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KYOSS - MENSILE N. 138 giugno 2012 - POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NE/PD - EURO 7,00 musica ARTE TEATRO spettacolo DESIGN sport TEMPO LIBERO PERSONAGGI CULTURA CUCINA VIAGGI S P A Z I la rivista specializzata per i geometri, gli architetti gli ingegneri, i geologi, i periti industriali, i costruttori e per tutti i professionisti dell’edilizia giugno 2012 fluttuare interviste materiali tecnologie ambiente concorsi portfolio innovazioni domotica bioedilizia energie tecniche esposizioni libri news VENETO

Kyoss Spazi Giugno 2012

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La rivista professionale specializzata per i geometri, gli ingegneri, i progettisti, i costruttori. Un punto di riferimento innovativo per tutti i professionisti del costruire. Uno strumento di settore per comunicare e far conoscere materiali, strumenti e tecnologie per il mondo dell’edilizia.

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C’è casa e casa eanche l’abitare offre sfumature sempre diverse. La percentuale di acqua che copre la Terra e circa il 70%, quasi la stessa che compone il corpo umano. Dovendo fare i conti con unelemento così abbondante in natura va da sé che l’uomo abbia pensato di addomesticarlo e di andarci a vivere. Costruire case sull’acqua non è una novità, e se in passato si faceva per proteggersi dagli animali oggi è un modo per difendersi dall’innalzamento del mare. Decidere per una casa galleggiante piuttosto che per una ben radicata a terra è però scegliere uno stile di vita. Come quello di andare a vivere in un eco-quartiere a Londra, sostenibile e per tutte le tasche •

rivista mensile

giugno 2012anno 2 numero 138

Editore, Art Director eDirettore Responsabile:Simone [email protected]

Direttore di Redazione: Elisabetta [email protected]

Progetto Grafico:Simone Pavan - Anna [email protected]

Redazione: Michele Amadio - Wilder BiralChiara Brighenti - Benedetta Dall’Agnola - Nicola GandinSerena Leonardi - Gelindo PrettoGiorgia Riconda - Manuel Righele

Edito da: KYOSS CONCEPTAgenzia di Pubblicità e MarketingVia Bellini 636078 Valdagno (Vi)Tel. 0445 [email protected]

Iscrizione al Tribunaledi Vicenza n° 1002 - 28/05/01numero del Repertorio del ROC 19214.

Stampa:

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contenuti editoriali portfolio

5 • fluttuare

interviste, analisi, prodotti, ricerche

rubriche, news, esposizioni, eventi, pubblicazioni

8 • Water Studio

12 • l’inoxidabile Cleto

15 • Città Eco

18 • edifici rotanti

42 • ultime novitàda Bruxelles

23 • Ikea city

36 • bioediliziatetto verde

28 • innovazionie tecnologienuovi prodotti

40 • domoticacasa kyoto

46 • tecnicheTorre Velasca

44 • energiefotovoltaico?sì

32 • esposizioni 48 • ricercacalcestruzzo green

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I mari si stanno alzando,

dove si può costruire?

FLUTTUaRE | EDIFICI GALLEGGIANTI

fluttu

are

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I mari si stanno alzando, dove si può costruire? Nei luoghi in cui il mare non arriverà mai. E per gli insedia-menti già esistenti in zone a rischio, che fare? Si potrebbero costruire le case su palafitte, come è stato fatto a New Orleans dopo Katrina. Qui è stato ideato un sistema di pilastri in

acciaio sui quali l’edificio può scorrere verticalmente. Altra difesa per le zo-ne a rischio è la costruzione di dighe e paratie. Così è stato ideato il Mose per Venezia e sono state rubate le terre al mare in Olanda. Ma difender-si dalle acque ha senso? Non sono troppo elevati i costi di manutenzio-

ne di dighe, argini, chiuse? Perché sbarrare la strada al mare, quando ci si può costruire sopra? Gli edifici gal-leggianti sarebbero versatili ed eco-nomicamente convenienti, perché si potrebbero spostare quando non servono più e collocare in altre zone. Olimpiadi, Expo, convegni interna-

FLUTTUaRE | EDIFICI GALLEGGIANTI

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and Climate Change (Frame, 2010). L’architetto olandese ha brevettato un sistema di costruzioni su basa-menti galleggianti economico e affi-dabile. In Olanda le case galleggianti sono in costante aumento, a New York c’è addirittura un carcere gal-leggiante di sette piani, “The Boat”.

E l’Italia, circondata dal mare, non dovrebbe indirizzare la ricerca verso questa direzione?

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zionali sono occasioni per nuove im-prese edilizie, che spesso finiscono per essere abbandonate. Se fossero fluttuanti potrebbero essere anche flessibili, venire riciclate per altre oc-casioni. Queste ipotesi stanno nel li-bro di Koen Olthuis Float! Building on Water to Combat Urban Congestion

Perché sbarrare la strada al mare, quando ci si può

costruire sopra?

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waterstudio Un tempo habitat naturale degli hip-py in Olanda sulle loro Woonboo-ten o House boat, simbolo di libertà, le case galleggianti sono oggi un must riservato ai benestanti, sui ca-nali d’Amsterdam e di Berlino come sulla Senna a Parigi o Little Venice a

Londra, dove un tempo abitavano sull’acqua grandi star come Richard Branson, fondatore della Virgin.L’idea di vivere sull’acqua non è nuo-va né recente, risale persino ai no-stri antenati della preistoria, che si mettevano così al riparo dai pre-

datori sulle loro zattere. Con il ma-re che ricopre il 75% della superficie del pianeta, non c’è da meravigliarsi del fascino che l’elemento liquido ha sempre esercitato sull’essere uma-no, nel corso della storia. Ma il sogno d’avventura di tanti, diventa realtà

aRCHiTETTURE GaLLEGGiaNTi | SOSTENIBILE

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Costruzioni sostenibili,si cercano modi nuovi

per organizzare gli spazi vitali e non solo sulla terraferma. waterstudio

per pochi fortunati. Abitare sull’ac-qua costa, soprattutto su fiumi e ca-nali delle grandi città europee.La casa galleggiante, la cosiddetta floating home, può essere trasferita in un altro quartiere acquatico, con l’aiuto di un rimorchiatore, e quin-

di non può essere paragonata con le house boat motorizzate, in gra-do di spostarsi autonomamente. La floating home potrebbe in ogni ca-so essere la risposta ai cambiamenti climatici e al probabile innalzamen-to degli oceani. Quindi l’acqua per

ripensare un territorio, un nuovo ha-bitat? “È molto più facile costruire una casa galleggiante che una casa tradizionale bisognosa di scavi per le fondamenta” - sostiene Koen Ol-thuis, il giovane architetto olandese fondatore di Waterstudio, inserito nel

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Come “olandese galleggiante” è mio

dovere utilizzare l’acqua come nuovo spazio abitabile per la città.

aRCHiTETTURE GaLLEGGiaNTi | SOSTENIBILE

2007 da Time Magazine nell’elen-co degli uomini più influenti del mon-do, per il suo lavoro sull’acqua come nuovo spazio abitabile. Per la mag-gior parte, le case galleggianti so-no, infatti, edificate su una zattera. Olthuis è inoltre l’ideatore di The Ci-tadel, il primo complesso residen-

ziale d’appartamenti galleggiante in Europa, la cui costruzione dovreb-be iniziare quest’anno. The Citadel è il primo complesso residenziale eu-ropeo galleggiante, che sicuramen-te diventerà realtà, addirittura entro il prossimo anno. The Citadel è un progetto che rientra nell’ambito del

piano urbanistico denominato New Water, nella città di Naaldwijk. Si trat-ta di un complesso residenziale di 60 lussuose unità abitative costruite su un polder, uno dei 3500 tratti olan-desi di mare asciugati artificialmente attraverso dighe o sistemi di drenag-gio dell’acqua. Costruiti con moduli

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prefabbricati all’insegna della soste-nibilità, gli appartamenti galleggian-ti di Naaldwijk consumeranno il 25% in meno di energia rispetto a norma-li edifici. Per limitare la manutenzione e ridurre i danni da corrosione dovu-ti all’acqua, le facciate saranno in al-luminio.

L’architettura di domani sarà ac-quatica? Isole artificiali? Case, e cit-tà galleggianti futuriste come quelle dell’architetto belga Vincent Calle-baut?L’architettura galleggiante è una chance per riconciliare l’uomo con la natura, lasciando intatto il territo-

rio, ed è una soluzione per il rispetto dell’ambiente, dai pannelli solari, ai si-stemi di depurazione delle acque e ai trattamenti dei rifiuti. Gli architetti fan-no a gara per sviluppare i loro con-cept, nelle forme più inaspettate e originali. Fioriscono progetti minimali-sti o faraonici, sopra e sotto l’acqua •

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design | L’INOxIDAbILE CLETO MuNARI

che. Oggetti nuovi per stupire anco-ra. Acciai con decori legati al mon-do del design e ispirati dalle linee di Carlo Scarpa, con reminescenze di Hoffman e Loss. Dettagli barocchi ma minimalismo nei colori, per una leggerezza che accompagna ogni singolo oggetto. Nuove prospettive, nuove visioni diventano l’ispirazione per oggetti di design che interpreta-

Il 2012 di Cleto Munari inizia con una nuova collezione di oggetti di accia-io. “Ogni anno sento la necessità di inventare qualcosa - spiega l’ecletti-co Cleto - nel 2011 ho portato il mio tavolo Palafitte alla Biennale Interna-zionale d’Arte di Venezia”. Più che di un semplice mobile, si trattava di una vera opera d’arte, capace di ri-chiamare, con i suoi colori, Venezia e

i suoi elementi caratteristici, a comin-ciare dal celebre Carnevale. Anche lo stesso nome intendeva rifarsi alle palafitte della laguna. Molti simboli e allusioni per un tavolo d’alta classe. Ora, nel 2012, Cleto Munari propo-ne una collezione che dialoga con l’acciaio inox prodotto dall’azienda trevigiana di eccellenza ForHouse: cento pezzi dalle linee creative uni-

una nuova collezione di oggetti di acciaio di Cleto Munari

di Simone Pavan

l’inoxidabile Cleto

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Si allargano gli spazi e le funzionali-tà di interno ed esterno, creando un continuum in cui sembrano scom-parire le tradizionali separazioni tra gli ambienti. Creazioni dalla destina-zione molteplice che si inseriscono in casa o in giardino, dove l’essenzialità del segno progettuale e la ricerca-tezza dei dettagli esprimono uno sti-le raffinato •

no l’anima della casa e danno forma alla cultura dell’abitare. L’acciaio ac-quista un valore aggiunto attraverso superfici che riflettono l’ambiente cir-costante e linee pulite che comuni-cano una forte identità formale. “Un materiale prezioso e allo stesso tempo semplice - spiega Cleto Mu-nari - che si modella, si piega, si pla-sma per generare volumi, luci, forme

che lasciano il tempo ad un’inter-pretazione individuale. Da un ispira-to incontro tra ForHouse e il mondo del mio design nasce questa rac-colta di creazioni, risultato di intensa e appassionata collaborazione tra l’azienda e la mia creatività, accomu-nati non solo dall’amore per la speri-mentazione ma dalla volontà di me-scolare arti e discipline diverse”.

l’inoxidabile Cleto

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Cleto MUnari l’incontro di Cleto Munari con Carlo Scarpa dà l’incipit alla ricerca e alla sperimentazione nel campo del-la lavorazione artigianale dell’oro e dell’argento con la realizzazione, nel 1978, delle famose “Posate in argen-to di Carlo Scarpa”. a questa prima ”opera” ne seguiranno moltissime al-tre, disegnate da importanti architetti e designers di fama internazionale, che contribuiranno, con la loro cre-atività, alla realizzazione della famo-sa “Collezione argenti Cleto Munari ”, presentata, dal 1980 in poi, nei più importanti musei e gallerie d’arte di tutto il mondo tra cui il MoMa ed il Metropolitan Museum di new York. il 1985 è l’anno della nascita del-la “Collezione Gioielli Cleto Munari” nella quale oltre 250 preziosi sfilano in rappresentanza di culture, idee e pensieri d’artisti architetti e designers di tutto il mondo. nel 2002, lo stimolo ad aprire sempre nuovi orizzonti nel mondo del design porta Cleto Mu-nari ad iniziare una nuova esperien-za nel settore del vetro in Murano. nel 2004, la realizzazione delle cin-que penne stilografiche progettate da a. Mendini, o. tusquets, a. Siza, toyo ito e Cleto Munari , e dedicate a cinque Premi nobel per la lette-ratura, aggiungono una nuova pro-spettiva al già ampio mondo creativo dell’azienda. Dal 2008, a conclusio-ne di un percorso durato oltre trent’ anni, Cleto Munari Design associati si dedica, con immutato entusiasmo, alla progettazione ed alla realizzazio-ne di nuove proposte d’arredo. in quest’ultima occasione Cleto Munari Design associati s.r.l. ha invitato alla progettazione dei mobili non solo ar-chitetti, designers ed artisti di fama internazionale come a. Mendini, M. Botta, M. Morandini, Sandro Chia e Mimmo Paladino ma anche letterati come Mark Strand, lawrence Fer-linghetti ed il premio nobel Dario Fo, dimostrando come lo spirito artistico si possa esprimere ad altissimi livelli anche in discipline non proprie •

“ogni anno sento la necessità di inventare

qualcosa”

design | L’INOxIDAbILE CLETO MuNARI

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la prima metropoli della nuova era, la grande sorpresa del XXI secolo,di Norman Foster

città

eco

La CiTTà più ECO aL MONDO I CITTà SORGENTE

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La CiTTà più ECO aL MONDO I CITTà SORGENTE

In nomen omen: Masdar letteral-mente significa città sorgente. E mai nome fu più azzeccato per questo centro progettato ad Abu Dhabi ne-gli Emirati Arabi Uniti. Sarà la gran-de sorpresa del XXI secolo, frutto di una società sempre più inquinata e inquinante, ma dai risvolti ecologici al 100%. Nasce dal progetto dello

studio di architettura inglese Foster and Partners e sarà una città che baserà la sua produzione energetica esclusivamente sull’energia solare, con un’economia a emissioni zero e un’ecologia senza rifiuti. In pieno deserto, a 30 km a est di Abu Dha-bi, i lavori del centro “carbon neutral” termineranno nel 2016, quando sarà

pronto ad accogliere 50mila abitanti. Un progetto all’avanguardia, che fa di necessità virtù. Se i lungimiranti arabi hanno capito che le risorse pe-trolifere non possono essere eterne, ecco che puntano a instaurare una nuova tendenza green: un investi-mento da 22 miliardi di dollari per la grande città avveniristica. Non è un

di Elisabetta Badiello

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Per costruire una città vivibile in un deserto rovente, Foster ha studiato le architetture delle civiltà che nei secoli si sono avvicendate nel Golfo Persico

caso che a capo dell’idea colossa-le e miliardaria ci sia la società Abu Dhabi Future Energy Company, pre-sieduta dallo sceicco Mohammad Bin Zayed Al Nahyan. Qui le normali auto non potranno circolare, almeno per come noi le intendiamo oggi. Al loro posto 2.500 navette a emissioni zero percorreranno 150.000 itinerari

al giorno. L’energia di queste “culle” sarà garantita da impianti fotovoltai-ci, eolici e termali, che faranno rispar-miare un totale di due miliardi di dollari in petrolio nell’arco di 25 anni. La città sarà inoltre sede di compagnie inter-nazionali e di grandi aziende interes-sate a investire nella sostenibilità e nelle energie rinnovabili.

General Electric è un partner strate-gico in Masdar City e costruirà il suo primo centro Ecomagination nella città. Ma tra i tanti partner si anno-verano BP, Mitsubishi, Rolls-Royce, Mitsui, Fiat, e la tedesca Conergy, che sta pianificando una centrale so-lare termodinamica da 40 MW •

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giRA giRA I EDIFICI ROTANTI

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la “macchina per abitare” ispirata a Le Corbusier, la casa in legno e vetro, la torre di undici piani con panorama mozzafiato

Secondo una delle leggi dell’architet-tura bioclimatica, e dell’architettura in generale, le case devono essere costruite con la migliore esposizione possibile rispetto al sole: perché è la principale fonte di energia alternati-va, ma anche perché studi scientifici hanno dimostrato che una corretta e regolare esposizione alla luce solare produce realmente effetti benefici sul-la salute umana. Il modo più comune di sfruttare la stella è orientare la casa in modo corretto rispetto alla sua tra-iettoria. Ma non è l’unico. Sono infatti anche stati progettati e costruiti edi-fici capaci di “inseguire” il sole, come fanno i girasoli, in cerca della migliore esposizione in ogni momento del gior-no.

HELIOTROPLa volontà di dimostrare che tecno-logie innovative, elevato comfort abi-tativo e tutela ambientale possono trovare una sintesi concreta in una

casa, ha dato vita, nel 1992, ad un al-tro edificio rotante: l’Heliotrop (dal gre-co “esposto al sole”), nelle vicinanze del quartiere solare di Friburgo in Ger-mania. L’Heliotrop è un palazzo resi-denziale di forma cilindrica, realizzato quasi esclusivamente con elementi modulari in legno, materiale naturale e rigenerabile, ancorati a un telaio cen-trale contenente le canalizzazioni de-gli impianti e la scala a chiocciola. Alla base della colonna centrale, un moto-re elettrico fa ruotare la casa di 2 gradi ogni 10 minuti. Il movimento permette di controllare l’irraggiamento solare, ricavando il massimo contributo pos-sibile in termini di riscaldamento de-gli ambienti e di produzione di acqua calda in inverno, evitando il surriscal-damento in estate. La vasta superfi-cie vetrata è costituita da serramenti a triplo vetro, ad alto isolamento; e le pareti prive di infissi garantiscono valori di isolamento anche superiori. Il siste-ma di riscaldamento è costituito da un

soffitto radiante a lamelle di rame, che può essere utilizzato anche per il raf-frescamento estivo. L’impianto serve a coprire il fabbisogno termico residuo non soddisfatto dall’irraggiamento so-lare, ed è alimentato da collettori solari a tubi sottovuoto inseriti nei parapetti. L’acqua piovana viene raccolta da tet-to, filtrata e usata per lavare i piatti e fare il bucato. Le acque di scarico (se-parate dai rifiuti fecali, che sono com-postati in un impianto a secco insieme ai rifiuti organici) sono depurate in un impianto di fitodepurazione. Sul tetto è stato installato un impianto fotovoltai-co in grado di inseguire il sole durante il giorno, ottenendo sempre la massima energia producibile; l’inclinazione è re-golata automaticamente secondo la posizione del sole. L’impianto produce tra cinque e sei volte l’energia elettri-ca consumata nell’edificio. I pannelli fotovoltaici hanno inoltre la funzione di proteggere la terrazza dal caldo e dal-la pioggia.

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giRA giRA I EDIFICI ROTANTI

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“il modo più comune di sfruttare la stella è orientare la casa in modo corretto rispetto alla sua traiettoria ma non è l’unico”

Altro palazzo capace di ruotare alla ri-cerca della migliore esposizione solare è l’edificio residenziale Suite Vollard di Curitiba, in Brasile. È il primo al mondo che ha tutti i piani che ruotano di 360° indipendentemente l’uno dall’altro, ed è composto da 11 appartamenti e un Executive Center. Rispetto ai due esempi precedenti rappresenta un notevole salto di scala e di prospetti-va, che ha aperto la strada all’elabo-razione di progetti ambiziosi per rea-lizzare grattacieli in grado di mutare la propria esposizione e integrare ge-neratori eolici e fotovoltaici, come nel caso della Rotating Tower di Dubai negli Emirati Arabi. Un edificio del ge-nere permette di ottimizzare lo sfrutta-mente della luce solare, la ventilazione naturale e il riscaldamento diretto. Nel Suite Vollard, ogni appartamento (uno per piano da 287 mq) è caratterizza-to da spazi disposti a raggiera attorno al centro dell’edificio; la percezione

del panorama è simile a quella di uno sfondo mobile. La parte centrale di ogni abitazione è fissa e ospita la cuci-na, i bagni, una stanza da letto di servi-zio, la lavanderia. L’edificio è dotato di una facciata continua o curtain wall, in cui gli infissi sono applicati alla struttura metallica ruotante dei soffitti e dei pia-ni. Gli infissi assicurano un isolamento termico e un risparmio energetico fino al 50%, anche con l’uso di aria condi-zionata e riscaldamento. Ogni piano e quindi ogni appartamento del Suite Vollard, è dotato di un motore elettri-co che ne consente la rotazione nei due sensi; per compiere una rotazio-ne completa basta un’ora, e il sistema è programmabile. Il consumo ener-getico è piuttosto ridotto, per com-piere una rotazione completa ad un appartamento occorre l’equivalente dell’energia necessaria a fare un ba-gno in una vasca idromassaggio •

SUITE VOLLARD

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Strand East,un villaggio sostenibile per “tutte le tasche”Chi, anche solo per un istante, non si è mai immaginato a vivere all’interno del celebre negozio di mobili svede-se? Così, dopo aver sfruttato il “fai da te” per assemblare un’intera camera da letto, dopo aver mangiato le fa-mose polpette ed assaggiato il tipico salmone svedese, ora potremo an-che vivere in un’autentica città ma-de in Ikea. Accanto all’Olympic Park di Londra, nel quartiere di Stratford,

sta per sorgere il primo quartiere eco-friendly interamente realizzato, progettato e finanziato dalla famosa azienda. 106mila metri quadri d’Ikea, 26 acri che presto daranno vita ad un vero e proprio Eco quartiere che comprenderà 1.200 abitazioni, un al-bergo, 480 mila metri quadri d’uffi-cio, negozi, ristoranti e, soprattutto, percorsi pedonali, raccolta automa-tizzata dei rifiuti ed una produzione

iKEaCiTY | VILLAGGIO SOSTENIBILE

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IKEA vorrebbe realizzare un eco-quartiere a Londra, completamente pedonale, autosufficiente nel profilo energetico e con edifici di qualità ma a prezzi accessibili

iKEaCiTY | VILLAGGIO SOSTENIBILE

energetica da fonti rinnovabili tota-le. Gli obiettivi sono nobili e conside-rando l’impegno fino ad oggi portato avanti dall’azienda svedese nel suo campo, lasciano ben sperare. La so-cietà Land Prop, i futuri finanziatori degli 11 miliardi di euro che verranno spesi per questo eco-villaggio, e lo studio di progettazione ARC-ML ide-atore del piano, sono attualmente in attesa dell’approvazione del pro-getto da parte del Tamigi Gateway Development Corporation e che, nel caso passasse, sarebbe il pro-getto “green” più grande costruito

nell’area dell’Olympic Park, secondo solo al centro commerciale di West-field Stratford, innaugurato lo scorso mese. Harald Muller, Business Deve-lopment Manager di Inter Ikea, dal-le pagine del quotidiano londinese Evening Standard ha affermato che il futuro quartiere Strand East, “sarà un vero villaggio sostenibile a misura d’uomo, l’antitesi dell’attuale villag-gio olimpico per gli atleti, così den-samente costruito da non lasciare spazio nemmeno ai pedoni”. È ormai da diverso tempo che la società sve-dese investe a favore della sostenibi-

lità e delle fonti rinnovabili, avendo già sviluppato diversi progetti di parchi fotovoltaici prevalentemente in terri-torio americano. Ma ciò che colpisce del futuro eco-quartiere Strand East, è l’accurata pianificazione delle nu-merose infrastrutture che concorro-no alla realizzazione di un’alta qualità della vita. La scintilla iniziale immagi-na il futuro villaggio come una “mini Venezia”, sviluppando l’agglomera-to urbano lungo le sponde di diversi canali, che fungeranno da vere arte-rie di collegamento e comunicazio-ne con taxi-barche e mezzi pubblici

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KYOSS Spazi | GIUGNO 2012 | 27

acquatici. Niente automobili private, che dovranno essere lasciate in ap-positi parcheggi sotterranei dislocati ai confini della futura area pedonale; gli unici mezzi ammessi nell’eco-vil-laggio saranno i mezzi di emergenza, ed i veicoli commerciali, riducendo comunque al minimo il loro utilizzo. Secondo le fonti Ikea, la produzione energetica dovrebbe avvenire me-diante una centrale idroelettrica col-locata lungo il canale, integrandola con sistemi fotovoltaici disposti sul-le coperture, mentre la raccolta dei rifiuti potrebbe avvenire tramite una

serie di tunnel sotterranei posiziona-ti direttamente all’interno delle abita-zioni: “Un luogo a misura di famiglia - dichiara Harald Muller - che contri-buirà alla rigenerazione di Strandford e dell’immagine di Londra stessa”. Anche le abitazioni saranno realizza-te con principi della bio-architettura, ispirandosi alla tradizione svedese, privilegiando il legno e limitando l’al-tezza al quarto piano, per rendere il quartiere maggiormente vivibile. I criteri con i quali verranno reinvesti-ti i profitti dell’azienda, sono gli stessi adottati per la catena commerciale:

case di qualità (media) ad un prez-zo accessibile. L’idea progettuale è nata proprio dalla possibilità di dare respiro al mercato degli immobili lon-dinesi, quasi sempre troppo alti per la maggior parte delle famiglie. Le potenzialità sono buone, anche se ovviamente i prezzi delle future abi-tazioni non sono ancora stati resi no-ti •

www.tekneco.com

• Campagna pubblicitaria IKEA

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Sima SaS di Cortivo Stefano e C. - via della Scienza, 38 - 36070 Castelgomberto (Vicenza) - Tel. 0445446078 - www.sima-sas.it

kyo

ss.it

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KYOSS Spazi | GIUGNO 2012 | 29KYOss spAzi | FEBBRAIO 2012 | 29

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prodottidomoticabioediliziaenergietecnicheesposizionilibrinews

S P A Z I

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iNNOVaziONi TECNOLOGiCHE | A CURA DI KYOSS

Mettsass è un tavolo quadrato pro-gettato da Ettore Sottsass jr, ripropo-sto da BD Barcellona con le stesse dimensioni e colori. La struttura è

Mettsass

realizzata in lastre piane di acciaio, dipinte in rosso RAL 3001 o nero. Il vetro è verniciato nello stesso colore della struttura •

L’emergente ma già pluripremiata designer Katja Petterson ha rea-lizzato per Serralunga un vaso per piante davvero anticonvenzionale. Ispirandosi alla riciclabilità dei prodot-ti Serralunga, in quanto la maggior

Terra

parte sono realizzati in polipropile-ne, Katja ha sviluppato un progetto che prevede il recupero della gom-ma dai pneumatici dismessi, tuttora di difficile smaltimento. Ne è nato un oggetto insolito, alternativo e capa-

ce di suscitare curiosità. La gomma viene utilizzata per creare un manto che ricopre la vasca di contenimento per terra e radici, e l’effetto visivo che richiama l’humus è molto artistico ed originale •

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KYOSS Spazi | GIUGNO 2012 | 31

La nostra società opera nel settore del legname daoltre 50 anni e fu fondata dal padre. Dal 1985 la gestioneè passata ai figli i quali hanno ampliato la gammadi materiali e prodotti disponibili a magazzino,coprendo oltre al settore edile anchequello dell’arredamento e dellefalegnamerie in genere.

bRESSAN LEGNAMI SRLVia Manzoni, 3 36010 Monticello Conte Otto (VI)Tel. 0444 595028 • Fax 0444 [email protected]

• Travi lamellari o massicci per la realizzazione di tetti in legno e pompeiane

• Legname da costruzione

• Vasta gamma di pavimenti prefiniti in vero legno o laminati

• Porte da interni classiche e moderne

• Pannelli, legname e affini per il settore dell’arredamento

il legno nelle nostre case

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Tornano le “cose non comuni” Covo ad arricchire il “dizionario” del design. Oggetti semplici e sapienti, fatti di pochi segni ma capaci di restare nel-la memoria. E dunque ecco che tra attaccapanni come rami, tavoli co-me siepi, sedute come prati in fiore,

Caterpillar

Nerone

La tecnologia Caleido sposa il design con segni semplici ma di grande ef-fetto. Nerone si caratterizza per uno skyline grafico e rigoroso associato al fuoco vivo e avvolgente. È un pic-

ma anche poltrone che abbraccia-no, lampade “magiche” che cresco-no, portafoto come fili tesi al vento e cristalli morbidi, il nostro mondo di “cose” diventa un mondo di “segni”. Tra le novità presentate a Milano in occasione del Salone del Mobile,

colo progetto di architettura legato ad un gesto emozionale e privato, quello di avere intorno a se un ele-mento vivo e presente. Godibile in ogni situazione •

Caterpillar è uno sgabello che ela-bora il concetto di leggerezza e di ri-dondanza. Le sue molteplici gambe sembrano essere in moto perpetuo; in tal modo mettono in discussione la sensazione di stabilità statica spesso associata ad una panchina •

iNNOVaziONi TECNOLOGiCHE | A CURA DI KYOSS

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KYOSS Spazi | GIUGNO 2012 | 33

LOTUS Italian Swimming Pool - Via Caboto, 8 - 36015 Schio (Vicenza)Tel 0445/510337 - Fax 0445/514138 - [email protected] - www.lotuspiscine.it

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ESpOSiziONi | A CURA DI KYOSS

Design Miami Basel

ogni forma di espressione artistica come la pittura, il disegno, l’installa-zione, la fotografia, la performance e la videoarte. Questa fiera non ospita solo gli stand di quasi trecento galle-rie internazionali provenienti da Nord America, America Latina, Europa, Asia e Africa, ma dedica uno spazio anche a progetti artistici Site-specific di dimensione e livello altrettanto ele-vati •

Nata da un’idea dei galleristi e col-lezionisti Trudl Bruckner, Balz Hilt e i coniugi Ernst e Hildy Beyeler, la fiera d’arte di Basilea si è affermata negli anni come un importante appunta-mento internazionale non solo dal punto di vista del mercato dell’arte, ma anche della ricerca artistica. A Basilea i più influenti collezionisti, gal-leristi, designer, curatori e critici da tutto il mondo. La rassegna include

Basilea, Hall 5, Messe Basel, Svizzeradal 12 al 17 giugnowww.designmiami.com

Itinerari architettura Milanese 2012

mentale collettivo dell’architettura viene evidenziato attraverso lo svi-luppo di “uno sguardo disciplinare” da promuovere e affinare non solo presso gli architetti, ma più in gene-rale nei confronti della società. Piero Bottoni, Giovanni Muzio, Figini e Pol-lini sono gli itinerari in programma •

Gli itinerari di architettura milanese organizzati dal 2003 costituiscono un’attività che si riferisce alla promo-zione della conoscenza dell’architet-tura moderna milanese. L’obiettivo è sviluppare un rapporto più appro-fondito con le forme dell’architettura e della città attraverso il progressivo affinamento di capacità di osserva-zione. In tal senso il valore fonda-

Milano 16 giugno www.ordinearchitetti.mi.it

TDM5: grafica italiana Triennale Design Museum

ricerca a una storia che è sempre stata considerata minore e ancillare, per restituirle la giusta autonomia. Partendo dalle premesse storiche, dalle radici culturali e dai momenti-chiave del graphic design italiano, il percorso espositivo si articola per ti-pologie di artefatti, andando a confi-gurare, una sorta di tassonomia, che va dalla scrittura ai progetti che si re-lazionano con il tema dello spazio e del tempo •

Dopo le prime ricognizioni dedica-te dal museo alla grafica contem-poranea (The New Italian Design, Spaghetti grafica e Graphic Design Worlds) la scelta di dedicare un’edi-zione alla grafica italiana, alla comu-nicazione visiva e alla loro storia è un passo importante per arricchire e completare il percorso nel design italiano intrapreso dal Triennale De-sign Museum. Un riconoscimento alla creatività italiana, estendendo la

Triennale di Milano Fino al 24 febbraio 2013www.triennale.it

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EDILTECNO di Gianluca BoessoVia A. Volta, 7 - 36010 Monticello C.te Otto (VI)Tel. +39 0444 946633 - Fax +39 0444 [email protected] - [email protected]

EDILTECNO fornisce servizi completi nello sviluppo di progetti edilizi industriali.Ciò che la rende competitiva ed affermata nel mercato è la possibilità di offrire, partendo da una richiesta iniziale di valutazione economica, anche una progettazione strutturale fin nei minimi dettagli esecutivi.Al cliente viene fornito oltre al preventivo di spesa anche un elaborato grafico esplicativo che mostra come sarà il suo fabbricato a montaggio eseguito.Di notevole importanza è anche il collegamento diretto con propri strutturisti, per poter offrire un servizio completo fin dalla calcolazione delle opere di fondazione (anche speciali).

produzione e vendita di capannoni prefabbricati in cemento e strutture prefabbricate

per l’edilizia industriale,commerciale ed agricola

Aziende partners

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XVI ERMCO Congress

perdurante situazione di incertezza in Europa occidentale e dagli effetti della crescita economica in Europa orientale, esaminando i diversi orien-tamenti del mercato e mettendo a confronto differenti esperienze. Cinque i focus previsti dal program-ma: “Combattere la crisi”, “Il mercato del calcestruzzo preconfezionato in Europa: scenari 2012-2015”, “Il cal-cestruzzo preconfezionato, materia-le sostenibile”, “La struttura operativa dell’impresa di produzione del calce-struzzo”, “L’evoluzione del prodot-to”•

Innovazione e riqualificazione ur-bana per uscire dalla crisi. Merca-to, sostenibilità, competitività sono le parole chiave che animeranno la XVI° edizione del Congresso interna-zionale dell’ ERMCO, associazione europea che riunisce i rappresen-tanti dell’industria del calcestruz-zo preconfezionato dell’Europa, di Israele, Turchia, India, Sud America, Stati Uniti, Russia e Giappone. L’ini-ziativa, in partnership con Ance ed Atecap, torna in Italia dopo ventisei anni. Il Congresso punterà sull’anali-si degli scenari futuri, influenzati dalla

Verona, Palaexpo Viale del Lavoro, 821 e 22 giugnowww.ermcocongress2012.com

Mcter Forest

Biomasse. Soluzioni, Tecnologie, ComponentimcTER Forest è l’evento dedicato a soluzioni, tecnologie, componenti per impianti alimentati a biomassa di potenze termiche superiori a 35 kW fino a taglie di interesse degli impianti di teleriscaldamento, anche in asset-to cogenerativo •

San Donato Milanese, Crown Plaza Hotel 28 giugno 2012www.mcter.com/forest

esposizioni

ESpOSiziONi | A CURA DI KYOSS

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le nuove frontiere della prefabbricazione

Un’esperienza maturata sul campo nel realizzare strutture prefabbricate da sempre al servizio delle aspirazioni dei clienti e dei professionisti. Questo per poter dare forma, assieme, alle idee architetturali che nascono dalle esigen-ze d'ognuno, per creare edifici moderni ed efficienti, dove l'estetica non manca di alti contenuti funzionali. Con un’or-ganizzazione estremamente all’avanguardia e tecnologie di ultima generazione.

Stabilimento di Cornedovia monte Cengio, 76 - 36073 Cornedo (Vi)

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BiOEDiLizia | TETTO VERDE

• California Academy of Sciences, San Francisco

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BiOEDiLizia | TETTO VERDE

Se oggi l’architettura si muove sempre di più verso l’integrazione della natura all’interno degli edifici, lo dobbiamo anche ad una tradizione architettonica che da decenni si muove verso la sostenibilità e la ricerca di nuove soluzioni progettuali.

degli edifici (moderando le tempera-ture interne), la capacità di assorbi-re polveri, di costituire un eventuale elemento di assorbimento acustico, e di gestire il deflusso dell’acqua.Inoltre questo sistema prevede un attento studio dell’integrazione degli elementi verdi con quelli accessori, che compongono il sistema organi-co di tenuta della copertura.

Già uno dei maestri del ‘900, Le Corbusier, aveva posto come fon-damento dell’architettura il tetto-giardino; ora si riscontra la tendenza a proporre coperture che posso-no essere dei veri e proprio giardini e pareti verdi che permettono agli edifici di respirare. In particolare la realizzazione di tetti verdi è consi-derato uno strumento valido per

raggiungere obiettivi di compensa-zione, mitigazione e miglioramento ambientale.La cultura nord-europea insegna come la realizzazione di coperture verdi praticabili siano un elemento di collegamento tra il territorio e la qua-lità della vita nei centri urbani. La corretta realizzazione porta benéfici effetti sul bilancio energetico

• Il rendering della California Academy of Sciences a San Francisco

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Sostituire i grigi tetti delle città con il verde estensivo è sicuramente un ottimo sistema per contrastare la cementificazione degli insediamen-ti urbani; esempi illustri risultano in questo caso la California Academy of Sciences a San Francisco e l’Art School a Singapore. In particolare il primo sfrutta il potere isolante della massa di terra e dello strato di pian-

te autoctone che durante la notte accumulano l’umidità; inoltre con-tribuiscono a conservare la tempe-ratura fresca all’interno dell’edificio, trasmettendo l’idea di un’architettu-ra concepita come organismo per respirare. La presenza dello strato impermeabilizzante e antiradice e di quello drenante consentono all’ac-qua di filtrare, fornendo una buona

circolazione d’aria per le zone sotto-stanti.L’idea di un tetto che diventa un tutt’uno con l’edificio ed il territorio dimostra la continua ricerca attuale di integrare architettura, tecnologia e paesaggio, per creare un dialogo costante fra l’uomo, i suoi spazi e le sue esigenze •

• Il rendering della art School di Singapore

• Art School, Singapore.

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cas

akyo

toLa casa a zero consumi e zero emissioni.

DOMOTiCa | CASA KYOTO

Il protocollo di Kyoto impegna l’Italia a ridurre significativamente le emissio-ni di CO2. Il governo ha quindi varato alcuni provvedimenti molto promet-tenti ai fini del raggiungimento degli obiettivi di Kyoto: incentivi fiscali per gli interventi sull’edilizia esistente, Legge 311 sulle ristrutturazioni e le nuove costruzioni, Certificati bianchi, Certificazione energetica degli edifici nuovi ed esistenti. Casakyoto è un progetto per migliorare la propria ca-sa grazie a un catalogo di soluzioni tecniche immediatamente disponibili per raggiungere il massimo livello di efficienza. Tutto in 10 mosse. Grazie alle 10 mosse Casakyoto è possibile

ottenere una casa calda e silenziosa, mettendo fuori gioco freddo, muffe, consumi eccessivi e rumori fastidiosi. La possibilità combinata di accedere alle detrazioni del 55% per le spe-se sostenute e di far salire la classe energetica della propria abitazione rendono le 10 mosse convenienti soprattutto da un punto di vista eco-nomico. Si può ora valorizzare tutto questo attraverso l’assegnazione di una classe energetica rilasciata da un esperto accreditato.Casakyoto è anche un edificio esi-stente a Gavirate (VA) dove tali tec-nologie sono state applicate e si può verificarne l’efficacia. Su questo sito

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KYOSS Spazi | GIUGNO 2012 | 43

vengono evidenziate quali sono le problematiche che si verificano all’in-terno degli edifici esistenti e come è possibile risolverle con le 10 mosse. Il progetto, un prototipo di 6.000 mc. per 30 alloggi di varie metrature, è un edificio che ha tutte le caratteristiche per rientrare nella classe “A PLUS” delle nuove categorie di classificazio-ne introdotte dalle ultime normative europee e nazionali sulla sostenibili-tà degli edifici. Il suo comportamen-to ambientale si basa sulla messa a sistema di tre ambiti differenziati. Sistemi Passivi: dispositivi tecnologi-ci per l’accumulo termico invernale, dispositivi per la ventilazione natura-

le, sistemi di schermatura, dispositi-vi naturali per il comfort ambientale. Sistemi Attivi: approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili, siste-mi impiantistici basati su fonti assi-milabili, produzione di acqua calda sanitaria da fonti rinnovabili. Con-tenimento energetico e materiali ecocompatibili: sistemi tecnologici e costruttivi adeguati all’esposizio-ne, implementazione dell’isolamen-to termico, indoor air qualità. Per facilitare la gestione ed il controllo microclimatico interno, Casa Kyoto offre inoltre la possibilità di regolare manualmente i dispositivi tecnologici o di affidarsi a sistemi di home auto-

Un progetto per migliorarela propria casa in 10 mosse.

mation, predisposti per adeguare gli alloggi ai livelli di comfort desiderati. Coniugando il totale rispetto dell’am-biente con le aspettative tradizionali che indirizzano la scelta abitativa, Casa Kyoto accoglie le istanze del mercato sia dal punto di vista delle dimensioni delle unità abitative che della qualità estetica propria del con-testo mediterraneo. E dimostra che la progettazione bioclimatica non è più una realtà astratta, ma al contra-rio l’occasione per realizzare edifici e spazi da abitare, con prestazioni di alta qualità •

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da bruxellesDa BRUXELLES | NEWS

Riverside Museum of GlasgowIl Riverside Museum di Glasgow, progettato da Zaha Hadid, è stato nominato il museo più innovativo nei settori della tecnologia, della storia sociale e del lavoro dall’European Museum Academy. Il Riverside ha gareggiato contro musei di altri 12 paesi europei per vincere questa 17a edizione del Premio Micheletti. Nella loro relazione i giudici hanno osser-vato come: “La pianificazione atten-ta del museo coinvolga i visitatori in tutte le fasi dell’esposizione.” Ed è stato anche ricordato come: “Si tratti di una profonda trasformazione di un quartiere degradato, non solo una finestra aperta sul passato ma un ideale ponte tra il passato industriale della capitale scozzese e le industrie attuali e future di Glasgow.” Il proget-to è parte del più ampio program-ma di espansione urbana della città, noto come “Glasgow Harbour”, che prevede un nuovo insediamento re-sidenziale con strutture per attività di terziario e tempo libero. Sorgendo nel punto in cui convergono i due principali fiumi di Glasgow, il Kelvin ed il Clyde, la nuova struttura si po-ne come collegamento fra la città e i suoi corsi d’acqua. Una specie di cannocchiale (torto e deformato, come si conviene) per raccogliere e convogliare gli sguardi verso i corsi d’acqua della città. Il percorso che collega le due estremità del “tunnel” presenta la tipica fluida geometria che caratterizza le architetture della progettista anglo-irachena; una figu-ra che sembra contenere un’onda in movimento da cui prendono forma delle “pieghe” visibili sulla copertura in zinco. Il profilo della copertura si sviluppa lungo un percorso a zig zag che termina con una facciata vetrata che chiude l’estremità che si affaccia sul fiume •

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da bruxellesArt Residency Program

magazzini del sale, ma a differenza di queste si aprono verso il paesaggio. Attraverso grandi vetrate, gli interni dipinti di bianco accolgono la luce naturale e l’impostazione spartana e minimal collabora a evitare ogni distrazione visiva nella percezione dell’ambiente esterno. È una natura sorprendente e selvaggia quella che circonda queste piccole architetture, spazzata dai venti e circondata dalle acque gelide dell’Atlantico. L’inter-vento, finanziato dalla Fogo Island Arts Corporation, mira alla valoriz-zazione in chiave turistica della pic-cola isola canadese, abitata da soli 2.700 abitanti. Un tempo l’economia da queste parti era legata a doppio

Sulla Fogo Island, un estremo lembo di terra canadese in mezzo all’Oce-ano Atlantico, lo studio norvegese di Todd Saunders sta curando l’at-tuazione dell’Arts Residency Pro-gram”, un piano per la costruzione di un nuovo centro d’arte “diffuso”, sei abitazioni sparse lungo tutta l’iso-la a cui si aggiungerà un albergo a cinque stelle. Bridge Studio, Tower Studio, Squish Studio, Long Studio sono i nomi di questi moderni rifu-gi, di dimensioni e livelli di comfort differenti, ma tutti caratterizzati dal rapporto armonioso col paesaggio. Queste architetture riprendono ele-menti delle architetture tradizionali dell’isola, dai ricoveri per le barche ai

filo ai proventi della pesca ma ora la difficile congiuntura economica spin-ge a cercare nuove strade. La Fogo Island Arts Corporation propone un modello di sviluppo complesso che cerca di incorporare la bellezza di una natura selvaggia alle capacità di attrazione dell’arte, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile. Il programma internazionale di residenza, al quale è possibile candidarsi da qualunque parte del mondo, permette di passa-re alcuni mesi in quello che sembra un eremo sperduto e che in realtà è sempre più connesso ai maggiori circuiti artistici internazionali •

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Tar Veneto: l’installazione non costituisceun degrado per le zone sottoposte a vincolo paesaggistico, ok ai pannelli anche in area vincolata.

I pannelli fotovoltaici non degradano l’ambiente. Lo sostiene il Tar Veneto, che con la sentenza 48/2012, ha af-fermato che gli impianti sui tetti sono ammessi anche nelle aree vincolate, a patto di non essere troppo impat-tanti per l’ambiente circostante. Il Tri-bunale Amministrativo ha esaminato il caso di due proprietari di un edificio, che avevano deciso di installare un impianto fotovoltaico integrato con il tetto. Dal momento che l’immobi-le era situato in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico, i proprietari avevano richiesto l’autorizzazione

paesaggistica, che era però stata negata dalla Soprintendenza. I pro-prietari avevano presentato in segui-to un nuovo progetto per adeguarsi alle richieste della commissione edi-lizia comunale e rendere omogenea la falda. Di fronte al nuovo diniego da parte della Soprintendenza, ave-vano presentato ricorso al Tar. Il Tri-bunale amministrativo ha accolto il ricorso perché il parere sfavorevole della Soprintendenza sarebbe sta-to viziato da travisamento. La So-printendenza sarebbe infatti partita dal presupposto che la presenza

dei pannelli fotovoltaici costituisce a priori un degrado per il paesaggio, a prescindere dalle modalità di installa-zione. I giudici amministrativi hanno fatto notare invece l’alta diffusione dei pannelli, che sono incentivati dal-le norme statali e regionali, ma anche la lontananza dai monumenti in ba-se ai quali l’area è stata sottoposta a vincolo paesaggistico. Considera-zioni che hanno spinto il Tar a ritenere i pannelli un elemento architettonico sostanzialmente insignificante •

ENERGia | FOTOVOLTAICO? SI

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Torre VelascaCritici e archistar milanesi si dividono: il “Telegraph” la paragona al “Carciofo” di Macao. Sgarbi: “È il paradigma della civiltà dell’orrore, ma va salvata”.

TECNiCHE | TORRE VELASCA

La Torre Velasca - pare - piace di più a chi in città ci è nato, skyline abituale per chi alza lo sguardo verso il cielow. Di sicuro gli inglesi non la tollerano: la versione web del Daily Telegraph inserisce il palazzo progettato dallo studio BBPR (e concluso nel 1958) tra i ventuno edifici più brutti del mon-do. Orgoglio ambrosiano ferito. Ma non per tutti. Partendo dalla crona-ca, nella versione online del giorna-le inglese, la Torre Velasca (27 piani,

106 metri) è in compagnia del Lon-gaberger Basket di Newark nell’Ohio (avete presente il cestino di Cappuc-cetto Rosso? Quello, ma in versione gigante), del Grand Lisboa Hotel a Macao (un bulbo da cui spunta un carciofo di vetro), dell’Elephant Bu-ilding a Bangkok (zoomorfo). Grup-petto crudele. Anche perché i BBPR (Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Ro-gers) compaiono in tutti i manuali ita-liani e stranieri di architettura, fanno

parte dei grandi degli anni 50 e 60, apprezzati e stimati da migliaia di epi-goni. Uno di questi è l’archistar Mario Bellini: “A me la Torre piace, anche se il Pirellone è più contemporaneo. Rogers fu mio professore al Poli-tecnico. In quel periodo si discuteva molto di preesistenza ambientale”. Un assoluto capolavoro, secondo il critico d’arte Philippe Daverio. “Ogni popolo - dice - rappresenta la pro-pria idea di architettura”. Mentre i

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Torre Velascamilanesi si dividono in contrade - «fa schifo»; «no, è un capolavoro» - e la bocciatura britannica comincia a far discutere anche l’intellighenzia am-brosiana, Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura della giunta Moratti e cri-tico d’arte, getta benzina sul fuoco. Partendo piano: «La Torre Velasca suscita reazioni controverse. Ma chi non è abituato a guardarla con i no-stri occhi indulgenti può sicuramen-te classificarla come mostro. Tende

a non piacermi. È il paradigma della civiltà dell’orrore. Ma visto che è il primo di tanti aborti, tenderei a te-nerlo. I milanesi la guardano come il figlio brutto a cui vogliono bene co-munque”. E sì che la Velasca è stata di volta in volta set cinematografico, citazione, simbolo del boom eco-nomico, oggetto di contese immo-biliari e di liti (nell’85 sembrava uno scempio far passare la linea tre del-la metropolitana lì sotto). “La Torre

- commenta l’architetto-assessore Stefano Boeri - è l’invenzione di una nuova architettura. Fu il primo grat-tacielo progettato con quella forma a fungo, nessuno prima aveva mai ideato un edificio del genere. Ope-ra controversa? Macché. Ne siamo tutti orgogliosi e fieri” •

www.corriere.it

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calcestruzzo green

Il calcestruzzo sembra un materiale piuttosto inoffensivo. Il fatto è, però, che il calcestruzzo è la più grande fonte artificiale al mondo - la terza per l’esattezza - nella produzione di anidride carbonica.

andrebbe considerata in una valuta-zione di impatto ambientale e intero ciclo di vita del prodotto. A quanto pare, però, non deve essere così. Diverse aziende stanno utilizzan-do al momento diverse tecnologie che non solo rendono il calcestruz-zo neutro al carbonio ma addirittura negativo. La notizia proviene dall’In-ghilterra da dove si calcola che entro il 2020 la produzione di cemento e

così i suoi derivati come il calcestruz-zo raddoppierà. Una delle alternative sostenibili, proviene dal lavoro con-dotto dall’Università di Cardiff e dalla società gallese Cenin. La tecnologia sviluppata utilizza per la produzione del calcestruzzo scarti industriali ri-ducendo la necessità dell’estrazione di materie prime e dunque un minor impatto ambientale. Il passo avan-ti tecnologico consiste ora in una

I suoi processi di produzione par-tendo dal cemento contano almeno dal 5 all’8% delle emissioni di CO2 nell’atmosfera ogni anno. Superiore perfino al trasporto aereo. Questa percentuale deriva principalmente da due fonti: dall’energia richiesta per “cuocere” il cemento negli ap-positi forni e dalla conseguente CO2 generata in questo processo. Senza dimenticare la CO2 equivalente che

RiCERCa | CALCESTRUzzO GRREN

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KYOSS Spazi | GIUGNO 2012 | 51

calcestruzzo green

trasformazione chimica dei mate-riali utilizzati per la produzione che, a quanto riporta la Cenin permette-rebbe di abbattere del 75% le emis-sioni di CO2. L’altra nuova formula rispettosa dell’ambiente è stata ela-borata dalla Novacem, sfruttando nuove materie prime, principalmente silicati di magnesio in opposizione al tradizionale cemento Portland, che non solo richiede una temperatura

maggiore durante la lavorazione, ma emette CO2 ad alte temperature, i silicati di magnesio invece sono ad-dirittura in grado di assorbirne grandi quantità durante la fase di raffredda-mento e di posa in opera. Il nuovo cemento messo a punto durante una collaborazione con la Royal Im-perial College di Londra ha già attira-to l’attenzione dei colossi dell’edilizia (Rio Tinto Minerals, WSP Group e

Laing O’Rourke) e naturalmente di investitori come i Novacem vanta cifre di tutto rispetto nella cattura di CO2. Novacem afferma che per ogni tonnellata di cemento utilizzato, ven-gono catturati sette quintali circa di CO2 e i costi di produzione sarebbe-ro paragonabili a quelli del cemento Portland •

Page 52: Kyoss Spazi Giugno 2012

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