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In sinergia con Fondazione. Migrantes

Adeste40 domenica 04 ottobre 2015c

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P ensando all’Air Force One, l’hanno ribattezzato Shepherd One, cioè «Pastore

Uno». È l’aereo dell’Ame-rican Airlines che ha portato Fran-cesco sui cieli d’A-merica e quindi a Roma. La scritta era esibita con orgoglio anche dai tecnici a terra, cucita sui loro giubbotti gialli. Ma sia il Boeing 777 dell’A-merican Airlines, come l’Airbus 330 dell’Alitalia usato per il volo di andata, da Roma a Cuba, han-no poco o nulla a che fare con il velivolo dei Presi-denti Usa.

Il Papa non possiede un aereo proprio e quello che di volta in volta utilizza per le sue trasferte non presenta allestimenti spe-ciali. Non ci sono sale riu-nioni, né camere da letto, anche se fino a qualche anno fa, quando i sedili si potevano smontare con più facilità perché non contenevano cavi e fili, per i voli più lunghi un letto veniva allestito.

Oggi Francesco può riposare sulla poltroncina bianca della Business Class che si trova subi-to accanto al portellone d’in-gresso, e non ha alcuna difficoltà a prendere sonno.

Sulla parete che si trova di fron-te viene attaccata un’icona di Maria. Il volo Alitalia con sigla AZ4000 accompagna il Papa all’andata, la compagnia di bandiera del Paese

visitato provvede al ritorno. Quando non c’è, o quella che c’è non risulta abbastanza sicura, è la

nostra compagnia a fare tutto.

A bordo Con Francesco viaggia un seguito

composto da una ventina di collaboratori. Ci sono l’aiutante di camera, Sandro Mariotti, il cardinale Segretario di Stato e il Sostituto, il portavoce pa-dre Federico Lombardi, il direttore del Centro Televisivo Vaticano Dario Viganò, il medico per-

sonale del Papa. Altri due personaggi immancabili sono l’organizzatore dei viaggi papali, Alberto Ga-sbarri, gentleman alto e di-screto, e il comandante dei gendarmi vaticani, Dome-nico Giani, alla guida della squadra incaricata della sicurezza del Pontefice.

I bagagli di Francesco ven-gono caricati nella stiva. Comprendono non sol-tanto i suoi vestiti ma anche alcuni paramenti, il bastone pastorale e i doni, talvolta voluminosi,

che il Papa do-nerà ai Capi di Stato e ai vesco-vi. Questa volta c’erano anche i libri e i cd per Fidel Castro.

Bergoglio porta da sé in cabina la vecchia borsa nera con gli ef-

fetti personali, tra cui il rasoio che usa due volte al giorno: la mattina alle 4,30 quando si sveglia, e nel primo pomeriggio dopo la siesta. Non vuole che la barba punga i bambini che saluta.

Segni distintivi del volo papale sono i poggiatesta e i cuscini bianchi con lo stemma pontificio rica-mato in rilievo. Anche il menù, stampato su car-toncino, porta impresso lo stemma del Pontefice. Hostess e stewart sono scelti tra il personale con più esperienza. Ogni volo si conclude, per ciascu-no di loro, con una foto seduti accanto al Papa, che non manca mai di entrare nel cockpit per sa-

S ul volo di ritorno Bergolio tor‐

na a parlare dei temi più cari.

Donne, matrimoni gay, divor‐

zio, pedofilia. E a chi chiede se negli

Stati Uniti sia stato una 'star', ri‐

sponde: "Le stelle si spengono e ca‐

dono. Io sono servo dei servi di Dio e

questo non passa". Sui migranti: "I

muri non servono, i ponti sì"

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lutare i piloti.

Con Francesco volano anche una settantina tra giornalisti, fotografi e cameramen delle principali tv e testate del mondo. Contribuiscono in manie-ra consistente alle spese del volo: pagano un bi-glietto intero di prima classe, anche se poi viag-giano in coda. Ci sono soltanto pochi posti pre-assegnati, per fotografi, cameramen, radio e agenzie. La maggior par-te è libera e chi primo sa-le sull’aereo meglio allog-gia. Risposte a ruota libe-

ra Benedetto XVI faceva subito dopo il decollo una piccola conferenza stampa, negli ultimi anni con domande inviate in precedenza e selezionate da Lombardi. Francesco preferisce farla sul volo di ritorno, per evitare che una risposta male inter-pretata rischi di sviare l’attenzione dai contenuti del viaggio.

Non vuole conoscere prima le domande e dialoga senza rete in italiano con i cronisti per oltre un’o-ra: di solito per interromperlo viene usata la scu-sa della cena da servire. I giornalisti si dividono per gruppi linguistici, all’interno dei quali scelgo-no tra di loro, a rotazione, chi farà le domande, cercando di evitare inutili doppioni. Con i Papi Wojtyla e Ratzinger, il volo di ritorno per i gior-nalisti al seguito significava finalmente relax.

Con Francesco diventa una maratona di lavoro: bisogna trascrivere l’intervista, confrontare con i colleghi questa o quella frase, scrivere gli articoli da trasmettere appena toccato terra.

Molto più personale è l’incontro sul volo di anda-ta, quando Francesco si presenta in coda all’aereo per salutare uno ad uno i giornalisti. Percorre lentamente i corridoi e scambia qualche parola con ciascuno, accompagnato da un paio di colla-boratori ai quali passare i doni, le lettere, i bi-glietti e i libri che riceve.

C’è chi gli chiede preghiere, chi un selfie, chi gli fa ascoltare la voce dei figli piccoli che lo salutano registrata sullo smartphone; chi gli fa vedere la nuova App con gli emoticon papali a fumetti sen-

tendosi rispondere «sono mol-to meglio lì che nella realtà». Il giornalista di Telemundo, gli consegna una copia dell’Emmy Awards vinto per l’ottima co-pertura televisiva del conclave.

Sul volo Roma-L’Avana la gior-nalista della catena televisiva Univision ha regalato al Papa una grande scatola di «empanadas», i fagottini di pa-

ne ripieni di carne, tipici dell’Argentina. France-sco non ci ha pensato due volte e le ha subito pas-sate alle hostess perché fossero scongelate, divise a pezzetti e offerte a tutti come antipasto.

"Vi ringra-zio di cuo-re. L'amo-re di Gesù guidi il po-polo ame-ricano sempre". E' il tweet di papa Francesco apparso ap-pena atterrato all'aeroporto di Ciampino, a Roma. Otto ore di volo da Philadelphia, abbastanza per poter tornare sui temi più cari. E Francesco instancabile più che un bilancio del viaggio in America, ha rico-minciato a diffondere le sue parole. Per il successo del viaggio, appena arrivato è

andato a S. Maria Maggiore, si è inginoc-chiato di fronte alla Salus Populi Romani, ha ringraziato la Vergi-ne. Lo fa ogni volta, prega alla basilica ma-riana dopo ogni viag-gio internazionale. E' la venticinquesima volta che ci va.

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Hanno percorso 20mila chilometri per incontrarlo. Il Papa: “Voi siete pazzi”

I coniugi argentini Walker, insieme ai loro quattro figli, hanno viaggiato per 194 giorni per vedere il Papa a Philadelphia Hanno percorso ventimila chilometri a bordo di un pulmino della Volkswagen per assistere alla messa del papa a Philadelphia in occasione della Giornata Mondiale delle Famiglie. E non solo ce l’hanno fatta ad arrivare in tempo ma sono stati anche rice-vuti da Francesco in un incontro privato (La Repub-blica, 28 settembre). Partiti dall’Argentina, la famiglia composta da Noël Zemborain, Alfredo “Catire” Walker e i loro quattro figli, ha viaggiato per 194 giorni per vedere il Papa. Zemborain e Walker hanno raccontato i lo-ro 6 mesi di viaggio, attraverso 13 paesi diversi e tante peripezie, su un blog (Il Post, 29 settembre). SIETE PAZZI!” Durante l’incontro a Philadelfia, come hanno ripor-tato Noel e Alfredo sulla loro pagina Facebook, Pa-pa Francesco ha detto: “Voi siete la famiglia che è arrivata da Buenos Aires per incontrarmi? Siete pazzi”. Non solo. «Gli abbiamo anche detto che in America ci sono tante famiglie che lo amano e pre-gano per lui – hanno spiegato i coniugi -. E il Papa ci ha risposto dicendoci di pregare per lui perché ne ha tanto bisogno». “SONO SVENUTO” Francesco «sembrava così rilassato e si è rivolto a noi come un amico: “Grazie per essere venuti fin qui”». Il finale è stato condito dalla solita di verve “bergogliana”. Dopo i saluti, mentre il Papa si stava allontanando si è girato verso la famiglia e ridendo ha detto: “Sono svenuto”, alludendo all’impresa “epica” dei Walker. ESPERIENZA DI FAMIGLIA L’idea del viaggio è balenata tempo fa nella testa dei coniugi Walker. «Abbiamo sempre sognato di farlo per vivere un’esperienza di famiglia. Condu-ciamo una vita normale, il lavoro, la casa, la scuola, gli amici, e cerchiamo di seguire la nostra fede senza troppi problemi. All’inizio dell’anno abbiamo deciso che era ora di agire e abbiamo organizzato il viaggio» (Il Mio Papa, 8 agosto). GLI INCONTRI, IL PUNTO DI FORZA Per dormire, raccontano i Walker, «non usiamo alberghi, ci facciamo ospitare da famiglie che abbia-mo o che ci hanno contattato, cerchiamo di vivere i luoghi dove ci fermiamo con i loro occhi, ma sia-mo stati anche in alcuni conventi. Il punto forte del viaggio è proprio quello degli incontri». ISPIRATI DA PAPA FRANCESCO Noel e Alfred precisano anche che la loro non è «una gara o una vacanza, vogliamo fare questa espe-rienza anche per i nostri figli. Incontriamo nuove famiglie, alcune simili alla nostra, altre molto diver-se, e questo consente di arricchirci attraverso una cosa che tutti in famiglia amiamo: viaggia-re. Crediamo nella famiglia come forza di cambiamento per un mondo migliore e questa è un’opportunità anche per i nostri figli. È papa Francesco che ci ha ispirato nella decisione di intra-prendere questa avventura, ma la trasferta ci insegna a viaggiare “leggeri”».

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Il Papa al Congresso Usa: «Ecco chi

sono qua�ro grandi americani da

onorare»

ABRHAM LINCOLN Il 16esimo presidente degli Stati Uniti (dal 1861 al 1865) è stato il principale artefice della vittoria degli unionisti nella guerra di secessione americana e dell’abolizione della schiavitù. Celebre il discor-so di Lincoln sull’importanza dell’unione degli Stati e il proclama di emancipazione, che libera-va gli schiavi e autorizzava la creazione di unità militari di colore. Il presidente Lincoln, determi-nato a legalizzare l’emancipazione in maniera definitiva, propose nel 1864 un emendamento contro la schiavitù da inserire nella Costituzione, che venne accettato dopo la sua rielezione, nel 1865. E poche settimane dopo l’inizio del suo mandato, Lincoln annunciò ufficialmente anche il suo sostegno al diritto di voto per i neri in Loui-siana. Un’apertura che gli costò cara: un fanatico sudista, John Wilkes Booth, il 14 aprile 1865 ferì a morte il presidente a Washington. Lincoln fu dichiarato morto la mattina successiva.

MARTIN LUTHER KING Molti di lui conoscono solo il celebre discorso «I have a dream...», «Io ho un sogno...». E il suo sogno, quello che raccontò ad una folla immensa (250 mila persone, di cui 50 mila afroamericani) durante la marcia su Washington del 28 agosto 1963, era questo: «Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per ciò che la loro per-sona contiene». Ma Martin Luther King, premio Nobel per la pace nel 1964, fu molto di più: fu la vera anima della battaglia per i diritti di tutte le minoranze, per la fine della segregazione, per la parità dei diritti sociali e civili per le persone di colore, per l’abolizione delle forme legali di discriminazione ancora attive negli Stati Uniti. Predicando la non violen-za, la resistenza pacifica, la lotta non armata, si è fatto promotore di un movimento che ha attraversato Paesi, epoche, ceti sociali. Ma che, suo malgrado, ha scatenato anche scontri violentissimi, come quelli del 7 marzo 1965, la Bloody Sunday in cui le immagini e le testimo-nianze della brutalità della polizia verso i manifestanti fecero il giro degli Stati Uniti. Nell’aprile del 1968 Mar-tin Luther King era sulla veranda di un albergo di Mem-phis per partecipare ad una marcia a favore degli spazzi-ni della città, quando venne ucciso a colpi di fucile. Il suo killer fu individuato due mesi dopo: si chiamava Jeams Earl Ray, ma disse di non essere stato lui ad ucci-dere King.

DOROTHY DAY E’ stata chiamata la femminista di Dio, o anche l’anar-chica cattolica: la giornalista e attivista sociale america-na, famosa per le sue campagne di giustizia sociale, ebbe

una vita intensissima. Pacifista e cattolica, arrestata nel 1917 (aveva vent’anni) per un picchetto di suffragette davanti alla Casa Bianca, fu legata sentimentalmente ad un uomo che non condivideva con lei la fede e che - an-che per questo- fu costretta a lasciare. E’ con la Grande Depressione degli anni ’30 che il suo impegno sociale divenne importante e nel ’32 l’incontro con Peter Mau-rin, che riconoscerà sempre come maestro, diede un nuo-vo impulso al suo lavoro. Teorizzatore di un cristianesi-

mo radicale e utopico, Maurin fondò con Dorothy il giornale «Catholic Worker» e diede vita ad una rete di gruppi di discussio-ne, case di ospitalità e comunità fondate sul-la centralità dell’agricoltura. Dal 1941 sono state fondate più di trenta comunità, ognuna indipendente, ma tutte affiliate ai Catholic Workers. Oggi esistono ben più di cento comunità, incluse alcune in Germania, Paesi Bassi, Irlanda, Svezia, Messico, Australia e Nuova Zelanda. Solo nel ’75 Dorothy ab-bandonerà ogni ruolo attivo nel «Worker». Morta il 29 novembre del 1980 a New York, è stata proposta per una causa di ca-nonizzazione: ostacolata perché in gioventù aveva avuto un aborto. Papa Giovanni Paolo II ha concesso all’arcidiocesi di New York il permesso di aprire la causa nel marzo del 2000, conferendole ufficialmente il titolo di «serva di Dio».

THOMAS MERTON Un punto di riferimento per i movimenti dei diritti civili dal 1947, quando diventa mona-co, al 1968, quando muore in Thailandia, folgorato da un ventilatore non funzionante. Figlio di Owen, un pittore neozelandese attivo in Europa e negli Stati Uniti, e di Ruth, un’artista quacchera americana, en-trambi morti prematuramente per cancro, si trasferì,a pochi mesi di vita, negli Stati Uni-ti, visto il peggiorare della Prima Guerra Mondiale. Studioso di lingue, arte e lettere,

docente universitario, durante la Seconda Guerra mon-diale perse anche il fratello John Paul Merton, disperso nel Mar del Nord: una circostanza che lo spinse ad acui-re le sue posizioni pacifiste e a prendere i voti. Saggista, scrittore, nel corso della guerra in Vietnam si avvicinò anche al monachesimo buddista e nel 1968 incontrò il Dalai Lama. Una delle sue preghiere più famose: «Io, Signore Iddio, non ho nessuna idea di dove sto andando. Non vedo la strada che mi sta davanti. Non posso sapere con certezza dove andrò a finire. Secondo verità, non conosco neppure me stesso e il fatto che penso di seguire la tua volontà non significa che lo stia davvero facendo. Ma sono sinceramente convinto che in realtà ti piaccia il mio desiderio di piacerti e spero di averlo in tutte le co-se, spero di non fare mai nulla senza tale desiderio. So che, se agirò così, la tua volontà mi condurrà per la giu-sta via, quantunque io possa non capirne nulla. Avrò sempre fiducia in te, anche quando potrà sembrarmi di essere perduto e avvolto nell’ombra della morte. Non avrò paura, perché tu sei con me e so che non mi lasci solo di fronte ai pericoli. »

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S an Francesco era - come tutti sanno - nato ad Assisi nel 1182 dall'a-giato commerciante Pietro

Bernardone, lasciò poi i traffici ed ogni bene per dedicarsi intera-mente alla vita religiosa ed ai poveri e nel 1209 istituì un ordine che per umiltà chiamò dei "frati mi-nori" vicino ai movimenti popolari del secolo precedente. Inizialmente era con dodici com-pagni e si riunivano presso una cappelletta avuta dai Benedettini, detta "Porziuncola". Con il padre aveva soggiornato a lungo in Francia ed ivi si era occupato oltre che di traffici anche, e con successo, di lettere e poesia al punto da essere sopran-nominato Francesco Ba-lioso. Una passione che resta anche dopo la conversione e tra i cui frutti va annoverato il celeberrimo "Cantico delle creature" uno dei primissimi esempi di poesia in lingua ita-liana, che precede an-che la scuola fiorentina. La vocazione di France-sco, al pari di quella di San Paolo, è universale e così passerà a predicare in Spagna, in Africa, in Egitto. I suoi tempi furono caratterizzati - forse ancor più che i nostri - dalla decadenza morale, dalle lot-te di potere e dalla corruzione, sia della società civi-le, che della Chiesa. San Francesco è stato l'alfiere più importante della lotta ad essi e del rinnovamen-to morale, religioso e civi-le. Testimonianza prima di ciò è la vita stessa di San Francesco e dei suoi, ma anche la "Regola" dell'Ordine e il suo "Testamentum" che sarà il riferimento principe dell'ala spirituale del francescanesimo e non solo. Il ritorno in auge quali virtù della semplicità, della po-vertà, ma anche di una maggiore giustizia so-ciale sarà fonte di forti contrasti e lotte tanto nella Chiesa quanto nella società civile. San Francesco ebbe in entrambe una influenza decisiva e la sua può essere considerata la figura portante di quel rinnovamento sociale e cultu-rale profondo che mettendo al centro l'uomo tor-nato ad una dimensione vera di virtù darà origine alla civiltà dell'umanesimo e che resterà sino ai nostri giorni un riferimento non solo morale e reli-gioso, ma anche sociale e culturale.

San Francesco fu proclamato nel

1939 da Papa Pio XII Patrono d’Ita-

lia. Da allora il ogni 4 ottobre in

tutta Italia viene ricordato il Santo

delle Stimmate. Ovviamente

ad Assisi questa ricorrenza ha un

sapore particolare quasi abbellito

dalla consegna dell’olio che viene

utilizzato per alimentare la lampada

votiva che arde nella cripta di San

Francesco. Il significato del rito

dell’offerta è molto

sentito nella cittadi-

nanza, in quanto l’o-

lio che brucia nella

lampada diventa sor-

gente di luce e di be-

nedizione, e guida il

cristiano nel cammi-

no della Fede. Il centro delle celebrazioni per San

Francesco patrono d’Italia è la basilica che domina

il colle su cui sorge Assisi. Le celebrazioni durano

per più giorni e coinvolgono tutta la città, attraverso

iniziative religiose e civili, premi, convegni e rievo-

cazioni. Il culmine è la solenne cerimonia del Tran-

sito – nella Basilica inferiore – che racconta il pas-

saggio dalla vita alla morte di San Francesco.

Ogni assisano ha in casa il ramoscello d’ulivo che

viene distribuito, al termine, sul sagrato della chie-

sa. Da molti anni è tradizione che una regione ven-

ga ad Assisi ad offrire “il suo olio” per San

Francesco. Le Solenni

cerimonie liturgiche si

svolgono nelle Basiliche

di S. Maria degli Angeli e

di S. Francesco. Alle Ma-

nifestazioni civili inter-

vengono il rappresentan-

te del governo italiano e le massime autorità regio-

nali, provinciali e comunali. Quest’anno la Regione

che porta l’olio che risplende sulla lampada vo-

tiva che cu-

stodisce la

tomba di

san France-

sco è la Re-

gione Lom-

bardia.

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Al tempo di Gesù il divorzio era un fa�o consolidato,

addiri�ura a�ribuito a Mosè, quindi intangibile. Il di-

vorzio, però, era un divorzio maschilista: solo l'uomo,

stancatosi della moglie, poteva rimandarla a casa con

un libello di ripudio.

Nessuno avrebbe mai osato me�ere in discussione una

norma così favorevole ai maschi: la domanda che viene posta a Gesù è retorica, tu� si

aspe�ano che, ovviamente, Gesù benedica questa norma. O forse no: la domanda vie-

ne posta proprio come un tranello, per far diventare Gesù improvvisamente an!pa!co

alle folla che lo ha così presto elevato al rango di profeta. La risposta di Gesù è una ra-

soiata: voi fate così, ma Dio non la pensa così, Dio crede nell'amore come unico, crede

nella possibilità di vivere insieme ad una persona per tu�a la vita. Senza sopportarsi,

senza sen!rsi in gabbia, senza massacrarsi: l'obie�vo della vita di coppia non è vivere

insieme per sempre, ma amarsi per sempre! Gesù dice che è possibile amarsi per tu�a

la vita, che Dio l'ha pensata così l'avventura del matrimonio, che davvero la fedeltà ad

un sogno non è utopia adolescenziale ma benedizione di Dio! Quando due persone de-

cidono di sposarsi e parliamo della fedeltà, non s!amo disquisendo di una norma anacronis!ca di una

stru�ura reazionaria che propone un modello superato: s!amo parlando del sogno di Dio. (Paolo Curtaz)

17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa 1. La Chiesa è piena di ipocriti che si battono il petto ma fuori sono terribili…

E’E’E’E’ vero. Siamo peccatori, ma fate attenzione quando giudicate

il prossimo, per non perdere di vista la trave che avete nell’occhio. Giudica-

re non aiuta nessuno, né cambia la situazione. Chi è senza peccato scagli la prima pie-

tra. Non tiratela, è un consiglio, perché pecchereste di superbia. A Messa andiamo a

cercare la misericordia di Dio. Per questo è normale trovarci tanti ipocriti, bugiardi,

avari, lussuriosi, ecc. Se non siete uno di noi, non vi scomodate a passare. Papa France-

sco, in un’udienza, è stato molto deciso al riguardo: “Se ognuno di noi non si sente

bisognoso della Misericordia di Dio, non si sente peccatore, è meglio che non vada a

Messa. Noi andiamo a Messa perché siamo peccatori e vogliamo ricevere il perdono

di Gesù”. A questo aggiungerei che la partecipazione alla redenzione di Cristo non ha

benefici individuali. Non andiamo solo a chiedere il perdono per noi. Lo facciamo a

beneficio di tutto il Corpo. Pensate a questo quando vedete persone che ritenete in-

coerenti con la loro fede! Quanto saranno diverse le vostre Messe! Potrete dire con

gioia: “Che bello che vengano tanti ipocriti (io compreso), perché ci saranno più cose

da offrire, e perché Cristo ci cerca come pecore perdute!”. Nessuno si salva da solo.

Siamo tutti nella stessa barca..

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Lo straniero (Jules Beaulac, liberamente tr adotto) Arrivava da non si sa dove; lui stesso non se lo ricordava. Aveva camminato tanto e per tanto tempo, a giudicare dal suo sguardo fisso, dalle sue labbra sec-che e dalla sua barba lunga di più giorni. I suoi vestiti erano neri di polvere e la sua pelle ancor più sporca. Non camminava più, ma ondeggiava di qua e di là. Non aveva più sembianze. Solo lui conosceva il bruciore che gli torceva lo sto-maco, tanto aveva fame... i crampi che gli mordevano i polpacci, tanto aveva camminato... il dolore che gli rompeva la testa, tanto il sole gliela aveva picchia-ta. Non aveva dormito da giorni e notti ormai, aveva mangiato qualcosa a mala-pena, bevuto un po'... Ora, davanti a lui un paese: si augurava di trovare un cuo-re compassionevole. Entrò nel negozio di un fruttivendolo e domandò la "carità" di una arancia o di una mela. - Hai i soldi? - No, signore, ma sto morendo di fame... - Niente soldi, niente frutta! Qui, non si fa credito. Vai a cercare altrove! Bussò alla porta di una casa privata. La proprietaria, vedendo quella specie di

accattone, non aprì la porta... tantomeno il cuore! Si stava facendo notte, anche per la sua speranza. Come ultimo tentativo andò a suonare all'ufficio parrocchiale... più e più volte. Finalmente, una donna aprì prudentemente la porta e, senza lasciar tempo a parole, gli disse: - Mi dispiace, signore, non riceviamo più nessuno, l'ora d'ufficio è passata. Se volete qualcosa ripassate domani all'ora indicata sulla targhetta. Non ebbe il tempo di rispondere che la porta era di già sbarrata. - Possibile che la carità sia programmata?... si disse tra sé e sé. Proprio vicino alla casa parrocchiale c'era una villa con un grande portico ombreggiato e una signora che si dondo-lava beatamente al fresco: - Signora, avreste qualcosa da mangiare e un angolo in casa vostra per dormire? Non aveva ancora finito di domandare, che si sentì folgorare dallo sguardo: - Sappiate, signore, che io non faccio la carità a tipi come voi! Andate via a lavarvi! E poi andate a lavorare come fan tutti! A parte questo, io ho già le mie buone opere da fare, i miei poveri. Sono una donna buona, io, e una buo-na cristiana! Capì che anche lì non avrebbe ottenuto niente. Ma il cervello si arrovellava: ma che razza di cristiani fabbrica questo paese... Riprese la sua strada trascinando i piedi: era troppo affaticato e... scoraggiato. Non ci sa-rebbe stato proprio nessuno su questa terra a dargli vitto e alloggio? Avanzava lentamente, sentiva il cuore stringersi, e le lacrime tiepide rigargli le gote... All'improvviso si sentì chiamare: - Ehi, tu! Come sei conciato! Si direbbe che hai camminato per tutta la terra, senza mangiare, senza lavarti e senza riposarti! Mi fai un po' pena! Dai, fermati, entra da me e lasciati vedere! Non credeva alle sue orecchie. La speranza gli diede la forza di alzare gli occhi e guardare chi lo aveva apostrofa-to: Dio mio, chi poteva essere? E adesso, che fare?... Capelli neri, ricci come il mantello di un montone, maschera di cipria, trucco pesante, mascara agli occhi... labbra laccate di rosso, una camicetta abbondantemente scollata e una mini-minigonna! Capì subito che aveva a che fare con la "maddalena" del villaggio. Senza nemmeno rendersi conto, si ritrovò a ta-vola, davanti ad una minestra e ad una bistecca saporita mentre dalla stanza gli arrivavano effluvi di incenso e chis-sà quanti altri profumi e unguenti: come era bello mangiare dopo così tanto tempo! Appena finito, si ritrovò sapone e asciugamano in mano e sentì gorgogliare l'acqua tiepida nella vasca da bagno. Ah! che bello sentirsi finalmente pulito! Lei gli infilò una camiciola uscita da chissà dove e lo mandò a dormire dopo avergli preparato una tisana. Sprofondò in un sonno di piombo. Mentre dormiva, la "Maddalena" si accese la ventesima sigaretta e vuotò il sesto bicchiere di cognac... In lei, pen-sieri diversi la paralizzavano per la sorpresa: - Poveretto, faceva davvero pena! Non lo potevo lasciar passare, bisognava che facessi qualcosa... Ho dato quello che potevo. Tu, Gesù, che dall'alto del tuo paradiso sai tutto, hai visto quello che è successo questa sera. Spero che te lo ricorderai quando alla fine della vita, sarò davan-ti a te... Certo, io non vado alla Messa: i devoti si scanda-lizzerebbero. Le mie "buone opere" non sono nel catalogo delle "signore perbene"! I benpensanti non passano davan-ti alla mia casa, molti entrano da dietro! Però tu sai che in fondo in fondo ti voglio bene, e io so che tu mi ami, come hai amato una come me che ti ha asciugato i piedi tanto tempo fa'. So che un giorno tu mi cambierai cuore e vita. Questa sera ho fatto solo della carità ad un poveruomo: l'ho nutrito, lavato, ospitato ed ascoltato; ebbene, buon Gesù è a te e per te che l'ho fatto! Tirò l'ultimo sbuffo di fumo di sigaretta dalle narici, scolò il bicchiere già vuoto e si alzò per andare a letto: l'animo era tranquillo come non mai. Si addormentò del sonno dei giusti.

Piccole storie Piccole storie Piccole storie Piccole storie per riflettereper riflettereper riflettereper riflettere

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La Biserica Neagra è il più grande edifi-cio di culto in stile gotico esistente nel sud-est euro-peo, con i suoi 89 metr i di lunghezza e 38 di lar -ghezza, capace di accogliere 5.000 persone. Nel campanile della chiesa, alto 65 metri, si trova la più grande campana bronzea della Romania, del peso di sei tonnellate; è inoltre presente anche una col-lezione di tappeti orientali delsedicesimo secolo.

È incerta la data dell'inizio della costruzione, probabilmente in un periodo tra il 1383 ed il 1385, sotto il Regno d'Ungheria (1000-1538), da architetti e operai provenienti dalla Bulgaria. Secondo una leggenda popolare, un bambino che disturbava un muratore criticandolo del suo lavoro, venne gettato da que-sto dal campanile. Il suo corpo, per nascondere il crimine, sa-rebbe stato murato in una parete. La chiesa venne servita inizialmente da un sacerdote di nome Tommaso, morto nel 1410 e sepolto nel coro. La costruzione procedeva lentamente: nel 1423 papa Martino V emise un'in-dulgenza per raccogliere fondi, mentre un documento del 1474 rilasciato da papa Sisto IV testimonia ancora i ritardi nella continuazione delle navate. Il portale orientale, commis-sionato dal re

ungherese Mattia Corvino, venne realizzato nel 1476. La sa-crestia venne ampliata tra il 1500ed il 1515. L'intero comples-so fu ultimato poco dopo il 1476. L'interno era suddiviso in tre navate, di uguale altezza, di ispirazione tedesca. Con le riforme di Johannes Honterus (originariamente Holler, cui è dedicata una statua opera di Harro Magnussen), la chie-sa è passata alla confessione evangelica nel corso del Cinquecento. L'edificio fu dato alle fiamme durante l'iva-sione asburgica (Grande Guerra Turca) il 21 aprile 1689e, annerito, assunse il nome attuale. Fu ristrutturato nel Settecento e perse così l'aspetto originario. I restauratori, provenienti da Danzica, trasformarono gli interni in stile ba-rocco.

La via della Corda o Strada Sforii

Sicuramente, ogni turista, una volta arrivato a Brasov sarà cu-rioso di vedere la strada più stretta dell'Europa. Come cur io-sità turistica, la Via della Corda, risalente al XVII secolo, è il luogo più visitato di Braşov dopo la Chiesa Nera, con una lar-ghezza che varia da 111 cm a 132 cm e una lunghezza di 83 m. Centinaia di anni fa era usata come via di accesso per i vigili del fuoco. Oggi collega due strade ( Poarta Schei e Strada Cer-bului ).

La Chiesa Nera di BraLa Chiesa Nera di BraLa Chiesa Nera di BraLa Chiesa Nera di Brașov e la ov e la ov e la ov e la

strada più stretta di Europastrada più stretta di Europastrada più stretta di Europastrada più stretta di Europa

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C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia del Signore no-stro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spi-rito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Fratelli e sorelle, per celebra-re degnamente i santi misteri, ri-conosciamo i nostri peccati. Breve pausa di riflessione C. Nel giorno in cui celebriamo la vittoria di Cristo sul peccato e sul-la morte, anche noi siamo chiama-ti a morire al peccato per risorge-re alla vita nuova. Riconosciamoci bisognosi della misericordia del Padre. C.A. CONFESSO a Dio onnipo-tente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, paro-le, pere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandis-sima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli an-geli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia mi-sericordia di voi, perdoni i vostri peccati e vi conduca alla vita eter-na. A. Amen. GLORIA A DIO NELL’ALTO CIELI e pace in terra agli uomi-ni di buona volontà. Noi ti lodia-mo, ti benediciamo, ti adoria-mo, ti glorifichiamo, ti rendia-mo grazie per la tua gloria im-mensa, Signore Dio, Re del cie-lo, Dio Padre onnipotente. Si-gnore Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del padre, tu che to-gli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i pecca-ti del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla de-stra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Ge-sù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.

COLLETTA C. O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo po-polo al di là di ogni desiderio e di

ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia; perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.

Per il nostro Signore ... A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dal libro della Genesi Il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li con-dusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque mo-do l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l'uomo im-pose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli ani-mali selvatici, ma per l'uomo non trovò un aiuto che gli corrispondes-se. Allora il Signore Dio fece scen-dere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle co-stole e richiuse la carne al suo po-sto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall'uomo è stata tolta». Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un'unica carne. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio. SALMO RESPONSORIALE

R. Ci benedica il Signore tutti i giorni della nostra vita. Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie. Della fatica delle tue mani ti nutri-rai, sarai felice e avrai ogni be-ne.R/ La tua sposa come vite fe-conda nell'intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d'ulivo intorno alla tua mensa.R/ Ecco com'è benedetto l'uomo che teme il Signore. Ti benedica il Signore da Sion.R/ Possa tu vedere il bene di Gerusalemme tutti i giorni della tua vita! Possa tu vedere i figli dei tuoi figli! Pace su Israele!R/

Seconda Lettura Dalla lettera agli Ebrei Fratelli, quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo ve-diamo coronato di gloria e di ono-re a causa della morte che ha sof-ferto, perché per la grazia di Dio

egli provasse la morte a vantag-gio di tutti. Conveniva infatti che Dio - per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce mol-ti figli alla gloria - rendesse per-fetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza. Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chia-marli fratelli.. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio

Canto al Vangelo R. Alleluia, alleluia. Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi. R. Alleluia. C. Il Signore sia con Voi A. E con il tuo spirito C.Dal vangelo secondo Marco A. Gloria a te o Signore. In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mo-sè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall'inizio della creazione [Dio] li fece ma-schio e femmina; per questo l'uo-mo lascerà suo padre e sua ma-dre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogava-no di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la pro-pria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne spo-sa un altro, commette adulterio». Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vede-re questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il re-gno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non en-trerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, impo-nendo le mani su di loro. Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti)

LITURGIA EUCARISTICA

LETTURE : Gn 2, 18-24; Sal.127; Eb 2, 9-11; Mc 10, 2-16. :

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Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose vi-sibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, uni-genito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra sal-vezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergi-ne Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il ter-zo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signo-re e dà la vita, e procede dal Pa-dre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei pro-feti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdo-no dei peccati. Aspetto la risur-rezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI

C. La Parola di Gesù, in questa Eucaristia, illumina e fortifica l'a-more che noi cerchiamo di vivere nelle nostre famiglie. Preghiamo perché all'interno di ciascuna di esse egli rafforzi l'amore fedele e perenne al quale Lui ci chiama. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore. 1. Per la Chiesa, sposa di Cristo, perché aiuti le nostre fami-glie a rinnovare l'amore sereno e fedele, unica fonte di autentica felicità, e offra vicinanza e miseri-cordia a chi soffre per il dolore della separazione, preghiamo. 2. Per i bambini in attesa di una famiglia, perché, dopo aver vissuto l'abbandono, possano tro-vare l'amore di una famiglia che, accogliendoli, risani le loro ferite, preghiamo. 3. Per i giovani che si pre-parano al matrimonio, perché non si chiudano nel benessere mate-riale, ma progettino una casa aperta alla generosità e allo spiri-to di servizio nella società e nella Chiesa, preghiamo. 4. Per le famiglie della no-stra comunità, perché siano nel mondo segni vivi dell'amore di

Cristo per la Chiesa e testimoni della bellezza del matrimonio cri-stiano, preghiamo. C. O Padre, dona alle nostre famiglie la capacità di rinnovare sempre l'impegno di amore fede-le e perenne, e a trovare in esso la serenità nei momenti difficili della vita. Per Cristo nostro Si-gnore. Amen LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci dispo-niamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chie-sa. (in piedi)

SULLE OFFERTE C. Accogli, Signore, il sacrifi-cio che tu stesso ci hai comandato d’offrirti e, mentre esercitiamo il nostro ufficio sacerdotale, compi in noi la tua opera di salvezza. Per Cristo nostro Signore Amen. PREGHIERA EUCARISTICA

C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. C. E' veramente cosa buona e giu-sta renderti grazie e innalzare a te l'inno di benedizione e di lode, Dio onnipotente ed eterno. Tu hai creato il mondo nella varietà dei suoi elementi, e hai disposto l'av-vicendarsi dei tempi e delle stagioni. All'uomo, fatto a tua immagine, hai affidato le meraviglie dell'universo, perchè, fedele interprete dei tuoi disegni, eserciti il dominio su ogni creatura, e nelle tue opere glorifichi te, Creatore e Padre, per Cristo no-stro Signore. E noi, con tutti gli angeli del cielo, innalziamo a te il nostro canto, e proclamiamo insieme la tua gloria: Santo, Santo, Santo…... DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Si-gnore, proclamiamo la tua risurre-zione nell’attesa della tua venuta.. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cri-sto, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen

A. P A D R E NO S T R O Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, ven-ga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i no-stri debiti come noi li rimettia-mo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma libe-raci dal male. Amen. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua mi-sericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni tur-bamento, nell'attesa che si com-pia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la poten-za e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sem-pre con voi. A. E con il tuo spirito. C. Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono de-gno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una pa-rola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE

C La comunione a questo sa-cramento sazi la nostra fame e sete di te, o Padre, e ci trasformi nel Cristo tuo Figlio. Egli vive e regna, nei secoli dei secoli. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten-te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: anda te in pace. A. Rendiamo grazie a Dio

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B������: Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balce-scu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./fax: 021-314.18.57, don Roberto Poli-meni, Tel:0770953530

mail: [email protected]; [email protected]; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.

*°* I��+: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica ore 9,30, Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 Mail: [email protected]

Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp

*°* C6�7: Chiesa romano-cattolica dei Pia-risti. Strada Universitatii nr. 5, conosciu-ta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: [email protected] Domenica alle ore 12,00

*°* A69� I�6+�: Domenica ore 11:00 nella Chie-sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262

*°* T+;+�<���: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi-na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:[email protected]

*°*

Inaugurata l’Autostrada del Sole domenica 4 ottobre 1964 (51 anni fa)

Inaugurata l’Autostrada del Sole: In di-retta televisiva, il presidente del Consi-glio, Aldo Moro inaugura l'A1 Milano-Napoli, più nota come Autostrada del Sole, dopo il completamento dell'ultimo tratto tra Orvieto e Chiusi. Tra le autorità presenti alla ceri-monia: Fedele Cova, Amministratore Delegato di Autostrade (tra i promotori dell'opera), Giacomo Mancini (Ministro dei Lavori Pubblici), Giorgio Bo (Ministro delle Partecipazioni Statali) e Giuseppe Rinaldi (Direttore Generale dell'ANAS). Ci sono inoltre giornalisti e cittadini radunati in prossimità degli ingressi dell'autostrada, per testimoniare il grande evento dalle diverse zone interessate. Prima di questa data occorrevano due giorni di viaggio per coprire la distanza tra Milano e Napoli, perdendosi tra strade provinciali ed urbane. Ora s'impiegano soltanto otto ore per percor-rere i 755 km in cui si distende il tratto autostradale. Costati 272 miliardi di lire (pari a circa 140 milioni di euro), i lavori sono stati avviati otto anni prima, con la posa della prima pietra nel maggio del 1956. Due anni e mezzo dopo è stato inaugurato il primo tratto da Milano a Parma. Il pedaggio entrerà in vigore qualche mese dopo: l'esattore Mario Pasetti ricorderà di aver rilasciato il primo biglietto l'8 dicembre del 1958, a

un'automobile modello Fiat 1100.

I SANTI DELLA

SETTIMANA

DOM.04DOM.04DOM.04DOM.04 S. Francesco D’AssisiS. Francesco D’AssisiS. Francesco D’AssisiS. Francesco D’Assisi

LUN. 05LUN. 05LUN. 05LUN. 05 S. Faustina K.S. Faustina K.S. Faustina K.S. Faustina K.

MART.06MART.06MART.06MART.06 S. Bruno AbateS. Bruno AbateS. Bruno AbateS. Bruno Abate

MERC.07MERC.07MERC.07MERC.07 Nostra Signora del RosarioNostra Signora del RosarioNostra Signora del RosarioNostra Signora del Rosario

GIOV.08GIOV.08GIOV.08GIOV.08 S. Giovanni CalabriaS. Giovanni CalabriaS. Giovanni CalabriaS. Giovanni Calabria

VEN.09 VEN.09 VEN.09 VEN.09 S. Giovanni LeonardiS. Giovanni LeonardiS. Giovanni LeonardiS. Giovanni Leonardi

SAB. 10SAB. 10SAB. 10SAB. 10 S. Daniele ComboniS. Daniele ComboniS. Daniele ComboniS. Daniele Comboni