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KYOSS - MENSILE N. 134 aprile 2012 - POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NE/PD - EURO 7,00 musica ARTE TEATRO spettacolo DESIGN sport TEMPO LIBERO PERSONAGGI CULTURA CUCINA VIAGGI S P A Z I la rivista specializzata per i geometri, gli architetti gli ingegneri, i geologi, i periti industriali, i costruttori e per tutti i professionisti dell’edilizia aprile 2012 green interviste materiali tecnologie sicurezza certificazioni ambiente concorsi portfolio innovazioni domotica bioedilizia energie tecniche ricerca esposizioni libri news VENETO

Kyoss Spazi Aprile 2012

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La rivista professionale specializzata per i geometri, gli ingegneri, i progettisti, i costruttori. Un punto di riferimento innovativo per tutti i professionisti del costruire. Uno strumento di settore per comunicare e far conoscere materiali, strumenti e tecnologie per il mondo dell’edilizia.

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S P A Z Ila rivista specializzata

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VENETO

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PROVINCIA DI VICENZA

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PROVINCIA DI VICENZA

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Mensile Kyoss • VENETO

aprile 2012anno 2 numero 134

Editore, Art Director eDirettore Responsabile:Simone [email protected]

Responsabile di Redazione: Eva [email protected]

Progetto Grafico:Simone Pavan - Anna Fanchin

Redazione: Carla Carlotto - Roberta CozzaAndrea Danzo - Stefano DanzoLeonardo Pavan - Nicoletta Salvadore - Nicoletta Ugolin

Edito da: KYOSS CONCEPTAgenzia di Pubblicità e MarketingVia Bellini 6,36078 Valdagno (Vi)Tel. 0445 [email protected]

Iscrizione al Tribunaledi Vicenza n° 1002 - 28/05/01numero del Repertorio del ROC 19214.

Stampa:Papergraf SpaPiazzola Sul Brenta - Padova - Italy

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Le energie alternative cambieranno il mondo e cambieranno anche la nostra società quando avranno rimpiazzato in maniera significativa le fonti di energia “tradizionali”. Non sarà un percorso facile. Spesso ci sembra che la transizione nell’uso di nuove fonti energetiche sia sempre rallentata da una certa inerzia tradizionalista. Di solito questa impressione non è vera, perché in realtà nessuno vuole vivere in un luogo dove ci sono aria, acqua e ambiente inquinati. Ed è proprio per questo che le energie alternative stanno cambiando le nostre prospettive, e cambieranno le nostre vite •

S P A Z I

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contenuti editoriali portfolio

4 • il carapace di Arnaldo Pomodoro

interviste, analisi, prodotti, ricerche rubriche, news, esposizioni, eventi, pubblicazioni

8 • Frank Lloyd Wright

36 • domoticaautomazione

30 • bioediliziacase di paglia

20 • innovazionie tecnologienuovi prodotti

32 • esposizioni

13 • USB - Use Sustainable Brains

44 • ricercaNature Activity Center

42 • tecnichepolistirene espanso sinterizzato

40 • energiefotovoltaico

26 • news

46 • ultime novità da Bruxelles

48 • libri

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ARNALDO POMODORO | IL CARAPACE

l’unica scultura al mondo in cui si produce vino

il Carapace di Arnaldo Pomodoro

Un’astronave lacerata, una sfera in ra-me e legno grande come una collina, con feritoie tormentate che ricorda-no quelle della terra. Un enorme dar-do conficcato all’esterno, un puntino rosso visibile da decine di chilometri. E all’interno una volta con centinaia di legni intrecciati ad arco da carpen-tieri dolomitici per sostenere il guscio. “Le strutture lignee come una sorta di speroni estroflessi sollevano e frasta-gliano la grande volta sospesa”, de-

scrive il critico d’arte Gillo Dorfles. E poi, più in basso, triangoli e cunei so-vrapposti, con la forza di un quadro di Balla. Fino al cuore sotterraneo, una ziqqurat, la piramide sacra delle reli-gioni mesopotamiche.Eccolo il Carapace, l’ultima opera di Arnaldo Pomodoro, 85 anni. È la can-tina della Tenuta Castelbuono, dei Lunelli (i trentini delle bollicine Ferra-ri). “La prima scultura al mondo nella quale si vive e si lavora - racconta il

patriarca Gino Lunelli, ora presidente emerito dell’azienda - il mio lascito”. Intorno, nelle umbre Bevagna e Mon-tefalco, ci sono 30 ettari di vigne anti-che di Sagrantino e Sangiovese.Perché un carapace? “Non volevo disturbare la dolcezza delle colline - ha spiegato Pomodoro alla Trien-nale di Milano, dove è stata presen-tata l’opera - qui il paesaggio ricorda quelli dei quadri rinascimentali, come nella mia Montefeltro. Ho avuto l’idea

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di una forma che ricorda la tartaru-ga, simbolo di stabilità e di longevità che, con il suo carapace, rappresen-ta l’unione tra terra e cielo”.A differenza di alcuni lavori di archi-star, non c’è la volontà di esprimere potenza, riflette Aldo Colonnetti, di-rettore scientifico dell’Istituto Euro-peo di Design: “È un raro esempio di uno scultore che fa l’architetto, sen-za puntare sull’effetto scenografico o mimetizzare fino a sparire, solo pen-

sando al rispetto per il paesaggio e all’uso dell’opera”.Per i Lunelli “un investimento impor-tante, un’opera di mecenatismo: in-vece di acquistare un’opera d’arte e metterla in cantina abbiamo tra-sformato un’opera d’arte in una can-tina” - dice Matteo Lunelli, 37 anni, il neopresidente delle Cantine Ferra-ri. È così: “Per la prima volta ho avuto l’emozione di poter camminare, par-lare e bere all’interno di una mia ope-

ra” - racconta Pomodoro.I lavori sono ormai ultimati (“rispet-tando i costi, senza sforare, con cura e rigore” - assicura Pomodoro), l’inau-gurazione ufficiale con i colori del-la primavera, il 16 giugno prossimo. In cantina il vino è già nelle barrique. At-torno alle piccole botti svetta il pun-to di degustazione, un’ellisse di rame che sale verso la luce, ispirata, appun-to a una ziqqurat.

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GINO LUNELLI: IL MAESTRO, AMICO DI UNA VITACon la sua piacevolissima ironia Gi-no Lunelli, rappresentante della vec-chia guardia delle Cantine Ferrari, ha raccontato del suo incontro con il maestro. “Sono amico di Arnaldo da trent’anni. Quando decidemmo di dar vita a questo progetto Pomodoro mi disse: “Ti costruisco un carapace e ci metto dentro uno ziggurat”. Rimasi un po’ perplesso, ma non glielo diedi a vedere e decisi di uscire dall’impic-cio passando la palla a mio nipote Marcello!”.

ARNALDO POMODORO: HO FATTO IL MESTIERE DELL’ARCHITETTO“Per me è stata l’occasione di fare per una volta l’architetto. Si è tratta-to di un incarico che mi ha gratificato immensamente e di un progetto dif-ficile che doveva conciliare l’idea di fare una struttura con un forte impat-to visivo e le esigenze funzionali di una cantina di vinificazione, un luogo “or-ganico”. Inoltre il paesaggio, che mi ricordava il Montefeltro dove ho pas-sato la mia infanzia, era meraviglioso e non volevo disturbare troppo quel-la dolcezza con le mie visioni. Per que-sto ho scelto la forma del carapace e all’interno ho conficcato nel terre-no un’enorme scultura che svetta. Vo-levo una cantina integrata, ma che non avesse la sempre fallace ambi-zione di mimetizzarsi”.

IL CARAPACECon questa commissione, Arnaldo Po-modoro ha dimostrato di essere uno dei pochissimi grandi scultori al mon-do ad avere la dimensione dell’archi-tettura. “Pomodoro ha visto in quella terra delle cose che io non ho visto e mai vedrò” - ha più volte ripetuto in conferenza stampa Marcello Lunel-li. I lavori sono cominciati nel 2006. Il “Carapace” si offre allo sguardo co-me una grande cupola ricoperta di rame, incisa da crepe che ricordano i solchi della terra che l’abbraccia. E un elemento scultoreo a forma di dar-do di colore rosso che si conficca nel terreno •

ARNALDO POMODORO | IL CARAPACE

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“ho avuto l’idea di una forma che ricorda la tartaruga, simbolo di

stabilità e di longevità che, con il suo carapace, rappresenta l’unione

tra terra e cielo”

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partnership internazionale tra la Frank Lloyd Wright Foundation e la Big Green Zero

Frank Lloyd Wright diventa “green”

La Frank Lloyd Wright Foundation ha intrapreso una partnership con l’azienda First Solar Inc. e la Big Gre-en Zero, per rendere la famosa Taliesin West ad energia zero.

TALIESIN WESTTaliesin West, fuori dal centro di Scottsdale e alle pendici delle McDo-well Mountains, è il quartier generale che il grande architetto realizzò tra il

‘37 e il ‘59, scegliendolo come via di fuga dai freddissimi inverni di Spring Green nel Wisconsin, dove nel 1911 aveva costruito la propria residenza che aveva chiamato Taliesin. Nel de-serto dell’Arizona Meridionale, ad un paio d’ore dal confine con il Messico, in un orizzonte tendenzialmente mo-nocromatico ma ritmato dalla verti-calità dei centenari Saguaro, l’edificio si staglia come una lunga linea. Iscrit-

to nel Registro Americano dei Siti Sto-rici, Taliesin West, gestito dalla Frank Lloyd Wright Foundation, mantiene la vivacità creativa del suo fondato-re attraverso la scuola/campus per gli studenti di architettura, tuttora attiva nel periodo invernale. Destroyed the box è una delle regole fondamentali di quest’uomo dalla forte personalità, che aveva concepito questo labora-torio sperimentale come un organi-

GREEN | FRANK LLOYD WRIGHT

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smo in continua evoluzione. Quanto ai materiali, l’intero complesso è co-struito utilizzando la pietra locale, sia per l’esterno che per l’interno, di cui vengono rispettate le qualità intrinse-che. Anche ai luoghi intimi, condivisi con la terza moglie Olga Hinzenberg, è affidato il pensiero di Wright: la pic-cola camera da letto con il suo libro A Testament (1957) poggiato con di-sinvoltura sulla scrivania; l’ampio sa-

lotto-soggiorno (Garden Room) con il pianoforte, arredato con mobili dise-gnati dallo stesso Wright; le sculture di porcellana cinese e giapponese col-locate anche nel giardino; la saletta con il grande schermo per la proiezio-ne dei film, vista la sua grande passio-ne per il cinema; il teatro. Un pensiero fortemente influenzato dall’estetica giapponese, quello di Frank Lloyd Wright: il fil rouge è rintracciabile nei

numerosi volumi sull’arte del Sol Le-vante, ma anche dalla presenza a Taliesin West di oggetti della quoti-dianità. Curiosamente tra i suoi edifici scomparsi, uno dei più interessanti era proprio l’Imperial Hotel di Tokyo che, sopravvissuto al terremoto del 1923 e alle bombe della seconda guerra mondiale, è stato demolito alla fine degli anni Sessanta per far posto ad un più moderno hotel extralusso!

“destroyed the box è una delle regole fondamentali di quest’uomo dalla forte

personalità”

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IL PROGETTONei prossimi mesi verrano installati 250 kW di pannelli fotovoltaici, che con-sentiranno all’edificio di produrre più energia di quanta consumata. “Frank Lloyd Wright è sinonimo di innovazio-ne in architettura e design ed attra-verso la Fondazione a lui dedicata abbiamo intenzione di riprendere la sua eredità, integrando l’energia so-stenibile alle sue creazioni” ha affer-

mato Larry Whittet, direttore capo del progetto Taliesin West Solar. “Talie-sin West è un’architettura che ha cat-turato l’attenzione di visitatori per 75 anni, siamo orgogliosi di farne par-te e vogliamo continuare questa im-presa storica”. La società che fornirà l’energia rinnovabile, la Big Green Ze-ro, dopo aver effettuato una prima valutazione del progetto, ha affer-mato che l’edificio solo attraverso il

contenimento dei consumi, potrebbe ridurre la sua energia di oltre la metà, coprendo la parte restante attraver-so l’energia solare. “Non potrei esse-re più entusiasta per il progetto – ha affermato Sean Malone, CEO di Frank Lloyd Wright Foundation – Questa sa-rà l’occasione per trasformare un esempio mondiale di architettura sto-rica, in un esempio di sostenibilità ad energia zero unico nel suo genere”•

“la Taliesin West diventerà ad energia zero, grazie all’installazione di 250 kW di pannelli fotovoltaici”

GREEN | FRANK LLOYD WRIGHT

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La nostra società opera nel settore del legname daoltre 50 anni e fu fondata dal padre. Dal 1985 la gestioneè passata ai figli i quali hanno ampliato la gammadi materiali e prodotti disponibili a magazzino,coprendo oltre al settore edile anchequello dell’arredamento e dellefalegnamerie in genere.

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USBusesustainablebrainsun progetto innovativodi socialità sostenibile

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ECOBUILD | USB - USE SUSTAINABLE BRAINS

“posizionabile ovunque e da tutti usufruibile”

USE SUSTAINABLE BRAINS – spiega an-cora Beltramelli. Vogliamo rimettere in comunicazione le persone, vogliamo riprendere l’uso della nostra mente, della ragione. Un tema provocatorio ma molto sentito. Proprio per questo è stato importante proporlo ad una platea così numerosa e qualificata come quella di Ecobuild. L’ambien-te prevede uno spazio interno con una zona conviviale aperta a tutti. Nell’area interna sono posizionate tre vasche in legno servite da una doc-

Una struttura ricettiva innovativa sia indoor che outdoor. Il progetto USB, Use Sustainable Brains di Carlo Beltra-melli, designer vicentino, è stato pre-sentato il 20 marzo scorso ad Ecobuild London, la fiera inglese dedicata alla costruzione sostenibile e alle ener-gie rinnovabili, la più grande del Re-gno Unito e fra le più importanti del mondo. “Il progetto, realizzato com-pletamente con architettura eco-sostenibile, si propone di trasmettere un messaggio per una Socialità So-

stenibile, - spiega l’ideatore Carlo Bel-tramelli - e per “Socialità Sostenibile” intendo la transizione dal mondo on-line al mondo offline: la ricerca di un ritorno alle connessioni personali, allo stare insieme, al comunicare, al con-dividere: valori perduti che vogliamo recuperare. Questa struttura può es-sere inserita in uno spazio aperto, in riva al mare, in collina, in montagna, nei parchi, posizionabile ovunque e da tutti usufruibile”. Il design riprende quello di una chiave Usb, acronimo di

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Carlo Beltramelli nasce a Vicenza,nel 1955. Si diploma al liceo artistico di Verona nel 1974. Nel 1979 aprea Vicenza lo Studio “la Nuvola Design” , arredamenti e costruzioni di interni, in società con l’amico Marco. Nel 1995 nasce lo Studio “Carlo Beltramelli Interior Designer”.Iscritto all’AIPI (Associazione Italiana Progettisti in Architettura D’Interni) è invitato a partecipare attivamente a commissioni di Laurea presso il Politecnico di Milano. Lo Studio, situato nel centro di Vicenza, realizza progettazione e arredamenti completi per abitazioni private, showroom e negozi. Il suo stile è conosciuto ed ha successo non solo in Italia, ma anche nel mercato estero, in particolar modo negli Stati Uniti, nelle città di New York, Miami e Beverly Hills. Nel 2000 crea un “pool” di Professionisti Associati, un pool che potrà soddisfare la clientela più esigente, integrando alla progettazione di architettura d’interni, lo studio illuminotecnica, meccanico di climatizzazione e di impianti speciali •

CARLO BELTRAMELLIinterior designer

• Carlo e Daniele Beltramelli.

cia soprastante ed una zona con 3 posizioni per massaggi/relax comune. Superata la zona acqua si passa ad una zona indoor-outdoor con tre co-mode sedute e con fuoco centrale che, come spiega Beltramelli, “vuole essere il simbolo dell’antico camino dove le persone si radunavano per conversare.”. Il tutto circondato da verde e da zone di passaggio che, entrando ed uscendo dalla struttura, mettono in relazione le isole di con-versazione esterna chiamate Energy

Box con il mondo all’interno dell’Usb. Il concetto del numero 3 sta nel fat-to che volevamo indicare con il 3 un numero “aperto” quindi non 2 che dà una idea di coppia chiusa, e che mantiene la comunicazione esclusi-vamente al suo interno. Il 3 favorisce una comunicazione aperta, quindi 3 sedute nell’area conviviale e 3 nel-la zona massaggio, 3 vasche, 3 zone conversazione attorno al fuoco, 3 elementi per le porte, il frangisole, il serramento, la libreria... il tutto diventa

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ECOBUILD | USB - USE SUSTAINABLE BRAINS

un unicum in un movimento circolare delle persone che stimola convivia-lità e rapporti. Tutto è alimentato da pannelli solari e sistemi di energie al-ternative, con finiture naturali e mate-riali ecosostenibili. Il progetto è stato portato a termine grazie al sostegno della Regione Veneto con l’Assesso-

rato all’Economia e Sviluppo Ricerca e Innovazione, Unioncamere e il sup-porto di aziende estremamente qua-lificate tra cui Lunardelli Angelo Snc (www.lunardelli.net) che ha realizza-to tutta la struttura e i serramenti che includono l’anta, la griglia frangisole esterna e il sistema libreria scorrevoli.

Elemento originale che ha riscosso molto successo è l’Energy Box, un pro-totipo di struttura ricettiva per outdo-or alimentata da risorse rinnovabili e dotata di pavimento in legno radian-te con tecnologia in fibra di carbonio prodotto dalla Greenwood Srl (www.greenwood-venice.com), produttrice

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CARLO BELTRAMELLIinterior designer

[email protected]

Carlo Beltramelli è un membro di AIPI (Italian Association of Interior Designers) dal 2003, Responsabile della Regione Veneto per l’Associazione, dal 2005 al 2007, CEO dal 2007 al 2010. Inoltre membro di ECIA (European Council of Interior Architects www.ecia.net) dal 2009, segue progetti speciali come “The Oral History” e “Interior Architects Mobile Academy”. è l’Ambasciatore ufficiale di AIPI per le attività e i progetti organizzati in Cina a nome dell’Italian National Association. Nel 2008 ha organizzato il progetto WDC per AIPI a Torino, nel 2009 il progetto SIA Guest e il 40° anniversario dell’Associazione Italiana a Vicenza.Nel 2009 ha diretto anche il primo concorso AIPI ad Abitare il Tempo Exhibition.Nel 2011 è stato Direttore Creativo e Tecnico di “Water Nest”, attrazione principale delPadiglione Italiano a Ecobuild Exhibition a Londra, la più grande fiera al mondo sui materiali ecosostenibili.Relatore in molti seminari/eventi: nel 2009 con l’Associazione Brasiliana di Interior Design a San Paulo do Brasil, nel 2010 con Planet Hotel a Firenze e Roma, nel 2011 per il seminario “The sand to the green” durante la Balnearia Exhibition a Carrara e con Architect@Work in Belgio. Nel 2011 è stato anche relatore per il Workshop “Wellbeing thru Responsible Design” alla Beyond Beauty Fair a Parigi.Nel 2009 e 2010 è stato membro della giuria e relatore al US AWARD, organizzato dal gruppo IlSole24ore; nel 2011 è stato membro della giuria per Jinyang Price al Guangzhou Design Week 2011 e l’unico relatore al seminario “Trends on Green material and construction” durante il Guangzhou Design Week.Manager Generale con altri due partners italiani del nuovo progetto chiamato “ItalianInterior Designers for China”, disponibile al sito www.iidforchina.it, la prima piattaforma che mette in diretta connessione gli Interior Designers italiani e i loro colleghi cinesi per condividere idee e collaborazioni in Cina.

anche degli altri pavimenti esterni del progetto. &’Costa (www.ecosta.it) ha fornito l’impianto illuminotecnico rea-lizzando specificatamente per questo evento dei prototipi di lampade dal design unico. New Igienic System Srl (www.newigienicsystem.it) ha presen-tato un rivoluzionario sistema igienico

che coniuga le funzionalità del wc a quelle di un bidet in un unico ed estre-mamente originale prodotto. Italko Srl (www.italko.it) ha impreziosito la strut-tura con le sue vasche realizzate in le-gno di ginepro, che uniscono all’este-tica accattivante anche proprietà curative grazie ai materiali utilizzati •

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INNOVAZIONI TECNOLOGICHE | A CURA DI KYOSS

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la mia casa in legno

“La casa in legno è meglio. Se la co-nosci te ne innamori. Se la vivi è per sempre”. Questo sintetico e significa-tivo slogan è di AssoVeneta Costrut-tori Case in legno, l’associazione che ha lo scopo di garantire, attraverso la

divulgazione e la valorizzazione del proprio marchio, competenza, profes-sionalità e affidabilità per tutti coloro che desiderano una casa moderna in legno eco-compatibile e bio-climati-ca.

tre persone raccontano come e perchéhanno scelto di affidarsi alla progettazionee costruzione di una casa in legno

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Perché costruire nel rispetto dell’am-biente e della qualità della vita è co-struire il futuro: per questo AssoVeneta Costruttori Case in legno partecipa e collabora con tutti coloro che han-no come obiettivo primario il migliora-mento del tenore di vita, con lo scopo

cinquedomande

a tre “abitanti”

di casein legno

PUBBLIREDAZIONALE

di garantire alle future generazioni un mondo più pulito, vivibile e salutare. Ma perché scegliere una casa in le-gno? Ecco alcune testimonianze di-rette: Simone, Francesca e Pietro raccontano le loro esperienze.

“la casa in legno è meglio. Se la conosci te ne innamori.

Se la vivi è per sempre”

Francesca: per la velocità di esecu-zione: ho scelto di sistemare una casa in centro storico quindi avevo biso-gno di una progettazione veloce ed esecuzione immediata, senza distur-bare le location attorno.

Simone: la mia nuova casa è stata costruita al piano superiore di una villetta già esistente. Il mio proble-ma principale era la salvaguardia del giardino esistente: l’intervento di un’impresa edile l’avrebbe messo in pericolo. Con la realizzazione della casa in legno, invece, un semplice in-tervento esterno ha letteralmente po-sto il mio appartamento sopra la casa già esistente, senza rovinare minima-mente il giardino.

Pietro: per questioni architettoniche. Il progetto di casa nostra era molto particolare e volevamo ottenere le migliori soluzioni con minor costi e ri-sultati perfetti: altro materiale non po-teva che essere il legno.

Francesca: confrontando i prezzi mi sono accorta che anche scegliendo le finiture di alta qualità la casa in le-gno mi dava un ottimo rapporto qua-lità-prezzo.

Simone: è costata perché ho scel-to i materiali e le finiture più costose. La cosa importante è che fin dall’in-zio è stato rispettato il budget e non c’è stata nessuna sorpresa finale sul prezzo come invece purtroppo acca-de quando ci si affida ad un’impresa edile e a diversi operatori.

Pietro: il prezzo non cambia ed è cer-to fin da subito. Spesso infatti i lavori di una casa tradizionale ti portano fuo-ri dal budget: i preventivi sono bassi mentre i conti finali magicamente si alzano. Con una casa in legno, inoltre, si occupa di tutto la ditta produttrice e io non ho nemmeno avuto mai il bi-sogno di contattare impiantisti o pro-gettisti.

1) Perché una casain legno?

2) Rispetto ad una casa tradizionale quanto è costata la vostra casa in legno?

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AssoVeneta Costruttori Case in legno c/o Confcommercio Vicenza Via L. Faccio 38 tel 0444 964300 [email protected]

Francesca: certo, ma non solo: si vive proprio meglio. L’ambiente è più sa-no e naturalmente caldo d’inverno e fresco d’estate. Il comfort rispetto ad una casa tradizionale si nota subito, appena si entra. E vivendoci, non se ne può più fare a meno.

Simone: certo, basti pensare al rispar-mio sul riscaldamento, con la stessa metratura della mia casa preceden-te, oggi spendo meno di un terzo di bolletta. Sono passato dagli oltre 2000 euro ai 600 annui di oggi.

Pietro: non c’è paragone con le no-stre precedenti case. Sul tetto, inoltre, abbiamo implementato un impianto solare termico. Il risultato? La caldaia si accende solo nei giorni invernali più rigidi. Per il resto la casa è letteralmen-te auto-riscaldata.

Francesca: non c’è polvere né umidi-tà. Anche a distanza di anni la prova è che se togli un quadro dalle pareti, il muro è ancora uguale.

Simone: non uso mai il climatizzatore. Certo è che una casa del genere va arieggiata più di una casa tradiziona-le, perché il contenimento termico è altissimo.

Pietro: non ci sono ponti termici e si sta benissimo. Il tepore è diverso da quello di una casa tradizionale, i mu-ri restano caldi perchè hanno un’ani-ma di legno e il legno è vivo e pieno di calore.

Francesca: sì e se dovessi scegliere, in futuro, la progetterei con finiture an-cora migliori delle attuali.

Simone: assolutamente sì. Anzi, la con-siglio a tutti i miei amici.

Pietro: sì certo, se mi si presentasse la possibilità di progettare una nuova casa, la predisporrei anche per la do-motica e le energie alternative •

3) I risparmi energetici sono effettivi così come si dice?

4) Come si vive inuna casa in legno?

5) Tornerebbe a costruire una nuova casa in legno?

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INNOVAZIONI TECNOLOGICHE | A CURA DI KYOSS

Lampada da parete/soffitto con cor-po in metallo, ali realizzate con tessuto termoresistente e infusori da te gire-voli e orientabili come occhi e muso dell’insetto. La lampada è inclusa. Un oculo nelle zampe posteriori offre la possibilità di montare la lampada a parete •

Mademoiselle Filou

SeesawL’altalena Seesaw di Louise Campbell per Erik Jørgensen è un arredo per in-terni da gioco e da incontro. Con chia-ri riferimenti all’altalena dell’infanzia, Louise Campbell vuole creare un arre-do atto a giocare e a dialogare. Il dia-logo avviene naturalmente quando si è in due a trovare l’equilibrio su un’al-talena •

Metal LineMetal Line è un tavolo da pranzo tra-sformabile in tavolo da biliardo con struttura metallica in acciaio. Il model-lo acciaio presenta una doppia possi-bilità: o la struttura in acciaio vernicia-ta in color alluminio o quella in acciaio inox. In entrambi i casi il piano superio-re è eseguito in una delle 5 essenze di-sponibili nel campionario. La Fusionta-ble, che presenta un design semplice e elegante e una qualità eccezionale integrata da modernissime tecnolo-gie, eccelle perché porta una pluralità di opportunità al divertimento in fami-glia. Fusiontable, che ha una semplici-tà che stupisce, si trasforma in pochi secondi da oggetto di bel design – una vera e spaziosa tavola da pranzo - in un tavolo da gioco o in un biliardo professionale, che accompagneran-no le vostre serate. Questo concetto innovativo di sala da pranzo, lancia-to da Aramith, vi invita a rilassarvi o a coccolarvi nella vostra casa, vivendo una esperienza davvero divertente •

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KYOSS SPAZI | APRILE 2012 | 27

EDILTECNO di Gianluca BoessoVia A. Volta, 7 - 36010 Monticello C.te Otto (VI)Tel. +39 0444 946633 - Fax +39 0444 [email protected] - [email protected]

EDILTECNO fornisce servizi completi nello sviluppo di progetti edilizi industriali.Ciò che la rende competitiva ed affermata nel mercato è la possibilità di offrire, partendo da una richiesta iniziale di valutazione economica, anche una progettazione strutturale fin nei minimi dettagli esecutivi.Al cliente viene fornito oltre al preventivo di spesa anche un elaborato grafico esplicativo che mostra come sarà il suo fabbricato a montaggio eseguito.Di notevole importanza è anche il collegamento diretto con propri strutturisti, per poter offrire un servizio completo fin dalla calcolazione delle opere di fondazione (anche speciali).

produzione e vendita di capannoni prefabbricati in cemento e strutture prefabbricate

per l’edilizia industriale,commerciale ed agricola

Aziende partners

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Stazione di Susa: corsa a 5 per la fase finale del concorso

NEwS | A CURA DI KYOSS

Renzo Piano ritorna a Parigi con il progetto di un nuovo tribunale

Corsa a cinque per la Stazione dell’al-ta velocità di Susa. Nonostante le polemiche, il concorso va avanti e approda alla seconda fase, che re-stringe a 5 il numero degli studi che entro l’estate dovranno presentare la proposta per il giudizio finale.I cinque progetti, selezionati fra i 170 studi che hanno preso parte alla pri-ma fase del concorso, vantano la firma di altrettante famose archistar: Norman Foster, Benedetta Tagliabue, Dietmar Feichtinger, Kengo Kuma e gli architetti genovesi Alfonso Femia e Gianluca Peluffo dello studio 5+1AA. L’opera sorgerà a Est di Susa, nell’area attualmente occupata dall’interpor-to, alla confluenza tra la nuova linea ad alta velocità e la storica ferrovia Torino-Susa. Per questo motivo la sta-zione si svilupperà su due livelli diffe-renti per una superficie complessiva di circa 6000 metri quadrati. Il proget-to architettonico comprende anche parcheggi, stazioni per gli autobus e i taxi, aree di sosta, un’area di scambio multi-modale e gli spazi destinati ad altre funzioni accessorie •

A quarant’anni dall’apertura del Centro Pompidou, la città di Parigi vede il ritorno di Renzo Piano, che si aggiudica la gara per il progetto del-la nuova sede del Palazzo di Giustizia, la cui realizzazione è prevista per il 2017. Il nuovo edificio istituzionale sor-gerà nel quartiere Batignolles: pensa-to con un’altezza di 160 metri e 66.000 metri quadri di superficie, il tribunale firmato dal noto architetto sarà com-posto da una struttura a blocchi so-vrapposti in acciaio e vetro, dotata di terrazze alberate e di 90 sale per le udienze. Un’architettura in forma di “città aperta” in grado di accogliere un’affluenza giornaliera di circa 8.000 persone. I costi di realizzazione am-montano a circa 575 milioni di euro e si prevede l’inizio dei lavori a partire da questo mese. Il futuro riferimento dello skyline parigino è destinato ad includere il Tribunale di Grande Istan-za della capitale francese, la Corte di Polizia e la Corte dei giudici distrettua-li •

“sarà composto da una struttura a blocchi sovrapposti

in acciaio e vetro, dotata di terrazze alberate e di 90 sale

per le udienze”

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calcestruzzi preconfezionati

calcestruzzi alleggeriti

calcestruzzi fibrorinforzati

malte tradizionali

pavimenti industriali

inerti lavati

inerti per rilevati

stabilizzati

Sede Legale e Amministrativa:

36100 VICENZA - via Gorizia, 5Tel. 0444 546066 (4 linee r.a.)Fax 0444 320319

Cantieri di:

• 36100 VICENZA - via Marosticana, 450 - Tel. 0444 597545 - Tel-Fax 0444 597677 - viale del Lavoro, 57 - Tel 0444 565988

• 36050 POZZOLEONE (VI) Loc. Friola - via Ponte della Vittoria - Tel. 0444 668181

• 36015 SCHIO (VI) - via Lago di Misurina - Tel. 0445 575755

• 35014 FONTANIVA (PD) - via A. Velo - Tel. 049 5940978

• 36040 SAREGO (VI) - via Melotto, 2 - Tel-Fax 0444 830855 - Tel. 0444 831539 • 36020 AGUGLIARO (VI) - Strada Provinciale - Tel. 0444 891006 • 36072 CHIAMPO (VI) - via Arzignano, 82 - Tel. 0444 623350 • 37040 SAN BONIFACIO (VR) Loc. Locara - via San Vito, 12 - Tel-Fax 045 6102455 • 36045 MONTECCHIO MAGGIORE (VI) - via Ronco Molino - Tel. 0444 696794 - Fax 0444 490547

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NEwS | A CURA DI KYOSS

in arrivo un nuovo sistema di incentivi per le fonti rinnovabili

Saranno emanati a breve tre de-creti ministeriali che ridefiniranno gli incentivi destinati alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Lo ha annunciato il Ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera, inter-venendo qualche giorno fa alla pre-sentazione del Rapporto 2011-12 “Il Governo dell’energia per lo sviluppo del Paese” di Italiadecide. L’incenti-vazione delle rinnovabili finora “non è stata ottimale, soprattutto in termini di costi per il Paese” ha spiegato il Mini-stro, aggiungendo che “è stato privi-legiato il settore elettrico, a scapito di quello termico e dell’efficienza ener-getica”. L’Italia, secondo il Ministro, ha assegnato “incentivi molto gene-rosi”, in particolare al solare, ma non ha previsto adeguati meccanismi di contenimento dei volumi. Tutto questo ha determinato “una vera e propria esplosione degli impianti ed un costo molto elevato per il Paese”. Traducen-do in termini economici, Passera ha

detto che l’Italia ha già maturato 9 miliardi di euro all’anno di incentivi a carico di famiglie e imprese. “Poichè gli incentivi durano 15-20 anni - ha ag-giunto - questo debito vale tra i 150 e i 200 miliardi. E tali costi crescono di mese in mese: circa 200 milioni all’an-no in più ogni mese che passa”. Inol-tre, secondo Passera, “il ritorno econo-mico di questi investimenti sulla filiera italiana è stato spesso non ottimale, a causa della forte spinta su tecnologie dove l’Italia non ha, e faticherebbe ad avere, una leadership industriale, in particolare nel solare, dove circa il 50% degli investimenti viene speso in apparecchiature importate”. In definitiva, il Ministro ha annunciato l’intenzione del Governo di rilanciare lo sviluppo delle rinnovabili con un approccio alla crescita più virtuoso, basato sull’efficienza dei costi e sulla massimazione del ritorno economico e ambientale per il Paese. Su questi criteri si baseranno, quindi, i tre decreti

ministeriali che ridefineranno il model-lo di sviluppo nel campo delle rinno-vabili. La nuova Strategia Energetica Nazionale del Governo sembrerebbe, quindi, mettere in discussione gli aiuti alle rinnovabili e rimettere al centro le fonti energetiche tradizionali. E in-fatti, a preoccupare ancora di più gli operatori delle rinnovabili sono state le parole del Ministro sulla volontà del Governo di rilanciare la produzione nazionale di idrocarburi. “L’Italia può diventare il principale hub per l’ingres-so di gas dal Sud verso tutta l’Europa” - ha detto Passera nel suo discorso. Per realizzarlo - ha proseguito - oc-corrono sia infrastrutture che regole e strutture di mercato: le infrastruttu-re fondamentali sono i rigassificatori di Gnl, i gasdotti di importazione e gli stoccaggi. Per quanto riguarda le re-gole, Passera ha citato l’obiettivo più importante: la separazione proprieta-ria di Snam •

“gli aiuti costeranno 200 miliardi di euro nei prossimi 15-20 anni”

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KYOSS SPAZI | APRILE 2012 | 31

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BIOEDILIZIA | PAGLIA

paglia superstar

un antico materiale rivalutato in nome della sostenibilità

Se in Italia siamo scettici verso le case realizzate in legno, ampiamente dif-fuse nei paesi nordici e nel mondo anglosassone, dovremmo essere ad-dirittura ostili verso una delle novità delle realizzazioni in bio architettura: la paglia. Eppure la ricerca di nuove soluzioni adatte alle mutate esigen-ze delle costruzioni, che si vogliono sempre più sostenibili e climatizzate in maniera naturale, sta spingendo diversi architetti a rivalutare questo antico elemento che sembrava re-legato a una realtà marginale come quella rurale. “Bisogna chiarire che se da un lato la paglia ha degli indubbi vantaggi non è possibile utilizzarla per realizzare grandi strutture - afferma Rossella Sinisi, Presidente della sezione Roma 1 dell’Istituto Nazionale di Bioar-chitettura (Inbar) - si tratta di un ma-teriale che ha degli indubbi vantaggi per la bioarchitettura. È ecologico, so-stenibile, riciclabile senza problemi a fine vita, proviene da una filiera corta poichè si trova ovunque e fissa al suo

oscillano tra i 30 per 30 per 50 centi-metri e i 30 per 50 per 120 centimetri, mentre sono fondamentali sia la den-sità, che deve essere compresa tra gi 80 e i 120 kg/m3 sia l’umidità che non deve superare il 15%. Per quan-to riguarda gli impieghi della paglia nello specifico si va dalle tampona-ture, realizzate su intelaiature di legno all’utilizzo come isolante in pannelli realizzati pressando la paglia a caldo, senza colle e ricoperti con il cartone.

REPUTAZIONE DI PAGLIAMa la paglia, viste le sue umili origi-ni sul fronte dei materiali edili di che considerazione gode? In linea di massima ci sono una serie di luoghi comuni che sono stai sfatati nei fatti. Test ufficiali in Germania e Austria sui muri realizzati con balle di paglia han-no portato alla luce che la resistenza al fuoco di un muro di paglia intona-cato è pari a F90, è classificato come mediamente infiammabile e ha un coefficiente di conduttività del calo-

interno una certa quantità di CO2”. La paglia in edilizia trova fondamen-talmente tre tipi diversi di utilizzi. Il pri-mo è quello dell’impiego della paglia impastata con la creta nei mattoni a crudo, cosa che aumenta l’isolamen-to termico e acustico, incrementan-done anche la resistenza, il secondo è quello dell’utilizzo delle balle di pa-glia al posto delle opere in muratura, mentre il terzo è quello, tradizionale nel nord Europa, dell’utilizzo della pa-glia per i tetti. La paglia, naturalmente, trattandosi di un materiale organico è soggetto a fenomeni di imputridi-mento, anche se non è fragile come sembra visto il suo alto contenuto di silice, e deve essere trattato in manie-ra adeguata, come del resto il legno, proteggendola dagli agenti atmo-sferici e dall’umidità, cosa possibile applicando degli intonaci adeguati e facendo un’altrettanto adeguata manutenzione. Per quanto riguarda le specifiche tecniche delle balle di paglia da utilizzare in edilizia le misure

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KYOSS SPAZI | APRILE 2012 | 33

re pari a λr=0,0456W/mK. Questi dati dimostrano che la paglia può essere utilizzata negli edifici a due piani e che può essere un’ottima base per realizzare delle abitazioni passive con consumo per il riscaldamento inferio-ri ai 15 kWh/m2. E anche il bilancio energetico della paglia è positivo. La produzione di balle di paglia consu-ma circa 14 Mj/m3 d’energia. La lana minerale richiede per la sua produzio-ne 1077 Mj/m3: settanta sette volte di più della paglia. Per quanto riguarda le cautele costruttive da adottare quando si utilizzano le balle di paglia una grande attenzione deve essere posta alle infiltrazioni d’acqua e di umidità da tutti i lati, ma specialmen-te dalla parte inferiore, ma si tratta di una buona regola anche per le co-struzioni tradizionali. La differenza dal-la muratura è che vista la minor resi-stenza alle infiltrazioni è buona regola iniziare ad elevare il muro con la pa-glia alcune decine di centimetri più in alto rispetto a come si farebbe con la

costruzione in tradizionale.

CASE DI PAGLIA CRESCONOGli esempi su come si possa fare edi-lizia più che di qualità con la paglia non mancano. A Oakland, in Califor-nia, per esempio una casa realizzata in paglia è stata recentemente ven-duta per oltre un milione di dollari, mentre in Gran Bretagna all’Università di Bath una casa in paglia è sotto stu-dio da più di un anno, per verificare se questa tecnica costruttiva possa en-trare a pieno titolo tra le tipologie di edificio necessari per ridurre le emis-sioni di CO2 nel settore dell’edilizia abitativa. Sempre negli Stati Uniti, ma questa volta in Virginia sorge la casa di paglia abitata e realizzata da Bob Hanson, proprietario della compa-gnia Green Bees, acronimo di Green Building for Economic and Enviromen-tal Sustainability che spende meno di venti dollari al mese per l’elettricità, ricicla l’acqua piovana e usa il so-lare termico per il riscaldamento. Se

l’unione di tecniche ecologiche con un materiale “povero” come la paglia può rafforzare l’idea chequesta tec-nica di costruzione sia eccessivamen-te “alternativa” per cambiare idea è sufficiente osservare la realizzazione dell’olandese Arjen Reas che ha utiliz-zato la paglia per costruire una casa di campagna dall’alto valore archi-tettonico. “Quando si lavora sulla for-ma è importante tenere d’occhio la semplicità, la durata e l’espressione stilistica. – afferma l’architetto – il mix di due materiali molto diversi come l’intonaco e la paglia che fanno par-te del panorama olandese consente di coniugare modernità e tradizione allo stesso tempo”. L’abitazione pro-gettata da Reas, inoltre, dimostra che è possibile utilizzare materiali d’origine modesta per realizzare edilizia di alta qualità sia energetica, sia architetto-nica •

www.ecoo.it

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V Worldwww.vickvanlian.com Dimore Studio, Via Solferino 11, Milano

dal 16 al 22 aprile

Il designer trentaquattrenne armeno-libanese Vicken Vanlian sceglie di esporre per la prima volta al Fuori-salone come industrial designer pre-sentando V World: uno straordinario e lussuoso loft - arredato da quattro delle sue nuove collezioni - che apre le sue porte a Dimore Studio, Via Sol-ferino 11 dal 16 al 22 Aprile 2012, nel cuore di Brera Design District. Private

Session, Beyond, Re-fuse, e Globe trek-ker, saranno in anteprima mondiale a Milano per stampa e buyer e tutti gli arredi che le compongono – imme-diatamente disponibili in ogni palette di colori in open edition così come in speciali versioni su commissione – sono stati progettati da Vanlian a Bei-rut (Libano) e prodotti interamente in Italia, tra Lombardia e Toscana •

www.cosmit.it

Milano dal 17 al 22 aprile

Il Salone del Mobile è il punto di rife-rimento a livello mondiale del settore Casa-Arredo e strumento dell’indu-stria che trova in esso uno straordina-rio veicolo di promozione. Nasce nel 1961 con l’intento di promuovere le esportazioni italiane di mobili e com-plementi, impegno che ha soddisfat-to pienamente divulgando nel mon-do la qualità del mobile italiano e che continua a soddisfare essendo estera più della metà dei suoi visitatori. Nel 1965 per la prima volta vengono rag-gruppate le aziende leader del setto-re arredo in uno spazio espositivo uni-forme per offerta commerciale. Il 1965 è anche l’anno in cui gli espositori

cominciano a porre grande attenzio-ne agli allestimenti, caratteristica che contraddistinguerà sempre il Salone rispetto alle altre manifestazioni; sem-pre il 1965 è l’anno del primo even-to collaterale e l’anno in cui Domus gli dedicò il primo articolo. Divenuto internazionale dal 1967, il Salone del Mobile è capace ancora oggi di così tanta risonanza da non aver eguali al mondo, in nessun settore. L’edizione 2011 ha visto la presenza di 282.483 vi-sitatori di cui 177.964 esteri da 154 pa-esi a cui si aggiungono i 32.870 visita-tori di pubblico domenicale e i 5.967 operatori della comunicazione •

Salone Internazionale del Mobile 2012

Tortona Design Week, Milanodal 16 al 22 aprile

È il nuovo viaggio emozionale ideato da Carlo Matthey insieme allo staff di My Exhibition in occasione del pros-simo Fuorisalone milanese di Tortona Design Week che, con i suoi 120.000 visitatori, resta ad oggi l’evento più visitato della settimana Milanese del design. Il leit motiv della mostra espo-sitiva è l’emozione vista dal punto di vista dei progettisti ma anche da quello dei visitatori. La qualità proget-tuale incontra la qualità espositiva tra innovazione e perfezione, eleganza e

Home Spa Design www.spa-design.it

stile, in linea con lo spirito dei tempi e le tendenze future. Home Spa Design “Abitare il Design - Emotional Living” è un palcoscenico dedicato ai progetti di 5 grandi protagonisti del progetto e alla loro visione dell’abitare del futuro. Ognuno darà forma ad arredi dome-stici utilizzando oggetti e materiali che ritiene più adeguati e che suscitano forti emozioni. Il risultato è una vetrina di soluzioni innovative che aprono il campo a nuovi linguaggi abitativi •

ESPOSIZIONI | A CURA DI KYOSS

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KYOSS SPAZI | APRILE 2012 | 35

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36 | KYOSS SPAZI | APRILE 2012

ESPOSIZIONI | A CURA DI KYOSS

Milano dal 17 al 22 aprile

Il SaloneSatellite nasce nel 1998 con lo scopo di mettere in contatto i più promettenti giovani designer di tutto il mondo con i più importanti imprendi-tori/talent scout riuniti a Milano in oc-casione dei Saloni e subito diventa un osservatorio ineguagliabile della cre-atività giovanile internazionale: molti dei pezzi presentati nelle quattordi-ci edizioni come prototipi sono stati messi in produzione e molti dei desi-gner che vi hanno partecipato sono

SaloneSatellite 2012www.cosmit.it

diventati importanti presenze nello star system. Ogni anno circa 700 gio-vani designer e studenti delle più pre-stigiose scuole di design si incontrano e si confrontano su questo importan-te palcoscenico. Per garantire l’alta qualità delle proposte i partecipanti vengono giudicati da un prestigioso Comitato di Selezione, composto da personalità di rilievo internazionale nel mondo del design, della proget-tazione e della comunicazione •

Milano dal 17 al 22 aprile

Ritorna anche quest’anno l’appun-tamento milanese ormai consueto con il Fuorisalone. Una moltitudine di iniziative organizzate per la manifesta-zione saranno allestite in diverse zone e location dislocate nella città, come il Brera Design District o la Tortona De-sign Week.Il FuoriSalone, termine usato per de-finire l’insieme di eventi che durante la settimana del Salone del Mobile animano l’intera città, si istituzionaliz-za all’inizio degli anni ’90, grazie alla rivista “Interni” che edita una guida allegata al numero di Aprile, intitolata

appunto Guida al Fuori Salone.Se da un lato le grandi case del set-tore, come Driade, Cappellini, De Padova, contribuiscono alla nascita del Fuori Salone, essendo fra le prime a scegliere i grandi showroom o gli spazi alternativi per presentare le loro collezioni in modo più libero e presti-gioso, non bisogna sottovalutare l’arri-vo, che ha inizio nei primi anni ’90, dei nuovi giovani designers-imprenditori, capaci di apportare una ventata di novità sia per quanto riguarda i pro-dotti sia per il nuovo modo di comu-nicarli •

Fuorisalone 2012www.fuorisalone.it

Nuovo quartiere fieristico, Fiumicinodal 28 aprile al 6 maggio

Punto di riferimento per l’arredo e il design Moa Casa torna con la nuova edizione di Primavera 2012 e si tinge di mille colori. Nei 3 padiglioni della Nuova Fiera di Roma, dal 28 aprile al 6 maggio, il pubblico sarà catturato dalla calda atmosfera fatta di design, arte, materiali pregiati e innovazione. Il mix giusto per arredare la casa e abitare la vita. Per questa nuova edi-zione primaverile Moa Casa, sempre attenta alle innovazioni dei giovani

designer, propone RO@D – Roma At Design, uno spazio che prende vita dal connubio tra l’arte di strada e la tradizione dell’arredo made in Italy. Al Pad. 2, presenteranno le loro creazio-ni artigiani-designer, illustratori, writer, stilisti, designer di prodotto,giovani, e giovanissimi: la squadra, capitanata dall’architetto Michele Fanfulli, pro-porrà oggetti realizzati ad hoc ed esposti in anteprima a Moa Casa Pri-mavera 2012 •

Moa Casa 2012www.cooperativamoa.com

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KYOSS SPAZI | APRILE 2012 | 37

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38 | KYOSS SPAZI | APRILE 2012

DOMOTICA | AUTOMAZIONE

la domotica è sempre più amata dagli italiani

da una recente indagine, pare che il 60% degli immobili di nuova costruzione ha perlomeno un elemento di automazione

motica di base o avanzata. A segui-re si trovano la Valle d’Aosta (63%), il Veneto (61%), la Lombardia (60%) e il Piemonte (55%). Il Sud, invece, pare essere ancora molto lontano: solo la Sardegna supera a fatica il 15%, men-tre tutte le altre aree del meridione hanno percentuali molto basse, con i picchi negativi della della Sicilia (11%) e, ancor più, della Basilicata (7%). Quanto detto finora, è appunto frutto di una rilevazione; ma anche chi ope-ra fattivamente nel settore conferma che il trend è davvero questo. Secon-

La più amata dagli italiani… il celebre slogan pubblicitario calza a pennello alla domotica. Il settore infatti dimo-stra una crescita davvero significativa nel nostro Paese. È di pochi giorni fa un’indagine condotta dall’Ufficio Stu-di di Immobiliare.it secondo cui quasi il 60% degli immobili di nuova costru-zione ha perlomeno un elemento di automazione. Sempre secondo la rilevazione, l’implementazione di tec-nologie specifiche permetterebbe di risparmiare fatica, ma soprattutto soldi in bolletta, fino al 20%. Dove è

diffusa maggiormente la domotica? Le applicazioni di base sono presenti nel 43% degli immobili di nuova co-struzione, mentre se si parla di domo-tica avanzata si arriva al 16%. Ancora maggiori sono i numeri delle città più grandi, dove le tecnologie evolute sono presenti nel 18% dei nuovi im-mobili quella di base è presente nel 45%. La regione italiana più “hi-tech”, in questo senso, sempre secondo l’in-dagine, è il Trentino Alto Adige, dove il 78% degli immobili di nuova costru-zione ha almeno un elemento di do-

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KYOSS SPAZI | APRILE 2012 | 39

do Davide Colombo, responsabile marketing del settore specifico per BTicino, “la crescita della domotica non è stata rapida ma costante tan-to che dal 2001 a oggi si è arrivati a registrare ad almeno una applicazio-ne tecnologica specifica nel 10% del mercato immobiliare”.Riguardo al risparmio ottenibile con tecnologie domotiche, Colombo conferma che effettivamente che ciò sia possibile: “Grazie al sistema di ter-moregolazione a zone, che permette di regolare la temperatura nei vari

ambienti domestici, si può arrivare a un risparmio energetico anche del 30%”. Sulla diffusione geografica delle applicazioni, il responsabile di BTicino cambia un po’ lo scenario prospetta-to dalla rilevazione di Immobiliare.it: “La Lombardia fa la parte del leone con quasi il 20% della richieste, ma anche la Sardegna e la Sicilia fanno registrare un lusinghiero interesse in-sieme al Triveneto, Piemonte, Lazio, tra le altre”.Ma in che direzione sta andando la domotica e, soprattutto, quali sono le

richieste del mercato? “Sicuramente le applicazioni che fanno risparmiare energia come appunto quello della termoregolazione per ambienti. L’altra richiesta più significativa quella della sicurezza abbinata al video controllo: in questo caso ai clienti non basta più il richiamo via cellulare di un’anoma-lia nell’impianto antifurto, ma anche di poter vedere cosa effettivamente sta accadendo nella propria casa” - conclude Colombo •

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Pure Acrylic Stone • il concetto puro di bellezza

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un accento caldo e accogliente di autentico relax.Pure Acrylic Stone si rivela valido an-che dal punto di vista tecnico: è igie-nico in quanto non poroso (lo sporco non può penetrare all’interno della superficie) inoltre, essendo composto di alluminio si adatta alla temperatura dell’ambiente in cui si trova, in modo da non risultare mai del tutto freddo come può essere il marmo. Una la-stra Pure Acrylic Stone permette am-

pie possibilità creative: non si usa solo per fare top o lavelli ma anche librerie e complementi di arredo come sedu-te e tavoli e, vista la sua igienicità, può essere impiegato anche per installa-zioni in luoghi pubblici, come ospedali o case di cura. Presente in nove nuan-ces dai toni morbidi ed eleganti, Pure Acrylic Stone si adatta a qualsiasi tipo di location dalla più ricercata a quel-la più classica •

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Page 41: Kyoss Spazi Aprile 2012

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la massima flessibilità per il massimo

del design

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ENERGIE | FOTOVOLTAICO

lo scenario futuro del fotovoltaicoqualsiasi oggetto che sia esposto al Sole potrebbe diventare, in un futuro prossimo, un sistema per produrre elettricità

tà delle nuove celle solari. “Possiamo pensare ad applicazioni dove è ri-chiesta la lessibilità dei pannelli, oppu-re a impieghi dove un lato del pannel-lo è utilizzato come schermo di un Pc, mentre la luce che lo colpisce dall’al-tra parte genera l’elettricità - afferma Barry P. Rand ricercatore dell’Imec in Belgio, dove hanno realizzato il primo microprocessore a semiconduttori or-ganici su film plastico flessibile - questi progetti devono essere portati avanti da molte industrie in campi diversi, af-finché si producano nuovi prodotti. Si può anche pensare, inoltre, ad utilizzi originali in architettura perché questi materiali sono esteticamente grade-voli e di colori diversi, come il rosso, il blu e il giallo. Infine si possono utilizzare come vetri, visto che sono semitraspa-renti unendo l’estetica alla produzio-ne energetica”.

Finestre, personal computer, carrozze-rie di auto, facciate d’edifici e qual-siasi altro oggetto che sia esposto al Sole potrebbe diventare, in un futu-ro prossimo, un sistema per produrre elettricità. È questo lo scenario in cui potremmo trovarci a vivere quando giungerà a maturità la prossima ge-nerazione di fotovoltaico, la terza, in cui quello a base organica gioca un ruolo di primo piano. Questo tipo di tecnologia comprende tutte le celle solari che utilizzano sostanze a base organica al posto del silicio per pro-durre l’effetto fotovoltaico. Si tratta di tecnologie che, secondo le sostanze e le tecnologie impiegate, possiedo-no un’efficienza di conversione tra l’1 e il 12%, ma la vera differenza tra il silicio e l’organico risiede da un lato nella radicale diversità nel proces-so di realizzazione e, dall’altro, nelle potenzialità delle nuove celle che

potranno essere impiegate in un va-sto campo d’applicazione. “Le celle solari polimeriche hanno i vantaggi dei materiali liquidi. Si tratta di mate-riali che possono essere sciolti nei sol-venti ed essere spruzzati sulle superfici - afferma Harald Hoppe, docente del Politecnico di Ilmenau in Germania - è una caratteristica che consente l’utilizzo di ogni tipo di tecnologia di stampa e ciò è vantaggioso, sia per i processi produttivi, sia per abbassa-re i prezzi di queste tipologie di celle”. Inoltre i materiali impiegati nelle celle fotovoltaiche organiche non devono essere trattati ad alte temperature, come succede al silicio, e possono es-sere sintetizzati con processi tecnolo-gici semplici. Quindi l’intero processo risulta essere molto meno energivoro, cosa che contribuirà ad abbassare il prezzo dei pannelli, ma è sulle appli-cazioni che si giocherà la competitivi-

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VARIETà DI CELLEAlcuni centri di ricerca studiano le cel-le solari Dyesensitized Solar Cell, (DSC) che sono composte da un pigmento, dall’ossido di titanio e da un elettroli-ta, altri ricercatori seguono la strada delle celle totalmente organiche, mentre altri ancora puntano su quelle ibride, nelle quali componenti orga-nici e inorganici lavorano assieme. La differenza risiede nel rendimento poiché, nel caso di celle totalmente organiche, il rendimento è dell’1-2% e sale con i pigmenti di sintesi che sono ottimizzati al 12%. Uno dei punti d’ec-cedenza a livello mondiale della ri-cerca si trova a Roma presso l’Univer-sità Tor Vergata ed è il CHOSE, (Polo per il solare organico) dove i ricer-catori si stanno concentrando sulle celle solari organiche sensibilizzate a colorante chiamate “di Graetzel” nel-le quali sono presenti diversi materiali. Il biossido di Titanio è la sostanza de-putata a formare una struttura porosa nella quale si inserisce il componente organico, pigmento, responsabile del-

la foto-generazione elettrica, mentre l’ossido di Stagno, che viene deposto sul vetro è il conduttore utilizzato per trasportare la carica elettrica.

EFFICIENZA AL LAVOROIl punto d’arrivo a breve sarà un’ef-ficienza inferiore del 30% rispetto al silicio, ma con costi molto inferiori. “In realtà se spostiamo il calcolo dell’effi-cienza dal watt di picco, alla produt-tività media annuale la differenza tra il fotovoltaico organico e il silicio tradi-zionale si riduce - afferma Aldo di Car-lo, co-direttore del CHOSE - le celle fotovoltaiche che stiamo realizzando lavorano bene anche in condizioni di cielo coperto, dove la componente di luce diffusa è alta e possiedono, inoltre, una minor dipendenza dall’in-clinazione dei raggi del sole rispetto al silicio”. La produttività elettrica su base annua dell’organico sarà quindi pari a quella dei pannelli fotovoltaici al silicio ora in commercio, ma la filiera produttiva sarà molto meno comples-sa poiché saranno utilizzati metodi di

“stampa” dei moduli fotovoltaici simili a quelli tipografici, utilizzando sistemi a nastro o a rullo, cosa che dovrebbe portare il costo delle celle DSC com-merciali a meno di un euro per Wp”. Sul fronte della durata delle celle fo-tovoltaiche a base organica sembra che questo fattore non sia un proble-ma. “Per quanto riguarda la durata delle celle fotovoltaiche organiche - continua Di Carlo - le prove di carat-terizzazione che abbiamo effettuato ci danno risultati simili al silicio”. Il pro-blema in realtà non è la durata della componente elettrica delle celle, ma quella del supporto. Utilizzando come supporto il vetro infatti la durata è simile a quella del silicio, ma le cose cambiano se si utilizza un supporto plastico che per sua natura ha una certa porosità. Per le nuove celle sa-ranno quindi necessarie ricerche che puntino non solo sull’aspetto elettrico, ma anche su quello dei materiali •

www.gelocal.it

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TECNICHE | POLISTIRENE

gli usi in edilizia del polistirene espanso sinterizzato

l’ottima proprietà isolante del materiale contribuisce al risparmio energetico e a contrastare i rumori

lo utilizzano, tuttavia il polistirene è rici-clabile al 100%. Può essere compatta-to e avviato al recupero energetico, visto che ha un potere calorifico di circa 10.000 Kcal/kg. Oppure impie-gato come inerte per malte e calce-struzzi, mischiato all’eps vergine può formare imballaggi o nuovi sistemi iso-lanti e, in ultimo, può essere trasforma-to in polistirene cristallo per ricavarne manufatti plastici •

COS’ÈL’EPS (polistirene espanso sinterizzato) è un materiale rigido, di peso ridotto, composto da carbonio, idrogeno e per il 98% d’aria. Polistirene e polistirolo sono sinonimi. Viene realizzato parten-do dallo stirene, monomero ricavato dal petrolio e presente anche in ali-menti come frumento, fragole, carne, caffè. Attraverso la polimerizzazione dello stirene si ottiene il polistirene. Quest’ultimo, prima di essere espan-so, si presenta sotto forma di piccole

Isolamento termico, isolamento acu-stico, durata nel tempo, sostenibilità ambientale ed economica. Sono questi i punti di forza del polistirene espanso sinterizzato (Eps) materiale largamente utilizzato nel packaging e rivalutato in campo edile.

CARATTERISTICHE TECNICHE E USI“Isola molto bene, come tanti altri ma-teriali, ma a buon prezzo”, esordisce in questo modo Gabriele Sala dell’Asso-ciazione italiana polistirene espanso (Aipe). In effetti, il polistirene espanso sinterizzato è un polimero composto per il 98% di aria che, grazie alla sua struttura a “celle chiuse”, ha una con-ducibilità termica molto bassa che si traduce in risparmio energetico, per gli edifici in cui viene utilizzato, e di conseguenza in riduzione dell’im-patto ambientale. È permeabile al vapore acqueo ma impermeabile all’acqua, quindi con il polistirene non si formano muffe.

Nella versione elasticizzata (ottenuta con trattamento meccanico di com-pressione dell’eps tradizionale), diven-ta un’ottima barriera per contrastare i rumori trasmessi sia per via aerea che impattiva. È marcato CE come isolan-te termico con specifiche proprietà acustiche, conforme alla norma Uni en 13163 che stabilisce una serie di livelli in base ai valori di comprimibili-tà del materiale e rigidità dinamica. Come spiega Gabrile Sala ha svariati usi e nello specifico per migliorare le prestazioni acustiche viene impie-gato in “facciate, pareti, isolamento esterno a cappotto, per i pavimenti”. In quest’ultimo caso sopra la soletta viene posto uno strato di eps elasticiz-zato, si getta il massetto di ripartizione e, infine, sul massetto si applica il pa-vimento che può essere di qualsiasi materiale.

SOSTENIBILITà AMBIENTALEAlcuni integralisti della bioedilizia non

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perle trasparenti. Mettendole a con-tatto con il pentano, un idrocarburo gassoso, e con vapore acqueo a 90°, il gas si espande facendo rigonfiare le perle fino a 20-50 volte il loro volu-me iniziale. Si forma così al loro interno una struttura a celle chiuse che trat-tiene l’aria e conferisce al polistirene le sue eccellenti caratteristiche di isolante termico e ammortizzatore di urti. La sinterizzazione è il processo di saldatura delle perle che, sottoposte nuovamente a vapore acqueo a 110-120°, si uniscono fra loro fino a formare un blocco omogeneo di espanso.

LA STORIAIl polistirene è una resina termoplasti-ca ottenuta per polimerizzazione del-lo stirene monomero ricavato, a sua volta, dalla sintesi dell’etilene e del benzene. Il processo per la produzione dello stirene monomero era stato descrit-to oltre un secolo fa, nel 1869, da M.

Berthelot; ma si può risalire addirittura al 1786 volendo trovare precedenti storici sulla preparazione di questa so-stanza, sia pure partendo dallo stora-ce, un balsamo vegetale. Importanti passi avanti sulla via della produzione industriale del polistirene furono compiuti nel 1922 da Dufraisse e Mureau, nel 1925 dalla Naugatuck Chemical Co. e dalla L.G. Farben, nel 1930 dalla Dow Chemicals. Negli anni Trenta la produzione di polistirene è ormai un fatto acquisito, tuttavia questa materia plastica inco-minciò ad avere un suo modesto mer-cato solo dopo il 1935. Fu la guerra mondiale a dare una spinta decisiva all’industria dello stire-ne e del relativo polimero. Quando i giapponesi, nel 1942, occuparono la Malesia e le Indie olandesi, Stati Uniti e Gran Bretagna si trovarono improv-visamente tagliati fuori dall’approvvi-gionamento di gomma naturale. Il governo americano decise allora di

varare un programma accelerato per la produzione di un elastomero sin-tetico a base di butadiene e stirene. Questo elastomero, contraddistinto con la sigla GR-S (Government Rub-ber – Styrene), provvide un efficace sostituto della gomma naturale. Ma alla fine della guerra l’industria ame-ricana si trovò improvvisamente con una grande disponibilità di stirene monomero e non trovò di meglio che utilizzarlo per incrementare la produ-zione di polistirene a basso prezzo. Così, il costo conveniente, le proprietà della resina e la sua facile stampabili-tà furono le basi del successo di que-sta materia plastica che diventò rapi-damente uno dei polimeri più diffusi. L’espansione del polistirene, che ha permesso la produzione di un mate-riale con elevate capacità di isola-mento termico, è stata realizzata per la prima volta nel 1951 dalla BASF •

www.aipe.biz

“isola molto bene, come tanti altri materiali, ma a buon prezzo”

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RICERCA | ECOCOMPLESSO

un nuovo ecocomplesso

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l’impronta ecofriendly del nuovo Nature Activity Center

“una struttura avveniristica, ecologica, ecofriendly ed

energeticamente autosufficiente, nata dalla collaborazione tra un

architetto, un paesaggista ed un agronomo”

utilizzati, esclusivamente naturali ed ecocompatibili, ma ad alta resistenza, per ritornare a costruire architetture durevoli ad alta sostenibilità. Il layout interno sarà completamente flessibile, composto da ampi spazi ed open space, facilmente organizzabili attra-verso pareti mobili. Economia, ecolo-gia, sostenibilità e funzionalità sono i pilastri alla base della progettazione del team di professionisti, a seguito del concorso indetto per il Nature Activity Center, che dovrebbe vedere la luce entro breve tempo •

Il team di architetti olandesi Denol-dervleugels, ha ultimato i desegni per il futuro Nature Activity Center, progettato per la riserva naturale di Oostvaardersplassen (OVP)in Olanda. La struttura, che verrà realizzata ai margini del bosco, sarà un concreto esempio di perfetta armonia tra principi di progettazione Eco, rispetto del contesto e tecnologia. Nato dalla collaborazione tra un agronomo, un architetto ed un paesaggista, l’edificio Nature Active Center, sarà destinato ad ospitare tutte le attività sperimentali della riserva naturale,

inglobando all’interno della struttura stessa, i principi ecologici. Un’ampia facciata vetrata separerà gli ambien-ti interni dall’esterno, permettendo al paesaggio naturale di entrare nell’edificio ed innalzando moltissimo il valore degli spazi. Efficienza energe-tica e risparmio, sono le parole chiave del progetto che grazie al tetto giar-dino, a numerosi pannelli fotovoltaici e ad innovativi sistemi tecnologici, sarà quasi completamente autosuf-ficiente, senza pesare sull’ambiente. L’impronta ecofriendly della struttura si percepisce anche nei materiali

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DA BRUXELLES | NEWS

cosa ci dicono da Bruxelles

innovativa la tegola fotovoltaica che riduce l’impatto paesaggistico degli impianti pv • UK: tegole solari per 3 milioni di tetti

Viene da Solarcentury l’innovativa tegola solare che potrebbe ricopri-re presto 3 milioni di tetti britannici. Definito dalla società come “il primo nel suo genere” il modulo ha le stes-se caratteristiche di una piastrella, di una normale tegola dunque, e potrà essere istallato con più facilità e a costi più bassi andando anche a ri-durre l’impatto estetico e visivo degli impianti. Solarcentury ha confermato che lancerà sul mercato la nuova te-gola C21e in occasione dell’Ecobuild green building show dove verranno

mostrati i vantaggi di sostituire 4 te-gole tradizionali con un cella solare integrata. Martin White, product ma-nager di Solarcentury, ha specifica-to che il nuovo prodotto è stato svi-luppato in risposta a una crescente domanda da parte dei clienti che vogliono approfittare delle possibilità offerte dal regime di incentivazione per il fotovoltaico presenti nel Regno Unito, in Italia e in Francia. Le previ-sioni di mercato annunciano inoltre che nonostante gli annunciati tagli al feed-in-tariff la domanda di impianti

fotovoltaici dovrebbe continuare a crescere, giustificata da un progres-sivo aumento dei costi dell’energia convenzionale. Per questo le stime dichiarano che la nuova tegola po-trebbe rappresentare un vantaggio per almeno 3 milioni di tetti nel Regno Unito. “Il nostro obiettivo è quello di rendere il solare semplice da istalla-re e da far funzionare; con la nostra nuova tegola C21e possiamo aiutare sempre più persone ad affidarsi al so-lare ogni giorno” - ha affermato Whi-te •

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progetto “Bioenergy and Food Security Criteria and Indicators” • bioenergie: la FAO presenta le buone pratiche di sviluppo

con “PVthin” parte la coalizione per il film sottile • la nuova associazione no-profit si è costituita ufficialmente ieri a Bruxelles

Si è costituita ufficialmente il 7 marzo la “PVthin”, una nuova associazio-ne no-profit per il fotovoltaico a film sottile con sede a Bruxelles che ha lo scopo di comunicare e promuo-vere pubblicamente tutti i vantaggi ambientali e socio-economici legati all’uso di questa tecnologia solare, al fine di “rafforzare la sicurezza energe-tica globale e favorire la creazione di infrastrutture energetiche sostenibili”. La “neo-coalizione”, fondata da varie società tra cui l’italiana Arendi (grup-po Marcegaglia), la tedesca Calyxo, la canadese 5N Plus e le statunitensi GE Energy, First Solar e Abound Solar, orienterà in particolare la sua atten-zione sullo sviluppo di prodotti a film

sottile realizzati con composti calco-genuri. “Più specificatamente – sot-tolinea il Gruppo in un comunicato ufficiale – solfuri, selenidi e telluridi”. “Tali composti – continua la nota – diversamente dal film sottile in silicio amorfo hanno potuto accelerare lo sviluppo in serie di prodotti FV a prez-zi accessibili permettendo inoltre la realizzazione di moduli solari ad alto rendimento con un buon profilo am-bientale dal punto di vista dell’ana-lisi del ciclo di vita”. La PVthin è stata fondata proprio per promuovere que-ste caratteristiche – conclude l’asso-ciazione – che hanno ricadute posi-tive sulla sicurezza energetica e sulla sostenibilità dell’ambiente” •

È possibile sfruttare i vantaggi lega-ti dello sviluppo delle agroenergie e garantire che la produzione biocar-buranti non venga fatta a scapito della sicurezza alimentare? La FAO ne è convinta e per questo motivo ha rilasciato ieri una serie di documenti di orientamento e strumenti strate-gici che consentano ai governi di assistere le comunità rurali su questo percorso. Tra i documenti diffusi sono incluse le metodologie per la valuta-zione ambientale e socio-economica della produzione agroenergetica, gli indicatori di misura e le buone prati-che, anche a livello politico, per pro-muovere lo sviluppo sostenibile delle bioenergie. “Tra pochi mesi, la comu-nità internazionale si riunirà in occa-sione della Conferenza Rio +20 per esplorare nuovi modi per combat-tere la povertà rurale e promuovere lo sviluppo sostenibile. La produzione di bioenergia, se intrapresa in modo responsabile e tempestivo, può aiu-tare gli agricoltori e gli abitanti delle zone rurali a partecipare alla costru-zione di una nuova economia verde, e contribuire a contrastare gli effetti

causati da decenni di investimenti insufficienti nell’agricoltura del Sud del Mondo” - ha affermato Alexander Müller, Vice Direttore Generale della FAO per la gestione delle risorse natu-rali e l’ambiente. Ma lo sviluppo delle bioenergie deve evitare di minare la sicurezza alimentare, ha sottolineato Mueller, così come la deforestazione dovuta alla conversione di nuove ter-re per le coltivazioni bioenergetiche e gli impatti sulle popolazioni indigene. “Lo sviluppo delle bioenergie deve essere gestito con attenzione, e rag-giungere gli obiettivi sociali quali uno sviluppo rurale sostenibile, la riduzione della povertà e il raggiungimento del-la sicurezza alimentare”. Il progetto FAO ha anche provveduto a redige-re un inventario delle misure di ge-stione che possono essere utilizzate per affrontare gli impatti negativi ed ha esplorato come includere anche i piccoli proprietari nelle catene del valore bioenergetiche globali. È stato inoltre realizzato uno strumento online per valutare l’impatto potenziale dei progetti bioenergetici in materia di si-curezza alimentare •

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LIBRI | A CURA DI KYOSS

Autore Gilles ClementEditore Quodlibet

Prezzo 12 euro

manifesto del terzo paesaggio

Durante i primi quarant’anni del Nove-cento alcuni dei più dotati architetti di sempre hanno cominciato a muovere i primi passi: Auguste Perret, Adolf Loos, Walter Gropius, Frank Lloyd Wright, Le Corbusier, Ludwig Mies van der Rohe, Erich Mendelsohn, Richard Neutra, Alvar Aalto. Il volume racconta uno dei perio-di artistici più fertili della storia dell’arte universale, attraverso l’opera delle figu-re di riferimento dell’architettura del XX secolo. Le nuove tendenze non han-

no conosciuto confini e il germe della modernità si è diffuso ignorando ogni limite geografico e politico. La causa di questa rivoluzione è stata una gene-razione di architetti in perenne ricerca, viaggiatori in un mondo devastato da due conflitti mondiali. L’apparato foto-grafico, accompagnato da un reper-torio di disegni, piante e progetti, sarà una guida per conoscere i nomi, i temi e i luoghi cruciali dell’architettura mo-derna •

Autore Alessandro CoppolaEditore LaterzaPrezzo 13 euro

apocalypse town

Gilles Clément, paesaggista, indica tutti i “luoghi abbandonati dall’uo-mo”: i parchi e le riserve naturali, le grandi aree disabitate del pianeta, ma anche spazi più piccoli e diffusi, quasi invisibili: le aree industriali di-smesse dove crescono rovi e sterpa-glie; le erbacce al centro di un’aiuola spartitraffico. Sono spazi diversi per

forma, dimensione e statuto, acco-munati solo dall’assenza di ogni at-tività umana, ma che presi nel loro insieme sono fondamentali per la conservazione della diversità biolo-gica. Questo piccolo libro ne mostra i meccanismi evolutivi, le connessioni reciproche, l’importanza per il futuro del pianeta •

Autore Paolo FavoreEditore Mondadori Electa

Prezzo 19 euro

storia dell’architettura moderna

Nel cuore dell’America ci sono città sull’orlo della dissoluzione. Assomiglia-no, sempre di più, a campagne post-urbane. Un nuovo paesaggio che nella cintura di ruggine - la cosiddetta Rustbelt, che si estende dal Midwest fino a parte del Nordest del paese - è diventato molto comune. Con le fab-briche e i negozi del suburbio abban-donati, distrutte dagli incendi e dalle rivolte razziali degli anni Sessanta e Settanta, da queste città è fuggita più della metà degli abitanti. Lasciandosi alle spalle macerie e popolazioni im-miserite, che ogni giorno lottano per la sopravvivenza in un ambiente sem-pre più ostile. Dalle praterie urbane di Youngstown, dove l’amministrazione comunale si è ormai ridotta a pianifi-care con zelo l’autodistruzione della

città, all’industria del riciclo e della decostruzione di Buffalo, dove attivisti visionari smontano con dovizia e con amore ciò che resta della città; dai deserti alimentari di Detroit e Philadel-phia, dove sono scomparsi negozi e supermercati e gli abitanti si organizza-no con geniali intraprese agricole, fino alle città come New York che puntano sull’agricoltura urbana, per costruire città più sostenibili grazie a un perfet-to metabolismo naturale. Questo è il racconto di territori e popolazioni che non fanno parte delle rappresenta-zioni consolidate a cui siamo abituati, storie di persone che inventano nuovi modi di vita in ambienti in cui a essersi dissolta - forse per sempre - è la socie-tà contemporanea per come la co-nosciamo •

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L’idea tradizionale di “progetto”, pro-dotto della cultura e della società “moderne”, così carico di significati e ambiguità, è da decostruire. Il tema centrale del volume è quello della progettazione intesa come processo non solo tecnico, ma anche sociale, culturale e politico. A partire da una lettura critica delle visioni tradizionali e sviluppando un approccio interdi-sciplinare, il testo analizza la proget-tazione dal punto di vista dell’abitare e del rapporto con la vita quotidiana, del rapporto con il divenire urbano e con le pratiche sociali, con la dimen-sione dell’azione e con il conflitto, con le culture urbane e i processi reali di

trasformazione della città, discuten-do i diversi caratteri dei processi e delle politiche, il ruolo del tempo e il senso delle istituzioni, la costruzione di contesti di interazione progettuale e di apprendimento collettivo. Vi è una separazione netta tra il progetto e l’atto di abitare, e una progressiva espropriazione della capacità pro-gettuale e della capacità creativa degli abitanti; molta attenzione è quindi rivolta al rapporto tra pratiche urbane e progettazione. La rilettura critica e complessiva del tema della partecipazione viene inoltre accom-pagnata dal riferimento ad esperien-ze sul campo •

Autore Carlo CellamareEditore Carrocci

Prezzo 23 euro

progettualità dell’agire urbano

Autore Renato De FuscoEditore Dedalo

Prezzo 18,50

architettura come mass medium

Nel saggio, alla seconda edizione dopo quella del ‘67, si sostiene che l’architettura non è soltanto un’arte che risponde ad una funzione, ma qualcosa che serve anche a comu-nicare: la cultura, l’ambiente, gli usi e i costumi di una nazione. Questa com-ponente semantica è presente nelle costruzioni di ogni tempo e paese, ma oggi si avvale dei più recenti stru-

menti informativi, i mass media; anzi, l’ipotesi di De Fusco è quella di con-siderare l’architettura stessa un mass medium. A tal proposito egli distingue un’architettura nata per rispondere alle esigenze della cultura di massa e un’altra che segna una caduta nei mass media. Spetta allora alla critica effettuare le opportune distinzioni e una efficace azione informativa •

Il testo si propone come percorso nel-la storia dell’architettura della casa, conducendoci a rintracciare alcu-ne invarianti del buon vivere lungo i secoli. Archetipi molto noti, come le case di Pompei, o le soluzioni dei ma-estri del contemporaneo, quali Mies van der Rohe, Utzon, Erskine e Siza, si impongono come paradigmi per la

permanenza e la fortuna di questa tipologia a patio nei contesti storici e geografici più distanti. Oggi ritor-na più che mai attuale una riflessio-ne profonda sulle specificità del vero comfort domestico connesso inscin-dibilmente con la giusta calibratura di pieni e vuoti, della buona relazione tra interno ed esterno degli edifici •

Autori Edoardo Narne e Angelo BertolazziEditore Marsilio

Prezzo 12,50 euro

abitare intorno ad un vuoto

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