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26 settembre

Rassegna 26 settembre

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LA REPUBBLICA Pagina 11 - Interni Italia dei valori: barricate se sarà rilanciato il ddl che dà un giro di vite agli ascolti Legge-bavaglio, si riaccende la battaglia Fnsi e Idv: barricate se Berlusconi ci riprova. Bossi: Silvio non faccia casino RODOLFO SALA CUVEGLIO - Veste panni insoliti, Umberto Bossi, alla vigila del passaggio parlamentare della prossima settimana. Quelli del pompiere. Eh sì, stavolta il leader della Lega appare quanto mai cauto, tanto da invitare l´"amico Silvio" a non esagerare, in aula, con le polemiche contro Gianfranco Fini. E magari a rinunciare all´idea di ripresentare una legge sulle intercettazioni. "Da Berlusconi - dice dopo aver inaugurato una nuova sezione della Lega a Cuveglio, nel Varesotto - mi aspetto un bel discorso, credibile, sensato, tranquillo, perché se lui sa di avere i numeri è inutile che venga in aula a fare troppi casini". Imprevedibile, il Senatùr. Che ora invita il presidente del Consiglio ad abbassare i toni. A non trasformare il Parlamento in una corrida. Della casa di Montecarlo e delle polemiche roventi divampate nelle ultima ore, lui non ha molta voglia di parlare: "Non entro in queste beghe". Gli interessa piuttosto che il governo esca indenne da questo passaggio. Possibilmente senza acuire ulteriormente lo strappo aperto con il presidente della Camera. Certo, se Fini non dovesse votare le proposte di Berlusconi "lì c´è un problema, ma non vi dico che cosa succederebbe altrimenti la sinistra fa di tutto per far accadere questa cosa". In ogni caso - e anche questa è una novità - "in aula Berlusconi i numeri li avrà", e non importa se arriveranno da qualche centrista ex oppositore. Insomma: tranquilli, Silvio non esageri. Suona anche, ma su questo Bossi non è così esplicito, come una critica all´ultimo annuncio del Cavaliere, che vuole ripresentare il provvedimento sulle intercettazioni, già accantonato dopo le manifestazioni di protesta e pure per non tirare troppo la corda con i finiani. "Una legge liberticida", la definisce il portavoce dell´Italia dei valori Leoluca Orlando: "Ormai è chiaro anche ai bambini che Berlusconi e la sua cricca proteggono i delinquenti, faremo la barricate in aula e scenderemo compatti in tutte le piazze". Orlando aggiunge che il suo partito è pronto, in caso di approvazione del disegno di legge, a rivolgersi a Napolitano. Leva gli scudi anche il sindacato dei giornalisti: "Se il premier vuol ricominciare lo scontro sulle intercettazioni, sappia che noi siamo pronti", tuona il presidente della Fnsi Roberto Natale. Che aggiunge: "Evidentemente Berlusconi non ha meditato sulle parole di saggezza con le quali Napolitano aveva commentato poche settimane fa l´iter parlamentare del provvedimento; ma contro questo uso strumentale della privacy si è formato e consolidato uno schieramento largo nell´opinione pubblica, che senza difficoltà tornerà a far sentire la sua voce". In questo clima, il leader del Pd Pier Luigi Bersani guarda al d-day del 29 settembre con la preoccupazione di chi vede l´Italia "vera" sempre messa in secondo piano: «Non so con quale coraggio Berlusconi possa venire in parlamento e dire che non c´è problema, e che va tutto bene". Gli converrebbe invece "dire la verità" e cioè che "c´è una crisi insanabile del centrodestra". "Dopodichè - taglia corto Bersani - i passi successivi sono quelli che indica la costituzione: si va dal capo dello stato, ci si rimette a lui e alle Camere». Sempre dall´opposizione, si fa sentire Pierferdinando Casini: "Non si può procedere alla compravendita dei deputati, occorre realizzare progetti politici per un Paese che è in forte crisi, altrimenti il rischio è che questa strada ti porti direttamente nel burrone". Dalla festa del Pdl di Milano il ministro Mariastella Gelmini spara bordate contro il leader dei centristi: "Continua a ragionare con la logica della Prima Repubblica ". Il pubblico fischia Pier, ma Ignazio La Russa invita alla calma: "Non fischiatelo, rischiate poi di doverlo applaudire tra qualche mese´´.

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LA NAZIONE Pagina 4 – Livorno Pd, ora s’apre la guerra delle poltrone e tutti sognano l’eredità di Cosimi Primarie certe per il futuro primo cittadino: lunga la lista degli aspiranti di MICHELA BERTI LIVORNO - «MARIDA BOLOGNESI non farà un passo indietro perché non ha ancora fatto il passo avanti. Ci sta pensando». Continua il silenzio stampa dell’onorevole esponente dell’ala franceschinaiana del Pd per la candidatura alla segreteria dell’Unione comunale,ma i suoi più fidi scudieri fanno sapere che la loro barra è sempre dritta al centro. Anche perché, ribadisce Gino Baldi: «Non siamo stati noi a pretendere qualcosa ma c’è chi ha chiesto a Marida, per primo Filippo Di Rocca, di candidarsi all’Unione Comunale». E insieme al nome del candidato al territoriale, spuntano anche quelli del capogruppo in Comune Gabriele Cantù, del sindaco Alessandro Cosimi — che ha sempre la riserva di un posto libero in giunta — e del senatore Marco Filippi. Tutti e quattro avrebbero invitato l’ex parlamentare Marida Bolognesi a mettersi al servizio del partito. «Stiamo aspettano — continua Gino Baldi — che qualcuno ci venga a dire che non ci sono più le condizioni per fare un congresso unitario. E che è stato tutto uno scherzo. A quel punto ognuno correrà per i fatti propri. Noi abbiamo rispettato gli accordi. La situazione nazionale ci impone di andare al congresso unitario e per noi questo percorso è ancora valido». Ma la vera gallina dalle uova d’oro continua ad essere la poltrona del futuro sindaco. Le primarie, almeno per il sostituto di Cosimi, sembrano certe, dato che nella lista degli aspiranti compaiono nomi del calibro di Paola Bernardo, Bruno Picchi e Valter Nebbiai, insieme a quello del presidente della Provincia Giorgio Kutufà e di qualche ambizioso presidente di circoscrizione, ormai al secondo mandato. NELL’ARENA non scenderanno i due intellettuali Emanuele Rossi e Andrea Romano, chiamati in causa dal loro amico Cosimi, ma in pole position potrebbe esserci proprio la Bolognesi, come il sindaco le augura. Da non trascurare il giovane Di Rocca al quale, pare, non dispiacerebbe proprio arrivare alla guida del Comune. C’è anche chi mette in fila il senatore Marco Filippi. Insomma ce ne sono per tutti i gusti. Così, mentre la Bolognesi resta in attesa di un segnale dai suo diretti interlocutori, che poi sono i big del Pd labronico, non si ferma la campagna intorno al consigliere comunale Adriano Tramonti. E, ovviamente, si sprecano le battute in punta di fioretto, perché dietro al giovanotto si nascondono altri potenti compagni: dall’onorevole Anna Maria Biricotti al presidente dell’Interporto Marco Susini, dal battagliero Roberto Bufalini all’ex presidente della Provincia Claudio Frontera. Ovviamente, in questo scenario, non resta indietro Paolo Fenzi, il consigliere comunale che, sotto sotto, raccoglie più consensi di quanto si possa immaginare. IL PRESIDENTE della Provincia Kutufà, indicato come suo principale sponsor, nega: «E’ tutto fermo, non si raccolgono firme». Ma la «macchina-cerca consensi» va avanti. Del resto lo stesso segretario della federazione Marco Ruggeri aveva precisato, all’indomani della direzione, che sarebbe stata sospesa la consegna ufficiale delle firme, ma la campagna poteva proseguire, nonostante le assemblee che si stanno rincorrendo nei circoli. Assemblee, si dice, poco partecipate, dove si consumano le solite barricate di quanti prendono la parola per difendere l’operato dell’attuale classe dirigente. Questo è quanto accade nel glorioso Partito Democratico livornese: da una parte gli incontri nei circoli, con la precisa volontà di parlare di programmi, di problemi e di possibili soluzioni, dall’altra i soliti tam-tam di quanti non vogliono lasciarsi scappare l’occasione per esercitare il loro piccolo potere. Del resto l’ha scritto il giornalista Roberto Gervaso: «Le promesse in politica si possono anche non mantenere, ma bisogna saperle fare»

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LA NAZIONE Pagina 11 – Livorno Variazione di bilancio viziata da una delibera formalmente illegittima ROSIGNANO — «I CONSIGLIERI entro il 16 settembre avrebbero dovuto avere a disposizione tutti gli allegati alla delibera di variazione di bilancio. Questo non è avvenuto. I revisori del Comune si sono riuniti il 17 e per mancanza di documentazione non hanno espresso alcun parere rimandando il tutto al 20 settembre. Questo, se scoperto in tempo, avrebbe annullato la seduta della variazione. Critichiamo l’operato della maggioranza che in assoluta autoreferenzialità ha portato in votazione una delibera formalmente illegittima». Variazione di bilancio: partono da Angela Porciani, capogruppo RdS, e Billy De Bari, leader «Il Cambio», le accuse conseguenti alla manovra approvata con i soli voti di Pd e Idv, il no di «A Sinistra per» di Franconi e Luppichini e del Gruppo Misto di Nerina Monti. E con il clamoroso abbandono dell’aula del Pdl guidato da Luca Luparini, di Rds e de «Il Cambio». VARIAZIONE di 9.468.684,70 euro varata dall’assessore Gennaro Tudisco per correggere la sua errata previsione di 22 milioni di entrate Rea 2010. De Bari e Porciani già autori di un esposto alla Corte dei Conti che domani consegneranno una lettera alla presidente del Consiglio Lucia Croce, garante della correttezza dei rapporti istituzionali dell’Ente. Un vero e proprio appello «a chi, per ruolo istituzionale, cultura politica, sensibilità personale, può ricondurre l’attività consiliare nell’alveo che le è proprio, ferma restando la diversità degli orientamenti politici». E parte l’affondo: «E’ necessario ribadire che le regole sono garanzia per tutti. Risulta che il parere del Collegio dei Revisori in merito agli adempimenti sia stato acquisito oltre il termine previsto dal regolamento del consiglio comunale, che stabilisce che «tutti gli atti iscritti all’odg sono depositati al agli Affari Generali almeno 5 giorni prima della seduta, corredati dai documenti istruttori». Questo, spiegano, per permettere ai consiglieri di conoscere tutte le informazioni per deliberare in piena coscienza. «Dal mancato rispetto di queste norme potrebbero derivare, in sede di verifiche della legittimità amministrativa, gravi effetti sulla validità dell’approvazione della variazione, con danni per Ente e cittadini». De Bari e Porciani chiedono alla Croce «di mettere in campo ogni iniziativa opportuna affinché la vicenda sia chiarita sotto ogni profilo e mai più si crei nel nostro Ente una così imbarazzante situazione». Ci. Go.

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LA NAZIONE Pagina 12 – Livorno Grosso: «Gli incontri sul turismo non sono ring politici» CECINA — «GIORNI FA — scrive Michele Grosso dell’Idv, presidente della quinta commissione — ci siamo riunitiche con all’ordine del giorno il bilancio della stagione turistica. Nella premessa avevo posto come obiettivo dell’incontro quello di tracciare un bilancio sulle attività e di accogliere suggerimenti e proposte per la futura programmazione con lo scopo di promuovere in maniera ottimale l’attività turistica generale della città. Con questo intento, l’invito era stato esteso a tutte le associazioni che hanno collaborato al cartellone estivi: Targa Cecina, Cna, Confesercenti, i «Ccn» del Centro e di Marina, Associazione Marinese, Associazione Albergatori, in modo da permettere a tutti di dire la propria e confrontarsi. Purtroppo non è andata così, il luogo di possibile e auspicabile incontro di idee si è trasformato, per iniziativa dei consiglieri Pdl — in un luogo di scontro politico, legittimo, ma inopportuno in quel momento e in quella sede». «HO DOVUTO constatare con rammarico — conclude Grosso — che lo spirito con il quale avevo convocato la commissione consiliare non è stato recepito. Si è preferito, invece sparare a zero, dando sfogo a critiche a tutto tondo, piuttosto che avanzare idee brillanti e concrete da sviluppare insieme. E’ stata persa un’occasione. Faccio questa riflessione con rammarico solo nella speranza che possa servire per i futuri lavori della commissione».

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IL TIRRENO Pagina 4 - Cecina L’Idv sulla variazione di bilancio Un voto di responsabilità non una cambiale in bianco ROSIGNANO. «L’approvazione della variazione di bilancio da parte dell’Idv è stata una scelta di responsabilità di governo e sarà un punto di partenza per una discussione più approfondita del bilancio del 2011». Questa la posizione espressa dal segretario dell’Italia dei Valori di Rosignano, Patrizio Loprete, sul documento approvato martedì scorso in consiglio comunale, che riduce di oltre 9 milioni di euro il budget di spesa stabilito ad aprile. Una riduzione che, come dice Loprete, «dipende dal calo degli introiti provenienti da Scapigliato, per mancati conferimenti. Comunque - precisa - si tratta di una revisione della previsione e non di un buco di bilancio». Il segretario si augura un bilancio 2011 «più coerente e che porti la spesa corrente almeno al 40%, contro l’attuale 60%». L’episodio rappresenta per l’Idv l’occasione di denunciare alcuni atteggiamenti «non piacevoli» da parte dei colleghi di maggioranza del Pd e di annunciare un ruolo più incisivo a Rosignano, dove il partito di Di Pietro esprime un assessore (Luca Simoncini, con deleghe al patrimonio e politiche per le frazioni collinari) e un consigliere. Sandra Lancioni, capogruppo Idv in consiglio comunale, lancia un avvertimento al Pd: «Sia chiaro che non abbiamo firmato nessuna cambiale in bianco. Oggi - aggiunge - con rappresentanze sia in Provincia che in Regione, ci sentiamo più forti. Personalmente, poi, dopo un anno di esperienza in consiglio comunale, mi sento più preparata e più decisa». Immobilismo e un scarso coinvolgimento nelle decisioni, sembrano le principali accuse mosse al Pd. «Atteggiamenti - afferma Lancioni - che non siamo più disposti a tollerare. Fino ad ora venivamo a conoscenza dei progetti quando erano già stati programmati, solo per discuterne, in pratica essendo estromessi dalla fase precedente». «Due tavoli di maggioranza in un anno - aggiunge Loprete - sono insufficienti. Per di più quelli svolti sono stati poco discussi». Ma non è finita: «Rosignano - dice - non può più permettersi ulteriore immobilismo. Troppe sono le partite importanti da giocare: l’H5, la discarica, la Solvay, il turismo, Armunia. Gli ultimi tre anni della giunta Nenci sono stati di immobilismo». «Il primo anno della nuova legislatura - prosegue Lancioni - è servito per rimettersi in moto e affrontare questioni lasciate in eredità dal governo precedente, come il sottopasso. Dobbiamo programmare a lunga scadenza senza essere attendisti». (c.c.)

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LA NAZIONE Pagina 11 – Grosseto Emergenza occupazione. Richieste pressanti da parte di Italia dei Valori “Fidi Toscana si faccia garante per Mabro” PER SALVARE la Mabro si confida nel «tavolo» convocato martedì in Regione, cui parteciperanno anche i segretari delle sigle sindacali confederali e di categoria, oltre che la proprietà e Fidi Toscana. In quell’occasione sarà presentato anche il nuovo piano industriale. Un appuntamento che tutti considerano decisivo, forze politiche comprese. «Per assicurare un futuro all’azienda — dichiarano gli esponenti grossetani dell’Italia dei valori — è necessario dare continuità al rilancio impostato dal nuovo imprenditore, trovare un percorso che porti un piano industriale di ampio respiro e che parta dalla salvaguardia dell’azienda. In più, occorre garantire che Fidi Toscana si faccia garante dello sviluppo dell’azienda. Auspichiamo che il tavolo di martedì tra Regione, imprenditori e sindacati dia i frutti sperati, riuscendo nell’obiettivo di rilanciare l’impresa assicurandole un volto commerciale ancora più moderno e una rinnovata capacità innovativa, tecnica e professionale. E soprattutto una gestione che, attraverso il coinvolgimento dei lavoratori, produca le economie di costo e la produttività necessarie a superare questo momento difficile». I dipietristi lanciano un appello alle istituzioni e agli operatori economici: «La Regione Toscana, la Provincia e l’imprenditoria locale devono compiere lo sforzo necessario sul piano finanziario, economico e di buona volontà. Nel momento in cui la crisi economica del nostro Paese sta toccando i picchi più alti della disoccupazione e della recessione, senza una politica industriale adeguata e senza alcun orientamento governativo verso piani di sviluppo idonei a sostenere la concorrenza del mercato globale — fanno notare all’Idv — anche nella provincia di Grosseto è reale il rischio di una definitiva deindustrializzazione di ciò che resta dell’attività manifatturiera. Il caso Mabro, purtroppo, è esemplare». STESSE preoccupazioni espresse (in perfetta logica «bipartisan») anche dal coordinamento provinciale del Popolo della libertà. «Tutti devono impegnarsi per una risoluzione positiva della vertenza. Non è possibile, per il tessuto economico del nostro territorio — affermano al Pdl — accettare uno stato di crisi di tali dimensioni. Confidiamo in una soluzione rapida e positiva della crisi: altrimenti, non sarebbe sopportabile dalle famiglie dei lavoratori colpiti. Il Pdl provinciale seguirà l’evolversi della vicenda tramite i propri rappresentanti nelle istituzioni».

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LA NAZIONE Pagina 6 – Livorno Commissioni verso il rimpasto e spunta Bogi (Idv) per l’ambiente DOPO LE DIMISSIONI di Valerio Campioni, esponente del Partito Democratico, dalla presidenza della terza commissione provinciale sull’ambiente, nella maggioranza si stanno cercando nuovi equilibri per la nuova guida. In pole position il capogruppo dell’Italia dei Valori Luca Bogi che, dipendente di Arpat, vanta anche competenze specifiche in questo settore. Bogi dovrebbe comunque lasciare la presidenza della sesta commissione provinciale sul bilancio. Un rimpasto, necessario, tra incarichi e presidenze, per accontentare, come sempre, tutte le anime di quella coalizione di centrosinistra che proprio non vuol dar pace al presidente Giorgio Kutufà.

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LA NAZIONE Pagina 13 – Arezzo Primarie ma non di coalizione, il Pd non vuol perdere il sindaco di PAOLA SAVIOTTI MONTEVARCHI — SILENZIO ASSOLUTO su alleanze e candidati che in primavera scenderanno in campo per la scalata del Palazzo. I partiti, vecchi e nuovi, che prima delle ferie sembravano intenzionati ad annunciare le loro strategie in settembre, per ora non azzardano mosse ufficiali. Tutto tace in casa Pd, che avrebbe dovuto esprimersi sulla data e sulle modalità di svolgimento delle primarie, anche se ormai sembra certo che non sarà un test di coalizione. Insomma il partito di maggioranza relativa non sembra affatto intenzionato a cedere l’incarico più alto ai partner che lo affiancheranno nella corsa alla poltrona più alta. E proprio questo diktat potrebbe far sfumare il matrimonio con alcuni storici compagni di governo. In particolare con i socialisti che hanno sovente evidenziato distinguo sulle scelte della giunta Valentini, reclamando anche maggiore visibilità. A complicare la scena poi ci hanno messo lo zampino i risultati dell’ultimo test elettorale che danno in ascesa l’Idv, su un fronte; la Lega Nord, sull’altro: partiti che, anche a Montevarchi, potrebbero diventare l’ago della bilancia delle nuove coalizioni. Tutto tace, per ora, anche nel centro destra, dove, dopo il divorzio tra i due gruppi consiliari di riferimento, quello, oggi diventato Pdl, guidato da Cristina Bucciarelli, l’altro di Elisabetta Benini, non sono state annunciate novità di sorta. Ancora silente anche Montevarchi Anch’io, la neo-formazione presieduta di Mauro Torelli, che, dopo l’uragano estivo suscitato con il suo debutto sul palcoscenico della politica cittadina, dovrebbe presto tornare a far parlare di sé. Nessun annuncio è venuto poi dalla Lista Indipendente: parteciperà alla kermesse elettorale? Intanto a fare il primo passo e a riprendere per prima l’attività è l’associazione Next, anch’essa al centro di un vivace dibattito estivo. Scende in campo per annunciare le prossime iniziative e precisare la sua posizione. «DISPIACE che certi soggetti, invece di preoccuparsi dei contenuti che proponiamo, abbiano cercato di etichettarci. Non capiamo perché lo stimolo al confronto venga visto come un tentativo di destabilizzare e non come una parte fondamentale nella costruzione di una comunità migliore (oltre che elemento fondante della democrazia)?», dice a nome del movimento FabrizioAguti, uno dei suoi membri fondatori, riferendosi alla querelle scatenata, a luglio, dalle dichiarazioni del leader della Federazione della Sinistra. E continua: «Credo sia più interessante parlare di futuro e iniziative. Stiamo organizzando altri incontri su temi scottanti: la trasparenza amministrativa e la capacità delle istituzioni di fornire informazioni complete ai cittadini. In cantiere ci sono poi confronti sulla rivitalizzazione dell’Arno, area dalle potenzialità inespresse, sugli incentivi per le fasce più giovani della popolazione e sugli impianti sportivi». Insomma Next continuerà a rappresentare un pungolo e intanto pensa a strutturarsi meglio: «Abbiamo raggiunto una presenza costante di una trentina di persone che si occupano della parte operativa, stiamo cercando una sede fissa e siamo riusciti a dividerci in gruppi di lavoro. Queste adesioni sono anche una risposta a chi sostiene che tra i cittadini più giovani ci sia un’assenza diffusa di partecipazione all’attività politica: a Montevarchi invece c’è una società civile pronta ad esporre attivamente le proprie idee con cui gli amministratori devono fare i conti» conclude Aguti.

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LA NAZIONE Pagina 10 – Livorno Anche i bambini impegnati nei lavori alla scuola di Gabbro ROSIGNANO — SONO iniziati i lavori alla scuola elementare «S. Lega» di Gabbro, lavori che riguardano il perimetro esterno murale della stessa e che verranno realizzati da personale in forza all’amministrazione comunale. I lavori si rendono necessari per il distacco completo o parziale dell’intonaco dell’intera struttura , che in parte riguardano anche i murales realizzati dai bambini della scuola, che danno un’immagine della stessa non proprio decorosa. Sono stati gli stessi bambini insieme alle maestre a richiedere tale intervento, «che precisiamo — dice Luca Simoncini (nella foto) assessore al coordinamento per i paesi collinari — andrà avanti nelle prossime settimane in alternanza ad altri interventi previsti sull’intero territorio, e che nel dettaglio vedrà la completa rimozione dell’intonaco non aderente con il successivo ripristino con intonaco nuovo, ed infine la pitturazione ad opera muraria conclusa». «INFINE — conclude Simoncini — come d’accordo con le insegnanti, i bambini riprenderanno i murales fatti oggetto di ripresa d i intonaco. Si da così risposta celere ad un’altra problematica presente sulle nostre frazioni collinari, che segue le molte risposte date in termini di intervento in questo anno di legislatura».

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LA NAZIONE Pagina 3 –Pisa La scure sulle scuole materne. Il comune pensa alla dismissione di GUGLIELMO VEZZOSI PALAZZO Gambacorti sta valutando la possibilità di dismettere la gestione diretta delle tre scuole materne comunali «Maria Montessori», «Rosa Agazzi» e «Matilde Calandrini». L’ipotesi, perché di questo al momento si tratta, è contenuta nella bozza di bilancio di previsione per il 2011, un documento riservato che l’assessore alle Finanze Giovanni Viale ha illustrato in giunta e in alcune riunioni della maggioranza di centrosinistra, ma non ancora — ad esempio — alla Rsu né ai sindacati del personale scolastico. ALL’APPELLO per il 2011 — aveva spiegato proprio Viale al nostro giornale nei giorni scorsi — mancano 4 milioni per via dei minori trasferimenti che arriveranno da Roma. L’imperativo è dunque risparmiare. Da qui la necessità di una serie di misure per tagliare tutto il tagliabile. Tra le ipotesi appunto quella di rivedere l’assetto delle scuole a gestione diretta. «Sì, l’argomento è stato presentato in giunta» conferma l’assessore al personale Antonio Cassone (Idv), contattato da La Nazione, e aggiunge: «Perché le scuole materne? Perché il principio che si va affermando a livello generale è che il Comune deve garantire i servizi essenziali, tra cui rientrano ad esempio gli asili nido, mentre le scuole materne competono allo Stato. Ma al momento non c’è niente di concreto, si tratta solo di ipotesi di discussione». Saranno ipotesi, ma il collega Viale due conti li ha fatti e ha quantificato i notevoli risparmi che porterebbe una tale manovra. Le tre scuole le («Agazzi» ai Passi; «Montessori» al Cep e «Calandrini» in via del Carmine) hanno tutte il tempo pieno (dalle 7.40 alle 16.20) e ciascuna dispone di tre sezioni con due insegnanti. Dunque in caso di dismissione da parte del Comune ci sarebbero 18 maestri che potrebbero essere impiegati in altri servizi educativi gestiti dall’amministrazione. Oltre ai minori costi da calcolare per gli appalti di ausiliari e pulizie. Le tre scuole, ovviamente, non verrebbero chiuse, ma tutto passerebbe sotto la gestione statale. E non è scontato che questo possa verificarsi. Altri risparmi per palazzo Gambacorti verrebbero dal taglio, imposto dal governo Berlusconi, delle cosiddette spese per la politica con la riduzione drastica di convegni, spese di rappresentanze, viaggi, missioni, consulenze esterne, gettoni e indennità agli amministratori, voci peraltro già molto ridimensionate in questi anni: a conti fatti, aveva spiegato Viale, la minore spesa sarebbe solo di 300mila euro. Per dare una sforbiciata alle uscite si pensa anche di rimettere mano alla macchina comunale con una nuova riorganizzazione (leggi giro di vite) delle Direzioni (da diminuire di numero) e della loro organizzazione (taglio dei budget di spesa). Fino ad arrivare alle nostre tasche. Visto che è vietato ritoccare l’addizionale Irpef, restano da colpire le tariffe per i servizi comunali con una rimodulazione molto probabile — ipotizzata anch’essa nel documento presentato alla maggioranza dall’assessore Viale — di tariffa rifiuti, rette degli asili nido, scuolabus, tassa per il suolo pubblico e imposta sulla pubblicità. BRUTTE notizie, infine, sul versante del trasporto pubblico, dove si annunciano pesanti tagli. La Regione pare intenzionata, per via dei mancati trasferimenti da Roma, a ridurre il finanziamento del Tpl—Trasporto pubblico locale con la conseguenza che molte linee diventeranno a rischio sopravvivenza. Tradotto in posti di lavoro, per Pisa e provincia, sarebbero in pericolo una cinquantina unità, soprattutto autisti. La situazione è allarmante. Non a caso la stessa Provincia ha rinviato il bando per la messa a gara del servizio di trasporto pubblico in attesa di vedere su quali basi (e disponibilità finanziarie) poterlo fare.

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IL TIRRENO Pagina 5 - Prato LA POLEMICA Idv all’attacco sul patrocinio «La lista civica strumentalizza» PRATO. Idv chiede chiarezza sulla “cena alla pratese”. «Dalla locandina - scrive Idv - sembra proprio che il Comune e la Circoscrizione Centro abbiano dato il patrocino alla Lista civica Prato Libera e Sicura e al Comitato di via Pistoiese-Macrolotto zero». «Nulla da dire per quanto riguarda il patrocinio concesso al Comitato dei cittadini - scrive Italia dei valori - Delle perplessità sorgono invece per la lista civica Prato Libera e Sicura. Verificando gli atti ufficiali in realtà si scopre che il patrocinio è stato concesso dalla Circoscrizione al solo Comitato; ne sono estranei sia Prato Libera e Sicura che il Comune. La conclusione parrebbe chiara: Prato Libera e Sicura ha strumentalizzato i cittadini del Comitato per tirare la giacchetta al presidente della Circoscrizione Centro, Taiti e al sindaco Cenni e farsi propaganda politica con una locandina che inganna i cittadini facendo credere loro che Prato Libera e Sicura ha ottenuto il patrocinio del Comune e della Circoscrizione per l’organizzazione della cena». Su questo argomento il capogruppo di Idv in consiglio comunale, Aurelio Donzella, presenterà al sindaco un question time.

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IL TIRRENO Pagina 2 - Massa - Carrara Cresce l’amarezza tra i lavoratori per i provvedimenti della multinazionale. La Eaton licenzia anche l’assessore Ofretti Lettere pure a Castelli (Fiom) e Battistini (Fim). Critiche al sindaco, la Cisl si divide CLAUDIO FIGAIA MASSA. Le Poste hanno completato il loro lavoro: le lettere di licenziamento sono state ormai recapitate a tutti (o quasi) i 340 dipendenti della Eaton. E tra i destinatari delle comunicazioni di “cessto rapporto lavorativo” inviate dalla multinazionale Usa ci sono anche persone “in vista”. A cominciare dall’assessore all’Ambiente Andrea Ofretti. Ofretti, in realtà, nella fabbrica di via Aurelia non ci lavorava più da almeno dodici anni. Eletto consigliere comunale durante l’amministrazione Pucci bis, si mise in aspettativa. Aspettativa che ha rinnovato negli anni successivi, quando è stato eletto (con la giunta Neri) presidente del consiglio comunale e poi, dal 2008, quando è diventato assessore. «In effetti - dice Ofretti - la fabbrica è per me un ricordo lontano. Entrai alla Riv Skf, che poi passò il personale alla Eaton oltre 25 anni fa, ho fatto a lungo il delegato sindacale (iscritto alla Cisl ndr.), poi nel 1998 sono andato in aspettativa...». «Vittime» del licenziamento anche due dei rappresentanti dei lavoratori più impegnati sul fronte della difesa di posti di lavoro: Alessio Castelli, segretario provinciale della Fiom Cgil e Marco Battistini, segretario provinciale di Fim Cisl. Entrambi sono in distacco sindacale e hanno lasciato la fabbrica da diversi anni. Così come in distacco sindacale è (era) anche Franco Giuseppini, segretario della Filca-Cisl (edilizia e marmo). Anch’egli licenziato da Eaton. Un atto a suo modo violento («provocatorio» per i sindacati) quello dell’invio delle comunicazioni di cessato rapporto lavorativo. Che suscita amarezza e rabbia. Come quella della moglie di uno degli (ex) lavoratori. Che se la prende con il presidente di Confcommercio Norberto Ricci: «Facile, dare adesso la solidarietà. Ma tutti sapevano che i licenziamenti sarebbero arrivati. E dall’organizzazione dei commercianti non ho visto finora un concreto atto di solidarietà, acnhe se con 300 disoccupati in più a pagarla saranno anche i negozi». Ma l’aggravarsi della crisi della vertenza Eaton - con il futuro dei lavoratori appeso al, per ora, incerto progetto di re-industrializzazione di Carbon Global e a un intervento di un ministero dello Sviluppo ancora privo di un reggente - sta generando anche fratture nel sindacato. La Cisl ha di recente attaccato il sindaco Pucci, la Regione e la Provincia, accusando, in sostanza, le istituzion locali di non aver saputo mettere a punto una strategia per salvare i posti di lavoro. Ma ci sono settori di iscritti alla Cisl, in particolare della Fim, che non ci stannoo. Quelle critiche, ripetute da Guerrino Baldi («Inacettabili le parole del sindaco Pucci che invita i lavoratori a non seguire le voci critiche»), non sono condivise. «Inutile contestare sindaco e istituzioni, loro almeno l’impegno ce lo stanon mettendo», dicono. E preparano a loro volta un documento sulla crisi in atto.

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IL TIRRENO Pagina 2 - Massa - Carrara LA PROPOSTA Da operai a imprenditori per salvare il lavoro MASSA. «Per salvare la Eaton gli operai potrebbero riunirsi in cooperativa con l’appoggio delle istituzioni. Così potrebbero diventare padroni del proprio destino». La proposta viene da Emanuela Ferrari membro del Coordinamento Idv provinciale. «Occorre chiudere un capitolo doloroso che non ha vie d’uscita - spiega la Ferrari - la sfida è ardua ma i lavoratori della Eaton, dovrebbero valutare a mio parere anche questa strada che potrebbero percorrere non da soli ma con l’aiuto dei centri di ricerca universitari, di consorzi d’innovazione del territorio toscano e che possono dare indirizzi su prodotti innovativi che hanno potenzialità e sbocchi sul mercato». Secondo la Ferrari, la Regione Toscana potrebbe supportare gli operai “auto-organizzati” tramite gli organi preposti in questo difficile ma possibile start up con adeguate garanzie e risorse finanziarie. Per farlo, continua la esponente dell’Italia dei Valori, i lavoratori potrebbero costituire una cooperativa, e insediarsi nell’ area ex Eaton con un accordo con la proprietà, e ove ciò non fosse possibile in un area idonea in provincia. «Esistono già esempi virtuosi di cooperative o aziende nate da situazioni di crisi - dice Emanuela Ferrari - che si sono poi affermate in competitività sia a livello nazionale che internazionale».

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LA REPUBBLICA Pagina 22 - Cronaca La strada fantasma da Fano a Grosseto la iniziò Fanfani, non è ancora finita Doveva unire Tirreno e Adriatico: sit-in di protesta di 300 amministratori VALERIO VARESI È la rivolta di un territorio che comprende cinque province e decine di Comuni tra Grosseto, Siena, Perugia, Pesaro, Urbino e Arezzo, dimenticato da Roma e in forte sofferenza sul piano delle infrastrutture. Da venerdì, circa 300 amministratori interessati dalla strada incompiuta si sono accampati per protesta accanto a quello che è il simbolo scandaloso di questa incompiutezza: la galleria della Guinza, snodo determinante tra Marche e Umbria, sei chilometri che iniziano nel nulla e finiscono nel nulla terminati nel 1991 all´epoca del famigerato ex ministro Dc dei Lavori pubblici Gianni Prandini, finito sotto inchiesta per tangenti, e ancora lì ad aspettare il passaggio della prima auto. Il progetto iniziale risale agli anni Settanta e in quarant´anni ha proceduto a spizzichi e bocconi. L´ultimo a provarne il completamento fu Antonio Di Pietro che nel 2006 lanciò invano un project financing. Gli amministratori hanno allestito una tendopoli nel piazzale di quello che fu il cantiere e per due notti hanno dormito all´imbocco del tunnel alternando manifestazioni e iniziative in una sorta di Woodstock per assessori, presidenti di province e sindaci. «Per completare quest´opera che iniziò con Fanfani - spiega Matteo Ricci, presidente della provincia di Pesaro e Urbino - ci vorrebbero 4 miliardi, ma noi ci accontenteremmo che lo Stato trovasse i 900 milioni che occorrono per collegare questa galleria alla superstrada E45 Orte-Cesena. Sarebbe già un passo avanti in attesa del resto». Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli ha risolto alcuni problemi di tracciato, ma i soldi sono l´ostacolo principale. «La nostra protesta - interviene Marco Vinicio Guasticchi, presidente della provincia di Perugia - non è venuta dai vertici, ma dalla gente dell´Italia "mediana". Noi ci siamo fatti interpreti del malcontento». Tra Umbria, Toscana e Marche i cittadini si sono stancati di «una vita da mediani» e adesso alzano la voce. Alla testa della rivolta c´è la nouvelle vague della politica, una generazione di amministratori tra i 30 e i 50 anni, il più giovane dei quali è proprio Ricci che ne ha 36. «Nell´agenda del Governo non ci possono essere solo la Pedemontana lombarda e il ponte sullo stretto» lamenta quest´ultimo. «Su sedici grandi cantieri - rincara la dose il sindaco di Mercatello sul Metauro, sede della contestazione, Giovanni Pistola - solo uno riguarda questa parte d´Italia». Pistola, al contrario di Ricci e Guasticchi, è di centrodestra, ma non per questo è meno arrabbiato. «Abbiamo deciso di smetterla di cercare le colpe altrimenti litighiamo» sorride. «Quest´opera è stata presa in mano da dieci Governi di colore diverso, allora ci siamo detti: scordiamoci tutto questo e marciamo uniti per mandare avanti l´opera. La gente ci chiede questo». Persino il consigliere regionale umbro della Lega Nord Gianluca Cirignoni si è detto d´accordo con la protesta e ieri sera è arrivato il sostegno anche del presidente dell´Unione delle province italiane, il catanese Giuseppe Castiglione. L´"accampamento" degli amministratori si conclude stamattina alle 11,30 con la cerimonia finale e il rompete le righe dopo due notti "in branda".