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Elena Mandelli, laureata in Scienze dell’educazione presso l’Università degli Studi di Verona con una tesi intitolata: Bagaasu tukkikat. Migranti senegalesi e rimesse nel territorio di Bergamo”, è dottoranda in Beni Culturali e Territorio, ambito geografico, presso lo stesso ateneo. Ha focalizzato le sue ricerche sulle donne senegalesi e sugli effetti geografici in Italia e in Senegal del loro processo migratorio. Paola Marazzini, laureata in Pedagogia, è stata assegnista di ricerca per uno studio sui paesi in via di sviluppo. I suoi interessi di ricerca sono geografia umana, immigrazione e sottosviluppo. Il Mali è il paese a cui dedica più attenzione. Attualmente collabora a progetti di ricerca presso l’Università degli Studi di Verona. Vincent Togo. Dottore di ricerca in fisica nucleare e subnucleare all’Università di Bologna. Autore di libri di favole multietniche, è impegnato nel volontariato per la tutela del diritto allo studio dei bambini in Mali e, in Italia, per la promozione di cultura e arte di collettività maliane (soprattutto dei dogon). Responsabile in Italia del progetto TOKTEN dell’ONU, tiene seminari e lezioni all’Università di Bamako.

Africa occidentale. ritratto di un africa che cambia

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Elena Mandelli, laureata in Scienze dell’educazione presso l’Università degli Studi di

Verona con una tesi intitolata: “Bagaasu tukkikat. Migranti senegalesi e rimesse nel

territorio di Bergamo”, è dottoranda in Beni Culturali e Territorio, ambito geografico, presso

lo stesso ateneo. Ha focalizzato le sue ricerche sulle donne senegalesi e sugli effetti

geografici in Italia e in Senegal del loro processo migratorio.

Paola Marazzini, laureata in Pedagogia, è stata assegnista di ricerca per uno studio sui

paesi in via di sviluppo. I suoi interessi di ricerca sono geografia umana, immigrazione e

sottosviluppo. Il Mali è il paese a cui dedica più attenzione. Attualmente collabora a progetti

di ricerca presso l’Università degli Studi di Verona.

Vincent Togo. Dottore di ricerca in fisica nucleare e subnucleare all’Università di Bologna.

Autore di libri di favole multietniche, è impegnato nel volontariato per la tutela del diritto

allo studio dei bambini in Mali e, in Italia, per la promozione di cultura e arte di collettività

maliane (soprattutto dei dogon). Responsabile in Italia del progetto TOKTEN dell’ONU, tiene

seminari e lezioni all’Università di Bamako.

Fifty years after independence and over twenty years after the end of the Cold War, the states of West Africa once more find themselves at a new critical juncture. After the stagnation of one-party and military rule in the Cold War era, pressure from Western donors and the predominant post-Cold War global liberal discourse led to a wave of democratisation and state reform across West Africa. There is, however, a wide discrepancy as to the results of this process. From recent military coups in Niger, Mali and Guinea-Bissau, through post-conflict reconstruction in Liberia and Sierra Leone to apparently deepening democratic consolidation in Ghana and Senegal, there is a range of experience. There is also much evidence that the old political logics of ethno-regionalism and patron-clientelism remain the predominant political modus operandi of governments and societies in even the most stable cases. The juncture, however, is created by the arrival of China, India and other powers which has begun to upset Western dominance. The promotion of liberalism may not have been displaced, but the new multipolarity of foreign interest at least creates a fresh dynamic to which West African governments are already beginning to respond.

David Harris, Senior Teaching Fellow – School of Oriental and African

Studies (SOAS) London.

Un ouvrage sur l’Afrique occidentale ne serait d’aucune utilité si elle ne replaçait pas cette partie du continent noir dans le temps du monde selon l’heureuse formule de l’éminent philosophe sénégalais, Djbril Samb. C’est ce qu’ont compris mes collègues italiens qui, après avoir présenté les territoires qui composent ce vaste sous ensemble, ont mis un accent particulier sur les grandes questions de l’heure et /ou les tendances qui s’y dessinent. C’est assurément à une nouvelle forme d’approche géographique que nous convient Emanuela Gamberoni, Filippo Pistocchi et collaborateurs. Une démarche géographique fondée sur la rigueur d’une approche ouverte aux autres disciplines mais qui ne se laisse pas phagociter. Les thèmes originaux qui sont abordés par les auteurs permettent aussi bien à l’initié qu’au débutant de répondre à ses interrogations sur un continent riche de sa culture et ouverte aux influences extérieures qui ne la dénaturent pas. Il ne fait aucun doute cet ouvrage fera date dans une péninsule italienne assoifée d’informations sur les populations africaines qu’elle ne cesse d’attirer en raison de sa légendaire tradition d’hospitalité et de tolérance qui trouve leurs fondements dans l’attachement au respect des droits de l’homme.

Papa Demba Fall , Senior Researcher – Laboratoire de Géographie IFAN,

Université Cheikh Anta Diop de Dakar Executive Director of REMIGRAF (Research Network on African International Migration)

La geografia italiana torna in Africa: finalmente la realtà di un Continente così complesso e articolato, percorso da problemi giganteschi ma depositario di opportunità di altrettanta ampiezza, alimenta l’interesse scientifico che si riconosce nel metodo e negli obiettivi di indagine della geografia praticata nel nostro paese con risultati promettenti sotto il profilo dell’ulteriore ampliamento ma, in particolare, dello spessore dei risultati raggiunti. Tale è il caso di questo volume che racchiude e presenta lo sforzo di due brillanti studiosi i quali hanno dedicato le loro energie a cogliere le dinamiche geografiche di un’Africa che cambia, focalizzando sulla sezione occidentale di quel Continente. Emanuela Gamberoni e Filippo Pistocchi, avvalendosi di frequentazioni sul campo, oltre che di una ricca e selezionata bibliografia internazionale, dopo aver tracciato un documentato profilo dei paesi che organizzano statualmente l’Africa occidentale, ricompresa nel quadrilatero Mauritania, Niger, Liberia e Nigeria, entrano anzitutto nell’argomentazione attorno alla dimensione politica e strategica dell’organizzazione territoriale della regione, rilevandone i punti di criticità e mostrando come alla stessa sia da richiedere la fondamentale sintassi del suo divenire geografico. Una sintassi che organizza un costrutto che mal riesce a conciliare le scale dei processi che riguardano i singoli paesi, e l’area che li ricomprende, e che induce una oscillazione continuamente destabilizzante tra tradizione e innovazione, con rimandi mai veramente elaborati in forme specifiche e sempre soggetti a tensione e fratture. Se la prospettiva politica e geopolitica è chiave interpretativa essenziale, d’altra parte non meno dirimente è quella culturale, tanto che nella economia complessiva delle pagine che seguono, alla geografia culturale è affidato lo scandaglio di profondità e la rivelazione della autenticità di percorsi solo apparentemente indecifrabili. Con ciò riandando a una tradizione di indagine geografica che contribuisce certamente a far apprezzare al meglio questo volume.

Franco Salvatori, Presidente Società Geografica Italiana

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