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segue a pag. 4 LOSPITE DONORE IL COMANDANTE LOGISTICO - GENERALE DI SQUADRA AEREA GABRIELE SALVESTRONI L autunno ormai ben avviato ci accompagna nellulmo trimestre di questo 2015. Forse è ancora presto per un bilancio definivo però possiamo sicuramente affermare che la porzio- ne di anno che ci siamo già lascia alle spalle è stata caraerizzata da mol avvenimen non solamente di caraere operavo. Certo, il primo pensiero va al notevole contribu- to del 3° Stormo alla più grande esercitazione organizzata dalla NATO negli ulmi trentanni, la Trident Juncture 2015, evento addestravo che, peraltro, ha con- sento la cosiddea cerficazione NRF 2016” dellITA-JFAC, ov- vero di quella compo- nente operava messa a disposizione dall Italia qualora chiamata a ge- sre una campagna ae- rea in caso di crisi. Sen- za dimencare, poi, il supporto allorganizza- zione del 55° anniversa- rio della PAN sullaero- porto di Rivolto e lim- plementazione di squa- dre a contao nei teatri operavi per consenre, ad esempio, il trasferi- mento in tempi rapidis- simi degli asse AM dallaeroporto di Al Ba- teen alla base aerea di LE STELLETTE SOTTO LA PELLE LA PAGINA DEL DIRETTORE A pro questa mia rubrica con una pro- vocazione che parte da una licenza poeca della storica frase del Presidente americano J.F. Kennedy: Non chieder cosa può fare il 3° Stormo per Te, ma cosa Tu puoi fare per il 3° Stormo”. Lafferma- zione è direa a TUT- TO il personale in ser- vizio ed a coloro che io in maniera convinta segue a pag. 3

Nero su Bianco - 3° Stormo - 3° Trimestre 2015

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Periodico Trimestrale - 3° Stormo

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Page 1: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

segue a pag. 4

L’OSPITE D’ONORE IL COMANDANTE LOGISTICO - GENERALE DI SQUADRA AEREA GABRIELE SALVESTRONI

L ’autunno ormai

ben avviato ci

accompagna

nell’ultimo trimestre di

questo 2015. Forse è

ancora presto per un

bilancio definitivo però

possiamo sicuramente

affermare che la porzio-

ne di anno che ci siamo

già lasciati alle spalle è

stata caratterizzata da

molti avvenimenti non

solamente di carattere

operativo.

Certo, il primo pensiero

va al notevole contribu-

to del 3° Stormo alla più

grande esercitazione

organizzata dalla NATO

negli ultimi trent’anni, la

Trident Juncture 2015,

evento addestrativo

che, peraltro, ha con-

sentito la cosiddetta

“certificazione NRF

2016” dell’ITA-JFAC, ov-

vero di quella compo-

nente operativa messa a

disposizione dall’Italia

qualora chiamata a ge-

stire una campagna ae-

rea in caso di crisi. Sen-

za dimenticare, poi, il

supporto all’organizza-

zione del 55° anniversa-

rio della PAN sull’aero-

porto di Rivolto e l’im-

plementazione di squa-

dre a contatto nei teatri

operativi per consentire,

ad esempio, il trasferi-

mento in tempi rapidis-

simi degli assetti AM

dall’aeroporto di Al Ba-

teen alla base aerea di

LE STELLETTE SOTTO LA PELLE LA PAGINA DEL DIRETTORE

A pro questa

mia rubrica

con una pro-

vocazione che parte da

una licenza poetica

della storica frase del

Presidente americano

J.F. Kennedy: “Non

chiederti cosa può fare

il 3° Stormo per Te, ma

cosa Tu puoi fare per il

3° Stormo”. L’afferma-

zione è diretta a TUT-

TO il personale in ser-

vizio ed a coloro che io

in maniera convinta

segue a pag. 3

Page 2: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

Pagina 2

Direttore editoriale: Col. Massimo CICERONE

Capo Redattore: T.Col. Fulvio FRANZINELLI

Redattori: T.Col. Carlo LEMMA Ten. Carmen ZAPPAVIGNA S.Ten. Daniele POLIMENO P.M. LGT Mauro TRULLI P.M. Lorenzo DI GIORGIO P.M. Stefano VITALE

In redazione: Gen. S.A. Alberto NOTARI Mons. Gian Paolo MANENTI Dottoressa Bianca BARBERA T.Col. Andrea ALTERIO Magg. Claudia MACCHI Cap. Michele CARNEVALE P.M. LGT Pietro BRUNI 1° ACS Alessandro MEROLA

Realizzazione Grafica e impaginazione: S.M.C. Giuseppe ROSSI

Nucleo Cinefototipografico: P.M. Nicolò W. BILEDDO P.M. Giuseppe ASCIERTO P.M. Antonio PERILLO M1 Vincenzo BIANCO M1 Gianfranco MANNATO M1 Gerardo PERNA M1 Stefano SAUTTO

LE STELLETTE SOTTO LA PELLE DI MASSIMO CICERONE

Comandante il 3° Stormo

SOMMARIO

L’OSPITE D’ONORE COMANDANTE LOGISTICO - GENERALE DI SQUADRA AEREA GABRIELE SALVESTRONI

E’ N.A.T.O. L’EVENTO DELL’ANNO: ALCUNI RETROSCENA DELL’ESERCITAZIONE “TOXIC TRIP 2015” DELLA REDAZIONE

“UNA NUOVA SFIDA: FARE MEGLIO CON MENO” DEL PRESIDENTE DEL CIRCOLO DEL TERZO - GENERALE DI SQUADRA AEREA ALBERTO NOTARI

UNA NUOVA ENCICLICA: “LAUDATO SI” DI GIAN PAOLO MANENTI

Cappellano Militare

SOTTO LA STESSA BANDIERA! DI BIANCA BARBERA

Capo Sezione Personale Civile

LEADESHIP E GIOCO DI SQUADRA DI ANDREA ALTERIO

Presidente del CO.BA.R

L’INVITO DELLA FOLLIA DI CLAUDIA MACCHI

Consulente del Comandante per la condizione femminile

“STRADA FACENDO”! VERSO IL 3° STORMO SU UN TRATTO DI STORIA ANTICA DI MICHELE CARNEVALE

Capo Calotta

“PONTI NON MURI”: L’IMPORTANZA DI APPARTENERE AD UN GRUPPO DI PIETRO BRUNI

Presidente dei Sottufficiali

LA FAMIGLIA, ELEMENTO INDISPENSABILE ANCHE PER I MILITARI DI ALESSANDRO MEROLA

Decano della Truppa

UMORISMO E SATIRA DI LORENZO RUBINO

L’ALMANACCO DELL’UFFICIO COMANDO

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definisco “Veterani”, ossia coloro

che hanno prestato servizio per

l’Aeronautica Militare e per

il 3° Stormo ed ora non so-

no più in servizio attivo. Ma

cerchiamo di capire il

“perché”.

Mai come ora Istituzioni e

cittadini guardano a noi

come ad un “ESEMPIO”, si

rivolgono a noi militari per-

ché custodi di Valori, nelle visite

delle Associazioni o delle Scuole

presso il 3° Stormo si susseguono

le domande dalle quali si com-

prende il desiderio di condivide-

re emozioni collettive. Ne è la

prova l’oceanica presenza di folla

al 55° Anniversario della PAN a

settembre e che ha visto, ancora

una volta, il personale del 3°

Stormo e la sua

unicità nella logi-

stica di proiezione

di Villafranca, pro-

tagonisti nel sup-

portare ed incre-

mentare le capaci-

tà ed i servizi

dell’aeroporto di

Udine Rivolto.

Di soddisfazioni in

questi mesi ne ho avute tante,

l’orgoglio di essere il Comandan-

te di personale militare e civile

che, in qualsiasi scenario presta

la propria opera, riscuote SEM-

PRE complimenti ed il plauso dei

colleghi e dei Superiori, nonché

delle Autorità di Vertice della

Forza Armata che non esitano a

collocare il 3° Stormo tra le pri-

me eccellenze dell’Aeronautica

Militare. Ma ora lo sforzo dob-

biamo farlo per trasmettere alla

Società, che ci ama e ci rispetta,

quei VALORI di cui SIAMO, perso-

nale in servizio e veterani, CU-

STODI. Ecco allora la necessità di

superare vecchie competizioni,

tra gli ex dei gruppi di volo, l’im-

portanza di amalgamare ciò che

è stato il 3° Stormo, con i suoi

aeroplani, e ciò che è il 3° Stor-

mo del nuovo millennio: un UNI-

CUM DUALE (utile anche alle co-

munità locali) dedito alla Logisti-

ca Aeroportuale di Proiezione.

Dobbiamo essere UNA

SQUADRA SOLA, una comu-

nità al SERVIZIO dello Stor-

mo, del prossimo e del Pae-

se, uomini che hanno scel-

to di amare l’Aeronautica

per convinzione e che le

stellette non le portano

solo sul bavero dell’unifor-

me ma stampate sulla propria

pelle. Freud ci ha insegnato che

noi vediamo negli altri la proie-

zione dei nostri sentimenti, se

amiamo ci sentiremo amati, se

siamo indifferenti ci sentiremo

non calcolati. Ed allora chiedo a

tutti coloro che sono di buona

volontà di aiutare il 3° Stormo,

nella quotidianità, nei progetti

più grandi, vi chiedo

di essere infaticabili

sognatori, inventori

di progetti, per con-

tagiare gli altri ed

esportare l’esempio

anche fuori nel so-

ciale, nel meraviglio-

so territorio veneto.

Non sono cieco, né

incosciente, sono

conscio che ci possono essere

difficoltà, a volte ostacoli talvolta

insolubili, che su dieci iniziative

nove potrebbero non andare a

buon fine. Ma con il coinvolgi-

mento di TUTTI, soprattutto dei

Page 4: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

Pagina 4

Al Minhad; infine l’esercitazione

Toxic Trip 2015, che ha visto le

capacità di Forza Armata nel

settore CBRN e “bio-

contenimento” a confronto con

quelle di altri 13 Paesi, in siner-

gia con l’industria na-

zionale di settore.

E mi fermo qui perché,

come dicevo in apertu-

ra, non è ancora tem-

po di bilanci ufficiali

per il 3° Stormo.

Piuttosto vorrei appro-

fittare di questa op-

portunità per condivi-

dere con Voi qualche

riflessione.

Questi ultimi mesi dell’anno sa-

ranno particolarmente intensi e

cruciali, soprattutto, per la rior-

ganizzazione della logistica della

nostra Forza Armata. Mi riferisco

all’implementazione della diretti-

va ministeriale, meglio nota co-

me Libro Bianco, di cui tutti or-

mai avete sentito parlare.

Mentre questo numero va in

stampa il Comitato Guida ed i

gruppi di lavoro istituiti in ambi-

to SMD, stanno operando alacre-

mente per tradurre i principi e gli

orientamenti generali enunciati

nel documento in proposte tec-

niche concrete da sottoporre

all’autorità politica entro la fine

di quest’anno.

Come molti di Voi sapranno la

citata direttiva ministeriale pre-

vede, tra le altre cose, la costitu-

zione di un “Comando Logistico

della Difesa”, che di fatto vedrà

cambiare la fisionomia e, quindi,

l’attuale assetto del

Comando Logistico AM

in chiave interforze;

stessa sorte toccherà

ai comandi omologhi

delle altre Forze Arma-

te.

Il Consiglio Supremo di

Difesa, convocato ad

ottobre per discutere i

preoccupanti temi di

sicurezza derivanti dall’attuale

scenario internazionale, ha dato

un’ulteriore spinta in tal senso,

rimarcando che per far fronte

alle nuove sfide occorre che lo

strumento militare si riorganizzi

e, pertanto, “la riorganizzazione

Veterani, del Circolo del Terzo, ci

si deve rinnovare, cercando con-

tinuamente strade, sentieri alter-

nativi, creando possibilità di far

integrare e interagire la nostra

cultura con la Società, perché c’è

tanto bisogno di VALORI solidi e

sani. Da uomo prima e poi da

Comandante, so che l’uomo è

debole, so che non si possono

accontentare tutti, accetto che ci

siano delle meschinità ed in que-

sto anche io ho subito delle delu-

sioni. Però ho deciso di contare

sul BENE, su coloro che quelle

stellette le portano nel cuore co-

me me, di puntare su coloro che

hanno dimostrato di essere più

propositivi e più generosi, in ser-

vizio come in “pensione”, di co-

loro che li circondano.

La speranza è quella di contribui-

re a far germogliare un seme per

una Società migliore, credere,

aver fede sono VALORI, darsi agli

altri, senza essere avari, con

slancio, con ottimismo, in modo

generoso, aiutando così il cam-

biamento in atto del 3° Stormo è

per questo che la gente con le

stellette sulla pelle deve chieder-

si: “Non chiederti cosa può fare il

3° Stormo per Te, ma cosa Tu

puoi fare per il 3° Stormo”.

segue da pag. 1

Page 5: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

Pagina 5

delle Forze Armate riveste gran-

de importanza e urgenza per il

nostro Paese”.

Ne consegue che per la fine

dell’anno sono attesi già i primi

provvedimenti, cui dovranno poi

seguire eventuali adeguamenti

normativi.

Se da un lato si condivide appie-

no la necessità di poter contare

su uno strumento militare più

snello, flessibile e professionale,

viste le ormai strutturali carenze

di risorse per il Comparto Difesa,

dall’altro non si può nascondere

qualche “legittimo” timore, che

va ben al di là della consueta ri-

trosia con cui si assiste ai grandi

cambiamenti ordinativi.

In questi ultimi anni la logistica

dell’Aeronautica Militare ha visto

crescere, consolidare e ricono-

scere il proprio ruolo nel com-

plesso scenario delle operazioni

fuori dai confini nazionali e, dun-

que, “dal centro” stiamo contri-

buendo fattivamente ai vari ta-

voli tecnici con quelle che rite-

niamo essere delle proposte in-

tellettualmente oneste, tese a

sostenere e salvaguardare quelle

specificità aeronautiche che non

possono essere innestate sic et

sempliciter in un contesto joint e

che evidentemente non possono

e non devono andare disperse,

vanificando così anni di studi,

investimenti ed esperienze.

In tale ambito le idee che doves-

sero arrivare anche “dalla perife-

ria” saranno sempre ben accette

ed i Vostri contributi di pensiero

potranno essere utili per cercare

di negoziare la soluzione miglio-

re tra le poche opzioni disponibi-

li.

Insomma, ancora una volta ci

sarà da rimboccarsi le maniche, a

tutti i livelli, per affrontare con

piena consapevolezza e ampia

condivisione un cambiamento

che non ha precedenti per porta-

ta e magnitudo. Buon lavoro a

tutti.

E’ N.A.T.O. L’EVENTO

DELL’ANNO: ALCUNI

RETROSCENA

DELL’ESERCITAZIONE

“TOXIC TRIP 2015” DELLA REDAZIONE

I n occasione della 22^ edi-

zione dell’esercitazione

NATO “Toxic Trip” il 3°

Stormo ha ospitato circa 400 mi-

litari in rappresentanza di Belgio,

Canada, Emirati Arabi Uniti,

Francia, Germania,

Gran Bretagna, Nuo-

va Zelanda, Olanda,

Portogallo, Turchia,

Slovenia, Stati Uniti

e Svezia, nonché di

organizzazioni quali

la “NATO School” di

Oberammergau

(Germania), il “JCBRN Defence

CoE” di Vyskov (Repubblica Ceca)

ed il “Joint Air Power Competen-

ce Center” di Kalkar (Germania).

Diverse settimane di preparazio-

ne e predisposizioni varie hanno

dato il via a questa seconda

esperienza “Toxic” su Villafranca,

quale seguito del successo già

riscosso nel 2013 quando per la

prima volta l’Unità CBRN

(Chimica Biologica Radiologica e

Page 6: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

Pagina 6

Nucleare) dello Stormo conse-

guiva la certificazione NATO,

affermandosi quale eccellenza

dell’Aeronautica Militare Italiana

a livello multinazionale.

In sostanza, “Air CBRN” è una

capacità di difesa CBRN specifica

per contesti aeroportuali che

consente la prosecuzione delle

attività aeronautiche anche in

ambienti contaminati. Esprime,

inoltre, caratteristiche duali poi-

ché idonea anche alla gestione di

emergenze non militari, come ad

esempio per la trattazione in si-

curezza del trasporto in alto bio-

contenimento impegnato nei

casi italiani di Ebola.

Nei giorni di addestramento, le

13 Nazioni partecipanti hanno

potuto lavorare insieme per te-

stare materiali e procedure, co-

noscere a vicenda i punti di forza

e le debolezze e

“allenarsi” (addestrarsi) all’im-

piego di tecnologie al servizio di

militari e civili. Insomma, il tutto

si è sviluppato nell’ottica della

“dualità d’impiego”, per mostra-

re oltre alla tecnologia pretta-

mente militare anche quella che

c’è fuori. In tale ottica,

“l’Industry Day” ha sicuramente

rappresentato un importante

successo, vista la partecipazione

di ben 35 aziende nazionali e

straniere operanti nel settore

CBRN che con l’occasione hanno

presentato mezzi, attrezzature e

materiali d’interesse per il setto-

re. L’evento, sviluppatosi in due

giorni, si è concluso con il “Visit

To Training Day”, volto a pro-

muoverne un’apertura a 360 gra-

di, nei confronti delle numerose

Autorità civili e militari e dei me-

dia intervenuti, nonché dell’im-

prenditoria presente.

La “Toxic Trip 2015” per il 3°

Stormo ha significato un mo-

mento di concentrazione degli

sforzi: ogni singola articolazione

interna è stata chiamata a colla-

borare energicamente alla realiz-

zazione dell’evento - dall’ap-

prontamento delle aree, al po-

tenziamento della capacità di

“Real Life Support”, fino alla si-

mulazione di complessi scenari

addestrativi. Per tutta la durata

dell’esercitazione, una “Host Na-

tion Support Cell” ha coordinato

e filtrato le richieste di supporto

logistico pervenute da parte del-

le varie Nazioni e, solo grazie a

un vero e proprio “gioco di squa-

dra”, a ogni singola attività adde-

strativa ha fatto seguito un’attivi-

tà “social” finalizzata alla crea-

zione di un amalgama efficace

tra tutti i partecipanti. Questi

sono solo esempi delle iniziative

realizzate nella “Toxic Trip 2015”

….. non solo una seconda edizio-

ne, ma soprattutto un secondo e

importante banco di prova volto

a valorizzare a livello NATO l’o-

perato quotidiano dello Stormo,

chiamato nella sua interezza a

esprimere tutta l’esperienza ma-

turata negli anni, per mettersi in

gioco e continuare a essere sem-

pre presente!

Page 7: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

Pagina 7

“UNA NUOVA SFIDA: FARE MEGLIO CON MENO” DEL PRESIDENTE DEL CIRCOLO DEL TERZO - GENERALE DI SQUADRA AEREA ALBERTO NOTARI

Ho avuto recentemente il privile-

gio di assistere ad una cerimonia,

molto semplice, breve, ma non

per questo meno solenne di altre

che, in varie occasioni, inten-

dono valorizzare eventi e ri-

correnze significativi per la

vita dei nostri Reparti. Mi rife-

risco all’attribuzione di un

encomio solenne collettivo al

Terzo Stormo per l’attività

svolta nei vari teatri in cui il

personale del Reparto ha opera-

to nell’assolvimento dei compiti

assegnati. Mentre il testo

dell’encomio veniva letto al per-

sonale schierato alla presenza

del Comandante Logistico, Gene-

rale di S.A. Gabriele Salvestroni,

ho ripercorso velocemente il pe-

riodo trascorso presso gli

istituti di formazione ove

ho avuto modo di com-

prendere che esistono

atti che intendono dare

valore all’impegno ed al

sacrificio che l’uomo in

uniforme compie solo per

tener fede alla parola da-

ta. Purtroppo la vita quo-

tidiana, ora come allora, ci mo-

stra come convenienza ed op-

portunismo siano molto più co-

modi e facili da praticare; eppure

c’è stata gente che non ha cedu-

to, e continua a non cedere, alla

tentazione della via facile. Ho

quindi imparato ad apprezzare

quanto importante sia non dare

per scontato che senso del dove-

re, correttezza, lealtà e disponi-

bilità verso la comunità siano

valori del tutto normali che

ognuno di noi possiede “di de-

fault”. Detti valori devono essere

coltivati, insegnati ed interioriz-

zati e praticati, talvolta con sacri-

ficio; per fare ciò gli istituti di for-

mazione impiegano tempo e ri-

sorse che, alla prova dei fatti,

risultano un ottimo investimen-

to. Cosa c’è quindi di meglio

dell’esempio quotidiano che i

nostri uomini e donne ci offrono

silenziosamente? Sarebbe illogi-

co non valorizzarlo e lasciarlo

passare sotto silenzio. Ecco quin-

di che una pacca sulla spalla ed

un “ben fatto” servono a dimo-

strare che il lavoro non passa

inosservato, soprattutto se di

qualità. Ecco quindi cosa è suc-

cesso sul piazzale del coman-

do di stormo. Un evento cui

ho assistito con la presunzio-

ne e l’intima soddisfazione di

avere, in qualche modo, con-

tribuito anche io. Non vi sem-

bri un pensiero folle, ma co-

me abbiamo detto altre volte,

vedo nei giovani uomini e donne

del Terzo Stormo di oggi, coloro

che assolvono al compito che,

qualche anno fa ormai, era il mio

e dei miei colleghi. Anche noi

abbiamo cercato di essere all’al-

tezza di chi ci aveva preceduto in

tempi anche molto difficili, ed

anche noi abbiamo avuto

il riconoscimento di un

lavoro ben fatto. Certo

l’impiego era diverso ma

l’impegno identico, il no-

stro riconoscimento era il

titolo di “combat ready”

che ogni anno ci veniva

attribuito, sotto forma di

attestato, dopo una serie

di prove che concludevano tutto

un anno di esercitazioni, rischie-

ramenti e missioni cosiddette

Page 8: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

Pagina 8

UNA NUOVA ENCICLICA: “LAUDATO SI” DI GIAN PAOLO MANENTI

I l 18 giugno 2015 è stata

pubblicata la nuova Encicli-

ca di Papa Francesco,

“Laudato sì”, 190 pagine suddivi-

se in sei capitoli dedicati alla cu-

ra del creato. Non c’è dubbio, da

un Francesco, quello di Assisi, a

un altro, quello di Roma. Chiaro

ed esplicito il titolo, un rimando

netto a San Francesco e alla sua

visione della natura e dell’essere

umano. “Laudato sì mi Signore”,

cantava San Francesco d’Assisi e

ci ricordava in questo cantico

delle creature che la nostra casa

comune, la terra, è anche madre

e sorella.

Per la prima volta nella storia

della Chiesa un’enciclica è intito-

lata con le parole di San France-

sco, ed è anche la prima enciclica

totalmente dedicata al problema

dell’ambiente e alla crisi ecologi-

ca che minaccia l’intero pianeta.

L’enciclica mette in risalto que-

“reali”. Quel semplice attestato

che riportava la formula

“Combat Ready Status” per l’an-

no x non era una pura formalità

ma una vera e propria analisi di

quanto e come era stato fatto; si

trattava di una dettagliata disa-

mina, talvolta impietosa, dei

risultati ottenuti, commentati

alla presenza di tutti e pubblicati

in appositi documenti. Questi

costituivano la base sulla quale

veniva preparato il compito per

l’anno successivo in quanto oc-

correva migliorare quei punti

che erano stati valutati

come meritevoli di

attenzione. Come si

può vedere sono cam-

biati i tempi ed i compiti,

ma l'impegno richiesto è

rimasto immutato; que-

sta è una considerazione

che mi sta molto a cuore dal

momento che l’Aeronautica Mi-

litare ha subito un significativo

cambiamento ed una sostanzia-

le riduzione: ha perso alcuni ae-

roporti, ha posto alcuni gruppi

di volo in posizione quadro, ha

diminuito il numero del perso-

nale ma non ha mutato l’entità

dell’impegno, anzi, sotto certi

profili lo ha addirittura aumen-

tato per corrispondere alle

aspettative del nostro sistema

Paese che ci ha posto di fronte

ad una nuova sfida: fare meglio

con meno. Ebbene, i nostri gio-

vani colleghi in uniforme stanno

dimostrando che questa ultima

è una sfida che si può vincere,

soprattutto se ben organizzati e

ben diretti e se si dispone di un

solido patrimonio di tradizioni

costruite nel tempo con impe-

gno e sacrificio. Esso rappresen-

ta la nostra eredità morale, ci

conforta essere testimoni dei

risultati che il Reparto continua

ad annoverare e ci rende orgo-

gliosi essere stati lontani artefici

dei successi del nostro

Terzo Stormo, molto ben

sintetizzati dall’espressio-

ne con cui il Gen. Salve-

stroni ha voluto chiudere

il suo intervento dopo

aver consegnato nelle

mani del Comandante la

motivazione dell’encomio solen-

ne attribuito al personale: Terzo

Stormo, la squadra che vince.

Page 9: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

Pagina 9

stioni importanti, che se non

vengono banalizzate o sminuite,

confondendole con un ecologi-

smo da salotto, sono destinate a

dare un orientamento chiaro e

preciso per il cammino

dell’umanità. Un orienta-

mento spirituale e dottri-

nale che coinvolge l’a-

spetto antropologico e so-

ciale della nostra umanità.

L’idea che l’essere umano

si collochi al di sopra di

tutto e possa disporre del

pianeta terra a suo piacimento

non ci deve far sentire autoriz-

zati a saccheggiarlo delle sue

risorse. La violenza inaudita di

tale atteggiamento, dice Papa

Francesco, nel testo dell’Encicli-

ca, “si manifesta nei sintomi di

malattia che avvertiamo nel suo-

lo, nell’acqua, nell’aria e negli

esseri viventi”.

Troppo spesso l’essere umano,

creatura, si contrappone o vuole

sostituirsi al Creatore, dimenti-

candosi che pure lui, l’essere

umano, è parte integrante sep-

pur privilegiata della creazione.

Il salto di qualità che siamo invi-

tati a fare è prima di tutto a li-

vello antropologico, l’uomo non

deve più considerarsi “padrone”

dell’universo, ma semplicemen-

te custode delle sue bellezze e

ricchezze. In una visione più spi-

rituale potremmo dire che attra-

verso l’esperienza della contem-

plazione del creato possiamo

arrivare al Creatore e amare il

Creatore, non può non farci am-

mirare, gustare e amare ciò che

non è opera delle nostre mani

né tantomeno della nostra co-

noscenza-scienza. Ripensando al

Cantico delle Creature di San

Francesco, conosciuto anche

come il Cantico di Frate Sole e

Sorella Luna, testo poetico lette-

rario, ma soprattutto preghiera,

siamo nel 1225 in una società

chiusa, quasi succube degli

eventi della natura, il cantico è

un’esplosione di vita, una vita

che va vissuta con gioia, in un

rapporto costantemente positi-

vo tra l’uomo e il creato perché

il creato è immagine

dell’“Altissimu, onnipotente bon

Signore”. Il Cantico delle Creatu-

re né tantomeno l’Enciclica non

sono un trattato di ambientali-

smo, ma seppur con modalità

diverse, un richiamo alla respon-

sabilità degli uomini e delle don-

ne di fronte al creato. Un richia-

mo al rispetto nei tempi e nei

modi verso un mondo che sem-

bra sfuggirci di mano. Direbbe

San Francesco: “Nostra

madre Terra ne sustenta

e governa, e produce di-

versi frutti con colori fiori

et herba”. Il frutto della

terra mediante il lavoro

dell’uomo, il libero ac-

cesso all’acqua, sono un

diritto per tutto il genere

umano, un diritto inalienabile, e

non prerogativa di pochi. Papa

Francesco con un messaggio

universale, forte e chiaro, dai

toni precisi che non lasciano

spazio ad ambiguità o a interessi

di parte, rivolto non solo ai cri-

stiani, afferma che la cura

dell’ambiente, non deve essere

preoccupazione di pochi, ma un

dovere di tutti, ecco allora il sen-

Page 10: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

Pagina 10

SOTTO LA STESSA

BANDIERA! DI BIANCA BARBERA

I n poche righe non è impre-

sa facile presentarvi il mon-

do civile. Vorrei raccontarvi

e “fotografarvi” la componente

civile in forza allo Stormo; tratta-

si di una quarantina di colleghi

che da sempre offre la propria

professionalità al servizio della

Forza Armata, al fianco del per-

sonale militare, “sotto la stessa

bandiera”, per l’appunto.

Senza divisa, all’apparenza diver-

si, certamente regolamentati da

contratti di lavoro e normative

diverse, i dipendenti civili, di

fatto, condividono nell’anima e

nello spirito quel senso di appar-

tenenza che contraddistingue

tutto il personale di Villafranca.

Numericamente siamo ridotti

(rispetto a una componente mili-

tare certamente superiore) e

questo lascerebbe immaginare

che di noi non resti traccia o ad-

dirittura che il nostro operato si

“disperda offuscato” dalla visibi-

lità delle stellette ….. invece

spesso è proprio il nostro contri-

buto a far la differenza!

Siamo presenti in modo diffuso e

capillare all’interno del Reparto,

impiegati, nel rispetto dei profili

professionali di appartenenza, in

tutte le tre macroaree di attività

lavorativa: dall’area uffici, a quel-

la più tecnica delle lavorazioni,

passando per l’area logistica e

dei servizi generali (telefonia,

ristorazione, gestione materiali).

Ebbene, in ognuno di questi

settori contiamo una buona rap-

presentanza che opera, in alcuni

casi, anche ricoprendo posizioni

di responsabilità a Capo di Nuclei

so dell’Enciclica. Attualizzare il

messaggio dell’Enciclica, ci spro-

na a cogliere non solo i sintomi

ma anche le cause più profonde

della situazione

attuale. L’attività

umana, ormai è chia-

ro, è uno dei fattori

principali che stanno

generando cambia-

menti climatici, ne

consegue una grave

responsabilità morale e sociale

in particolar modo verso quella

parte di mondo più povera. Un

serio esame di coscienza andreb-

be fatto sul versante economico,

politico, imprenditoriale, nelle

diverse culture di appartenenza.

Viene, però, da chiedersi: quale

coscienza sta alla base di tutto

questo? L’obiettivo sembra rima-

nere il maggior profitto, lo

sfruttamento insensato delle ri-

sorse pensandole infinite e an-

che l’essere umano, nonostante

la sua continua evoluzione, da

sempre considerato materia di

sfruttamento. Non possiamo di-

menticare le schiavitù di ieri, la

tratta degli schiavi e

quelle di oggi, l’immi-

grazione forzata, ca-

poralato e lavoro ne-

ro. Non e mai troppo

tardi per recuperare

un’armonia che sem-

bra essersi perduta,

un equilibrio tra essere umano e

creato, una priorità assoluta se

vogliamo garantire un futuro so-

stenibile per le prossime genera-

zioni.

Page 11: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

Pagina 11

o Sezioni, del tutto alla pari del

restante personale militare uffi-

ciale.

Escludendo, per ovvie ragioni, la

Sezione Personale Civile, di cui

sono Responsabile, merita una

prima citazione il nostro Funzio-

nario Tecnico per la meccanica e

la motoristica Paolo Marzellotta,

recentemente nominato Capo

Nucleo Prevenzione e Protezione

Enti Coubicati del locale Servizio

Locale Comprenso-

riale Prevenzione e

Protezione, proprio

per l’alta specializ-

zazione conseguita

e la competenza

dimostrata nel cor-

so dei trenta anni

di onorato servizio.

E’, infatti, il consu-

lente privilegiato

della Dirigenza nel

settore delicato e in continua

evoluzione della sicurezza e salu-

te sul posto di lavoro. Coordina e

svolge personalmente attività di

formazione/informazione a tutto

il personale del Reparto, riceven-

do stima e apprezzamento da

parte di tutti i corsisti, anche

esterni.

Altrettanto significativo del ruolo

direttivo ricoperto dal personale

civile è l’incarico attribuito al

Funzionario Amministrativo Dott.

Giampaolo Pellegrino, Capo Se-

zione Formazione Avanzata pres-

so il Gruppo Addestramento

Operativo.

Nominato dal Comandante re-

sponsabile dei progetti di colla-

borazione fra Stormo, Università

e altri Enti di Formazione Avan-

zata esterni alla Forza Armata, ha

contribuito alla sottoscrizione

della Convenzione stipulata fra

l’Aeronautica Militare 3° Stormo

e l’Università di Verona per l’av-

vio del corso di Laurea Magistra-

le in Governance dell’Emergenza.

Cura, inoltre, lo studio di fattibili-

tà dei progetti di ricerca tecnolo-

gica in gestazione fra 3° Stormo e

Università, fornendo al Coman-

dante il supporto di staff neces-

sario per il raggiungimento degli

scopi prefissati e fornendo il ne-

cessario coordinamento fra le

diverse Istituzioni interessate.

Sempre in area amministrativa,

ancorché in posizioni non apicali,

molti colleghi, fianco a fianco,

condividendo la quotidianetà col

personale militare; si pensi ai

contabili inseriti nel Nucleo Asse-

gni, agli addetti alla contabilità e

gestione dei materiali, agli assi-

stenti impiegati in varie attività

di segreteria. Questi, a differenza

del personale militare maggior-

mente soggetto a missioni o a

trasferimenti, garantiscono nelle

Sezioni di appartenenza quella

continuità lavorativa e quel fon-

damentale passag-

gio di sapere tra

risorse, il cosid-

detto “know-

how”.

Da ultimo, ma ve-

ro motivo di vanto

per la categoria, in

un Reparto opera-

tivo come lo Stor-

mo, è la compo-

nente civile impie-

gata presso l’area tecnica e delle

lavorazioni. In tuta da lavoro,

giorno dopo giorno, i nostri

elettricisti, meccanici, elettro-

meccanici, manutentori edili,

motoristi, termoidraulici si ado-

perano per garantire la manu-

tenzione ordinaria e straordina-

ria delle Infrastrutture del Repar-

to.

Sono “ragazzi” con molti anni di

esperienza alle spalle, con una

formazione scolastica specialisti-

ca, capaci con la maestria delle

Page 12: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

Pagina 12

LEADESHIP E GIOCO

DI SQUADRA DI ANDREA ALTERIO

O gni organizzazione

complessa ed articola-

ta, in particolare quel-

le moderne e di stampo impren-

ditoriale, fa del dinamismo e del-

la capacità di performare il pro-

prio punto di forza.

Nelle strutture organizzate di

grandi dimensioni, si tendono a

selezionare maestranze in pos-

sesso di qualità complessive nor-

mali e di abilità professionali

adeguate al settore dove le stes-

se verranno collocate. Questa

combinazione deve permettere il

raggiungimento degli obiettivi

aziendali e della missione impie-

gando, in

maniera sufficientemente bilan-

ciata, il personale di cui si dispo-

ne e che il mercato offre. Più

l’azienda l’organizzazione è viva-

ce ed ambiziosa, più insistente-

proprie abilità manuali, delle

opere più grandiose e una tra

tutte il ripristino di un velivolo,

l’RF-84F Thunderflash, uno degli

ultimi esemplari che rievoca la

gloriosa storia del 3° Stormo, re-

staurato dal grup-

po di lavoro guida-

to dall’Assistente

tecnico per le lavo-

razioni, verniciato-

re specializzato

Giovanni Marango-

ni.

Peraltro, grazie

all’impiego di que-

ste risorse, l’Ammi-

nistrazione ha po-

tuto razionalizzare i costi e con-

tenere la spesa con grande van-

taggio in termini di ottimizzazio-

ne dei costi/efficacia, soprattutto

in tempi di spending-review.

Ebbene, il Comando del Colon-

nello Cicerone ha riportato

l’attenzione sulla componente

civile segnando un bel passo sul

piano delle nuove opportunità

lavorative e della valorizzazione

delle nostre capacità.

Penso, ad esempio, alla sempre

più frequente partecipazione del

personale civile alle missioni na-

zionali, come ben testimoniato

lo scorso numero dal collega Lui-

gino Del Pozzo. Penso all’impe-

gno assunto dal Comandante

stesso nel valutare la concreta

possibilità di invio del personale

civile all’estero, nel corso delle

Operazioni Fuori dai Confini Na-

zionali, inserendo proprio dette

eccellenze all’interno delle squa-

dre a contatto.

Penso alle varie attività formati-

ve riservateci in più settori, pro-

prio nella consapevolezza che

attraverso l’aggiornamento pro-

fessionale e l’accrescimento cul-

turale si ottimizzi la professiona-

lità di ogni singola

risorsa umana.

Penso al nuovo e

imminente Servizio

di Vigilanza a cura

del personale civile

che sarà attivato

presso la Zona Re-

sidenziale del Re-

parto, proprio gra-

zie alla fiducia e

perseveranza del

nostro Dirigente.

Per tutto ciò ringrazio il Coman-

dante a nome di tutta la Forza

Civile. Questa è la nostra occa-

sione. Da cogliere “al volo” …..

giacché apparteniamo all’Aero-

nautica Militare.

Page 13: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

Pagina 13

mente si cercano altre qualità

nel personale, come la flessibili-

tà, l’intuizione, la disponibilità e

la tenacia nel contribuire fattiva-

mente al perseguimento dei ri-

sultati attesi, dimostrando di sa-

per superare gli imprevisti e di

adeguarsi ai mutamenti degli

scenari e delle circostanze.

C’è un’altra qualità molto

richiesta e tutt’altro che ov-

via: la capacità di lavorare in

team, ossia saper fare e par-

tecipare al gioco di squadra.

Tutti noi tendiamo ad asso-

ciare la dote nel “fare grup-

po” a tutti coloro che lavora-

no in un grande gruppo,

un’impresa così come nel

settore militare quasi fosse

una qualità quasi innata.

La capacità di relazionarsi con il

prossimo – colleghi, superiori o

clienti – è assolutamente deter-

minante in molte professioni ca-

ratterizzate da un contatto di-

retto e frontale; “analogico”, po-

tremmo dire nell’era della digita-

lizzazione e dei social network.

Quando questa dote viene

espressa nel rapporto con un

singolo interlocutore, come nel

caso di un commesso, queste

attitudini sociali e comunicative

sono essenziali, ma la propensio-

ne a lavorare in team anche in

ambienti fortemente gerarchiz-

zati è un altro discorso e un ban-

co di prova diverso.

È un test per colui che è il leader

di un gruppo, di un team più o

meno ampio. Egli ha il compito di

comprendere le attitudini, i punti

di debolezza e di forza professio-

nali ed umani dei singoli compo-

nenti della propria squadra. So-

prattutto deve essere in grado di

intuirne le aspirazioni e leggerne

le peculiarità caratteriali per riu-

scire a “toccare le giuste corde”

dei propri uomini e donne: se il

leader è in possesso di questo

attributo e riesce ad esercitarlo

con equilibrio misura e tempi

giusti, ognuno dei suoi collabora-

tori potrà esprimere meglio le

proprie abilità, trovando nel

gruppo la dimensione più conge-

niale e facendo si che le fisiologi-

che frizioni tra individui siano

meno acute e dirompenti.

Se il capo squadra, il capitano,

deve sfoderare questa peculiari-

tà - generalmente non innata ma

che può essere coltivata ed ac-

cresciuta anche i componenti

della squadra, i gregari, gli

“sherpa”, debbono saper svilup-

pare la stessa abilità. Perché è

più intelligente e proficuo per

tutti creare buone relazioni ed

armonia all’interno di un team

anziché alimentare tensioni

controproducenti ed ingesti-

bili per tutti.

In ogni contesto sociale, pro-

duttivo o gerarchizzato, è

considerata una “best practi-

ce” riuscire a comprendere

ed imparare a riconoscere le

tonalità del proprio carattere

— ruvidità e dolcezze — e

quelle altrui quale punto di

partenza per condurre una

convivenza in maniera costrutti-

va, di sana competizione e non

conflittuale. Facendo parte di un

team, prescindendo dal rango

rivestito, è fondamentale com-

prenderne l’importanza, come la

Page 14: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

Pagina 14

sommatoria potenzialmente vin-

cente delle individualità dei suoi

componenti.

Probabilmente tutti aspiriamo ad

essere “leader” ma oltre ad aver-

ne il carisma, lo spessore, le atti-

tudini, il ruolo porta con sé più

impegni e carichi che libertà e

distrazioni (“ ….. da un grande

potere derivano grandi respon-

sabilità .....” diceva lo zio a Peter

Parker, l’Uomo Ragno).

Prima di immaginare e tentare di

essere leader dobbiamo sforzarci

di essere un valido gregario, un

“portatore d’acqua” affidabile. In

una squadra nessun campione,

fenomeno o fuoriclasse, per

quanto inarrivabile vince una

competizione, raggiunge un tra-

guardo, conquista un’affermazio-

ne senza il resto del team: questi

debbono garantire quell’apporto

di continuità produttiva, di per-

formance, di compartecipazione;

qualità che rappresentano la

quintessenza di un gruppo.

La storia negli sport, nella politi-

ca, nelle arti militari, nelle scien-

ze e in ogni contesto umano è

costellata di esempi incredibili

dove è l’insieme a prevalere sul

singolo. La natura ci offre ogni

giorno esempi in tal senso: le

comunità di api e formiche, dei

grandi felini e di altri mammiferi

esaltano questo concetto. È fon-

damentale credere in se stessi,

nelle proprie peculiarità e non

considerarsi inferiori al collega o

compagno: l’apporto di ogni

componente del gruppo è l’in-

grediente irrinunciabile per rag-

giungere un obiettivo comune

senza snaturare le singole abilità

e caratteristiche.

Durante la mia vita professionale

ho avuto la fortuna di essere

affiancato e guidato da veri pro-

fessionisti e militari autentici che

prima di tramandarmi le cono-

scenze e supportarmi nel mio

percorso lavorativo mi hanno

aiutato a comprendere e gestire

le varie situazioni. Lavorando e

facendo parte di un gruppo ho

appreso ancor meglio il valore

dell’impegno in prima persona,

delle quotidiane difficoltà come

professionisti e come individui,

dei traguardi raggiunti, anche di

quelli piccoli. Soprattutto il valo-

re del rispetto di coloro che fan-

no parte della tua squadra, della

condivisione delle esperienze e

delle responsabilità, degli inse-

gnamenti di chi ha intrapreso il

nostro stesso percorso ed abi-

tuarsi ad osservare le cose da più

prospettive. Essere avari verso i

colleghi più giovani nel “cedere”

un po’ del sapere cumulato oltre

che sciocco è una sterile ed inuti-

le difesa intergenerazionale: è

come possedere un oggetto di

pregio e tenerlo nascosto a chi ci

circonda. Proprio le tradizioni

militari esaltano la coesione tra

persone esternandola attraverso

gli emblemi, l’araldica ed altre

testimonianze tramandate tangi-

bilmente e oralmente: tradizioni

che ci collegano alle generazioni

passate vissute in contesti sociali

e storici sicuramente diversi ma

anche tragici e gloriosi.

Vorrei concludere questo mio

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Pagina 15

L’INVITO DELLA FOLLIA DI CLAUDIA MACCHI

L ’estate è volta già al ter-

mine .…. in un baleno

siamo già arrivati a otto-

bre ….. è il tempo della vendem-

mia, di raccogliere dai succosi

frutti che il sole estivo ha matu-

rato e cresciuto il prezioso netta-

re, di fare le marmellate ….. le

conserve per l’inverno ….. per

quando servirà chiudere gli occhi

e riprendere nel corpo il

calore della terra che ci

conforta e ci dona le

energie per affrontare

l’autunno e poi l’inverno.

E di questa energia do-

vremo nutrirci per affron-

tare tutti gli impegni, le

sfide, le novità ….. con

slancio e dedizione ….. e

con l’audacia necessaria

per rischiare e per sognare …..

Ma cosa c’entra - direte voi - la

follia con il quadro di dolci, ame-

ne immagini che vi ho appena

dipinto?

Apparentemente nulla! Anzi,

probabilmente il titolo e l’incipit

non possono che aver suscitato

in voi un’ovvia perplessità, maga-

ri un pizzico di curiosità ….. spe-

ro, invece, che non siano stati

motivo per farvi credere che pro-

prio chi scrive sia improvvisa-

mente colta da insana follia!

So bene di non poter essere io a

togliervi il dubbio, visto che chi è

folle è sempre ben lontano dal

ritenere di esserlo!

Non è della follia ascrivibile alla

devastante patologia da neuro-

delirio a cui faccio riferimento.

Molto più semplicemente pensa-

vo a quella componente della

nostra emotività che ci caratte-

rizza un po’ tutti, che ci accompa-

gna nella nostra quotidianità, ma

le cui manifestazioni sono spesso

intervento con due citazioni

espresse da due uomini

che hanno compiuto per-

corsi molto diversi tra loro:

un politico e un filosofo.

“Quando assumete delle

persone più in gamba di

voi dimostrate di essere

più in gamba di loro” (R.H.

Grant, politico canadese).

“Mostrate fiducia nei vostri uo-

mini ed essi faranno in modo da

meritarsela; trattateli da profes-

sionisti seri ed essi faranno di

tutto per non deluder-

vi” (R.W. Emerson, filoso-

fo statunitense).

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Pagina 16

da noi stessi inibite, razional-

mente e consapevolmente re-

presse, in omaggio all’immagine

di maturità, serietà e credibilità

che siamo tenuti a mostrare nel

nostro agire di responsabili ap-

partenenti alla società, al mondo

del lavoro, alla istituzione milita-

re, alla famiglia.

Grandi scienziati e studi scientifi-

ci sostengono che una parte di

follia sarebbe una “spezia” per

condire la nostra vita, le nostre

relazioni, le nostre

emozioni, le nostre

passioni: “il saggio è

eccessivamente

prudente, e pertan-

to non si avventura

nel mondo, ma si

accontenta di ciò

che ha; al contrario

il folle possiede l’audacia neces-

saria per rischiare e per sognare

….. ” (Erasmo).

Riprendendo l’immagine con cui

ho esordito, quella malinconica

della fine dell’estate, che ci invi-

ta a guardare al “serioso” e fati-

coso ritorno all’impegno del la-

voro, della routine, non ritenete,

forse, che quel sentimento non

sia altro che l’inevitabile con-

trappasso alla spensieratezza e

all’allegria delle vacanze?

Non è forse vero che per ognu-

no di noi molti momenti di armo-

nia siano stati spesso accompa-

gnati (magari anche generati!)

da episodi di innocente o, alme-

no, perdonabile follia?

Voglio condividere con Voi una

storia sui sentimenti e lasciarVi

(spero) uno spunto di riflessione

su ognuno di loro.

Un giorno, la Follia decise di in-

vitare i suoi amici a prendere un

caffè da lei, dopo il caffè la Follia

propose: “giochiamo a nascondi-

no?” “nascondino? che cos’è?”

domandò la Curiosità

“nascondino è un gioco, Io conto

fino a cento e voi vi nascondete;

quando avrò terminato di conta-

re, vi cercherò e il primo che tro-

verò sarà il prossimo a contare”.

Accettarono tutti ..… ad eccezio-

ne della Paura e della Pigrizia.

“Uno ….. Due ….. Tre ….. ” la Fol-

lia cominciò a contare .

La Fretta si nascose per prima,

dove le capitò.

La Timidezza, timida come sem-

pre, si nascose in un gruppo di

alberi. La Gioia corse in mezzo al

giardino.

La Tristezza cominciò a piangere,

perché non trovava un angolo

adatto a nascondersi.

L’Invidia si unì al Trionfo e si na-

scose accanto a lui dietro a un

sasso.

La Follia continuava a contare,

mentre i suoi amici si nasconde-

vano. La Disperazione era dispe-

rata, sentendo che la Follia era

già a novantanove.

“Cento! – gridò la Follia – ora

comincerò a cercare”.

La prima a essere trovata fu la

Curiosità, poiché

non aveva potuto

impedirsi di uscire

per veder chi sa-

rebbe stato il primo

ad essere scoperto.

Guardando da una

parte, la Follia vide

il Dubbio sopra un

recinto, che non sapeva da quale

lato nascondersi meglio.

E così di seguito scoprì la Gioia,

la Tristezza, la Timidezza.

Quando tutti erano riuniti, la Cu-

riosità domandò: “dov’è l’Amo-

re?” Nessuno l’aveva visto …..

La Follia cominciò a cercarlo.

Cercò in cima ad una montagna,

nei fiumi, sotto le rocce. Ma non

trovò l’Amore.

Cercando da tutte le parti, la Fol-

lia vide un rosaio, prese in mano

un pezzo di legno con cui avan-

zare in mezzo alle spine, e co-

minciò a cercare tra i rovi, finché

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“STRADA FACENDO”!VERSO IL 3° STORMO SU UN TRATTO DI STORIA ANTICA DI MICHELE CARNEVALE

L unedì, ore 7.40. I chilo-

metri che mi separano

dall’inizio di un’altra

settimana di intensi impegni la-

vorativi sono ormai una mancia-

ta. Il traffico avanza lento e que-

sto mi consente di perdermi per

qualche istante nel cielo terso,

effetto del temporale notturno

che ha ripulito l’aria, e nelle mille

sfumature del giallo, arancione e

rosso, colori meravigliosi che so-

lo l’autunno sa regalarci.

Jane, che col suo perfetto accen-

to londinese dà vita al mio navi-

gatore, con tono gentile e allo

stesso tempo perentorio mi dice

“at the roundabout take the se-

cond exit onto Via Postumia” e

come ogni mattina all’ascolto di

questo messaggio, suggestionato

dalle reminiscenze dei miei esa-

mi universitari in Topografia An-

tica, mi chiedo se e quante delle

persone che la percorrono sanno

che questa strada è molto più

vecchia di quanto i grossi alberi

che ne se-

gnano i

margini

possano far

credere. In

effetti, quel

tratto di

strada an-

cora oggi

identificato a Villafranca col to-

ponimo di Via Postumia è soltan-

to un piccolo frammento di quel-

la lunga arteria fatta costruire

nel 148 a.C. dal console romano

Postumio Albino nel territorio

della Gallia Cisalpina per far sì

che i due principali porti della

penisola italiana settentrionale,

Genova e Aquileia, fossero con-

nessi via terra.

La Via Postumia è perciò parte

dell’opera più imponente e dura-

tura mai realizzata dai romani

ovvero di quel sistema viario,

frutto di una progressiva evolu-

zione che si è compiuta nell’arco

di almeno cinque secoli dal pe-

riodo regio all’età imperiale, che

si estendeva per oltre 80.000

chilometri. Nato per scopi essen-

zialmente militari soprattutto per

la necessità di far spostare le le-

gioni in maniera rapida e sicura,

questo au-

tentico si-

stema arte-

rioso

dell’impero

è diventato

man mano

lo strumen-

to che ha

consentito una sempre maggiore

circolazione di persone, merci,

costumi e culture rendendo di

fatto possibile la prima globaliz-

zazione terrestre della storia.

Qualcosa di simile era già avve-

nuto con i fenici e i greci ma limi-

tatamente ai territori prospicenti

le coste.

Il concetto che i romani avevano

delle strade, dalla progettazione,

fino alla manutenzione, è sor-

ad un tratto sentì un grido.

Era l’amore, che gridava perché

una spina gli aveva ferito un oc-

chio. La Follia non sapeva che

cosa fare …..

Si scusò, implorò l’Amore per

avere il suo perdono e finì per

promettergli di seguirlo per sem-

pre. L’Amore commosso accettò

le sue scuse.

E così da allora l’amore è cieco e

la follia l’accompagna sempre.

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Pagina 18

prendentemente moderno.

Le vie erano costruite sul suolo

demaniale e sottoposte all’am-

ministrazione dello Stato. In età

repubblicana la decisione di apri-

re una strada pubblica spettava

al Senato, l’attuazione veniva

affidata ai magistrati ordinari

(consoli, censori, pretori) mentre

la costruzione vera e propria era

opera dell’esercito, soprattutto

nei territori di nuova con-

quista, dove era richiesta la

presenza delle legioni.

L’imperatore Augusto, a

partire dal 20 a.C., istituì

l’ufficio della cura viarum,

affidata a magistrati con

competenze territoriali (i

curatores viarum), molti dei qua-

li hanno legato la propria carica

ad una o più strade come l’Ap-

pia, la Cassia, la Clodia, l’Emilia,

la Flaminia e la Salaria.

Le strade erano percorse da sol-

dati, funzionari statali, commer-

cianti e privati cittadini per le più

svariate esigenze e si viaggiava a

piedi, a cavallo, su carri di diver-

so tipo, coperti o scoperti, con

mezzi propri o presi a

noleggio.

Si tenga conto che un

viaggiatore a piedi pote-

va percorrere in un gior-

no circa 20 miglia (pari a

30 chilometri), mentre

con un carro faceva solo qualche

miglio in più. Nelle fonti è citato

un viaggio compiuto a bordo di

un carro da Cicerone, intorno

alla metà del I secolo a.C., da Be-

nevento a Taranto lungo la via

Appia, che durò ben sette giorni,

con una media di 19 miglia gior-

naliere percorse nel tratto ap-

penninico e di 32 nel tratto di

pianura. I corrieri, che portavano

dispacci urgenti, potevano arri-

vare a coprire oltre 50 miglia al

giorno. Imprevisti di carattere

naturale come allagamenti e

smottamenti, o l’intral-

cio di ladri e briganti,

rappresentavano poi

elementi che rallentava-

no ulteriormente l’an-

datura.

In tempi più remoti le

strade avevano un an-

damento che assecondava la na-

tura del terreno e si adattava alla

morfologia dei rilievi, ma a parti-

re dalla fine del IV secolo a.C. si

impiegarono, per la prima

volta con la via Appia, veri e

propri interventi ingegneri-

stici (bonifiche di acquitrini,

costruzione di ponti, di argi-

ni e terrazzamenti, tagliate

rupestri, viadotti e gallerie)

che favorivano il supera-

mento degli ostacoli naturali e

agevolavano il collegamento di-

retto fra due terminali. I notevoli

investimenti necessari alla realiz-

zazione di tali opere erano parte

del prezzo che Roma doveva pa-

gare per realizzare la sua politica

di espansione.

Dalle fonti letterarie e dalle ana-

lisi dei tratti rinvenuti, si è appre-

sa la tecnica normalmente im-

piegata nella costruzione delle

strade romane. La sede stradale,

di solito larga nella parte carrabi-

le intorno ai 4,10 metri, veniva

scavata e successivamente col-

mata con quattro strati di spes-

sore variabile: lo statumen, co-

stituito da una specie di fonda-

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Pagina 19

zione in blocchi di pietra; la rude-

ratio, una sorta di conglomerato

di pietre e di calce; il nucleus,

strato di ghiaia compressa; infine

il summum dorsum o pavimen-

tum che ricopriva la massicciata

stradale solitamente formato da

blocchi poligonali di pietra, ma

anche da ghiaia e pezzame lapi-

deo minuto. Il profilo convesso

della pavimentazione favoriva lo

scolo delle acque piovane ed era

di norma contenuta da due filari

di blocchi di pietra che

segnavano il limite dei

marciapiedi

(crepidines). La lastri-

catura in basalto o in

altra pietra dura, che

conferiva alla strada

un’immagine di solidi-

tà e resistenza, era

però tipica soltanto

dei centri urbani, delle aree im-

mediatamente prospicenti e del-

le zone extraurbane del Lazio e

dell’Italia centro-meridionale.

Le risorse disponibili e la qualità

dei suoli infatti potevano modifi-

care lo schema di costruzione

appena descritto. Nel caso di ter-

reni molli, ad esempio, il fondo

veniva consolidato con una pali-

ficata lignea o con anfore capo-

volte che favorivano il drenaggio.

In altre situazioni, come nella

Pianura Padana, le strade ex-

traurbane venivano realizzate

solitamente con tecniche defini-

te “leggere” che prevedevano

una massicciata di ciottoli fluviali

o di ghiaia, sovrapposta ad un

basamento di sabbia e ghiaino

molto fine, talora con presenza

di calce. Inoltre, in aree pianeg-

gianti le strade extraurbane era-

no spesso tracciate su argini, per

favorire l’attraversamento di ter-

reni umidi o comunque per ga-

rantirne la percorribilità in ogni

stagione. In ambito rurale, infine,

la viabilità locale era caratterizza-

ta dalla presenza di percorsi in

semplice terra battuta (viae ter-

renae), sempre con la garanzia di

una costante agibilità.

Al di fuori delle città le strade

erano scandite, a distanze abba-

stanza regolari, da luoghi di sosta

attrezzati per i viaggiatori. Nell’e-

tà imperiale avanzata le fonti di-

stinguono due tipi fondamentali:

la mansio e la mutatio, assimila-

bili rispettivamente ai nostri mo-

tel e stazioni di servizio. La man-

sio era una struttura per il per-

nottamento dei viaggiatori e il

ricovero degli animali ed era

spesso dotata di servizi come un

impianto termale, un santuario e

uno spaccio. Di solito era posta

alla distanza di un giorno di viag-

gio da una città o da un’altra

mansio e spesso diventava, con

l’andare del tempo, un punto di

aggregazione del popolamento

locale. La mutatio era invece,

come indica il nome, una stazio-

ne per il cambio dei cavalli e per

una rapida sosta, dislo-

cata in aperta campa-

gna ad una distanza

massima di una decina

di miglia dalle tappe

vicine. Nel tardo impero

ricorre anche il generico

termine di statio, che

assume un significato

più ampio e indica, oltre

alla stazione di sosta, anche un

presidio militare o con funzioni

fiscali.

Mentre sono perso con la mente

tra le mille strade che segnavano

il territorio dell’antica Roma, ir-

rompe Jane che pronuncia la fra-

se di rito che segna l’arrivo a de-

stinazione: “In two hundred me-

ters you’ll arrive at your destina-

tion, the Third Wing Z.O.”. Non

mi resta che tirare fuori i pass da

mostrare al personale in servizio

all’ingresso!

Page 20: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

Pagina 20

“PONTI NON MURI”: L’IMPORTANZA DI APPARTENERE AD UN GRUPPO DI PIETRO BRUNI

I l 13 giugno 2015, Papa

Francesco, davanti a una

folla di giovani scout, in

Piazza San Pietro a Roma,

parla della forza evangeliz-

zatrice dello scoutismo,

esalta la capacità del dialo-

go ed esorta a costruire

ponti in una società dove

c’è l’abitudine a costruire

muri.

Che frase potente! La sua

eco risuona nei miei pensie-

ri. Un tema così delicato e

attuale, non spetta a me

esprimere alcun giudizio,

non ne sono capace, tuttavia non

posso sottrarmi ad osservare e a

riflettere quanto questo

“pensiero” sia molto vicino, per

alcuni aspetti, con iI mio articolo

“Il senso della solidarietà”, guar-

da caso del primo numero di

questo trimestrale. Per costruire,

in senso lato, bisogna avere dei

progetti, degli ideali, creare ap-

partenenza ….. già appartenere a

un gruppo, in un trattato di psi-

cologia di Helmut Rauch c’è

scritto “appartenere ad un grup-

po è una delle esigenze base

dell’essere umano”. L’apparte-

nenza non è tanto un fatto am-

ministrativo (sono dipendente

dell’azienda X, socio del club Y,

tifoso della squadra Z) ma un

fattore emotivo e psicologico.

Certamente non si può imporre

a qualcuno di appartenere, pos-

siamo solo creare le premesse

affinché possa sentirsi apparte-

nente.

Più vivo è tale senso verso un

gruppo, più lo sentiamo nostro,

più ci diamo da fare per la sua

prosperità, più il nostro agire si

allinea alle sue esigenze.

Beh, riconosco che quando c’è

senso di appartenenza, c’è mag-

gior impegno, identificazione,

ricerca di fare meglio, soddisfa-

zione e comunicazione, presa di

responsabilità e coinvolgimento

emotivo. Si costruiscono ponti e

non si ergono muri!

Vi domanderete ….. ma “che

vuoi dire con questa prefazio-

ne?” Domanda lecita che merita

una chiarificazione.

Noi tutti, personale del 3° Stor-

mo, apparteniamo ad un

“gruppo”, una grande famiglia,

che in tante circostanze ci ha da-

to modo di esaltare questo sen-

so di appartenenza con investi-

menti emotivi, di responsabilità,

di abnegazione.

Ci sentiamo orgogliosi e

soddisfatti di poter guarda-

re al nostro appartenere ad

una così importante realtà,

quale è il 3° Stormo, fieri e

scevri da ogni egoismo ed

esibizione.

Così come lo è stato aderi-

re, nei recenti mesi alla rac-

colta di generi alimentari

per “l’Emporio della Solida-

rietà” a favore delle fami-

glie indigenti presenti sul territo-

rio, piuttosto che il contributo

solidale raccolto a favore dell’as-

sociazione “Opero silente” du-

rante un evento conviviale del 4

luglio scorso (organizzato dal Cir-

Page 21: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

Pagina 21

LA FAMIGLIA, ELEMENTO

INDISPENSABILE ANCHE

PER I MILITARI.

DI ALESSANDRO MEROLA

L a vita del militare si

offre alla reciprocità e

richiede un atteggia-

mento di umiltà e servizio.

La sua famiglia comprende e

condivide la scelta professionale

nella consapevolezza che la stes-

sa, legata al proprio lavoro, è

all’origine di tutto.

Durante le missioni di

”PeaceKeeping” i

momenti di separa-

zione dai propri

cari fanno parte e

rientrano nei dove-

ri di chi vive lo

“status di militare”.

La professione mili-

tare coinvolge le famiglie in mo-

do sempre maggiore, in partico-

lar modo da quando negli organi-

ci anche le donne devono conci-

liare la professione con gli impe-

gni privati; di mogli e, so-

prattutto, di madri. Nel momen-

to in cui il militare è chiamato a

partire per missioni sul territorio

nazionale o internazionale, si vi-

vono lunghi periodi di lontanan-

za (anche oltre sei mesi) dai pro-

pri familiari, ma il legame affetti-

vo consente di superare le diffi-

coltà ed i sacrifici in contesti a

volte particolarmente impegnati-

vi e complessi.

colo del Terzo) tante altre occa-

sioni che fanno ancora eco nei

cuori di molti per la

nostra presenza,

unione e solidarietà.

Abbiamo, tutti uniti,

costruito ponti sen-

za elevare muri …..

con una sola voce,

con meno egoismo

ed in modo positivo.

Non aggiungo altro, se non un

sentito e forte apprezzamento

per tutti coloro che, attraverso le

varie attività, inclusa quella svol-

ta dal Fondo di Solidarietà del 3°

Stormo, superando ogni difficol-

tà e dando prova di grande al-

truismo, con grande umanità, in

silenzio, con umiltà,

senza distinzione di

grado, si prodigano

per portare, a chi ne

ha bisogno, la pro-

pria opera di solida-

rietà, coesi nel senso

di appartenenza che

sempre ci caratteriz-

za.

Page 22: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

Pagina 22

Infatti, è proprio l’amore per la

famiglia e il ricordo dei momenti

legati al “focolare domestico”,

oltre al desiderio di incontrarsi

nuovamente, che dà quella spin-

ta in più e la forza di andare

avanti serenamente e senza al-

cuna perdita di stimoli lavorativi.

Nel passato erano le fotografie

(in bianco e nero) e le

lettere (scritte a mano)

dei propri familiari a

mantenere vivo il lega-

me e consentivano di

rivivere le meravigliose

emozioni umane.

Oggi la comunicazione è imme-

diata e avviene tramite messaggi

in rete (WhatsApp, sms, e-mail,

Skype, etc.) così le distanze si ac-

corciano e il tempo

si azzera; il distacco

fisico diventa meno

pesante nella consa-

pevolezza che quei

legami fondamentali

restano vivi in tem-

po reale.

Nel corso delle mis-

sioni non si attenua

l’impegno di seguire i propri cari,

bensì si anima dal deside-

rio di essere comunque

d’aiuto nella spesso com-

plessa organizzazione fa-

miliare e nella risoluzione

dei problemi quotidiani

dei figli: scuola, sport,

tempo libero, “cotte giovanili”.

In questo modo la sfera privata

diviene uno stimolo a proseguire

e da significato a questa profes-

sione con cui si perseguono fina-

lità di pace, solidarietà e fratel-

lanza per il bene della Nazione e

per il rispetto dei diritti umani in

tutto il mondo.

Anche nell’Arma Azzurra il mili-

tare, uomo/donna a servizio del-

la Patria e del cittadino, si assu-

me responsabilità importanti nel

compito della difesa e della sal-

vaguardia dell’interesse colletti-

vo oltre i confini della Nazione

con incondizionato impegno e

dedizione di chi crede nel valore

del servizio per il prossimo, non

a caso partendo proprio dall’arti-

colo 29 della Costituzione, ossia

che la Repubblica sanci-

sce i diritti della famiglia

come società naturale

fondata sul matrimonio,

che è ordinato sull’u-

guaglianza morale e

giuridica dei coniugi,

con i limiti stabiliti dalla

legge a garanzia dell’u-

nità familiare.

Page 23: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

Pagina 23

UMORISMO E SATIRA DI LORENZO RUBINO

Artista polivalente e trasformista, ama intrattenere

grandi e piccoli con animazioni e spettacoli di magia divertenti,

calcando qualsiasi tipo di scena, dal villaggio turistico, alla

piazza, nonché il teatro.

La vignetta nasce da episodi realmente accaduti e, in particolare, a seguito della chiusura di alcuni parcheggi per consentire lo sfalcio erba.

Page 24: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

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L’ALMANACCO DELL’UFFICIO COMANDO

Promozioni Tenente Colonnello IPPOLITO Crispino

Maggiore BOCCACCIARI Alessandro

Maggiore CAPUTO Domenico

Maggiore FERRANTE Danilo

Capitano DI GIMINIANI Livio

Aviere Capo BELTRAMI Giovanni Franco

Aviere Capo CIOCCHETTI Andrea

Aviere Capo MOCCIA Basilio Bruno Pio

Aviere Capo SANTANGELO Danilo

Congratulazioni vivissime da parte della redazione, di tutti i colleghi e dal Comandante

di Stormo.

Page 25: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

Pagina 25

02/07/2015 1° maresciallo LGT RAUSSE LEOPOLD CONGEDATO

02/07/2015 Maresciallo 1^ classe TOMA GIUSEPPE CONGEDATO

06/07/2015 1° maresciallo LGT IMBRIANI ANTONIO CONGEDATO

06/07/2015 1° maresciallo LGT MELPIGNANO FRANCESCO CONGEDATO

06/07/2015 SERGENTE BOVE ITALO TRASFERITO

15/07/2015 1° maresciallo BRUNELLI LUIGI TRASFERITO

15/07/2015 Maresciallo 1^ classe CHIRIVI’ SANDRO TRASFERITO

25/08/2015 CAPITANO PANARO ANDREA TRASFERITO

31/08/2015 SERGENTE MAGGIORE SPERANZA MARCELLO CONGEDATO

01/09/2015 1° maresciallo TOTARO PASQUALE CONGEDATO

28/09/2015 1° maresciallo TRIANNI MASSIMO TRASFERITO

30/09/2015 1° maresciallo DANIELI MASSIMO TRASFERITO

01/07/2015 Tenente colonnello IPPOLITO Crispino

01/07/2015 Tenente colonnello Marcatili paolo

01/07/2015 Tenente colonnello PISANO Alessandro

01/07/2015 MAGGIORE STELLA GIUSEPPE

01/07/2015 1° maresciallo D’AMORE Silvio

01/07/2015 1° maresciallo DE MAIO Adriano

01/07/2015 1° maresciallo FERMO Mario

01/07/2015 1° maresciallo IODICE Domenico

01/07/2015 1° maresciallo MIRTO Gianluca

01/07/2015 1° maresciallo PAOLELLA Gennaro

01/07/2015 Maresciallo 1^ classe BORGHI Alessandro

01/07/2015 Maresciallo 1^ classe CALISE Vincenzo

01/07/2015 Maresciallo 1^ classe COLACICCO Filippo

01/07/2015 Maresciallo 1^ classe CORDIOLI Andrea

01/07/2015 Maresciallo 1^ classe CRESTANI Riccardo

01/07/2015 Maresciallo 1^ classe FRANCO Massimiliano

01/07/2015 Maresciallo 1^ classe GIUSTIZIERI Luca

01/07/2015 Maresciallo 1^ classe REA Antonio

01/07/2015 Maresciallo 1^ classe VITIELLO Felice

01/07/2015 Maresciallo 2^ classe CAGNAZZO Francesco

01/07/2015 Maresciallo 2^ classe DE GREGORIO Francesco

01/07/2015 Maresciallo 2^ classe ZAGARIA Diana

01/07/2015 Sergente maggiore PIGNATALE Marco

20/07/2015 1° maresciallo lgt RUSSO Arturo

20/07/2015 1° maresciallo ARDITO Giuseppe

27/07/2015 Maresciallo 3^ classe LUPO Vincenzo

27/07/2015 Maresciallo 3^ classe TREZZA Fabrizio

01/08/2015 Tenente colonnello RONDONI Roberto

10/08/2015 Maresciallo 1^ classe FRIGERI Andrea

31/08/2015 Maresciallo 1^ classe GRASSI Eugenio

14/09/2015 1° maresciallo SATO NAVE Pietro

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Pagina 26

Page 27: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

Pagina 27

SARANNO GRADITISSIMI TUTTI I CONSIGLI CHE CI VERRAN-

NO DATI E, SIN D’ORA, CI SCUSIAMO PER EVENTUALI INESATTEZZE

PERIODICO TRIMESTRALE STAMPATO NEL NUMERO MASSIMO

DI 99 COPIE A USCITA

RISPETTA L’AMBIENTE: SE NON TI E’ NECESSARIO, NON STAMPA-RE QUESTO OPUSCOLO PLEASE CONSIDER THE ENVIRONMENT BEFORE PRINTING THIS BROCHURE

Page 28: Nero su Bianco -  3° Stormo - 3° Trimestre 2015

[email protected]

Centralino 045/6332111

AERONAUTICA MILITARE

Comando Logistico - Servizio dei Supporti 3° Stormo

Località Caluri, 1 37069 - Villafranca di Verona