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A1
Genova, 10 Dicembre 2009
RISCHI EMERGENTI IN AZIENDA: LA VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI PSICOSOCIALI
ESPERIENZE DI VALUTAZIONE DEI RISCHI PSICOSOCIALI IN
DIVERSI CONTESTI AZIENDALI Dott. Massimo Servadio: Psicologo del Lavoro, RSPP, Coordinatore Nazionale AIFOS gruppo di studio
sullo stress lavoro correlato, Formatore e Consulente Aziendale in materia di Rischi Psicosociali – [email protected]
Dott.ssa Priscilla Dusi: Psicologo del Lavoro, RSPP, Formatore e Consulente Aziendale in materia di Rischi Psicosociali – [email protected]
Genova, 10 Dicembre 2009
RISCHI EMERGENTI IN AZIENDA: LA VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI PSICOSOCIALI
ESPERIENZE DI VALUTAZIONE DEI RISCHI PSICOSOCIALI IN
DIVERSI CONTESTI AZIENDALI Dott. Massimo Servadio: Psicologo del Lavoro, RSPP, Coordinatore Nazionale AIFOS gruppo di studio
sullo stress lavoro correlato, Formatore e Consulente Aziendale in materia di Rischi Psicosociali – [email protected]
Dott.ssa Priscilla Dusi: Psicologo del Lavoro, RSPP, Formatore e Consulente Aziendale in materia di Rischi Psicosociali – [email protected]
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PUNTO DI PARTENZA: LEGGI, LINEE PUNTO DI PARTENZA: LEGGI, LINEE GUIDA E NORME DI RIFERIMENTOGUIDA E NORME DI RIFERIMENTO
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D. LGS. 81/08 - D.LGS. 106/09D. LGS. 81/08 - D.LGS. 106/09
UNICO TESTO DI RIFERIMENTOSULLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO
Sezione IIValutazione dei rischi
Articolo 28Oggetto della valutazione dei rischi
“1. La valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’accordo europeo dell’8 ottobre 2004, e quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, nonché quelli connessi alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri paesi e quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale….”
Scadenza 1 agosto 2010
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ACCORDO EUROPEO 08/10/04ACCORDO EUROPEO 08/10/04
“(Accordo siglato da CES - sindacato Europeo; UNICE-“confindustria europea”; UEAPME - associazione europea artigianato e PMI; CEEP - associazione europea delle imprese partecipate dal pubblico e di interesse economico generale) …”
Lo stress è uno stato di malessere "che si manifesta con sintomi fisici, psichici o sociali legati all´incapacità delle persone di colmare uno scarto tra i loro bisogni e le loro aspettative e la loro attività lavorativa", ma "non è una malattia", anche se "una esposizione prolungata allo stress può diminuire l´efficienza lavorativa e causare problemi di salute". Così riporta il testo dell´accordo europeo quadro firmato l´8 ottobre 2004 dalle quattro maggiori organizzazioni europee di lavoratori ed imprenditori, e precisamente la Confederazione europea dei sindacati - CES, l’ Unione delle confederazioni industriali d´Europa - UNICE, l’Unione europea dell´artigianato e delle PMI - UEAPME e il Centro europeo delle imprese pubbliche e delle imprese di interesse economico generale - CEEP),
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CHI SONO I SOGGETTI A RISCHIO?
TUTTE LE PERSONE• Qualsiasi settore• Qualsiasi azienda• Qualsiasi dimensione
aziendale• Qualsiasi tipo di contratto
ACCORDO EUROPEO 08/10/04ACCORDO EUROPEO 08/10/04
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UNI EN ISO 10075-1: estensione della norma UNI ISO 6385; 1981, tratta il campo di applicazione del carico di lavoro mentale.
UNI EN ISO 10075-2: linee guida per la progettazione dei sistemi di lavoro, progettazione dei compiti, attrezzature, posti di lavoro.
UNI EN ISO 10075-3: requisiti degli strumenti di misura del carico di lavoro mentale
NORME UNI EN ISO 10075: CARICO DI LAVORO MENTALE
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Il modello deve essere contestualizzabile e adattabile alla specifica impresa.
Il focus deve essere su una definita popolazione lavorativa, posto di lavoro, o gruppi di
attività
La strategia per la riduzione dei rischi deve essere basata sulle evidenze e sulla pratica,
l’approccio deve essere sistematico, partecipativo, e basato sul dialogo sociale, il processo
deve essere continuo e parte della normale attività delle imprese
Enfasi sulla prevenzione primaria, focalizzata sull’organizzazione in quanto generatrice di
rischio.
LINEE GUIDA ISPELS 2009LINEE GUIDA ISPELS 2009Aspetti chiaveAspetti chiave
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Deve essere basata su dati raccolti tramite indagini, discussioni, osservazioni
Trattare le informazioni a livello di gruppo e non come insiemi di punti di vista individuali
Lo stile di leadership è particolarmente importante, specialmente in relazione al mobbing
Può essere dedotta una scala di priorità rispetto alle misure di contenimento dei rischi
valutati
LINEE GUIDA ISPELS 2009LINEE GUIDA ISPELS 2009La Valutazione del rischioLa Valutazione del rischio
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SVILUPPI DI UN PIANO D’AZIONE
Deve essere focalizzato sull’organizzazione e sui gruppi sociali che la compongono, le misure dirette ai lavoratori devono essere complementari, e dirette ai lavoratori già colpiti
da stress.
IMPLEMENTAZIONE DEL PIANO D’AZIONE
Deve essere previsto un monitoraggio sistematico, che deve anche essere valutato nei suoi effetti in base a diverse fonti.
RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA E GESTIONE DEL RISCHIO
PSICOSOCIALE
Formazione per migliorare la consapevolezza dei rischi psicosocialiIntegrare le tematiche psicosociali in strategie, piani, processi di sviluppo organizzativo
LINEE GUIDA ISPELS 2009LINEE GUIDA ISPELS 2009La Valutazione del rischioLa Valutazione del rischio
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I contenuti dell’intervento devono essere basati sull’evidenza e su solide teorie
scientifiche
Gli strumenti devono essere adattati alla specificità dell’organizzazione
Gli interventi devono essere concordati tra azienda e lavoratori
Processo di comunicazione continua tra gli stakeholders
Deve essere sviluppata una strategia di misurazione degli effetti degli interventi
La valutazione dei rischi deve essere fatta utilizzando diversi metodi e non un solo
metodo standard
LINEE GUIDA ISPELS 2009LINEE GUIDA ISPELS 2009Linee guida per le buone pratiche stress lavoro correlatoLinee guida per le buone pratiche stress lavoro correlato
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Gli interventi rivolte alle tematiche psicosociali sul posto di lavoro possono essere suddivisi in tre categorie:
livello individuale;livello di interfaccia individuale-organizzativa;
livello organizzativo.
Gli interventi a livello individuale hanno spesso l’obiettivo di ridurre lo stress tra coloro che ne hanno già i sintomi. Essi mirano ad accrescere l’abilità dell’individuo di affrontare lo
stress. A livello di interfaccia individuale-organizzativa, gli interventi potrebbero mirare, ad
esempio, al miglioramento delle relazioni intercorrenti sul lavoro tra i lavoratori e la direzione aziendale o al miglioramento dell’ “adattamento persona-ambiente”.
Gli interventi a livello organizzativo affrontano le cause alla radice dello stress sul lavoro; gli interventi sono diretti,ad esempio, ai cambiamenti nella struttura dell’organizzazione o a
fattori fisici ed ambientali.
AGENZIA EUROPEA PER LA SALUTE E SICUREZZA SUL AGENZIA EUROPEA PER LA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO – 2002 Gli Interventi di Prevenzione e LAVORO – 2002 Gli Interventi di Prevenzione e ProtezioneProtezione
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““BOZZA” NORME UNI EN ISOBOZZA” NORME UNI EN ISO
a) Metodo “data based” (ricorre ai dati presenti in letteratura e nell’archivio
aziendale) – INDICATORI OGGETTIVI
b) Metodo osservativo o diretto (viene osservato lo svolgimento delle attività
lavorative) - OSSERVAZIONE
c) Metodo soggettivo o indiretto (partecipativo, psicometrico) – INTERVISTE,
QUESTIONARI-FOCUS GROUP
A partire da un orientamento (o modello concettuale) che presuppone la compliance
del management aziendale e la partecipazione attiva dei lavoratori.
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ESEMPI DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS-LAVORO CORRELATO
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CARATTERISTICHE AZIENDALI
• SETTORE: Energia• NUMEROSITÀ ORGANICO: > 1.000 persone• SUDDIVISIONE IN MANSIONI: 10 macro mansioni• REGIONE: Sede centrale: Piemonte
CASO 1CASO 1 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 LAVORATORI LAVORATORI
2 STEP DI VALUTAZIONE
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STEP 1:
VALUTAZIONE PRELIMINARE
CASO 1CASO 1 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 LAVORATORI LAVORATORI
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1. OBIETTIVI DELLA VALUTAZIONE La presente valutazione denominata “valutazione preliminare del rischio stress lavoro-
correlato, vuole portare un contributo di primo livello nella individuazione delle eventuali aree di rischio e dei conseguenti principali fattori scatenanti il rischio in oggetto in accordo con quanto disciplinato dall’at. 28 del D.Lgs. 81/08.
La valutazione in oggetto presenta quindi i seguenti obiettivi:• Individuare le eventuali aree aziendali e/o gli eventuali luoghi di lavoro all’interno dei quali i
lavoratori si trovano a rischio stress lavoro-correlato,• Individuare per ogni macro mansione aziendale i principali fattori di stress, definirne un livello di
rischio;• Individuare i gruppi di lavoratori (secondo il criterio della suddivisione in macro mansioni e in
aree di lavoro) che necessitano di una valutazione approfondita del rischio stress lavoro correlato;
• Definire un arco temporale entro il quale si realizzerà l’eventuale secondo step di valutazione sulle macromansioni che lo necessitano.
CASO 1CASO 1 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 LAVORATORI LAVORATORI
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2. CRITERI DI VALUTAZIONE ADOTTATI (1/3)
La metodologia di lavoro che xxxxxxxxxxx ha concordato con PRIMA Training & Consulting s.r.l., Società che ha co-realizzato con xxxxxxxxxx la seguente valutazione preliminare, ha visto la realizzazione sul campo del metodo oggettivo e del metodo soggettivo (si veda pag. …) aventi queste caratteristiche tecniche:
METODO OGGETTIVO: analisi oggettiva di specifici indicatori (vedi allegato A) rilevati mediante consultazione di archivi cartacei aziendali (ad es. organigramma aziendale, analisi sugli infortuni aziendali, rilevazioni dell’indice di turn over e di quello relativo all’assenteismo) e interviste a testimoni privilegiati
METODO SOGGETTIVO: percezioni dei singoli lavoratori su fattori stress lavoro-correlato (stressors), sugli effetti del medesimo sulla propria salute (strain), e sulle differenze eventuali legate alla macro-mansione di appartenenza mediante la realizzazione di interviste individuali (vedi allegato A)
CASO 1CASO 1 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 LAVORATORI LAVORATORI
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2. CRITERI DI VALUTAZIONE ADOTTATI (2/3)
Per quanto riguarda il giudizio di rischio si è ricorso al metodo utilizzato da xxxxxxxxxxxx per la valutazione di tutti i rischi. Il metodo presenta le seguenti caratteristiche:
tre fasce di rischio (alto, medio, basso);
giudizio BASSO in presenza di esposizione al fattore di pericolo con individuazione di un rischio ritenuto controllabile mediante la sola informazione periodica, manutenzione regolare, nessun obbligo di sorveglianza sanitaria (non in grado di comportare malattie professionali), richiedente un monitoraggio ed aggiornamento secondo le cadenze minime;
giudizio MEDIO assegnato sempre in corrispondenza di fattori di rischio che POTREBBERO richiedere la sorveglianza sanitaria in quanto l’esposizione al rischio residuo potrebbe comportare una malattia professionale o quando i fattori di rischio infortunistico non sono sempre controllabili con interventi strutturali/organizzativi
giudizio ALTO assegnato nel caso in cui si necessitino urgenti interventi prevenzionistici correttivi
CASO 1CASO 1 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 LAVORATORI LAVORATORI
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3. DEFINIZIONE DEL LIVELLO DI RISCHIO PER MANSIONE
Sempre in ragione delle caratteristiche aziendali di xxxxxxxxxxxx, della sua cultura e della numerosità dei lavoratori sono state individuate 10 macro mansioni così articolate:
DIRIGENTERESPONSABILE DI AREA
RESPONSABILE OPERATIVOIMPIEGATO AMMINISTRATIVO
IMPIEGATO TECNICO………………….
……………………….. Ecc.delle quali daremo una descrizione dell’analisi delle interviste e una finale valutazione del
livello di rischio nei paragrafi a seguire. Prima di questo però, procediamo con la descrizione dell’analisi dei fattori oggettivi e
soggettivi relativi a tutta XXXXXXXXX, portando, dove è possibile, considerazioni di raffronto sulle varie Aree di Lavoro aziendali.
CASO 1CASO 1 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 LAVORATORI LAVORATORI
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4. MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE INDIVIDUATE
Per gli aspetti legati allo stress-lavoro correlato, in questa organizzazione non si rilevano alla data odierna particolari forme di estremo disagio comportanti l’emergere di patologia di stress correlata al lavoro (non emergono livelli di rischio ALTO).Nonostante il suddetto dato, dalle elaborazioni realizzate emerge per alcune macro mansioni rispetto al rischio da stress lavoro correlato un livello di rischio MEDIO (…………. Esplicitazione macro mansioni…..) per le quali bisognerà proseguire con un approfondimento valutativo.
Per tutte le altre macro mansioni, invece, è comunque necessario un costante controllo della situazione in atto e l’implementazione di misure di prevenzione adeguate.A tal proposito, in riferimento all’ACCORDO BILATERALE EUROPEO SULLO STRESS del 08/10/2004 e prendendo in esame i risultati emersi, le misure di prevenzione da adottare si esplicitano in:
CASO 1CASO 1 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 LAVORATORI LAVORATORI
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l’informazione e formazione dei lavoratori sul rischio da stress-lavoro correlato, al fine di migliorare la consapevolezza e la loro comprensione nei confronti dello stress, delle sue possibili cause e del modo in cui affrontarlo;
Costante monitoraggio dei rischio attraverso colloqui frequenti con i lavoratori stessi, il Medico Competente, attraverso le riunioni periodiche, in accordo con gli RLS e tramite l’intervento di professionisti esterni che utilizzeranno opportuni strumenti di rilevazione specifici per la realtà in esame.
Progettazione di piani di miglioramento rispetto ai fattori (stressors) risultati potenzialmente più critici, prima a livello generale secondo le esigenze riscontrate dall’intera organizzazione (Valutazione del lavoro svolto, possibilità di sviluppo professionale/personale:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::. Ecc.) ), poi prendendo in considerazione i bisogni di ogni singola mansione (si rimanda ai singoli paragrafi).
CASO 1CASO 1 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 LAVORATORI LAVORATORI
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5. CONCLUSIONIConseguentemente a tale risultato, a conclusione del documento di valutazione
preliminare del rischio stress lavoro-correlato il Datore di Lavoro stabilisce che la valutazione stessa:
sarà oggetto di verifica e di riesame, con frequenza almeno biennale, salvo interventi di modifica o cambiamenti sostanziali sulla cultura organizzativa, organizzazione del lavoro, procedure e metodologie di lavoro, tipologia di lavoro, strumenti di lavoro ed in generale su quanto altro possa influenzare il livello valutato di rischio stress lavoro correlato per quanto concerne le macro mansioni con giudizio di livello di rischio basso.
Sarà oggetto di lettura e riflessioni per implementare un piano di approfondimento valutativo per quanto concerne le macro mansioni risultanti avere un livello di rischio medio, da realizzare entro 6 mesi dalla presente.
CASO 1CASO 1 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 LAVORATORI LAVORATORI
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STEP 2:
APPROFONDIMENTO VALUTATIVO
CASO 1CASO 1 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 AZIENDA DEL SETTORE ENERGIA >1000 LAVORATORI LAVORATORI
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• MANSIONE R• MANSIONE C• MANSIONE O• MANSIONE M
ATTRAVERSO LA REALIZZAZIONE DI 12 FOCUS GROUP IN DUE SEDI DEL NORD E SUD D’ITALIA
MACRO MANSIONI OGGETTO DELL’APPROFONDIMENTO MACRO MANSIONI OGGETTO DELL’APPROFONDIMENTO VALUTATIVO E METODOLOGIA DI INTERVENTOVALUTATIVO E METODOLOGIA DI INTERVENTO
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FATTORI DI RISCHIO PERCEPITI
• Responsabilità affidate
• Gestione personale, clienti, fornitori
• Sicurezza su lavoro– Situazioni critiche– Mancanza di tempo– Sovraccarico lavorativo
• Raggiungimento degli obiettivi aziendali• Reperibilità continua• Coordinamento e controllo sul lavoro svolto dai colleghi• Coordinamento triangolare tra Azienda, cliente e lavoratori
MANSIONE RMANSIONE R
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• Risultati emersi allineati alla valutazione preliminare
• Conferma un livello MEDIO di rischio stress lavoro correlato– Secondo approfondimento valutativo
M4M4
M4M4: Giudizio di rischio medio alto che richiede azioni di miglioramento di tipo organizzativo, organizzativo-individuale e individuale legate sia a
interventi strutturali sia a interventi inerenti al fattore umano da realizzarsi nel medio periodo
GIUDIZIO DI RISCHIO
MANSIONE RMANSIONE R
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• LIVELLO ORGANIZZATIVO– Analisi della conoscenza dei processi formativi a disposizione– Analisi dei carichi di lavoro– Verifica adeguatezza strumentazione tecnica
• LIVELLO DI INTERFACCIA INDIVIDUALE-ORGANIZZATIVO– Percorso di coaching di gruppo per MANSIONE R E MANSIONE C
• LIVELLO INDIVIDUALE– Percorso di approfondimento sulla gestione dello stress lavorativo
AZIONI DI MIGLIORAMENTO
MANSIONE RMANSIONE R
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• Gestione dei turni a ciclo continuo• Sovraccarico lavorativo, dovuto secondo i più ad inadeguato numero di personale addetto
presente• Inadeguatezza circa gestione turni e carichi di lavoro influenzata da presunto mancato
coinvolgimento delle persone direttamente interessate nell’organizzazione degli stessi• Competenza professionale: scarsa possibilità di formazione, relegata ad occasionali
diffusioni di informazione tra colleghi ed esperienza sul campo di quelli più esperti• Progressiva richiesta di polivalenza
– Le attività operative assegnate non sempre appaiono chiare e definite• Adeguatezza tecnologica: alcuni impianti obsoleti e di scarsa efficienza,
– manutenzione non orientato da criteri programmatici, bensì di gestione dell’emergenza e della contingenza
• Specificità a seconda delle aree
MANSIONE 0MANSIONE 0
FATTORI DI RISCHIO PERCEPITI
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• Risultati emersi allineati alla valutazione preliminare
• Conferma un livello MEDIO di rischio stress lavoro correlato
– Secondo approfondimento valutativo
M1M1
M1M1: giudizio di rischio medio basso che richiede azioni di miglioramento di tipo organizzativo legate a interventi
strutturali nel medio periodo
GIUDIZIO DI RISCHIO
MANSIONE 0MANSIONE 0
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• LIVELLO ORGANIZZATIVO
– Analisi della conoscenza dei processi formativi a disposizione
– Analisi dei carichi di lavoro
– Verifica adeguatezza strumentazione tecnica
– Costruzione profili di competenze
– Verifica implementazione manutenzione preventiva/programmata
AZIONI DI MIGLIORAMENTO
MANSIONE 0MANSIONE 0
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CARATTERISTICHE AZIENDALI
• SETTORE: Trasporti• NUMEROSITÀ ORGANICO: cc 494 persone• SUDDIVISIONE IN MANSIONI: 6 macromansioni• REGIONE: Liguria
CASO 2CASO 2 AZIENDA DI TRASPORTI AZIENDA DI TRASPORTI CIRCA 500 LAVORATORI CIRCA 500 LAVORATORI
STEP UNICO DI VALUTAZIONE
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CRITERI DI VALUTAZIONE ADOTTATI
Integrazione dell’utilizzo del metodo osservativo, oggettivo e del metodo soggettivo aventi queste caratteristiche tecniche:
METODO OSSERVATIVO: analisi del ciclo produttivo attraverso l’osservazione diretta di alcune mansioni e l’osservazione indiretta (attraverso colloqui con stakeholders di riferimento: RSPP, Datore di Lavoro Delegato, ASPP, Dirigente Funzione Personale, Coordinatore Funzione Personale, Medico Competente, Consulenti esperti nella tematica in oggetto, ecc. e lettura di manuali di riferimento) di altre.
METODO OGGETTIVO: analisi oggettiva di specifici indicatori rilevati mediante consultazione di archivi cartacei aziendali (ad es. organigramma aziendale, analisi sugli infortuni aziendali, manuale della qualità, conteggio dei turni di guida, rilevazioni dell’indice di turn over e di quello relativo all’assenteismo, relazione annuale del Medico Competente, risultati indagini passate,) e interviste con valore di conferma dei dati oggettivi rilevati tramite colloqui a testimoni privilegiati.
METODO SOGGETTIVO: percezioni dei singoli lavoratori su fattori stress lavoro-correlato (stressors) rilevate mediante la somministrazione guidata di un questionario di rilevazione in più giornate/sedi di lavoro.
CASO 2CASO 2 AZIENDA DI TRASPORTI AZIENDA DI TRASPORTI CIRCA 500 LAVORATORI CIRCA 500 LAVORATORI
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Tale percorso di valutazione multi-metodo è stato realizzato tramite un approccio approfondito:
• Incontro preliminare con la Direzione Aziendale e i soggetti del Sistema di Prevenzione e Protezione a scopo conoscitivo e per definire il piano generale di progettazione lavori.
• Adattamento del questionario di valutazione sulla base delle mansioni presenti in azienda al fine di indagare i fattori generali e quelli specifici settoriali e di definire gruppi di mansioni (raggruppabili per similarità di tipologia di attività lavorativa) pur garantendo l’anonimato ai rispondenti.
• Incontro di presentazione e validazione del questionario e della procedura di somministrazione da parte del Medico Competente e degli RLS.
• Organizzazione della giornate di somministrazione cercando di garantire la massima qualità nel processo di valutazione del rischio senza interrompere il ciclo di produttività aziendale.
CASO 2CASO 2 AZIENDA DI TRASPORTI AZIENDA DI TRASPORTI CIRCA 500 LAVORATORI CIRCA 500 LAVORATORI
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Segue …
• Somministrazione dei questionari rivolta a tutti i lavoratori.
• Inserimento ed elaborazione dati da parte di PRIMA T&C.
• Realizzazione di interviste e workshop con gli appartenenti al gruppo di lavoro per la raccolta dei dati derivati dall’utilizzo del metodo osservativo e del metodo oggettivo.
• Stesura del DVR da parte di PRIMA T&C.
• Presentazione dei risultati emersi da parte di PRIMA T&C e briefing sulle possibili azioni di miglioramento in collaborazione con la direzione Aziendale e delle figure del Sistema di Prevenzione e Protezione.
CASO 2CASO 2 AZIENDA DI TRASPORTI AZIENDA DI TRASPORTI CIRCA 500 LAVORATORI CIRCA 500 LAVORATORI
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GIUDIZIO DI LIVELLO DI RISCHIO:
BASSO: in presenza di esposizione al fattore di pericolo con individuazione di un rischio ritenuto controllabile mediante la sola informazione periodica, l’utilizzo corretto di adeguati strumenti di lavoro, nessun obbligo di sorveglianza sanitaria, richiedente un monitoraggio ed aggiornamento secondo le cadenze minime, influenzato dal fattore umano ma comunque controllato efficacemente mediante l’adozione adeguata di misure organizzative e strutturali. Livello di rischio che deve essere costantemente tenuto sotto controllo tramite il monitoraggio annuale degli indicatori oggettivi e la relazione annuale del Medico Competente.
MODERATO: in presenza di esposizione al fattore di pericolo con individuazione di un rischio ritenuto controllabile mediante la sola informazione e formazione periodica, l’utilizzo corretto di adeguati strumenti di lavoro, nessun obbligo di sorveglianza sanitaria, richiedente un monitoraggio ed aggiornamento secondo le usuali cadenze, ma comunque influenzato dal fattore umano in quanto la specifica adozione di misure organizzative e strutturali non risulta sufficiente a limitare l’effettiva possibilità di esposizione al rischio. Livello di rischio che deve essere costantemente tenuto sotto controllo tramite il monitoraggio annuale degli indicatori oggettivi, la relazione annuale del Medico Competente e l’adozione delle misure preventive riportate nel paragrafo di riferimento.
CASO 2CASO 2 AZIENDA DI TRASPORTI AZIENDA DI TRASPORTI CIRCA 500 LAVORATORI CIRCA 500 LAVORATORI
A36
GIUDIZIO DI LIVELLO DI RISCHIO:
MEDIO/SIGNIFICATIVO: in presenza di esposizione al fattore di pericolo con individuazione di un rischio ritenuto non del tutto controllabile mediante la sola informazione e formazione periodica, l’utilizzo corretto di adeguati strumenti di lavoro, e che potrebbe necessitare di interventi correttivi e di sorveglianza sanitaria nel medio-lungo periodo, fortemente influenzato dal fattore umano in quanto la specifica adozione di misure organizzative e strutturali non risulta sufficiente a limitare l’effettiva possibilità di esposizione al rischio. Livello di rischio che necessita di adozione di misure preventive e di protezione nel breve periodo e che a seconda dei relativi risultati potrebbe necessitare della sorveglianza sanitaria e della realizzazione di sostanziali azioni di miglioramento.
ALTO: in presenza di esposizione al fattore di pericolo con individuazione di un rischio che necessita di urgenti interventi prevenzionistici e protezionistici correttivi a fronte dei quali intervenire sia sul fattore organizzativo che su quello umano e che dalla valutazione preliminare sembra esigere la sorveglianza sanitaria. Giudizio che necessita di apportare azioni di miglioramento nel breve periodo, tra le quali l’obbligo di sorveglianza sanitaria.
CASO 2CASO 2 AZIENDA DI TRASPORTI AZIENDA DI TRASPORTI CIRCA 500 LAVORATORI CIRCA 500 LAVORATORI
A37
CONCLUSIONI
CASO 2CASO 2 AZIENDA DI TRASPORTI AZIENDA DI TRASPORTI CIRCA 500 LAVORATORI CIRCA 500 LAVORATORI
• Si è definito un giudizio di livello di rischio per tutte le mansioni oggetto di indagine
• Sono state definite delle azioni di miglioramento mirate a seconda dell’esito della valutazione (giudizio di livello di rischio e fattori di rischio riscontrati
• Gli esiti sono stati restituiti, discussi e validati dal management aziendale e dai componenti del Servizio di Prevenzione e Protezione
A38A.I.S. GroupA.I.S. Group
A.I.S. S.c.r.l.A.I.S. S.c.r.l. Prima S.r.l.Prima S.r.l.Piazza Rossetti, 3B/1
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