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 È la parte più divertente e creativa del tr at- tamento del bianconero. Per cominciare non serve una grande attrezzatura: basta un ingranditore, tre bacinelle, carta da stam- pa e i liquidi di sviluppo e di fissaggio. L'ingranditore è lo strumento che permet- te di proiettare l’immagine ingrandita del negativo sul foglio di carta sensibile. È com- posto da un piano, una colonna e una testa. La testa è la parte principale. È quella do- ve alloggiano l'obiettivo, le lenti conden- satrici e la lampada. Nella testa dell'in- granditore troviamo il portapellicola, al- l'interno del quale va inserito il negativo da stampare. Come nella fase di ripresa, anche in stam- pa l’obiettivo incide molto sulla qualità del- l’immagine. Non cercate quindi di econo- mizzare sull'obiettivo dell'ingranditore. La procedura Molto sinteticamente, si spegne la luce e si opera in luce di sicurezza rossa, in quanto le carte da stampa non sono sensibili a que- sta luce. Si accende la lampada dell’ingranditore proiettando l’immagine del negativo sul piano di lavoro. Si sceglie l’inquadratura alzando o abbassando lungo la colonna la testa dell’ingranditore. Prima di aprire il pacco di carta da stampa, inserite il filtro rosso sotto l'obiettivo - già previsto in ogni apparecchio - in modo che la luce non impressioni la carta. Scegliete l’esatta inquadratura e mettete a fuoco l’immagine, con il diaframma alla massima apertura per sfruttare la maggio- re quantità di luce. Anche l'obiettivo da in- grandimento, infatti, come quello della mac- china fotografica, ha un diaframma che può essere aperto o chiuso. A questo punto, spegnete l'ingranditore, to- gliete il filtro rosso, chiudete il diaframma ad un valore intermedio (f/8 o f/11), riac- cendete ed esponete la carta per il tempo di esposizione necessario. Il calcolo dell’esposizione Per calcolare il tempo di esposizione è ne- cessario fare una serie di prove, dette ap- punto “provini”. Premettiamo che nella no- stra esposizione ci riferiamo all’uso di car- te a gradazione variabile; ma la tecnica non cambia se si usano carte a gradazione fis- sa. • Dopo aver scelto una parte significativa dell’immagine, impostate un basso contra- sto, ad esempio gradazione 1, e esponete per 10 secondi. Adesso sviluppate per il tempo indicato dal- le specifiche tecniche del rivelatore; quin- di non togliete la carta prima del tempo an- che se vi sembra che si stia scurendo trop- po, né lasciatela più a lungo anche se vi sembra troppo chiara. Passate all'arresto e quindi fissate il provi- no. Ora accendete la luce della stanza e con- trollatelo. Se l'immagine è troppo chiara vuol dire che dovrete aumentare il tempo di posa; se è troppo scura che dovrete diminuirlo. Si la- vora cioè in modo inverso rispetto alla ri- presa fotografica che prevede un breve tem- po di posa di fronte a un soggetto chiaro e un tempo più lungo con un soggetto scuro. • Il secondo provino andrà fatto con un tem- po d’esposizione che sia un affinamento del precedente. È chiaro che non è possi- bile provare tutti i tempi. Se avete esposto con dieci secondi e l'immagine risulta chia- rissima, provate con venti; se è chiara, ma comunque già ben leggibile, provate con quindici, e viceversa se era scurissima o scura. Ricordatevi di scrivere sempre dietro a ogni provino il tempo di posa usato, così da non confondere poi i vari provini al momento di effettuare la stampa definitiva. Ipotizziamo che il secondo provino venga esposto per quindici secondi e che questo tempo vi sembri corretto. È il momento di passare a valutare il contrasto. • Esiste anche un altro sistema di provina- tura, detta a scalare, per il quale la striscia di carta viene esposta nella sua interezza, ad esempio per cinque secondi; poi si co- pre una parte con un foglio di carta nera, e si espone per altri cinque secondi, e via co- sì. Alla fine la prima zona avrà ricevuto un'esposizione di soli cinque secondi, la se- conda di dieci e l'ultima la somma di tutte le pose successive. In questo modo si può scegliere tra diverse esposizioni a confronto. L ’inconveniente di questo sistema è che si finisce per confrontare zone diverse del- l'immagine, con diverse esposizioni; se l'im- magine non è omogenea, dovreste con- frontare magari una zona scura che ha ri- cevuto un'esposizione tripla con una chia- ra che ha ricevuto l'esposizione più bassa e questo tipo di valutazione non è facile. La stampa Bianco e nero Speciale Bianco e Nero

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È la parte più divertente e creativa del trat-tamento del bianconero. Per cominciarenon serve una grande attrezzatura: basta uningranditore, tre bacinelle, carta da stam-pa e i liquidi di sviluppo e di fissaggio.L'ingranditore è lo strumento che permet-te di proiettare l’immagine ingrandita delnegativo sul foglio di carta sensibile. È com-

posto da un piano, una colonna e una testa.La testa è la parte principale. È quella do-ve alloggiano l'obiettivo, le lenti conden-satrici e la lampada. Nella testa dell'in-granditore troviamo il portapellicola, al-l'interno del quale va inserito il negativo dastampare.Come nella fase di ripresa, anche in stam-pa l’obiettivo incide molto sulla qualità del-l’immagine. Non cercate quindi di econo-mizzare sull'obiettivo dell'ingranditore.

La procedura

Molto sinteticamente, si spegne la luce e siopera in luce di sicurezza rossa, in quantole carte da stampa non sono sensibili a que-sta luce.Si accende la lampada dell’ingranditoreproiettando l’immagine del negativo sulpiano di lavoro. Si sceglie l’inquadraturaalzando o abbassando lungo la colonna latesta dell’ingranditore.Prima di aprire il pacco di carta da stampa,inserite il filtro rosso sotto l'obiettivo - giàprevisto in ogni apparecchio - in modo chela luce non impressioni la carta.Scegliete l’esatta inquadratura e mettete afuoco l’immagine, con il diaframma allamassima apertura per sfruttare la maggio-

re quantità di luce. Anche l'obiettivo da in-grandimento, infatti, come quello della mac-china fotografica, ha un diaframma che puòessere aperto o chiuso.A questo punto, spegnete l'ingranditore, to-gliete il filtro rosso, chiudete il diaframmaad un valore intermedio (f/8 o f/11), riac-cendete ed esponete la carta per il tempo

di esposizione necessario.

Il calcolo dell’esposizionePer calcolare il tempo di esposizione è ne-cessario fare una serie di prove, dette ap-punto “provini”. Premettiamo che nella no-stra esposizione ci riferiamo all’uso di car-te a gradazione variabile; ma la tecnica noncambia se si usano carte a gradazione fis-sa.• Dopo aver scelto una parte significativadell’immagine, impostate un basso contra-sto, ad esempio gradazione 1, e esponete

per 10 secondi.Adesso sviluppate per il tempo indicato dal-le specifiche tecniche del rivelatore; quin-di non togliete la carta prima del tempo an-che se vi sembra che si stia scurendo trop-po, né lasciatela più a lungo anche se visembra troppo chiara.Passate all'arresto e quindi fissate il provi-no. Ora accendete la luce della stanza e con-trollatelo.Se l'immagine è troppo chiara vuol dire chedovrete aumentare il tempo di posa; se ètroppo scura che dovrete diminuirlo. Si la-vora cioè in modo inverso rispetto alla ri-presa fotografica che prevede un breve tem-po di posa di fronte a un soggetto chiaro e

un tempo più lungo con un soggetto scuro.• Il secondo provino andrà fatto con un tem-po d’esposizione che sia un affinamentodel precedente. È chiaro che non è possi-bile provare tutti i tempi. Se avete espostocon dieci secondi e l'immagine risulta chia-rissima, provate con venti; se è chiara, macomunque già ben leggibile, provate con

quindici, e viceversa se era scurissima oscura.Ricordatevi di scrivere sempre dietro a ogniprovino il tempo di posa usato, così da nonconfondere poi i vari provini al momentodi effettuare la stampa definitiva.Ipotizziamo che il secondo provino vengaesposto per quindici secondi e che questotempo vi sembri corretto. È il momento dipassare a valutare il contrasto.• Esiste anche un altro sistema di provina-tura, detta a scalare, per il quale la strisciadi carta viene esposta nella sua interezza,

ad esempio per cinque secondi; poi si co-pre una parte con un foglio di carta nera, esi espone per altri cinque secondi, e via co-sì. Alla fine la prima zona avrà ricevutoun'esposizione di soli cinque secondi, la se-conda di dieci e l'ultima la somma di tuttele pose successive. In questo modo si puòscegliere tra diverse esposizioni a confronto.L’inconveniente di questo sistema è che sifinisce per confrontare zone diverse del-l'immagine, con diverse esposizioni; se l'im-magine non è omogenea, dovreste con-frontare magari una zona scura che ha ri-cevuto un'esposizione tripla con una chia-ra che ha ricevuto l'esposizione più bassae questo tipo di valutazione non è facile.

La stampa Bianco e nero

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La gradazione della cartaIl contrasto dipende dalla situazione di lu-ce in fase di ripresa e dalla pellicola im-piegata. Dipende anche dallo sviluppo delnegativo: un sovrasviluppo porta a un au-mento del contrasto, mentre un sottosvi-luppo a una sua diminuzione.

Occorre poi tenere presente che anche instampa, come in ripresa, esiste il problemadella latitudine di posa dei materiali chenon sono in grado di dare leggibilità a zo-ne con contrasti molto forti. Ad esempio,se la vostra immagine presenta il volto delsoggetto in ombra, è possibile che espo-nendo per dieci secondi, il volto sia cor-rettamente esposto, ma che contempora-neamente il cielo alle sue spalle sia bian-chissimo e scialbo. Si possono correggerequeste situazioni con la tecnica della ma-scheratura, ma non dovete dimenticare che

ci sono dei limiti nei materiali. Dovretequindi anche in questo caso, come già inripresa, operare alcune scelte, ovvero de-cidere se enfatizzare lo sfondo oppure ilsoggetto principale, senza pretendere chetutto sia leggibile, dalle zone più illumina-te alle ombre più scure.Valutare il contrasto non è una cosa facile,soprattutto le prime volte. Una buona stam-pa deve mostrare, se presenti nell'immagi-ne, neri profondi, bianchi puliti e un’este-sa gamma di grigi.Per poter ottenere questo dovrete interve-

nire anche sulla gradazione della carta.Usando la gradazione 1 è difficile che ot-teniate una stampa contrastata, a meno cheil vostro negativo non sia già molto con-trastato. Dato che il provino è stato fattocon carta di gradazione 1 è facile che ab-biate ottenuto un'immagine piuttosto mor-bida, quindi piatta, senza stacchi netti trazone illuminate e zone d'ombre.Provate ora a passare alla gradazione 2 efate un altro provino usando lo stesso tem-po d'esposizione. Il cambio di gradazionedi norma non implica una variazione del-

l'esposizione fino alla gradazione 4, oltrela quale il tempo di posa va raddoppiato.Se ora siete soddisfatti del risultato, primadi passare alla stampa finale dovrete valu-tare che l'immagine tende a scurirsi manmano che la carta si asciuga. Questo è mol-to evidente con le carte politenate, ma il fe-nomeno è rilevabile leggermente anche conla carta baritata.Per verificare se avete scelto la giusta espo-sizione e il giusto contrasto, provate ad av-vicinare uno spezzone di carta fotograficanon esposta, quindi bianca, ad una zona del

vostro provino che avete visualizzato co-me perfettamente bianca e controllate chelo sia davvero. Se quello che vi sembrava

 In questo provino sono state usate le gradazioni 1 e 2 per le immagini in alto,

 rispettivamente di sinistra e di desta, e le gradazioni 00 e 0 per le immagini in

 basso, rispettivamente di sinistra e di destra. I tempi di esposizione, partendo

 dal riferimento 1 fino al 5 sono stati: 5”, 10”, 20”, 30” e 40”. Foto Gerardo

 Bonomo

 In questo provino è stata usata la gradazione 1 per l’immagine di sinistra e la gra-

 dazione 2 per quella di destra. I tempi di esposizione, partendo dal riferimento 1

 fino al 5, sono stati: 10”, 20”, 30”, 40” e 50”.

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bianco in realtà tende al grigio, vuol dire che avete espostola carta troppo a lungo o che il livello di contrasto è anco-ra basso. Naturalmente, crescendo la vostra esperienza, ar-riverete sempre più velocemente al provino corretto.Quando il provino vi soddisfa pienamente potrete esporreil foglio di carta per la stampa definitiva.Non dimenticatevi di prendere nota dei dati principali del-

la stampa, come tempo, diaframma, altezza della colonnadell’ingranditore, contrasto usato, marca della carta e tipodi rivelatore.

Lo sviluppoUna volta esposto, il foglio di carta va immerso nella baci-nella dello sviluppo. L'immagine appare a poco a poco: è ilmomento più emozionante dall'intero trattamento.Una volta che l'immagine si è formata, raccomandiamo diportare sempre a fondo lo sviluppo secondo le istruzioni delproduttore; il tempo può variare infatti da sviluppo a svi-luppo.La durata del trattamento dipende anche dal tipo di carta

usata. Le carte politenate si sviluppano a fondo nel giro diun minuto e mezzo, l'immagine appare entro 15 secondi.Per le carte baritate bisogna calcolare due o tre minuti, l'im-magine compare entro 30 secondi.

Mascherare e bruciare sono due tecniche complementari che han-no la stessa finalità: migliorare il contrasto locale delle stampe.Mascherare significa sottoesporre alcune parti della stampa, bru-

ciare vuol dire sovraesporle.Queste tecniche sono necessarie in tutte le situazioni in cui un va-lore medio di esposizione non è sufficiente a riprodurre in modosoddisfacente la gamma tonale in tutte le parti dell’immagine.Un esempio tipico di bruciatura/mascheratura è quella richiesta daun cielo sovraesposto in ripresa; senza adeguati interventi: in stam-pa il cielo si presenterà come una zona bianchissima che tenderàa confondersi con il bianco della cornice. Per aumentare la leggi-bilità dei dettagli si dovrà effettuare una bruciatura facendo unaseconda esposizione locale sul cielo, mascherando il resto del-l'immagine, che ha già raggiunto la corretta esposizione.Ci si può facilmente costruire da sé gli strumenti per mascherare,i cosiddetti sfumini, adattandoli alle proprie esigenze. Basta pro-

curarsi del cartoncino nero opaco e del filo di ferro.• Si ritaglieranno delle sagome di forma e grandezza proporzio-nale all'area che si desidererà mascherare, ma leggermente più pic-cole.• Se le aree da mascherare sono grandi si prepareranno delle sa-gome con un'apertura al centro, di forma e grandezza proporzio-nale all'area da bruciare.• Si applicherà poi il filo di ferro alla sagoma per poterla tenereposizionata sulla stampa senza che la mano finisca per produrreuna mascheratura indesiderata.

Un particolare del centro commerciale di Hong Kong.

 Era molto importante rendere il maggior numero pos- sibile di grigi. Foto Prando. Stampa Parolini

 La mascheratura del negativo si può effettuare sia proiet-

 tando ombra e luce grazie alla posizione delle mani, che

interferiscono con il cono di luce dell'ingranditore, sia con piccole mascherine di cartone, fissate in cima a un'astic-

 ciola.

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La tecnica della mascheratura

• Durante l'esposizione bisognerà muove-re continuamente il cartoncino in modo chela sagoma non produca bordi netti.• La posizione della maschera è importan-te: più sarà vicina al foglio di carta, più ilcontorno sarà visibile.• Attenzione al diaframma dell’obiettivo:tenetelo piuttosto chiuso per aumentare ladurata dell’esposizione. Avrete più tempoa disposizione per muovere la maschera.• Per effettuare buone mascherature occorreuna certa pratica; conviene quindi provarel'effetto su un provino prima di passare al-

la stampa finale.• Anche nel caso della mascheratura e del-la bruciatura bisogna comunque fare dellescelte: non è possibile infatti salvare tuttele alte luci o le zone di ombra profonda al-ternando bruciature e mascherature, penauna stampa dal sapore molto falsato.• Bisognerà quindi decidere prima dove ecome intervenire, evitando le esagerazio-ni.Gli stampatori esperti riescono a bruciaree mascherare a istinto e spesso utilizzanole mani per creare delle forme in continuo

cambiamento, utilizzandole come degli sfu-mini. In questo caso però non si parla piùdi procedure ripetibili.• Ricordatevi di prendere nota delle ma-scherature e delle bruciature sul retro del-la stampa o nel quaderno d'appunti per ren-dere la procedura ripetibile. Andranno in-dicate le zone della stampa che hanno su-bito gli interventi; l'ideale è disegnare inmodo sommario l'immagine definitiva edevidenziare le zone che sono state ma-scherate o bruciate e l’intensità dell’inter-vento.

Sopra: Prima stampa, senza nessun tipo di intervento. Stampa Studio Navone

Sotto: Primo passaggio, con intervento sulle zone d’ombra.

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Le carte da stampa si suddividono in duefamiglie principali, quelle a gradazione fis-sa e quelle a contrasto variabile.Entrambe sono poi disponibili in versionebaritata e politenata.Ciascun tipo è disponibile in varie finitu-re: lucida, semi-matt, matt, perla.

Il pesoIl peso della carta si misura in grammi permetro quadro e varia da meno di 180g a ol-tre 280g.Al peso è connessa la capacità della cartadi non accartocciarsi durante la fase diasciugatura.Vi è poi una componente di tipo psicolo-gico per cui una stampa su cartoncino pe-sante risulta più preziosa.

Le carte a gradazione fissa

Sono carte in grado di fornire un solo con-trasto, espresso dal numero che le distin-gue, dalla gradazione più morbida a quel-la più contrastata; la numerazione varia aseconda delle diverse marche, ma in gene-re va da 0 a 5.Sono le carte migliori, quelle usate daglistampatori fine-art.A seconda della marca, sono disponibili invarie grammature, dal cartoncino leggeroal cartoncino pesante.

Le carte a contrasto variabileSono carte che producono un contrasto di-verso a seconda del filtro con cui sono espo-ste.

Se si usano filtri tendenti al giallo forni-scono un basso contrasto, mentre con filtriche tendono al magenta generano immagi-ni contrastate.Rispetto alle carte a gradazione fissa han-no molti ed evidenti vantaggi, a comincia-re da quello economico; basta infatti ac-

quistare un solo pacco di carta per avere adisposizione tutte le gradazioni. La gam-ma dei contrasti ottenibili è poi pressochéinfinita, dato che i filtri in gelatina con-sentono di separare le mezze gradazioni ele teste con filtri incorporati addirittura idecimi di gradazione.Un ulteriore vantaggio è costituito dal fat-to che si può variare la gradazione dellacarta sulla stessa stampa: si possono stam-pare alcune parti con un certo contrasto edaltre con un contrasto diverso, offrendo adun abile stampatore la possibilità di vir-tuosismi impensabili con le carte a grada-zione fissa. Questa possibilità è preziosanel caso si debba stampare un negativo ca-ratterizzato da forti contrasti, ma da unabuona ricchezza di informazioni; con que-sta tecnica si otterrà sulla stampa una per-fetta leggibilità sia nelle alte luci che nel-le ombre. Se è vero che le carte a grada-zione fissa hanno una maggiore ricchezzadi tonalità, queste offrono notevoli possi-bilità agli stampatori provetti.Il nostro consiglio è comunque di comin-ciare con la carta a gradazione variabile.

La carta baritataChe sia a gradazione fissa o a contrasto va-

riabile, la carta baritata è quella che in ge-nere ha una emulsione con la maggiorequantità di argento; per questo motivo ga-rantisce una qualità di stampa superiore. Èla ragione per cui nessun stampatore fine-art usa carta politenata e in tutte le princi-pali mostre le fotografie in BN sono stam-

pate su carta baritata.Dal punto di vista tecnico, tra il supportodella carta e l'emulsione c'è uno strato dibarite che impedisce all'emulsione disprofondare nella fibra di cellulosa, mi-gliorando di conseguenza la resa dei det-tagli e i neri dell'immagine.Ci sono ovviamente degli svantaggi; i tem-pi di trattamento sono più lunghi, sia per losviluppo che per il fissaggio. Di conse-guenza è più lungo anche il lavaggio, chepassa dai quattro minuti della carta polite-nata a quaranta.C'è poi il problema della stabilità dimen-sionale che è decisamente inferiore a quel-la della carta politenata: la carta baritata ri-chiede un tempo di asciugatura dieci voltesuperiore, tende ad imbarcarsi e la stampadeve quindi essere tenuta diverso temposotto dei pesi per essere spianata.

La carta politenataNella carta politenata il supporto è protet-to sui due lati da uno strato di polietilene;questo impedisce alla carta di impregnarsidi prodotti chimici e quindi rende più ra-pido l'intero procedimento.Una volta lavate, le stampe politenate pos-sono essere messe ad asciugare sulle pare-

Le carte da stampa

 Differenza di contrasto con filtri: 3, 4, 5, 00. Differenza di contrasto con filtri: 00, 0, 1, 2.

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Vi consigliamo anche di non risparmiaresulla quantità dei chimici. Il foglio di car-ta deve essere completamente immerso,pena l’insorgere di macchie di sottosvi-luppo. Bisogna anche muovere la stampanella bacinella in modo da rinnovare il ri-velatore sulla superficie della carta.Al termine dello sviluppo è possibile im-mergere la stampa in un bagno di arrestoche interrompe l’azione dello sviluppo e

preserva il bagno di fissaggio, che cosìnon viene inquinato. Tuttavia, dato il mo-desto costo del fissaggio il bagno di arre-sto può anche essere evitato.Attenzione alla conservazione e alla datadi scadenza del rivelatore che è il prodot-to chimico più critico: deve essere con-servato in bottiglie piene in modo da ri-durre il contatto con l’aria. Generalmen-te si usano bottiglie di plastica che ven-gono schiacciate in modo da alzare il li-vello del liquido.

Il fissaggioIl fissaggio è una tappa fondamentale perla conservazione delle stampe nel tempo.Non deve essere né troppo breve, né trop-po lungo; entrambi gli errori hanno con-seguenze dannose. Un fissaggio troppobreve non dà stabilità all’immagine, maanche un fissaggio troppo prolungato, chefinisca per lasciare tracce di prodotto chi-mico dopo il lavaggio, finirà per danneg-giare la stampa.Il fissaggio richiede da 30 secondi a dueminuti; occorre seguire attentamente leistruzioni del fabbricante.Se si usano fissaggi rapidi raccomandia-mo di muovere continuamente il foglio.In genere la capacità di un litro di bagnoè dell'ordine di 40 fogli da 20x25cm perla carta baritata. Il doppio per le carte pla-stificate.Per la carta baritata e per le stampe che sidesidera durino negli anni, consigliamo disfruttare meno il fissaggio, trattando cir-ca dieci fogli formato 20x25cm.

Il lavaggioÈ una fase importante perché la perma-nenza di tracce di fissaggio sulla carta pro-vocherà nel tempo il deterioramento del-

la stampa, con la formazione di macchieed un progressivo ingiallimento.La durata del lavaggio dipende dal tipo dicarta utilizzato. Una carta politenata ri-chiede un lavaggio breve, mentre per unacarta baritata occorre un lavaggio lungo eaccurato. Il supporto della carta baritatainfatti si impregna di fissaggio e richiedeun lavaggio di almeno una ventina di mi-nuti in acqua corrente, meglio quaranta.

Perché il lavaggio sia efficace bisogna evi-tare che i fogli si incollino assieme. I pro-fessionisti usano vasche a più piani, in cuiogni foglio dispone di un proprio scom-parto. Così l'acqua può circolare libera-mente, gli ingrandimenti non si incollanofra di loro e i sali del fissaggio sono eli-minati dal basso.

L'asciugaturaL'asciugatura deve essere fatta a tempe-ratura ambiente in un locale pulito e sen-za polvere.L'asciugatura della carta politenata è re-lativamente facile e si può fare appendendole copie, come si trattasse di panni stesi.Esistono comunque in commercio dei rul-li che si passano sulla stampa premendo-la per eliminare l'acqua in eccesso; poisarà sufficiente appoggiarla su un telo per-ché il foglio di carta si asciughi in pocotempo. Il processo può anche essere ac-celerato con l'ausilio di un phon.Se la stampa è baritata bisognerà comun-que asportare l'acqua in eccesso e appog-giarla su un telo, attendendo che si asciu-ghi completamente: il tempo è decisamentemaggiore rispetto alle stampe politenate.Soprattutto se il locale è piuttosto secco,la stampa tenderà comunque ad imbar-carsi; una volta asciutta andrà quindi spia-nata. Per far questo c'è un modo piuttostospiccio che è quello di far scorrere sul bor-do di un tavolo la stampa dalla parte op-posta dell'emulsione; occorre effettuaredei passaggi leggeri ma decisi, da un bor-do all'altro con un movimento continuo,facendo attenzione che l'emulsione non si

crepi. Un altro sistema è quello di porresemplicemente dei pesi sulle stampe: civorrà più di ventiquattrore prima che lestampe risultino perfettamente stese.

ti piastrellate del bagno, a cui aderisco-no con una certa tenacia anche per di-verse ore, senza cadere come avvieneinvece con le carte baritate.Anche l’asciugatura è più rapida e può

essere abbreviata ulteriormente con unphon senza che la stampa si imbarchi osi arricci.Una volta che la stampa è asciutta sullato dell’emulsione, basterà appoggiar-la su un tavolo ricoperto con un telo dicotone per completare l'asciugatura an-che nella parte inferiore.Se non avete uno spazio adeguato perasciugare le stampe e se volete che que-ste siano pronte immediatamente dopol'asciugatura, la scelta cadrà necessa-riamente sulla carta politenata.

Tenete presente che al termine del pro-cedimento la stampa su carta politena-ta risulta più scura di quasi un diafram-ma; questo è certamente uno svantag-gio, ma potendo asciugare un provinocon un phon in breve tempo, il proble-ma non è così grave.

Le superficiBrillante: è disponibile solo nelle cartebaritate ed è la classica superficie bian-co lucida. Una volta le carte con questasuperficie venivano sottoposte a smal-tatura per ottenere delle stampe con unasuperficie a specchio. Venivano fatteasciugare a caldo su lastre di acciaio per-fettamente a specchio, sulle quali veni-vano poste ancora umide. Oggi però nonsi smalta praticamente più.Questo tipo di carta viene lasciato asciu-gare all'aria; il risultato è una superficiemolto brillante che enfatizza sia i detta-gli che le zone bianche e nere della stam-pa.Lucida (glossy): è un tipo di superficiedisponibile unicamente nelle carte po-litenate: la finitura è simile a quella diuna carta baritata brillante. Ha lo svan-taggio di riflettere in modo fastidioso leluci, e il vantaggio di restituire in modoenfatizzato sia i dettagli che le zone bian-che e nere della stampa.Semi-matt: è un tipo di superficie a metàstrada tra la carta matt, ovvero opaca, ela carta lucida. Non crea problemi di ri-flessi come le carte lucide.Matt: è una superficie completamenteopaca, disponibile sia nelle carte bari-tate che in quelle politenate.Perla: è disponibile sono nelle carte po-litenate; è una superficie che ricorda laseta.