LINTERAZIONE SOCIALE DIADI, GRUPPI, SOCIETA. INTERAZIONE SOCIALE Cè interazione sociale quando le persone agiscono una in presenza dellaltra e si influenzano
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LINTERAZIONE SOCIALE DIADI, GRUPPI, SOCIETA
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INTERAZIONE SOCIALE C interazione sociale quando le persone
agiscono una in presenza dellaltra e si influenzano reciprocamente,
cosicch tra quel che fa uno e quel che fa laltro c un
concatenamento.
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LE PERSONE AGISCONO Il termine agire indica sia i semplici
comportamenti, sia le vere e proprie azioni. Tra esse c una sottile
distinzione: COMPORTAMENTO: quando una persona fa automaticamente,
per ragioni fisiologiche (tossire, starnutire) o reagendo ad uno
stimolo (smorfia di dolore): sono MECCANICHE. AZIONE: pi o meno
consapevolmente sono volute: lazione VOLONTARIA. Chi le fa le
considera significative e pensa abbiano un senso assumendosene,
almeno in parte la responsabilit.
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LA AZIONI POSSONO ESSERE: SOCIALI: si fanno per gli altri
(cedere il passo ad una signora, fare i complimenti ad un amico);
PRIVATE: si compiono per se stessi (ascoltare la musica, leggere un
giornale, mangiare un panino). E difficile stabilirne i limiti (es.
se ascolto della musica ad un volume alto e la sentono anche gli
altri, non sar pi solo privata questa azione, ma anche
sociale).
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UNA IN PRESENZA DELLALTRA Ci che conta che ci deve essere in
una STESSA SCENA PSICOLOGICA E SOCIALE per i partecipanti. In gran
parte delle interazioni le persone si trovano faccia a faccia, luna
in presenza dellaltra. Ma talvolta non cos: mentre uno agisce,
laltro non l. Ma in un secondo momento il secondo soggetto pu
riscontrare che ci che stato fatto lo influenza. Abbiamo comunque
una interazione. (es. bimbo che lascia il bagno in disordine, anche
se la mamma gli raccomanda lordine; quando esce dal bagno la mamma
riscontra il suo comportamento, prende provvedimenti nei suoi
confronti e ne deriva una interazione).
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TRA QUEL CHE FA UNO E QUEL CHE FA LALTRO CE UN CONCATENAMENTO
la differenza tra INTERAZIONE e RELAZIONE: INTERAZIONE: quando le
persone agiscono una in presenza dellaltra e c un concatenamento, c
un contatto, ma pu essere un episodio unico. RELAZIONE: sono tante
interazioni, ci sono pi contatti (non un solo episodio): la
relazione una storia di interazioni. Ma non detto che per forza pi
interazioni diano una relazione (es. contatti con la Compagnia
telefonica, possono essere molti e con la stessa telefonista, ma
non danno luogo ad una relazione); Non detto che se ci sono poche
interazioni non ci sia una relazione (es. madre che ha un figlio
che studia in America, lo pu sentire poco al telefono, ma c lo
stesso una relazione).
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LO SVILUPPO DELLA SOCIALITA Le capacit cognitivo-sociali: sono
tutte le funzioni mentali che servono per prendere parte alla vita
sociale I bambini imparano gi a 5-6 mesi a distinguere gli esseri
viventi dalle cose per: movimento, espressione, capacit di
attenzione.
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IL SORRISO Tra le caratteristiche proprie delluomo vi il
SORRISO una delle prime forme di comunicazione nel bambino. Pu
essere: a.INCONSAPEVOLE nel neonato: sono esercizi di mimica
facciale, nascono dallimitazione (tutti sorridono avvicinandosi ad
un bambino piccolo). b.CONSAPEVOLE che viene solo in un secondo
momento.
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Le 3 tipologie di sorriso nei bambini piccoli 1.PRESORRISO
RIFLESSO (nei primi giorni di vita, a pochi giorni dalla nascita),
fuggevole ed incerto, come reazione ad una voce ma anche alla
sensazione dello stomaco pieno; 2.SORROSO GENERICO (dal primo mese,
fino ai 4/5 mesi), pi lungo e pi aperto, con una espressiva luce
nello sguardo, ad esempio come reazione alla voce della mamma;
3.SORRISO CONSAPEVOLE (dai 5 mesi fino ai 7/8 mesi) nasce
dallinterazione con i genitori: ha un significato. E diverso quando
rivolto ai genitori, rispetto a quando rivolto a degli estranei.
Dall8 mese il sorriso si accompagna ad un senso di ANGOSCIA: il
bambino non sorride pi a tutti, ma solo alle figure di riferimento
ed esso si pu trasformare in pianto di fronte agli estranei, poich
teme che la mamma se ne sia andata per sempre.
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SOCIALIZZAZIONE NEI BAMBINI La prima parola viene verso 1 anno
di vita, quando inizia a SOCIALIZZARE. I bambini molto piccoli non
sono molto socievoli: non giocano insieme, ma ognuno ha i suoi
giochi, anche se sono seduti vicini. La COOPERAZIONE nel gioco
viene dalla Scuola Materna e dalle Scuole Elementari, con il gioco
di regole, che prima non potrebbe essere capito.
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LOGGETTO TRANSIZIONALE Cosa pu supplire lANGOSCIA del bambino
verso labbandono della mamma? Winnicot, psicanalista, ha visto che
verso gli 8 mesi il bambino porta con se LOGGETTO TRANSIZIONALE (un
gioco, un pupazzo) che lo accompagna (dorme e mangia in compagnia
di esso). Questo oggetto pu cambiare o essere sempre lo stesso. E
un modo per portarsi sempre un pezzo sicuro delle sua vita, e per
ricostruire una parte della sua vita familiare nel nuovo ambiente.
Questi oggetti servono al bambino per avere un controllo della
situazione, con un valore simbolico.
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LA CONOSCENZA DI SE NEL BAMBINO Prima di interagire con gli
altri il bambino deve avere una buona conoscenza di s e capire di
essere un ESSERE DISTINTO DALLA MADRE (infatti, allinizio pensa di
essere un tuttuno con la mamma). Il bambino comincia a riconoscere
le persone (madre, padre, fratelli) dai 5-6 mesi. Tuttavia
riconosce se stesso solo pi tardi. A 8-10 mesi capace di
raccogliere informazioni contingenti su di s: si fa unidea di s in
ogni momento e movimento. Dai 15-17 mesi costruisce una mappa di se
stesso ricostruendo informazioni stabili su di s: aspetto fisico,
et sesso. In seguito vede se stesso in base a ci che fa: giocare,
vestirsi, lavarsi. Conosce un s esteriore, non ancora interiore.
Intorno ai 2 anni (rivoluzione cognitiva), matura una memoria
operativa e sviluppa una finzione simbolica. Impara di s molte
caratteristiche distintive. Dai 3 anni circa si riconosce allo
specchio, prima no.
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LATTACCAMENTO Legame fisico, affettivo, pu avere effetti
benefici a lungo termine. Un attaccamento insicuro provoca, da
adulti, una personalit meno socievole ed intraprendente, pi
aggressivit, con maggiore insicurezza, minor empatia (difficolt a
mettersi nei panni dellaltro) e a provare piacere verso i problemi
altrui. Lo sviluppo dellattaccamento precede di poco lautonomia nei
movimenti. Il bambino precocemente (6-7 mesi) si lega a determinate
persone. Le sue relazioni con chi gli sta intorno diventano
selettive: alcune diventano pi significative di altre. Si creano pi
gerarchie di attaccamento. Lattaccamento provoca per un
distaccamento dalla madre. Volontariamente il bambino si stacca dal
partner per esplorare il mondo. Si passa da un attaccamento fisico
ad uno simbolico (interiorizza la presenza del partner). Ancora
dopo i due anni importante linfluenza dei genitori e degli altri
partner di attacamento.
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PIAGET Ha diviso in STADI lo sviluppo dellintelligenza di un
bambino. 1.da 0 a 1 mese FASE AUTISTICA FISIOLOGICA: il bambino
indipendente dalla mamma, non riesce a distinguersi; 2.da 2 a 4
mesi FASE SIMBIOTICA: nasce la consapevolezza di essere una figura
diversa dalla mamma; 3.dai 5 mesi ai 3 anni FASE DI SEPARAZIONE-
INDIVIDUAZIONE: il bambino capisce che ha unidentit diversa
(separazione); 4.dai 5 ai 10 mesi FASE DI DIFFERENZIAZIONE: il
bambino differenzia se stesso dalla mamma; 5.dai 6 mesi ai 18 mesi
FASE DI SPERIMENTAZIONE: il bambino inizia a gattonare e ha voglia
di staccarsi, poi la mamma a richiamarlo; 6.da i anno ai 2 anni
FASE DI RIAVVICINAMENTO: dopo la sperimentazione il bambino rivuole
la mamma e ha paura di perderla.
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LIDENTITA Lidentit cambia, da quella infantile, nellet
delladolescenza. Lidentit una dimensione psichica che permette a
una persona di realizzarsi, di diventare se stessa in una
determinata societ in relazione con gli altri. Un neonato non ha
identit ma, allinizio, si identifica con quella della madre.
Nelladolescenza c una crisi: non sono quello che dovrei essere. Il
ragazzo esplora nuove identit.
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IDENTITA STADI PSICO-SOCIALI Erikson suddivide 8 fasi che
comportano il superamento di uno stadio: 1) INFANZIA da 0 a 1
annofiducia, sfiducia i primi mesi sono affidati alla mamma. Dagli
8 mesi in poi inizia a riconoscere le persone familiari e pu avere
delle crisi se non vede le persone familiari (es. primo giorno
dasilo). 2) PRIMA INFANZIA da 1 a 3 anniautocontrollo, autonomia il
bambino deve imparare lautocontrollo, lautonomia. La crisi tra
autonomia e vergogna, perch impara a stare con gli altri e deve
accuisire il controllo di s, ma non vi abituato, perch nel momento
in cui non ci riesce prova vergogna. Anche qui dipende dalladulto,
che lo deve confortare, non umiliarlo o colpevolizzarlo. 3) ETA DEL
GIOCO dai 3 ai 6 anni iniziativa di gioco, senso di colpa il
bambino vuole giocare da solo e prevale lo spirito diniziativa.
Daltra parte c il senso di colpa perch vuole essere pi libero, ma i
genitori non gli danno tanta libert.
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4) ETA SCOLAREdai 6 ai 12 annidellindustriosit comincia a
lavorare, a produrre; possono esserci crisi legate alla scuola (si
confronta con gli altri). 5) ADOLESCENZAdai 12 anni identit
diffusa, confusione cerca una propria identit con una crisi nelle
scelte. 6) PRIMA ETA ADULTA dai 20 ai 40 anni legami affettivi
duraturi il periodo dei legami affettivi pi duraturi, contrasto tra
intimit ed isolamento. I fallimenti affettivi possono portare ad
una crisi. 7) MEDIA ETA ADULTA dai 40 ai 65 anni c il desiderio di
lasciare una traccia della propria vita, anche ai figli e ai
nipoti. Stagnazione, cerca di essere attivo ma ha un crollo sulla
sua persona. 8) VECCHIAIA dai 65 anni in poi integrit, ovvero, la
persona deve essere soddisfatta o vi sar disperazione, poich non
valuta bene la propria vita. E importante accettare serenamente la
vecchiaia.
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STADI DI INTELLIGENZA COGNITIVA Concetto di s, identit Prima si
identifica nei genitori, poi nei fratelli, amici, altri familiari
Linguaggio, viene sviluppato dai 5 ai 36 mesi Movimento, segna uno
stacco dalla mamma e la conquista di ci che vuole Inizia a capire
il genere, il suo sesso, impara a identificarsi anche con i vestiti
Capisce i genitori e inizia a immedesimarsi negli altri Piaget,
studia le fasi dintelligenza. Lintelligenza un adattamento. Sono
due le fasi: ASSIMILAZIONEACCOMODAMENTO Adattare ci che posso
modificare i miei schemi assimilo dai miei schemia seconda delle
nuove esperienze
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STADI DELLO SVILUPPO Esiste uno SVILUPPO PERCETTIVO legato ai
sensi uno SVILUPPO MOTORIO legato al muoversi nello spazio uno
SVILUPPO DEL LINGUAGGIO legato allo svuluppo cognitivo uno SVILUPPO
SOCIALE DEL SE che si lega allo sviluppo dellidentit Secondo
Piaget: ogni et ha delle crisi, momenti particolarti da superare
per arrivare allo stadio successivo.
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FASI DEL GIOCO Il gioco fondamentale perch una forma di
apprendimento. Con il gioco si sviluppa il disegno, si inizia con
gli scarabocchi, le righe i cerchi che poi diventano disegni veri e
propri. I primi disegni sono: casa, albero, famiglia. Il 1 gioco il
SENSO-MOTORIO, fino a 2 anni Usa i sensi e il movimento, agisce. Ci
gli permette di scoprire il mondo che lo circonda. Il 2 il gioco
SIMBOLICO, il far finta di Il 3 il gioco SOLITARIO, il bambino
gioca da solo ma in parallelo con altri bimbi. Il 4 gioco
COLLABORATIVO, dai 3 anni, quando gioca con gli altri bambini. Il
bambino capace di giocare in modo astratto e in modo concreto, nel
quale ognuno tende a fare il suo. Il 5 il gioco DI REGOLE, dopo le
scuole elementari, giochi di societ, come le carte e i giochi di
gruppo.
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IL MODO DI CONOSCERE LA REALTA CAMBIA NELLE VARIE FASI Questi
stadi sono universali, indipendenti da cultura ed ambiente, Pieget
dice che leducazione non indifferente, ma non determinante. Queste
fasi non vanno prese in modo rigido. 1 periodo SENSO MOTORIO da 0 a
2 anni circa, il bambino conosce la realt che lo circonda
attraverso i sensi ed il movimento (il gioco tentare di prendere ed
afferrare) 2 periodo PREOPERATORIO da 2 a 7 anni il bambino in
grado di pensare ad oggetti e azioni che non sono presenti nel suo
campo percettivo (il gioco del far finta di ) 3 periodo DELLE
OPERAZIONI CONCRETE da 7 a 11 anni scuole elementari ha bisogno per
imparare di avere degli oggetti, ha bisogno di riferirsi alla
concretezza (contare penne e matite) non riesce a lavorare solo
sullastratto 4 periodo DELLE OPERAZIONI FORMALI dagli 11 anni in
poi scuole medie, capace di ragionare e lavorare in modo astratto,
senza riferirsi ad oggetti concretri
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TIPOLOGIE DI GIOCO Fino ai 2 anni c il gioco senso-motorio; poi
inizia il far finta di; verso i 2 anni, quando inizia il gioco
concreto i bambini possono fare solo un gioco parallelo, sono
seduti vicini ma, in realt, giocano da soli; solo dopo i 3 anni
compare il gioco collaborativo- associativo. Lultima fase di gioco
quella di regole, verso la fine delle scuole materne o alle scuole
elementari. Per tutti i livelli di apprendimento il gioco ha un
ruolo fondamentale, serve per apprendere, una forma di
apprendimento.
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LA RAPPRESENTAZIONE MENTALE Tra 18 e 24 mesi si forma nella
mente del bambino la rappresentazione mentale (caratteristica che
ci differenzia dagli animali), cio in grado di pensare ad oggetti e
azioni che non sono presenti nel suo campo percettivo. Essa si
combina con LIMITAZIONE DIFFERITA, cio la capacit di riprodurre
unazione vista precedentemente; il GIOCO SIMBOLICO, del far finta
utilizzando oggetti e fingendo che siano altro rispetto alla realt
e il LINGUAGGIO, si sviluppa significativamente in questo periodo e
il bambino inizia a formulare le prime frasi e a aparlre di oggetti
ed eventi fuori dal suo campo percettivo.
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Nel 2 periodo PREOPERATORIO dai 2 ai 7 anni, i bambini vedono
le cose sotto lottica: dellegocentrismo, non in grado di pensare
che esisteno punti di vista diversi dal suo; dellanimismo,
attribuisce agli oggetti una natura umana (volont, pensiero);
finalismo, tutto ci che esiste ha uno scopo nulla accade per caso;
artificialismo, tutto ci che esiste stato realizzato da
qualcuno.
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IL DISEGNO E UN MODO PER CAPIRE LO SVILUPPO DEL BAMBINO Le
prime sperimentazioni di disegno sono linee, forme geometriche
elementari, si passa poi a seguire il contorno delle mani o la
sagoma del corpo (per conoscere le schema corporeo). Intorno ai 2
anni sono definiti scarabocchi, poi diventano disegni. Quando i
bambini iniziano a disegnare lo fanno realizzando la casa, la
famiglia: riproducono nel disegno uno sfogo liberatorio,
trasmettono le loro emozioni(si immaginano di essere dove
vorrebbero essere). Anche i colori utilizzati sono utili per capire
i bambini; inizialmente usano molto il nero o il rosso, perch a
loro piace. Quando imparano a distinguere i colori, li scelgono in
base a ci che piace loro.
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LINTERAZIONE SOCIALE: DIADI DIADE rapporto tra due persone con
regole sociali o norme ed obiettivi comuni da rispettare (es. i
coniugi). Nella diade i partner riconoscono di far parte di ununit
stabile. Esistono dei ruoli e ci sono aspetti affettivi importanti.
La diade una struttura a due elementi, per cui il comportamento di
un solo partner determinante per il destino di tutto linsieme. I
temi pi importanti della diade sono: competizione, cooperazione,
fiducia reciproca.
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TRIADE La triade un gruppo sociale costituito da tre a qualche
decin adi persone, ma non pu essere ancora considerato un gruppo.
Funzionano con alcune caratteristiche: possono unirsi di pi due
persone e lasciarne esclusa una (due hanno una relazione pi intensa
e lasciano esclusa una, che osserva come da spettatore), sono
quindi possibili coalizioni e sottogruppi.
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GRUPPI Da quattro persone in su si parla di GRUPPO. Le
relazioni di amicizia con il gruppo dei PARI iniziano dalle scuole
elementari, fin dai 6 anni e servono a favorire lidentit; c un
confronto con gli altri e vi lo sviluppo del concetto di s. Si
trovano nel gruppo dei pari rapporti di amicizia che ci aiutano a
rispettare lopinione altrui, facendo proprie delle regole di
comportamento, ma anche favorendo lindipendenza e lallontanemanto
dagli adulti. Favoriscono la lealt ed il rispetto delle
regole.
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AGGREGATO, CATEGORIA, GRUPPO AGGREGATO: un insieme di persone
che ha una casuale prossimit fisica con uno scopo comune. Persone
che si trovano vicine fisicamente ma in modo casuale. (es. persone
in fila alla posta o che aspettano lautobus) CATEGORIA: di persone
che hanno una caratteristica comune (es. la categoria dei medici).
GRUPPO sociale. Il primo gruppo con il quale siamo in contatto la
famiglia, intesa come gruppo PRIMARIO, perch ha una relazione molto
pi forte, intensa. Anche il Gruppo dei Pari considerato PRIMARIO.
Gruppo SECONDARIO, pu essere considerata la classe, poich non detto
che i rapporti siano cos intensi tra tutti gli elementi che la
costituiscono.
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Crepet Crepet le regole educative non sono opinioni, ma non
esistono regole condivise da tutti (ogni famiglia deve avere le
proprie regole, che non detto valgano per altre famiglie). Devono
per esistere dei punti di riferimento (bisogna saper dire di no) e
non va confuso il ruolo genitoriale con quello amicale. Le regole
sono punti fermi e i genitori devono essere AUTOREVOLI e COERENTI:
le regole devono essere motivate ai figli (ogni societ deve avere
delle regole ben precise che vanno rispettate) e gli stessi
genitori devono dare lesempio e comportarsi coerentemente.
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LA LEADERSHIP La leadership la funzione di guida che spinge il
gruppo al conseguimento dei suoi obiettivi. C sempre il leader nel
gruppo, personaggio carismatico che guida il gruppo: pu essere
autoritario e decidere tutto, pu essere un leader permissivo che
lascia fare o una via di mezzo, democratico. 1. Nel primo caso, con
un leadere autoritario, il gruppo pi produttivo ma c maggiore
tensione e il gruppo pu essere violento, 2. se troppo permissivo il
gruppo vive nellanarchia, non produce e non segue alcuna regola; 3.
se democratico il leader, il gruppo produce e lambiente pi
sereno.
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I GRUPPI Un gruppo un insieme di persone, da 3 fino a 3
dozzine, che hanno una relazione molto intensa, legami forti,
obiettivi comuni. Il gruppo pu essere PRIMARIO (famiglia, amici =
con legami pi forti e stabili) o SECONDARIO (classe, gruppo
sportivo= in cui non ci sono legami cos forti).
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In un gruppo la comunicazione non avviene allo stesso modo: a
catena: la comunicazione a due a due, o in gruppi ristretti. C poca
coesione. a cerchio: vi una comuinicazione tra tutti. a stella:
tutte le info passano per una sola persona. a ipsilon: una persona
ha una comunicazione privilegiata.
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IL GRUPPO Le persone in gruppo si sentono pi forti ed agiscono
in modo diverso: difatti molto forte linfluenza del gruppo. Il
processo di socializzazione inizia gi dalla scuola materna, con il
gioco cooperativo, verso i 3-4 anni, i primi gruppi si sviluppano
quindi gi da bambini alla scuola materna. LEMPATIA comincia a
svilupparsi nel bambino fin dai 3 4 anni. Ma il gruppo pi forte si
forma per nellet delladolescenza. Esistono: GRUPPI ORGANIZZATI: le
associazioni che hanno uno scopo (scout, sportive). GRUPPI
SPONTANEI: si ritrovano per parlare o divertirsi insieme. Ci sono
anche gruppi che compiono atti di vandalismo, che hanno sempre un
leader.
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IN CHE MODO CI CONFORMIAMO AL GRUPPO? ACCONDISCENDENZA
comportamento di una persona motivata dal desiderio di ottenere un
premio o evitare una punizione (essere sclusa o presa in giro).
Dura solo finch in atto la promessa di premio o la minaccia di
presa in giro, ma capisce se il comportamento giusto o sbagliato.
IDENTIFICAZIONE risposta al desiderio di un individuo di
assomigliare a chi lo influenza. Lo pone in soddisfacente rapporto
autodefinitorio con la persona con le quali si identifica. Accetta
consapevolmente linfluenza di quella persona o persone con le quali
si identifica. INTERIORIZZAZIONE di un valore o credenza, la pi
duratura e profondamente raducata. La motivazione che ci spinge il
desiderio di avere ragione ed ha in s il suo premio. Entrata a far
parte del nostro sistema diventa indipendente dalla sua fonte e sar
estremamente difficile cambiarla.
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INFLUENZA SOCIALE E un cambiamento che si verifica nelle
percezioni, nei giudizi, nelle opinioni, negli atteggiamenti e nei
comportamenti di un individuo.
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ESPERTIMENTO DI ASCH Negli anni50 test linfluenza della
maggioranza nei gruppi (esperimento 1). Venivano impiegate da 7 a 9
persone, uno solo era il soggetto ignaro, gli altri erano complici
dello sperimentatore. Essi avrebbero fatto la maggioranza unanime,
mentre il soggetto si sarebbe trovato ad essere la minoranza di
uno. Si trattava di discriminare la lunghezza di alcune linee in
modo molte facile. Il soggetto ignaro si trovava a constatare che
incredibilmente gli altri erano daccordo contro levidenza e ne
subiva lurto prima di poter dire la sua opinione. Asch constat che
la percentuale di giudizi errati era del 33,2 %.
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ESPERIMENTO DI MILGRAM Nel 1974 Milgram condusse un esperimento
sullobbedienza allautorit. Vi erano due soggetti, uno sperimentale
che svolger la funzione di insegnente, ed uno complice dello
sperimentatore, che far lallievo e dovr imparare a memoria una
lista di parole. Allinsegnante spetta il compito di punire lallievo
in caso di errore, con scosse elettriche di intensit crescente via
via che aumentano gli errori. Circa il 62% dei soggetti, seppur con
gravi disagi, obbediscono fino alla fine ed infliggono dolorose
pene allalievo, anche se questo urla per il dolore fino a non dare
pi segni di vita.