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10 settembre

Rassegna 10 settembre

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rassegna 10 settembre

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10 settembre

IL TIRRENO Pagina 11 - Viareggio LA VISITA Antonio Di Pietro a “Italia sia!” SERAVEZZA. Doppia visita dei vertici Idv a Seravezza. Domenica alle 10 Antonio Di Pietro visiterà la mostra “Italia sia!” a palazzo Mediceo. L’Idv di Seravezza ritiene la visita di Di Pietro «significativa per la mostra che tanto successo sta riscuotendo (e che resterà aperta fino al 26 settembre, ndr), ma soprattutto per la valorizzazione dell’opera svolta dall’amministrazione Neri, di cui l’IdV è parte importante». Domani alle 11 a visitare la mostra sarà Cristina Scaletti, assessore regionale alla cultura.

pagina 6 Venerdì 10 settembre 2010

Il segretario democratico

a Vendola: prima

Ulivo e poi primarie

A lla “chiamata” per il Nuovo Ulivo, lanciataad agosto dal segretario Pd Pier LuigiBersani, hanno risposto finora i Verdi, i

socialisti e la federazione della Sinistra, che però si èautoesclusa da un eventuale governo. Al governatorepugliese Nichi Vendola, recalcitrante all’intesa, Bersanimanda un messaggio netto: il nuovo Ulivo è “unasolida alleanza” e solo dopo che gli invitati avranno

detto sì o no si potranno fare le primarie di coalizione.Ma sono soprattutto dubbi e concorrenze tra alleati abloccare la strada pensata dai vertici del Pd permettere in piedi l’alternativa a Berlusconi. Vendola nonla manda a dire e ogni giorno batte contro “un’alleanzaap p i c c i c a t i c c i a ” che sarebbe il Nuovo Ulivo e controuna politica “troppo privatizzata” che invece dovrebbeessere restituita ai cittadini attraverso le primarie. Ma

per Bersani i tempi vanno invertiti: prima si costruisce“un’alleanza solida”, non un’ammucchiata, come gliimputano i critici, e poi si dà la parola ai cittadini perscegliere il candidato premier del centrosinistra. Ecomunque sarà l’Italia, più che schemi di alleanze o “ilteatro indecoroso” della maggioranza, al centro deldiscorso con cui il segretario democratico chiuderàdomenica la festa di Torino.

ORFANI DI LEADERSHIPLa svolta impressa da Fini alla legislatura e l’assenza

di una figura che unisca le diverse forze contro Berlusconidi Paolo Flores d’A rc a i s

L’ offerta politica d’opposizione non è mai sta-ta così ampia, variegata, lussureggiante, ep-pure mai come ora il cittadino che si opponea Berlusconi si è sentito tanto orfano di rap-

presentanza. Se questa lancinante contraddizionenon viene sanata prima delle elezioni, Berlusconivincerà di nuovo e realizzerà la trasformazione delsuo attuale regime in un totalita-rismo vero e proprio. Diverso daquelli del secolo scorso, postmo-derno e luccicante, ma egual-mente mostruoso.Oggi di opposizioni a Berlusconi(ciascuna con il suo leader) neesistono almeno sei. Ecco unabreve rassegna dell’appeal e del-le magagne di ciascuna.L’opposizione oggi più rilevante,e sulla cresta dell’onda mediati-ca, è quella di Gianfranco Fini, arealizzazione del detto “gli ultimisaranno i primi”. Non si può peròdimenticare che Fini era nellaGenova del G8, durante la mat-tanza della caserma Diaz, e hacontinuato a difendere i funzionari che perquell’abominio sono stati condannati in appello. AMirabello Fini ha rivendicato come antecedenteideale Almirante (il “fucilatore Almirante”, non so-no consentite amnesie) e fatto tributare l’ova z i o n ea Mirko Tremaglia, volontario repubblichino nonpentito (anzi). E ha continuato a sostenere che Ber-lusconi, fino a che è primo ministro, deve esseresottratto ai processi (un’opinione, benché aber-rante e in contrasto con i richiami alla legalità) sulmodello di altre democrazie europee (un fatto, mafa l s o ) .

E TUTTAVIA non sono pochi gli elettori tradi-zionalmente di sinistra (del Pd ma perfino di Rifon-dazione), che mai voterebbero Casini e che invecedichiarano che oggi, sic stantibus rebus, voterebberoFini. Perché ha affermato senza troppi giri di fraseche: Berlusconi ha una concezione proprietaria del-lo Stato, dunque agli antipodi di qualsiasi democra-zia liberale; Berlusconi non capisce né la divisionedei poteri né il primato della legalità, che sono in-vece valori non negoziabili; Berlusconi usa i mediaper distruggere chi non si prostra ai suoi voleri; Ber-lusconi è uno stalinista. Fini insomma ha detto ciòche avrebbe dovuto dire qualsiasi oppositore. Lo di-ce con quindici anni di ritardo, ma nel Pd questecose continua a non dirle nessuno.Il Pd, dunque, ovvero il maggior partito della (non)opposizione. Il suo vizio di fondo è tutto qui. Ep-pure continua a raccogliere un quarto abbondantedei consensi di quanti dichiarano che parteciperan-no al voto. E che tuttavia non perdono occasioneper far capire ai dirigenti del partito che vorrebberouna politica ben diversa, definitivamente scevra dainciuci. E si ritrovano invece a dover ingoiare, nella“l o ro ” festa, la presenza degli Schifani, come fossero

degli statisti. Ma sui vizi ormai strutturali del cetopolitico del Pd, comprese le new entries che spessofanno rimpiangere i bolsi burocrati delle generazio-ni che li precede (sembra impossibile, ma è così) èinutile dilungarsi. Questo giornale è costretto a farloogni giorno. Resta la divaricazione – crescente – t radirigenti (nazionali, regionali, provinciali, di quar-tiere, fatte salve le eccezioni canoniche e semprepiù da lanternino) e militanti, tra dirigenti e poten-

ziali elettori. Che restano un pa-trimonio insostituibile per l’op -posizione, anche se oggi è un pa-trimonio congelato o sperperato,grazie a quei dirigenti che non rie-scono a rovesciare e che non si de-cidono ad abbandonare.La riprova di questo scarto è la tra-volgente simpatia che accoglie ecirconda Nichi Vendola nelle festedell’Unità e in ogni occasione a for-te presenza di base Pd. Simpatiameritata e significativa. Meritata,perché Vendola incarna un riformi-smo che rifiuta l’inciucio, e può esi-bire un buongoverno regionale in-trovabile nel sud e sempre più raroanche altrove (probabilmente la

Toscana e l’Emilia, e poco più). Significativa, perchéVendola ha vinto le primarie contro il Pd, e anzi di-rettamente contro D’Alema, ma con i voti di gran partedel “popolo Pd”. È convinto di poter ripetere il risul-tato della Puglia a livello nazionale. Ma qui viene fuorila debolezza della sua “nar razione”, difficilmente ingrado di riunificare tutti i motivi di opposizione po-sitiva a Berlusconi. Non per troppa radicalità, sia chia-ro, ma per troppa vaghezza, di programmi e di staff.In concorrenza con Vendola c’è inoltre Di Pietro. Lasua opposizione è l’unica che in Parlamento abbiacoerenza, e a questo si deve perciò il raddoppio (eoltre) di voti alle elezioni europee, ma tale coerenzaviene poi contraddetta con le scelte in fatto di di-rigenti locali, in genere primatisti della transumanzada un partito all’altro, veri e propri fari di oppor-tunismo e di imenoplastica politica. Di recente, do-po l’ennesimo scandalo che ha portato all’a bban-dono da parte di un parlamentare per diatribe in-terne Di Pietro, immaginando di formulare una do-manda retorica, ha esclamato: dovrei cacciarli tutti?E invece la risposta è “sì”, un rotondo SI’, perchésolo liberandosi della gran parte dei dirigenti localientrerebbero finalmente nell’Idv le energie dei nuo-vi elettori, nate nei movimenti di impegno civile,che lo schifo per i cacicchi locali tiene lontane dalla“militanza” nell’I d v.

RESTA L’OPPOSIZIONE di Grillo. Che però ri-fiuta programmaticamente alleanze possibili conchicchessia, nella convinzione che l’autoreferenzia -lità sarà il veicolo di un consenso al suo “m ov i m e n t ocinque stelle” tale da travolgere non solo Berlusconima ogni berlusconismo anche senza il ducetto diArcore. Temo si tratti di un wishful thinking.Della sesta “opposizione”, quella “centr ista”, quelladi Cuffaro-Casini e di Rutelli-Montezemolo non vale

Dite la vostra: chi può fermare il Caimano?SU ILFATTOQUOTIDIANO.IT abbiamo chiesto a chiaffidereste la missione di fermare l’uomo che da oltre unquindicennio tiene in ostaggio la politica italiana. Il Pd resta il partitopiù forte del fronte anti-Caimano, ma Fini, con le sue ultimedichiarazioni (vedi Mirabello e Tg La7), ha di sicuro colpito ancheuna parte degli elettori del centrosinistra. Anche se, per chi havotato sempre in quella direzione, non sarà facile dimenticare ilpassato “n e ro ” del presidente della Camera, soprattuttol’acquiescenza con cui ha votato molte delle leggi vergogna impostedal Cavaliere . Ma a fermare B. possono provarci anche personaggistagionati della politica italiana come Marco Pannella. Ci sono ancheVendola, Di Pietro e Grillo. Neanche loro nuovissimi ma comunquenoti all’opinione pubblica. Diversi tra loro pronti ma con la stessavoglia di strappare il potere a B. Questi i nomi che proponiamopronti però ad allargare il ventaglio. f.c .

davvero la pena parlare. Solo la stupidità ormai ci-clopica dei dirigenti Pd può dare a tali figure un cre-dito qualsivoglia.Dunque, sovrabbondanza di opposizioni, ma inrealtà indigenza a tutt’oggi assoluta per la prospet-tiva di un’opposizione vincente. Alle sei figurinepubblicate ieri in prima pagina dovrebbe perciò es-sere aggiunto una casella bianca, un profilo vuotocon un punto interrogativo. Nessuno di quei sei lea-der può essere il leader che uni-fichi e porti alla vittoria una mag-gioranza “per la Costituzione”, isuoi valori e la sua realizzazione,che nel paese credo sia inveceschiacciante. Come trovarlo,quel leader?

I N N A N Z I T U T TO bisognaaver chiaro che non potrà nascereda alchimie partitocratiche. Trop-po spesso si ragiona – con perfet-ta mancanza di realismo – comese i partiti fossero proprietari deirispettivi pacchetti di voti. E dun-que, il Pd più l’Udc fa... Invece ipartiti prendono quei voti, ma daelettori totalmente disaffezionati(tranne ristrettissime clientele), elettori che non in-tendono affatto ubbidire alle manovre e agli accorditra le varie oligarchie e nomenklature della casta.Elettori che il leader capace di sconfiggere se lo vo-gliono scegliere. Altrimenti molti di loro alle urne

neppure ci andranno (il Pd in un pugno di anni haperso qualcosa come cinque milioni di voti!).

MA QUESTA non-rappresentatività dei partiti ha ilsuo lato positivo. Infatti ci sono incompatibilità fragruppi dirigenti che non hanno un corrispettivo di in-compatibilità tra gli elettori. Insomma, Bersani non riu-scirà mai ad allearsi contemporaneamente con Di Pie-tro e con Casini, ma molti elettori di questi tre partiti

non avranno alcuna difficoltà a unir-si sotto una leadership credibile perla realizzazione di un programma di“giustizia e libertà”. Perché queglielettori, nella maggioranza dei casi,sono cittadini “senza collare”, sen-za fedeltà di appartenenze. La piùestrema mobilità elettorale è oggi lacostante. Le masse operaie di SestoSan Giovanni (la “Stalingrado d’Ita -lia”!) sono passate a Forza Italia, allaLega, poi di nuovo al centrosinistra,e magari schifate ora resteranno acasa. E la stessa cosa vale ormaiovunque nel Paese.Perciò il leader capace di unifica-re la voglia crescente e smisuratadi archiviare per sempre il regime

delle cricche e delle menzogne, non potrà che es-sere individuato fuori degli apparati, non potrà chevenire dalla società civile, da un grande movimentoe sommovimento di opinione pubblica. E infine, at-traverso primarie vere.

I problemi delPd nascono daisuoi dirigenti,imbolsiti econgelati nellaloro capacitàp ro p o s i t i v a

IL SONDAGGIO

L’opposizionemediatica piùdecisa è quelladel presidentedella CameraI dubbi arrivanodal suo passato

Pier Luigi BersaniPro Ha alle spalle unasolida politica dis i n i s t ra .Contro Fa sembrare ilPartito democratico incrisi di identità.

Beppe GrilloPro Ha riempito lepiazze con iniziative diprotesta come il Vday.Contro Non è percepitocome un politico serioe affidabile.

Antonio Di PietroPro È stato il verooppositore del premierin questa legislatura.Contro È incapace dicreare alleanze ea ggregazioni.

Marco PannellaPro Sue le più grandibattaglie italiane:divorzio e aborto.Contro Fa parte di unaltro mondo, un’a l t racultura politica.

Gianfranco FiniPro Vuole fondare unpartito di destramoder no.Contro Ha votato tuttele leggi ad personamdel Cavaliere.

Nichi VendolaPro Da outsider havinto le Regionali inPuglia nel 2005 e 2010.Contro Non ha unprogramma politicosolido e convincente.

BUON COMPLEANNO I tre giornide “il Fatto” alla Versiliana

T re giorni all’insegna della libera infor-mazione, della legalità e della satira. Il

suo primo anno, Il Fatto, lo festeggia così.Insieme a voi. Da oggi fino a domenica,nel parco della Versiliana a Marina di Pie-trasanta, in provincia di Lucca, sul palcosi alterneranno tutti i protagonistidell’avventura cominciata il 23 settem-bre di un anno fa. Si parte oggi alle 17.30con la presentazione di Sotto Scacco, ildvd di Udo Gumpel e Marco Lillo. Si pro-segue con gli autori di spinoza.it e le stri-sce di Stefano Disegni, mentre chiude laserata il monologo di Luca Tele-se, “Qualcuno era comunista”.Sabato alle 17 Massimo Fini,Paolo Flores d’Arcais, Don Gal-lo, Riccardo Chiaberge e Loris Maz-zetti discutono: Dio è laico?. Avanticon un dibattito sull’arte e la libertàdi espressione fino alle 19 quandoLoris Mazzetti intervista Bruno Tinti su

legalità, impunità e giustizia. Serata (alle21.15) dedicata a “La nostra Rete” contanti ospiti, Peter Gomez, direttore de il-fattoquotidiano.it e (speriamo) CorradoGuzzanti. Domenica appuntamento alle11.30: Convivere con la corruzione?. Rispon-dono Antonio Di Pietro, Claudio Fava, Fa-bio Granata, Matteo Renzi e Marco Tra-vaglio. Alle 17 Marco Lillo intervista An-tonio Tabucchi, mentre un’ora dopo cisono le cattiverie di Vauro e Vincino. Da-rio Vergassola invece racconta assieme aRoberto Corradi e agli altri autori i Mi -s fa t t i del nostro inserto satirico. Si chiude

alle 21.15 con il direttore Antonio Pa-dellaro e tutta la redazione. Sul no-stro sito il programma completo.

L’ingresso è ovviamente libero, nelparco troverete un punto d’incon -tro e un video box per lasciare i vo-stri messaggi.Vi aspettiamo.

IL TIRRENO Pagina 11 - Viareggio Regione e Provincia «Fuori Roma Imperiale» FORTE. Provincia, Regione e difensore civico della Toscana. Sono i nuovi attori che, a diverso titolo, stanno entrando nella vicenda del piano prima casa di Forte dei Marmi. Le prime due, infatti, avrebbero fatto pervenire al comune due osservazioni per chiedere di “espungere” la zona di Roma Imperiale. Nel mirino, infatti, c’è la questione dei frazionamenti, che il piano nella versione adottata dal consiglio comunale prevederebbe (entro certi limiti) anche nella zona più “nobile” di Forte. Le osservazioni, come tutte quelle che arrivaranno entro fine settembre, dovranno essere vagliate e votate da commissione e consiglio, prima dell’approvazione del piano. Il difensore civico, invece, è intervenuto circa la questione degli interventi previsti in prossimità dell’area protetta del Lago di Porta. Una vicenda che era già stata sollevata in consiglio comunale e sulla stampa da James Popper. Il difensore civico Lucia Franchini invita l’assessore regionale Anna Marson e il garante della comunicazione Massimo Morisi ad «acquisire informazioni» per verificare se la vicinanza con un’area protetta richieda una valutazione di incidenza, procedura che - al momento - non è contemplata dal piano.

IL TIRRENO Pagina 3 - Empoli Una mostra e un progetto dedicati alla scultura ceramica contemporanea Oggi l’inaugurazione di ConCreta CERTALDO. Si inaugura oggi la quarta edizione di “Concreta”, un progetto ed una mostra dedicati alla scultura ceramica contemporanea organizzato in modo diffuso sul territorio della Valdelsa fiorentina; cinque sono i comuni coinvolti, a partire da Certaldo, sede storica della mostra, per proseguire con Castelfiorentino, Gambassi Terme, Montaione e Montespertoli. Il progetto “Concreta” punta a valorizzare la ceramica come materiale e strumento per la produzione artistica contemporanea; la ceramica - dalla creta, alla terracotta, alla ceramica artistica decorata - fa parte della storia del territorio e della sua architettura, ed è ancora oggi un materiale che caratterizza il paesaggio, un materiale che dà lavoro agli artigiani, che valorizza la tradizione, ma si presta alla sperimentazione. «Tra le idee che hanno convinto quattro anni fa l’amministrazione di Certaldo, e anche la Regione - ha detto nel suo intervento l’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti - ad investire in “Concreta” c’è quella di un progetto di arte contemporanea non effimero, ma legato alla storia, alla tradizione, al lavoro di queste terre». L’iniziativa è stata illustrata inoltre da Sara Bini, assessore alla cultura del Comune di Montespertoli e referente di area del Sistema Museale della Valdelsa fiorentina, da Giacomo Cucini, assessore alla cultura del Comune di Certaldo e Gian Lorenzo Anselmi, curatore della mostra. Le prime tre edizioni si sono svolte a Certaldo in Palazzo Pretorio; grazie al contributo della Regione al Sistema Museale della Valdelsa fiorentina, che premia la sinergia che c’è stata fra i Comuni e la loro volontà e capacità di aggregazione, quest’anno la mostra può svolgersi in contemporanea in tutti e cinque i Comuni della Valdelsa fiorentina.

IL TIRRENO Pagina 6 - Prato Una serata di solidarietà in piazza per Sakineh Balli e dibattito dalle 21 davanti al Comune per l’iraniana che rischia la lapidazione VALENTINA CECCATELLI PRATO. «Sakineh è il simbolo di altre donne che si trovano nella stessa situazione, che vedono le loro libertà attaccate e violate: non solo in Iran, ma in tutto il mondo, società italiana compresa». Lo dice Loredana Ferrara, assessore provinciale Idv, che aggiunge: «La serata del 10 settembre è dedicata a lei, ma vuole portare l’attenzione sui diritti di tutti». Questa sera quindi, in piazza del Comune dalle ore 21, il gruppo provinciale donne di Italia dei valori, di cui è responsabile Luciana Bigagli, insieme all’associazione Lunaesole e all’Arci porteranno davanti alla cittadinanza il dramma di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata alla lapidazione in Iran con danze, dibattiti autogestiti e video. Alle 21 ci saranno balli in piazza: “Donne e tradizione”, mentre dalle 22 si aprirà un dibattito libero al quale tutti potranno partecipare, sul tema del diritto alla vita e alla libertà e del diritto al lavoro e al precariato. «Saranno presenti anche le donne del Pd, e le donne delle comunità straniere: Prato è una città fatta di donne che vengono da 170 paesi del Mondo, la loro presenza sarà fondamentale». Inutile dire che alla manifestazione sia invitata tutta la cittadinanza, ma «soprattutto le donne, tutte le donne. Di qualsiasi partito, popolo, religione, associazione. Tutte le amministratrici pubbliche della città». «Siamo tornate indietro di quasi un secolo: quello che succede in Iran, sta succedendo in tutto il Mondo - dice Enza De Simone dell’associazione Soleeluna - Le donne portano la vita, e ne sono danneggiate: quando cercano lavoro devono firmare un foglio in bianco che permette all’azienda di licenziarle nel caso che restino incinte; sono le prime ad essere licenziate, com’è successo alla Seves di Firenze, sono le più colpite dal precariato. In questi anni sono state spogliate di quelle conquiste fatte nel secolo scorsi, tornando ad essere merce. L’idea è quella di creare un movimento femminile, una rete di donne che esca anche dai confini di Prato e possa parlare con le persone: le conquiste nel passato sono state fatte, adesso dobbiamo difenderle».

IL TIRRENO Pagina 6 - Pisa LO SCONTRO POLITICO Maggioranza: servizio garantito. Pdl: l’assessore si dimetta STEFANIA MACRÌ PISA. La scuola al centro del dibattito politico. Ieri maggioranza ed opposizione si sono espresse su un tema ormai rovente. «In questi giorni - spiega il consigliere Ranieri Del Torto, capogruppo Pd - è ripresa una polemica sindacale sugli asili nido, ma, con la situazione di bilancio in cui ci troviamo, è normale che i servizi siano penalizzati. Noi continuiamo a difendere la scelta fatta dalla giunta di mantenere la copertura pressoché totale con asili a gestione diretta, quelli a gestione indiretta e quelli convenzionati. Purtroppo sono state fatte scelte difficili come quelle di ridurre l’organico, ma garantendo il rapporto educatore alunno previsto dalle leggi regionali». «Dobbiamo renderci conto che la situazione economica è drammatica - afferma Maria Luisa Chincarini capogruppo per l’Italia dei valori - si parla spesso di modello tedesco, ma in realtà si fa tutt’altro, difatti nello stringatissimo bilancio tedesco le uniche voci non tagliate sono la scuola e l’educazione». Ma anche la minoranza si è espressa. «Noi siamo convinti - afferma Patrizia Paoletti capogruppo per il Pdl - che la giunta comunale non faccia altro che dire “piove, governo ladro”, imputando ai tagli del governo colpe legate alla loro cattiva gestione delle risorse». «La città in questi giorni è in subbuglio - afferma Diego Petrucci consigliere comunale del Pdl - non soltanto per i tagli del governo, ma anche per le scelte fatte dall’amministrazione locale, ad esempio per gli asili nido dove dal 2007 ad oggi il numero di educatori è calato da 85 a 69. È vero, il governo ha fatto dei tagli, ma loro non sanno gestire le risorse». «Sono molti i punti poco chiari - continua Petrucci - questioni come l’apertura ritardata di due anni della scuola Viviani a Marina, o anche l’asilo nido in via Puglia costruito interamente in vetro, ma senza gli adeguati sistemi di climatizzazione. Abbiamo chiesto all’assessore Chiofalo, ma ci ha risposto solo con ironia ed è per questo che noi chiediamo le sue dimissioni».

IL TIRRENO Pagina 1 - Pisa Giovani con l’ansia da precarietà Sognatori da adolescenti, a 25 anni un solo obiettivo: il lavoro fisso PISA. Calciatore, avvocato? No, meglio un posto sicuro negli enti pubblici. E’ proprio così: l’ansia da precarietà sul lavoro sembra far svanire già a 25 anni i sogni dell’adolescenza. E’ questo uno degli aspetti più particolari di un’indagine condotta dalla Provincia, attraverso l’Osservatorio sociale, sui giovani pisani da 12 fino a 34 anni. Cosa sperano, in cosa confidano, cosa temono e anche cosa rischiano. La ricerca, presentata dall’assessore alle politiche giovanili Salvatore Sanzo e dalla vicepresidente Alessandra Petreri, è stata realizzata da aprile a giugno scorsi. Con la modalità più adatta per entrare nel mondo dei giovani: internet. Sul portale dell’amministrazione sono stati caricati quattro questionari: uno per le scuole medie (12-14 anni), uno per le superiori (15-19 anni), uno per i giovani 20-24 anni, uno per i giovani 25-34 anni. Ampio il campione che ha risposto: oltre 1.800 ragazzi, tra quelli contattati attraverso le scuole e quelli che hanno partecipato volontariamente. Svariati i temi: scuola, famiglia, sport, nuove tecnologie, politica, fiducia nelle istituzioni, sogni, progettualità. Ed ecco l’identikit medio: un giovane legato alla famiglia, che usa molto computer e internet, che non eccede con la tv e che sa un po’ troppo di coetani alle prese con alcol e droghe. Ma cosa vedono e desiderano dal futuro i nostri ragazzi? Esiste una netta differenziazione a seconda delle età. Alle medie i ragazzi sognano di poter avere sempre tanti amici, una famiglia e il successo. Nelle altre fasce di età sognano di completare il percorso di studi, raggiungere la stabilità economica e lavorativa e di viaggiare. L’obiettivo più difficile da realizzare, per tutti, è sempre quello: il lavoro stabile. La professione più ambita dai maschi delle superiori è quella del calciatore; le femmine sperano invece di diventare avvocatesse o giornaliste. A 20-24 anni cambia la prospettiva: gli uomini puntano a diventare ingegneri; le donne ad avere un impiego in azienda o di fare le giornaliste. Ma dai 25 anni al primo posto, sia per i maschi che per le femmine, c’è il posto nella pubblica amministrazione. «Le politiche giovanili - dicono Sanzo e Petreri - devono far fronte alle aspettative dei giovani e allo stesso tempo incoraggiarli a contribuire alla crescita della società. Per raggiungere questi obiettivi è necessario capire il loro mondo: è in questa linea che si inserisce il nostro patto sulle politiche giovanili, con la condivisione dei Comuni e della Consulta». Il quadro che risulta da questo report, secondo gli assessori, rappresenta «uno spaccato interessante ed offre spunti per la progettazione di interventi sul territorio. Vogliamo sottolineare la massiccia partecipazione dei ragazzi: è da questi numeri che occorre partire per evidenziare il loro bisogno di essere ascoltati. La vera scommessa, per noi amministratori, è creare un effettivo canale di comunicazione con le giovani generazioni».

LA NAZIONE Pagina 4 – Prato Italia dei Valori: “Dov’è l’integrazione?” «UNIRE e non dividere dice il sindaco mentre minaccia di usare la forza pubblica per disperdere le persone non invitate. Con quale coraggio parla di integrazione?». Così l’Idv attacca Cenni: «Questa scelta, verso persone che hanno il solo torto di essere nate altrove, ingenera ancor più profonde divisioni».

IL TIRRENO Pagina 3 - Prato Le reazioni, mondo politico in tempesta Ardita: «Scelte irresponsabili» PRATO. Lo “schiaffo” del Corteggio non poteva non generare le reazioni, unanimemente indignate ma per motivi diversi, dei rappresentanti politici della città. Dal segretario comunale della Lega Soldi al presidente dell’Ovest Mosca a Cristina Attucci, capogruppo Pdl in Provincia. Salvo Ardita invece, segretario Idv, denuncia la doppiezza delle dichiarazioni del sindaco Cenni. «Unire e non dividere dice lei - scrive Ardita - mentre minaccia di usare la forza pubblica per disperdere le persone non invitate. Di quale unione parla?». Una scelta, quella di Cenni, «unilaterale», che «ingenera profonde divisioni per le scelte irresponsabili di una destra che alimenta una tensione sociale altissima». Duro ma all’inverso Leonardo Soldi, che tira in ballo anche il rinfresco di Gestri con i rappresentanti delle comunità straniere e Marco Wong. «Se veramente Gestri volesse l’integrazione, a quel rinfresco avrebbe invitato anche gli italiani - dice, aggiungendo - Se Marco Wong vuol partecipare al corteggio, prima faccia in modo che la sua comunità rispetti le leggi italiane, [...] che le decine di migliaia di clandestini cinesi vengano rimpatriate, [...] che i cinesi escano fuori dal proprio ghetto». Giovanni Mosca piange «lo spettacolo indecente di una città che sprofonda sempre di più in un baratro», mentre Francesco Querci, capogruppo Udc, si concentra invece sulla mancata partecipazione di Gestri: «Il ruolo istituzionale lo obbligava ad essere a fianco della città soprassedendo ai contrasti di natura politica che potevano trovare sfogo in altre sedi». Accuse riprese anche da Cristina Attucci, che si chiede come Gestri «intenda provvedere a riparare allo sgarbo istituzionale verso il sindaco di Prato e soprattutto verso il prefetto, massimo rappresentante dello Stato sul nostro territorio». Anche Massimo Taiti, presidente della circoscrizione Centro dice la sua. «E’ inammissibile che il presidente della Provincia voglia giocare un ruolo politico di alter ego del sindaco di Prato» scrive. A.P.

LA NAZIONE Pagina 5 – Pistoia Degrado, il sondaggio dei veleni Opposizione compatta: «Scandaloso spendere 13mila euro solo per una ricerca» SI O NO allo studio su Piazza San Francesco? E’ giusto o no spendere 13mila euro (finanziamenti regionali), per sapere come viene percepita la piazza da parte di residenti, commercianti e frequentatori notturni? Questo l’intento del Comune, che ha commissionato l’indagine alla società di Lucca «Martini associati» nell’ambito del progetto di mediazione sociale. L’opposizione forma un fronte compatto. «La filiera degli sprechi — fa sapere Daniela Simionato capogruppo Lega Nord Toscana — continua ad allungarsi. Ora apprendo che si sono spesi 13mila euro per commissionare a una società di mediazione sociale, un’indagine per sapere come si vive in piazza San Francesco e cosa fare per renderla “vivibile“. Roba da matti. Da sempre rimprovero ai nostri governanti, oltre a tutto il resto, la scarsa attenzione e la latitanza in quella funzione che dovrebbe esser primaria per un amministratore: la presenza per le strade, in mezzo alla gente. Qui si tratterebbe di sedersi su una panchina e guardarsi attorno. Ci comunicano che faranno altrettanto per la Sala. Al ridicolo non c’è limite. Che poi siano fondi regionali che se non impieghi non vengono attribuiti, dimostra ulteriore incapacità di definre gli obiettivi di spesa». Alessio Bartolomei, capogruppo Fi-Pdl in consiglio comunale: «Il Comune farebbe meglio a impiegare le poche risorse disponibili per opere richieste dai cittadini come: fioriere, bagni pubblici, panchine, illuminazione e pulizia, anzichè finanziare improbabili mediatori e sondaggisti che sicuramente non otterranno nessun risultato in più di quello che avrebbe potuto ottenere un assessore capace di dialogare con la gente». Un aspetto che viene sottolineato, con i consueti ruvidi toni, da Giampaolo Pagliai, capogruppo Udc: «Ho la sensazione che in questo contesto, aldilà dei proclami, tutti inadeguati, basti dare un’occhiata alla rassegna stampa per capire la pochezza di questi personaggi. Gestiscono tutto dalla loro torre eburnea, senza contatti con i cittadini. Ma sono a fine corsa. Attendono la fine del loro mandato. Io invece vorrei tanto sapere a che punto sono le indagini penali, vedi Copit, Cip Ciop, Publicontrolli». Andrea Betti, capogruppo Idv: «Sullo studio per piazza San Francesco io sono d’accordo. E’ una zona storicamente frequentata dai giovani, dove loro possono stare bene e in tutta sicurezza. La ricerca è uno strumento per capire. Ma non può essere adatta per la Sala».

CORRIERE DI AREZZO “Un solo nome per il candidato a sindaco I partiti devono fare un passo indietro”. Dottorini dell’Idv indica la strada maestra per le amministrative. CITTA’ DI CASTELLO - "Noi faremo la nostra parte. E la faremo pensando a Città di Castello prima che al tornaconto di partito. Ci piacerebbe poter fare questa strada insieme ad altri". E' stato "invocato" per mesi da tutte le forze del centrosinistra quasi come se il partito de l'Italia dei Valori fosse un "convitato di pietra" prima ancora che un interlocutore della coalizione. Il perché lo spiegano i numeri. Con oltre 2000 preferenze (15%) che hanno permesso l'elezione di Oliviero Dottorini a Palazzo Cesaroni, l'Italia dei Valori è stata la vera sorpresa delle recenti elezioni regionali. Oliviero Dottorini ha le idee molto chiare su come il centrosinistra dovrà affrontare la partita delle amministrative e lo riassume con una frase: "Troviamo un candidato che ci faccia incontrare su un terreno comune. I partiti facciano un passo indietro". Una terza via dunque? “Lo straordinario risultato dell'Idv a Città di Castello ci affida un mandato chiaro: quello del cambiamento e della discontinuità. In molti ci chiedono di lavorare per una città più libera, più aperta, più dinamica”. Qual è la sua proposta? “Facciamo fare un passo indietro ai partiti. Troviamo le ragioni e i protagonisti di una nuova stagione per Città di Castello. Noi siamo pronti a farlo. Per esempio siamo pronti a non presentare alle primarie uno dei nostri. Gli altri partiti facciano altrettanto. Attendiamo il Pd su questo terreno, sapendo che al suo interno coesistono sensibilità articolate. Noi non pretendiamo di avere l'esclusiva del cambiamento, così come riteniamo che nessuno possa blindare la cabina di regia. Si abbia il coraggio di aprire una stagione nuova, abbandonando ognuno egoismi di parte e rendite di posizione”. Un candidato comune alle prossime elezioni? “Esattamente. Un candidato che sia espressione non di questo o di quel partito, ma fuori dalla mischia. Che possa consentirci l'incontro su un terreno neutro”. Ma un candidato c'è già e si chiama Luciano Bacchetta. “Io vorrei un candidato che non divida. Un candidato che sappia parlare alla città intera, che non sia espressione di un partito o di una stagione amministrativa che ha diviso il centrosinistra e tarpato le ali alle potenzialità della città. E' il momento di riannodare i fili di una città che sta pagando molto cara la protervia che ha portato alle divisioni del centrosinistra in questi venti anni. Basta vedere le condizioni in cui versa Città di Castello. Credo che si sia raggiunto un livello di declino mai vissuto prima d'ora”. Lei ritiene possibile che il Pd rinunci ad avere un suo candidato? “Di fatto lo sta già facendo, lasciando campo libero a chi già da anni lavora a un obiettivo molto esplicito. Io chiedo una cosa diversa: lasciamo da parte le appartenenze partitiche. Si trovi un terreno comune, una visione, un progetto che ci consenta di giungere a una scelta fuori dagli schemi consolidati, sperimentati e ormai improponibili”. L'Italia dei Valori ha un "piano di riserva" qualora il candidato comune non si trovi? “Non lo so, non sono abituato a lavorare sulle subordinate. Io mi sto impegnando, assieme alle forze civiche e libere della nostra città, per una svolta. Spero di farlo assieme al Pd e ad altri. Altrimenti... per noi la strada del cambiamento è irrinunciabile”. Sandra Biscarini

IL TIRRENO Pagina 1 - Cecina NO ALLA LAPIDAZIONE L’appello delle donne per Sakineh CECINA. Moltiplicare gli appelli per salvare la vita di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana di 42 anni, vedova e madre di due figli, condannata alla lapidazione. E’ l’obiettivo dell’assessore provinciale Maria Teresa Sposito, che invita le istituzioni del territorio e le amministratrici impegnate negli enti locali a sostenere la battaglia per salvare Sakineh da una morte atroce. «I familiari e i figli della donna, i suoi avvocati - sostiene Sposito - sono stati minacciati essi stessi di morte se avessero continuato a far valere le ragioni dell’innocenza di Sakineh». All’appello hanno aderito molte assessore e consigliere della provincia tra cui Lia Burgalassi (Cecina) e Stefania Brunetti (Bibbona).

LA NAZIONE Pagina 22 – Pisa Quattro giorni di studio «oltre i partiti». Da lunedì alla Siaf LUNEDÌ 13 settembre avrà inizio a Volterra, presso la Siaf di via del Monte Volterrano, la nona edizione del Corso di formazione superiore in diritto costituzionale organizzato dal Centro Interdipartimentale di Ricerca e Formazione sul Diritto Pubblico e Europeo (Dipec) dell’Università di Siena, in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di risparmio di Volterra. Quest’anno il Corso sarà dedicato ad un tema di grande attualità: «Oltre i partiti. Nuove forme di rappresentanza». Sono in programma quattro giorni, fino a giovedì 16, di lezioni e approfondimenti con una tavola rotonda, a conclusione dei lavori, a cui parteciperanno i parlamentari Luigi Compagna (Pdl), Monica Faenzi (Pdl), Pancho Pardi (Idv) e Roberto Zaccaria (Pd). Per il programma completo: www.siafvolterra.it o www.unisi.it/dipec.

LA NAZIONE Pagina 13 – Empoli In piazza corteo colorato e festoso per denunciare un problema reale del Comune Baby protesta: «Manca il parco giochi» I piccoli sfilano domani nelle vie del paese per mano a mamma e papà SAN MINIATO — PRORESTANO i bambini. Sfilano in corteo per mano a mamme e papà. Un corteo colorato e festoso quello che si snoderà domani, 11 settembre, per le vie di San Miniato per chiedere un parco giochi come si conviene ad ogni città, specie a quelle che si fregiano del titolo di luogo del buon gusto e del buon vivere. A dare man forte all’iniziativa dei genitore c’è anche l’Idv con Gabriele Fogli che spiega: «Il problema sollevato dagli organizzatori è reale, e un parco giochi in San Miniato è indispensabile se vogliamo rivitalizzare il centro storico, e riempire di gioia e vitalità le piazze del capoluogo, che affianchino le bellezze artistiche e le numerose opere d’arte che si possono trovare — dice Fogli — San Miniato sta pagando un prezzo troppo alto, a vantaggio della frazione di San Miniato Basso, come dimostra il malcontento per gli spostamenti previsti dei vari uffici comunali. L’Italia dei Valori, auspica che il sindaco e la giunta si impegnino a trovare una soluzione, perchè i bambini hanno diritto a giocare in uno spazio adeguato e sicuro, e San Miniato, anche per la sua collocazione geografica e per la sua storia, dovrebbe rappresentare il fiore all’occhiello del nostro Comune». Intanto però, oggi, scatta il corteo messo in piedi da un gruppo di circa dieci adulti, che si faranno carico di presentare la questione direttamente in Comune, sottoponendo ai rappresentanti istituzionali alcune possibili soluzioni. E’ STATA avviata anche una raccolta di firme. E in pochi giorni ne sono arrivate oltre 100. Ma al di là del sostegno dell‘Italia dei Valori i genitori, in una nota, sottolineano che : «Non vogliamo fare né polemica né fare politica, ma lo scopo è sensibilizzare l’attuale amministrazione, perché la presenza di spazi destinati al gioco è un importante parametro per la qualità di vita di una comunità». Per provare le sue buone intenzioni, il comitato avanzerà alcune proposte risolutive, studiate in gruppo e su consiglio di un tecnico. Infatti i genitori incontreranno sindaco e giunta. Tanti sono i luoghi da recuperare: da piazza, agli stessi giardini pubblici che potrebbero essere tenuti meglio. Il ritrovo è stamani alle 10 in piazza Dante Alighieri. C.B.