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Il Punto - Editoriale Guida per invio documentazione APC Ringraziamenti - Assemblea Annuale 2019 - facce da #geologi L’impatto ambientale della geotermia in Toscana Idrogeologia applicata in alcune zone aride dell’Etiopia Analisi del Triennio APC 2017/2019 AeroGeologia Poste italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - DCB FI IL GEOLOGO PERIODICO UFFICIALE NUMERO 110 ORDINE DEI GEOLOGI DELLA TOSCANA

NUMERO GEOLOGO...6 IL GEOLOGO ANNO XXX n 110 consultivo composto da esperti dell’area tecnica, verrà ampliato con l’introduzione di un geologo ;e così nel 2020 sarà promulgato

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ILGEOLOGOPERIODICO UFFICIALE

NUMERO110

ORDINE DEI GEOLOGIDELLA TOSCANA

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SOMMARIO

EDITORIALE

IIll PPuunnttoo 5Riccardo Martelli

DALLA SEGRETERIA 7

GGuuiiddaa ppeerr iinnvviioo ddooccuummeennttaazziioonnee AAPPCC

DALLA REDAZIONE 8

NNoottaa aa ccuurraa ddeell ccoooorrddiinnaattoorree ddii rreeddaazziioonneeAlessandro Danesi

RINGRAZIAMENTI 9

AAsssseemmbblleeaa AAnnnnuuaallee 22001199facce da #geologi

SCIENZA E RICERCA 12

LL’’iimmppaattttoo aammbbiieennttaallee ddeellllaa ggeeootteerrmmiiaa iinn TToossccaannaaProf. Marcello Viti

APPUNTI DI VIAGGIO 22

IIddrrooggeeoollooggiiaa aapppplliiccaattaa iinn aallccuunnee zzoonnee aarriiddee ddeellll’’EEttiiooppiiaa Marcello Corazza

NOTIZIE DAL CONSIGLIO 29

AAnnaalliissii ddeell TTrriieennnniioo AAPPCC 22001177//22001199

RECENSIONE 31

AAeerrooGGeeoollooggiiaa Valerio Spagna

ANNO XXX •DICEMBRE 2019 • N. 110ORDINE DEI GEOLOGI

DELLA TOSCANA

Segui le attività e iniziative dell’Ordine su:Facebook: @OGTOSCANA https://www.facebook.com/OGTOSCANA/ Twitter: @Geologi_Toscana https://twitter.com/Geologi_ToscanaSito: www.geologitoscana.it

Per proporre alla redazione articoli, contenuti testuali e fotograficisi prega di inoltrare una mail a: [email protected]

Monte CapanneIsola d'Elba

(Foto di A. Danesi)

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Ordinedei

GeologidellaToscana

I L G E O L O G OANNO XXX n° 110

La spinta per i prossimi 12 mesi ce ladarà tutto ciò che di positivo è emersodall’Assemblea Annuale degli Iscrittidello scorso 15 novembre.

È stato emozionante e per certi versiinedito vedere oltre 300 geologiall’interno della magnifica saladell’auditorium della Cassa di Risparmiodi Firenze, per un evento che non eracollegato ad una tornata elettorale. La partecipazione poteva essere maggiore eci dispiace per gli assenti, che non hanno potutoapprezzare la qualità degli interventi e vivere lacomunità dei professionisti delle Scienze della Terrain un modo differente dal solito. La spinta per iprossimi 12 mesi ce la darà il messaggio che avetelanciato con la vostra partecipazione: questo è ilformat che va portato avanti. Per questo, agli assentidiciamo di mettere in agenda l’assemblea del 2020, ediciamo anche che la loro presenza è importante pertutti, il loro contributo è prezioso per la comunità.

E sarà una spinta necessaria perché i prossimi 12 mesisaranno molto impegnativi per l’attività ordinistica eper l’attività professionale di ciascuno di noi.

Saranno 12 mesi impegnativi per le imminenti elezionidei nuovi organi direttivi di Epap e Consiglio Nazionaledei Geologi, eventi che seguiremo con grandissimaattenzione, cercando di invogliare il maggior numerodi iscritti all’Ordine dei Geologi Toscana ad esercitareil diritto di voto. Non è più pensabile che ordiniregionali che vantano un terzo degli iscritti rispetto alnostro riescano a portare al seggio un numero divotanti maggiore di quello che si registra nella nostraRegione. Se vogliamo che la Toscana possa continuaread avere il peso politico che merita, dobbiamo far sìche sul piatto della bilancia sia portato il contributo diognuno di noi, che da quell’urna esca un numero di

Il Punto

RICCARDO MARTELLIPRESIDENTE DELL’ORDINEDEI GEOLOGI DELLA TOSCANA

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I L G E O L O G O ANNO XXX n° 110

consultivo composto da esperti dell’area tecnica,verrà ampliato con l’introduzione di un geologo; e cosìnel 2020 sarà promulgato il regolamento chesostituirà l’attuale 36/R il cui testo è stato in granparte elaborato all’interno del Consiglio della RTPT,sotto la grande spinta di geologi ed ingegneri; e cosìnel 2020 probabilmente sarà legge la proposta sullatutela dei compensi professionali, che in gran parte èstata elaborata dal Consiglio della RTPT e dallaConsulta Regionale delle Professioni (nella quale sonopresenti due nostri consiglieri). Saranno 12 mesiimpegnativi perché dovremo migliorare la nostracomunicazione verso gli iscritti. È un rilievo che ci èarrivato da più di un collega, ne abbiamo preso atto edabbiamo deciso di reintrodurre la newsletter periodicaper dare aggiornamenti sull’attività ordinistica e sullacomunità dei geologi toscani. Dopo una serie didifficoltà tecniche, finalmente saranno rinnovati il sitodell’Ordine e quello della Fondazione con nuovefunzioni e, soprattutto, una migliore fruibilità esemplicità d’accesso alle funzioni principali. Sonostati fatti altri rilievi, che apprezziamo e cheutilizzeremo come stimolo: primo fra tutti laquestione parcelle, la drammatica questione dellegare al massimo ribasso. Non sono problemi facili enemmeno nuovi, ma evidentemente necessitano dinuovi approcci e nuove regole di ingaggio. Per questitemi cercheremo il massimo coinvolgimento degliiscritti all’interno delle commissioni territoriali, allequali, a maggior ragione, siete invitati a partecipare.

Saranno 12 mesi impegnativi, ma alla fine sapremoricavare grande soddisfazione grazie all’impegno ditutti.

Se il 2018 ed il 2019 sono stati anni in cui questoConsiglio ha lavorato molto per far crescere econsolidare l’autorevolezza dei Geologi della Toscananei tavoli politici a livello regionale, vogliamo che il2020 sia l’anno in cui questo impegno sia concentratoper preparare al meglio gli eventi a caratterenazionale che ci attendono.

Promettiamo dedizione ed impegno costante per daresempre più valore all’Ordine dei Geologi della Toscana,ma chiediamo partecipazione, chiediamo disponibilitàa ciascuno dei nostri iscritti a farsi portatori di quellacultura del dialogo interdisciplinare e di condivisione,che dobbiamo rivendicare come la nostra cifra distintiva.

Buon lavoro e buon 2020.

schede doppio o triplo rispetto a quello che si è avutoalle ultime elezioni del Consiglio Nazionale.

Saranno 12 mesi impegnativi perché prenderà inizioun nuovo triennio APC, nel corso del qualeproseguiremo il lavoro già avviato, alzando ancor dipiù la qualità dell’offerta formativa attraverso percorsicon gradi di approfondimento progressivi edincrementando il numero degli eventi organizzati edaccreditati. Il triennio APC che è appena terminato hamostrato in modo evidente che una cospicua fetta diiscritti ha soverchie difficoltà a completarel’aggiornamento richiesto dalla normativa vigente,proprio per il meccanismo che regola questo obbligoprofessionale. La diretta conseguenza di questadifficoltà è l’enorme carico di lavoro che va a gravaresulla Segreteria dell’Ordine dei Geologi della Toscanae sulla Commissione Disciplinare Territoriale. Laconseguenza indiretta di questa difficoltà si traducein un incremento costante dei costi sostenutidall’Ordine, che gravano sempre più sul bilancioannuale (tenere bene a mente l’equazione: APC nonassolta = diminuzione fondi per attività degli iscritti).L’unica opzione che abbiamo come Consiglio, cheesercitiamo già da due anni e mezzo e checontinueremo ad esercitare per i prossimi 18 mesi, èquella di ampliare l’offerta formativa, diincrementarne la qualità, e di decentrare il piùpossibile le sedi dei corsi e dei convegni. A proposito,l’Assemblea annuale degli iscritti 2020 con ogniprobabilità si terrà sulla costa toscana e nei prossimimesi inizieranno gli incontri preparatori.

Saranno 12 mesi impegnativi perché cercheremo diportare a compimento alcune importanti attivitàsvolte con la Rete Toscana delle Professioni Tecniche,nella quale abbiamo puntato molte delle nostreenergie, poiché riteniamo strategico il dialogointerprofessionale. Con grande orgoglio aggiungo chedal mese di novembre 2019 la carica di VicePresidente della Rete Toscana delle ProfessioniTecniche è coperta dal nostro consigliere e VicePresidente, Geol. Simone Frosini, e che abbiamopromosso l’istituzione della Commissione Ambiente,che attualmente coordiniamo. Il dialogo che abbiamosempre cercato con gli enti pubblici e con le altrecategorie professionali, e l’impegno che questoConsiglio ha posto in essere in modo costante, ci haresi interlocutori credibili e così nel 2020 il ComitatoTecnico Scientifico della Regione Toscana, organo

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GUIDA PER INVIO DOCUMENTAZIONE APCQuesta guida vuole aiutare gli iscritti all’invio della documentazione (attestati, esoneri etc.).

UTILIZZARE UNICAMENTE la mail: [email protected]

• Si prega di NON UTILIZZARE servizi di invio web come:WETRANSFER, SENDSPACE etc.

• Si prega di inviare il materiale periodicamente unicamente in FORMATO PDF(sia attestati che esoneri)

• Inserire nell’oggetto della mail:– Cognome e Nome dell’iscritto,– numero di iscrizione e tipologia di invio (ATTESTATI, ESONERI etc.)

Esempio oggetto: MARIO ROSSI, n°0000, ATTESTATIEventuali descrizioni aggiuntive andranno riportate nel corpo della mail.

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I L G E O L O G OANNO XXX n° 110

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I L G E O L O G O

DALLA REDAZIONE

ANNO XXX n° 110

Care colleghe, Cari colleghi, con soddisfazione questa redazione propone unnumero con uno spazio importante al ringraziamentoai partecipanti ed agli sponsor dell’Assembleaannuale degli iscritti che è stato un evento centraleper la vita Ordinistica, significativo e unificante per iGeologi toscani.

In questa edizione proponiamo un interessantearticolo del Prof. Viti che amplia l’articolo sullageotermia già pubblicato su questa rivista e si occupadegli impatti e delle ricadute dello sfruttamento.

Anche in questo numero proponiamo la rubrica“appunti di viaggio” che pensiamo possa interessaremolti colleghi con spunti interessanti e immaginiinconsuete.

Anticipiamo che una prossima uscita della nostrarivista sarà dedicata alla pubblicazione degli abstractdelle tesi vincitrici del premio Giuntini e di eventualiarticoli di interesse.

Una iniziativa alla quale stiamo lavorando è quella diindire un bando di concorso fotografico a premi chegratifichi sia i fotografi sia le nostre pubblicazioni conimmagini accattivanti e piene di spunti geologici.

Dal punto di vista della comunicazione vorremmoanche sottolineare come il sito internet dell’Ordinesia prossimo alla pubblicazione. Questo nuovo sitoconsentirà di poter aggiornare con semplicità lepagine e i contenuti, attualizzandoli secondo lenecessità degli iscritti.

Un’altra iniziativa che tende a migliorare lacomunicazione dell’Ordine è quella della newsletterperiodica, da poco attivata. Questo canale consentedi descrivere le attività e le novità che riguardanol’Ordine e consentono di avere una informazione piùaggiornata e puntuale e che possa anticipare ilconfronto e lo scambio.

Ci preme sottolineare che questa redazione rimane inascolto delle proposte e delle esigenze degli iscritticercando di modulare e accordare le esigenzeeditoriali con quelle dei colleghi.

Aspettiamo le vostre segnalazioni, suggerimenti econtenuti.

Vi auguro buona lettura.

ALESSANDRO DANESICOORDINATORE DI REDAZIONE

NOTA A CURA DELCOORDINATORE DI REDAZIONE

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L'ORDINE DEI GEOLOGI DELLA TOSCANA

VUOLE RINGRAZIARE GLI OLTRE 300 PROFESSIONISTI

CHE HANNO PARTECIPATO ALLA NOSTRA ASSEMBLEA ANNUALE

E LE AZIENDE CHE CON LA LORO SPONSORIZZAZIONE

HANNO CONTRIBUITO ALLA BUONA RIUSCITA DELL'EVENTO. ALLA PROSSIMA ASSEMBLEA!

SSEMBLEAANNUALE DEGLI ISCRITTI

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SSEMBLEAANNUALE DEGLI ISCRITTI

facce da #geologi

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FOTO DI M. BRUGIONI

QUESTE FOTO SONO STATE SCATTATE DURANTE L'ASSEMBLEA DEI GEOLOGIDELLA TOSCANA DEL 15 NOVEMBRE 2019.

I MOMENTI CONVIVIALI SONO STATI UNO DEGLI ASPETTI PIÙ SIGNIFICATIVIDELLA NOSTRA ASSEMBLEA.

AL PROSSIMO ANNO!

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I L G E O L O G O ANNO XXX n° 110

PROF. MARCELLO VITI DIPARTIMENTO DI SCIENZE FISICHE, DELLA TERRA E

DELL'AMBIENTE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA

L’impatto ambientale dellageotermia in Toscana

IntroduzioneQuesta nota completa l’analisi dellageotermia toscana, discussa in unprecedente contributo su questastessa rivista (Viti, 2019). Per ladescrizione degli aspetti geologici edingegneristici dei campi geotermicidella Toscana meridionale si rimandaal lavoro citato ed a Viti e Tavarnelli(2018).. L’inquadramento geograficodelle zone geotermiche toscane èpresentato nella Figura 1.L’espansione mondiale dell’industriageotermolettrica ha portato l’opinionepubblica e le autorità di controllo avalutarne il possibile impattoambientale (Shorthall et alii, 2015). Iprincipali motivi di preoccupazioneriguardano la subsidenza del terreno,la sismicità indotta dall’iniezione difluidi, l’interferenza con gli acquiferisuperficiali, le emissioni in atmosferadi sostanze nocive o indesiderate e lamodifica del paesaggio (DiPippo,2012). Inoltre dovrebbe essereconsiderata con attenzione lasostenibilità a lungo termine dellosfruttamento, onde evitarel’impoverimento prematuro dei sistemigeotermici (Grant e Bixley, 2011;

DiPippo, 2012). Nel seguitoapprofondiremo ciascuno di taliargomenti avvalendoci delleinformazioni più aggiornate trattedalla letteratura specialistica.

La subsidenza del suolo e l’instabilità dei versanti

L’estrazione di fluidi può causareimportanti deformazioni nelle roccedel serbatoio. In generale, l’estrazioneprolungata porta alla progressivadiminuzione della pressione di poro(Grant e Bixley, 2011; DiPippo, 2012).Ciò causa la compattazione delserbatoio, con conseguente modificadella permeabilità e della capacitàportante della matrice solida (Fjaer etalii, 2008). Oltre ad influenzare ilflusso del geofluido, tale fenomenopuò pregiudicare la stabilità dei pozzie causare la subsidenza del suolo.Naturalmente l’entità dellasubsidenza è molto influenzata dallecaratteristiche meccaniche dellerocce che sovrastano il serbatoiogeotermico. Nelle grandi areegeotermiche dell’Imperial Valley

(California meridionale) e di CerroPrieto (Messico settentrionale) èinstallata una potenza elettrica di ben1200 MW, senza presentaresignificativi fenomeni di subsidenza.D’altra parte, i campi geotermici diWairakei ed Ohaaki (Nuova Zelanda)hanno subito drammaticiabbassamenti del suolo, sino a 15metri con velocità di 500 mm/anno(DiPippo, 2012). A Wairakei lasubsidenza è causata soprattuttodalla forte compattazione dellacopertura, formata da brecce pumiceee calcilutiti particolarmentecomprimibili. La re-iniezione nelsottosuolo del liquido esausto si èdimostrata efficace sia per la ricaricadel serbatoio che per contrastare lasubsidenza: a Wairakei la velocitàmassima di subsidenza è ora ridotta a70 mm/anno, sebbene l’areainteressata dal fenomeno siaaumentata nel tempo (Di Pippo, 2012).Peraltro, la stessa re-iniezione delliquido geotermico può produrredeformazioni misurabili del suolo(sollevamenti), come avviene nelcampo islandese di Hellisheidi. In Toscana i movimenti verticali del

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I L G E O L O G OSCIENZA E RICERCA

terreno sono stati investigati direcente, mediante misure satellitari diinterferometria radar processate conla tecnica dei riflettori permanenti(PSInSAR). La mappa delle velocitàverticali (Rosi et alii, 2016) mostra tregrandi zone subsidenti, ubicate nelbacino di Pistoia-Prato-Firenze, nellaPianura pisana e nel campogeotermico di Larderello-Lago. In tuttie tre i casi la forte subsidenza (10-30mm/anno) è verosimilmente indottada attività antropiche, ovverol’estrazione di acqua sotterranea egeofluido. Nel caso di Larderello, ilfenomeno coinvolge un’area di circa129 km2, con la massima velocità disprofondamento (35 mm/anno)misurata presso la località di SassoPisano, ove si trova il pozzogeotermico più profondo (4093 m).Peraltro, la maggiore intensità dei

movimenti verticali presso i bordi delbacino di Serrazzano (alta valle delFiume Cornia in Figura 1) suggerisceuna diffusa instabilità dei versanti piùche un vero sprofondamento.D’altro canto la subsidenza del terrenonon sembra interessare i campigeotermici del Monte Amiata (<1mm/anno, Rosi et alii, 2016). Ciò puòessere legato al minore sfruttamentodella risorsa geotermica ed alla localestratigrafia, caratterizzata da unaspessa copertura delle Unità liguriinterposta tra l’apparato vulcanico edil serbatoio geotermico superficiale(Barelli et alii, 2010). Alcune frane sono avvenute nei campigeotermici ubicati in zone collinari emontuose (Di Pippo, 2012). Tuttavia ilrapporto con lo sfruttamento dellarisorsa è molto incerto, specie nellezone già predisposte alle frane a

causa dell’acclività dei versanti edell’instabilità del terreno. In Toscana ifenomeni franosi sono assai diffusiladdove affiorano le Unità liguri consiltiti ed argilliti prevalenti. Peresempio, il versante orientale delMonte Amiata è interessato damovimenti gravitativi sia superficiali(più attivi) che profondi, ubicati pressoil contatto tra le rocce vulcaniche e lesottostanti Unità liguri (Coltorti et alii,2011). Borgia et alii (2014) propongono unmodello di collasso gravitazionale delMonte Amiata, secondo il quale laparte centrale dell’edificio vulcanicosarebbe collassata, spingendo versol’esterno il substrato sottostante. Ciòavrebbe anche causato la risalita didiapiri di evaporiti triassiche postealla base della Falda Toscana. Ilmodello sarebbe corroborato dalla

�Figura 1 Carta stradale della Toscana meridionale, con l'indicazione delle località citate nel testo. La distanza tra le localitàè espressa in chilometri. Le autostrade e le strade principali sono indicate rispettivamente in celeste e rosso. Le aree colorate delineano i campi geotermici della Toscana meridionale: Bagnore (Bg), Larderello-Lago Boracifero(LL), Piancastagnaio (Pc) e Radicondoli-Travale (RT).

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I L G E O L O G O ANNO XXX n° 110

presenza di un sistema di faglienormali nel complesso vulcanico e dipieghe e faglie inverse nellesottostanti Unità liguri, tutt’attorno aibordi del vulcano. Borgia et alii (2014)ritengono che tale processo avrebbecausato la formazione dei sistemigeotermici amiatini e sarebbe ancoraattivo. Inoltre, essi suggeriscono chel’intenso sfruttamento geotermicopossa drenare l’acquifero vulcanicosuperficiale verso il serbatoiogeotermico, attraverso i suddettisistemi di faglie normali (Borgia et alii,2014, 2015). Barazzuoli et alii (2015) giudicano talemodello del tutto speculativo. Ciò acausa della selezione arbitraria di bennote informazioni geologiche egeomorfologiche e della discutibileinterpretazione. In particolare, Borgiaet alii (2014) non considerano chemolte delle deformazioni da lorodescritte precedono il vulcanismo delMonte Amiata e sono diffuse in altrezone della Toscana. Inoltre, Barazzuoliet alii (2015) notano evidenticontraddizioni nella carta geologica enelle sezioni trasversali discusse daBorgia et alii (2014). Infine, si puònotare che le già ricordate misure digeodesia spaziale (Rosi et alii, 2016)non rivelano importanti movimenti delterreno in atto nell’area del MonteAmiata.

La sismicità indotta

È ben noto che varie attivitàantropiche possono causare o favorirei terremoti (Evans et al., 2012; McGarret al., 2014). Da lungo tempo sonosotto osservazione le operazioni cheimplicano l’estrazione o la re-immissione di fluidi nel sottosuolo,come la produzione di idrocarburi, ilriciclo delle acque reflue e lageotermia. L’estrazione di fluidi tende a ridurre lapressione di poro nel serbatoio, conconseguente incremento dello sforzonormale che grava sulle eventualifaglie, le quali quindi aumentano lapropria resistenza al taglio (Fjaer etalii, 2008). Alcuni terremoti registratinei campi di idrocarburi e geotermicisono probabilmente legati allacompattazione del serbatoio, causatadall’estrazione (Mazzoldi et alii, 2015). Più importante è l’effettodell’iniezione, che immette nelserbatoio fratturato fluidi ad altapressione. L’incremento della

pressione di poro riduce lo sforzonormale e la resistenza al taglio,permettendo lo slittamento dellefaglie pre-esistenti (hydro-shearing)ed anche la formazione di fratturetensili (hydro-fracturing). È importantenotare che il flusso del liquido dalpozzo di iniezione è accompagnato dauna perturbazione della pressione diporo, prevista dalla teoria della poro-elasticità. Tale perturbazione sidiffonde verso l’esterno investendoporzioni sempre più ampie di crosta.Ciò spiega la distribuzione nellospazio e nel tempo della sismicitàindotta dalla re-iniezione (Shapiro eDinske, 2009). L’innesco della sismicità èspecialmente importante nel casodell’iniezione di acque reflue, comeindicato dal verificarsi di terremotiforti (magnitudo 5<M<6). Ciò è legatoalle enormi quantità di acque di scartoimmesse in prossimità di faglie attive,in quanto la massima magnitudoattesa cresce con il volume totaleiniettato (McGarr, 2014). Nei sistemi geotermici “migliorati”, ovenelle prime fasi domina l’idro-fratturazione per creare lapermeabilità necessaria al successivosfruttamento, sono stati registratiterremoti moderati, con 3<M<4 (Evanset al., 2012; McGarr, 2014). Famoso è ilcaso del progetto geotermico diBasilea (Svizzera), chiuso dopo che nel2006 sono avvenute molte scosse conmagnitudo fino ad M=3.4 (Evans et al.,2012). I sistemi geotermici idrotermali sonoinvece contraddistinti da un’intensamicro-sismicità (M<2), ubicata attornoi pozzi d’iniezione. La generazione diterremoti sembra essere favorita neiserbatoi ospitati in rocce ignee emetamorfiche piuttosto chesedimentarie (Evans et alii, 2012). Peril campo geotermico di Latera (Laziosettentrionale) è ben documentata lacorrelazione tra l’iniezione di acqua inpressione e la generazione dicentinaia di micro-terremoti nel corsodi esperimenti condotti nel periodo1981-1982. Peraltro, in quel caso solouna scossa ha avuto M>2 (Evans etalii, 2012).Nelle zone geotermiche toscanel’attività sismica è da tempomonitorata per mezzo di retisismometriche locali, permanenti otemporanee, capaci di registrare eventipiccoli (M<2) non rilevati dalla Retesismica nazionale italiana (Piccinini etal, 2014; Braun et al, 2016).

Mazzoldi et alii (2015) hannoregistrato ed interpretato la sismicitàdel campo geotermico diPiancastagnaio (Monte Amiata) nelperiodo 2000-2001. Il 75% degli oltre600 eventi considerati ha M<1. Granparte dei terremoti sono dovuti adhydro-shearing e presentano arriviimpulsivi e ben separati delle ondesismiche P ed S. Il segnale ha unadurata inferiore a 10 secondi ed unampio contenuto in frequenza (2-20Hz). Una frazione piccola ma nontrascurabile delle scosse (circa il 5%)mostra un meccanismo di tipo tensile,quindi legato alla fratturazioneidraulica. Nel sismogramma deiterremoti di hydro-fracturing l’arrivodelle onde S è poco visibile, la duratadel segnale supera 20 secondi ed ilcontenuto in frequenza è ristrettoall’intervallo 0.6-4 Hz, con una coda dilungo periodo che indica l’oscillazionearmonica del fluido risonante(Mazzoldi et al., 2015).Secondo Mazzoldi et alii (2015)l’estrazione dei geofluidi rafforzatemporaneamente le faglie, a causadella riduzione della pressione di poro.Tuttavia le faglie bloccate vengonocontinuamente caricate dagli sforzitrasmessi dall’apparato vulcanico delMonte Amiata. A lungo termine ciòpotrebbe causare terremoti intensi odistruttivi (M>6). Occorre però notareche tale ipotesi è basata sulcontroverso modello di collassogravitazionale del Monte Amiata(Borgia et alii, 2014, 2015), confutatoda Barazzuoli et alii (2015).Il fatto è che nelle zonetettonicamente attive come la Toscanameridionale è difficile discriminare iterremoti naturali da quelli indotti oinnescati dall’attività antropica. Anchela distinzione operata tra Mazzoldi et.(2015) tra meccanismi di hydro-shearing e di hydro-fracturing non èrisolutiva, poichè la perturbazionedella pressione di poro può indurre loslittamento per taglio, mimando cosìun terremoto tettonico. La sismicità storica dei campigeotermici toscani è descritta dallaTabella 1, che riporta i dati aggiornatidel catalogo sismico italiano CPTI15(Rovida et alii, 2016). Le CollineMetallifere sono state colpite daterremoti forti nel 1414 e nel 1723(M>5 o intensità macrosismicamassima I>VII MCS). Invece, non sisono verificate scosse importanti daquando è cominciato lo sfruttamentogeotermico. Anche nel Monte Amiata

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tutti i terremoti forti noti (1777, 1919 e1940) sono avvenuti ben primadell’avvio dell’industria geotermica nel1960.Il quadro suddetto corrobora l’ipotesidi Mazzoldi et alii (2015), secondo laquale lo sfruttamento geotermico nonmodifica in modo sostanziale ilprocesso sismogenetico, fatta salva lamicrosismicità generata presso i pozzi

d’iniezione. Il terremoto del 1 Aprile2000 (M=4.5) ha suscitatopreoccupazione nella popolazione,avendo danneggiato alcuni edificinella campagna pressoPiancastagnaio. Tuttavia, anche inquesto caso le evidenze disponibilinon permettono di imputare, conragionevole certezza, quell’eventoall’attività geotermica.

L’interazione della geotermia con gli acquiferi superficiali

Sia le acque superficiali chesotterranee possono esserecontaminate dai geofluidi (DiPippo,2012). Per esempio, durante laperforazione del pozzo, il fluido in

DDaattaa LLaattiittuuddiinnee LLoonnggiittuuddiinnee MMaaggnniittuuddoo IInntteennssiittàà ((°°NN)) ((°°EE)) ((MMww)) mmaassssiimmaa LLooccaalliittàà ppiiùù ccoollppiittee

((MMCCSS))

CCOOLLLLIINNEE MMEETTAALLLLIIFFEERREE

7/8/1414 43.270 11.121 5.70 7-8 Belforte, Radicondoli11/12/1724 43.206 11.008 5.10 7-8 Travale21/3/1925 43.227 10.871 4.29 5-6 Larderello, Montecerboli19/10/1933 43.166 10.864 3.93 5-6 Sasso Pisano19/8/1970 43.252 10.788 4.68 6 Monterotondo Marittimo, Pomarance24/6/1990 3.56 5-6 Monterotondo Marittimo

6/8/1993 43.291 10.944 4.03 5-6Casole d'Elsa, Castelnuovo di Val di Cecina, Montecatini Val di Cecina, Pomarance

20/5/1998 43.081 10.810 4.19 5-6 Monterotondo Marittimo

DDaattaa LLaattiittuuddiinnee LLoonnggiittuuddiinnee MMaaggnniittuuddoo IInntteennssiittàà ((°°NN)) ((°°EE)) ((MMww)) mmaassssiimmaa LLooccaalliittàà ppiiùù ccoollppiittee

((MMCCSS))

MMOONNTTEE AAMMIIAATTAA

1287 42.880 11.678 4.86 6-7 Abbadia San Salvadore15/5/1774 42.831 11.586 4.63 6 Santa Fiora

5/10/1777 42.880 11.757 5.14 8Radicofani, Abbadia San Salvadore, Piancastagnaio

20/5/1998 43.081 10.810 4.19 5-6 Monterotondo Marittimo11/1/1815 42.865 11.683 4.86 7 Abbadia San Salvadore17/6/1868 42.870 11.538 4.40 6-7 Arcidosso17/12/1902 42.839 11.602 4.83 7 Bagnolo12/2/1905 42.862 11.558 4.55 6-7 Santa Fiora10/9/1919 42.793 11.788 5.36 8 Piancastagnaio, Radicofani3/9/1925 42.867 11.602 4.16 5-6 Santa Fiora8/1/1926 42.852 11.631 4.90 7 Abbadia San Salvatore, Bagnolo, Marroneto19/6/1940 42.850 11.716 4.64 6-7 Radicofani16/10/1940 42.885 11.867 5.29 7-8 Radicofani3/11/1948 42.861 11.563 4.82 7 Bagnore30/5/1958 42.896 11.769 4.05 6 Radicofani16/4/1975 42.850 11.688 4.16 6 Piancastagnaio1/4/2000 42.831 11.691 4.52 6-7 Piancastagnai

�Tabella 1Sismicità storica delle zone geotermiche toscane. I dati provengono dal catalogo sismico italiano CPTI15 (Rovidaet alii, 2016). MW è la magnitudo ricavata dal momento sismico del terremoto. L'intensità macrosismica è espressanella scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS). In rosso sono indicati i terremoti più forti, con magnitudo M>5 ointensità I>VII.

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pressione può risalire nel foro einvadere livelli permeabili piùsuperficiali. Tale inconveniente si puòevitare con il progressivocondizionamento e la cementazionedel pozzo. Oggi l‘inquinamento delleacque di fiumi, laghi e coste marinepresso i campi geotermici è moltoridotto, grazie alla diffusa praticadella re-iniezione del liquido.Comunque, è senz’altro utileeffettuare l’analisi periodica dellaqualità delle acque. In Toscana talecompito è svolto dall’Autoritàregionale per la protezionedell’Ambiente (ARPAT). Il bacino del Fiume Cornia, che nascead Ovest del campo di Larderello esfocia nel Mar Tirreno (Figura 1),ospita un acquifero alluvionale nellecui acque sono state riscontrateconcentrazioni di boro sino a 8.4 ppm(mg/l), assai maggiori del limiteconsentito per l’acqua potabile(Bianchini et alii, 2005). Tuttavia,accurate analisi geochimicheindicano che tale anomalia dipendedal progressivo rilascio del borocontenuto nei sedimentidell’acquifero. L’accumulo di boro èstato causato dalle numerosesorgenti termali che sino all’inizio delsecolo scorso caratterizzavano l’altaValle del Cornia (Nasini, 1930).Peraltro, tali emissioni sonocompletamente cessate con ilprogressivo sfruttamento del campogeotermico di Larderello (Bianchini etalii, 2005).Borgia et alii (2014, 2015) sostengonoche il collasso gravitazionale delMonte Amiata avviene per mezzo difaglie normali che mettono incomunicazione l’importante acquiferoospitato nelle rocce vulcaniche con ilsottostante serbatoio geotermico.Come discusso in precedenza, questavisione è rifiutata in modo deciso daBarazzuoli er alii (2015). Anzi, leindagini geologiche, mineralogiche,geochimiche ed idrogeologiche diBarelli et alii (2010), Doveri et alii(2012) e La Felice et alii (2014)mostrano che l’acquifero freatico delMonte Amiata è ben isolato dalsistema geotermico grazie allacopertura impermeabile delle Unitàliguri. Tale copertura, localmentespessa centinaia di metri, giustificaanche la scarsità delle manifestazionisuperficiali del sistema geotermicodel Monte Amiata, come sorgenticalde e fumarole (Doveri et alii, 2012). Tuttavia, occorre ricordare che il

Monte Amiata, come altre zonevulcaniche e non vulcaniche italiane, èinteressato da un’intensa emissionenaturale di biossido di carbonio, chedal mantello litosferico risale verso lasuperficie mediante faglie profonde(Frondini et alii, 2009; Frezzotti et alii,2010).

Le emissioni in atmosferaI gas non condensabili (NCG)accompagnano il geofluido dalserbatoio sino alla centrale elettrica,mescolandosi al vapore d’acqua cheprima alimenta la turbina e uscendoentra nel condensatore. Qui il vaporecondensa, mentre i NCG debbonoessere allontanati per mezzo dieiettori, pompe a vuoto o turbo-compressori per evitarne l’accumulo,che diminuirebbe l’efficienza dellagenerazione dell’energia elettrica(DiPippo, 2012). I NCG sono compostida biossido di carbonio (CO2)assieme a piccole quantità di metano,monossido di carbonio, idrogeno,solfuro di idrogeno, acido borico edammoniaca (CH4, CO, H2, H2S,H3BO3, NH3), oltre ad elementi intraccia come arsenico e mercurio (As,Hg). La reazione con l’ossigenodell’aria può produrre ossidiinquinanti di zolfo ed azoto (SO2, NO,NO2). Il contenuto di NCG è variabile, inrelazione all’evoluzione del geofluidonel serbatoio. In Toscana il contenutodi NCG tende a diminuire man manoche la produzione si concentra nelserbatoio profondo, ubicato nelbasamento metamorfico. Nei campigeotermici di Larderello-LagoBoracifero e Radicondoli-Travale ilcontenuto in peso di NCG èrispettivamente 1-15 % e 6-8%(DiPippo, 2012; Razzano e Cei, 2015). Com’è noto, i serbatoi geotermicisuperficiali del Monte Amiata e delLazio settentrionale sono sormontatida una zona satura di miscelagassosa (Barelli et alii, 2010; Doveri etalii, 2010). In effetti, il fluido estrattoinizialmente era soprattutto CO2(sino al 90%) e vapor d’acqua. Nelcorso dello sfruttamento il contenutodi NCG è calato, pur rimanendoelevato (8-30%). Infine, l’abbandonodel serbatoio superficiale in favoredel serbatoio profondoconsentenl’estrazione di un geofluidomeno ricco di NCG (6-8%, Razzano eCei, 2015).

Gli inquinanti tossici

Per quanto riguarda le emissioni inatmosfera occorre distinguere tra lesostanze tossiche e le sostanzeinnocue ma indesiderate, come ilbiossido di carbonio. Laconcentrazione nell’aria di gas edelementi tossici non può superare ivalori di soglia definiti in ambitointernazionale, nazionale e regionale(Minichilli et alii, 2012; Gartner, 2018).Pertanto, prima di scaricare in aria iNCG occorre rimuovere le eventualisostanze tossiche in eccesso. Aquesto proposito, dal 2005 le centraligeotermoelettriche toscane sonoequipaggiate con l’impianto perl’abbattimento del mercurio edell’idrogeno solforato (AMIS®,Baldacci et alii, 2005). Nella primafase il flusso di NCG esce dalcompressore a circa 70 °C edattraversa un letto di selenio ecarbone attivo che rimuove le tracce dimercurio. I NGC entrano poi in unreattore catalitico, ove si mescolanoad un flusso d’aria per attivarel’ossidazione esotermica dell’H2S adSO2. Infine, la miscela gassosa èlavata in contro-corrente dall’acquageotermica prelevata dalla base dellatorre di raffreddamento. Il biossido dizolfo reagisce con l’acqua geotermicadebolmente basica, formando solfiti,tiosolfiti e tiosolfati solubili. Sel’ammoniaca disciolta nell’acquageotermica non è sufficiente, siaddizionano piccole quantità diidrossido di sodio per alzare il pH. Ilprocesso consente la rimozionepressochè totale del mercurio e delsolfuro di idrogeno dai NCG (>99%,Baldacci et alii, 2005; Gartner, 2018).La qualità dell’aria è controllata confrequenza dall’ARPAT. Il rapporto piùrecente (Gartner, 2018) riguardal’anno 2016, quando sono statieffettuati 17 controlli delle emissioniin 11 centrali elettriche, soprattuttonella zona del Monte Amiata e conparticolare attenzione allaconcentrazione di arsenico,ammoniaca, mercurio e solfuro diidrogeno in uscita dagli sfiori deipozzi di produzione, dalle torri diraffreddamento e dagli impiantiAMIS®. I risultati dei controlliindicano che le emissioni dellesostanze suddette sono semprerimaste al di sotto delle soglie fissatedalla Regione Toscana (Gartner et alii,2018).

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Tali conclusioni corroborano levalutazioni di uno precedente studioepidemiologico, mirato a valutare lostato di salute della popolazioneresidente nelle zone geotermichetoscane (Minichilli et alii, 2012). Nelperiodo 2000-2006 la popolazioneresidente nei 16 Comuni in cui sisvolge lo sfruttamento geotermico eradi circa 43.000 persone. Tale campioneè stato analizzato in relazione amolteplici indicatori sanitari come lamortalità generale e l’insorgenza dipatologie infettive e degli apparatidigerente, circolatorio, nervoso,respiratorio, oltre a vari tipi di tumore.Mediante opportuni indicatoristatistici, la situazione sanitaria neisuddetti Comuni geotermici è stataconfrontata con quella di 82 Comunitoscani, vicini ma fuori dalle zonegeotermiche. I risultati ottenutiindicano che nelle zone geotermiche ilquadro epidemiologico è nel suocomplesso non difforme da quello deicomuni limitrofi non geotermici(Minichilli et alii, 20102).

Il problema dell’anidridecarbonica

È ben noto che alcuni gas ed il vapord’acqua assorbono la radiazioneinfrarossa emessa dal suolo,impedendone la dispersione nellospazio. Il biossido di carbonio assorbesolo due bande molto strettedell’ampia emissione infrarossa delterreno (lunghezza d’onda tra 4 e 50µm). Tali bande di assorbimento sonocentrate sulle lunghezze d’onda di 4.3e 15 µm (Figura 2).La possibilità di un cambiamentoclimatico globale, causato dallamassiccia immissione in atmosfera di“gas serra” prodotti dalle attivitàumane, è al centro dell’attenzionemondiale (Ruddiman et alii, 2016).Poichè il biossido di carbonio prevaledi gran lunga nei NCG geotermici, ènecessario valutare questo tipo diimpatto ambientale.Bravi e Basosi (2014) riportanoun’accurata stima dell’anidridecarbonica emessa dagli impiantigeotermici del Monte Amiata,valutando la massa di CO2 rilasciataper unità di energia elettrica prodotta(kg/MWh). Nel periodo 2002-2009 lecentrali del Monte Amiata hannoemesso da 380 a 1045 kg/MWh dibiossido di carbonio. Questo dato puòessere confrontato con il rilascio

atteso dalla combustione dicombustibili fossili, rispettivamentevalutato in 600, 894 e 951 kg/MWh peril gas naturale, il petrolio ed il carbone(Bloomsfeld et alii, 2003). Il rilasciogeotermico stimato da Bravi e Basosi(2014) è alquanto più elevato delvalore medio mondiale (91 kg/MWh,Bloomsfeld et alii, 2003),probabilmente a causa dell’elevatocontenuto di NGG nel geofluido delMonte Amiata.Come ricordato in precedenza, nellaToscana meridionale avvieneun’intensa emissione naturale dianidride carbonica dal suolo versol’atmosfera (Frezzotti et alii, 2010).

Ceroti et alii (2015) valutano che ilflusso di CO2 esalato nei permessi diesplorazione ubicati presso il MonteAmiata sia quasi 4 volte superiore alrilascio delle centrali elettriche inattività. Pertanto, è plausibile cheparte dell’anidride carbonica emessadagli impianti geotermici sarebbestata comunque rilasciata daldegassamento naturale (Frondini etalii, 2009).In ogni caso, due strategie alternativepermettono di ridurre l’emissione diCO2. Bravi e Basosi (2014)suggeriscono un drasticocambiamento nella progettazionedegli impianti geotermici. L’unico

�Figura 2Spettro di assorbimento infrarosso dell'acqua e del biossido di carbonio(modificato da Pedulli, 1996). Nell'asse orizzontale è riportato il numerod'onda della radiazione infrarossa (cm-1), il cui inverso è la lunghezzad'onda. Sono indicate le lunghezze d'onda centrali delle bande diassorbimento delle due sostanze considerate. Si noti che il vapor d'acquaassorbe larghe bande di radiazione, mentre per l'anidride carbonica lebande di assorbimento sono molto strette. Inoltre, nè l'H2O nè la CO2

assorbono nell'intervallo 8-13 µµm; sono cioè "trasparenti" per la radiazioneinfrarossa di quella lunghezza d'onda.

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sistema che previene il rilascio di NCGin atmosfera è la re-iniezione totaledel geofluido. Ciò implica l’adozione diun impianto che integri un singolo odoppio stadio di evaporazione(flashing) con un ciclo binario(DiPippo, 2012; Viti, 2019). Il vaporeseparato dalla soluzione salina(salamoia) alimenta la turbina ad altapressione, mentre la salamoia cedecalore al fluido di lavoro del ciclobinario (preferibilmente normal-esano, C6H14), il quale evaporaalimentando la turbina di bassapressione. Infine, il condensato dallaturbina ad alta pressione, la salamoiaraffreddata ed i NCG vengono pompatinei pozzi di re-iniezione. Bruscoli et alii (2015) presentano ilprogetto di un impianto di questo tipo,valutandone l’efficienza rispetto aquella dell’attuale centrale Bagnore 3del Monte Amiata. Essi trovano che,nelle stesse condizioni operative,l’impianto integrato avrebbe unrendimento termodinamico del10.02%, rispetto al 13.2% di Bagnore3. Il cospicuo calo di efficienzasarebbe compensato dalla totaleassenza di emissioni ambientali, siagassose che liquide. Tuttavia, la re-iniezione di una miscela liquido-gaspresenta due grossi rischi. Il primo è laformazione di bolle di gas nelserbatoio, con drastica riduzione dellapermeabilità. Il secondo rischio è ilflusso diretto di NCG dal pozzo diiniezione al pozzo di produzione, unasorta di corto-circuito idraulico.Pertanto, prima di adottare talesoluzione occorre valutare in modoaccurato le proprietà fisiche delserbatoio geotermico, per esempiosviluppando appositi modelli numerici(Bruscoli et alii, 2015).L’altra possibile strategia èl’immissione dei NCG prodotti dallacentrale ad un impianto per lapurificazione e la liquefazionedell’anidride carbonica. In effetti laCO2 è una risorsa mineraria impiegatain vari processi industriali (bevandegassate, surgelazione econfezionamento degli alimenti,neutralizzazione delle acque reflueacide, saldatura ed apparati medicali).D’altra parte, la Regione Toscanaproibisce la perforazione di nuovipozzi di estrazione, imponendo chetutta la CO2 commerciale provengadagli impianti geotermici (delibera756/2014 della Giunta Regionale). A tal proposito, la Società ConsorgasS.r.l. sta valutando la costruzione nel

Comune di Radicondoli di un impiantoper la liquefazione dell’anidridecarbonica proveniente dall’impiantoAMIS® della centrale elettrica “NuovaRadicondoli”. Lo stabilimento produrràsino a 40000 tonnellate all’anno di CO2liquida mediante un processo dicompressione, refrigerazione edespansione che permette di portare ilgas al di sotto del suo punto critico(temperatura e pressione di circa 31°C e 75 bar). La CO2 verrà stoccata epoi trasportata agli acquirenti permezzo di autocisterne. La produzionesuddetta corrisponde ad oltre il 13%del fabbisogno nazionale italiano diCO2. Il recupero dell’anidridecarbonica da tutti gli impiantigeotermici toscani consentirebbe siadi evitare le emissioni in atmosfera siadi generare una cospicua risorsaeconomica aggiuntiva.

La modifica del paesaggionaturale

Ogni tipo di industria ha delleconseguenze sul paesaggio della zonaove è ubicata. Le attività geotermicherichiedono anzitutto l’occupazione delterreno, prima per ospitare i cantieri diperforazione e poi per la costruzione el’esercizio dell’impianto geotermico,che può avere una vita operativa dimolti decenni. C’è inoltre daconsiderare l’impatto visivo della retedi tubazioni ove scorre il geofluido, laquale può essere lunga decine dichilometri. Inoltre, per rendere minimele perdite di carico del fluido, talitubazioni debbono avere grandediametro (dell’ordine di 600 mm). Tuttavia, è importante notare che lasuperficie occupata dagli impiantigeotermici è assai minore rispetto aglialtri tipi di centrale elettrica (DiPippo,2012). Valutando tale area per unità dipotenza elettrica installata, le attivitàgeotermiche (compresi i pozzi)richiedono 1250-2290 m2/MW. Leturbine eoliche necessitano 16000m2/MW, che salgono a 28000-66000m2/MW per gli impianti solari termici efotovoltaici. Infine, le centrali nucleari,a carbone ed idroelettriche richiedonograndi superfici: 10000, 40000 ed1200000 m2/MW, rispettivamente(DiPippo, 2012).Il progetto architettonico innovativodelle centrali geotermiche più recentidella Toscana, come Bagnore 3 eBagnore 4, le rende compatibili conl’ambiente in cui si trovano (DiPippo,

2012, 2015). In particolare, le vecchieed ingombranti torri di raffreddamentoa tiraggio naturale, che potevanoraggiungere 70 metri di altezza, sonostate sostituite da torri a tiraggioforzato inglobate nel’edificioprincipale della centrale.Un problema importante è il declinodelle manifestazioni idrotermalinaturali a causa dello sfruttamentogeotermico. Per esempio, i 22 geyserpresenti nell’area di Wairakei (NuovaZelanda) sono cessati dopo neppure20 anni dall’inizio della produzionegeotermica, che risale al 1958(DiPippo, 2012). In effetti, il geofluidoaffluisce al pozzo di produzione graziealla caduta di pressione nel serbatoio(drawdown). Tale depressione peròrichiama nella zona di estrazioneanche il fluido che sarebbe altrimentirisalito verso la superficie perconvezione naturale. Il drenaggioverso i pozzi è accentuato dal fattoche la portata di fluido estratto superalargamente l’emissione naturale(Grant e Blixey, 2011).Nel sistema di Larderello-Travale, laportata di geofluido emessa dallemanifestazioni superficiali è calata inun secolo da oltre 110 t/h a sole 20t/h, a fronte di una produzione attualedi vapore di circa 4700 t/h (Romagnoliet alii, 2010). Sino all’inizio del secoloscorso, la zona era caratterizzata danumerose sorgenti termali epittoresche emissioni di vaporegeotermico, localmente denominatelagoni, fumacchi e soffioni (Nasini,1930). Oggi sopravvivono solo pochemanifestazioni di questo tipo, ubicateper lo più tra Monterotondo Marittimoe Sasso Pisano. La loro tutela èimportante sia per preservare lecaratteristiche ambientali ed ipeculiari ecosistemi, sia per losviluppo del turismo locale. A talescopo è stato istituito il Parconazionale delle Colline MetallifereGrossetane (Tuscan Mining Geopark,www.parcocollinemetallifere.it).Anche l’area del Monte Amiatapresenta importanti ecosistemi dapreservare, pur in assenza disignificative manifestazioniidrotermali.

La sostenibilità dellarisorsa geotermica

L’interpretazione dei dati raccolti danumerosi campi geotermici suggerisceche la produzione di energia nel tempo

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segua un andamento caratteristico (DiPippo, 2012). Nei primi mesi di attivitàla produzione sale rapidamente, sino araggiungere un tetto massimo che sipuò mantenere stabile per qualcheanno (Figura 3). Poi la produzioneenergetica comincia a declinare, primarapidamente e poi lentamente. Infine,nell’ultima fase la produzione torna adessere stabile, seppure molto inferiorerispetto al picco massimo. Ciò indica ilraggiungimento dell’equilibrio tral’estrazione del geofluido, da un lato, ela combinazione tra ricarica naturale ere-iniezione, dall’altro (DiPippo, 2012).Solo in quest’ultima fase di equilibriostazionario l’attività geotermica puòessere considerata sostenibile. È importante notare che l’energiatermica estratta Q = Wh è il prodottodella portata di geofluido (W) per lal’entalpia specifica (h), che a sua voltadipende dalla temperatura, dallapressione e dalla proporzione divapore rispetto al liquido. Poichè lapressione del geofluido diminuisceaumentando la portata, un’estrazionesostenuta per lungo tempo causa ilcalo dell’entalpia specifica e quindidell’energia termica totale. Inoltre, il

progressivo calo di pressione nelserbatoio determina l’evaporazionesempre più spinta dell’acqua di poro(Grant e Bixley, 2011). Ciò causa laproduzione di vapore surriscaldato,che può portare al rapidodisseccamento del serbatoiogeotermico (dry-out), se la ricarica noncompensa la perdita d’acqua. A talproposito, Grant e Bixley (2011)ricordano che spesso il declino dellaportata ha un andamentoesponenziale: W(t) = W0 e

-αt, ove iltempo (t) è valutato dal momento incui è estratta la portata massima (W0),mentre α è la costante di declino,dipendente dal tipo di sistemageotermico. Se il declino è molto lungo(ovvero per t→∞), l’integrazione dellarelazione precedente fornisce lamassa totale di fluido che può essereestratto: W0/α. Un caso ben documentato di declinoriguarda il campo geotermico TheGeysers nella Californiasettentrionale. A causadell’accentuato sfruttamento, laproduzione totale annua di vapore eracalata del 45% tra il 1985 ed il 1995(DiPippo, 2012; Grant e Bixley, 2011). Il

declino è stato arrestato solo graziealla massiccia iniezione di liquido.Attualmente l’acqua immessa nelsistema raggiunge il 90% della massadi vapore estratto. Peraltro, oltre alcondensato geotermico vengonoiniettate acque reflue provenientidalle contee circostanti di LakeCounty e Santa Rosa (DiPippo, 2012).La re-iniezione consente quindi dicontrastare il declino, di eliminare iliquidi geotermici di scarto (spessocontenenti sostanze incrostanti edaggressive) ed anche di smaltireacque contaminate civili edindustriali.I sistemi geotermici dominati dalvapore producono geofluidi di altaqualità ma sono vulnerabili. Infatti, laricarica di vapore nel serbatoio è dinorma assai più lenta rispettoall’estrazione. La produzione di vaporeeccessiva o troppo rapida puòprovocare la scomparsa del velod’acqua liquida che aderisce allerocce, provocando il disseccamentodel serbatoio. In tal caso la produzionecessa per molti anni, sino a chel’acqua di ricarica non satura ilserbatoio e ricomincia ad evaporare(DiPippo, 2012; Grant e Bixley, 2011). In Toscana, la sostenibilità è dunquepiù difficile per il sistema diLarderello-Travale, dominato dalvapore, che per il sistema del MonteAmiata, dominato dal liquido. Peresempio, la portata di vapore prodottadal pozzo di Valle Secolo (Larderello) èaumentata rapidamente dal 1950 al1954 raggiungendo 300 kg/s, per poideclinare a soli 120 kg/s nel 1978. Lare-iniezione, condotta da quelmomento con successo, ha riportatola produzione a circa 170 kg/s nel1994 (Axelsson, 2012). Questo indicache nei sistemi dominati dal vaporel’iniezione di liquido non consente unpieno ripristino della produttivitàmassima iniziale. Peraltro, la massa di liquido iniettatomai eguaglia la massa di vaporeestratto. Ciò dipende da varie cause,tra cui l’inevitabile perdita dicondensato che evapora nelle torri diraffreddamento della centraleelettrica. Inoltre, l’iniezione non èconveniente laddove pompare illiquido nel serbatoio richiede unapressione eccessivamente grande(>50 bar). Per quest’ultimo motivo,l’iniezione non è effettuata nel campodi Radicondoli-Travale. Invece, nelcampo di Larderello-Lago la portata diliquido iniettato raggiunge il 40% della

�Figura 3Schema dell'evoluzione nel tempo della produzione di energia da un campogeotermico (modificato da DiPippo, 2012). Nella prima fase (sviluppo) laproduzione cresce rapidamente. I gradini rappresentano la progressivaapertura dei vari pozzi di estrazione. Nella seconda fase si raggiunge l'apicedella produzione energetica. L'impoverimento del serbatoio e/o ladiminuzione dell'entalpia del geofluido portano inevitabilmente al declinodella produzione. Infine, il raggiunto equilibrio tra estrazione e ricarica delserbatoio identifica la fase della sostenibilità. La durata del declino ed illivello della produzione sostenibile (comunque ben inferiore allaproduzione massima) dipende dalla gestione del sistema geotermico, inparticolare dalle attività di re-iniezione di liquido nel serbatoio.

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portata di vapore estratto (Romagnoliet alii, 2010). A Larderello l’iniezioneavviene di solito al tetto del serbatoiogeotermico (Rivera-Diaz er alii, 2005). Un vantaggio aggiuntivo dell’iniezionedell’acqua quasi pura, ottenuta dallacondensazione del vapore, è ladiluizione dei gas presenti nelgeofluido (Rivera-Diaz er alii, 2005). Alcontrario, l’iniezione delle salamoieprodotte dal flashing può causarecorrosione delle tubazioni edincrostazioni negli impianti e nelserbatoio attorno al pozzo di iniezione.Inoltre, può capitare che lafratturazione del serbatoio diriga ilfluido freddo direttamente al pozzo diproduzione, impedendo un sufficienteriscaldamento (Axelson, 2012). In definitiva, la re-iniezione è difondamentale importanza perassicurare la sostenibilità dellaproduzione e per ridurre l’impattoambientale. Tuttavia la correttapianificazione dell’iniezione richiedeche i parametri fondamentali (numero,disposizione e profondità dei pozzi,pressione e portata del liquido)

debbano essere valutati in modoaccurato, per esempio avvalendosi dimodelli numerici del flusso del fluidonel serbatoio (Grant e Bixley, 2011).

ConclusioniL’industria geotermica può avere serieconseguenze sull’ambiente e sullecomunità, come indicato da un’ampiacasistica a livello mondiale. Tuttavia,ciò dipende dalle caratteristiche delsistema geotermico e soprattuttodalla gestione della produzione.Infatti, è possibile rendere minimol’impatto delle attività geotermiche apatto di avvalersi dei più avanzatimodelli scientifici, delle modernetecnologie impiantistiche e delmonitoraggio continuo dei parametriambientali, come i cedimenti delterreno, la sismicità e la qualitàdell’aria e dell’acqua. Nella Toscana meridionale il problemaprincipale sembra l’emissione inatmosfera di anidride carbonica, chepotrà essere attenuata sia cambiandola tipologia degli impianti di

produzione dell’energia elettrica, siatrasformando la CO2 da emissioneindesiderata in una risorsaeconomica. Deve invece essereapprofondito lo studio dellasubsidenza nel sistema di Larderello-Travale, messa in luce da recentiindagini di telerilevamento. Infine, la mole di informazionigeologiche e geofsiche accumulate nelcorso di decenni di esplorazione eproduzione dovrà essere impiegata almeglio per valutare la sostenibilitàdello sfruttamento attuale el’eventuale espansione. Tale esigenza èaccentuata dal fatto che in entrambi isistemi geotermici toscani l’estrazionedi geofluido è ormai concentrata nelserbatoio profondo, ove la temperaturaè più elevata e minore la proporzionedi gas indesiderati. Peraltro lecaratteristiche petrofisiche di taleorizzonte produttivo sono soloparzialmente note, soprattutto perquanto riguarda il sistema di frattureche permette il flusso dei fluidi nelbasamento metamorfico e la ricaricadel sistema.

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INTRODUZIONE

A cominciare da gennaio 2001, e per circa cinque anni, l’autore è stato coordinatore diprogetti di sviluppo delle risorse idriche, sanità, agricoltura in aree rurali e periurbanedell’Etiopia con l’Organizazione non gevernativa italiana COOPI, Cooperazione Interna-zionale, di Milano, sotto l’egida del Ministero degli Esteri Italiano. Ha cooperato, inoltre,con l’Università di Firenze per creare relazioni di collaborazione tra questa e l’Universitàdi Mekele (in quest’ultima l’autore aveva svolto attività di corelatore in tesi dell’idrogeo-logia della Zona Est del Tigray) per realizzare un accordo di scambio accademico suc-cessivmente finalizzato. La relazione che segue è basata su materiali e foto originaliraccolti dall’autore durante il suo mandato nell’area.

1. Lineamenti geografici emetereologici dell’area

1.1 Morfologia

Posta al centro del Corno d’Africa,l’Etiopia mostra paesaggi e climi moltodifferenti. Conta venti montagne chesuperano i 4000 metri e, all’opposto,l’area emersa piú depressa, inaltitudine, del pianeta: la Dankalia. In Etiopia si possono identificare treprincipali zone geografiche: (1) unvasto plateau centrale diviso in duedalla (2) rift valley che fa scenderebrutalmente l’altitudine dai 2000-2500metri slm, caratteristici dell’altopiano,ai 500-1500 metri propri deibassopiani – la spaccatura dellacrosta terrestre intrude e divide in dueporzioni il vasto sollevamento

centrale, porzioni che digradanoallontanadosi dall’asse del rift; (3) laterza zona, è la grande vasta areasemiarida della Regione Somala, checomprende la parte piú bassa dellamonoclinale Giurassico Cretacicacostituita da una sequenzasedimentaria di mare sottile.Quest’ultima è inclinata debolmenteverso sud est e allontanandosi dal riftdiventa piano piano, orizzontale.Verso il confine di Stato con laSomalia, il paesaggio diventacompletamente piatto con lontanemesas sull’orizzonte.

1.2 Clima

Dal punto di vista climatico l’Etiopia,in concordanza con i diversi paesaggi,riflette la sua variabile morfologia. Glialtopiani mostrano un clima

temperato con piogge importanti checadono tra metà giugno e metàsettembre con piú di 1000 mm (es.Addis Abeba). Le zone con tendenzaalla siccità, le province nord orientalimostrano un regime di piogge piúvariabile tra i 500 e i 1000 mm. Ladepressione dankala rientra nellacintura nella quale le piogge sonoinferiori ai 500mm annui, il chesignifica sia nessuna pioggia siatemporali irregolari nel tempo e nellospazio ma sempre nel periodo metàgiugno, metà settembre (Kremt). Queitemporali trasformano, molto spesso,alcune delle depressioni vicineall’”escarpment”, la scarpatacontinentale originata dal rift, in benconsciute zone di pascolo sia per ipastori nomadi Afar che per i pastoriagricoltori che scendono daglialtopiani dell’ovest. Temporali

MARCELLO CORAZZA

Idrogeologia applicata in alcune zone aridedell’Etiopia

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I L G E O L O G OAPPUNTI DI VIAGGIO

irregolari sono sempre caratteristicadelle pianure della Regione Somala.Qui, i temporali, in coincidenza conondate di maltempo che interessanole zone montagnose a nord oves, cioèa monte dei bacini dei fiumi Dawa,Genale, Webe Shebele creano spessole condizioni di piene devastatrici conperdite anche umane. La stagione delle piogge principale èpreceduta, in aprile e Maggio, daventi che convergono da mord est eda sud ovest che producono un breveperiodo di piogge leggere conosciutecome Balg. In generale nel sudovestdell’Etiopia le precipitazioni sonomeglio distribuite e piú abbondanti.Per riassumere a partire daglialtopiani del centro l’umidità e leprecipitazione diminuiscono versonord, est, sud est e sud ovest, cioè,grosso modo, muovendosi da AddisAbeba verso il Tigray, l’Afar, l’Ogaden.

2. Geologia2.1 Scenario geologico

Le unità geologiche d’Etiopia sicollocano nelle seguenti tre grandicategorie: il basamento Precambriano,i sedimenti del tardo Paleozoico ed’inizio Terziario, vulcanismo delTerziario e rocce sedimentarieassociate. Dal punto di vista fisiografico, comeanche accennato nel primo capitolo,l’Etiopia può essere divisa in quattromaggiori regioni che sono largamentenote come Plateau Occidentale,Plateau Sud Orientale, DepressioneAfar, Grande Rift Etiopico, conquest’ultimo che divide i due plateaux.L’altopiano, sia nord che sudorientalepoggia, a differenti profondità sullerocce precambriane dello Scudo AfroArabico. Il Basamento Precambriano ècoperto a sua volta e in gran parte dasedimenti glaciali e marini dalPermiano al Paleogene e da roccevulcaniche del Terziario e sedimenticollegati. L’intera sequenza fu tagliatain due (Plateaux occidentale esudorientale) e separata da una attivitàtettonica proseguita durante il tardoTerziario e inizio Quaternario (che forsedura tutt’ora), che portò alla nascita eall’evoluzione del Grande Sistema diRifts Africano di cui la DepressioneAfar (Dankalia), Grande Rift Etiopico ealtri Rifts collegati sono parte.Dove la copertura fanerozoica è stataerosa, affiorano le rocce delPrecambriano. Esse sono costituite da

gneiss archeani e cinture di roccevulcano-sedimentarie debolmentemetamorfosate, quest’ultimeproterozoiche; il loro contatto èsempre di origine tettonica.La cintura metamorfica ospita corpiintrusivi di rocce che vanno daultramafiche a granitiche.

2.2 Geologia dell’area di azione

2.2.1 Zona Est della Regione delTigray.

Nelle aree del Nordest del Tigray, leserie sedimentarie, debolmentemetamorfosate appartenenti ai gruppi

�Figura 1Graniti postettonici di color rosa presso il passo di Negash a nord diWukro. Segnano la fine dell’attività ignea e tettonica associate allerocce precambriane del basamento, nell’area. Qui sono modellate inmaniera inusuale e simulano una stratificazione orizzontale di uaroccia sedimentaria. Considerati parte di un acquicludo regionale eperciò sterile, gli affioramenti di granite sono sede di piccoloacquiferi che individuati e correttamente attinti possono soddisfare larichiesta in acqua potabile dei contadini dei dintorni. Si suppone cheogni pozzo debba soddisfare la domanda di 300-400 persone,talvolta di piú. L’acqua proveniente da questi acquiferi è quasi privadi sali disciolti specie se paragonata a quella di altri contesti.

�Figura 2Poco prima di Wukro, la sequenza delle arenarie di Adigrat (a sinistra)sono in contatto tettonico con le metavulcaniti di Tsaliet (a destra).Le arenarie di Enticho (bianche) sono in primo piano.

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�Figura 3L’antico monastero di Alitena, vicino al confinecon l’Eritrea. L’area fu teatro di ferocicombattimenti di fanteria e artiglieria durante laguerra Etiopia Eritrea del 2000 e che ha lasciatovaste zone minate. Il paesaggio è modellato nellemetamorfiti di basso grado del gruppo Tsaliet.Fonte d’acqua per questa cittadina sono lealluvioni sabbiose del corso d’acqua stagionalepoco lontano. “Sand dams” sono una soluzioneper aumentare l’immagazzinamento in acquasotterranea nelle sottili coperture alluvionali checoprono la valle scavata nel basamento.

�Figura 4Contatto orizzontale tra arenarie di Enticho(bianche) e le sovrastanti arenarie di Adigratlungo la falesia che isola dal resto del mondo ilmonastero di Debre Damo.

�Figura 6Suolo elaborato dai sedimenti glaciali di EdgaArbi. In primo piano un masso di granito eciottoli del conglomerta polimittico inglobato inuna matrice argilloso siltosa. All’orizzontelontano appaiono le pareti di un catena formatada arenarie di Adigrat sollevate in connessionealla faglia che divide le serie giurassiche, a sud,dal dominio metamorfico a nord della faglia, dadove la foto èstata presa.

�Figura 5Le arenarie di Adigrat formano impressionantipareti non lontano da Wukro. Nella parte bassa ilpendio è modellato nei terreni argillosi e siltosi diEdga Arbi. Le arenarie permeabili perfratturazione in presenza di sottostanteacquicludo con per esempio i sedimenti di EdgaArbi creano condizioni per piccole sorgenti. Lostesso accade per le arenarie di Entichosoprastanti il basamento.

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Tsaliet e Tambien, costituiscono ilbasamento affiorante e farebberoparte del Mozambique Belt. Sonointrusi da graniti, granodioriti e sienitisin e post tettoniche. La serie ericoperta da dalla sequenzapaleozoico terziaria: le arenarie diEnticho, i sedimenti glaciali di EdgaArby, le arenarie di Adigrat, i calcari di

Antalo, gli scisti di Agula, a loro voltacoperti dalle colate basaltiche oligo-mioceniche. Il contatto tettonico tra ilbasamento sollevato e le arenarie ecalcari della sequenza giurassica èevidente e spettacolare a Wukro, 40km a nord di Mekele lungo la stradaper Asmara, a quell’epocairraggiungibile.

2.2.2 Zona 2 della Regione Afar

Procedendo verso est da Mekele o daWukro si incontra l’”Escarpement”, lascarpata di origine tettonica, chescende verso i bassopiani dellaRegione Afar. Qui le sequenze lacustricontinentali e evaporitiche di maresottile sono interrotte da costoni di

�Figura 8Un sill di dolerite inglobato nei calcari di Antalo.Discendendo l’Escarpment verso Aba Ala. Zona 2della Regione Afar.

�Figura 7Ripple marks su un letto di fillite apartenente algruppo metamorfico Tsaliet non lontano daAlitena, presso il confine Eritreo. Nel basamentometamorfico, molto spesso, la sola possibilità diaccumuli di acqua sotteranea si trova in sottili epoco estese alluvioni e nella parte sottostante pocofratturata e alterata.

�Figura 9Prima di entrare nel Wereda di Liben siattraversano gli altipiani di Bore. Qui la forestaoriginaria è intatta in qualche tratto. Grandi vallipaludose sono importanti aree di pascolo per lapiú grande mandria di cavalli d’Etiopia. Ilpaesaggio, qui, è modellato in sequenzebasaltiche. Prima di entrare nel Wereda di Liben siattraversano gli altipiani di Bore. Qui la forestaoriginaria è intatta in qualche tratto. Grandi vallipaludose sono importanti aree di pascolo per lapiú grande mandria di cavalli d’Etiopia. Ilpaesaggio, qui, è modellato in sequenzebasaltiche.

�Figura 10Il corso del Genale vicino la cittadina di Genale èmodellato secondo i due trend ortognoali dellafagliatura del basamento: grosso modo NNE-SSO e ONO-ESE a loro volta in accordo con iltrend del grande rift. In primo piano graniti tardopost tettonici formano una cresta che sovrasta ilfiume Genale, questo scorre sui gneiss a biotite eorneblenda, granuliti e migmatiti del Gruppo diAlghe.

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vulcaniti del neogene fino alquaternario costituite da basalti,trachiti fino a ryoliti, ossidianepantelleritiche e flussi di pomice.

2.2.3 Il Wereda di Liben (Negele)Guji Zone. Regione Oromo

Negele, importante mercato al centro diun’area a produzione silvo pastorale è alconfine di due maggiori dominilitologici. Verso ovest il basamentocristallino che è rappresentato dametamorifiti d’alto grado come gneiss,migmatiti, anfiboliti, quarziti, interrotteda emergenze di graniti e quarzodioriti.L’area, intensivamente interessata dafaglie con direzione prevalente nord-sud, giustifica l’erosione che, alcontrario sembra non interessare laparte orientale che conserva lacopertura sedimentaria inclinatadebolmente verso sud-est. Confine tra idue domini si estende grosso modo danord a sud come la direzione dellefaglie. La copertura sedimentariacomprende rocce di età tardogiurassica fino a rocce tardo cretaciche.

2.2.4 Liben Zone (Filtu, Dolo Odo)

La sequenza sedimentaria cominciacon i calcari tardo giurassici di Antalo(gli stessi del Tigray orientale).L’ambiente di deposizione si trasformanel tempo verso quello di un maresempre piú sottile con la deposizionedi marne, argilliti, gessi, dolomiti eanidriti dell’inizio Cretacico. Verso est,fuori dell’area, la sequenzasedimentaria continua con sedimentipiú giovani arenacei, calcarei,gessiferi. Il Quaternario èrappresentato qui, come nelle altrearee d’interesse, da alluvioni edepositi lacustri.

3. Risorse idrichesotterranee

3.1 Andamento generale.Legami con la morfologia ela geologia

Le risorse idriche sono largamentecontrollate dal clima, a sua voltadeterminato da altitudine e latitudine.Perciò le piogge sono piú intense eprolungate sugli altopiani e le catenemontuose dell’Etiopia central eoccidentale mentre nei bassipianidell’Afar e della Regione Somalaprevale il clima secco. Data la suamorfologia di crosta sollevata espaccata gli accumuli di acquasotterranea seguono andamentispecifici. Dove ci sarebbero lecondizioni di accumulo per le acquesotterranee, come le serievulcanosedimentarie e sedimentary, lasuperficie piezometrica si trova acentinaia di metri piú in bassodepressa dalle linee di base di corsid’acqua che scorrono in profonde forreda loro erose. Sono comunque presenti faldesospese che garantiscono lasopravvivenza di villaggi conagricoltura e bstiame.Il reticolo idrografico in quelle aree èscavato in forma di forre profonde,molto spesso, piú di 500mprosciugando, in gran parte, glispessori di rocce permeabilisovrastanti. Non può comunqueessere considerate una regola validain tutti i casi. Esempi sono diffusi nellesequenze sedimentarie giurassichedel Tigray come pure nelle sequenzecoeve nel Sudest del paese. In questearee la sola acqua disponibile è

presente in acquiferi sospesi qualchevolta di capacità interessante. In altrearee il problema potrebbe trovaresoluzione in pozzi profondiequipaggiati con pompe ad altaprevalenza ma generalmente sipreferiscono metodi di raccoltad’acqua come “sand dams”, stagniartificaili e “birkas”. In zone remote lo sfruttamento diacquiferi profondi è una soluzionedisastrosa date le difficoltà originate

�Figura 11Gli ultimi 60km prima delconfine Somalo a Dolo Odo,sulla strada per Mogadishusono una distesa piatta esemidesertica costituitaprincipalmente da alluvionidel Genale. Sul lontanoorizzonte mesas scavateprobabilmente nellaformazione di Belet Uen. Ilpaesaggio è modellato sullasequenza evaporitica diKorahe (gessi, argilliti,dolomiti, anidriti, calcari),questi rendono molto spessol’acqua salata anche fino allesponde del fiume Dawa,presso il villaggio di Suftu.Nella foto il paesaggio èinusualmente verde per ibrevi, violenti e mal distribuititemporali di una troppo brevestagione delle piogge.

�Figura 13Gli stagni artificiali sono unabuona soluzione nelle areesoggette a siccità, dove lerocce sono sterili e/o gliacquiferi troppo profondi.Nella foto il bestiame,costituito da caratteristicibovini e ovini dal mantellobianco, si abbevera in uno diquesti stagni durante unassolato poomeriggio nellaRegione Somala non lontanoda Filtu.

�Figura 12Impianti attrezzati per laperforazione con il metodo delmartello a fondo foro (Downthe Hole Hammer) sonolargamente usati dove le rocceconsolidate sono la regola. Ilvantaggio di questo metodo èche la presenza di acqua èchiaramente segnalata durantela perforazione.

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da insormontabili problemi dimanutenzione e governance.Quando il basamento affiora il livellopiezometrico delle acque sotteraneesegue in altitudine data la suaproprietà di acquicludo. Eccetto perun sottile spessore la sua capacitàd’immagazzinamento è scarsissimacome importanza regionale. Alcontrario, per l’approvviggionamentoidrico locale, l’eluvium, e la partefratturata superficiale elaborati insuperficie rivestono importanzacruciale per le piccole comunitàagropastorali. La ricchezza agricoladegli altipiani centrali e occidentalidipende molto di piú da pioggeabbondanti che dalla capacità degliacquiferi.

3.2 Alcune caratteristichefisico-chimiche della acquesotterranee incontrate

Nel valutare un’acqua sotterranea unfattore molto importante è la salinitàin mancanza di un importanteinquinamento organico e ancor menoindustriale. La misura di questacaratteristica non deve esseresottostimata durante l’indaginenell’area dove si vuole costruire unpozzo, sia in fase di scavo quando siarriva all’acquifero, si rischia dicompletare un pozzo poi inutilizzabile.In molte aree la salinità è cosí alta chel’acqua sotterranea non è adatta peralcun uso. In altri casi anche con

salinità medio-alta la risorsa puòessere preziosa perchè per molti mesil’anno è la sola acqua presente nellazona, a meno di intraprendere unamigrazione o sobbarcarsi il trasportocon molte ore di marcia. Infatti sequell’acqua non è adatta a esserebevuta, può essere impiegata perlavare e cucinare; può essere adatta airrigare alcuni ortaggi o data a bere abestiame che non soffre l’alta salinitào data a certi alberi da frutto,riducendo di conseguenza la quantitàd’acqua da trasportare da fonti qualitàmigliore. Nelle tre aree cosiderate inquesto scritto il contenuto econcentrazione dei sali discioltirifeltte la litologia degli acquiferi e iltempo di permanenza (piovosità).Per quanto riguarda la Zona Est delTigray, come regola generale,metavulcaniti, hypoabissaliti e corpigranitici impartiscono bassa salinitàalle acque sotterranee. Si possonotrovare eccezzioni in areecaratterizzate da piovosità moltobassa (distretto di Erob), che siestende su una vasta area diEscarpment che scende verso ladepressione dankala, dove acquasalmastra è presente anche inpresenza di affioramenti di roccesilicee. Acqua salata si trova anche inconnessione ad attività vulcanica. Ladepressione, che ha orietamento NO-SE, si collega al rilievo, a occidente,attraverso un pendio di detritocolluviale e alluviale originatodall’erosione dell’altopiano.

Lí l’Escarpmet è scavato in roccemolto differenti tra loro: sedimentigiurassico-cretacici, metamorfitiproterozoiche, ipoabbissaliti, vulcaniti,etc. I corsi d’acqua che erodono lascarpata attraversano e si infiltranonel pendio detritico per poidisperdersi e scomparire nelladepression. Il chimismo varia con lanatura degli affioramenti rocciosi daiquali scaturiscono e scorrono. Leacque vengono spesso usate perirrigare un’agricolutra familiare chealcune dell popolazioni, peraltronomadi, hanno imparato a sviluppare.Sul campo una stima del contenuto insali viene fornita tramite misureefffettuate con conduttivimetro lequali spesso restano come la piùapprofondita valutazione della qualitàdell’acqua ma sono sufficienti perdeciderne il tipo d’uso e per guidaresul campo la ricerca. Il Sud-Est della Regione Somala comepure per gli acquiferi nei calcari diAntalo nel Tigray, le acquesotterrranee presentano alti contenutisalini a causa della costituzione delleformazioni acquifere e tempo dipermanenza nelle stesse: minore è lapiovosità annuale, meno nuova acquapiovana si infiltra a sostituire quellagià presente e che si è caricata, nelfrattempo, di sali solubili dalle roccedell’acquifero, nel sud rappresentatisoprattutto da cloruri e solfati, mentrenelle serie sedimentarie calcaree,presenti anche nel Nord prevalgono i

�Figura 14Gli stagni artificiali sono una buona soluzionenelle aree soggette a siccità, dove le rocce sonosterili e/o gli acquiferi troppo profondi. Nella fotoil bestiame, costituito da caratteristici bovini eovini dal mantello bianco, si abbevera in uno diquesti stagni durante un assolato poomeriggionella Regione Somala non lontano da Filtu.

�Figura 15Il pozzo della foto fu scavato nelle metavulcanitidel gruppo Tsaliet e rivestito con pareti inmuratura. I pozzi scavati a mano sono la soluzione adattaper le piccole comunità rurali specialmente sesituate su basamento a bassa permeabilità.

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normalmente usati come primacaratterizzazione di acque sotterraneein vari punti d’acqua finalizzati oanche rigettati durante questacampagna dei distretti del Nord e delSud dell’Etiopia. Si può notare che tutti i pozzisegnailati con la sigla ET (Est Tigray), eche sono stati scavati nellemetavulcaniti del gruppo Tralietmostrano valori di conduttivitàspecifica sotto un mS/cm, i puntid’acqua identificati con la lettera S(Regione Somala) e HU Hudet(distretto sempre in Regione Somala)sono scavati nelle serie sedimentariedi mare sottile.Diagrammando, come sopra, letemperature dell’acqua sotterraneacontro l’altitudine dei punti d’acqua sinota un’alta correlazione tra i dueparametri. Questa indica una forte dipendenzadella temperatura dell’acquasotterranea dall’altitudine degliacquiferi freatici. La temperatura, a sua volta,rispecchia le temperature medieannuali in superficie. Nei puntimisurati si può escludere unainfluenza di anomalie geotermiche.

TESTO E FOTO ORIGINALI

carbonati. Nella Regione Somala sonoi fiumi che ricaricano d’aqua dolce gliacquiferi a contatto, come accade perfiume Genale nelle pianure verso ilconfine somalo. In altri casi, come peresempio in alcuni tratti del fiumeDawa, per sezioni molto lunghe, acqua

sotterranea estremamente salata siestende fino alle sue sponde. Gli scavi che hanno raggiunto acque difalda con conduttività superiori a5000�S/cm non sono stati finalizzati. La tabella sottostante mostra i valoridi parametri chimico-fisici

LLooccaalliittàà LLaattiittuuddiinnee LLoonnggiittuuddiinnee AAlltt.. mmaassll TTeemmpp.. °°CC CCoonndd.. mmSS//ccmm ppHH

Qancelley (S) 4.197830 41.821730 227 32.0 6.900 8.00Olmuge (S) 4.138720 41.886770 241 31.6 15.430 7.05Suftu 1 (S) 3.971130 41.859720 233 nm 52.400 nmSuftu 3 (S) 3.973070 41.856470 198 31.5 10.500 nmDolo Odo Kebele 1 (S) 4.164800 42.060920 172 33,5 1.580 nmWashakbar 1(S) 4.381730 41.668520 263 32.1 3.300 nm" 2(S) 4.382420 41.669420 267 32.7 4.410 nmDippi (S) 4.220350 41.900150 218 31.2 2.820 nmDaytule Bursegar (S) 4.016950 41.610780 239 30.3 3.330 nmElgebicha (HU) 4.752550 39.238510 840 24.6 4.550 nmIbrahim Edin (HU) 4.752840 39.237750 844 26.1 1.240 nmMohammed Korre (HU) 4.781560 39.238450 846 26.3 2.940 nmMalh Muro Abdi (HU) 4.748970 39.239720 849 26.1 3.180 nmAhmed Kulay (HU) 4.744130 39.241020 853 26.7 11.830 nmSolar p.Trad. well (HU) 4.741820 39.239120 857 25.5 2.000 nmEmni Negarit (ET) 14.037850 39.551880 2314 22.0 0.304 9.10Adi Abaga (ET) 13.935350 39.587250 2362 20.0 0.507 7.10Daero Magul (ET) 14.037950 39.539380 2334 21.0 0.471 9.20Enda Petros (ET) 13.966200 39.602850 2444 20.0 0.578 7.50May Demba (ET) 13.889720 39.594530 2337 21.0 0.804 6.80Tsaeda N. Medhane A. (ET) 13.912420 39.584280 2342 20.0 0.465 7.20Megaden (ET) 13.893170 39.584750 2330 21.0 0.508 7.60Tsaeda Nale Mariam (ET) 13.908900 39.581350 2350 20.0 0.626 7.40

(S) Somali Region (HU) Hudet, distretto in Liben Zone, Somali Region (ET) Eastern Tigray

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on la fine dell’anno 2019 si è chiuso un altro triennioAPC. È presto per fare bilanci dal momento chel’attività di segreteria risulta ancora oggiconcentrata sulla registrazione dellenumerosissime (oltre 2000!) richieste di

accreditamento pervenute dagli iscritti nei mesi didicembre e gennaio. Ci teniamo a sottolineare che l’APC, inparticolare in chiusura di triennio, rappresenta un’attivitàche drena grandissime energie da parte del Consiglio edella segreteria, che risulta innegabilmente in affanno.

Auspichiamo che questo triennio sia andato molto megliodi quelli precedenti, con un numero di iscritti inadempientiper l’APC molto minore. Occorre comunque domandarsicosa non va, poiché sicuramente ci sono delle criticitàsulla questione. Si riscontra grande difficoltà adintercettare i fabbisogni degli iscritti, molti nonpercepiscono l’importanza dell’obbligo di aggiornamento,o più semplicemente non hanno compreso pienamente imeccanismi di funzionamento del sistema,molti poi vivonola professione in maniera troppo marginale rispetto alledinamiche ordinistiche. In tutto ciò sicuramente giocaun ruolo importante la complessità del meccanismodi riconoscimento di crediti formativi, anche per eventi sumaterie attinenti la professione, e probabilmente gli organidi rappresentanza hanno adottato una comunicazione pocoefficace. Peraltro, le norme e le interpretazioni sonocambiate più volte da quando è nato l’obbligo APC, comenell’ultimo triennio, e sono sicuramente molti i colleghi cheinconsapevolmente hanno perso la bussola.Ad ogni modo, qui siamo e dal triennio 2020-2022 dobbiamoripartire. In che modo?

È semplice, facendo più attenzione e sapendo che tutte levecchie regole, eccezioni e consuetudini sono state

cancellate con il regolamento pubblicato il 15/01/2018, edin vigore da questa data, e con la successiva Circolareesplicativa del Consiglio Nazionale n. 421/2018.Riguardiamo insieme alcuni aspetti significativi.

Resta immutato l’obbligo di conseguire 50 crediti formativiper ogni triennio, indifferentemente dall’appartenenzaall’Elenco Speciale, all’Albo Professionale, alla Sezione Aoppure alla Sezione B. Naturalmente per i colleghineoiscritti, l’obbligo formativo è ridotto proporzionalmente(per un anno 17 crediti, per due anni 34 crediti.

Sempre per i neoiscritti, nel primo triennio di iscrizione,almeno 8 crediti su 50 dovranno essere conseguiti inmateria di deontologia, obblighi previdenziali, competenzee responsabilità professionali. Anche in questo caso i

crediti deontologici richiesti sonoproporzionali al periodo di iscrizione: 5 perdue anni, 3 per un anno. In caso diiscrizione nell’ultimo anno del triennio taliCFP possono essere conseguiti anche neltriennio successivo. Si raccomanda aineoiscritti particolare attenzione poiché dicorsi in materia di deontologia ce ne sonopochi e generalmente quei pochi non è ilcaso di lasciarseli sfuggire.

ANALISI DEL TRIENNIO APC 2017/2019

Notizie

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I neoiscritti sono tenuti ad ottemperare all’APC a partire dal1° gennaio dell’anno successivo a quello di iscrizione.

Sparisce la possibilità di esonero dall’APC in base all’età,che viene sostituito dalla possibilità di esonero peranzianità di iscrizione: superati 30 anni di iscrizione all’AlboProfessionale o Elenco Speciale (calcolati facendoriferimento all’ultimo giorno del triennio) è riconosciuto 1credito APC per ogni anno di anzianità aggiuntivo, fino a unmassimo di 40. Quindi anche i nostri colleghi di lunghissimocorso, con più di 40 anni di iscrizione all’Albo, dovrannoconseguire almeno 10 crediti formativi nell’arco di untriennio.

L’esonero dall’APC totale o parziale è riconosciuto, dietropresentazione di apposite istanze documentate, nei casi digravidanza,maternità, paternità (in questo caso solo per iprimi 5 mesi di vita del figlio o figlia), infortunio, gravemalattia, sospensione dell’attività professionale (peralmeno 6 mesi continuativi), esercizio all’estero dellaprofessione (per almeno 6 mesi continuativi), altre cause diforza maggiore. Il numero di CFP è ridotto in manieraproporzionale al periodo di impedimento.

Sebbene l’argomento sia ancora dibattuto, prevalel’opinione che la sospensione dell’attività professionale siasemplicisticamente traducibile con il mancato utilizzo deltimbro da parte del professionista. La fattispecie potrebbequindi applicarsi, ad esempio, agli iscritti all’ElencoSpeciale che non firmano relazioni e progetti comeprofessionisti.

I crediti APC da conseguire, al netto delle esenzionisuddette, possono essere in prima battuta conseguitifrequentando eventi per i quali il CNG abbia riconosciutol’accreditamento. Ai fini del conseguimento degli APC,occorre quindi fare estrema attenzione nella scelta deicorsi che si vorranno frequentare, poiché alcuni potrebberonon essere riconosciuti validi ai fini dell’APC. Talvoltanemmeno quelli in cui comparirà la dicitura “richiestol’accreditamento APC per geologi”: la richiesta potrebbenon essere accolta dal CNG o in taluni casi nemmenoessere correttamente presentata. Consigliamo quindi diverificare sempre sul portale WEBGEO se i corsi d’interessesiano o meno accreditati.

Ai sensi dell’art. 7 comma 8 del Regolamento l’OrdineRegionale può riconoscere fino a 12 crediti su istanzadocumentata dell’iscritto per:

• commissioni e altri organismi in rappresentanza delCNG o degli OORR

• commissioni per esami di Stato• partecipazione a corsi non accreditati tenuti da enti e/o

istituti riconosciuti da Regioni e/o dallo Stato• redazione libri e pubblicazioni in materie attinenti• attività di tutor in tirocini universitario o formativo• docenze di livello universitario• docenze in eventi APC• superamento di esami universitari• dottorati di ricerca

Ai sensi dei commi successivi dello stesso articoloavanzando richiesta al CNG è possibile conseguire creditianche con la partecipazione ad eventi: organizzati e/ovalidati da altri Ordini professionali. L’Ordine Regionale puòinoltre riconoscere crediti per eventi svolti all’estero eeventi organizzati e/o riconosciuti da enti pubblici per gliiscritti all’Elenco Speciale.

Nella Circolare 421 del 07/02/2018 del CNG si trovano utiliindicazioni per il calcolo dettagliato dei crediti riconosciutiper le diverse attività.

Come Ordine dei Geologi della Toscana abbiamo più volterilevato criticità nell’applicazione del Regolamento APC estiamo facendo il possibile per farci portavoce di modifichemigliorative. Anche se questo non risulta un obiettivosemplice poiché si tratta di un atto concepito dal CNG econvalidato dal Ministero di Grazia e Giustizia.

Agli iscritti chiediamo in ogni caso il pieno rispetto delledirettive, cercando di cogliere ogni aspetto positivo offertodalla frequentazione degli eventi APC: qualcosa in fondo siimpara (o si ricorda) sempre, abbiamo l’occasione di vedercie confrontarci con docenti e colleghi, ci possiamopresentare come una categoria aggiornata e competente,evitiamo procedimenti disciplinari e, in ultimo,semplifichiamo l’attività della segreteria e del Consigliodell’Ordine, con un indubbio risparmio in termini di energia

ed economia delle sue casse.

Parimenti, auspichiamo che ogni iscrittosi faccia portavoce, a livello di OrdineRegionale, di istanze e necessità diattività formativa su tematichespecifiche. Questo consentirà di proporrea livello locale un’offerta formativaadeguata ai reali fabbisogni professionalie all’altezza delle aspettative degliiscritti.

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Valerio Spagna ha conseguito il Diploma dispecializzazione sulla Fotointerpretazione in"Geomorfologia applicata alla progettazione stradale"presso l'International Institute for Aerial Survey andEarth Sciences di Delft (Olanda).Ha svolto la professione di geologo prima pressol'Azienda Nazionale Autonoma delle Strade(ANAS) e poial Servizio Geologico Nazionale e presso il Dipartimentoper la Geologia della Regione del Veneto.Per più di 30 anni si è dedicato all'impiego dellaFotografia aerea applicata alla Geologia tecnica perprogetti di ingegneria civile, difesa del suolo,pianificazione urbanistica e gestione delle risorsenaturali e ambientali.

La fotointerpretazione della ripresa aerea e dallo spaziosi sta sempre più confermando come un supporto assaiefficace e spesso indispensabile nel rilevamentogeologico sul terreno.Questo incremento di potenzialità come mezzo diindagine si esprime non soltanto nel rilevamentogeologico tradizionale ma anche, e soprattutto, per gliaspetti applicativi ai quali i geologi professionisti sonoimpegnati.Già a partire da 30 anni fa le Regioni hanno imposto chela rappresentazione delle diverse aree di ogni territoriocomunale debba essere espressa mediante una precisadescrizione, oggi perfino codificata, dei contenutigeoapplicativi a partire dai lineamenti geomorfologici disuperficie fino a quelli più profondi in relazione, adesempio, alle risorse del sottosuolo o alla valutazionedell’amplificazione sismica locale come misura dimitigazione degli effetti dei terremoti.Inoltre, una precisa definizione della rete idraulicascolante assoggettata e compatibile con i progetti diintervento insediativo potrà giovarsidell’aggiornamento, in virtù dell’analisi delle immaginipiù recenti interpretate secondo i criteri dellageomorfologia applicata, rispetto a quantorappresentato nella cartografia topografica disponibile.

PPRRIINNCCIIPPII DDEELLLLAA FFOOTTOOGGRRAAFFIIAA AAEERREEAA• Foto aeree• Geometria della ripresa aerea• Visione stereoscopica• Stereoscopi

FFOOTTOOIINNTTEERRPPRREETTAAZZIIOONNEE:: CCRRIITTEERRIIEE PPRROOCCEESSSSOO MMEENNTTAALLEE• Fasi dell’analisi• Guida al riconoscimento delle rocce• Legenda fotogeologica generalizzata• Fotogrammetria terrestre• Rassegna di “cases history”

TTEELLEERRIILLEEVVAAMMEENNTTOO ((““RREEMMOOTTEE SSEENNSSIINNGG””))• Fonti di energia nella teleosservazione• Riconoscimento suoli e rocce• Satelliti terrestri orbitanti• Riprese fotografiche orbitali

Il volume sviluppa una sintesi equilibrata fra principiteorici e contenuti applicativi dell’interpretazione dellafotografia aerea e delle immagini telerilevate. Introducealla conoscenza di questa tecnica di analisi geologicasia come sostegno didattico nell’insegnamento checome suggerimento per chi opera nell’amministrazionedel Territorio e dell’Ambiente.

AeroGeologiaVALERIO SPAGNA

PROF. GIOVAMBATTISTA PELLEGRINI ORDINARIO DI GEOMORFOLOGIA SELL’UNIVERSITA DI PADOVA

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I L G E O L O G ORECENSIONE

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Periodico d’informazionedell’Ordine dei Geologi della Toscana

Direttore ResponsabileRiccardo Martelli

Coordinamento editorialeAlessandro Danesi

Consiglio dell’OrdineBarsanti Pietro, Brugioni Marcello, Ceccarelli Francesco, Danesi Alessandro, Frosini Simone, Livi Elisa, Mannori Gaddo,Martelli Riccardo, Parenti Iacopo, Romani Stefano, Salvatori Monica

Commissione scientificaMassimo Baglione, Gianluca Cornamusini, Lorella Francalanci,Roberto Giannecchini, Brunella Raco, Simone Sartini, Enrico Tavarnelli

Comitato di redazioneGiancarlo Lari, Guido Lavorini, Andrea Martini, Donato Merola, Maria Chiara Piccardi, Massimo Della Schiava, Luciano Sergiampietri,

EditoreOrdine dei Geologi della Toscana, Via Vittorio Fossombroni, 1150136 Firenze

Direzione e redazione centraleVia Vittorio Fossombroni, 11 – 50136 FirenzeTel. 055 2340878 – fax 055 2269589email: [email protected]

PubblicitàAgicom srlViale Caduti in Guerra, 28 – 00060 Castelnuovo di Porto (RM)Tel. 069078285 – fax [email protected]

Creatività e GraficaAgicom srl

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ANNO XXXn. 110

DICEMBRE 2019

Ordinedei

GeologidellaToscana

Page 35: NUMERO GEOLOGO...6 IL GEOLOGO ANNO XXX n 110 consultivo composto da esperti dell’area tecnica, verrà ampliato con l’introduzione di un geologo ;e così nel 2020 sarà promulgato

Formazione sedimentaria dell' Isalo del Madagascar,

contatto tra strati di calcare e argille,

zona tra Tulear e Betioky Foto di: Vinicio Lorenzoni

110IL GEOLOGO

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