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STRUMENTI DI INDAGINE DEL SE’
Esercitazioni di Laboratorio del corso
di Psicologia dello sviluppo sociale A.A.2012/2013
Oggetto di studio: il laboratorio proporrà diverse metodologie utilizzate per studiare il Sé in diverse fasi dello sviluppo:
• I infanzia• età scolare• adolescenza
Date: 15, 16, 21 e 22 maggio 2013
STRUMENTI DI INDAGINE DEL SE’
• Zazzo, R. (1997). Riflessi. Torino: Boringhieri (capitolo 2: Il vetro e lo specchio), pp. 23-39.
• Camodeca, M. et al. (2010). Adattamento italiano del Self-Description Questionnaire per bambini di età scolare e preadolescenti. Giornale Italiano di Psicologia, 3, pp. 671- 691.
• Confalonieri, E. (2004). Adolescenze e percorsi di sviluppo: uno studio qualitativo con adolescenti in famiglia e in comunità. In L. Aleni Sestito ( a cura di), Processi di formazione dell’identità in adolescenza, Napoli Liguori, pp. 273-298.
BIBLIOGRAFIA
• Conoscere alcune tecniche e strumenti di analisi e di studio del Sé.
• Vedere come cambia lo studio di tale costrutto in base alle specifiche età dei soggetti e all’approccio teorico di riferimento.
• Riflettere su diversi modi di fare ricerca in Psicologia dello sviluppo (obiettivo più generale).
OBIETTIVI DEL LABORATORIO
(I)APPARATO SPERIMENTALE DI RENE’ ZAZZO
(ANNI OTTANTA)
• Soggetti: bambini piccoli (secondo anno di vita)• Oggetto: acquisizione della consapevolezza di
sé • Tipo di ricerca: sperimentale in laboratorio• Atteggiamento del ricercatore: partecipe,
“storico” e interlocutorio
TRE SITUAZIONI CONSIDERATE
(II)QUESTIONARIO DI AUTODESCRIZIONE
(SDQ), DI MARSH (1988)
• Soggetti: fanciulli di età scolare (8-13 anni)• Oggetto: percezione di sé e delle proprie
competenze • Tipo di ricerca: quasi sperimentale, self-
report• Atteggiamento del ricercatore:
oggettivo/distaccato
TRE SITUAZIONI CONSIDERATE
(III)RESOCONTO NARRATIVO (BRUNER, ANNI
‘90)
• Soggetti: adolescenti (14-19 anni)• Oggetto: indicatori del sé nella narrazione• Tipo di ricerca: qualitativa, analisi del
contenuto• Atteggiamento del ricercatore: biografico,
attenzione allo sviluppo come “storia di crescita”.
TRE SITUAZIONI CONSIDERATE
Attraverso l’analisi delle tre situazioni rifletteremo sul passaggio, anche evolutivo,
a tipi diversi di Sé :
• Sé visto, o “riconosciuto” (attraverso lo specchio, grazie alla percezione di contingenze)
• Sé descritto (attraverso il linguaggio)
• Sé narrato e autobiografico (attraverso le parole, il pensiero narrativo e la memoria)
TRE SITUAZIONI: TRE TIPI DI SE’
Negli anni ‘70 e ‘80 René Zazzo ha condotto una serie di ricerche di laboratorio finalizzate a:
• Studiare il fenomeno del “doppio” nella I infanzia• Studiare la comprensione dello “spazio virtuale”• Studiare il riconoscimento di sé allo specchio
Nel complesso, questi studi, poi ripresi anche da altri (es. Lewis, Brooks-Gunn,) illustrano le fasi attraverso cui i bambini arrivano a riconoscere la propria immagine allo specchio.
IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO)
Partecipanti alle ricerche:Bambini, singoli e gemelli, tra i 6 e i 30 mesi
Apparato sperimentale di laboratorio:• Pannelli ad altezza di bambino, con un vetro e
con uno specchio.• Dispositivo a luce intermittente dietro al
bambino e in posizione opposta rispetto allo specchio
• “Cage à mère”: cabina in cui siede la madre e da cui parte la luce intermittente
IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO)
Situazioni osservate:1)Due gemelli (A e B) si vedono attraverso il
vetro2)Il bambino A si vede nello specchio3)Il bambino A si vede nello specchio con una
macchia rossa sul naso4)Il bambino A, senza la macchia, guarda nello
specchio in cui si riflette una luce intermittente5)Il bambino A, senza la macchia, guarda nello
specchio in cui si riflettono una luce intermittente e la propria mamma
IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO)
Obiettivi degli esperimenti:• Capire a quale età il bambino riconosce come
propria l’immagine riflessa nello specchio (consapevolezza di sé)
• Capire a quale età il bambino “comprende” lo “spazio virtuale”
HP: il bambino si riconosce (tocca la macchia sul proprio naso) quando coglie la contingenza dei movimenti (dal vetro allo specchio) e così capisce il senso dello “spazio virtuale”
IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO)
Ecatombe di ipotesi!!In realtà l’ipotesi iniziale di Zazzo viene
“spazzata via” dalle osservazioni:
• Cioè, quando il bambino passa dal vetro allo specchio sperimenta sì le contingenze, ma non arriva subito a togliersi la macchia dal naso (non si riconosce).
• Quando si riconosce (mesi dopo), non comprende ancora lo spazio virtuale (ci vogliono altri mesi)
IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO)
Fatti imprevisti!!Tuttavia Zazzo scopre nuovi
comportamenti che non aveva previsto e su cui riflette:
• Battere sul vetro e sullo specchio• Giochi con le mani o con oggetti• Giochi con la faccia e con la bocca
IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO)
Fatti imprevisti ma confermati
Il ripetersi della sperimentazione con tutti i bambini (28), in momenti
diversi, ha portato a confermare la presenza e la progressione evolutiva
di tali comportamenti
IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO)
Battere su vetro e specchioE’ la prima reazione dei bambini davanti a
queste superfici, una normale reazione di fronte ad un ostacolo, che divide due mondi percepiti come reali. In effetti il bambino prova anche ad andare dietro sia il vetro sia lo specchio.
Intorno ai due anni il bambino non batte più sullo specchio (ulteriore criterio di riconoscimento di sé), ma solo sul vetro.
IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO)
IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO)
Il bambino prova ad andare dietro lo specchio, per ritrovare quello vede
Giocare con le mani…• E’ la seconda reazione dei bambini davanti
allo specchio, la scoperta e la sperimentazione della contingenza
• Attraverso questi giochi, che aveva già fatto col gemello dietro il vetro, il bambino costruisce e sperimenta l’immagine visiva di sé
• Gradualmente si innesca il collegamento tra l’esperienza del proprio movimento e l’immagine restituita dallo specchio
IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO)
Giocare con le mani…
Il bambino osserva il
sincronismo tra i suoi
movimenti (sperimentati) e quelli visti
IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO)
… e con la faccia• I giochi con la faccia e la bocca (boccacce,
baciare, avvicinarsi allo specchio) svolgono la stessa funzione di quelli con le mani, ma in più consentono di sperimentare lo scomparire (quando si avvicina troppo) e il riapparire (quando si allontana) del volto.
• Il viso non si sdoppia (perché il bambino non lo vede, a differenza delle mani), ma si fonde
IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO)
giocare con la faccia
Il bambino bacia “lo specchio” (un altro bambino? Se stesso?)
IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO)
Tutte le osservazioni di Zazzo, su cui ha realizzato anche un film (A travers le miroir), hanno portato a definire una sequenza evolutiva costante della comparsa di questi e altri comportamenti, attraverso i quali il bambino scopre l’immagine di sé.
Indipendentemente dall’evoluzione di ogni bambino, le tappe (i “paletti”) seguono lo stesso ordine.
IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO)
I paletto (dai 10 mesi): battere sulla superficie, giochi di imitazione manuale e giochi con la bocca.
II paletto (intorno ai 17 mesi): scompaiono improvvisamente questi giochi e i bambini mostrano una reazione di perplessità, immobilità, evitamento.
III paletto (tra i 18 e i 24 mesi): il bambino cancella la macchia dal proprio viso
IV paletto (dopo 6 mesi): il bambino si volta a guardare la luce lampeggiante (prima, se la luce illumina la mamma)
IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO)
Quindi, in conclusione, il bambino:
• prima sperimenta la contingenza• poi, dopo un periodo di perplessità e di
evitamento, riconosce la propria immagine
• infine comprende lo spazio virtuale. Tra una tappa e l’altra trascorrono sempre
alcuni mesiCome ultimo passaggio: pronunciare il
proprio nome o “IO”.
IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO)
Riflessioni sul tipo di ricerca:• Apparato sperimentale: controllo delle
variabili in gioco• Approccio del ricercatore:
interlocutorio, che si mette in discussione. Zazzo parte da ipotesi che non vengono confermate, ma ciò agisce da stimolo per continuare ad indagare su altri fronti
• Presentazione della ricerca: molto personale, ricca di particolari anche su aspetti preparatori, resoconto di un’esperienza di vita del ricercatore.
IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO)
In conclusione: in Zazzo vediamo l’uso dello specchio come
strumento di riflessione del Sé.
Lo specchio può essere usato anche come strumento di riflessione (di pensiero, di apprendimento, di conoscenza,..) sul Sé
IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO)
“Gioco degli specchi” (Grasselli, 2009)Percorso guidato, con bambini di età
prescolare, alla scoperta e alla sperimentazione della propria immagine (e di Sé) allo specchio:
(1) osservarsi attraverso diverse superfici riflettenti, più o meno deformanti: specchio, acqua, superficie di alluminio (sono i punti di vista con cui gli altri ci guardano? I modi diversi con cui la realtà ci riflette la nostra immagine?)
IL SE’ SPERIMENTATO ALLO SPECCHIO
“Gioco degli specchi” (Grasselli, 2009)
(2) Modificare il Sé esterno (che si vede) sulla base del Sé interno (gli stati d’animo), dei ruoli, dell’età: giochi di mimica facciale per esprimere le emozioni (fare finta di..); disegni sopra l’immagine riflessa per immaginarsi in altro modo, età, ecc…
IL SE’ SPERIMENTATO ALLO SPECCHIO
“Gioco degli specchi” (Grasselli, 2009)
(3) Descrizione della propria immagine riflessa da confrontare con le descrizioni degli altri: come mi vedo io (Sé soggettivo) ? Come mi vedono gli altri (Sé oggettivo) ?
(4) Possibilità di vedere, ma anche di essere visti, a insaputa propria e altrui (spazio virtuale?)
IL SE’ SPERIMENTATO ALLO SPECCHIO
IN CONCLUSIONE…
Riflettiamo insieme sul fatto che una delle prime forme di conoscenza che abbiamo di noi stessi è di tipo visivo, grazie allo specchio e al rispecchiamento negli altri
IL SE’ VISTO
• A partire dall’età prescolare, grazie al consolidarsi del linguaggio, il Sé viene indagato attraverso le parole e le descrizioni di sé che i bambini stessi danno.
• Esistono molti strumenti che possono essere impiegati, soprattutto in età scolare, per conoscere le autodescrizioni dei bambini.
IL SE’ DESCRITTO
• Si tratta nella maggior parte dei casi di Questionari di autovalutazione (Self- Report), che riportano una serie di item o affermazioni, su cui i bambini devono esprimere un grado di accordo/disaccordo.
• In sintesi essi valutano la percezione che i bambini hanno di sé (anche percezione di competenze)
IL SE’ DESCRITTO
Alla base di tali questionari si ravvisa una concezione multidimensionale del Sé, che rispecchia la struttura del Sé durante
la fanciullezza:
Un costrutto complesso e differenziato in diverse componenti che il fanciullo distingue e sa poi anche integrare in
un Sé globale
IL SE’ DESCRITTO
Sono molti i questionari di questo tipo. I più usati sono:
• MSCS (Multidimensional Self-Concept Scale) di Bracken, 1992 (in italiano TMA).
• SPPC (Self Perception Profile for Children) di Harter, 1985.
• SDQ (Self Description Questionnaire) di Marsh, 1988 (in italiano QDS).
IL SE’ DESCRITTO
Ci soffermiamo in particolare sull’SDQ di Marsh.
• Ne esistono diverse versioni: età prescolare, età scolare e preadolescenza, adolescenza, età adulta.
• Della versione per l’età scolare e la preadolescenza esiste una validazione per la popolazione italiana (Camodeca et al., 2010)
IL SE’ DESCRITTO (MARSH, 1988)
L’SDQ è stato costruito sulla base di un modello gerarchico e multidimensionale del Sé, tipico della fanciullezza.
• Struttura multidimensionale: il Sé è suddiviso in diverse componenti (diverse immagini di sé relative ai diversi campi di esperienza: sociale, cognitiva, fisica, scolastica,..)
• Struttura gerarchica: tali componenti sono organizzate gerarchicamente (dal Sé globale discendono altre componenti e sottocomponenti)
IL SE’ DESCRITTO: SDQ
L’SDQ è composto da 8 scale, ciascuna delle quali corrisponde ad aree o dimensioni diverse del concetto di sé (tra gli 8 e i 14/15 anni):
1) Apparenza2) Abilità fisiche3) Relazioni coi genitori4) Relazioni coi pari5) Concetto di sé in matematica6) Concetto di sé in “lingua”7) Concetto di sé rispetto alla scuola8) Concetto globale di sè
IL SE’ DESCRITTO: SDQ
L’obiettivo di Camodeca e coll. (2010) risiede nel validare lo strumento per la popolazione italiana, confermare cioè anche nella nostra cultura:
• Validità di costrutto: presenza delle stesse dimensioni
• Affidabilità: se le scale sono internamente coerenti• Attendibilità: se si ottengono stessi risultati anche in
somministrazioni diverse (Test-Retest)• Validità di criterio: se ha senso rispetto a criteri
esterni (età, genere e altre variabili) di cui la letteratura ha informazioni certe riguardo al Sé.
Perché è importante la validazione italiana degli strumenti?
IL SE’ DESCRITTO: SDQ
Noi ci soffermiamo in particolare sugli item delle scale, su come lo strumento è
stato utilizzato e su alcuni dati di ricerche in cui lo strumento è stato usato, e che aggiungono informazioni sul Sé nella
fase evolutiva considerata
IL SE’ DESCRITTO: SDQ
Le 8 scale si compongono complessivamente di 76 itemOgni item prevede una risposta a 5 punti:1= falso2= abbastanza falso3= a volte falso a volte vero4= abbastanza vero4= vero
A punteggi alti corrisponde un concetto di sé più positivo
IL SE’ DESCRITTO: SDQ
SCALA DELLE ABILITA’ FISICHESi riferisce alla percezione che il bambino ha di sé rispetto a giochi di movimento, sport, abilità fisiche.
3) So correre veloce10) Mi piace correre e fare giochi di movimento17) Odio gli sport e i giochi*24) Mi piacciono gli sport e i giochi32) Sono forte40) Sono bravo negli sport48) Riesco a correre per molto tempo senza fermarmi56) Sono un bravo atleta64) Sono bravo a lanciare la palla
IL SE’ DESCRITTO: QDS
SCALA DELL’APPARENZA FISICASi riferisce a come i bambini percepiscono il proprio aspetto ( e credono che gli altri lo percepiscano)1) Sono bello/a8) Mi piace il mio aspetto15) Ho un bel viso22) Sono un bel bambino/una bella bambina30) Sono brutto/a *38) Gli altri bambini pensano che sono bello/a46) Ho un bel corpo54) Sono più bello/a della maggior parte dei miei amici62) Ho dei bei particolari, come il naso, gli occhi e i capelli
IL SE’ DESCRITTO: QDS
SCALA DELLE RELAZIONI CON I PARISi riferisce alla percezione di popolarità, di facilità di interagire con gli altri
7) Ho molti amici14) Per me è facile farmi degli amici21) Gli altri bambini hanno più amici di me * 28) Vado d’accordo con gli altri bambini36) Sto simpatico agli altri44) Gli altri bambini mi vogliono come loro amico52) Ho più amici degli altri bambini60) Sono molto ricercato dai ragazzi della mia età69)Piaccio a quasi tutti gli altri bambini
IL SE’ DESCRITTO: QDS
SCALA DELLE RELAZIONI CON I GENITORISi riferisce alla percezione di accordo, benessere, buone interazioni con i genitori5) I miei genitori mi capiscono12) I miei genitori sono spesso scontenti o delusi di ciò che faccio *19) Mi piacciono i miei genitori26) Piaccio ai miei genitori34) Se un giorno avrò dei figli li vorrò educare come hanno fatto i miei genitori con me42) Io e i miei genitori passiamo molto insieme50) Riesco a parlare bene con i miei genitori58) Vado d’accordo con i miei genitori66) Mi diverto molto con i miei genitori
IL SE’ DESCRITTO: QDS
SCALA DELLE COMPETENZE SCOLASTICHESi riferisce alla percezione generale di sé nel contesto scolastico
2) Sono bravo in tutte le materie9) Mi piace fare i compiti in tutte le materie16) Prendo bei voti in tutte le materie scolastiche23) Odio tutte le materie *31) Imparo velocemente in tutte le materie scolastiche 39) Sono interessato in tutte le materie scolastiche47) Non sono bravo nelle materie scolastiche *55) Sono entusiasta delle materie scolastiche 63) Per me è facile fare i compiti di tutte le materie71) Mi piacciono tutte le materie scolastiche
IL SE’ DESCRITTO: QDS
SCALA DELLE COMPETENZE MATEMATICHESi riferisce alla percezione di sé nelle materie logico-matematiche
6) Odio la matematica * 13) Per me è facile fare i compiti di matematica20) Sono entusiasta della matematica27) Prendo buoni voti in matematica35) Sono interessato/a alla matematica 43) Imparo velocemente la matematica51) Mi piace la matematica59) Sono bravo/a in matematica68) Mi piace fare i compiti di matematica75) Sono lento/a in matematica *
IL SE’ DESCRITTO: QDS
SCALA DELLE COMPETENZE DI ITALIANOSi riferisce alla percezione di sé nella materia di “italiano”
4) Prendo bei voti in italiano 11) Mi piace l’italiano18) Sono bravo/a in italiano25) Sono interessato/a all’italiano33) Non sono molto bravo/a in italiano * 41) Mi piace fare i compiti di italiano49) Per me sono facili i compiti di italiano 57) Sono entusiasta dell’italiano65) Odio l’italiano*73) Imparo velocemente l’italiano
IL SE’ DESCRITTO: QDS
SCALA DEL SE’ GLOBALESi riferisce alla percezione di sé in generale
29) Faccio molte cose importanti 37) In generale non sono bravo/a *45) In generale mi piaccio come sono53) Tutto sommato, sono orgoglioso/a di me61) Riesco a fare bene tutto67) Riesco a fare le cose ugualmente bene delle altre persone70) Gli altri pensano che io sia una brava persona 72) Molti aspetti di me sono buoni74) Sono bravo/a come le altre persone76) Quando faccio qualcosa, la faccio bene
IL SE’ DESCRITTO: QDS
COME E’ STATO APPLICATO IL QDS ?
Partecipanti:781 bambini di età tra gli 8 e i 15 anni451: IV e V elementare 330: I, II e III media409: maschi 372: femmine
Procedura:Somministrazione collettiva in due momenti T1 e T2 (test-retest). A T1 anche nomina dei pari per lo studio della vittimizzazione. A T2 solo parte del campione
Aspetti etico-deontologici
IL SE’ DESCRITTO: QDS
COME E’ STATO APPLICATO IL QDS ?VALIDAZIONE
Le analisi hanno confermato sia la struttura multidimensionale sia la struttura gerarchica del Sé (Sé globale al di sopra delle altre dimensioni; competenza scolastica al di sopra di competenza in matematica e in italiano).
Buona affidabilità: alpha di Cronbach > del 77% in tutte le scale
Attendibilità: valori confermati a T1 e T2
IL SE’ DESCRITTO: QDS
VALIDITA’ DI CRITERIOETA’ E GENERE
Le analisi (della varianza) hanno confermato quanto è già noto in letteratura rispetto al Sé, genere e età:•Ragazzi Medie: punteggi più bassi•Bambini Elementari: punteggi più alti•Femmine: punteggi più alti in italiano•Maschi: punteggi più alti in matematica, abilità fisiche e relazioni con i pari
Cioè, all’aumentare dell’età diminuisce la percezione positiva di sé. Le ragazze hanno una
percezione di sé più bassa
IL SE’ DESCRITTO: QDS
VALIDITA’ DI CRITERIOVITTIMIZZAZIONE
Le analisi (correlazioni) hanno confermato quanto è già noto in letteratura rispetto al concetto di Sé di chi subisce fenomeni di prepotenza: Tutte le scale, in particolare quella della relazione coi pari, coi genitori e l’aspetto fisico, correlano negativamente col punteggio di vittimizzazione.
Cioè, quanto più si subisce prepotenza, tanto meno si ha una percezione positiva di sé.
IL SE’ DESCRITTO: QDS
RIFLESSIONI SUL TIPO DI RICERCA.
Ricerca quasi sperimentale in contesto naturale (scuola): tecnica self-report, controllo parziale delle variabili.
Approccio del ricercatore: oggettivo, distaccato
Presentazione della ricerca: standard per una rivista scientifica di buon livello (premessa teorica, obiettivi e ipotesi, metodologia, risultati e discussione)
IL SE’ DESCRITTO: QDS
IL SE’ DESCRITTOIn conclusione …Riflettiamo insieme sul fatto che, con
l’acquisizione del linguaggio il Sé diventa anche un Sé verbale, e quindi può essere descritto.
Descrizione guidata (risposte chiuse) o descrizione libera (narrazione) ?
La narrazione implica, oltre al linguaggio, anche il pensiero narrativo.
IL SE’ NARRATO
Grazie alla capacità di linguaggio, di memoria, di narrazione e di mentalizzazione,
IL SE’ DIVENTA UN SE’ AUTOBIOGRAFICO, E QUINDI PUO’ ESSERE NARRATO
IL SE’ NARRATO
Lo studio della narrazione come mezzo per arrivare al Sé (Bruner, dagli anni ’80, in Italia Smorti, Confalonieri, Scaratti) si basa sul presupposto che le persone tendono a dare significato e coerenza alla propria vita, attraverso la costruzione di racconti interiorizzati e in continua evoluzione
(ad es. gli IWM, e i “monologhi infantili”
studiati dalla Nelson).
IL SE’ NARRATO
Mentre attribuisce significato agli eventi della propria vita, grazie alla narrazione il soggetto:
• costruisce il proprio Sé (dimensione interna, più individuale)
• lo esprime all’esterno, attraverso il linguaggio (dimensione sociale).
IL SE’ NARRATOLa narrazione è possibile grazie al pensiero
narrativo, che l’individuo acquisisce parallelamente al pensiero logico.
•mentre il pensiero logico opera secondo leggi universali e generali e utilizza procedure di verifica e di falsificazione, il pensiero narrativo interviene quando, di fronte ad un evento insolito, il soggetto cerca di attribuirvi significato, dandovi coerenza.
•il pensiero narrativo opera secondo casi particolari, vicende umane e quotidiane (opinioni, desideri, intenzioni), è per questo radicato nel contesto socioculturale.
IL SE’ NARRATO
PENSIERO LOGICO PENSIERO NARRATIVO
Tipico del ragionamento scientifico
Tipico del ragionamento quotidiano
Libero dal contesto Sensibile al contesto
Costruisce leggi universali Costruisce storie particolari
Validato dalla falsificazione Validato dalla coerenza
Gli eventi sono legati da rapporti di causa/effetto o di correlazione
Gli eventi sono organizzati in sequenza: inizio, svolgimento, conclusione
IL SE’ NARRATO
Secondo Bruner (anni ‘90) l’individuo, da quando acquisisce linguaggio e capacità narrativa, tende a dare significato agli eventi della propria vita organizzandoli in una sequenza coerente e costruendo la propria storia.
In questo modo ha inizio il processo di soggettivazione e mentalizzazione il cui
prodotto è il Sé, o Sé autobiografico
IL SE’ NARRATO
La narrazione quindi è:
• la diretta espressione del pensiero narrativo
• il processo attraverso cui si costruisce il Sé
• un prodotto (resoconto narrativo) che, se analizzato, può svelarci aspetti significativi del Sé
IL SE’ NARRATO
Nella narrazione intesa come prodotto, si possono infatti individuare degli indicatori del Sé, cioè parole che danno indicazioni riguardo allo stato del Sé, al modo in cui
l’individuo si percepisce
IL SE’ NARRATOQuesto è un ambito di indagine del Sé nuovo e
oggi particolarmente fecondo:Studi con bambini di età prescolare: ad es.
su resoconti orali all’interno di conversazioni con l’adulto (ricerca sul “reminiscing”)
Studi con adolescenti: ad es. su resoconti scritti di tipo autobiografico (presentazione di sé)
Studi con adulti: ad es. su resoconti scritti su ruoli e identità professionali, o su narrazioni spontanee sui blog, rispetto a esperienze significative (es. racconto del parto)
IL SE’ NARRATOIn ogni tipo di resoconto narrativo si possono
individuare degli indicatori del SéStudi con bambini di età prescolare: ad
es. su resoconti orali all’interno di conversazioni con l’adulto (Fivush, anni 2000):
• Sé privato• Sé categoriale• Sé relazionale• Termini emotivi• Stati mentali
IL SE’ NARRATO
Studi con adulti, nel caso di narrazioni spontanee sul parto (Barbieri et al. 2012):
Aspetti formali (lessico, sintassi, punteggiatura, struttura narrativa e punto di vista)
Aspetti di contenuto (protagonista, personaggi principali)
Difese
IL SE’ NARRATOStudi con adolescenti
Si tratta di un ambito di ricerca molto interessante:
• Sia per il rilievo che ha il tema dell’identità in adolescenza
• Sia poiché le trasformazioni che avvengono in questo periodo richiedono al soggetto di dare continuamente significato alla propria storia
IL SE’ NARRATO
Bruner ha descritto alcuni indicatori specifici del Sé, espressi da marcatori di tipo linguistico:
AZIONE IMPEGNO RISORSE
RIFERIMENTO SOCIALE COERENZA
QUALITA’ RIFLESSIVITA’ VALUTAZIONE LOCALIZZAZIONE
IL SE’ NARRATO
INDICATORI DI AZIONE
• Sono attività pratiche in cui il soggetto è coinvolto in prima persona, azioni intraprese
• Si esprimono attraverso verbi di movimento (andare, fare, studiare, divertirsi, uscire,..)
Es.: “oltre ad andare a scuola pratico anche uno sport”
IL SE’ NARRATO
INDICATORI DI IMPEGNO
• Indicano adesioni a norme, progetti, iniziative e il coinvolgimento e la partecipazione del soggetto in esse.
• Si esprimono attraverso verbi modali (volere, potere, dovere) o verbi quali scegliere, ripromettersi, impegnarsi, partecipare,..
Es.: “vorrei diventare un bravo atleta”
IL SE’ NARRATO
INDICATORI DI RISORSE
• Rivelano strategie interne (ad es. cognitive) o esterne (sociali) impiegate per raggiungere obiettivi o affrontare delle difficoltà.
• Si esprimono attraverso verbi quali raggiungere, trovare, cavarsela, imparare, riuscire,..
Es.: “adesso cerco sempre di reagire”
IL SE’ NARRATO
INDICATORI DI COERENZA
• Indicano i tentativi di dare coerenza alla presentazione di sé, trovando una logica, soprattutto temporale, che leghi due o più eventi
• Si esprimono attraverso espressioni temporali, avverbi quali (prima, adesso, poi, in un primo momento)
Es.: “ se in un primo momento ero …, adesso invece..”
IL SE’ NARRATO
INDICATORI DI QUALITA’
• Indicano attributi del sé, modi di essere o di sentire, o provare emozioni
• Si esprimono attraverso aggettivi, predicati nominali, verbi descrittivi, termini emotivi
Es.: “ sono un ragazzo aperto, molto socievole”
IL SE’ NARRATO
INDICATORI DI RIFLESSIVITA’
• Indicano la parte metacognitiva del Sé, tentativi d riflessione su di sé
• Si esprimono attraverso verbi quali pensare, considerare, riflettere, accorgersi,..
Es.: “So che non mi sento mai all’altezza delle situazioni”
IL SE’ NARRATO
INDICATORI DI RIFERIMENTO SOCIALE
• Indicano la rete di affetti e legami sociali in cui il soggetto è collocato
• Si esprimono attraverso espliciti riferimenti a persone
Es.: “In famiglia è tutto a posto”
IL SE’ NARRATO
INDICATORI DI VALUTAZIONE
• Indicano la volontà del soggetto di esprimere un giudizio, un commento sugli eventi occorsi o sul proprio modo di essere
• Si rilevano attraverso termini che esprimono un giudizio, quasi dato dall’esterno, come “a detta di molti”, o uso della terza persona
Es.: “Ho solo parlato della mia esperienza, come tante, in fondo”
IL SE’ NARRATO
INDICATORI DI LOCALIZZAZIONE
• Indicano come l’individuo si colloca nel tempo, nello spazio e nella rete sociale
• Si rilevano attraverso termini che esprimono una posizione, o verbi quali vivere, trasferirsi, nascere,..
Es.: “Sono nata a V., il 2 marzo, un martedì alle 13.30”
IL SE’ NARRATO
LE RICERCHE CON ADOLESCENTI
Effettuando l’analisi qualitativa delle narrazioni, a partire dagli indicatori del Sé, sono state condotte varie ricerche
sugli adolescenti, in Italia soprattutto da Confalonieri e collaboratori, dell’Università
Cattolica di Milano.
IL SE’ NARRATO
LE RICERCHE CON ADOLESCENTI
Le narrazioni analizzate erano “presentazioni di sé”, realizzate da adolescenti sulla base della seguente consegna:
“Ti chiedo di provare a raccontare la tua storia, scrivendola come se la dovessi comunicare ad una persona che è interessata a te, ma non ti conosce. Puoi scrivere ciò che vuoi e nel modo che ritieni più opportuno, cercando però di fare
capire all’altro chi sei tu, quali sono le tue caratteristiche e come sei arrivato ad essere
quello che sei.
IL SE’ NARRATO
Dalle ricerche sono emersi innanzitutto dati di carattere generale sugli adolescenti:
Gli adolescenti utilizzano tutti gli
indicatori, ma si descrivono prevalentemente attraverso:
• il riferimento sociale• gli aspetti qualitativi• l’azione
IL SE’ NARRATO
Sono emersi anche dati relativi a età: • All’aumentare dell’età aumentano gli
indicatori di riflessività e diminuiscono quelli di azione
e genere:
• Le ragazze utilizzano più dei maschi indicatori di qualità, riflessività e valutazione.
IL SE’ NARRATO
Sono state condotte anche ricerche su gruppi particolari di adolescenti:
Ad es., giovani che fanno volontariato (Venturelli, Majorano e Corsano, 2009):
I giovani che fanno volontariato utilizzano maggiormente indicatori di:
• Azione• Impegno• Risorse
IL SE’ NARRATO
Sono state condotte anche ricerche su gruppi particolari di adolescenti:
Ad es., giovani che vivono in comunità di accoglienza, confrontati con giovani che vivono in famiglia (Confalonieri, 2004)
125 “storie di vita” in famiglia, confrontate con 98 “storie di vita” in comunità
IL SE’ NARRATO
Giovani che vivono in comunità di accoglienza/ famiglia
Entrambi i gruppi usano tutti gli indicatori, ma soprattutto:
• Riferimento sociale• Qualità• Azione• Valutazione
IL SE’ NARRATO
Giovani che vivono in comunità di accoglienza/ famiglia
I giovani in comunità usano:
• Più localizzazione• Più riferimento sociale• Più riferimento alla famiglia (rif. sociale)• Meno riferimento agli amici (rif. sociale)• Più forme verbali al passato
IL SE’ NARRATO
Riflessioni sul tipo di ricercheRicerca qualitativa: basata sull’analisi del
contenuto
Approccio del ricercatore: biografico, cioè attento a vedere lo sviluppo come una particolare storia di vita
Presentazione della ricerca: viene lasciato molto spazio alle parole dei singoli soggetti
NARRARE IL SE’ E RACCONTARE LO
SVILUPPOIn conclusione…
• Riflettiamo sul fatto che non solo il Sé ma tutto lo sviluppo può essere indagato secondo un approccio autobiografico
• Raccontare lo sviluppo, piuttosto che indagare lo sviluppo.