di quell’Innov(e)tion Valley definito come “il luogo con la più alta densità creativa del mondo”. In quest’area si concentra-no non solo un’incredibile somma di ville ed edifici storici, da cui il ricono-scimento di patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, ma anche brand inter-nazionali della moda e piccole realtà di Artigianato-Industriale, dismissioni creative e architetture sperimentali, laboratori culturali, musei, industrie di design, gallerie d’arte, agenzie di co-municazione e incubatori tecnologici. L’applicazione è suddivisa in due se-zioni principali: “Conosci” e “Visita”. La prima raccoglie informazioni storico-architettoniche sui monumenti pal-ladiani a Vicenza e nel mondo, con una particolare attenzione verso lo sviluppo del palladianesimo in Ame-rica e l’enorme influenza esercitata sull’architettura degli Stati Uniti ora uf-ficializzata con la resolution n.259 del 2010. La seconda fornisce innumere-

voli informazioni turistiche e riferimenti pratici per esplorare il territorio, dagli itinerari tematici, agli hotel ai ristoran-ti, dagli outlet agli showroom delle maggiori aziende di fashion e design del territorio. Una parte della sezione “Visita” è dedicata all’industria cre-ativa ed è pensata come un appro-fondimento sulle eccellenze del Nor-dest e sui brand che hanno sede sul territorio, da Diesel a Bottega Veneta, da Bisazza a Zamperla, da Dainese a Pal Zileri, a Zonin. L’applicazione è ar-ricchita inoltre da contributi video e interviste a testimonial del territorio. DISCOVER PALLADIO APP è pensata come uno strumento ricco di informa-zioni sul territorio vicentino, destinato ad un pubblico ampio e internazio-nale, formato da turisti, architetti, ap-passionati d’arte e creativi di tutto il mondo. Un prodotto editoriale inno-vativo e completo, con un taglio pra-tico e veloce che risponde alle nuove esigenze della promozione turistica. Discover Palladio per iPhone e iPad può essere scaricata gratuitamente dall’App Store •

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ESPOSIZIONI | A CURA DI KYOSS

Ecobuild 2012www.ecobuild.co.uk Londra, Fiera

dal 20 al 22 marzo

Il salone del costruire sostenibile. Il più grande evento fieristico al mon-do dedicato agli interni ed esterni dell’edilizia ecosostenibile e alle ener-gie rinnovabili. La prima, in Inghilterra,

per volume di scambi commerciali. Anche quest’anno l’Italia sarà prota-gonista, grazie a una massiccia pre-senza di imprese •

www.expo-edilizia.it Roma, Fieradal 22 al 25 marzo

I 46.160 visitatori, aumentati del 2,6% ri-spetto all’edizione precedente nono-stante il particolare momento attra-versato dal settore, attestano il trend positivo di Expoedilizia e SITE 2010, gli appuntamenti dedicati all’edili-zia, all’architettura e all’impiantistica tecnica che, con iniziative speciali,

ospiti d’eccezione e la consueta at-tenzione ai prodotti e alle tecnologie in esposizione, hanno animato il polo fieristico romano dall’11 al 14 novem-bre. Le due fiere si sono quindi ricon-fermate punto di riferimento per i pro-fessionisti e le aziende del Centro-Sud Italia •

Expoedilizia 2012

Piacenza, Fieradal 15 al 17 marzo

Colore è l’unica manifestazione ita-liana dedicata esclusivamente alla filiera del colore: finiture, decorativi, sistemi e accessori dedicati. Rappre-senta in maniera verticale e specifica i temi, i contenuti e le eccellenze di un mercato protagonista sia a livello nazionale che internazionale. Un pro-getto chiaro e di valore: l’incontro/

Colore Italia 2012www.coloreitalia.it

confronto tra il mondo dei produttori, dei distributori, gli utilizzatori e i pro-gettisti. Protagonisti saranno anche le associazioni di settore e le primarie istituzioni politiche ed economiche. Gli operatori potranno confrontarsi a tutti i livelli all’interno di un evento costruito esclusivamente sulle loro ne-cessità •

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ESPOSIZIONI | A CURA DI KYOSS

Napoli, Fieradal 22 al 24 marzo

Molte le novità di quest’anno, con un’esposizione che supera gli 8.000 metri quadrati, con un vasto program-ma congressuale e numerosi eventi speciali; infatti, i migliori esperti del settore e i rappresentanti delle princi-pali imprese partecipano ai workshop tematici, agli incontri business to busi-ness e alle tavole rotonde.

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Gli organizzatori intendono, infatti, creare le condizioni ideali per l’ag-giornamento professionale e per gli scambi commerciali tra aziende nazionali e straniere, favorendo un processo di internazionalizzazione sempre più proficuo in tale comparto produttivo •

Milano, Fiera Rhodal 27 al 30 marzo

La fiera leader mondiale nell’impianti-stica civile e industriale e della clima-tizzazione organizzata da Reed Exhibi-tions Italia che, ogni due anni, mette a confronto l’intera filiera produttiva e distributiva del settore idrotermosani-

tario, del riscaldamento, delle energie rinnovabili, del condizionamento e della refrigerazione, delle tecnologie sanitarie, della componentistica, del trattamento delle acque e del mon-do del bagno •

Mce 2012www.mcexpocomfort.it

Ferrara, Fieradal 28 al 31 marzo

La fiera leader mondiale nell’impianti-stica civile e industriale e della clima-tizzazione organizzata da Reed Exhibi-tions Italia che, ogni due anni, mette a confronto l’intera filiera produttiva e distributiva del settore idrotermosani-

tario, del riscaldamento, delle energie rinnovabili, del condizionamento e della refrigerazione, delle tecnologie sanitarie, della componentistica, del trattamento delle acque e del mon-do del bagno •

Restauro 2012www.salonedelrestauro.com

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DA BRUXELLES | NEWS

Venezia • Accordo per il Megastore Benetton con vista su Rialto • Rem Koolhaas firmerà la trasformazione del più incredibile ufficio postale d’Italia

cosa ci dicono da Bruxelles

Raggiunta l’intesa fra il Comune e il gruppo trevigiano per il progetto del nuovo Megastore Benetton, firmato OMA Rem Koolhaas, che andrà a oc-cupare l’attuale palazzo delle poste su Canal Grande, proprio di fronte al ponte di Rialto. Costruito nel Cinque-cento, il palazzo, chiamato Fondaco dei Tedeschi, era nato per accogliere i mercanti che commerciavano con la Serenissima e attualmente ospitava l’ufficio postale più incredibile (e per certi versi improbabile) d’Italia. Il suo

gigantesco cortile coperto rappre-sentava un’eccezione sorprendente nel dedalo di calli e campielli della città e ancora più sorprendente era che quello spazio accogliesse una funzione pubblica, per altro ampia-mente sovradimensionata. Il Fonda-co è stato acquistato dal gruppo Benetton nel 2008 per 53 milioni, per trasformarlo in un “megastore di forte impatto simbolico”. Il progetto preve-de l’inserimento nella corte di con-testatissime scale mobili, una nuova

Londra • svelati i progettisti del prossimo Serpentine Pavilion • Herzog & de Meuron e Ai Weiwei firmeranno la nuova installazione

Protagonisti a Londra per la dodice-sima edizione del Serpentine Pavilion un connubio degno della passerella olimpionica: le archistar Herzog & de Meuron ed il popolare artista cinese Ai Weiwei. Dopo aver disegnato in-sieme lo stadio di Pechino, Bird’Nest, per le Olimpiadi del 2008, il team si ricompone per progettare il prossimo padiglione della Serpentine Gallery di Londra. La nuova firma, già collau-data, si misurerà per la prima volta in Inghilterra con il progetto di una in-solita struttura che si rivela alquanto complessa: i progettisti annunciano di

voler portare alla luce la storia dei pa-diglioni precedenti realizzando un’in-stallazione sotterranea composta da undici colonne più una dodicesima, a simboleggiare l’edizione di quest’an-no, per sostenere un tetto sospeso a 1,5 metri dal suolo. A supporto di un tale progetto innovativo quanto pro-blematico vi sarà la collaborazione del noto studio d’ingegneria Arup.I primi disegni sono ancora da scopri-re ma l’intenzione del famoso team di indurre i visitatori ad un approccio archelogico che raggiungerà il livel-lo dell’acqua, rappresenta già una

chiara rivelazione dell’opera.Il dodicesimo padiglione, median-te una creazione del tutto diversa e inaspettata, andrà a rievocare quelli precedenti: la struttura temporanea dei Giardini di Kensington era stata firmata l’estate scorsa da Peter Zum-thor e prima ancora da SANAA e da Frank Gehry. Il noto appuntamento culturale dell’estate londinese, che quest’anno affiancherà i Giochi Olim-pici, prevede l’inaugurazione del nuo-vo Serpentine Pavilion a giugno •

terrazza panoramica “a vasca”, il ri-facimento del lucernario per ricava-re un altro piano e la demolizione di parti del ballatoio. A dire il vero la pro-spettiva scelta per il rendering della terrazza, che ha fatto il giro della reta e anche noi abbiamo usato come copertina, è ingannevole. Il progetto, che inevitabilmente divide Venezia fra indignati e infuriati, da angolazioni diverse appare molto meno invasivo e partorito da una mente assai più lu-cida •

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fotovoltaico • gli impianti crescono del 104,6% • nel 2011 gli impianti che beneficiano delle tariffe incentivanti del Conto Energia sono passati da 155.719 a 318.585

Secondo uno studio di Fondazione Impresa, nel 2011 gli impianti foto-voltaici che beneficiano delle tariffe incentivanti del Conto Energia sono più che raddoppiati, passando da 155.719 a 318.585 (+104,6%). La po-tenza installata è più che triplicata (+259,5%), passando da 3,5 a 12,4 GW, soprattutto per effetto dell’aumento degli impianti con potenza installa-ta superiore ai 20 kWp. La “corsa” al fotovoltaico e agli incentivi, riguarda tutte le regioni, senza una significati-va spaccatura tra Nord e Sud: Lom-bardia, Veneto ed Emilia Romagna sono le regioni con il maggior numero di impianti in Italia (rispettivamente 14,8%, 13,7% e 9,4%), ma rispetto alla popolazione gli impianti sono più dif-

fusi in Trentino Alto Adige e Friuli Vene-zia Giulia (rispettivamente 14 e 13,6 ogni 1.000 abitanti, contro la media italiana di 5,3). La Puglia è la regione con la maggiore potenza installata (17,1%) e Molise e Valle d’Aosta han-no conosciuto la crescita maggiore di impianti rispetto al 2010, rispettiva-mente +190,8% e +150,7%. Benché la maggior parte degli impianti (87,9%) sia di piccola taglia (tra 1 e 20 kWp), tra il 2010 e il 2011 sono cresciuti di più gli impianti industriali oltre i 20 kWp, i quali sono più che triplicati (+216,5%). In Italia sono presenti mediamente 5,3 impianti in Conto Energia ogni 1.000 abitanti e più di uno su due (54,2%) ha una potenza installata tipica di condomini, piccoli edifici del terziario

e piccole attività produttive. Seguono gli impianti monofamiliari (33,7%) e in-dustriali (12,1%). L’86,6% della potenza installata proviene da impianti indu-striali, l’11% da impianti su condomini, terziario e piccole imprese e il 2,4% da quelli monofamiliari. Osservando la variazione percentuale tra il 2010 e il 2011, lo studio di Fondazione Im-presa evidenzia una tendenza verso impianti di grandi dimensioni, proba-bilmente gli unici a poter operare in regime di grid parity e quindi a poter rinunciare agli incentivi. Seguono gli impianti su condomini, terziario e pic-cole imprese (+110,8%) e infine quelli monofamiliari (+74,2%) •

• Serpentine Pavilion 2012, Londra

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LIBRI | A CURA DI KYOSS

Autori V. Bettini, L. Marotta, S. TosiEditore EdicicloPrezzo 15 euro

la via francigena in Italia

Andrea Palladio è stato l’architetto più straordinario di tutti i tempi non solo per le geniali innovazioni che contraddistin-guono i suoi edifici, ma anche per il suo sforzo continuo di indagare meticolo-samente la classicità del passato. Non lavorava mai seguendo uno schema rigido e non conosceva regole fisse, ma

aveva forgiato uno stile personale nel quale lo spirito dell’antichità classica si armonizzava perfettamente con la tra-dizione veneziana e locale. Questa pe-culiarità lo rese unico, al punto di esse-re imitato e preso a modello nei secoli successivi in tutto il mondo •

Autore Ugo IschiaEditore DonzelliPrezzo 23 euro

la città giusta • idee di piano e

atteggiamenti etici

Dopo la riscoperta avvenuta negli anni Settanta del XX secolo, del Cam-mino di Santiago, ci si rese conto che anche in Italia esisteva un simile per-corso di pellegrinaggio, la Via Fran-cigena, via maestra che partiva da Canterbury per arrivare a Roma e che, in epoca medievale, era utilizzata da migliaia di pellegrini alla ricerca della redenzione dai peccatiL’interesse per la Via Francigena ha fatto nascere una rete di appassionati cammina-tori che hanno cercato di recupera-re il tracciato originario. Gli studenti dell’Università di Architettura IUAV di Venezia, coadiuvati dai docenti Virgi-

nio Bettini, Leonardo Marotta, Sara So-fia Tosi e altri esperti hanno verificato le condizioni ambientali, paesistiche, religiose, culturali e antropologiche di questo Cammino adoperando da una parte l’analisi orientata delle scienze tradizionali, interpretate sulla base di una nuova disciplina come l’ecologia del paesaggio; dall’altra l’approccio situazionista del flàneur. Ne esce un libro che racconta e illu-stra lo stato dell’arte del famoso trac-ciato di pellegrinaggio che attraver-sa otto regioni italiane, dal passo del Gran San Bernardo a Roma •

Editore LogosPrezzo 53 euro

Andrea Palladio

Fra urbanistica e politica si colloca lo spazio dell’etica. Da qui Ugo Ischia muove per una riflessione sulla città giusta, con uno sguardo rivolto al pen-siero urbanistico italiano fra gli anni cinquanta e settanta: dal dopoguerra all’epoca del conflitto sociale. Il testo di Ischia anticipa di molti anni i dibat-titi odierni sulla città e la giustizia urba-

na: a partire dal titolo, che si è voluto mantenere quale deciso dall’autore nel 1996. A tutt’oggi, il libro rappresen-ta una voce originale nel panorama teorico disciplinare italiano e interna-zionale nell’affrontare il problema del-la costruzione della città, affidando al piano la responsabilità della costituzio-ne del giusto •

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Di Andrea Palladio, il più famoso ar-chitetto della storia pensiamo di sapere tutto: non è vero. O meglio sappiamo moltissimo delle sue opere, ma ben poco di lui come uomo. Era affabile o arrogante? Era ricco? Ave-va figli che dopo di lui continuarono la sua bottega? Più in generale, qual è il segreto di quest’uomo, nato umile scalpellino e diventato l’epicentro di

una rivoluzione architettonica che ha cambiato il volto dell’Europa? Sulla base di una puntuale ricerca in archi-vio e in biblioteca, un libro racconta il Palladio privato: i suoi sogni e le sue delusioni, i suoi affetti e i suoi fallimenti, i lutti e le gioie familiari. Con un ultimo giallo: dove è stato sepolto il corpo del grande architetto? •

“Parallax” nasce dall’invito di Bruce Mau per una conferenza al Power-plant di Toronto l’11 maggio del 1999. Il termine “parallax” concentra in sé due aspetti fondamentali dell’archi-tettura di Steven Holl, i fenomeni na-turali e scientifici e l’aspetto esperen-ziale dell’architettura: “La parallasse - ossia il cambiamento della disposi-zione di superfici che definiscono lo

spazio come risultato del cambia-mento della posizione dell’osserva-tore - si trasforma quando gli assi del movimento lasciano la dimensione orizzontale. I movimenti verticali o obliqui attraverso lo spazio urbano moltiplicano le nostre esperienze”. Un fenomeno che non possiamo registra-re, possiamo soltanto trarne un’espe-rienza muovendoci in uno spazio •

Autore Guido BeltraminiEditore Marsilio

Prezzo 6 euro

Palladio privato

Autore Steven HollEditore Postmedia Books

Prezzo 16 euro

Parallax • architettura e

percezione

Autore Claudio SaragosaEditore DonzelliPrezzo 28 euro

città tra passato e futuro

Che cos’è la città? Che cosa è stata nella storia? Cosa è diventata nel XX secolo e, soprattutto, cosa potrà esse-re nel futuro? “Spazio” ed “ecologia” sono le due parole chiave attraverso cui Claudio Saragosa tenta di rispon-dere a queste domande, disegnando una mappa degli obiettivi che l’urba-nistica storicamente ha perseguito e dei modelli che si è data. Percorrere questo viaggio significa far emergere le qualità della città tradizionale, ma al tempo stesso analizzare le ragioni che, specialmente nel secolo pas-sato, hanno contribuito a demolirne

il modello, per arrivare infine a de-scrivere i nuovi approcci progettuali attraverso i quali si sta tentando di ricostituire le qualità alle quali la città tradizionale ci aveva abituato e che sembravano invece essere irrimedia-bilmente andate perdute. Il risultato è un’idea integrata di città, Biopoli: un modello non utopico, ma concreto - puntellato da un riferimento a metodi e tendenze specifiche dell’urbanisti-ca contemporanea - di spazio urba-no capace di avere come proprio centro la vita •

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NEGROPAL OPERA NEL SETTORE DELLA PERFORAZIONE DEL SOTTOSUOLO E DEL CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE MEDIANTE MICROPALI

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