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dicembre 2013 PEGGY GUGGENHEIM COLLECTION I MART ROVERETO I MUSE TRENTO I LA BIENNALE DI VENEZIA I CULT VENEZIE KYOSS - MENSILE N. 162 dicembre 2013 - POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NE/PD - EURO 7,00

Kyoss magazine dicembre 2013

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Viaggio e viaggiatori, il sogno romantico di terre inesplorate #Africa . Dalle #Dolomiti all' #Artico e molto altro ancora. #Vicenza #Venezia #Padova #Asiago #Cortina #Trento #Rovereto

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Editore, Art Director,Direttore Responsabile:Simone [email protected]

rivista mensile

dicembre 2013anno 13 numero 162

Capo redattore: Elisabetta [email protected]

Progetto Grafico:Simone PavanAnna [email protected]

Hanno collaboratoa questo numero: Michele AmadioElisabetta BadielloWilder BiralAnna Chiara BrighentiRoberta CaldognettoBenedetta Dall’AgnolaAndrea Dalla BarbaAndrea DanzoStefano DanzoEnrica D’IncalciAnna FanchinJoelle de JaegherLuigi MarianiStefania MichelatoSimone PavanAlessandra PlicheroGelindo PrettoGiorgia Riconda

Edito da: KYOSS CONCEPTAgenzia di Pubblicitàe MarketingVia Monte Verlaldo 105Cornedo Vicentino (Vi)Tel. 0445 [email protected]

Iscrizione al Tribunaledi Vicenza n° 100228/05/01numero del Repertoriodel ROC 19214.Stampa:Del Gallo Editori D.G.E.Greenprinting SrlVia Dei Tornitori, 7Z.I. Santo Chiodo06049 Spoleto - Perugia

26 • PEGGY GUGGENHEIM COLLECTION

30 • MUSE DI TRENTOLE MOSTRE

32 • ARTEPINO DEODATO

38 • APPUNTAMENTIARTE

V I A G G I O E V I A G G I A T O R I

20 • OCCHI DA TEENAGERè TEMPO DI PARTIRE

18 • VIAGGIO NEL TEMPO

8 • VIAGGIO E VIAGGIATORI

14 • STEFANO CAGOLLA FINE DEL CONFINE

28 • MART DI ROVERETOLE MOSTRE

36 • FUMETTOYELLOW KID

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k y o s s c o l l a b o r a c o n :

74 • COSA SUCCEDE APECHINO

46 • SOUND AND VISIONNEW WAVE

72 • COSA SUCCEDE ALONDRA

68 • COSA SUCCEDE AVENEZIA

54 • LOST IN FASHIONCAPODANNO FASHION

57 • CARLOTTO LE BONTà

56 • SAPORI VICENTINIAPPUNTAMENTI

76 • PANTHEON TV52 • APPUNTAMENTI TEATRO

V I C E N Z A , A S I A G O , P A D O V A , V E N E Z I A , C O R T I N A , T R E N T O e n e i l u o g h i d i i n c o n t r o d e l l a c u l t u r a

V I A G G I O E V I A G G I A T O R I

70 • COSA SUCCEDE ACORTINA

MUSEO DI ARTE MODERNAE CONTEMPORANEADI TRENTO E ROVERETO

48 • APPUNTAMENTI MUSICA

Museo delle Scienze di Trento

80 • LA CARICATURE DI ANDREA DALLA BARBA

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VIAGGIO • A CURA DI ELISABETTA BADIELLO

Viaggio e viaggiatoriDal viaggio colto al tutto compreso

La geografia terrestre non ha più segreti e il sogno romantico di terre inesplorate è finito. Non esistono luoghi dove l’uomo non abbia già messo piede, spazi rimasti celati alla curiosità e paesi come l’India e i Caraibi, il lontano Oriente così come le Americhe, sono ormai immagini che appar-tengono al bagaglio di conoscenza comune. Molto è cambiato soprattutto durante il secolo scorso quando dall’antico viaggiare alla scoperta di nuovi paesi, mosso da neces-sità e curiosità di studio, si è passati alla vacanza odierna come parentesi dalle quotidiane fatiche.

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VIAGGIO • A CURA DI ELISABETTA BADIELLO

Duccio Canestrini, antropologo e docente di antropologia del turi-smo all’università di Pisa, autore di libri sull’argomento, ricercatore e divulgatore, risponde a Kyoss.

Il desiderio di viaggiare fa parte della natura dell’essere umano?Sì. Se così non fosse, non saremo dove siamo. Spostarsi, viaggiare è insito nel DNA dell’Homo Sapiens. Proveniamo tutti dall’Africa, con-tinente da cui i nostri antenati si sono mossi per popolare l’Europa e l’Oriente in ripetute ondate migratorie. In un misto tra curiosità esplorativa e necessità. Alla ricerca di condizioni ambientali migliori, ma anche spinti dal desiderio di conoscenza, alimentando la “mito-logia dell’altrove”. Il bisogno di scoprire qualcosa di nuovo e incon-trare altre genti, muoversi verso luoghi diversi.

• Duccio Canestrini

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Lei ha coniato una curiosa definizione, quella di Homo turisti-cus. Si tratta di una nuova specie? L’Homo turisticus è una metafora del viaggiatore moderno, evoluto-si con il progresso tecnologico e con lo sviluppo dei mezzi di traspor-to. In passato, fin dall’800, a muoversi erano soprattutto mercanti, missionari, studiosi, religiosi e aristocratici. Solo nel secolo successivo si assiste a una democratizzazione del viaggio che cambia e non è più il “viaggio verso l’ignoto” del passato ma diventa il “viaggio ver-so il noto” dell’epoca contemporanea. Oggi quando si visita una città o un paese, non c’è nulla di sconosciuto. Le immagini e le in-formazioni sul luogo che si andrà a visitare sono già apprese grazie al passa parola, alla comunicazione e all’informazione diffusa.

Dal “Grand Tour” del viaggiatore colto a un “All inclusive” del turista contemporaneo. Come si è evoluto il modo di viaggia-re?Sociologicamente si assiste a una metamorfosi del viaggio. Quello odierno più che un viaggio è una vacanza il cui significato latino è “essere vacuo, sgombro, libero, senza occupazioni”. La vacanza riempie il vuoto, ha una funzione ricreativa, di riposo dalla normale attività, soddisfa il desiderio ludico. Ecco quindi la villeggiatura tutto compreso, senza preoccupazioni, fatta di riposo e ristoro, diverten-te. Ma oggi sta emergendo un modo di fare turismo responsabile, sta nascendo un’etica del turismo, anche nel contesto di un villag-gio turistico, dove è possibile sfuggire alla predeterminazione della vacanza in una gabbia dorata.

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Esistono ancora terre incontaminate? Il turismo vive da sempre del paradosso tra contaminato e incon-taminato, ha un disperato bisogno di pensare che ci siano anco-ra terre inviolate. In fondo, è sufficiente approdare in un luogo per contaminarlo già soltanto con la propria presenza. Oggi, tra l’al-tro, viviamo in un’epoca di contaminazione e connessioni che fini-sce col combattere rigorosamente la vernacolarizzazione, ovvero quello che è autoctono e indigeno. Anche per quanto riguarda le “culture altre” assistiamo sempre più ad adattamenti creativi. Con queste premesse, impossibile approdare in luoghi intatti che riman-gono soltanto un ideale romantico.

La ricerca della vacanza esclusiva è voglia di differenziarsi o sincera curiosità e desiderio di conoscenza?L’esclusività è un aggettivo di cui si è fregiata la promozione turi-stica tailor-made. Un tentativo di far credere che la vacanza sia confezionata sulle precise esigenze del turista viaggiatore, come un abito su misura. L’industria turistica proprio perché industria, vi-ve di standardizzazione, di proposte che replica e che diventano remunerative per chi le propone proprio grazie a questo. Direi che oggi la vacanza è sempre più condivisione, passa parola, lo dimo-strano i molti social su cui condividere le esperienze di viaggio, pro-prio l’antitesi dell’esclusività che è rimasta retaggio di un vecchio senso aristocratico.

VIAGGIO • A CURA DI ELISABETTA BADIELLO

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Il turista del futuro?Di fronte a questa domanda con i miei studenti ricorro a un’imma-gine apparsa su Newsweek di qualche anno fa. In copertina, sotto il titolone Travelers of tomorrow, c’è la foto, volutamente mossa, di un tizio vestito di bianco: una specie di infermiere che tiene in ma-no una valigetta bianca e cammina lungo un corridoio bianco; indossa occhiali scuri per celare lo sguardo del turista, sul mondo e su se stesso.Questo a significare che non abbiamo la più pallida idea di come sarà il viaggiatore di domani. Sono talmente tanti i tipi di turismo che si stanno delineando per il futuro, che è difficile disegnarne uno.

Dall’evoluzione dell’originario passaparola il turismo all’epoca dei social è un viaggiare dettato da network e nuovi media, una storia tutta da scrivere i cui sviluppi saranno da valutare in futuro. Per ora un dato e certo: all’esclusività tanto ricercata in passato si con-trappongono inclusione e condivisione, a indicare un approccio in linea con i tempi •

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STEFANO CAGOL • A CURA DI STEFANIA MICHELATO

La fine del confine(della mente)

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Che cos’è un confine? Una linea che delimita un territorio da un altro, spesso rappresenta-to da un ostacolo fisico, naturale o artificiale. Quanti confini si devono superare per viaggiare, immaginando un percorso dalle Dolomiti all’Artico? Sono sette nazioni europee, fino al punto più estremo d’Europa, che si affaccia alla Russia. Immaginando un raggio di luce che viaggia in linea retta, però, è un’altra cosa: si può osservare la distanza più breve tra due punti che, senza tener conto degli ostacoli del per-corso reale, riduce sensibilmente le distanze. É la “fine del confine”.Stefano Cagol ha realizzato un’installazione di luce che ha trac-ciato una linea simbolica per superare i confini, non solo fisici ma anche mentali, personali e culturali, verso il circolo polare artico. L’idea del viaggio è nata grazie all’invito della Baratens Art Trien-nale, realizzata da un gruppo di curatori di Kirkenes, in Norvegia. É una manifestazione molto particolare, che dura tre anni, e per l’edi-zione 2012- 2014 ha scelto di sviluppare il tema dell’arte pubblica in luoghi di confine. Quindi non si svolge né in un’unica sede né in un unico momento, pur avendo come perno la Regione di Barents, che coinvolge i confini tra Norvegia, Russia e Finlandia, a 300 Km oltre il Circolo Polare.

“Quando ho ricevuto l’invito alla Barents Art Triennale ho riflettuto a lungo sul progetto da proporre, poi ho capito che sarebbe stata l’occasione giusta per rendere “nomade” il raggio di Manifesta 7, un lavoro realizzato nel 2008. In quell’occasione una linea di luce orizzontale attraversava il cielo sopra Trento muoven-dosi da nord a sud, cancellando i confini, non tanto quelli politici, ma quelli culturali, quelli mentali.Per il nuovo progetto non avevo idee sulla partenza, ma ho pensa-to che Dolomiti Contemporanee sarebbe potuta essere l’istituzione italiana perfetta per far parte del progetto. Quando sono andato a incontrare per la prima volta il suo curatore, Gianluca d’Incà Levis, l’appuntamento era a Casso.Arrivando in macchina mi è apparsa davanti agli occhi la Diga del Vajont. E ho capito che non sarei potuto partire che da lì”, racconta l’artista.

• Langfjorden, Sør-Varanger, Norvegia. 19 marzo 2013

© Stefano Cagol 2013

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STEFANO CAGOL • A CURA DI STEFANIA MICHELATO

Nel progetto di viaggio sono stati fissati il punto di partenza (Vajont), quello di arrivo (Kirkenes, in Norvegia) e una tappa intermedia a Oslo, dove l’Ambasciatore italiano ha dato un ricevimento per ce-lebrare la prima partecipazione dell’Italia alla Barents Triennale.In totale la spedizione, partita il 5 marzo e conclusasi il 12 aprile, ha attraversato sette nazioni, dove la linea di luce ha fatto la sua comparsa anche senza preavviso ed è stata vista da centinaia di migliaia di persone”.Il primo potente fascio luminoso, lungo 15 chilometri, è stato proiet-tato sopra alla Diga del Vajont, proprio nell’anno del Cinquantesi-mo anniversario della Tragedia.L’arte ha sovrapposto una nuova immagine in questi luoghi, ancora tanto segnati dall’evento che li colpì mezzo secolo fa (1963), illumi-nando il cemento, nel crepuscolo. Attraverso il ponte di luce, Cagol ha prodotto uno sconfinamento mentale, metaforico, per ricordare e allo stesso tempo superare con un raggio di luce l’immagine del luogo simbolo della morte.

Il viaggio verso i territori inospitali del profondo nord è stato docu-mentato da un ricco e coinvolgente Diario di Viaggio che si può rileggere su Google Maps:

“Oggi forse la tappa più dura. Ma è stata ricompensata dal pas-saggio del Circolo Polare … luogo incredibilmente unico. Siamo or-mai nell’Artico; le atmosfere sono sempre più rarefatte e speciali. Ci fermiamo due ore sul lago ghiacciato Sandnesvatnet”.

“La tormenta batte ancora la costa lungo i fiordi, tanto che la E6 viene interrotta anche oltre Alta. Passando dall’entroterra con una strada minore, superando un’inquietante gola, e poi attraversando dritto come un taglio la tundra della terra Sami, raggiungo Karasjok, la loro capitale. Domani sera si scansionerà ‘la fine del confine’ a Kirkenes”.

• Sandnesvatnet Lake, Norvegia. 15 marzo 2013© Stefano Cagol 2013

• Storskog. confine Norvegia-Russia. 25 marzo 2103

• Jonstorp, Svezia. 9 marzo 2013

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“Arrivo a Kirkenes. Confine tra Norvegia, Finlandia, Russia; Europa e impero sovietico; cultura Sami e corsa al petrolio; acqua e ghiac-cio; ciminiere e pietre; aree militarizzate e baracche di pescatori. Qui, di fronte a una base della polizia abnorme per una cittadina di qualche migliaia di abitanti ma calibrata per tenere sotto controllo il “confine”, prende forma di luce la “fine del confine”che da oggi scandaglierà in più riprese l’area di Sør-Varanger.

Kirkenes è la meta della spedizione, svolta praticamente in solitaria, solo con un assistente , giudando a turno il furgone con il faro e un generatore di corrente.É la sede della Triennale, certo, ma è anche il confine fisico e po-litico della regione del Baratens, l’area transnazionale che com-prende il territorio all’estremo nord della Norvegia e della Russia corrispondente alle coste del Mare di Barents. L’artista ha puntato il suo faro creando un ponte di luce che ha raggiunto la parte russa.

“La definisco “spedizione” e l’ho concepita proprio come un’av-ventura in cui ho cercato la Fine del Confine. Quando sono stato all’Artico per la prima volta due anni fa mi sono sempre allontanato lungo i fiordi in completa solitudine, accompagnato solo da video-camera e treppiede (che si ricopriva di ghiaccio alle temperature invernali del Polo). Avevo bisogno che fosse così, per entrare in un contatto unico con quella natura così cruda”, precisa Stefano Ca-gol.Per raggiungere il punto estremo e andare oltre, dove non si sta comodi ma si può capire qualcosa in più •

www.endofborder.comwww.stefanocagol.comwww.dolomiticontemporanee.net

• Jakobsnes, Kirkenes, Norvegia. 31 marzo 2013

• Diga del Vajont, Casso, Italia. 5 marzo 2013

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VIAGGIO NEL TEMPO • A CURA DI STEFANIA MICHELATO

Viaggio nel tempoLa città sociale by night

Chissà se nel 1936, dopo le celebrazioni per il centenario del lanifi-cio Marzotto, un gruppo di eleganti figuri si riunirono a brindare al DAM. Se così fosse, ci sarebbero stati personaggi intriganti, sicuramente non l’aristocrazia ospitata a Palazzo, non la gente semplice che preferiva riposare, ma quella gentaglia fumosa che non è mai stan-ca, mai soddisfatta, mai sazia.

Ci sono luoghi, spazi, quartieri, che hanno un’identità così forte da rendere spontaneo immaginarli quando sono stati costruiti, quando sono nati. Uno di questi è la Città Sociale di Valdagno, gioiello architettonico realizzato per volontà di Gaetano Marzotto negli anni Venti-Qua-ranta, progettato da un architetto passato alla storia, Francesco Bonfanti.

Questo pezzo di città, che sorge a fianco del centro urbano già esistente, è un esempio unico in Italia e studiato in tutto il mondo di architettura che “disegna una pianta di città con criteri filosofico-imprenditoriali dovuti alla propria formazione culturale e politica”, come si legge nella pubblicazione Electa a cura di Erseghe, Ferrari e Ricci. Una cittadella unica, quindi, perché unico è il contesto in cui è nata, la cui architettura può considerarsi autonoma rispetto alla politica urbanistica delle precedenti esperienze dei villaggi operai, in quanto questa è una vera e propria piccola città, con spazi per lo sport e scuole, ospedale e scuola di musica, luoghi per lo shop-ping e per lo svago.

Ph © Lichena Bertinato 2013 - Gigi

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Il successo più grande di questo progetto è la vita che ancora lo anima, la frequentazione abituale, costante, pulsante che quotidia-namente popola i luoghi della Città sociale. E la bellezza, innegabi-le, di edifici armoniosi e razionali perché concepiti all’interno di un progetto vasto, strutturato, pensato per far vivere la gente. Achille Bonito Oliva negli anni ’90 fu molto colpito da questo scor-cio di Veneto. E oggi vi prende vita un nuovo progetto artistico, ideato dalla fo-tografa Lichena Bertinato, valdagnese di nascita, il cui lavoro è conosciuto a livello internazionale in quanto rappresentata dalla galleria londinese Debut Contemporary. Affascinata dalla fotogra-fia in bianco e nero e dalle atmosfere notturne, ha realizzato un progetto fotografico ambientato all’interno del bar Dam, dove ha allestito, nel corso di sei mesi, diversi set fotografici che ricreano am-bientazioni e situazioni retrò. Le persone fotografate hanno dato vita a personaggi che raccontano storie che sembrano arrivare proprio dagli anni Trenta.

La diva, il signore con la Balilla parcheggiata all’ingresso, i musicisti, gli attempati giocatori di biliardo, le innamorate… Lichena Bertina-to fa intuire molto più del frammento catturato, perché non le in-teressa semplicemente che l’immagine sia bella, quanto piuttosto la ricerca del contrasto, dello sguardo intenso e carico di allusioni, della malizia suggerita. I riferimenti iconografici sono da rintracciare nelle foto di New York che Berenice Abbot scattò proprio negli an-ni Trenta, con un’attenzione maniacale per la gente catturata nel suo contesto ambientale, di lavoro e svago, mettendo a contrasto il vecchio e il nuovo, la nobiltà d’animo o la miseria. Così come sono da ricordare quel Brassai che nel 1936 pubblicò Paris La Nuit e Bill Brandt con il suo lavoro A night in London del 1938: con questi grandi fotografi Bertinato condivide l’esercizio allo sguardo critico, l’attenzione al dettaglio, all’attimo rubato che può da solo raccon-tare una storia intera •

www.debutcontemporary.com - Facebook: IragazzidiGigiBarDam

Ph © Lichena Bertinato 2013 - La divina

Ph © Lichena Bertinato 2013 - Colpo da maestro

Ph © Lichena Bertinato 2013 - Il bacio

Ph © Lichena Bertinato 2013 - La stangata

Ph © Lichena Bertinato 2013 - Parnas Jazz Club

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OCCHI DI TEENAGER • A CURA DI ROBERTA CALDOGNETTO

Esplorare paesi fantastici dopo un incredibile viaggio in auto, in nave, in aereo, in treno, in carrozza o in mongolfiera; non importa che mezzo di trasporto usare, l’essenziale è visitare luoghi splendidi e lontani, capaci di regalare emozioni mai provate ed esperienze mozzafiato!Che il viaggio soddisfi il desiderio di conoscenza e lo spirito d’av-ventura lo raccontano anche le avventure di Colombo, Vasco De Gama, Marco Polo e tutti quei formidabili eroi come Achille, Ulisse, Paride e Agamennone. Ma che il viaggio aprisse anche nuove pro-spettive e orizzonti è realtà per i giovani d’oggi.Dove andiamo? Qual è l’attrazione da non perdere? Easyjet o Vo-lotea? C’è una tourist card? E un’espressione unanime, atterrati a destinazione, è quasi sempre la stessa: “Wow!”

L’immensità del panorama e il gioco dei colori, infatti, rilasciano co-stantemente lo stesso stupore ed emozione, uno stato di benessere al pari di una seduta rilassante!I teenager ci raccontano i loro viaggi in Erasmus, la scoperta di lin-guaggi e tradizioni nuove, ma non perdono l’occasione per parlar-ci anche di esperienze personali all’estero, ricercate per il semplice piacere di visitare posti sconosciuti.

Viaggiare: un Paradiso senza fine!É tempo di partire!

Londra

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Cinzia, 20 anni. “Se ti dico viaggio?”Penso a Parigi. Vorrei andarci durante le prossime vacanze di Na-tale e gustarmi gli Champs Elysées addobbati. Meraviglia. So che Parigi è una città un po’ costosa, magari sceglieremo un B&B eco-nomico, ma una cenetta ai margini della Senna non può toglierce-la nessuno!Mario, 17 anni. “Raccontaci come vivere un week-end da urlo senza rimetterci le tasche!”Sono appena tornato da una gita a Praga. Va beh, che dire, città bellissima e ideale per chi non può spendere molto, ad esempio un teenager come me. Costa tutto pochissimo, una camera d’albergo a due stelle, compresa la colazione, a veramente poche corone.Non essendo una città immensa, l’abbiamo girata a piedi, ma per chi dovesse visitarla d’estate consiglio la bicicletta, in un attimo ci si sposta ovunque. I ristoranti hanno prezzi davvero abbordabili, cose che da noi non si vedono manco col binocolo. La consiglio, 10 +!

Eccezionale quello che ci dice Marika, giramondo a soli 18 anni.“Ho cominciato a viaggiare quando ero molto piccina, prima con i miei genitori, poi con gli zii e gli amici. Il Marocco mi ha lasciato un dolcissimo ricordo di tè e menta ai margini del deserto, con un bambino e la sua famiglia commossi di gratitudine perché li ave-vamo aiutati a scrivere una lettera. Della Tanzania mi ricordo un orizzonte nitido e immenso che non mai più visto. E la Polinesia… beh, il profumo dei frangipani.Tra poco è Natale. Mi ricordo la Finlandia, pronta a incontrare Bab-bo Natale e le sue renne, avvolta dalla neve e dalle luci che colo-rano ogni angolo di cielo!Ogni posto che ho incontrato è diventato una splendida fotografia dentro di me, e questo ricordo è ciò che ho di più prezioso…”.

Non c’è da meravigliarsi, dunque, che l’entusiasmo cresca in pre-senza di addobbi e palline di Natale, striscioni rossi e stelline inne-vate.

Is it Christmas? Take your time!!! •

É tempo di partire!

Praga - Ph © Giulia Zemin

Parigi

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ARTE AL GUGGENHEIM • A CURA DI SIMONE PAVAN

Lo scorso giugno la Collezione Peggy Guggenheim ha dato inizio a un importantissimo progetto di studio e conservazione di dieci opere di Jackson Pollock, realizzate tra il 1942 e il 1947, oggi pro-prietà del museo veneziano. Le tele vennero acquisite dalla stessa Peggy Guggenheim, mecenate dell’artista americano che espose nella propria galleria newyorkese Art of This Century nel corso degli anni ’40. Nell’insieme le dieci opere rappresentano un momento cruciale nel lavoro di Pollock, ovvero il passaggio da un linguaggio pittorico relativamente tradizionale e figurativo/astratto, a quella tecnica distintiva di versare, schizzare e sgocciolare la pittura sulla tela stesa a terra. Le indagini finora condotte attraverso analisi scientifiche non invasi-ve hanno fatto emergere informazioni importanti sulla tecnica e sui materiali usati da Jackson Pollock con l’identificazione dei pigmenti e leganti utilizzati dall’artista. Le prime fasi e rivelazioni di questo studio sono state presentate il 10 ottobre scorso in occasione del simposio “Science and Innovation in the Study of Modern and Con-temporary Art,” organizzato dall’Accademia Nazionale dei Lincei e dalla U.S. Academy of Sciences presso l’Istituto Italiano di Cultura a New York.

Jackson Pollock Alchemy (Alchimia), 1947. Collezione Peggy Guggenheim, Venezia.

Pollock

Durante questa seconda fase fondamentale del progetto, è sta-ta scelta Alchemy, una delle opere più note e amate di Pollock, nonché tra i suoi primissimi dripping, che il pittore realizzò nel 1947 nello studio di Long Island, per un intervento di analisi analitica e conservazione presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Il 2 di-cembre la tela è arrivata nel Laboratorio Dipinti dell’Opificio dove il gruppo di lavoro potrà avere pieno accesso a tutta la strumenta-zione nonché avvalersi della competenza dell’Opificio stesso. Qui Alchemy verrà sottoposta a ulteriori analisi e prove in preparazione al meticoloso intervento di pulitura della sua complessa superficie pittorica costituita da diversi strati di smalto, resina alchidica e colori a olio, uniti a una complessa combinazione di diversi materiali quali stringhe, sabbia e sassolini, il tutto combinato in un impasto denso, grumi di pittura, schizzi e sgocciolamenti. La pulitura è necessaria per rimuovere lo strato di sporco accumulato negli anni, che ha compromesso la qualità estetica del quadro, opacizzando i colori e diminuendo lo spazio tridimensionale creato dalla tecnica inno-vativa di Pollock.

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FINO AL 6 GENNAIO

Con un centinaio di opere tra dipinti, disegni, stampe e lavori su carta, la mostra “Le avan-guardie parigine fin de siècle: Signac, Bonnard, Redon e i lo-ro contemporanei” prende in analisi la scena artistica parigi-na, focalizzandosi sulle maggio-ri avanguardie francesi di fine ‘800, in particolar modo su neo-impressionisti, Nabis, simbolisti e i loro protagonisti.La Parigi fin de siècle fa da sce-nario a sconvolgimenti politici e forti trasformazioni culturali. Riflettendo le molte sfaccetta-ture di un’epoca ansiosa e in-quieta, questo periodo vede la formazione di una serie di nuovi movimenti artistici, quali neo-impressionisti, Nabis e simbolisti.

Le avanguardie nella Parigi fin de siècle:Signac, Bonnard, Redon e i loro contemporanei

PAUL SIGNAC - Saint-Tropez. Fontaine des Lices,1895, olio su tela, 65 x 81 cm, collezione privata

I soggetti della loro arte sono gli stessi dei loro predecessori impressionisti, paesaggi, vedu-te cittadine moderne, attività ricreative, a cui si aggiungo-no scene introspettive e visioni fantastiche, ma è la modalità con cui questi temi vengono trattati a cambiare. Indagan-do tali avanguardie la mostra si sofferma in particolar modo su alcuni dei maggiori protagoni-sti di quest’epoca: Paul Signac, Maximilien Luce, Maurice Denis, Pierre Bonnard, Félix Vallotton e Odilon Redon •

Proseguono gli studi sull’opera dell’artista americano. Il capolavoro Alchemy all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze per interventi di conservazione.

Questo progetto di ricerca, il primo in assoluto in Italia, è reso pos-sibile grazie a un gruppo scientifico di rilievo coordinato dai dipar-timenti di conservazione della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e dal Museo Solomon R. Guggenheim di New York, con il fondamentale contributo dell’Opificio delle Pietre Dure, del MOLAB (dell’Istituto CNR di Science e Tecnologie Molecolari e del Centro di Eccellenza SMAArt, di Perugia), dell’Istituto CNR Nazionale di Ottica di Firenze e del Laboratorio di Diagnostica di Spoleto. Il progetto coinvolge inoltre scienziati, conservatori e curatori americani che hanno già svolto ricerche sulle tecniche di Pollock. L’intervento sarà eseguito da Luciano Pensabene Buemi, Conservatore della Col-lezione Peggy Guggenheim, in collaborazione con Carol Stringari, Conservatore Capo del Museo Guggenheim di New York e con il Laboratorio Dipinti dell’Opificio delle Pietre Dure, istituto d’eccellen-za nella conservazione e restauro di opere d’arte. Sarà la prestigio-sa istituzione fiorentina a ospitare Alchemy, nello stesso momento in cui sta restaurando un’altra icona della storia dell’arte, L’Ado-razione dei Magi, la pala leonardesca commissionata dai monaci agostiniani di San Donato a Scopeto e dal 1670 appartenente alla Galleria degli Uffizi di Firenze. In questa splendida cornice lo studio e la conservazione dell’antico e del contemporaneo si uniscono. Si ringrazia Apice per il supporto tecnico •

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DAL 5 OTTOBRE AL 12 GENNAIO

Il progetto espositivo propone un’indagine articolata e uno sguardo originale sulla figura del grande pittore del Quattro-cento e sul suo tempo La mostra ha l’ambizione di ri-costruire l’ampia scena storica e geografica dalla quale emer-ge l’eccezionale individualità di Antonello: un pittore che, a metà del Quattrocento, si fa interprete di un fermento crea-tivo mediterraneo ed europeo incentrato sull’incontro-scontro tra la civiltà fiamminga e quella italiana•

ARTE AL MART • A CURA DI SIMONE PAVAN

Antonello da Messina

DAL 5 OTTOBRE AL 12 GENNAIO

L’altro ritratto, a cura di Jean-Luc Nancy, uno dei più noti filosofi contemporanei, è un’in-dagine sul ritratto e sulla rap-presentazione visuale del sé e dell’altro.L’esplorazione comprende tutte le tecniche artistiche, dalla pit-tura al video, e intreccia diverse generazioni: da quelle già stori-cizzate e attive negli anni Cin-quanta, agli artisti emergenti •

L’altro ritratto

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Ph © Wilder Biral

FINO AL 2 FEBBRAIO

Spesso un elemento ossessivo ha orientato il gusto dei colle-zionisti, ed è presente in molte delle raccolte donate o in de-posito presso il Mart. Da questa attitudine è nata “La magnifica ossessione”, una mostra lunga un anno, iniziata il 26 ottobre, che occuperà tutto il secondo piano del museo fino al 2 feb-braio 2014 •

La magnifica ossessione

FINO AL 12 GENNAIO MART, CASA DEPERO

Paolo Ventura lavora sul tema della Prima Guerra Mondiale come rappresentazione della memoria. La mostra è compo-sta da due serie di fotografie, che verranno poi raccolte nelle pubblicazioni “Il pittore futuri-sta” e “Il mago”, edite da Danilo Montanari.Le immagini nate dalla poetica di Ventura rappresentano dei “ricordi possibili” in bilico tra me-moria e immaginazione. Il protagonista della storia è un “mago”, nomignolo con il quale viene ancor oggi ricordato For-tunato Depero, che dà spetta-colo controllando la scomparsa e ricomparsa di un bambino, destinato misteriosamente, ne-gli scatti finali, a scomparire davvero nella nebbia •

Paolo Ventura. Mago Futurista

DAL 19 OTTOBRE AL 2 FEBBRAIO

La Galleria Civica di Trento ha ripreso la propria attività nella storica sede di via Belenzani 46, a pochi passi dal cuore cittadi-no di piazza Duomo.La gestione della Galleria è stata affidata al Mart, che In occasione della riapertura ha scelto di affrontare in una chia-ve del tutto inedita un tema già affrontato: l’opera dell’artista trentino Umberto Moggioli. L’at-tenzione della mostra si focaliz-za, in particolare, sulla relazione dell’artista con l’ambiente di Ca’ Pesaro in un confronto tra il lavoro di Moggioli e quello di Umberto Boccioni, Gino Rossi, Arturo Martini, Felice Casorati, Pio Semeghini e Tullio Garbari •

L’avanguardia intermedia. Ca’ Pesaro, Moggioli e la contemporaneità a Venezia 1913-2013

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MUSE • A CURA DI SIMONE PAVAN

Una figura leggera, sottile e forte è sospesa nel vuoto, intorno ca-prioli, alci, aquile, lepri. Non è la scena fissata lungo un sentiero di montagna. Accade nel centro di una città, dentro un museo. A bloccare nel tempo questo momento irripetibile sono le mani, i mu-scoli, gli occhi pieni di avventure di un ospite davvero speciale. “In bilico” Maurizio Zanolla, per tutti Manolo, ci è stato tutta la vita. Ma forse mai in uno spazio come questo: il MUSE, il Museo delle Scienze di Trento. In un pomeriggio di novembre Manolo accetta la sfida di vivere, nel modo che più gli appartiene, l’esperienza del MUSE. E così, il Grande Vuoto, lo spazio centrale che rappresenta il cuore dell’edi-ficio, e che attraversa tutti i sei piani del museo, così come le pareti di vetro della serra tropicale, si sono trasformate nella via, percorsa senza titubanze, dal “Mago”.

Una scalata alla scienza Maurizio Zanolla (Manolo) arrampica nel MUSE di Renzo Piano

Il MUSE è nato come uno spazio a Zero Gravità. Così lo ha conce-pito Renzo Piano, il suo architetto: sei piani di vetro, cavi, acciaio e legno che evocano nei contenuti e nelle forme la storia e il disegno delle montagne circostanti. Proprio in virtù di questa potente sim-metria la presenza di Manolo al MUSE non passa inosservata, ma amplifica il senso di questo spazio.

Ph © Matteo Mocellin

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Museo delle Scienze di Trento

Maurizio Zanolla (Manolo) arrampica nel MUSE di Renzo Piano

Maurizio Zanolla, detto Manolo, nasce a Feltre nel 1958 in pro-vincia di Belluno. Inizia a scalare giovanissimo. Senza chiodi, via corde, buchi ha sperimenta-to vie di difficoltà maggiori al cosiddetto “VI grado”, arrivan-do a superare il decimo. Il suo free climbing è un mix unico di eleganza e agilità, forza e leg-gerezza. Nel corso degli anni affronta molti gruppi dolomitici, fra i quali il Civetta, la Marmo-lada, le Tre Cime di Lavaredo ripetendo in arrampicata libera alcune vie classiche di grande difficoltà. Nel 1988 è la volta del-la Francia. Negli Stati Uniti scala in libera la famosa parete El Ca-pitan nello Yosemite. Nel 1989 è tra i fondatori di una scuola di free climbing, l’Extemporary Climbing School, a Rovereto. È soprannominato Il Mago. Il suo ultimo libro, del 2013, è In Bilico… tra le falesie di Primiero edito da Osteria taci cavallo •

Manolo ha iniziato ad arrampicare all’età di 17 anni. La sua evo-luzione tecnica è passata attraverso l’utilizzo di appigli e appoggi sempre più piccoli, equilibri sempre più precari. Una tensione co-stante verso un limite da superare. Proprio in questo il significato dell’arrampicata di Manolo sulle pareti e dentro gli ambienti del museo non è solo uno splendido gesto atletico, ma la vicinanza spirituale a un’idea.

Così come l’arrampicatore si cimenta in itinerari sempre più impe-gnativi e sfidanti, così il pensiero ricerca nella forza della conoscen-za un nuovo confronto. La scienza sfida a superare le barriere mentali, i luoghi comuni, le domande irrisolte. Lo sport invita a mettersi in gioco dal punto di vista fisico e mentale. è in questo positivo gioco di specchi che si è giocato l’inconsueto incontro al MUSE •

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PINO DEODATO • A CURA DI SIMONE PAVAN

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Pino DeodatoIn esposizione alla Galleria Atlantica di Altavilla Vicentina

Galleria Atlantica espone Pino Deodato dal 11 dicembre fino al 22 gennaio 2014. Il cammino nell’arte di Pino Deodato è iniziato a Nao di Jonadi (Vibo Valentia), dove è nato nel 1950 e dove com-pie i primi studi, conseguendo la maturità artistica a Vibo Valentia. Subito dopo, nel 1969, la decisione di andare a Milano, a studiare all’accademia di Brera. Una scelta che si rivela felice, considerato che già dopo il primo anno di studi viene premiato come uno degli

studenti più bravi dell’Accademia con una collettiva alla galleria Ciovasso. Intanto, nel capoluogo lombardo Pino viene a contatto con i maggiori esponenti dell’arte milanese tra cui Paolo Baratel-la e Giangiacomo Spadari del quale diventerà assistente. Da quel periodo in poi innumerevoli sono state le esposizioni. Opre in gesso dipinto e terrecotte, sculture in bronzo e miniature.

www.atlanticagalleria.itVia Piave 35 - 36077 Altavilla - Vicenza

Tel/Fax: +39 0444 341663

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In tutte le librerie e on lineCarlo Vanoni Facebook

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La nona arte, quella dei balloon e delle onomatopee, dei pennini e degli inchiostri, è nata ufficialmente nel 1895, con “Hogan’s Alley”, pubblicato più tardi in Italia col titolo “Yellow kid”. Protagonista un bambino spelacchiato che fa capolino tra i folli personaggi di un quartiere periferico e multietnico di New York, frut-to della mente e della mano di Richard Felton Outcolt, che lo crea per riempire la pagina domenicale del New York World di Joseph Pulitzer.

L’immigrazione è realtà quotidiana per l’America di quegli anni, quindi la molteplicità di fisiognomie e di linguaggi che si trova nella pagina, rispecchia perfettamente ciò che già esiste. Ma come mai questo scricciolo dei quartieri degradati ha avuto tutta questa fortuna? Diciamo che, come sempre accade con i fenomeni mediatici, era il personaggio giusto, nel posto giusto, al momento giusto. A fine Ottocento la stampa iniziava a rivolgersi a un pubblico un po’ più ampio, non abbastanza alfabetizzato da leggere romanzi a puntate, ma in grado di apprezzare un’illustrazione a tutta pagina, con poche parole scritte in modo sgrammaticato, da osservare e in cui rispecchiarsi.

La linea narratrice Yellow Kid

LA STORIA DEL FUMETTO • A CURA DI ENRICA D’INCALCI

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Non parliamo più della “gazette” d’élite, acquistata e letta soltanto dai borghesi, ma di un giornale ad ampia diffusione, quotidiano. Sulla pagina domenicale comincia a comparire “Hogan’s Alley” il cui protagonista, Mickey Dugan, conquista subito tutti facendo in-crementare le vendite. Anche chi con la lettura se la cava appena può trovare diletto in questo facile testo, nel giorno dedicato al ri-poso dal lavoro, dai ritmi della fabbrica o degli uffici. Le storie di questa striscia ruotano attorno a feste e sagre di quar-tiere, risse, giochi di bambini vestiti con abiti troppo grandi e sporchi, che non vanno a scuola, lontani dal fanciullo candido e ingenuo dell’epoca vittoriana. Storie di immigrati, di chi per sopravvivere ha compiuto il “viaggio della speranza” e si arrabatta come può nei vicoli del Nuovo Mondo. I bambini ovviamente sono allo sbaraglio, senza mezzi ma con tanta energia e senso dell’incanto per quella realtà sporca ma ricca di speranze in cui vivono, confidando in un futuro che non può che essere migliore.In fondo, per slegarsi da quella che era stata fino ad allora la striscia illustrata, serviva un personaggio che si discostasse dagli stereotipi rappresentati fino ad allora.

Certo, dal Settecento in avanti si erano già visti i primordi narrativi di quello che sarebbe stato il fumetto, le “storielle morali” o le “vignet-te satiriche”, accompagnate sempre da un messaggio di insegna-mento o di critica sociale, ma non c’era ancora stato lo “scatto”, il coraggio di mettere sullo stesso piano parole e immagini. I testi e i disegni godevano di una certa autonomia, tale da non pregiu-dicare il senso del racconto, anche se considerati separatamen-te. Nel fumetto invece troviamo la cosa molto difficoltosa perché entrambi comunicano simultaneamente, completandosi tra loro. Altro elemento importante è il tempo, nel fumetto scandito dalle closures, ovvero gli spazi bianchi tra le vignette, che racchiudono tutto ciò che non viene esplicitato nel disegno, ma che intuiamo essere avvenuto. Questo elemento rende attivo il lettore, che com-pleta questa mancanza con la sua logica, basandosi su ciò che viene prima e dopo.Sebbene in “Yellow kid” non siano ancora presenti tutti questi ele-menti, esso evolverà pian piano integrandoli e slegandosi sempre di più dal passato, traghettando i lettori in una nuova dimensione comunicativa •

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Arte

ARTE • GLI APPUNTAMENTI DEL MESE

PADOVAsConFinAMenti / digressionsgioielli e oltre...oggetti e sculturefino al 15 dicembrePiano nobile dello stabilimento PedrocchiPadovainfo: www.padovaoggi.it

CristALLi!fino al 28 febbraioCentro di Ateneo per i museiPadovainfo: www.padovaoggi.it

BiennALe internAzionALe di ArChitetturA BarBara CappoChIN 2013 fino al 15 marzoPiazza CavourPadovainfo: www.padovaoggi.it

Una scultura di Toni Boni

toni Boni, un PAdoVAno neLL’Arte deL noVeCentoscuture e disegniPalazzo zuckermann, PadovaInfo: Tel.: 39 049 8205664-4551padovacultura.padovanet.itmuseo.arte@comune.padova.it

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LA MAgniFiCA ossessionefino al 2 febbraioMuseo Martrovereto - trentoinfo: www.mart.tn.it

BassaNo FoTograFIa 13Jodice Canovafino al 19 gennaioMuseo CivicoBassano del grappa - VicenzaInfo: 0424.519901www.museibassano.it

i tALenti deLLA CerAMiCAgiuseppe Lucietti e giuseppeFacchinelloifino al 5 gennaioMuseo Civico della Ceramica Piazza giuseppe de Fabrisnove - Vicenzainfo: www.comune.nove.vi.it

AntoneLLo dA MessinAfino al 12 gennaioMuseo Martrovereto - trentoinfo: www.mart.tn.it

L’ALtro ritrAttofino al 12 gennaioMuseo Martrovereto - trentoinfo: www.mart.tn.it

AVAnguArdiA interMediA. Ca’ Pesaro, Moggioli e la contemporaneità a Venezia 1913-2013 fino al 26 gennaiogalleria Civica di trentoinfo: mart.tn.it/galleriacivica

VICENZA

TRENTO

Verso Monetstoria del paesaggio dal seicento al novecento 22 febbraio 2014 - 4 maggioBasilica Palladiana - VicenzaInfo: tel. 0422 429999www.lineadombra.it

PAoLo VenturA MAgo FuturistAfino al 12 gennaioMart, Casa depero rovereto - trentoinfo: www.mart.tn.it

LA MACChinA di LeonArdoPersonale d’arte di giuseppe Ciracìfino al 10 gennaio 2014Attico summanoschio (Vicenza)info: su appuntamento allo 0445 [email protected]

sCienziAti Che PAssione! LA sCienzA degLi eLeMentifino al 2 febbraio 2014Museo Archeologico dell’Alto Vicentino - santorso (Vicenza)info: santorsoarcheologica.it

Le AVAnguArdie neLLA PArigi Fin de sièCLe: signac, Bonnard, redon e i loro contemporaneifino al 6 gennaioCollezione Peggy guggenheimVeneziainfo: guggenheim-venice.it

VENEZIA

"PriMA MAteriA"La prima materia è essenza pura, tutto e nulla, ovunque e in nessun luogo, e può assu-mere molteplici forme.Punta della dogana, VeneziaFondazione PinaultFino al 31 dicembre 2014info: www.palazzograssi.it

"MostrA PersonALe di rudoLF stingeL"Per la prima volta l’intero spazio del museo è dedicato a un unico artista. Palazzo grassi, VeneziaFondazione PinaultFino al 31 dicembrewww.palazzograssi.itinfo: 041.5231680

iLLustriUndici illustratori under 40che il mondo ci invidiadal 14 Dicembre al 12 gennaioBasilica PalladianaVicenzainfo: [email protected] tel. +39 392 9789722

LA PriMA MedusA deLPerseo VAtiCAnofino al 19 gennaioMuseo CivicoBassano del grappaVicenzaInfo: 0424.519901www.museibassano.it

dinosAuri in CArne e ossAdal 7 dicembrePalazzo BonaguroBassano del grappa (Vi)Info: 0424 519901 (sezione natu-ralistica) – [email protected]

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MYthosdesign etecnologiaper la casa

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MYTHOS HOME & CONTRACTvia Alcide de Gasperi 18

36075 Montecchio MaggioreVicenza

Tel,0444 [email protected]

Mythos Home & Contract per diciotto anni è stata un punto di riferimento nella cucina. Ora nella nuova sede si propo-ne ad un pubblico più esigente.Il nuovo “Studio Show Room” è un concentrato di soluzioni tec-nologiche, e soprattutto domo-tiche.Una particolare attenzione alla sala bagno con docce emo-zionali, vasche terapeutiche e miscelatori d’acqua che scendono dal soffitto e che co-lorano l’acqua in base alla tem-peratura.Mythos da sempre fa della cu-cina il suo punto di forza, pro-ponendo soluzioni innovative, contenute e che ottimizzano gli spazi •

Showroom Mythos Foto © Wilder Biral

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PUBBLIREDAZIONALE

Scuola di ballo Arthur MurrayBallare per divertirsi e stare bene..

“Nelle scuole Arthur Murray entri camminando esci ballando”.Un motto efficace che riassume alla perfezione lo spirito che anima la scuola internazionale americana presente a livello mondiale con più di 280 scuole.Era infatti il 1912 quando Arthur Murray iniziò a diffondere tra le fami-glie americane, tramite il servizio di posta, il suo personale metodo per imparare a ballare (fu lui ad inventare il sistema delle sagome dei piedi).

Un’intuizione ai tempi estremamente innovativa e che senza dub-bio, nel corso degli ani ha dato i suoi frutti, raggiungendo la fama internazionale. Solo per citare un esempio, furono proprio gli inse-gnanti professionisti di questa scuola a seguire Richard Gere e Jen-nifer Lopez nella preparazione delle coreografie nel film di successo Shall we dance. Il tutto però, senza dimenticare la filosofia che sin dagli inizi accompagna la scuola di danza, ossia quella di essere al servizio della gente comune.Con il metodo Arthur Murray tutti possono imparare a ballare, impa-rando a farlo in modo semplice e soprattutto divertente.Un tema che sta particolarmente a cuore ai responsabile delle sedi Arthur Murray In Italia Brigita & Augusto Schiavo e Alessia & Massimo Giorgianni pluricampioni mondiali di ballo: “Vogliamo far capire alla gente che nella nostra scuola non si pratica solamente il ballo nella sua dimensione professionale. Qui diamo altrettanto spazio a coloro che lo vogliono vivere come una esperienza amatoriale, godendo appieno degli innumerevoli benefici che porta il ballo”.In tutte le sedi Arthur Murray si potranno imparare ben 40 balli di coppia: tutti i balli da sala in “American Style” e generi come Hustle, Swing, Salsa, West Coast Swing, Tango Argentino, Bachata, Rock e molti altri.

• Testimonial d'eccezione nelle sedi Arthur Murray in Italia, 18 volte campione italiano di ballo nelle varie categorie e ballerino della trasmissione Ballando con le Stelle ….Raimondo Todaro!!

• La sede di Vicenza

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SCUOLA DI BALLO ARTHUR MURRAY PADOVAVia Milazzo 10 - Padova

Tel. 049 [email protected] - www.scuolediballoitalia.com

SCUOLA DI BALLO ARTHUR MURRAY VICENZAVia Giovanni Battista Quadri 87 Int. 1 - 36100 Vicenza

Tel. 0444 [email protected] - www.scuolediballoitalia.com

Ballare per divertirsi e stare bene..“Ho cominciato a frequentare Arthur Murray da un mese, im-parando a muovere i miei pri-mi passi di ballo con curiosità e un po' di imbarazzo. Ora sto continuando contagiato dal divertimento e dall'energia che crescono in ogni serata! Grazie a tutto lo splendido staff di in-segnanti, grazie Arthur Murray!” Guido

“Per la prima volta mi sono iscrit-ta ad una scuola di ballo Arthur Murray di Padova. L'ambiente è splendido:elegante e sceno-grafica la sala,simpatica e ami-chevole l'atmosfera del gruppo. Esprimo viva soddisfazione e pieno consenso.Complimenti a voi tutti” Franca

“Siete come un uragano nella mia vita. Ogni volta che esco da quella scuola rimane all'interno di essa una parte di me, un pez-zo della mia vita condivisa con voi...si un pezzo della mia vita perché quando ballo, quando imparo cose nuove insieme a persone nuove e non, è come aggiungere una pagina invisibi-le a quel quaderno che porta il mio nome , è aggiungere una storia insieme a quella di altri , qualcosa che nessuno scrive , ma che tutti leggono. Non so se tutti provano e pensano quello che sento io...per la scuola...per voi. Con gli insegnanti della Scuola Arthur Murray di Vicen-za Ho imparato ad avere più fiducia e a essere consapevole di me stessa ,ho superato bar-riere un tempo insormontabili...sembra impossibile a dirsi...bal-lando...Io la chiamo “la mia vita parallela”, perché quando bal-lo, dopo un po’, il resto non esi-ste, non solo materialmente ma sopratutto mentalmente, tutto sparisce ogni pensiero se ne va, lasciando il posto per ascoltare il ritmo , per prendere il tempo ,per ballare qualche volta an-che ad occhi chiusi...” Federica

PAROLA AGLI ALLIEVI“Simpatia-professionalità e benessere”

“è importante poi precisare” proseguono i responsabili “che da noi anche chi non ha un partner può tranquillamente venire a pratica-re i balli di coppia, e inoltre il ballo non ha limite di età: abbiamo allievi ultra 90enni e anche ragazzi sotto i 6 anni. I nostri istruttori pro-fessionisti, quotidianamente aggiornati e certificati sulle più innova-tive tecniche di insegnamento, sono a disposizione per ballare con i nostri allievi. La Arthur Murray Franchised Dance Center è inoltre l’unica scuola al mondo che certifica il miglioramento e i progressi di chi fa parte del nostro Club”.Un club esclusivo, che permette ai membri di usufruire di lezioni completamente personalizzate anche nelle due nuove sedi di Pa-dova e Vicenza, nonché in tutte quelle dislocate nel resto del mon-do. Spazio anche ai programmi per bambini con il Kids program, che sta riscuotendo un notevole successo. In sintesi l’obiettivo della scuola internazionale è quello di offrire a tutti una buona dose di divertimento, unita ad un miglioramento della propria vita sociale e della stima in se stessi.Importantissimi sono i benefici che si traggono dal ballare: acquisire più grazia e postura, alleviare lo stress migliorando la salute in gene-rale ed ottenendo una sensazione di relax e freschezza.“Ballare ti accende tutti i sensi” concludono i responsabili “ti fa vi-vere uno stato “magico” e pensare solo all’istante presente, entran-do in perfetta armonia con la musica e con il partner. Per questo invitiamo tutti venire a provare un’esperienza unica qui all’Arthur Murray, regalando magari a Natale una lezione di ballo” •

• La sede di Padova

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SOUND AND VISION • A CURA DI GELINDO PRETTO

NEW WAVELa nuova onda di musica di ieri e di oggi

Eccoci arrivati all’ultimo appuntamento del 2013. Durante l’anno abbiamo parlato delle band passate e presenti e per concludere in bellezza vi voglio presentare non una, ma dieci, cento, mille gruppi musicali che nel corso del tempo hanno dato voce a uno stile, a una tendenza sempre attuale anche se con radici lontane nel tempo: la NEW WAVE. Un genere che mi ha accompagnato nell’adolescenza ed è sta-ta la colonna sonora della mia vita, tra concerti indimenticabili e feste dark, la New Wave è entrata di prepotenza, allontanandomi dal rock degli anni sessanta che non avevo vissuto e regalandomi sonorità ed emozioni forti. Il movimento New Wave si sviluppa intorno alla metà degli anni set-tanta. Tradotto letteralmente con “nuova onda”, non indica un ge-nere musicale specifico ma piuttosto un insieme di generi influenzati in varia misura dalla musica pop degli anni sessanta, il funky, lo ska e soprattutto dal punk. Confuso con il post-punk, sperimentale e anti-commerciale, differisce da quest’ultimo per la maggiore vicinanza alla musica pop. Madrina indiscussa della new wave è la più nota poetessa del rock: Patti Smith, che con il suo primo 45 giri “Hey Joe/Piss Factory” fa da apripista alla nuova scena musicale underground newyorkese. Nel ‘77 arrivano i Talking Heads e i Television. Ritmi punk mescolati a chitarre funky e a un moderato uso dell’elettronica per creare un sound epocale, avanti quindici anni rispetto alle sonorità del perio-do. Il tempio della new wave è un locale di New York, il CBGB’s, e qui si esibiscono anche i Blondie e i Cars, solo per citarne alcuni.

Ma è in Gran Bretagna che la new wave fiorisce in modo ancor più rigoglioso. Come dimenticare il sound elettrico, con sfumature ambient, dei Roxy Music o la musica avanguardistica degli Ultravox. Anche in Italia la New Wave ha portato a diverse contaminazioni musicali. É il caso dei Decibel di Enrico Ruggeri, Alberto Cameri-ni, Scialpi e Ivan Cattaneo. Anche se come livello di qualità e di vendita Franco Battiato rappresenta uno dei vertici della cultura musicale dell’epoca. Basta dire “La voce del Padrone”. Proprio in quel periodo la trasmissione tv Mister Fantasy, condotta da Carlo Massarini, diede molto spazio alla “Nuova Onda” musicale del mo-mento, sia italiana che Inglese. Non dimentichiamoci dei Litfiba e i CCCP, due nomi di spicco in un panorama musicale italiano fitto di band alternative lasciate ai margini da una scarsa attenzione dei mass media per questo genere musicale. Personalmente ritengo che la new wave cominci con tre band. Sto parlando di U2, CURE e SIMPLE MINDS.Gli irlandesi U2 si sono formati a Dublino nel 1976 e possono essere considerati come uno dei gruppi di maggior successo sulla scena musicale internazionale. Nella loro carriera hanno venduto oltre 155 milioni di dischi e ricevuto il maggior numero di Grammy Awards per un gruppo. Fin dagli esordi si sono sempre schierati per il rispetto dei diritti civili e la questione irlandese, la politica, il loro disaccordo sull’apartheid del Sudafrica, la lotta per le libere elezioni in Birmania e la non violenza. Ci hanno regalato degli album fantastici come Boy, October, War, The Joshua Tree, Rattle and Hum, Zooropa e Pop. “Gli U2 sono probabilmente l’ultimo gruppo di cui la gente ricorde-rà il nome di tutti e quattro i componenti, davvero fantastici” affer-ma Bruce Springsteen.

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Gli scozzesi Simple Minds nascono a Glasgow nel 1977 ma è con l’uscita di New Gold Dream del 1982 che arriva il successo. L’album viene considerato come uno dei più rappresentativi del nascente movimento New Wave. Impegnati politicamente, sostengono Am-nesty International e organizzano grandi concerti nel Regno Unito e negli USA contro il regime dell’apartheid sudafricano. Di questo periodo è il brano Mandela Day, in onore del leader anti-segrega-zionista Nelson Mandela. Dopo una carriera piena di successi e di album importanti come Street Fighting Years del 1989 e Real Life del 1991 i Simple Minds iniziano ad avere un periodo di lento declino, il cambio di etichetta discografica costringe il gruppo a una situazio-ne instabile e anche la vena artistica del leader e cantante Jim Kerr sembra finita. Con l’album di cover Neon Lights del 2001 e Cry del 2002 i Simple Minds cominciano una nuova ma lenta rinascita che li porta a pubblicare nel 2012 il triplo cd “Celebrate” per celebrare i 35 anni di carriera con un tour mondiale che proseguirà fino alla fine di febbraio 2014 e toccherà dal Brasile al Canada, dall’Europa agli Stati Uniti. Vi ricordo solo un singolo: Alive and Kicking, uno dei brani più famosi degli anni ottanta.

Chiudiamo la parentesi Simple Minds per passare ai Cure. Se vi dico che è stato il mio gruppo preferito, che ho tutti i dischi, che li ho visti in concerto quattro volte? Nati nel 1978 in piena esplosione new wave in compagnia di gruppi come Siouxsie and the Banshee e Joy Division, pubblicano nel 1979 Three Imaginary Boys. É l’inizio di una trilogia Dark che porta i Cure e il suo leader Robert Smith al successo internazionale. Seventy Seconds del 1980, Faith del 1981 e Pornography del 1982 sono dei veri capolavori dove il sound diven-ta malinconico, cupo e tagliente, veri capolavori del Dark. Con l’uscita dell’album Kiss me Kiss me le sonorità diventano psi-chedeliche, anche se l’anima dark del gruppo rimane ascoltando il pezzo “The Kiss”, un brano quasi del tutto strumentale, da brivido, dove le chitarre diventano lancinanti e ossessive. Vi segnalo due singoli Close to Me e Lullaby. Chiudo ricordandovi che la New WaVe non è stato solo uno dei movimenti più fertili del rock ma anche uno dei più duraturi ed in-fluenti ad è attuale più che mai. Ringrazio Diego del gruppo “Ivy Garden of the Desert” di Montebel-luna che mi ha fatto ricordare con i suoi pezzi le sonorità new wave e i suoni dark e mi ha dato l’idea per questo articolo •

Give peace a chanceGek Folleyinfo:[email protected]

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MusicaMUSICA • GLI APPUNTAMENTI DEL MESE

MArio Biondisabato 7 dicembreore 21.30gran teatro geoX - Padovainfo: zedlive.com

roBerto VeCChionisabato 14 dicembreore 21.30gran teatro geoX - Padovainfo: zedlive.com

PADOVA

Claudio Baglioni

suMMertiMe Choirvenerdì 11 dicembre ore 21:30gran teatro geoX - Padovainfo: zedlive.com

ALBerto de Meis in reCitAL VioLino e PiAnoFortemercoledì 18 dicembreore ore 21:15geoxino - Padovainfo: zedlive.com

gioVAnni BAgLioni in ChitArrA ACustiCA soListAmercoledì 11 dicembreore 21:15 geoxino - Padovainfo: zedlive.com

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LA trAViAtAdi giuseppe Verdi in diretta dal teatro alla scala di Milanosabato 7 dicembre ore 17.30teatro Comunale - Vicenzainfo: www.tcvi.it

gidon KreMergiedre dirVAnAusKAiteKhAtiA BuniAtishViLilunedì 9 dicembre ore 20.45teatro Comunale - Vicenzainfo: www.tcvi.it

LA doLCe BoeMiAorchestra del teatro olimpicogiovedì 12 dicembre ore 20.45teatro Comunale - Vicenzainfo: www.tcvi.it

gosPeL in ViCenzA!con summertime Choirdomenica 15 dicembre ore 17 e 20.45teatro Comunale - Vicenzainfo: www.tcvi.it

VICENZA

CLAudio BAgLioni20-21-22 dicembreore 21:00gran teatro geoX - Padovainfo: zedlive.com

red CAnziAn in rosso nAtALemercoledì 25 dicembreore 21:15gran teatro geoX - Padovainfo: zedlive.com

grAn ConCerto di nAtALevenerdì 27 dicembreore 21.15gran teatro geoX - Padovainfo: zedlive.com

the King’s singersdavid hurley, timothy Wayne-Write, Paul Phoenix, Christopher Bruerton,Christopher gabbitas, Jonathan howardgiovedì 19 dicembreore 20.45teatro Comunale - Vicenzainfo: www.tcvi.it

LeonorA ArMeLLiniPianofortemartedì 7 gennaioore 20.45teatro Comunale - Vicenzainfo: www.tcvi.it

CAPodAnno A teAtroConcerto Lirico sinfonico martedì 31 dicembreore 22teatro Comunale - Vicenzainfo: www.tcvi.it

Big one – the euroPen PinK FLoYd shoWvenerdì 17 gennaio ore 21.15gran teatro geoX - Padovainfo: zedlive.com

ConCerto AMiCi deLLA MusiCA BAssAno deL grAPPA “giorgio ViAneLLo” FrAnCesCo gALLigioni, cello; PAoLo zuCCheri, violone; roBerto LoreggiAn, organo e cembalogiovedì 19 dicembre ore 21teatro remondiniBassano del grappa - Vicenzainfo: 0424.833940 [email protected]

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Montecchio MaggioreVia Gualda (VI) 36070

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Ufficio ordini: 0444 602539Tel. 0445 623309

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Teatro

TEATRO • GLI APPUNTAMENTI DEL MESE

Boeing Boeingvenerdì 13 dicembre ore 21teatro MattarelloArzignano - Vicenzainfo: www.inarzignano.it

tAKing CAre oF BABY di dennis Kelly giovedì 12 dicembre ore 21teatro remondiniBassano del grappa - Vicenzainfo: tel. 0424 504810 www.teatroremondini.it

Verdi CAntAr nArrAndoMarco Parolini e Mario Brunellomartedì 10 dicembre ore 21teatro di LonigoPiazza Matteotti, 1 Lonigo- Vicenzainfo: tel. 0444 835010www.teatrodilonigo.it

Penso Che un sogno Cosìgiuseppe Fiorellomartedì 17 dicembre ore 21teatro di LonigoPiazza Matteotti, 1 Lonigo- Vicenzainfo: tel. 0444 835010www.teatrodilonigo.it

Le AVVenture di PinoCChioFontemaggioredomenica 8 dicembre ore 17teatro di LonigoPiazza Matteotti, 1 Lonigo- Vicenzainfo: tel. 0444 835010www.teatrodilonigo.it

Pintus in “CinquAntA sFuMAture di Pintus”giovedì 12 dicembre ore 21.30gran teatro geoX - Padovainfo: zedlive.com

BACh & sWingdomenica 15 dicembre ore 18gran teatro geoX - Padovainfo: zedlive.comARZIGNANO

LONIGO

BASSANO

PADOVA

CAPPuCCetto rosso – iL MusiCALgiovedì 26 dicembreore 16.30gran teatro geoX - Padovainfo: zedlive.com

Lo sChiACCiAnoCiBALLetto di MiLAnosabato 28 dicembre ore 21.30gran teatro geoX - Padovainfo: zedlive.com

ChristiAn de siCA in CineCittàvenerdì 10 - sabato 11 gennaioore 21.30gran teatro geoX - Padovainfo: zedlive.com

dArio Fo – in FugA dAL senAtodomenica 12 gennaioore 17gran teatro geoX - Padovainfo: zedlive.com

MArAtonA di neW YorKgiorgio Lupano e Cristian giammarinisabato 11 gennaioore 21teatro di LonigoPiazza Matteotti, 1 Lonigo- Vicenzainfo: tel. 0444 835010www.teatrodilonigo.it

LA FABBriCA dei Pretidi e con giuliana Mussomercoledì 8 gennaio ore 21teatro remondiniBassano del grappa - Vicenzainfo: tel. 0424 524214 www.teatroremondini.it

nAtALino BALAsso di tutto di più. Pezzi comici per capodanno. guest star Patrizia Laquidara in livemartedì 31 dicembre ore 22gran teatro geoX - Padovainfo: zedlive.com

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53La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti di date e/o programmi

MiseriA e noBiLtàdi eduardo scarpettamartedì 10, mercoledì 11, giovedì 12 dicembre ore 20.45teatro Comunale di thiene Viale Bassani, 18/22 thiene - Vicenzainfo: Tel. 0445 804943 www.comune.thiene.vi.it

iL BeLL’Antoniodi Vitaliano Brancatimercoledì 18, giovedì 19, venerdì 20 dicembre ore 20.45teatro Comunale di thiene Viale Bassani, 18/22 thiene - Vicenzainfo: Tel. 0445 804943 www.comune.thiene.vi.it

greAsedi Jim Jacobs e Warren Caseysabato 7 e domenica 8 dicembre ore 20.45teatro Comunale - Vicenzainfo: www.tcvi.it

iL don gioVAnni. ViVere è un ABuso, MAi un dirittodi e con Filippo timimartedì 17 e mercoledì 18 dicembre ore 20.45teatro Comunale - Vicenzainfo: www.tcvi.it

LA BeLLA AddorMentAtA neL BosCoil Balletto del teatro Bolshoidomenica 22 dicembre ore 17teatro Comunale - Vicenzainfo: www.tcvi.it

THIENE

VICENZA

gioCAndo Con L’orLAndostefano Accorsi e Marco Balianigiovedì 5 dicembre ore 21teatro Civico di schioPalazzo Fogazzarovia Fratelli pasini 44 - schio (Vi)info: numero verde 800601171www. teatrocivicoschio.net

signore e signorinatalino Balasso, Anna zago, Aristide genovese, Andrea Pennacchivenerdì 13 dicembre ore 21teatro Civico di schioPalazzo Fogazzarovia Fratelli pasini 44 - schio (Vi)info: numero verde 800601171www. teatrocivicoschio.net

SCHIO

LA ChiAMArono MAriALa Piccionaia - i Carrarasabato 7 e domenica 8 dicembreteatro Astra - Vicenzainfo: www.teatroastra.ittel. 0444 323725

+ PiCCoLo / + grAndelab con Ketti grunchi e delfina Peveresabato 7 dicembreteatro Astra - Vicenzainfo: www.teatroastra.ittel. 0444 323725

Lo sChiACCiAnoCithe royal Ballet of Moscowmercoledì 1 gennaioore 17 e ore 20.45teatro Comunale - Vicenzainfo: www.tcvi.it

iL ritorno A CAsAdi harold Pintervenerdì 10 - sabato 11 gennaioore 20.45teatro Comunale - Vicenzainfo: www.tcvi.it

LA ChiAMArono MAriALa Piccionaia - i Carrara9-10-11 dicembreteatro Astra - Vicenzainfo: www.teatroastra.ittel. 0444 323725

disCorso giALLoFanny&Alexandervenerdì 13 dicembreteatro Astra - Vicenzainfo: www.teatroastra.ittel. 0444 323725

MArCo PAoLiniBallata di uomini e canidedicata a Jack Londongiovedì 9 gennaioore 21teatro Civico di schioPalazzo Fogazzarovia Fratelli pasini 44 - schio (Vi)info: numero verde 800601171www. teatrocivicoschio.net

dAVid AnzALonetargato hgiovedì 16 gennaioore 21teatro Civico di schioPalazzo Fogazzarovia Fratelli pasini 44 - schio (Vi)info: numero verde 800601171www. teatrocivicoschio.net

LA LoCAndierAdi Carlo goldonicon nancy Brillimercoledì 14, giovedì 15, venerdì 16 gennaio ore 20.45teatro Comunale di thiene Viale Bassani, 18/22 thiene - Vicenzainfo: Tel. 0445 804943 www.comune.thiene.vi.it

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LOST IN FASHION • A CURA DI GELINDO PRETTO

Il capodanno 2013è total black!

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Mancano pochi giorni e anche quest’anno torna puntuale il solito dilemma di come vestirsi la notte di San Silvestro. Naturalmente molto dipende dal tipo di serata che avete in pro-gramma, da una semplice cena in compagnia degli amici a un party in discoteca, da una cena in una calda baita in montagna al gran freddo di una notte in piazza. Regola fondamentale è pensare a un abbigliamento adatto a ogni situazione, dal momento che chi veste bene l’ultimo dell’anno, veste bene tutto l’anno! Se pensiamo a una festa o a un evento di gala, l’occasione preve-de decisamente un abito elegante per la dama e inevitabilmente lo smoking per l’accompagnatore. Assolutamente vietato lo stile eccentrico tutto luci e paillettes. Il total-black è il leit motiv di que-sto fine anno 2013. Il tubino nero alla Audrey Hepburn è un classico “evergreen”, elegante e seducente, impreziosito da accessori e dé-colleté raffinati. Per lui lo smoking diventa di raso nero, con camicia bianca e pa-pillon nero, le classiche sneakers vengono sostituite da una scarpa stringata in pelle nera.

Per le feste in discoteca, lasciate a casa maglioncini e indumenti pesanti, per la donna abiti corti, sopra il ginocchio, leggeri e sfavil-lanti in alternativa ai leggins in lurex con miniabito stretch effetto lamé. Per lui il classico abito nero, sempre di gusto, rivisto e aggior-nato. O un jeans scuro da portare con camicia stretch e giacca e, per essere super eleganti, una cravatta sottile o un gilet di tartan e papillon. Per il cenone in compagnia di amici l’abbigliamento informale non tradisce l’entusiasmo delle feste e vi lascia completa libertà di espressione, dai maxi pull con i classici disegni anni ottanta, da portare con leggins coloratissimi, alle camicie in tartan, calde e confortevoli. Se poi volete creare un clima più “da ultimo”, un po’ di eleganza e qualcosina di luccicante può trasformare una serata in compagnia in un evento davvero speciale. Per un capodanno decisamente diverso scegliete i festeggiamen-ti in piazza. Le più belle piazze d’Italia ospitano feste, concerti e rappresentazioni teatrali; di sicuro un’esperienza unica, diversa dal solito. Parlando di un Capodanno all’aperto sarà bene dare la prio-rità a un abbigliamento comodo e caldo, adatto alla serata. Dal piumino al cappotto, per essere glamour basterà un cappello, una sciarpa e per le donne basteranno degli accessori glitterati (brillan-ti) per essere in linea con lo stile del Capodanno 2013. Per finire, che siate in montagna, a casa, in discoteca o in piazza, l’importante è passare l’ultimo dell’anno con le persone importanti della vostra vita. Dice Epicuro che l’amicizia è uno tra i piaceri più puri perché, a differenza dell’amore, è scevra dal dolore. Nella no-stra realtà la vita è caratterizzata da una profonda solitudine. Cia-scuno trascorre gran parte del suo tempo davanti al computer e anche le adunate di massa, in occasioni di feste e concerti, non so-no occasioni per coltivare l’amicizia. In una cultura che concepisce l’amicizia come una perdita di tempo, trovo speciale poter passare il fine d’anno con gli amici più cari. Un’occasione per scambiarsi gli auguri e stare assieme divertendosi •

Buon fine anno. Gek Folley

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La Gallina di Polverara

Broccolando

Natale a Cortina

Il broccolo Fiolaro appartiene alla famiglia delle Crocifere, co-me il cavolo, la verza e il cap-puccio. Il nome fiolaro ha origini dia-lettali, fioi significa infatti figli e richiama i germogli della pian-ta, che costituiscono la parte edule del broccolo, utilizzata in cucina. La raccolta inizia nel mese di novembre e si protrae fino a febbraio, ma è solo dopo le prime gelate invernali che questa pianta acquista tutto il suo sapore. Dall’11 al 20 gen-naio potrete assaggiare que-sto prodotto tipico alla sagra di Creazzo •

Info:www.ilbroccolofiolaro.it

La gallina di Polverara è una raz-za avicola molto antica. Veniva allevata all’aperto durante tut-to l’anno, si nutriva liberamen-te e di notte dormiva sopra gli alberi. Ne esistono due varietà, di colore bianco e nero e le sue carni si presentano scure e dal sapore delicato. Per assaggiare questo prodotto della cucina padovana, il 15 dicembre po-tete partecipare alla sagra di Polverara dove, oltre agli stand gastronomici, sarà allestito il pa-lio delle contrade •

Info:[email protected]

Per avere un assaggio dei sa-pori e dei profumi del Natale, a Cortina, fino al 31 dicembre, potrete passeggiare tra le luci, i colori e l’atmosfera natalizia che invaderanno Corso Italia. Dentro alle caratteristiche ca-sette di legno, potrete scaldar-vi con il vin brûlé, assaggiare biscotti speziati alla cannella o allo zenzero e acquistare dolci e prodotti tipici delle feste. Tante buone e gustose idee da met-tere sotto l’albero •

Info:Tel. 0436 [email protected]

Alba Vitae

Il Fratta della Cantina Maculan è uno dei vini più celebri di Breganze. Caratterizzato da un profumo molto intenso di bacche rosse, mirtillo e lampone e da sentori di spezie e di caffè, in bocca è un vino equilibrato, ricco di tannini dolci che danno notevole struttura ed eleganza al vino. Quest’anno, in occasione del progetto Alba Vitae promosso da AIS Veneto, verrà proposta una tiratura limitata di magnum dell’annata 2011, che sarà venduta a scopo benefico, per sostenere LILT nella lotta contro i tumori al seno •

Info: [email protected]

SAPORI • A CURA DI MICHELE AMADIO

sapori

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Ricercate prelibatezze Delizie selezionate per il vostro Natale di qualità

PUBBLIREDAZIONALE

Carlotto II Le Bontà è il negozio dove poter trovare oltre agli stima-tissimi liquori, un'ampia selezione di vini, sia locali che nazionali, di distillati italiani ed esteri ed una mirata scelta di birre.Si possono trovare le migliori specialità salate provenienti da tut-ta Italia: paste di produzione artigianale, sughi di carne o vedute, patte per crostini, salse e mostarde per accompagnare carni e for-maggi o da servire come antipasti, oltre a oli extravergini di oliva e aceti sia normali che balsamici.Senza dimenticare un ampio assortimento di tè e infusi per ogni ora della giornata. Ma sono le cose dolci quelle che attirano di più, quelle con cui potersi coccolare: biscotti, marmellate, confetture e soprattutto cioccolato, graditissimo nei mesi invernali.

BiscottiI baci di Dama, fatti a mano e cotti in forno a legna sono una spe-cialità storica di Carlotto Le Bontà; seguiti dalle delicatissime "Frolle" di Deseo, gli autentici "Cantucci toscani" di Mattei e gli "Amaretti Morbidi" artigianali pugliesi. Queste golosità sono presenti tutto l'an-no, ma a Natale si possono trovare anche i "Biscotti di Chiarosa", ricetta friulana di un'eccelsa finezza, la biscotteria di Maglio e i fa-mosi "Viennesi" e "Waferini" della Babbi.

Marmellate e confettureNon si possono dimenticare le confetture altoatesine di Alpe Pragas e le laziali delle Monache Trappiste, le classiche inglesi della Wilkin & Sons, famose in tutto il mondo e la Marmellata di "Chinotto di Savo-na" presidio Slow Food. Da consumarsi come le marmellate ci sono le creme spalmabili. Tra quelle non a base di cacao si trovano la Crema di Zagara e la Crema di Ricotta e Cacao, il Fior di Mandorla e il Fior di Caffè tutte dalla Sicilia, e la Crema di Pistacchi di Babbi.Tra quelle a base di nocciola invece c'è quella di Venchi (bianca), prodotta con sola Nocciola Piemonte I.G.P. Quando la nocciola è unita al cacao vi sono prodotti come la Crema Fiar Majani o la Cre-ma di Nocciole e Cacao di Venchi, e la Cubana al Rhum sempre di Venchi, per i più coraggiosi.

CioccolatoNel periodo da ottobre a gennaio l'assortimento di cioccolato diventa più accattivante e curioso che in altri periodi dell'anno: Amedei, Slitti, Domori, Venchi, Majani, Dolfin, Cluizel e altri semi-sco-nosciuti prodotti artigianalmente come Giordano, Coppo, Mellano, Roccasalva e tanti altri ancora.

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VENCHI - CIOCCOLATA PER CELIACI(presenti anche nel prontuario A.I.C.)

Cubotto Chocaviar 75%:pralina fondente al 75% ripiena, ricoperta c/granella di cioccolato extra fondente.Cubotto Chocaviar Crème Cacao:pralina c/ripieno al cacao ricoperta c/granella di cioccolato extra fondente.Cubotto Chocaviar Crème Brulè:pralina c/ripieno allo zucchero caramellato ricoperta c/granella di cioccolato extra fondente.Prendivoglia Nocciolato al latte: cioccolatini al latte c/nocciole intere.Prendivoglia Nocciolato fondente: cioccolatini extra fondente c/nocciole intere.Cuba rhum: cioccolato fondente extra ripieno di crema al rhum.Tartufini nibs di cacao:impasto al cacao c/granella di fave di cacao tostate e massa di cacao (origine Nuova Guinea).“Cubotto” cuor di cacao: cioccolato extra fondente al 75% con ripieno al cacao.“Cubotto” crema latte: cioccolatino al latte ripieno di crema con nocciole.“Cubotto” crema cacao: cioccolatino al latte ripieno di crema cacao con olio d’oliva.“Cubotto” ripieno caffè: cioccolatini extra fondenti con ripieno contenente granella di fave di cacao e pasta caffè.Cremino bigusto ricoperto:cioccolato bianco e latte con pasta di nocciola ricoperto di cioc-colato extra fondente.Cremino “Cubigusto” triplo fondente:cioccolatino triplo strato con pasta di mandorla.Cremino “Cubigusto” mokaccino:cioccolatino triplo strato con pasta e granella di caffè.Fior di sale e latte, mandarino e pepe:cioccolato al latte al gusto mandarino con fior di sale, pepe rosa e pepe nero.Extra fondente 80% aromatico, fior di sale e nibs: cioccolato extra fondente con fave di cacao tostate granellate e fior di sale.Gianduiotto “Antica Ricetta”:cioccolatino gianduia al latte.Gianduiotto Fondente Ripieno:cioccolatino extra fondente con ripieno alle nocciole.Cremino “1878”: cioccolatino triplo strato con pasta di nocciole e mandorla.Biologico 70%: cioccolato fino aromatico criollo e nacional amendolado. Cioccolato extra fondente biologico.Biologico 100%: cioccolato fino aromatico criollo e nacional amendolado. Cioccolato extra fondente biologico.Cubotto ciocolight latte ripieno:cioccolatino al latte senza zuccheri aggiunti, con ripieno alle noc-ciole.Cubotto ciocolight fondente ripieno:cioccolatino fondente senza zuccheri aggiunti, con ripieno alle nocciole.Cubotto cuor di cacao ciocolight:pralina con cioccolato extra fondente senza zuccheri aggiunti.

PanettoneTra i panettoni proponiamo il classico "Damerino" di Filippo e l'ora-mai famoso "Strucà" all'olio extravergine di oliva, un panettoncino senza burro. Della stessa ditta il "Glassato" con cioccolato e arancio e quello con scorze di limone e cioccolato bianco.Della ditta "Virginia, il panettone "Al bacio" e quello con Amaretto e Gocce di Cioccolato. Poi ancora "Il moro d''Alba" con nocciole e cioccolato, specialità de La Perla.Immancabile il Panettone al Fior d'Agno, prodotto da un artigiano locale, le cui prenotazioni si raccolgono dal 1 novembre.

è disponibile anche un buon assortimento di dolci golosità per il pubblico celiaco: amaretti Virginia, Cioccolatini Venchi, Torroni Anti-ca Torroneria Piemontese, Cioccolatini Lindt.

Tutti i prodotti acquistati sono confezionati col massimo della cura, per rendere i vostri regali no nolo graditi al palato ma anche alla vista di chi li riceve.

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TAVOLETTECioccolato extra fondente 56% gr. 100Cioccolato extra fondente 75% gr. 100Cioccolato extra fondente 85% gr. 100Cioccolato al latte extra gr. 100Cioccolato extra fondente con ripieno al cacao gr. 100Cioccolato extra fondente con ripieno al caffè e fave di cacao tostate granellate gr. 100Cioccolato al latte senza zuccheri aggiunti, ciocolight gr. 100Cioccolato bianco extra fine gr. 100“Cremino 1878” cioccolato al latte e bianco con pasta di nocciola e mandorla gr. 100

CONFEZIONI

Cioccolatini assortiti cacao amazzonici gr, 240Cioccolatini assortiti cacao amazzonici gr, 120Confezione “Sali del mediterraneo” (3 tavolette):• cioccolato al latte gusto mandarino con fior di sale, pepe rosa

e pepe nero.• cioccolato extra fondente gusto lavanda con scorza di aran-

cia candita e fior di sale italiano.• cioccolato extra fondente con fave di cacao tostate granella-

te e fior di sale italiano.

CREME SPALMABILI

Crema con cacao e nocciole con olio di olivaCrema bianca con nocciole con olio di olivaCrema rhum

ANTICA TORRONERIA PIEMONTESECIOCCOLATO PER CELIACI

(come dichiarato dalla Ditta produttrice)

Tartufi sfusi: Tartufo Dolce Tartufo Gianduia Tartufo Stracciatella Tartufo CroccantinoConfezione mista sei tartufi gusto gianduia, pralinato, pistacchio.

VIRGINIA:Amaretti Morbidi e Croccanti (anche per celiaci, come dichiarato dalla Ditta produttrice)

LINDTPRODOTTI IDONEI PER CELIACI

(come dichiarato dalla Ditta produttrice)

Boules Lindor Fondente Boules Lindor LatteBoules Lindor Extra Fondente Boules Lindor Nocciola Boules Lindor Bianco Boules Lindor “Abbraccio di Mandorla”Boules Lindor CappuccinoPraline Grappa Nonino

COPPONUVOLETTE senza glutine (come dichiarato in etichetta)

Via Mastini 8 - Valdagno (Vicenza)Tel. 0445 402170 - www.carlotto.it

GOLOSE COMBINAZIONI TRA CIOCCOLATO E LIQUORI CARLOTTO

IL ROSOLIOUn Liquore così delicato richiede un cioccolato fondente di media percentuale di cacao,(tra il 60 ed il 70%). Quindi un leggero fondente possibilmente “molto cioccolatoso”.

LO ZABAIONEL’ideale per questo Liquore, già impetuoso e gustoso da sé, sareb-be un cioccolato al latte ad alta percentuale di cacao (45%) . In mancanza di questo, anche un fondente leggero può andar bene.Risultato: cioccolato poco dolce, ma morbido, che contrasta il gu-sto dolce dello zabaione.

L’AMARO ‘900A questo importante Liquore, sorbito per pulire il palato a fine pa-sto, un fondente al 70-75% è l’ottimale, per contrastare le erbe e la gradazione del liquore.

IL CHERRYDato il nome, la Ciliegia è l’ingrediente più importante.Un cioccolato fondente al alta percentuale di cacao (80-85%) è l’ideale per apprezzare le peculiarità di ambedue i prodotti.

LA CHINA DI CARLOTTOSoavissimo liquore da bere in qualsiasi momento della giornata, non troppo forte nè troppo leggero, nè troppo dolce né particolar-mente amaro, trova un abbinamento quasi istintivo, con un fonden-te leggero, classico, sul 60%.

IL CORDIALECon un liquore a base di Rhum, qual è il Cordiale, si cerca un cioc-colato tra il 60 ed il 65% di cacao. Un abbinamento ancor più az-zeccato, potrebbe essere un cacao di origine caraibica.

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La nostra corrispondente:Giorgia Riconda

redattrice a Venezia82 km a est di Kyoss

Venezia

COSA SUCCEDE IN CITTà

Cosa succede in città?

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Davide Busato, giovane ricer-catore veneziano, racconta i delitti, i crimini, gli enigmi di Ve-nezia ai tempi della Repubblica Serenissima creando una sorta di guida “criminale” della città in due libri sulla “Venezia Crimi-nale” e “I Serial Killer della Sere-nissima“.Elena Sciarles, la donna brucia-ta nella propria casa alle Chio-vere di San Girolamo; Giovan Battista Bombonati, il parruc-chiere vicentino che escogitò la truffa della pentola degli spiri-ti; Veneranda Porta da Sacile, la prima omicida seriale femminile della Serenissima...sono alcuni dei protagonisti.In relazione ai suoi libri c’è un tour guidato (“Sulle tracce di una Serial Killer ai tempi della Serenissima”) organizzato da un agenzia turistica specializzata in itinerari storici: un percorso in-novativo nel quale il turista po-trà calarsi nei panni di un vero detective avventurandosi attra-verso i luoghi dove si svolsero i più efferati crimini ricordati dalle cronache del tempo e “ricostru-irne” le indagini •

Venezia Criminale: libro e tour

Tour enogastronomico

L’aperitivo con un cicchet-to - piccolo snack tipico della tradizione culinaria veneziana - accompagnato da un buon prosecco o da uno spritz è forse una delle tradizioni veneziane che si è mantenuta negli anni e che i cittadini non hanno mai abbandonato. Certo è difficile arrivare da tu-risti a Venezia e individuare tra mille bacari quelli più autentici dove provare prelibatezze in-solite. Per questo esiste un tour enogastronomico che permet-te di scoprire le antiche taverne assaggiando i frutti di mare ma-rinati, la soffice polenta, le pol-pette e le olive accompagnate da un buon bicchiere. Ed è an-che un’ ottima occasione per calarsi nell’atmosfera locale.Questa avventura golosa pre-vede la visita di 3 bacari, inizian-do da San Bartolomeo, proprio vicino a Rialto •www.getyourguide.it

Venezia leggendaria

“Leggende veneziane e sto-rie di fantasmi” di Alberto Toso Fei racconta quaranta storie veneziane dimenticate facen-do emergere curiosità e infor-mazioni che non possono che arricchire e rendere più entu-siasmante un viaggio nella città lagunare.Una guida insolita che intreccia realtà e immaginario: dalla fata che donava bellezza alle storie che coinvolgono personaggi storici fra cui Enrico Dandolo, Giacomo Casano e Giordano Bruno.Inoltre, c’è la possibilità di sco-prire i misteri veneziani attraver-so una passeggiata notturna con una guida che racconterà storie di fantasmi e leggende di Venezia attraverso un itinerario insolito di luoghi e tesori nasco-sti fra cui un passaggio segreto che veniva usato dagli abitanti dei palazzi per fuggire dalle au-torità.(Citydiscovery) •

Tour notturno a Venezia

Perché non visitare Venezia di notte? Alcuni penseranno che è più difficile ammirare le bellezze architettoniche della città lagu-nare, tuttavia, alla luce della luna, Venezia sa offrire scorci e suoni inusuali, riesce a raccontarsi nel-la sua autenticità e nelle storie di chi la vive tutti i giorni.Certamente è difficile vagare nelle calli al buio senza una gui-da e così da un po’ di tempo ci sono dei tour organizzati da esperti che nelle ore notturne ci svelano fatti storici, aneddoti, misteri e leggende di questa ma-gnifica città.Con partenza in piazza San Marco, proprio sotto la Torre dell’Orologio, il tour, attraverso un percorso insolito, giunge prima in Campo Santa Maria Formosa e successivamente in prossimità del Ponte di Rialto. Infine si raggiunge il luogo do-ve un tempo sorgeva la casa di Marco Polo, per ascoltare l’av-venturosa storia del mercante più famoso di Venezia proprio nel posto da cui partì per il suo epico viaggio •www.planningvenice.com

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COSA SUCCEDE IN CITTà

A metà del 1800, i viaggiatori inglesi, J.Gilbert e G.C.Churchill con il loro libro “The Dolomite Mountains” iniziarono a raccontare di fanta-stiche montagne sulle Alpi Orientali e a chiamarle Dolomiti, in onore del loro scopritore: il francese Deodat Gratet de Dolomie.Poi arrivò l’alpinista-esploratore austriaco Paul Grohmann con il suo libro “Wanderungen in den Dolomiten” (Passeggiate nelle Dolomi-ti) contribuendo alla diffusione dello sport alpinistico e al turismo di montagna: furono i primi a far conoscere al mondo le bellezze di Cortina d’Ampezzo e delle Dolomiti. All’inizio del Novecento la “Perla delle Dolomiti” iniziò a essere una meta turistica delle Alpi e con la costruzione di nuovi impianti e piste contribuì alla nascita del turismo invernale. Nel 1903 venne fondato lo Sci Club Cortina. La consacrazione definitiva Cortina d’Ampezzo l’ottenne con l’as-segnazione delle Olimpiadi Invernali, le prime italiane. Il 26 gennaio 1956 il Presidente Gronchi inaugurò i VII Giochi Olimpici Invernali.

La prima funivia a Cortina d’Ampezzo fu inaugurata nel 1925 e collegava il centro al Belvedere, località Pocol. Oggi la stazione di partenza esiste ancora ed è situata nel parcheggio dei taxi vicino al Duomo, mentre la stazione d’arrivo si trova dietro l’Hotel Pocol, in direzione del Sacrario ai caduti.Il 5 febbraio 1939 veniva inaugurata la funivia “Principe di Piemon-te” al Monte Faloria. La costruzione di questo impianto a fune fu una grande impresa tecnologica, all’avanguardia per quei tempi. In seguito, la funivia fu rinnovata e la stazione d’arrivo oggi non è più quella originale. Infine, tra il 1966 ed il 1971, venne costruita la funivia delle Tofane; uno straordinario impianto a fune che ancor oggi collega il centro di Cortina alla cima della Tofana di Mezzo. La funivia supera, con tre sezioni, un dislivello totale di 1.983 m.

Da CortinaUna storia di viaggiatori, una bellezza di montagna

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La nostra corrispondente:Anna Chiara Brighenti

architetto a Cortina d’Ampezzo200 km a nord-est di Kyoss

Alla fine del XIX secolo, con lo sviluppo del turismo nella regione dolomitica, a Cortina d’Ampezzo vengono realizzate, oltre agli im-pianti per lo sport, molte strutture alberghiere.All’arrivo dei primi viaggiatori ed escursionisti, Cortina era parte dell’Impero Asburgico e il suo nome rimase Ampezzo fino al termi-ne della Grande Guerra. All’epoca dello sviluppo del turismo, Am-pezzo aveva ancora ben definita la sua organizzazione in “viles”, gruppi di case tipiche ampezzane, adibite ad abitazione, stalla e fienile, circondate da campi coltivati; disposte a corona intorno al-la principale: Cortina, centro religioso e amministrativo della Valle d’Ampezzo.

Lo sviluppo del turismo, la conseguente trasformazione economica da agricolo-pastorale a turistica, comportò un incremento del pa-trimonio edilizio con la costruzione di case “in muratura”, visto che la parte adibita a stalla e fienile non era più indispensabile per la mutate condizioni economiche e l’avvio dell’attività di ricezione. All’aumentare del flusso turistico l’ospitalità, in mano a strutture di modeste dimensioni, si trasforma inizialmente ampliando le antiche dimore private come, per esempio, l’Aquila Nera gestito dalla fami-glia Ghedina. Nel 1878 viene inaugurato l’Hotel Cortina, il primo di “gran lusso” al quale fanno seguito i Grand Hotels Faloria, nel 1892, Cristallo, nel 1901, Miramonti, nel 1902, e il Savoia nel 1925. La tipo-logia del Grand Hotel, dopo essersi sviluppata dall’inizio del XIX se-colo nelle città capitali, nelle località balneari e termali, inizia quindi a svilupparsi nelle regioni alpine, dall’Austria alla Svizzera e quindi a Cortina, generando strutture alberghiere destinate a soddisfare una clientela altoborghese e aristocratica. I nuovi alberghi domina-vano dall’alto la valle circostante e calamitavano l’attenzione del viaggiatore, non solo per la peculiare dislocazione ma anche per le inusuali forme e per le dimensioni, fuori-scala rispetto all’edilizia locale •

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COSA SUCCEDE IN CITTà

LondraCosa succede in città?

La nostra corrispondente:Alessandra Plichero

Consulente aziendale di comunicazione e relazioni

pubbliche a Londra1500 km a nord di Kyoss

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Nel 2007, a 13 anni dalla sua partenza avvenuta nel 1994 da Greenwich, a sud est di Londra, Jason Lewis divenne la prima persona ad aver circumnavi-gato il globo con la sola “pro-pulsione umana”, senza usare alcun genere di motore o vela. A piedi, in bici, con i pattini in linea, con il kayak o nuotando, remando o grazie a una barca a pedali, ha attraverso conti-nenti, fiumi, mari e oceani. Ci ha messo 13 anni per comple-tare le 46.505 miglia del viaggio. Negli Stati Uniti, mentre era sui pattini in linea, fu investito da un automobilista ubriaco e si ruppe entrambe le gambe. So-pravvisse poi all’attacco di un coccodrillo quando era in ka-yak al largo della costa austra-liana, affrontò in sella a una bici le alte temperature nel deserto del Sudan, prese la malaria un paio di volte e fu quasi attacca-to dai pirati nell’Atlantico. C’è bisogno d’altro? Tutta la sua avventura nel libro Dark Waters (jasonexplorer.com) •

Per 25 anni ha condotto esplo-razioni in solitaria attraverso la giungla amazzonica, la costa degli scheletri in Namibia, il de-serto dei Gobi in Mongolia e altri luoghi che metterebbero a rischio la vita di chiunque. Bene-dict Allen ha quindi seriamente rischiato di morire almeno 6 vol-te ed è un esperto di vita soli-taria in ambienti remoti e ostili. Conosciuto per i suoi programmi sul piccolo schermo, (raramen-te realizzati con la troupe, più spesso da solo) ha tracciato la strada per l’attuale generazio-ne degli esploratori televisivi. Au-tore di moltissime pubblicazioni, ha realizzato anche un’antolo-gia “The Faber book of explo-ration” dove, oltre a includere i nomi noti dell’esplorazione, per-lopiù britannici, racconta an-che di chi ha spostato avanti le frontiere della mente, da psico-logi, genetisti e scienziati. Rac-comandato per gli avventurosi, ma anche per chi l’avventura la apprezza comodamente in poltrona. Benedictallen.com •

Jason Lewis: il giro del globo in 13 anni a “propulsione umana”

Benedict Allen, il pioniere degli esploratori TV

Dalla Baja 1000, la competizio-ne che attira in Messico centi-naia di intrepidi piloti da tutto il mondo e che offre l’occasione di vedere il meglio dei panora-mi desertici della Baja Califor-nia, ad autentici trekking artici, Momentum Adventure (www.momentumadventure.com) provvede all’organizzazione di ogni aspetto di un viaggio av-ventura completamente su mi-sura. Con clienti che spaziano da capitani d’industria a stelle di Hollywood, l’organizzazione non può che essere rigorosissi-ma. Viene valutata naturalmen-te anche la forma fisica degli avventurosi committenti, ma - assicurano – comunque si potrà vivere un intimo incontro con madre natura, nei luoghi più affascinanti e incredibili del mondo, per un’esperienza che cambia la vita. Vacanze, viaggi di nozze, sfide, la società lon-dinese lavora con le guide e gli esploratori più qualificati al mondo •

Avventura first class

Lord Horatio Nelson, l’ammira-glio che sconfisse la flotta fran-co-spagnola nella Battaglia di Trafalgar nel 1805, perdendovi la vita, è in Inghilterra un eroe nazionale e lo si può conosce-re meglio a Portsmouth, ad un paio di ore di treno da Londra. La visita al Museo Nazionale della Royal Navy di Portsmouth vale davvero il viaggio. Un po’ perché attraverso le avventu-re marittime, talvolta in bilico tra pirateria e interessi legittimi, si delinea la storia dell’impero britannico, ma anche perché consente di conoscere più da vicino l’intrepido Nelson, avven-ture di bordo e grandi amori compresi. Magnifica la nave ammiraglia Victory, completa-mente visitabile. Il giorno della battaglia di Trafalgar, Nelson fece innalzare sull’albero mae-stro della Victory il segnale d’in-citamento rivolto a tutta la sua flotta: “L’Inghilterra si aspetta che ogni uomo compia il pro-prio dovere”. Pare che questo non abbia provocato un fuggi fuggi generale. Da vedere an-che la ricostruzione della Mary Rose, un galeone affondato nel 1545 all’uscita del porto, con 400 persone a bordo. Pochissimi si salvarono e secoli dopo, nel 1982, l’imbarcazione fu estratta dal fango che ha permesso di conservare buona parte delle strutture e oggi è parzialmente ricostruita. Nella vostra visita a Londra, non limitatevi a osserva-re Nelson nel suo piedistallo in Trafalgar Square, così in alto lo si vede gran poco •

A tu per tu con l’Ammiraglio Nelson

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La nostra corrispondente:Joelle de Jaegherarchitetto a Pechinocirca 7900 Km a est di Kyoss

COSA SUCCEDE IN CITTà

Quando la capitale del Tibet era la mitica «città proibita» e il Ne-pal era coperto di foreste e paludi, pullulante di fiere pericolose e interdetto agli stranieri, quando l’Italia era dominata dal regime fascista, che occhieggiava avidamente potenziali domini coloniali in Asia, un uomo dottissimo e avventuroso arrivò là dove nessuno era ancora riuscito a mettere piede, andando a caccia dei tesori di civiltà passate.

Da Pechino

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Esploratore, archeologo, grandissimo orientalista e studioso dell’ar-te e della filosofia buddhista – in particolare di area himalayana - Giuseppe Tucci compì otto esplorazioni del Tibet in un arco di tempo che va dalle prime esplorazioni transhimalayane del 1926 al 1948, quando giunse a Lhasa. Ne fece poi 5 o 6 in Nepal. L’ultima, nel Mustang, è del 1954. Al tempo questi paesi erano proibiti agli stranieri ma lui riuscì a visitare villaggi e monasteri e riportarne ma-noscritti e xilografie, statue, thangka (stendardo buddhista di stoffa dipinta), pezzi d’arte e d’artigianato induisti, buddhisti e bon (reli-gione autoctona del Tibet), reperti archeologici. Rievocò le tracce del passato per trarle dalla dimenticanza e dall’abbandono, scoprì civiltà scomparse come quella dei Malla, nel Nepal occidentale, ricostruì antiche vicende e lasciò, con i tesori e con le fotografie, testimonianze e “documenti di culture che stanno modificandosi e forse spegnendosi”.

Il Paese delle Nevi, raccontato attraverso i viaggi di Giuseppe Tucci

Parte dei testi liberamente tratta dal sito www.esploratoredelduce.itdi Enrica Garzilli

“Il Tibet, è stato il più grande amore della mia vita... In otto viaggi ne ho percorso gran parte in lungo e in largo, ho vissuto nei villaggi e nei monasteri, mi sono genuflesso dinanzi a maestri e immagini sa-cre, ho valicato insieme con i carovanieri monti e traversato deserti, vasti come il mare, ho discusso problemi di religione e filosofia con monaci sapienti.”Oggi il Paese delle Nevi non è più così impenetrabile, solcato com’è dalle strade asfaltate e dalla Friendship Highway, che consentono ai turisti di visitare i monasteri più importanti del Tibet e di ammirare le montagne più alte del mondo, seduti comodamente nelle jeep. Le tradizioni millenarie del popolo tibetano si vanno perdendo sem-pre più, attraverso il processo di modernizzazione forzata del paese avviato dalla Cina, dopo l’occupazione del 1959. Ma anche grazie alle esplorazioni di Tucci, alle opere d’arte, ai testi e ai manoscritti, anche rarissimi, di cultura tibetana, che riportò in Italia, qualcosa è stato salvato •

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COMUNICARE L’ARCHITETTURA • A CURA DI BENEDETTA DALL’AGNOLA

Italia e Russiasul web una nuova piattaforma televisiva

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Italia e Russia così lontane guar-dando il mappamondo, non così tanto se si superano le bar-riere morfologiche.Negli ultimi anni, infatti, le re-lazioni tra Italia e Federazione Russa hanno raggiunto un livello di assoluta eccellenza al punto di meritare, secondo il Ministero degli Esteri, la qualifica di “rela-zioni privilegiate”. Il francobollo nato nel 2011 ha testimoniato, non a caso, il costante gemel-laggio culturale tra i due Paesi.Questi rapporti sono stati raffor-zati dal vertice tenutosi a Trieste lo scorso 26 novembre. L’ultimo vertice si tenne a Soci nel 2010. Poi solo rinvii per diverse contin-genze politico-elettorali nei due paesi. Un menù ricco quello presentato durante questo ver-tice intergovernativo italo-russo: accordi governativi, alcuni dei quali innovativi a livello euro-peo come il “Corridoio Verde” doganale, intese economiche alla presenza dei top manager di grandi aziende, lancio uffi-ciale dell’anno incrociato del turismo, confronto sui temi inter-nazionali come Siria e Iran. Ricordiamo che l’Italia è il se-condo partner commerciale della Russia La sua collabora-zione industriale è per la Russia strategica in vari settori: ener-gia, aeronautica, meccanica di precisione, infrastrutture. Da ultimo, ma non meno rilevante, il numero di turisti e l’entità degli investimenti russi in Italia e italia-ni in Russia sono in crescita co-stante •

Format: programma di stile e approfon-dimento giornalistico culturale

Durata: 30 minuti circa

Cadenza: settimanaleRubriche: 7Pantheon, Itinerari di Style

Ogni russo ha una grande pas-sione per l’Italia e sente affinità con il nostro paese.Andando nel dettaglio del no-stro Veneto, in particolare del Nord-Est, sono numerosi i proget-ti avviati in sinergia con il mon-do russo che hanno prodotto positive e durature ricadute nel tempo. Grande vivacità si ri-scontra nel settore culturale, ma non solo, in un confronto di sa-peri ed esperienze cosmopolite. Il Festival italo russo lungo, le principali vie del prosecco, è stato uno degli eventi più rile-vanti di questa stagione cultu-rale. La musica di Yuri Bashmet, uno dei più grandi violinisti russi, ha scelto di portare la sua musi-ca lungo le vie del prosecco. Le nostre bollicine, made in Italy in tutto il mondo, sono un prodot-to che piace molto e il segreto di questo successo è dato dalla piacevolezza e dalla leggerez-za. Non solo degustare prosec-co ma anche investire nelle bollicine: sono sempre di più, infatti, i magnati dell’est in cer-ca di cantine pronte a cedere l’attività. I nuovi ricchi cercano grandi cantine, capaci di pro-durre milioni di bottiglie l’anno, tante quante né può assorbire il mercato russo. Si tratta di grossi investitori, proprietari di quat-tromila punti vendita in Russia: laddove non trovano una pro-prietà disposta a vendere la società, cercano prodotti da inserire in grosse quantità nel lo-ro mercato. La Russia sta cam-biando: non più vodka pura, da qualche anno c’è più attenzio-ne al sapore. Merito sicuramen-te di una politica del governo che sta facendo di tutto per combattere l’abuso di vodka, vera piaga sociale per intere generazioni •

Festival Italo–RussoCultura e nuove imprenditorie sulle vie del prosecco

In questo numero abbiamo vo-luto raccontarvi, in una picco-la sintesi, come la sinergia tra la Russia e l’Italia spazi in tutti gli ambiti, da quello politico, a quello architettonico, a quello imprenditoriale per concludere con quello, non meno impor-tante, culturale. E di cultura vogliamo parlare in quest’ultimo spazio: L’Asso-ciazione Amici della Russia per il quinto anno consecutivo ha ospitato i giovanissimi musicisti russi vincitori del concorso “Ac-cendi una stella” che si sono esibiti nei teatri e negli audito-rium di diverse città del nord-est grazie alla collaborazione con l’Aics di Padova e le ammini-strazioni patrocinanti.Anche “Pantheon non solo ar-chitettura” si sta concretamente impegnando con un progetto che prevede la realizzazione di una piattaforma specifica per far dialogare le due comunità, dando voce ad eventi e pro-getti di rilevanza nazionale e internazionale, con reportage in madrelingua russa. Banco di prova è stata la Biennale d’ar-te contemporanea di Venezia: in questa occasione Pantheon era presente con la sua troupe cosmopolita. Da qualche me-se infatti è iniziata un’intensa e proficua collaborazione con giovani reporter e video-maker russi. Grazie alla presenza di questi giovani di madrelingua russa è stato possibile realizzare un’esclusiva intervista al Ministro per la Cultura della Federazio-ne Russa: unica troupe televisi-va italiana presente. Questo è il primo passo, si stanno ponendo le basi, la sfida e l’obiettivo sono fornire gli strumenti vincenti e di-ventare punto di riferimento per uno scambio costante di sape-ri e informazioni tra questi due grandi paesi •

A Padova “gli amici della Russia”Italia E Russia

Un feeling oltre la crisi

Partner: FOAV (Federazione Ordine degli Architetti del Veneto) Sito: www.pantheon.tv

Email: [email protected]

Canale: Sky EuroItaly Channel (canale 893)

L’identità urbana della città di Mosca è uno degli argomenti discussi durante l’ultimo Made Expo. Continua il legame tra questi due mondi legati anche dal filone architettonico, per abbracciare una panoramica a 360 gradi.“Mosca verso una nuova iden-tità urbana?” rientra nel pro-gramma di ricerca avviato da +39 Architects, piattaforma di giovani e affermati architetti veneti, rivolto ai territori della città contemporanea. Questi giovani architetti, nell’ultima edizione del Made Expo, si sono confrontati con alcuni protago-nisti internazionali del dibattito sulle trasformazioni urbane del-la città di Mosca e con impor-tanti attori russi. A partire dalle esperienze della densificazione e della rigenerazione urbana, i punti su cui si è focalizzata l’attenzione sono stati l’uso ef-ficiente e razionale delle infra-strutture stradali, ferroviarie e tecnologiche, il potenziamento dei corridoi ecologici, una stret-ta relazione tra città costruita e spazi aperti, per concludere con la riqualificazione delle su-perficie urbane e la costruzione di nuovi paesaggi condivisi.Restando in tema di sinergie tra Italia e Russia, non dimenti-chiamo che sono Massimiliano e Doriana Fuksas a vincere il concorso per il nuovo Polytech-nic Museum and Educational Centre di Mosca che aprirà nel 2017. La professionalità dello studio romano ha saputo cre-are un edifico in contrasto con l’ambiente circostante, un’ar-chitettura celebrativa, moder-na ma sobria: un edificio che rappresenti il trionfo delle in-formation technologies e della generazione che esprimono. “Questo è uno dei miei progetti più belli e al tempo stesso una vittoria per l’Italia intera” ha di-chiarato Fuksas •

Mosca-veneto: nuovi assetti urbaniFuksas, vittoria dello studio italiano a mosca

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LE CARICATUREdi Andrea Dalla Barba

Cristoforo Colombo

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