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segue a pag. 4 L’OSPITE D’ONORE GENERALE DI SQUADRA AEREA BASILIO COTTONE C hi è senza ricordi non è Uomo. È un essere inerte, sen- za emozioni, senza coscienza. Chi, in- vece, ha ricordo della vita vissuta e ha me- moria di even, di sacrifici, di successi e insuccessi, d’impegni, di dedizione e lealtà, di amore e di affe, ha, in sintesi, la misura del suo essere “Uomo”, nel be- ne o nel male. Ecco dunque perché appare appropriato aderire con en- tusiasmo all’invito del Co- mandante Col. Massimo Ci- cerone di traare qualcosa che possa essere d’interesse del personale del 3° Stormo, facendo riferimento non già al conngente che sta vi- vendo il Reparto, bensì ai ricordi del passato nei quali s’inscrive la storia di altri uomini che, in uniforme az- zurra, hanno servito l’Aero- nauca seguendo la Bandie- ra del nostro Stormo. Era il 1954 e la NATO, quell’organizzazione poli- ca/militare della quale dal 1949 fa parte anche l’Italia, costuita per contrastare la tracotanza dell’Unione So- vieca che tendeva i suoi tentacoli verso il mondo oc- cidentale, aveva appena compiuto cinque anni della sua esistenza. Essa, allora, sembrava poderosa. Era una alleanza mulnazionale e poteva contare sulla grande capacità di ritorsione nu- cleare di cui era dotato il suo membro più potente: gli Sta Uni d’America. La NATO era, a quel tempo, si poderosa, aveva però solo la vista lunga, cioè conosce- va dell’Unione Sovieca i suoi grandi obievi strate- gici, in parcolare quelli nu- CAMBIAMENTO: PER FARE DAVVERO GRANDI COSE, BISOGNA FARE DAVVERO PICCOLE COSE LA PAGINA DEL DIRETTORE N egli istu militari o alle università dove si insegna la leadership, una corrente di pensiero mol- to affermata è quella di Paul GRAHAM, imprenditore ameri- cano di startup, che sosene che “per fare davvero grandi cose, bisogna fare davvero pic- cole cose e farle crescere gra- dualmente fino al successo”, in sostanza il modo più sicuro per oenere qualcosa di gran- de è quello di creare una dina- mica di crescita incrementale araverso la quale, per ogni segue a pag. 3

Nero su Bianco - 3° Stormo - 1° Trimestre 2016

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Periodico Trimestrale

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Page 1: Nero su Bianco - 3° Stormo - 1° Trimestre 2016

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L’OSPITE D’ONORE GENERALE DI SQUADRA AEREA BASILIO COTTONE

C hi è senza ricordi non è Uomo. È un

essere inerte, sen-za emozioni, senza coscienza. Chi, in-vece, ha ricordo della vita vissuta e ha me-moria di eventi, di sacrifici, di successi e insuccessi , d’impegni, di dedizione e lealtà, di amore e di affetti, ha, in sintesi, la misura del suo essere “Uomo”, nel be-ne o nel male. Ecco dunque perché appare appropriato aderire con en-tusiasmo all’ invito del Co-mandante Col. Massimo Ci-cerone di trattare qualcosa che possa essere d’interesse del personale del 3° Stormo, facendo riferimento non già al contingente che sta vi-vendo il Reparto, bensì ai ricordi del passato nei quali s’ inscrive la storia di altr i uomini che, in uniforme az-zurra, hanno servito l’Aero-nautica seguendo la Bandie-ra del nostro Stormo.

Era i l 1954 e la NATO, quell’organizzazione politi-ca/militare della quale dal 1949 fa parte anche l’ Italia, costituita per contrastare la tracotanza dell’Unione So-vietica che tendeva i suoi tentacoli verso i l mondo oc-cidentale, aveva appena compiuto cinque anni della sua esistenza. Essa, allora, sembrava poderosa. Era una alleanza multinazionale e poteva contare sulla grande capacità di ritorsione nu-cleare di cui era dotato i l suo membro più potente: gli Stati Uniti d’America. La NATO era, a quel tempo, si poderosa, aveva però solo la vista lunga, cioè conosce-va dell ’Unione Sovietica i suoi grandi obiettivi strate-gici, in particolare quell i nu-

CAMBIAMENTO: PER FARE DAVVERO GRANDI COSE, BISOGNA FARE DAVVERO PICCOLE COSE LA PAGINA DEL DIRETTORE

N egli istituti militari o alle università dove si insegna la leadership,

una corrente di pensiero mol-to affermata è quella di Paul GRAHAM, imprenditore ameri-cano di startup, che sostiene che “per fare davvero grandi cose, bisogna fare davvero pic-cole cose e farle crescere gra-dualmente fino al successo”, in sostanza il modo più sicuro per ottenere qualcosa di gran-de è quello di creare una dina-mica di crescita incrementale attraverso la quale, per ogni segue a pag. 3

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Direttore editoriale: Col. Massimo CICERONE Capo Redattore: T.Col. Fulvio FRANZINELLI Vice Capo Redattore: Cap. Michele CARNEVALE Redattori: Ten. Daniele POLIMENO P.M. LGT Mauro TRULLI P.M. Lorenzo DI GIORGIO P.M. Stefano VITALE In redazione: Gen. S.A. Alberto NOTARI Col. Pasquale BIZZARRO Mons. Gian Paolo MANENTI Dottoressa Bianca BARBERA T.Col. Carlo LEMMA T.Col. Paolo MARCATILI T.Col. Vito Rocco SACCHETTI Magg. Claudia MACCHI

Ten. Carmen ZAPPAVIGNA P.M. LGT Pietro BRUNI 1° A.C. Lorenzo RUBINO Designer e impaginazione: S.M.C. Giuseppe ROSSI Hanno collaborato: Dottor Paolo CERIONI T.Col. Vincenzo RICCARDI T.Col. Paolo TAMBURRO

CAMBIAMENTO: PER FARE DAVVERO GRANDI COSE, BISOGNA FARE DAVVERO PICCOLE COSE DI MASSIMO CICERONE

Comandante il 3° Stormo

L’OSPITE D’ONORE GENERALE DI SQUADRA AEREA BASILIO COTTONE

“IO, L’UIM E NOI” DELLA REDAZIONE

UN ANNIVERSARIO DAVVERO PARTICOLARE DEL PRESIDENTE DEL CIRCOLO DEL TERZO - GENERALE DI SQUADRA AEREA ALBERTO NOTARI

LAVORI IN CORSO: IL DADO E’ TRATTO DI PASQUALE BIZZARRO

Comandante il 1° Reparto Genio A.M.

LA MIA NUOVA VITA “BIZZARRA” DI CLAUDIA MACCHI

Consulente del Comandante

ANNO NUOVO ….. CALOTTA NUOVA! DI CARMEN ZAPPAVIGNA

Capo Calotta

APPUNTAMENTO COL TEMPO DI PIETRO BRUNI

Presidente dei Sottufficiali

UMORISMO E SATIRA DI LORENZO RUBINO

L’ALMANACCO DELL’UFFICIO COMANDO

SALUTE E BENESSERE: CUORE MATTO! DI PAOLO MARCATILI

Capo dell’Infermeria di Corpo

LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI: LEGGE DI STABILITA’ 2016 DI CARLO LEMMA

Capo Ufficio Consulenza Affari Giuridici

PASQUA DI MISERICORDIA DI GIAN PAOLO MANENTI

Cappellano Militare

UNA PERSONA ENCOMIABILE DI BIANCA BARBERA

Capo Sezione Personale Civile

GENTILISSIMI LETTORI DI VITO ROCCO SACCHETTI

Presidente del CO.BA.R

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piccolo successo, si può pensare al prossimo obiettivo. Questo concetto è esattamente ciò che accade quotidianamente presso il 3° Stormo, in ogni settore o capacità, un diuturno sforzo che il personale - militare e civile, donne e uomini - com-pie in maniera silente e che ha portato a trasfor-mare il nostro Reparto in un’eccellenza unanime-mente riconosciuta in ambito nazionale ed interna-zionale. Nelle piccole cose quotidiane siamo riusciti a cambiare l’organizzazione, in maniera radicale, senza far venir meno il supporto alle missioni, ope-razioni, esercitazioni ed attività in cui siamo impe-gnati (supporting while trasforming). Si sa che chi vuol realizzare qualcosa incontra sempre una serie di problemi ed ostacoli, che potrebbero potenzial-mente distrarre il raggiungimento dell’obiettivo assegnato. Il cambiamento, l’innovazione, il “nuovo”, nasce solo se ognuno di noi decide di de-

dicarsi al pro-prio compito con pas-sione, lavoran-do con cuore e “testa”,

senza sosta e senza distrarsi. Allora si trovano nuo-ve soluzioni, si inventa, si crea, e si riesce a rag-giungere l’obiettivo solo se si tiene sempre in men-te la meta (la “Vision”), trascinando talvolta i pro-pri collaboratori, pronti a ricominciare da capo e sapendo che, quando avremo finito, arriveranno nuove ed esaltanti sfide. Nel segno del cambia-mento sono state avviate nuove attività operative; ad esempio, nel settore antincendi dal personale del locale Servizio è stato allestito un nuovo centro di addestramento con una “Fire House”, un campo dove esercitarsi al recupero di velivoli incidentati oppure, come nel settore dell’addestramento, do-ve sta prendendo sempre più consistenza la coope-razione con l’Università di Verona per la Laurea Magistrale in “Governance delle Emergenze”. Un cambiamento all’insegna della dualità e della capa-cità di essere sempre vicini ai cittadini ed ai popoli che soffrono. Un riconoscimento tributato dalle

massime cariche della Forza Armata, in varie occa-sioni, co-me pure da autore-voli perso-nalità co-me nel caso dell’Inge-gnere Fa-brizio CURCIO, Capo Dipartimento della Protezione Civile Nazionale, che ha visitato lo Stormo a metà gennaio. Tanti i cambiamenti avviati anche in que-sto inizio di anno, tanti i cantieri aperti; l’amplia-mento della già ben attrezzata palestra, la nuova officina, vari rifacimenti interni, ma soprattutto la realizzazione di un’area per le famiglie nei pressi del circolo unificato, dove poter stare insieme da-vanti ad una grigliata, ad una pizza, giocando nei vari giochi allestiti per grandi e piccini. Ed il cam-biamento ha riguardato anche la parte istituzionale del 93° compleanno della Forza Armata (28 marzo)a cui, infatti, è seguito l’avvicendamento del Capo di Stato Maggiore che dal 29 marzo scorso è il Ge-nerale di Squadra Aerea Enzo VECCIARELLI, peral-tro Comandante del primo Distaccamen-to Aeronautico in Iraq, nel 2003, pro-prio con il personale di Villafranca, prota-gonista di quell’im-presa. Insomma, un 2016 iniziato all’in-segna della continui-tà operativa ma, so-prattutto, del conso-lidamento della tra-sformazione avvenuta a luglio scorso con la reinge-gnerizzazione dello Stormo, dando sempre più vo-ce al vero motore del Reparto, le donne e gli uomi-ni, militari e civili, con l’orgoglio di indossare la di-visa azzurra, la passione e la competenza per quel che si fa; questo è il reale segreto del cambiamen-to: “l’uomo”!!

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cleari. Gl i altri, quell i tattici, che in caso di conflitto si sarebbero trovati nel teatro operativo europeo, potevano sfuggire al suo controllo. Ecco, dunque, la necessità di avere una vista corta, cioè occhi che ve-dessero anche da vicino per individuare e riconoscere in caso di conflitto, proprio quegli obiettivi tattici che avrebbero costi-tuito la struttura operativa delle forze ar-mate sovietiche. Era, pertanto, diventato impellente per la NATO dotarsi di reparti da ricognizione aerea tattica. Fu, dunque, allora che l’ Italia e le altre nazioni NATO furono chiamate a soddisfa-re con urgenza questa esi-genza. Ecco i l perché lo Stato Maggiore Aeronauti-ca decise di trasformare i l ruolo del 3° Stormo, allora ubicato sull ’aeroporto di Palese Macchie, in quel di Bari , da Caccia a quello da Ricognizione Tattica col conseguente suo trasferi-mento verso i l Nord, vicino al previsto teatro operati-vo, proprio sull ’aeroporto di Vil lafranca di Verona, i l quale divenne, appunto dal 1954, la sede stanziale del 3° Stormo Ricognizione Tattica. Tutti i trasferimenti, in particolare quell i di massa, com’era ovviamente allora quel lo del 3° Stormo, presentano sempre aspetti traumatici con conseguenze negative per i l morale del personale. Sorprendentemen-te, però, ciò avvenne per i l 3° Stormo solo in parte. Infatti, quasi tutto il suo persona-le, pur dimostrò, a trasferimento ultimato, uno spirito di adattamento di altissimo li-vello tanto che la dedizione, l ’ impegno, l ’ambizione di operare e agire degl i uomi-ni del 3° convinsero i Comandi Superiori ad accelerare i tempi della conversione. Infatti, in meno di sei mesi dall’arrivo a Vil lafranca, i l personale specialista, ulti-

mando in anticipo sui tempi previsti la transizione verso i velivoli a getto, fu in grado di gestire, con elevata competenza, le complesse attività di approntamento e manutenzione dei nuovi velivoli . E, così, prima i l velivolo Republic F 84 G, i l quale subito dopo, prima della fine dell’anno 1954, fu sostituito da quello da ricognizio-ne fotografica Republic F 84 F che dotaro-no i l Reparto e consentirono ai piloti di iniziare l ’addestramento operativo che l i portò, da allora e per oltre cinquant’anni, ad essere l ’occhio vigi le del la NATO nel teatro operativo sud europeo e del Medi-

terraneo Centrale. I tre gruppi sui quali si arti-colava prima i l 3° Stormo, indi la 3ª Aerobrigata e poi, ancora, i l 3° Stormo, e cioè i l 18°, i l 28° e i l 132°, ognu-no dei quali fu dotato di 18 F. 84-RF, scr issero assieme a tutto il personale operan-te a Vil lafranca, pagine esemplari per dedizione e lealtà verso l ’Aeronautica Militare, l ’ Italia e quindi la NATO. La loro storia conti-nua ancora oggi sotto le bandiere di altri Reparti. La storia, invece, del 3° Stormo sembrava, qualche

decennio addietro, dovesse finire perché l’ implosione dell’Unione Sovietica da un lato e l ’evoluzione tecnologica dal l’altro, cioè l ’avvento del sistema satel l itare di ri levamento (GPS), avevano cambiato so-stanzialmente i parametri della ricognizio-ne aerea tattica. Tuttavia, l ’eclisse del 3° dal le fila della no-stra Forza Armata fu di breve durata. La nuova situazione geopolitica creatasi in molte parti del mondo con la fine del la guerra fredda e l’ insorgere, dalla fine del secondo millennio, di conflitti politico/religiosi ed etnici, ha imposto al le demo-crazie occidentali e quindi anche al l’ Italia

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la proiezione di forze aeree e terrestri d’intermediazione e di pace in teatri lon-tani e lontanissimi, come quello Medio Orientale, Afgano e del Corno d’Afr ica. In questi teatri le attività operative potevano essere condotte soltanto se fosse stato as-sicurato, in loco, adeguato supporto logi-stico e tecnico. E proprio per le esigenze delle nostre forze aeree, ovunque rischie-rate, tale compito fu affidato al personale dell’aeroporto di Vil lafranca la cui affida-bilità era garanzia di successo. Così nac-que il Reparto di Supporto di Vil lafranca e da esso all ’attuale 3° Stormo il passo fu breve e logico. Senza scomodare Napoleone che r icorda-va, sempre, ai suoi Maresciall i che le battaglie si vincono solo quando i soldati hanno la pancia piena, cioè quando la lo-gistica da vita alle attività operative, oggi-giorno si può dire che i l nesso tra le com-plessità tecnico/logistiche e le attività operative è inscindibile e vitale. Ecco, dunque, perché gli uomini del 3° Stormo devono considerarsi la forza r isolutiva di tutte le contingenze operative nelle quali sono chiamate ad operare unità della Ae-ronautica Militare. Concludo osservando che i l r icordo ha ra-

dici nella memoria del passato dal quale scaturisce e si forma l’orgoglio di apparte-nenza di tutto il personale, giovane e an-ziano. È i l passato che crea l’esistente. Ed è l ’esi-stente che genera le premesse per i l 3° Stormo di un futuro migliore. Questo è i l mio auspicio e la mia speranza.

Il Generale Basilio Cottone nasce a Raccuja (ME) il 19 luglio 1926; ha frequentato il corso Drago 2° dell’Accademia Aeronautica dal 1946 al 1949. Nel 1951 è assegnato da tenente al 5° Stormo quale pilota operativo ed istruttore su aviogetti; dal 1956 al 1958 con il grado di capitano ha comandato la 212a Squadriglia Cacciabombardieri a Rimini. Dopo un incarico allo Stato Maggiore dell'Aeronautica, nel 1960 assume il comando del 28° Gruppo Caccia Ricognitori presso la 3^ Aerobrigata di Verona. Ormai maggiore, nel 1964 viene trasferito allo Stato Maggiore della Difesa, per tornare al 5° Stormo di Rimini come vice comandante dal 1967 e, promosso colonnello, comandante dal 1970.

Nel 1971 è capo ufficio Piani ed Operazioni del 3° Reparto dello Stato Maggiore dell'Aeronautica. As-sume l’incarico di Capo di Stato Maggiore della 2^ Regione Aerea nel 1973, lo stesso anno in cui viene promosso generale di brigata aerea. Nel 1975 diviene prima capo dell’Ufficio Pianificazione Generale e Programmazione Bilancio dello Stato Maggiore dell'Aeronautica e poi capo del 3° Reparto. Nel 1977, promosso generale di divisione aerea, assume il comando della Scuola di Guerra Aerea di Firen-ze. Nel 1979 è promosso generale di squadra aerea e l’anno successivo assume il comando della 5a ATAF presso la NATO a Vicenza; nel 1982 è il rappresentante militare italiano presso il Comitato Mili-tare NATO a Bruxelles. Dal 19 ottobre 1983 al 17 settembre 1986 è stato Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica.

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“IO, L’UIM E NOI” DELLA REDAZIONE

I O penso che tutto sia iniziato così: “Paolo, scusa, la tua e-mail era molto bella, ma in ve-rità non ho capito un granché ….. potresti

spiegarmela diversamente?” Ovviamente la frase del collega e soprattutto amico era più colorita e rendeva molto meglio la sua idea. L’amico si riferi-va ad una mia richiesta che diceva: “Gentili colle-ghi, a breve si terrà la Multinational Aircraft Re-covery Training. Per facili-tarne e semplificarne l’or-ganizzazione e rendere il tutto più veloce ed agile, vi chiedo di indicarmi un referente del vostro Grup-po che funga da “team manager” e da interfaccia tra me e la vostra articolazione per realizzare un’organizzazione a matrice più funzionale all’esi-genza”. Rileggendo quello che avevo scritto, era evidente un mio ingenuo errore. Il linguaggio e la semantica usata non erano in uso allo Stormo. Davo per scontato cose che non lo erano. Si trattava di co-struire un linguaggio diver-so, più adeguato alla nuova realtà del 3° Stormo, una squadra fatta di tante squadre che cooperano e lavorano sulle numerose attività alla celerità che il contesto attuale ci richie-

de. Uno Stormo che sta subendo una significativa riorganizzazione che si sta realizzando con nume-rosi e diversificati progetti. Dal banale ed ingenuo errore, è nata un’idea sviluppata con il Comandan-te di Stormo: era necessario diffondere conoscenze su nuove metodologie lavorative che facilitassero la comunicazione tra tutto il personale interessato

e semplificassero e strutturassero il lavoro per la gestione di pro-getti. Cosi ricorremmo a L’UIM (Ufficio Innovazioni Ma-nageriale dell’Aeronauti-ca Militare) e all’Ufficio Programmazione e Pro-getti del Comando Logisti-co. La necessità del 3° Stor-

mo è stata colta da questi due Uffici come un’op-portunità, oserei dire come una sfida da cogliere per definire e sperimentare insieme un risposta per soddisfare le esigenze del Reparto che, in futu-ro, potrebbe diventare un format da replicare in

altri Reparti “periferici” della Forza Armata che sempre più sono chiamati a gestire progetti di riorga-nizzazione. Nacque, allora, il Progetto “P3M”, che non è il nome di un nuovo droide di Star Wars ma, più semplice-mente, “Portfolio”, Pro-gram, Project, Manage-ment”, approvato dal Co-

mandante Logistico per l’implementazione del Pro-

Per Sistema di P3M (Project, Program & Portfolio Management) si intende un insieme organizza-to di uomini, procedure e tecnologie coese e coordinate, al fine di ottimizzare la gestione integra-ta di progetti, programmi e portafogli di progetti e, in tale complesso contesto, il progetto è visto come veicolo delle strategie aziendali a media e lunga scadenza. Nel nostro caso, come redazione di “Nero su bianco”, abbiamo chiesto al Tenente Colonnello AAran Paolo TAMBURRO, Capo Uffi-cio Operazioni e, nella fattispecie, Responsabile del Progetto per il 3° Stormo, di aiutarci a com-prendere meglio cosa c’è dietro il significato di questo sistema di cui oggigiorno si sente sempre di più parlare.

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ject Management, metodologia, ormai molto diffu-sa e nota nelle aziende private di successo, che con gli opportuni, necessari e dosati adattamenti, come fa un sarto per confezionare un bel vestito, è in corso di introduzione allo Stormo. Come ognuno sa i cambiamenti, piccoli o grandi che siano, costano sacrifico e portano fisiologiche incertezze. Tenere in aula personale a parlare di modelli, nuova semantica, teoria, casi e via discor-rendo è un impegno e, molti direbbero, un costo. Per rendere il tutto efficace e realizzare immediati benefici organizzativi era necessario arricchire l’attività in aula con un risultato tangibile da porta-re a casa. E’ stato applicato il buon senso, o meglio il famoso principio di “prendere due piccioni con una fava”! La soluzione è stata quella di portare in aula “progetti” che l’Ente sta sviluppando per dare cor-so alla propria “Reingegnerizzazione” per rendere reale il cosiddetto “3° Stormo 2.0”. In ogni Work Shop della durata di 5 giorni, superata la diffidenza e le difficoltà del primo giorno in aula, la maggior

parte ha percepito di essere un impor-tante ele-mento del cambia-mento. Stare insie-

me con tanti colleghi, tutti appartenenti a diverse articolazioni ed a trattare casi concreti ed esigenze vere, ha permesso anche di fare amalgama, creare il cosiddetto “team building”, rafforzare lo spirito di corpo in vista di un obiettivo utile ed essenziale.

Il progetto “P3M”, credo, sia come il seme che per germogliare ha bisogno di tante attenzioni, di esse-re curato, forse anche un po’ amato per diventare un albero e poi dare i suoi frutti. Ma un seme senza un terreno fertile rimarrà pur sempre una piccola piantina. All’Aeroporto di Villafranca il terreno fer-tile, e lo dico con un pizzico di orgoglio, con E NOI “quattro gatti” sempre pronti a rispondere alle sfi-de. Oggi la sfida è anche quella di iniziare ad im-piantare un modo diverso di lavorare, orientandosi a strutture organizzative più vicine a quella a matri-ce, dove ognuno è (come di consueto) chiamato a fare il suo dovere ma è, so-prattutto, sollecitato a contribuire al lavoro svolto dalle altre articolazioni del Reparto, cooperando con i colleghi per puntare sempre più verso il miglioramento e, se possibile, all’eccellenza. Questo richiede la ne-cessità di acquisire nuove conoscenze e nuove competenze organizzative. Da qui, la necessità di parlare di Project Management e di farlo in modo strutturato. Ecco le ve-re ragioni di un pro-getto P3M che darà i suoi frutti solo grazie alla passio-ne e la motivazione del personale del 3° Stormo. Tenente Colonnello Paolo TAMBURRO

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UN ANNIVERSARIO DAVVERO PARTICOLARE DEL PRESIDENTE DEL CIRCOLO DEL TERZO - GENE-RALE DI SQUADRA AEREA ALBERTO NOTARI

I l 5 aprile scorso, come presidente del “Circolo del Terzo”, sono stato invitato all’annuale ce-lebrazione dell’anniversario della costituzione

dell’Aeronautica Militare (NdR: 28 marzo 1923) quale Forza Ar-mata autonoma. La cerimonia, sobria ed auste-ra, svoltasi nella cornice del piazzale comando del 3° Stormo, preve-deva l’alzabandiera e la consegna di alcuni ricono-scimenti al personale resosi meritevole. Come di-cevo, una cerimonia breve ma di qualità, poiché non servono appariscenti manifestazioni esteriori per richiamare i valori che hanno ispirato la nostra scelta di servire la Patria in uniforme. Mentre il mio pensiero seguiva il suo corso mi ha portato, sicura-

mente con un pizzico di nostal-gia, ad ana-loga circo-stanza svol-tasi in pas-sato, preci-samente

nel 1998. Si tratta del secolo scorso, è vero, ma non facciamoci trarre in inganno, non sono nean-che 20 anni ….. allora ero Comandante della 9^ Bri-gata Aerea (9^ B.A.), appena ricostituita sull’aero-porto di Pratica di Mare (Roma). Pratica è il secon-do aeroporto dell’A.M. in Italia per estensione; pensate, 862 ettari alle porte di Roma, confinante con la tenuta presidenziale di Castel Porziano, allo-ra protetta quasi come Fort Knox; vi invito a dare un’occhiata alla foto che si trova su Google Maps per avere un’idea delle dimensioni, peraltro senza considerare un deposito viciniore. Pratica, fino ad allora, era stata una realtà molto particolare, sul quel vastissimo sedime dimoravano ben quattordi-

ci enti al-quanto ete-rogenei per compiti e dipenden-ze, tra cui il Reparto Volo dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato. Comprenderete che la gestione di quella comples-sa realtà era tutt’altro che agevole, i vari reparti presenti non “sentivano” il legame con il territorio di cui erano, in definitiva, solo ospiti, ma vivevano nella costante attesa (o pretesa) di un supporto che doveva essere fornito senza se e senza ma. La Forza Armata giudicò quindi non ulteriormente sostenibile la situazione e decise per la costituzio-ne di un reparto operativo che, a similitudine di quanto avveniva ed avviene, amalgamasse, per quanto possibile in quella realtà, logistica ed ope-razioni. Nacque, o meglio, rinacque la 9^ B.A. che includeva 14° e 15° Stormo, quest’ultimo appena trasferitosi da Ciampino (Roma). Debbo dire che, con questa nuova configurazione, i rapporti con gli altri Reparti migliorarono sensibilmente ed il per-sonale imparò presto che non esistevano più serie A e serie B, ma tutti potevano interagire su base di pari dignità e livello. La scelta del nominativo nac-que, come da tradizione, dalla ricerca storica: la 9^ B.A. venne costituita nel 1940 a Maraua, in Libia, ma ebbe vita breve. Infatti, il 31 marzo 1941 fu di-sciolta e convertita inizialmente in “Comando Bombar-damento Leone”, quindi ricostituita, in data 25 maggio 1941, a Ferrara e nuovamente disciol-ta in data 14 feb-braio 1942, per es-sere ridenominata “Comando Inter-cettori Leone”. Do-po gli eventi bellici, la rinata Aeronauti-

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ca si riorganizzò dando vita a Reparti la cui denomi-nazione fu scel-ta in funzione di criteri che privi-legiarono l’im-pegno ed i risul-tati operativi conseguiti nel corso del con-

flitto, tra essi non figurò la “Nona”. Questa sarà ricostituita il 18 novembre 1997 sull’Aeroporto di Pratica di Mare ed il sottoscritto ha avuto l’onore di esserne il primo comandante. Questo piccolo excursus storico mi fornì allora lo spunto per dare solennità alla cerimonia del settantacinquesimo “compleanno” dell’Aeronautica. Quell’anno però anche la Forza Armata avvertì la particolarità della data e decise di celebrare l’anniversario con una imponente manifestazione aerea che fu battezzata “Giornata dell’Ala”. Ricordo che quando il Coman-dante della 2^ Regione Aerea mi convocò per dar-mi la notizia illustrandomi per sommi capi il pro-gramma e la data (24 maggio), sarei caduto a terra se lo stesso Comandante non mi avesse garbata-mente e provvidenzialmente invitato a sedere! Cin-que pattuglie acrobatiche, la presentazione in volo di numerosi velivoli per oltre cinque ore d’impegno dello spazio aereo, una corposa mostra statica in-tegrata da alcuni velivoli storici tra cui un Savoia Marchetti S.M. 79 Sparviero, un Macchi M.C. 202 Folgore, un Fiat G.55 Centauro (recuperato e re-staurato grazie all’impegno del Gruppo Amici Veli-

voli Storici), un Macchi M.C. 200 “Saetta”, un Fiat G.80, che avreb-bero dovuto

essere tutti sistemati e ridipinti. Ma non basta, il tutto con la partecipazione prevista del Presidente della Repubblica e numerose autorità italiane e straniere, oltre ai circa 500.000 spettatori che sa-rebbero stati richiamati dall’evento e a cui bisogna-va assicurare l’ingresso e un posto dove stare con tutti gli annessi e connessi (punti di ristoro, par-cheggi, servizi igienici, assistenza medica, etc.)! Chi

conosce Pratica sa bene di quanto sia delicata la viabilità che la collega a Roma e che, soprattutto a maggio, con l’inizio della bella stagione, viene mes-sa a dura prova dai romani che frequentano le spiagge di Torvajanica. Non so cosa avrei potuto fare se non avessi avuto, da una parte la promessa di sostanziosi aiuti (che non sono mancati), dall’al-tra un gruppetto di collaboratori di qualità che ri-cordo tutti con grande piacere e che non hanno esitato a rimboccarsi letteralmente le maniche per poter assolvere questa che, senza tema di smenti-ta, assomigliava ad una “mission impossible”. Un piccolo dettaglio costituito dall’aeroporto intercon-tinentale Leonardo da Vinci (distante solo cinque miglia nautiche da Pratica); la particolare situazio-ne geografica ha comportato la completa revisione delle procedure strumentali di Fiumicino poiché lo spazio aereo sopra Pratica sarebbe stato interdetto per quasi due giornate piene interferendo con le partenze per pista sedici e gli arrivi per pista tren-taquattro; anche in questo caso un paziente e co-stante lavoro di squadra ha consentito di risolvere la situazione e di questo, devo sinceramente rin-graziare l’ENAV per la comprensione e la validissi-ma collaborazione, senza la quale l’evento ben difficilmente avrebbe potuto aver luogo. Permettetemi di sorvolare sui tanti dettagli ed epi-sodi che hanno caratterizzato la preparazione e lo svolgimento di quell’evento che tuttora ricordo con una certa nostalgia ma, credetemi, quel 24 maggio 1998 ed i quattro mesi che lo hanno prece-duto sono stati davvero una esperienza che valeva la pena di essere vissuta. Mi viene da pensare che, all’esterno, il risultato di un evento così complesso sia stato giudicato positivamente dal momento che solo quattro anni dopo fu organizzato, sempre a Pratica, il summit NATO – RUSSIA.

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LAVORI IN CORSO: IL DADO E’ TRATTO DI PASQUALE BIZZARRO

Q uando il termine Spending

Review non era ancora di uso così comune co-me in questi ulti-mi anni, l’Aero-nautica Militare, come le altre Forze Armate, col D.Lgs. 28 no-vembre 1997, n° 464, aveva già recepito il volere del legislatore di migliorare l’effi-

cienza e l’efficacia di molti suoi reparti. Tra essi vi erano anche i tre Reparti Genio di cui disponeva l’Arma Azzurra: il primo, il secondo ed il terzo, rispettivamente di Villafranca di Verona, Ciampino e Bari Palese. Tutti e tre dipendenti dal Servizio Infrastrutture del Comando Logistico. La loro istituzione, nata dalla fusione delle ex Dire-

zioni Dema-nio delle tre Regioni Aeree (Milano, Ro-ma e Bari) con gli ex Re-parti Genio Campale di Vicenza, Ciampino e Bari Palese,

ha consentito alla Forza Armata di eliminare proce-dimenti ridondanti nell’ambito di Enti votati istitu-zionalmente, seppur con procedure diverse, alla stessa missione: la realizzazione ed il mantenimen-to in efficienza delle infrastrutture aeroportuali. In effetti le ex Direzioni Demanio assicuravano tale compito mediante l’affidamento dei lavori a ditta con la procedura ordinaria dell’appalto dei lavori

pubblici, mentre gli ex Reparti Genio Campale lo facevano con la procedura in amministrazione di-retta: cioè con uomini e mezzi propri. Pur tuttavia, vi erano molti processi lavorativi simi-li, che proprio per questo potevano essere messi a fattor comune, consentendo all’Amministrazione di conseguire cospicui risparmi in termini economi-ci e temporali, nonché di personale. Ecco quindi la ragione della nascita dei tre Reparti Genio, che però hanno avuto traiettorie temporali differenti. Infatti, se è stato relativamente semplice per le ex Direzioni Demanio di Roma e Bari trasferirsi sui vi-cini aeroporti di Ciampino e Bari Palese, per costi-tuire rispettivamente il 2° ed il 3° Reparto Genio, molto più complicato si e rivelato l’accorpamento della ex Direzione Demanio di Milano con il 27° Reparto Genio Campale di Vicenza, per dar vita al 1° Reparto Genio. Due enti distanti tra loro ben 200 km! “In medio stat virtus” diceva Orazio; cosicché tra la città meneghina e quella berica le superiori autori-tà già dall’estate 2004 decisero che la sede del 1° Reparto Genio A.M., poi costituito in data 1° luglio

2008, dovesse essere lo storico aeroporto dei “quattro gatti” di Villafranca di Verona. Quasi 8 anni sono passati da quando, dopo il tra-sferimento del 27° Reparto Genio Campale (poi divenuto Gruppo) da Vicenza a Villafranca, avvenu-to il 19 maggio 2008, anche la componente del 1° Reparto Genio ubicata a Milano si trasferisse in Veneto in data 14 dicembre 2015, così come dispo-sto dallo Stato Maggiore dell’Aeronautica. Ripercorriamo succintamente ed in maniera goliar-dica, per non appesantire il lettore, le tappe dello

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“sbarco” della compagine milanese a Villafranca di Verona. 23 aprile 2013: nel corso di una riunione svoltasi a Roma (Palazzo A.M.), il Comandante Logistico, Gen. S.A. Maurizio Lodovisi, conferisce al Capo Ser-vizio Infrastrutture del Comando Logistico, Gen.

Isp. Vin-cenzo Pa-naro, il mandato di pro-getto per la riorga-nizzazione del 1° Re-parto Ge-

nio, disponendo il trasferimento a Villafranca di Verona delle strutture ubicate a Milano entro il 31 dicembre 2015. Chi ha partecipato a quella riunione non può di-menticare la determinazione del Gen. Lodovisi che, nella circostanza, assomiglia a Giulio Cesare quan-do varcando il Fiume Rubicone (anno 49 a.C.) pro-nunciò la famosa frase: “Alea iacta est” (il dado è tratto) per sottolineare che presa tale decisione non vi sarebbe stato modo di tornare indietro! 24 aprile 2014: a seguito del progetto elaborato dal Servizio Infrastrutture e dal 1° Reparto Genio, vie-ne ultimata la prima parte dei lavori edili riguar-danti le infrastrutture da destinare al Reparto pres-so la sede di Villafranca. Detti lavori consentono di

realizzare un fabbri-cato ad uso uffici con modu-li prefab-bricati e di ristruttura-re alcuni manufatti,

precedentemente occupati dal trasferito Gruppo Missili, in modo da renderli funzionali alle future esigenze del Reparto. Un anno esatto è passato dalla decisione di unifica-re il Reparto all’ultimazione della prima tranche dei lavori! In tale occasione, come in tante altre, l’anno

calendariale e l’anno demaniale (quest’ultimo sim-paticamente definito dal già Capo di SMA Gen. S.A. Giuseppe Bernardis pari a quattro anni calendaria-li) coincidono! Non appena nominato Capo Servizio Infrastrutture, il Gen. Alberto De Rubeis decide di effettuare la prima visita agli enti posti alle proprie dipendenze partendo dal 1° Reparto Genio, consa-pevole dell’importanza strategica che ricopre tale evento. Pertanto, il 22 luglio 2014 egli effettua un sopral-luogo alle infrastrutture di Villafranca per verificare di persona lo stato di avanzamento dei lavori. Nella circostanza, il Comandante del 1° Reparto Genio, Col. Giancarlo Gambardella, rappresenta la necessità di reperire in loco altri manufatti che vengono individuati grazie alla disponibilità del Co-mandante del 3° Stormo, Col. Massimo Cicerone. Questi individua i locali occupati dalla Sezione Ser-vizi Impianti, destinata a trasferirsi altrove. 18 dicem-bre 2014: il neo co-mandante del 1° Re-parto Ge-nio, Col. Pasquale Bizzarro, presenta il progetto e la “Road Map” per la riorga-nizzazione del Reparto alla luce della disponibilità dei nuovi locali fornita dal 3° Stormo. Il Col. Cicerone muove le sue truppe durante le fe-stività natalizie del 2014. In Italia tutto si ferma in detto periodo (anche il campionato di calcio di Se-rie A), ma non la possente armata del 3° Stormo! Gennaio 2015: il 3° Stormo libera gli uffici prece-dentemente occupati dalla Sezione Servizi Impian-ti, che vengono successivamente ristrutturati entro la fine di marzo 2015 dal 1° Reparto Genio. 13 ottobre 2015: lo Stato Maggiore dell’Aeronauti-ca approva le nuove Tabelle Ordinative Organiche del 1° Reparto Genio, disponendo il trasferimento a Villafranca di Verona delle strutture organizzative ubicate a Milano in data 14 dicembre 2015. “Dura lex, sed lex”. La penna del Capo di SMA scrive la parola fine alla storica presenza del 1° Reparto Ge-nio a Milano, iniziata nell’immediato secondo do-

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poguerra. 04 dicembre 2015: il Comandante Logistico, Gen. S.A. Gabriele SALVESTRONI, costituisce l’Ufficio Stralcio del 1° Reparto Genio a Milano, con decor-renza 14 dicembre 2015 e scadenza 1 giugno 2016, col compito di finalizzare le attività tecnico ammini-strative (contrattuali e demaniali) in itinere. 14 dicembre 2015: è il “D-Day” del 1° Reparto Ge-nio: il personale militare trasferito da Milano “approda” a Villafranca di Verona, dove, grazie ad un apposito team desti-nato all’accoglienza ed alla collaborazione del 3° Stormo, espleta veloce-mente tutte le pratiche burocratiche legate al tra-sferimento, e si dedica alla finalizzazione di tutte le procedure amministrative dei lavori da impegnare entro il 31 dicembre 2015. 18 febbraio 2016: in piena attività operativa, con il personale intento a trasferire “armi e bagagli” da Milano a Villafranca, il 1° Reparto Genio A.M. rie-

sce anche a mantenere la certificazione ISO 9001 (Ditta Dekra Certification) presso la nuova sede di servizio, così come precedentemente avvenuto a Milano. Marzo 2016: il contributo del 1° Reparto Genio alla

causa della Spending Re-view è un dato di fatto. Il Reparto termina il trasfe-rimento delle proprie strutture organizzative da Milano a Villafranca di Verona (all’appello man-ca solo la documentazio-ne dell’archivio, che verrà trasferita entro il 30 giu-gno 2016). Ora nuove sfide attendo-

no il 1° Reparto Genio di Villafranca, che senza fer-marsi un solo attimo è già chiamato ad operare in tutte le basi del Nord Italia quali, ad esempio, l’ae-roporto di Ghedi (BS), sede del 6° Stormo, ove so-no in corso lavori infrastrutturali di elevato valore strategico per la Forza Armata necessari al trasferi-mento del 155° Gruppo di Volo da Piacenza alla città lombarda.

PASQUA DI MISERICORDIA

DI GIAN PAOLO MANENTI

Q uesto è il giorno che ha fatto il Signore: ral-legriamoci ed esultiamo” (Salmo 117,24). Questo l’annuncio gioioso proclamato e ac-

colto nella celebra-zione della Veglia Pasquale, annuncio che ci ha accompa-gnati per tutto il periodo pasquale e che si protrae per cin-quanta giorni fino alla solennità della Pentecoste. La Ve-glia Pasquale è con-siderata “madre di tutte le veglie” per-ché ogni credente

rivive il momento della risurrezione del Signore. Un’immagine e segno visibile di questo tempo li-turgico è data dal Cero Pasquale che rievoca la fi-gura di Cristo, vera luce che illumina il mondo. Vi-vere la Pasqua vuol dire riconoscere la grandezza della vita che supera la morte, la forza della luce che rischiara le tenebre. Fare esperienza della gra-zia per ricordarci che, anche se possiamo cadere sotto il peso delle nostre difficoltà, c’è sempre la speranza e la certezza che possiamo rialzarci per-ché, come ci suggerisce la liturgia, “Pasqua è gioia, Pasqua è vita, vinta è la morte”. La Pasqua celebra-ta diventi il nostro vissuto nella misericordia di Dio. In comunione con tutta la Chiesa e la nostra Dioce-si Ordinariato Militare, facciamo nostre le parole e l’augurio del messaggio che l’Ordinario Militare, S.E.R. Santo MARCIANO’, ha scritto con l’approssi-marsi della Santa Pasqua trascorsa e di seguito in-tegralmente riportato.

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Gesù cade "la quarta volta" “Sembrano, ormai, tante stazioni della Via Crucis: Bruxel-les, in questi gior-ni; e poi anche New York e Parigi, il Kenya e la Tuni-sia, il Mali e lo Ye-men, la Siria, il Mar Mediterraneo e il Mar Egeo ..… come pure i tanti presidi militari che vedia-

mo moltiplicarsi nelle città, quasi come in un as-setto di guerra. E il male inspiegabile, il terrore in-controllabile, le fughe inarrestabili sono - erano già - il dolore, il peso specifico della Croce che il Figlio di Dio ha portato e continua a portare tra le strade del mondo. Tante Stazioni di una Via Crucis che, assieme, quasi compongono la "guerra mondiale a pezzi" più volte denunciata da Papa Francesco e ora, a suo stesso dire, sempre più unificata. Sotto il peso di questa guer-ra, di questo terrore, di questo dolore, di questa follia assurda senza appa-rente via d’uscita, ci sembra che Gesù cada, quasi ci fos-se un peso in più sulla Sua Croce già schiacciante. Ci sembra che Gesù cada una "quarta volta"! Non era suc-cesso nella strada verso il Calvario, dove altre mani contrastavano le mani armate: le mani del cireneo che offrivano pausa alla fatica; le mani di una donna, ristoro per il su-dore; le mani della Madre, ricordo di una carezza che restituisce forza; le mani del ladrone pentito che suscitavano compassione; le mani del centu-rione che indicavano, nella morte, una Vita senza fine. Servono ancora le nostre mani, perché Gesù non cada la "quarta volta"! Servono le vostre mani, carissimi militari, chiamate

a contrastare le mani armate per portare difesa sicurezza, con la presenza tra la gente, l’intelligen-za dell’indagine, la collaborazione in disegni strate-gici, l’impegno in missioni internazionali; servono le vostre mani che continuano a sottrarre al mare migranti e profughi, bambini e donne, accompa-gnando il gesto del soccorrere con il calore della carezza, talora necessaria per l’ultimo sforzo che eviti la morte tra le onde ..… Il momento difficile che il mondo vive vi chiama in causa in modo spe-ciale, interpella il vostro coraggio, la competenza, la dedizione totale fino al rischio della vita, lo stile che vi contraddistingue quali convinti operatori di pace. E la comunità umana, la Chiesa tutta vi è gra-ta per questo. Ma servono anche le mani di tutta la comunità umana, di una comunità internazionale che non può continuare a ignorare come la lotta al terrore richieda armi diverse. Richieda mani unite non da interessi economici o politici, non dalla semplice difesa di alcuni territori che lascia altri nell’abbandono indifferente, non dalla violenza che continua a respingere, nella fallace illusione che fermare chi fugge dalla guerra sia fermare la guer-ra fuori della porta di casa. Sì. Gesù non cade, non cadrà la "quarta volta" se,

per disarmare le mani ar-mate, ci saranno ancora mani così, unite da una strategia di difesa dal male, di contrasto della logica del male. Mani non chiuse ma tese, lungo le Stazioni della Via Crucis dei nostri giorni ormai sparse in ogni luogo del pianeta, in ogni mare, in ogni cuore umano, per trar-

re in salvo ciò che resta dell’umanità e evitare che essa precipiti in una caduta forse fatale. Mani spa-lancate da quella misericordia che, come aveva imparato San Giovanni Paolo II dagli orrori della guerra, è «limite imposto al male». Mani giunte nella preghiera, capaci di invocare, implorare, intercedere; capaci di indicare il Cielo, come il centurione, e sperare che l’uomo si ricordi di essere fatto per quella Vita senza fine che tutti ci attende nel mattino della Risurrezione.” Buona Pasqua di cuore. E così sia!

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UNA PERSONA ENCOMIABILE DI BIANCA BARBERA

O nore al merito!! Oltre ogni aspettativa, senza alcun precedente, contiamo final-mente un nostro rappresentante civile

tra il personale encomiato. Infatti, il 17 feb-braio scorso, il Co-lonnello Cicerone, durante la consue-ta cerimonia dell’alzabandiera, ha avuto l’onore ed il piacere di consegnare l’en-comio semplice tributato dal Capo del Servizio dei Supporti del Co-

mando Logistico (Ente sovraordinato al 3° Stor-mo), Generale di Divisione Achille Fornari, al no-stro Funzionario Tecnico Paolo Marzellotta, primo alto riconoscimento di un dipendente civile nella storia del Reparto. Caro Paolo, perdonami, conosco la tua riservatez-za e discrezione, ma ho deciso di dedicarti lo spa-zio di questo numero perché è importante dare risonanza alle nostre eccellenze e sottolineare i nostri successi; perché è necessario far compren-dere a tutti, anche a quanti ancora tendono a con-siderarci colleghi di serie B, che tra il personale civile si annoverano grandi professionisti, merite-voli degli stessi elogi ed encomi da sempre tribu-tati al personale militare. La rarità e la straordinarietà di questo riconosci-mento alla categoria è, infatti, confermata dalla stessa carenza di riferimenti normativi e con-trattuale in materia: infatti, solo poche righe della Pubblicazione OD-3 (“Ordinamento, formazione e impiego del personale civile in servizio negli Enti dell’A.M.” edita dallo SMA 1° Reparto edizione 2005) sono dedicate alla procedura di attribuzio-ne di ricompense nei confronti del personale civi-le. Quest’evento, a cui tutti noi colleghi civili abbia-

mo partecipato con grande orgoglio ed entusia-smo, ripeto unico ed eclatante per la nostra cate-goria, conferma come i tempi siano maturati ver-so una più attenta considerazione del nostro ruo-lo, e come la Dirigenza di Forza Armata sia oggi orgogliosa di gratificare il merito, senza esclusione alcuna del personale civile, uomini e donne del 3° Stormo, che come spesso ama ricordare il Colon-nello Cicerone ….. “non indossano le stellette, ma le hanno stampate sulle pelle”.

E queste stellette il Funzionario Paolo Marzellotta le ha guadagnate sul campo, con una lunga espe-rienza professionale, oramai trentennale, matura-ta presso il Centro Manutenzione Velivoli ai tempi dei gruppi di volo e, dopo la riorganizzazione dello Stormo, presso il Servizio Locale Comprensoriale Prevenzione e Protezione dello Stormo, ove oggi ricopre l’incarico di Capo Nucleo di Prevenzione e Protezione Enti Coubicati. Si consideri che nell’Area Tecnico Operativa della Difesa, dove è impiegato l’80% del personale civi-le del Dicastero, pochissimi ricoprono l’incarico di Capo unità operativa, incarichi che per la maggior parte dei casi sono riservati al personale militare ufficiale; pertanto, la scelta di valorizzare il funzio-nario tecnico civile operata dal nostro Dirigente e

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condivisa dallo SMA, ha un peso specifico ancor più importante e quest’enco-mio tributato ne conferma la portata. Oggi Paolo ricopre una posi-zione apicale all’interno del Reparto ed è riconosciuto da tutto il personale dello Stor-mo come punto di riferimento sulla sicurezza sui luoghi del lavoro, materia nella quale svolge costante attività di formazione, nonché consulenza tecnica specialistica al Dirigente, Dato-re di Lavoro ai sensi del D.Lgs. 81/2008.

In particolare, nell'anno appena trascorso ha con-tribuito in modo significativo al completamento della formazione antinfortunistica del personale dello Stormo, predisponendo in prima persona gli ausili didattici e i calendari dei relativi moduli for-mativi. Questi importanti contributi a tale attività sono risultati particolarmente efficaci ed hanno

consentito significativi risparmi per il Reparto, an-che in considerazione dell’ele-vato numero dei corsi effettuati a favore del perso-nale di Enti Aeronautici vici-niori. Ebbene, questo riconoscimen-to al merito arriva proprio nel 2016, con perfetto tempismo. Infatti, da quest’anno, è in vigore il sistema di valutazio-

ne della “performance individuale” del personale civile, secondo il quale le nostre prestazioni lavo-rative saranno oggetto di misurazione da parte della Dirigenza, in applicazione dei principi norma-tivi di meritocrazia e valorizzazione dei risultati già introdotti dal D.Lgs. 150 del 2009, provvedi-mento passato alla storia come la cosiddetta riforma Bru-netta. Ma di questo, vista la portata innovativa del tema, ne parleremo ampia-mente in una delle prossime puntate. Certamen-te, nell’ottica della misurazione e valorizzazione delle capacità individuali, l’encomio tributato equivale ad una valutazione di livello eccellente che si tradurrà in ottimi risultati anche in sede di applicazione del nuovo si-stema. Antici-piamo, infatti, che la misura-zione della performance, per la prima volta, ci atten-de al termine di quest’anno. Sono fiduciosa che questo primo atto formale pos-sa essere di stimolo per tutti noi ad impegnarci affinché non resti un caso isolato, ma sia seguito da tanti altri parimenti meritevoli. Che sia il primo

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LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI:

LEGGE DI STABILITA’ 2016 DI CARLO LEMMA

E ravamo intenti a rispondere ad un rilievo ispettivo e ad applicare una sanzione per l’ennesimo bicchiere di troppo del sabato

sera quando ci siamo accorti che era arriva-to il tempo per inviare alla redazione l’artico-lo relativo alla nostra rubrica. A quel punto ho pen-sato “e se utilizzassi-mo l’articolo che ci ha inviato l’amico e sti-mato Paolo CERIONI”. “Di che cosa tratta"? Chiese il mio stretto collaboratore Primo

Maresciallo Lorenzo DI GIORGIO, risposi: “della Legge di Stabilità Finanziaria 2016, in sintesi di tas-se”. A quel punto sentii intonare una melodica litania seguita da inequivocabili gesti di scongiuro a cui

subito mi associai. Poi pensai, non potendo riportare tutti i 999 commi di cui è composta questa legge abbiamo pensato di riportare solo quelli che a nostro parere sono le misu-re che hanno una ricaduta positiva su alcuni contri-buenti. Sicuramente non ce ne vor-rà Paolo se abbiamo opera-to con precisione chirurgi-ca questo piccolo interven-

to di riduzione dell’articolo da lui inviatoci. Buona lettura.

Legge di stabilità 2016.

È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Finanziaria 2016 cosid-detta. "Legge di stabili-tà 2016", in vigore

dall'1.1.2016. Il testo, composto dall’articolo suddiviso in 999 commi, contiene una serie di interessanti dispo-sizioni. Novità Tasi. Nell’ambito dell’esenzione abitazione principale, è

confermata la modifica del comma 669, Fi-nanziaria 2014, a seguito della quale l'esenzio-ne TASI già rico-nosciuta per i

terreni agricoli è estesa alle unità immobiliari adibi-te ad abitazione principale, escluse quelle di lusso (A/1, A/8 e A/9). Conseguentemente sono modifi-cati anche il comma 639, che ora individua nel pos-sessore e nell'utilizzatore i soggetti passivi TASI con esclusione delle unità immobiliari destinate ad abi-tazione principale dall'uno o dall'altro nonché dal relativo nucleo familiare, nonché il comma 681, il quale ora dispone che, nei casi in cui l'immobile costituisca abitazione principale per il detentore, la TASI è dovuta soltanto dal proprietario, nella per-centuale fissata dal Comune ovvero nella misura del 90% se il regolamento della delibera comunale non disciplina tale aspetto. Tali disposizioni non trovano applicazione per le abitazioni principali di lusso per le quali, in base alla disciplina "generale" TASI, l'imposta è dovuta e, in presenza di un proprietario e di un detentore, la stessa è versata da ciascuno nella percentuale fissata dal Comune ovvero nella misura fissata dal-la norma nazionale. Nuovo requisito agevolazioni “prima casa”. In materia di agevolazioni "prima casa", è stato introdotto il nuovo comma 4-bis alla Nota II-bis),

Il Dottor Paolo CERIONI (primo collaboratore ester-no di questo periodico) è Direttore dell’Ordine dei Medici di Verona, nonché Revisore dei Conti del So-dalizio del “Circolo del Terzo”.

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DPR n. 131/86 in base al quale il soggetto già pro-prietario della "prima casa" può acquistare la

"nuova prima casa" applicando le relative agevola-zioni anche se risulta ancora proprietario del primo immobile a condizione che lo stesso sia venduto entro un anno dal nuovo acquisto. Detrazione iva acquisto unità immobiliari residen-ziali. E’ stata inserita un'interessante agevolazione con-sistente nella possibilità di detrarre dall'IRPEF lor-

da, fino a concorrenza del suo ammontare, il 50% dell'IVA relativa all'acquisto di unità immobiliari residenziali, di

classe energetica A e B, cedute dalle imprese co-struttrici. La detrazione: spetta per gli acquisti effettuati entro il 31.12.2016 e va ripartita in 10 quote annuali. Detrazioni recupero edilizio e risparmio energeti-co. È disposta la proroga alle condizioni previste per il 2015, sia della detrazione per gli interventi di recu-pero del patrimonio edilizio di cui all'art. 16-bis, TUIR, che per quelli di riqualificazione energetica di cui all'art. 1, commi da 344 a 347, Legge n.

26912006. In parti-colare, per le spese sostenute fino al 31.12.2016 (anziché fino al 31.12.2015) la detrazione per gli interventi di recupe-ro del patrimonio edilizio è riconosciu-

ta nella misura del 50%, su un importo massimo di spesa pari a € 96.000, mentre per gli interventi di risparmio e riqualificazione energetica, inclusi i nuovi interventi introdotti dal 2015 (schermature solari e impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di generatori di calo-re alimentati da biomasse combustibili), è ricono-

sciuta nella misura del 65%. Le detrazioni per gli interventi di risparmio e riqua-lificazione energetica sono ora fruibili anche dagli Istituti Autonomi per le Case Popolari (IACP) co-munque denominati, per le spese sostenute dall'1.1 al 31.12.2016, per interventi realizzati sugli immobili di loro proprietà e adibiti ad edilizia resi-denziale pubblica. Bonus "mobili ed elettrodomestici". È confermata la proroga della detrazione IRPEF del

50% su una spe-sa massima di € 10.000, ricono-sciuta ai sog-getti che so-stengono spese

per l'acquisto di mobili e/o grandi elettrodomestici rientranti nella categoria A+ (A per i forni) finalizza-ti all'arredo dell'immobile oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio per il quale si frui-sce della detrazione IRPEF (alle stesse condizioni previste per il 2015). La detrazione è riconosciuta per le spese sostenute fino al 31.12.2016 (anziché fino al 31.12.2015). Bonus mobili giovani coppie. E’ stata introdotta una nuova detra-zione IRPEF riser-vata alle giovani coppie (coniugi ovvero conviventi more uxorio): che costituiscono nucleo familiare da almeno 3

anni; in cui almeno uno dei due non abbia superato i

35 anni di età; acquirenti di un'unità immobiliare da adibire

ad abitazione principale (la norma non preci-sa i termini temporali relativi all'acquisto);

pari al 50%, su una spesa massima di € 16.000, per l'acquisto di mobili destinati all'arredo dell'a-bitazione.

Detta spesa deve essere sostenuta dall'1.1.2016 al 31.12.2016 e la detrazione va ripartita in 10 quote annuali.

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Tale detrazione non è cumulabile né con la detra-zione per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio né con il bonus "mobili ed elettrodomesti-ci". Leasing agevolato “Prima Casa”. E’ stata introdotta una serie di interessanti disposi-zioni tendenti a agevolare l'acquisto della "prima casa" mediante un contratto di leasing. Il ricorso a tale modalità d'acquisto consente di beneficiare della detrazione IRPEF del 19% di cui alle nuove lett. i-sexies.1) e i-sexies.2) del comma l dell'art. 15, TUIR, relativamente ai canoni e relativi oneri accessori per un importo non superiore a € 8.000 e al prezzo di riscatto per un importo non

superiore a € 20.000, a condizione che: l'unità immobiliare sia adibita ad abitazione prin-

cipale entro un anno dalla consegna; il soggetto interessato abbia un'età inferiore a 35 anni e un reddito complessivo non superiore a € 55.000 all'atto della stipula del contratto e non sia titolare di diritti di proprietà su immobili a de-stinazione abitativa. Se il soggetto ha un'età pari o superiore a 35 anni la predetta detrazione è ridotta del 50%. La nuova detrazione spetta alle condizioni previste relativamente agli interessi passivi ipotecari per l'acquisto dell'abitazione principale di cui alla lett. b) dello stesso art. 15. Sono previste altresì le seguenti agevolazioni ai fini delle imposte indirette: è applicata l'imposta di registro dell'1,50% alle

cessioni di case di abitazioni non di lusso effettuate nei confronti di banche ed intermedia-ri finanziari per essere concesse in leasing ricor-rendo i requisiti "prima casa", in capo all'utilizza-tore, di cui alla Nota II-bis all'art. 1, Tariffa parte I, DPR n. 131/86;

le imposte apocatastasi sono dovute in misura fissa (€ 200).

Nel caso di cessioni effettuate direttamente dall'impresa di costruzioni l'imposta di registro e ipocatastali sono applicabili in misura fissa; men-tre in caso di cessione del contratto di leasing in esame è applicabile l'imposta di registro del 9%, ridotta all'1,5% in presenza delle condizioni "prima casa". L'agevolazione in esame è applicabile dall'1.1.2016 al 31.12.2020. Bonus dispositivi risparmio consumo energetico. E’ stata estesa la detrazione IRPEF/IRES del 65% anche alle spese sostenute per l'acquisto, installa-zione e messa in opera di dispositivi multimedia-li per il con-trollo da remoto de-gli impianti di riscalda-mento per produzione di acqua calda e di climatiz-zazione delle unità abitative, volti ad aumentare la consapevolezza dei consumi energetici da parte degli utenti e a garantire un funzionamento effi-ciente degli impianti. A tal fine, i dispositivi di cui sopra devono mostrare attraverso canali multimediali i consumi energetici mediante la fornitura periodica dei dati.

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GENTILISSIMI LETTORI DI VITO ROCCO SACCHETTI

G entilissimi Lettori, dovrei scriverVi un arti-colo quale Presidente del COBAR del 3° Stormo, incarico che rivestirò fino al 31

marzo, prossima data nella quale verrò collocato in pensione per “raggiunti limiti d’età”. Ma prima di ad-dentrarmi in una dotta spiegazio-ne sulla Rappre-sentanza di Base, argomento mol-to importante e delicato in quan-to attinente ai bisogni del per-

sonale e delle loro famiglie, permettetemi di per-dermi sul filo dei ricordi. Correva l’anno 1980 e precisamente il 14 aprile. Avendo vinto le selezioni per svolgere il servizio militare obbligatorio quale Allievo Ufficiale di Com-plemento (A.U.C.) dell’A.M. (Aeronautica Militare) venivo incorporato presso la S.A.A.M. (Scuola di Applicazione dell’A.M.) di Firenze. Devo dirvi subito che mai avrei supposto di svolge-re, quale professione, quella del militare, anche perché ci riferiamo ad anni in cui la divisa era vista con molto sospetto e la “Vita Militare “ritenuta brutalmente una perdita di tempo. L’impatto con i colleghi, i Superiori e la Struttura che ci ospitava fu molto “spiazzante“ perché incon-trai gente normalissima, molto disponibile e pro-fessionalmente molto preparata. La forma militare per me non è mai stata un problema visto che so-no cresciuto con una mamma “marine”. Mi fu proposto di seguire i corsi per acquisire l’in-carico di Controllore del Traffico Aereo visto che in quel periodo l’A.M. si era trovata in difficoltà per il contemporaneo passaggio di moltissimi colleghi nell’Azienda Autonoma Volo Traffico Aereo Gene-rale (AAVTAG).

Così ebbe inizio il mio percorso in Aeronautica che negli anni mi ha portato a svolgere diversissimi in-carichi in molteplici destinazioni sia in Patria che all’estero. Vorrei elencarli non per mero compiacimento ma per mostrarvi il percorso di una intera vita dedica-ta, con la mia famiglia, alla professione. 1980: Pratica di Mare (Roma); 1981-1984: Amendola (FG); 1984-1995: Sigonella (SR); 1995-1999: Vicenza (Ente NATO); 1999-2000: Roma; 2000-2003: Vicenza (Ente Nazionale); 2003-2006: Poggio Renatico (FE); 2006-2008: Tonezza del Cimone (VI); 2008-2016: Villafranca di Verona. Come dicevo prima, la mia famiglia, moglie e due figli (Saverio e Giu-seppe), mi ha seguito in Sicilia ed a Vicenza dove tutt’ora risiedo. Qualcu-no potrà pensa-re, quindi, che ho trascorso molti periodi lontano da casa ma non è così. In questi ormai 36 anni effettivi di carriera (tranne i 7 anni d’impie-go a Vicenza) ho “pendolato” giornalmente o setti-manalmente (da Roma) per essere ogni sera con i miei cari. Penso di essere unico e di meritare qualcosa? No, perché come me tantissimi colleghi condividono il pendolarismo per essere presenti in famiglia. Pen-so invece che tanto devo a mia moglie che, oltre a non farmi notare le mie mancanze, è riuscita a non far sentire la mia mancanza ai figli. Per seguirmi ha dovuto rinunciare ad una brillante occasione di la-voro nel 1985. Poi ha dovuto ricominciare tante volte in nuove realtà occupazionali. Ecco vorrei che la Forza Armata più che verso di noi sia riconoscen-

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te verso le nostre mogli che sopportano tutto il peso della nostra professione. Specie quelle che hanno impieghi nel settore privato. Cosa mi resta di questa esperienza e cosa mi por-terò con me ora che non sarò più in servizio??? Me lo sono chiesto molte volte durante i miei turni di servizio in Torre di Controllo, al Radar o quando in Operazioni o Esercitazioni mi trovavo lontano da casa o anche dall’Italia. Intanto un grande affetto per l’Aeronautica Milita-re che mi ha permesso di vivere un’emozione così lunga e gratificante e mi ha formato quale Profes-sionista, quale Ufficiale e quale cittadino. Un gran-de amore per i tanti colleghi italiani e stranieri, Ufficiali e non, che ho avuto l’onore di incontrare nelle mie varie assegnazioni. Un grande bagaglio di umanità e di fratellanza che ha abbattuto le diffe-renze di colore della pelle, di religione e di cultura e poi l’orgoglio di essere italiano e di esserlo quale soldato, conscio dei tanti limiti ma anche dei tan-tissimi pregi che l’essere italiano comporta. Sicura-mente mi rimarrà quel brivido lungo le spalle e sul-la pelle che ci prende ogni volta che, in Patria e all’estero, issiamo il Tricolore e cantiamo l’Inno di Mameli. Mi resterà indelebile nel cuore il ricordo di tanti amici che non ci sono più e che sono stati per me più che fratelli (Stefano, Rosario, Roberto,

Paolo, Vanni …..) e di quelli che spero di incontrare in occasioni piacevoli (Franco, Luca, Damiano, Lu-cio, Marco, Francesco, …..). Ecco, ho voluto sottolineare le mie emozioni e quanto i problemi della vita militare siano impor-tanti nell’economia di una carriera e sulla gestione delle famiglie. Molto ci sarebbe da aggiungere ma voglio sottolineare che il CO.BA.R., quale catalizza-tore delle istanze del personale, cerca di veicolarLe verso le Superiori Autorità contemperandole con le esigenze operative. Spesso ci si scorda che il milita-re è un cittadino particolare rispetto agli altri citta-dini. Particolare perché ha doveri civili e militari e sottostà a leggi civili e militari. E’ una condizione che non ci fa sentire diversi e che accettiamo nel momento in cui decidiamo di servire la Patria, giu-randoLe fedeltà ma che ha bisogno, proprio per questa particolarità, di venir contemperata da giu-ste richieste verso i Vertici. E’ quindi con questo spirito che cerco di svolgere, con gli altri eletti nelle varie categorie, l’incarico di Presidente del C.O.B.A.R. del glorioso 3° Stormo. A conclusione di questo breve scritto mi permetto di augurare a Tutti Voi ed alle Vostre Famiglie le migliori fortune per tutte le aspettative che ripone-te nel futuro.

LA MIA NUOVA VITA “BIZZARRA” DI CLAUDIA MACCHI

L ’avventura al 3° Stormo sta per finire ….. Sono volati (e non è un luogo comune) que-sti anni al 3° Stormo.

Ricordo quando sono arrivata ….. spaesata e confusa. Ma, dopo i primi momenti di sconforto e di iniziale difficoltà, ho scoperto il valore, le tradizioni, il generoso impegno, la professionalità di tutto il personale di questo glorioso Re-parto. Lasciare i Diavoli Rossi era stato difficile e ne

sentivo profondamente la mancanza, ma nei mo-menti di difficoltà o di malinconia ricordavo sem-pre le parole del mio mentore, quell’“antico” Uffi-ciale di cui vi ho già parlato, che mi aveva detto che fra le “streghe” mi sarei trovata a mio agio (fra diavoli e streghe ….. ci si capisce! O forse alludeva a me? ….. mah! Ci penso su da quel dì e che avrei pianto due volte (come succedeva in noto film), all’arrivo e alla partenza, ma, alla partenza di più. E così è! Sono stati anni (già più di tre!) di intenso lavoro, di proficuo scambio di idee e di confronto sempre costruttivo e, per me, di grande crescita. Dal primo aprile sarò trasferita al 1° Reparto Genio A.M. e, nonostante, la vicinanza in termini di di-stanza, mi sembra di dovere andare lontanissimo e l’emozione mi assale ….. Le parole di oggi e i miei pensieri sono per tutti Voi “gatti” del 3 Stormo che, ancor di più in questi

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giorni, mi state facendo sentire il Vostro calore e affetto ….. grazie di cuore per la disponibilità e la pazienza che avete voluto dedi-carmi. In particolare la mia sincera gra-titudine va al personale del Ser-vizio Amministrativo, persone e amici eccezionali, con i quali ho conosciuto momenti indimenti-cabili, a volte molto belli, a volte non facili, che sempre abbiamo superato uniti, con la consape-volezza della strada da percorre-re e con rispetto, professionalità e competenza, volontà e affetto reciproco. Uno speciale ringraziamento è per i Comandanti delle varie ar-ticolazioni dello Stormo che non mi hanno mai fatto mancare il loro supporto. Saluto il Colonnello Cicerone con cui ho lavorato

sempre in sintonia, rispetto e lealtà verso ogni obiettivo prefissato e lo ringrazio per la serenità

che ha saputo darmi nella guida del Servizio Amministrativo e la saggezza e l’acume con cui ci ha sempre indicato la via. Poco più in là ….. cambio pagina ….. e saluto il Colonnello Bizzarro che mi aspetta per una nuova “bizzarra” avventura ….. Tutte le parole scritte fino qui sono dedicate all’“antico Ufficia-le” che tanta parte ha della mia vita e senza il quale non sarei arrivata fino qui.

ANNO NUOVO ….. CALOTTA NUOVA! DI CARMEN ZAPPAVIGNA

L 'anno appena trascorso è stato per noi tutti intenso e ricco di radicali cambiamenti, che non solo hanno riguardato lo Stormo nella

sua espressione quotidiana, bensì l'organizzazione stessa del persona-le di cui è compo-sto. Nell'ambito delle numerose attività quotidiane, che ci riguardano, diven-ta fondamentale per il personale la ricerca di svariati momenti di aggre-gazione, dedicati

alla condivisione di interessi, eventi personali e so-ciali, al tempo libero ed al divertimento. É sulla ba-

se di tali presupposti che in questo nuovo 2016 la Nobile Calotta del 3° Stormo ha assunto una nuova configurazione interna, nonché l'intenzione di ren-dersi promotrice di siffatta aggregazione del perso-nale. É stato per me un onore accettare l'incarico da Ca-po Calotta, ma soprattutto mi piace considerare questa nomina co-me un'opportunità, per mettere in pra-tica svariate idee che sono certa po-tranno essere per-fezionate e cresce-re numerose nel corso dell'anno gra-zie al valido contri-buto dei miei colle-ghi "Calottari". In particolare, è con gratitudine che rin-grazio di cuore l’u-scente Capo Calotta, il Capitano Michele CARNEVA-LE, per la disponibilità e la collaborazione dimo-

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strata in questo passaggio di consegne oltre che per l’amicizia che ci unisce. Ecco quindi i cambiamenti interni alla Calotta, rias-sunti nel seguente schema che indica i due princi-pali Gruppi di Lavoro costituiti in seno al Consiglio di Calotta.

Altra novità riguarda la modifica allo Statuto di Ca-lotta, promossa nel pieno rispetto delle tradizioni e delle consuetudini della Nobile Calotta di Stormo. E se è vero che ogni grande cambiamento inizia da un piccolo gesto, sarà nostro obiettivo per que-st'anno fare in modo che ciascuno di noi possa ren-dere un contributo costante per il miglioramento di questa piccola ma ben definita organizzazione, conservandone gelosamente principi e tradizioni ma promuovendo, al tempo stesso, idee nuove e frizzantine.

LA FUMATA BIANCA Mercoledì 17 febbraio 2016, alle ore 10.00 circa, se

l’aula briefing avesse avuto una canna fumaria ne

avremmo visto uscire del fumo bianco perché in

quell’istante gli Ufficiali del 3° Stormo, riuniti in Assemblea, avevano appena eletto il Tenente AAran Carmen Zaira Zappavigna nuovo Capo della Nobile Calotta. La stessa fumata ha sancito per il sottoscritto la fine del prestigioso incarico fonte di

tanti oneri e altrettanti onori che, almeno nel corso del mio mandato, si sono sempre bilanciati e che anzi, a dire il vero, è stato motivo di grande gratifi-cazione personale e professionale. Il Capo Calotta, infatti, tra le sue molteplici incom-benze, è chiamato ad affiancare, ogni qualvolta ricorra un evento importante per la vita del Repar-to, il Comandante di Stormo “negli usuali convene-voli”, espressione testualmente riportata negli Or-dini di Servizio redatti dall’Ufficio Comando. Ci si ritrova così quasi sempre in prima linea a fare gli onori di casa a personalità militari, civili e religiose di spicco e a godere del privilegio di poter stringere la mano e scambiare qualche parola con, ad esem-pio, il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, il

Comandante Logisti-co, il Capo del Servi-zio dei Supporti piuttosto che con il Sottosegretario alla Difesa o il Capo della Protezione Civile. Similmente ci si tro-va a fare l’apertura in occasione degli eventi conviviali che coinvolgono ospiti

esterni e i propri familiari, come nel caso del tradi-zionale scambio di auguri che si svolge nell’immi-nenza delle festività natalizie.

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Vorrei approfittare per l’ultima volta di questo spa-zio per sottolineare come, in realtà, per quanto usuali vengano definiti questi convenevoli, per il Capo Calotta essi sono invece spesso fonte di in-

tensi sforzi emotivi che si manifestano, ad esempio ai pranzi di corpo, sotto forma di inappetenza ner-vosa e, più in generale prima di ogni intervento, con i fantozziani effetti della tensione ovvero “mani come due spugne, salivazione azzerata, ma-nie di persecuzione, e miraggi!”. Devo ammettere che fin quando non si ha la certezza, attraverso la

testimonianza dei predecessori, che tali disturbi siano un normale effetto collaterale dell’incarico, si fa fatica a non decidere di sottoporsi ad una mirata psicoterapia!! Il simbolico testimone, con il carico dei suoi oneri, onori ed effetti collaterali, è ora nelle sapienti mani di Carmen, cara amica e collega, alla quale non mi resta che indirizzare il più sincero degli “in bocca al lupo” e la promessa del massimo sostegno affinché l’esperienza di Capo Calotta sia anche per lei fonte di soddisfazioni.

Capitano Michele CARNEVALE

APPUNTAMENTO COL TEMPO DI PIETRO BRUNI

D i recente, quale Presidente dei Sottufficia-li, Graduati e militari di Truppa, ho parte-cipato ai commiati di alcuni colleghi che,

per scelta o raggiunti limiti di età, hanno lasciato il servizio atti-vo. In taluni casi, ossia quando lasciare il ser-vizio faceva parte di una scelta, ho notato grande euforia mista ad emozione e propo-siti per ulteriori ambiti traguardi da raggiun-gere. Negli altri casi, invece, parlando dei

fatidici raggiunti limiti di età, l’emozione ha domi-

nato e han fatto seguito silenzi spezzati da applausi dei presenti e ondate di silenti ricordi vissuti che la commozione, da par suo, ha riportato alla memo-ria nostalgiche “fotografie” in bianco e nero, ma dai contorni vivi e ricche di significato. In quei frangenti molti pensieri hanno affollato la mia mente, vuoi per l’importanza del momento, piuttosto che del valore della scelta fatta dal colle-ga. Già! Anche coloro che si trovavano ad andare via per raggiunti limiti d’età dovevano operare una scelta, “….. cosa fare dopo”? Proprio come quando molti (ma molti) anni prima ognuno di noi ha fatto una scelta di pari importanza - nel nostro caso di arruolarsi - e prendere quella deci-sione è stato fonda-mentale: aver dato una direzione ed un senso

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alla nostra vita! È stato difficile, per molti aspetti, non ultimo il ve-nir meno di alcune condizioni necessarie al compi-mento dei nostri progetti, dei nostri desideri ….. la ricerca di un lavoro! È scritto nei testi di sociologia che l’emigrazione è un tratto caratteristico della storia e del DNA del nostro Paese. Siamo uno dei popoli che, negli ulti-mi 200 anni, più spesso ha dovuto fare ricorso all’emigrazione per conquistare un tenore di vita accettabile, un lavoro. Emigrazione che si è modifi-cata dal modello “espatrio” al modello “risalita”: dal Sud al Nord Italia. Noi, come militari siamo stati favoriti; nonostante il cambio di regione, il trovare un impiego sicuro nel tempo è stato fondamentale

al fine di migliorare il nostro “status quo”. Nei racconti di tanti colleghi, affiora la voglia di fare, di lavorare, di impegnarsi concre-tamente; in tutti è forte il sentito, il grande amore per la propria terra,

quella terra che non avrebbero mai voluto lasciare, come poi sono stati costretti a fare. Quella terra a cui penseranno sempre, anche stando lontani. Quella terra che, purtroppo, non ha potuto offrire caratteristiche di opportunità e sicurezza economi-ca. In molti colleghi, in arrivo ed in partenza, ho rilevato un sentimento di nostalgica malinconia poiché la separazione dalla terra d’origine è sem-pre, in ogni caso, sentita come una frattura nella vita personale. Un sociologo algerino, Abdelmalek Savad, in un suo studio sulla migrazione definisce tale scelta come una doppia assenza: quella dal paese in cui si è nati (nel quale si lascia un posto vuoto) e quella del paese in cui si va a vivere (spesse volte, vissuto come sensazione di escluso). Questo pensiero per certi aspetti rende l’idea della realtà che alcuni di noi vivono come esperienza di un’esistenza “fuori-luogo”, in cui all’atto dell’inse-rimento nel nuovo ambito sociale-lavorativo si è costretti a ricominciare da zero, per riconquistare, rinegoziandolo, uno spazio sociale all’interno della

nuova realtà. Quest’ultima con-siderazione fa na-scere un’ulteriore domanda: ma allo-ra dopo una vita passata in luoghi diversi da quelli d’origine (mediamente 25-35 anni) con le difficoltà oggettive prima espresse, perché alla fine si decide di rimanere? Forse proprio perché il rico-minciare da zero, rinegoziando il nostro vivere nel nuovo contesto sociale, ci fa diventare nel corso degli anni parte integrante di quella comunità. Al-cuni si inseriscono nei contesti istituzionali sociali, commerciali e sportivi senza escludere alcun ambi-to e ad ogni livello. Si creano nuove amicizie, nuovi interessi, ci si spo-sa, si hanno dei figli e ci si lega ai luoghi quasi vi-sceralmente, con spaccati di vita che modificano man mano l’esistenza stessa. Fortemente sentito è il desiderio dei giovani appe-na arrivati di poter “ritornare” un giorno nei luoghi d’origine, ma più il tempo passa e più si attenua questa voglia per le motivazioni e le sensazioni poc’anzi raccontate, per giungere, infine, a quel giorno speciale e così importante descritto all’ini-zio dell’articolo, l’appuntamento col “congedo” (scelto o dovuto) dove - attorniato dall’affetto di familiari, amici e colleghi che hanno condiviso il trascorrere degli anni supportandoci e sopportandoci - per fortuna, nella maggior parte dei casi, sfogliando l’album dei ricordi, si scopre che con compostezza, serenità e saggezza via via si sono superati tutti gli ostacoli che la vita ci riserva

e siamo arrivati all’ambito e indifferibile traguardo dell’“appuntamento col tempo”.

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SALUTE E BENESSERE: CUORE MATTO! DI PAOLO MARCATILI

H o l’onore di siglare il primo articolo prettamente “sanitario” del nostro trime-strale Nero su bianco e, quindi, di fare da

apripista ai suc-cessivi che segui-ranno nel prossi-mo futuro. Rac-colgo con grade gioia l’invito ad occuparmi di uno specifico spazio editoriale e rin-grazio per l’atten-zione dedicata all’Infermeria di Corpo del 3° Stor-mo che ho la re-sponsabilità di

condurre dal 1 luglio 2015. Come ben sappiamo i cittadini nella loro complessi-tà sono sempre più sensibili alle tematiche sanita-rie rivolte alla tutela della salute ed alla salvaguar-dia della vita umana e, dovendo scegliere un argo-mento con il quale rompere il ghiaccio del debutto, ho deciso di adottare un criterio di priorità analogo a quello con cui il medico in pronto soccorso deci-de la gerarchia di accesso in area di emergenza dei

vari pazienti. Quindi volendo fare un “triage” delle varie tema-tiche da trattare sicuramente il codice rosso in questo caso, e quindi, la priorità,

spetta alla tematica relativa alla salvaguardia della vita umana in caso di emergenze reali per condizio-ni cliniche che possano compromettere la vita del paziente nel giro di pochi minuti. Tra queste la condizioni clinica che impatta in ma-niera più drammatica sulla sopravvivenza del pa-ziente è sicuramente l’arresto cardiaco che, oltre a

incidere su soggetti già cardiopatici o con fattori di rischio no-ti, può de-terminarsi – condizio-ne sicura-mente più insidiosa - anche su pazienti apparente-mente sani senza eventi premonitori che possano indicare situazioni di allarme, come è stato eviden-ziato dagli episodi che hanno interessato nel recen-te passato anche sportivi agonisti in pieno benes-sere ed appartenenti a fasce di età basse. Con il termine di arresto cardiaco si intende una condi-zione clinica in cui viene a cessare per diverse ra-gioni il flusso sanguigno, e quindi l’apporto di ossi-geno, a tutti gli organi del corpo umano e in primo luogo al cervello, le cui cellule sono destinate a su-bire danni già dopo 4 minuti dall’evento ed a mori-

re entro massimo 10 minuti; tutto ciò suggerisce l’as-soluta priorità nel-la tempestività dei soccorsi (“Time is brain”!!). In Italia dei 60.000 arresti cardiaci stimati annual-

mente la sopravvivenza media è estremamente bassa, minore del 2%. Questi numeri potrebbero suggerire l’idea fatalista che non si possa fare nulla ….. Ma non è così! La sopravvivenza può essere decisamente più alta se sul territorio si introduce e si diffonde capillarmente un nuovo metodo di soc-corso: la defibrillazione precoce; estendendo, in-fatti, questo tipo d’intervento nelle comunità, con-sentendo alla cittadinanza di utilizzarlo, le percen-tuali di sopravvivenza per arresto cardiaco salgono dal drammatico 2% fino anche al 60%. Per comprendere a pieno il razionale della defibril-lazione bisogna capire che nella stragrande mag-gioranza dei casi (circa 80-90%) nei primi minuti di un arresto cardiaco – almeno nell’adulto – il cuore

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continua a muoversi ma con un movimento defini-to come fibrillazione ventricolare, inefficace a pompare sangue e quindi ossigeno nelle arterie. Tale condizione può essere convertita ad un battito cardiaco normale con una scarica elettrica (defibrillazione cardiaca) se praticata precocemen-te, e cioè entro i primi 5 minuti dal momento dell’arresto cardiaco (Defibrillazione Precoce), attraverso l’uso di appositi disposi-tivi quali i defibrillatori che, attra-verso piastre adesive appoggiate sul torace del paziente, sono in gra-do di riconoscere autonomamente la fibrillazione ventricolare e quindi erogare lo shock elettrico. La tecnologia ha semplificato sem-pre più il funzionamento di tali di-spositivi ed abbattuto il loro costo consentendone quindi – attraverso un percorso formativo di qualche ora – l’utilizzo anche da parte di personale “laico” e cioè senza nessun backgound sanitario, utilizzo peraltro auto-rizzato anche a seguito di una specifica legge dell’aprile del 2010. Sono stati sviluppati e si stanno sempre più svilup-pando, pertanto, dei progetti P.A.D. (Pubblico Ac-cesso alla Defibrillazione) con lo scopo di incidere sensibilmente sulla sopravvivenza all’arresto car-diaco, rivolti da una parte alla installazione di defi-brillatori in punti di aggregazione cittadina (quali stadi, aeroporti, stazioni, centri commerciali, me-tropolitane, teatri, grandi industrie, ecc.) e dall’al-tra alla formazione di un numero sempre maggiore di cittadini attraverso corsi della durata di poche ore per l’acquisizione delle conoscenze della riani-mazione con utilizzo del defibrillatore (BLSD per laici). I dati raccolti in alcune realtà che hanno avviato precoce-mente progetti PAD sono più che incoraggianti, con so-pravvivenze medie intorno al 45% dei pazienti. Questa sfida, sicuramente audace, è stata raccolta re-centemente anche dalla Ae-ronautica Militare e in parti-

colare dal 3° Stormo che, dietro la entusiastica spinta propulsiva del suo Comandante – il Col. Massimo Cicerone – sempre sensibile alle proble-matiche relative alla salute ed alla sicurezza del suo personale, ha predisposto l’avvio di un progetto P.A.D. tramite l’acquisizione di 8 defibrillatori se-miautomatici, dislocati in aree strategiche del sedi-me aeroportuale, e la formazione di un sempre

maggior numero di lavoratori nelle manovre BLSD attraverso l’opera addestrativa svolta dal personale della Croce Rossa Italiana, a cui nei prossimi mesi si affiancherà quella del personale sanitario della Infer-meria di Corpo attraverso l’opera di formatori militari. Il progetto sarà implementato attraverso percorsi di verifica per validarne l’impostazione ed am-

pliando di pari passo sia il numero dei defibrillatori in nuove ubicazioni che il numero dei dipendenti addestrati nel loro utilizzo. Una sfida così ardua, del resto, può essere affron-tata unicamente attraverso una presa di consape-volezza e partecipazione collettiva ….. il ruolo di “tutti insieme” nel concorrere un unico obiettivo è sempre stato un sentimento ispiratore di uomini e donne del 3° Stormo, e ancor più lo è diventato negli ultimi anni ….. per cui avanti così! Uno sguardo attento deve essere indirizzato alle nuove tecnologie e a quello che sarà il soccorso del futuro ….. anche nel trattamento dell’arresto car-diaco i droni probabilmente permetteranno all’uo-mo di vincere questa audace sfida per la vita. Esi-stono già in fase avanzata di progettualizzazione dei droni–ambulanza che ospitano all’interno dei piccoli defibrillatori che, in studi pilota, hanno mo-

strato tempi di intervento tra i 2 e 3 minuti dalla chiamata, tempistica che porterebbe la sopravvivenza dei pazienti a valori vicino all’80%. E’ proprio il caso di dire che anche stavolta il soccorso e l’aiuto verranno dall’alto …..

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UMORISMO E SATIRA DI LORENZO RUBINO

Artista polivalente e trasformista, ama intrattenere grandi

e piccoli con animazioni e spettacoli di magia divertenti, calcando

qualsiasi tipo di scena, dal villaggio turistico, alla piazza, nonché

il teatro.

La vignetta si è ispirata ad alcuni episodi che hanno visto coinvolto del personale (guarda caso

particolarmente emotivo) durante l’ispezione ordinaria condotta da un Ispettore di ISPEDIFE (Ufficio

Centrale per le Ispezioni Amministrative), avvenuta nell’ambito della normale programmazione annuale

portata avanti in tutti gli Enti e Reparti delle Forze Armate dallo stesso Organo Centrale del Ministero

della Difesa.

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L’ALMANACCO DELL’UFFICIO COMANDO

Promozioni

Congratulazioni vivissime da parte della redazione, di tutti

i colleghi e dal Comandante di Stormo.

Tenente POLIMENO Daniele 1° Maresciallo FORINO Giuseppe 1° Maresciallo IMBRIANI Gianfranco 1° Maresciallo LOPEDOTA Fabrizio 1° Maresciallo RIZZO Graziano 1° Maresciallo SABATO Massimiliano 1° Maresciallo SERVILLO Giuseppe 1° Maresciallo ZANINI Vito 1° Maresciallo ZOCCHI Roberto Maresciallo 1^ Classe CAPURSO Michele Maresciallo 1^ Classe MIGNOGNA Giuseppe Maresciallo 1^ Classe NAVIGLIO Giuseppe Maresciallo 1^ Classe PASQUINO Stefano Maresciallo 1^ Classe SCOPA Marco Maresciallo 1^ Classe VERROCCHIO Tullio Sergente Maggiore Capo DI NUZZO Daniele Sergente Maggiore Capo GIANFREDA Rosario Sergente Maggiore ELIA Alessio Sergente Maggiore IARRERA Vincenzo Sergente Maggiore PENNACCHIA Antonio Sergente Maggiore VICINI Alessandro

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01/01/2016 MARESCIALLO 1^ CLASSE VIOLANTE SERGIO

25/01/2016 1° MARESCIALLO LIBERTO DONATO

16/02/2016 TENENTE VANIA MARINO

21/03/2016 AVIERE CAPO MELE PASQUALE

21/03/2016 AVIERE CAPO SERGI GIULIA

21/03/2016 AVIERE CAPO VOLPICELLA MARIO

23/01/2016 AVIERE CAPO FERRANTE GIORDANO TRASFERITO

23/01/2016 AVIERE CAPO LAPADULA ANTONELLO TRASFERITO

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PERIODICO TRIMESTRALE STAMPATO IN UN NUMERO DI COPIE RI-DOTTO E DIVULGATO SOPRATTUTTO ATTRAVERSO SISTEMI DI POSTA ELETTRONICA E VISIONABILE ANCHE IN FORMATO 3D FLIP MAGAZINES, ATTRAVERSO IL BROWSER WEB AL LINK: HTTP://WWW.ISSUU.COM/.

RISPETTA L’AMBIENTE: SE NON TI E’ NECESSARIO, NON STAMPARE QUESTO OPUSCOLO PLEASE CONSIDER THE ENVIRONMENT BEFORE PRINTING THIS BROCHURE

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Centralino 045/6332111

AERONAUTICA MILITARE

Comando Logistico - Servizio dei Supporti 3° Stormo

Località Caluri, 1 37069 - Villafranca di Verona

E’ vietata la riproduzione, parziale o totale, degli articoli e contenuti del presente periodico, eccetto previa autorizzazione dell’Ufficio Comando

Stampa a cura del Nucleo Cinefototipografico dell’Ufficio Comando Distribuzione a cura della Segreteria Particolare del Comandante