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*PIERO DELLA FRANCESCA: La Vergine del Parto*PIERO DELLA FRANCESCA: La Vergine del Parto*PIERO DELLA FRANCESCA: La Vergine del Parto*PIERO DELLA FRANCESCA: La Vergine del Parto

ADESTE n°51/ ANNO 4°-20.12.2015

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"L a vera tristezza non é quando, la sera, non sei atteso da nessu-

no al tuo rientro a casa, ma quando tu non attendi più nul-la dalla vita. E la solitudine più nera, la soffri non quan-do trovi il focolare spento, ma quando non lo vuoi accen-dere più: nemmeno per un eventuale ospite di passaggio.

Quando pensi, insom-ma, che per te la mu-sica é finita. Ormai i giochi sono fatti. Nes-sun' anima verrà a bussare alla tua por-ta.

Non ci saranno più so-prassalti di gioia per una buona notizia, né trasalimenti di stupo-re per una improvvi-sata. E neppure fre-

miti di dolore per una tragedia umana; tanto, non ti resta nessuno per il quale tu debba temere.

Attendere: ovvero sperimentare il gusto di vivere. Hanno detto che addirittura la santità di una persona si commisura allo spessore delle sue attese. Forse é vero. Se é così, bisogna concludere che Maria é la più santa delle creature proprio per-ché tutta la sua vita appare cadenzata dai ritmi gaudiosi di chi aspetta qualcu-no.

Vergine in attesa all'inizio, Madre in atte-sa alla fine.

L'attesa di Lui, per nove lunghissimi mesi. L'attesa del giorno, l'unico che Lei avreb-be voluto di volta in volta rimandare, in cui il Figlio sarebbe uscito di casa senza farvi ritorno mai più. L'attesa dell' "ora". L'attesa dell'ultimo rantolo dell'unigenito. inchiodato alla croce. L'attesa del terzo giorno, vissuta in veglia solitaria, davanti alla roccia.

Attendere: infinito del verbo amare. An-zi, nel vocabolario di Maria, amare all'in-finito.

Santa Maria, Vergine dell'attesa, donaci del tuo olio perché le nostre lampade si spengono. Vedi: le riserve si sono consu-mate

Se oggi non sappiamo attendere più, é

perché siamo a corto di speranza. Se ne sono disseccate le sorgenti. E ormai ap-pagati dai mille surrogati che ci assedia-no, rischiamo di non aspettarci più nulla neppure da quelle promesse ultraterrene che sono state firmate col Sangue dal Dio dell'alleanza.

Santa Maria , Donna dell'attesa, conforta il dolore delle madri per i loro figli che, usciti un giorno di casa, non ci sono tor-nati mai più, perché uccisi da un inciden-te stradale o perché sedotti dai richiami della giungla. Perché dispersi dalla furia della guerra o perché risucchiati dal tur-bine delle passioni o perché travolti dalle tempeste della vita.

Facci capire che non basta accogliere: bisogna attendere. Accogliere talvolta é segno di rassegnazione. Attendere é sem-pre segno di speranza.

Rendici, perciò, ministri dell'attesa.

E il Signore che viene, Vergine dell' Av-vento, ci sorprenda, anche per la tua ma-terna complicità, con la lampada in ma-no." Don Tonino Bello

Maria *

Donna dell’attesa

Mons. Antonio Bello Alessano, Lecce, 18 marzo 1935 - Molfetta, 20 aprile 1993 Nato a Lecce nel 1935, sacerdote nel ‘57, vescovo di Molfetta, in Puglia nel 1982, nel 1985 presidente del Movimento internazionale “Pax Christi”. Balzò agli onori della cronaca mobilitando la sua Diocesi contro l’insediamento dei caccia bombardieri della Nato nella sua Puglia. Era notato pro-prio per la sua scelta di una vita comune, come tutti: Vescovo, prende-va l’autobus, e andava spesso in bicicletta, per non inquinare con l’au-to, discorreva al bar con la gente, era difficile rico-noscere la sua dignità dal vestito: la dignità di cre-dente e di Vescovo brillava invece scintillante nei suoi occhi. Forbito e poetico scrittore coniugava il magistero evangelico con il servizio di persona alle famiglie di sfrattati che aveva accolto nella propria abitazione del palazzo vescovile. Non temeva di esporsi anche nelle manifestazioni pubbliche parteci-pando ai cortei non violenti e pacifisti in occasione dei conflitti internazionali. Ci ha lasciato pagine squisite soprattutto nelle sue opere di devozione ma-riana. Morì poco dopo aver partecipato, già grave-mente ammalato di tumore, alla marcia a piedi dei 500 su Sarajevo, al tempo dell’occupazione nel con-flitto dell’ex Jugoslavia.

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In questi giorni in cui ci si comin-cia a scambiare gli auguri di Natale, proponiamo gli “auguri scomodi” di don Tonino Bello. Nel periodo in cui tutti noi ci prepariamo a celebrare la nascita di Ge-sù , che è Amore, sarebbe doveroso riflettere se veramente nella vita di tutti i giorni siamo capaci di mettere in pratica i suoi insegnamen-ti, soprattutto spogliandoci del nostro egoismo per met-terci al servizio dei fratelli più deboli e più bisognosi o se, invece, riusciamo a esse-re “cristiani” solo di faccia-ta, pronti a celebrare tutti i riti, ma poco propensi ad aiutare chi soffre.

Don Tonino Bello con questi “auguri scomodi” ci richiama ai nostri doveri di veri cristiani.

“Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vesco-Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vesco-Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vesco-Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vesco-

vo, se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi distur-vo, se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi distur-vo, se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi distur-vo, se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi distur-

bo. Io, invece, vi voglio infastidire…bo. Io, invece, vi voglio infastidire…bo. Io, invece, vi voglio infastidire…bo. Io, invece, vi voglio infastidire…

Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li re-Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li re-Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li re-Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li re-

spinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri spinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri spinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri spinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri

scomodi, allora, miei cari scomodi, allora, miei cari scomodi, allora, miei cari scomodi, allora, miei cari

fratelli! Gesù che nasce per fratelli! Gesù che nasce per fratelli! Gesù che nasce per fratelli! Gesù che nasce per

amore vi dia la nausea di amore vi dia la nausea di amore vi dia la nausea di amore vi dia la nausea di

una vita egoista, assurda, una vita egoista, assurda, una vita egoista, assurda, una vita egoista, assurda,

senza spinte verticali e vi senza spinte verticali e vi senza spinte verticali e vi senza spinte verticali e vi

conceda di inventarvi una conceda di inventarvi una conceda di inventarvi una conceda di inventarvi una

vita carica di donazione, vita carica di donazione, vita carica di donazione, vita carica di donazione,

di preghiera, di silenzio, di di preghiera, di silenzio, di di preghiera, di silenzio, di di preghiera, di silenzio, di

coraggio…coraggio…coraggio…coraggio…

Dio che diventa uomo vi Dio che diventa uomo vi Dio che diventa uomo vi Dio che diventa uomo vi

faccia sentire dei vermi faccia sentire dei vermi faccia sentire dei vermi faccia sentire dei vermi

ogni volta che la vostra ogni volta che la vostra ogni volta che la vostra ogni volta che la vostra

carriera diventa idolo del-carriera diventa idolo del-carriera diventa idolo del-carriera diventa idolo del-

la vostra vita, il sorpasso, la vostra vita, il sorpasso, la vostra vita, il sorpasso, la vostra vita, il sorpasso,

il progetto dei vostri gior-il progetto dei vostri gior-il progetto dei vostri gior-il progetto dei vostri gior-

ni, la schiena del prossimo, ni, la schiena del prossimo, ni, la schiena del prossimo, ni, la schiena del prossimo,

strumento delle vostre sca-strumento delle vostre sca-strumento delle vostre sca-strumento delle vostre sca-

late…late…late…late…

Giuseppe che nell’affronto Giuseppe che nell’affronto Giuseppe che nell’affronto Giuseppe che nell’affronto

di mille porte chiuse è il di mille porte chiuse è il di mille porte chiuse è il di mille porte chiuse è il

simbolo di tutte le delusio-simbolo di tutte le delusio-simbolo di tutte le delusio-simbolo di tutte le delusio-

ni paterne, di-ni paterne, di-ni paterne, di-ni paterne, di-

sturbi le sbor-sturbi le sbor-sturbi le sbor-sturbi le sbor-

nie dei vostri nie dei vostri nie dei vostri nie dei vostri

cenoni, rimpro-cenoni, rimpro-cenoni, rimpro-cenoni, rimpro-

veri i tepori veri i tepori veri i tepori veri i tepori

delle vostre delle vostre delle vostre delle vostre

tombolate, tombolate, tombolate, tombolate,

provochi corti provochi corti provochi corti provochi corti

circuiti allo circuiti allo circuiti allo circuiti allo

spreco delle spreco delle spreco delle spreco delle

vostre luminarie, fino a quando non vi vostre luminarie, fino a quando non vi vostre luminarie, fino a quando non vi vostre luminarie, fino a quando non vi

lascerete mettere in crisi dalla sofferenza lascerete mettere in crisi dalla sofferenza lascerete mettere in crisi dalla sofferenza lascerete mettere in crisi dalla sofferenza

di tanti genitori che versano lacrime segre-di tanti genitori che versano lacrime segre-di tanti genitori che versano lacrime segre-di tanti genitori che versano lacrime segre-

te per i loro figli senza fortuna, senza salu-te per i loro figli senza fortuna, senza salu-te per i loro figli senza fortuna, senza salu-te per i loro figli senza fortuna, senza salu-

te, senza lavoro…te, senza lavoro…te, senza lavoro…te, senza lavoro…

I poveri che accorrono alla grotta, mentre I poveri che accorrono alla grotta, mentre I poveri che accorrono alla grotta, mentre I poveri che accorrono alla grotta, mentre

i potenti tramano nell’oscurità e la città i potenti tramano nell’oscurità e la città i potenti tramano nell’oscurità e la città i potenti tramano nell’oscurità e la città

dorme nell’indifferenza, vi facciano capire dorme nell’indifferenza, vi facciano capire dorme nell’indifferenza, vi facciano capire dorme nell’indifferenza, vi facciano capire

che, se anche voi volete vedere “una gran che, se anche voi volete vedere “una gran che, se anche voi volete vedere “una gran che, se anche voi volete vedere “una gran

luce” dovete partire dagli ultimi. Che le luce” dovete partire dagli ultimi. Che le luce” dovete partire dagli ultimi. Che le luce” dovete partire dagli ultimi. Che le

elemosine di chi gioca sulla pelle della elemosine di chi gioca sulla pelle della elemosine di chi gioca sulla pelle della elemosine di chi gioca sulla pelle della

gente sono tranquillanti inutili. I pastori che ve-gente sono tranquillanti inutili. I pastori che ve-gente sono tranquillanti inutili. I pastori che ve-gente sono tranquillanti inutili. I pastori che ve-

gliano nella notte “facendo la guardia al gregge” gliano nella notte “facendo la guardia al gregge” gliano nella notte “facendo la guardia al gregge” gliano nella notte “facendo la guardia al gregge”

e scrutano l’aurora vi diano il senso della storia, e scrutano l’aurora vi diano il senso della storia, e scrutano l’aurora vi diano il senso della storia, e scrutano l’aurora vi diano il senso della storia,

l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono

in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vive-in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vive-in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vive-in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vive-

re poveri che è poi l’unico modo per morire ric-re poveri che è poi l’unico modo per morire ric-re poveri che è poi l’unico modo per morire ric-re poveri che è poi l’unico modo per morire ric-

chi. Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che chi. Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che chi. Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che chi. Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che

muore, nasca la speranza”.muore, nasca la speranza”.muore, nasca la speranza”.muore, nasca la speranza”.

Tonino Bello, vescovo

Arriverà Natale (anonimo) Anche quest'anno arriverà Natale, Natale, per il biondo, e per il moro, per il vecchio, e per il bambino, ma...per l'amore...Natale, arriverà? Si penserà, ai regali per i nostri cari, si penserà, al tacchino, più grasso, si penserà, al dolce...allo spumante! Sarà Natale, in tutto il mondo, sarà Natale, in ogni angolo della terra, sarà Natale...nasce Gesù... sarà Natale, in ogni via, Sarà Natale...e così sia! Nel presepio, vicino alla Madonna... metteremo, con cura, il Suo Bambino, segno d'amore...di maternità... un Bambino...da proteggere... da crescere...da educare... nato in una mangiatoia...

segno di povertà...di umiltà... Quante volte, ho pensato a Maria... e...all'Angelo Gabriele... che, una sera, dopo cena... ha cambiato la Sua vita...per sempre. Ma...oggi, potrebbe ancora succedere? Fra internet e smartphone... ci sarebbe ancora posto...per l'amore? Però, Natale, arriverà lo stesso... con la sua allegria... negli ospedali...si starà meno male... negli ospizi...ci sarà meno solitudine, nella Santa Notte, tutto sarà, più chiaro, in ogni via...ci sarà un pino addobbato, è vietato pensare, a chi soffre... la povertà, sembra non esistere più... ci dimenticheremo dei vecchi rancori... passeremo, ore ed ore, a comprare... e, quelle che ci avanzano, per cucinare, per far festa, è obbligatorio spendere!

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Og gi il vangelo ci rivela come si sono rea-lizzati la venuta del Messia e il mistero

della redenzione che essa contiene. La persona di Maria, la sua fede, il suo “sì”, la sua maternità, sono le vie scelte da Dio per fare visita ai suoi e portare la

salvezza a tutti gli uomini. Il centro dell’avvenimento evangelico di que-sto giorno si sviluppa, dunque, attorno a Maria: lei è la più profonda e più radicale via dell’Avvento. Si capisce la ragione della visita a sua cu-gina Elisabetta nel messaggio dell’angelo (Lc 1,36). Ella si dirige rapi-damente verso il villaggio in Giudea, perché la grazia ricevuta da sua cu-gina Elisabetta, che diventerà mamma, la riempie di gioia. Il suo saluto ha un effetto meraviglioso su Elisabetta e sul bambino. Tutti e due si im-pregnano di Spirito Santo. Elisabetta sente il bambino sussultare dentro di sé, come fece tempo prima Davide davanti all’arca dell’Alleanza, du-rante il suo viaggio a Gerusalemme (2Sam 6,1-11). Maria è la nuova ar-ca dell’Alleanza, davanti alla quale il bambino esprime la sua gioia. Dal bambino l’azione dello Spirito è trasmessa anche ad Elisabetta, cosa che la conduce a ricono-scere la Madre del suo Signore. Sotto l’ispirazione dello Spirito, conosce il mistero del messag-gio dell’angelo a sua cugina Maria, e la riconosce “felice” in ragione della fede con la quale ella l’ha ricevuto. La testimonianza di Elisabetta è la più antica testimonianza della venerazione del-la prima Chiesa per la Madre del Salvatore.

17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa 13) Vado sempre a Messa, ma non vedo alcun cambiamento in me

La Comunione è il grande atto di fede. Non riusciamo a misurare, a quantifica-re con criteri di perfezionismo pragmatici tutto

ciò che riceviamo. C’è lì un mistero che va molto al di là di noi, molto al di là della nostra comprensione, accade sempre un cambiamento reale: il Corpo di Cristo cresce, aumenta, si eleva, perché il Signore si rende presente nel nostro cuore. Per questo bisogna credere a Gesù quando riceviamo i sacramenti, perché “chi li riceve più frequente-mente si vede che riceve più frequentemente il Salvatore, perché il Salvatore stesso lo dice: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui” (Timoteo di Alessandria). Se gli crediamo, necessaria-mente la nostra vita cambierà. È la logica del peso e dell’inerzia: se il centro è Cristo, l’orbita della nostra vita cambia e questo si nota. Qualche ostinato ripeterà comunque: “’Quanti anni comunican-dosi quotidianamente! Un altro sarebbe santo – mi hai detto -, e io resto sempre uguale!’ ‘Figlio – ti ho risposto –, continua con la Comunione quotidiana, e pensa: cosa sarei se non mi fossi comunica-to?’” (San Josemaría Escrivá).

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La Santa Vergine

annuncia a Giuseppe

che Gesù sta per nascere

D opo il pranzo, l'ora cioè del sabato che i Giudei usano consacra-re alla passeggiata, Giuseppe condusse la Vergine nella valle si-tuata dietro la Caverna del Presepio, dove si trova la grotta di Maraha. Si fermarono così in questa grotta che è più spaziosa di

quella del presepio; qui Giuseppe preparò una specie di sedia alla sua spo-sa. Il restante del tempo lo im-

piegarono nella preghiera e nella meditazione sotto l'albero sacro. Quando calò la sera Giuseppe e Ma-ria ritornarono alla loro abitazione. Allora la Santa Vergine annunciò al suo sposo che a mezzanotte si sarebbero compiuti i nove mesi dal momento in cui fu concepito il Santo Figlio e l'Angelo l'aveva salu-tata Madre di Dio. Ciò detto, Maria pregò Giusep-pe di fare da parte sua tutto quanto fosse possibile affinché il Fanciullo promesso da Dio e concepito in modo soprannaturale venisse ricevuto con tutto l'onore possibile. Inoltre lo esortò ad unirsi a Lei nelle preghiere ardenti per intercedere la misericor-dia di Dio verso quei duri di cuore che le avevano negato l'ospitalità. La Santa Consorte respinse l'offerta di Giuseppe di chiamare in aiuto due pie donne di Betlemme rifiutò dicendo che non aveva bisogno di aiuto umano.

Giuseppe si recò in città per fare altri acquisti, nonché uno sgabello, frutta secca, pani e dell'uva appassita, poi ritornò alla Grotta del Presepio dove trovò la Santa Vergine distesa sul suo giaciglio. Giuseppe cucinò, e così pregarono e mangiarono in comunione. Siccome il mo-mento del prodigioso evento si avvicinava, il sant’uomo separò la propria cella dal resto della grotta; questo lo fece con alcuni pali ai quali appese delle stuoie. Poi diede da mangiare all'asi-no che aveva legato vicino alla porta. La Santa Vergine gli disse che il momento era ormai prossimo e che desiderava rimanere sola, perciò lo pregò di rinchiudersi nella propria cella.

Prima di ritirarsi Giuseppe accese altre lampade per tenere illuminato l'ambiente; intese allora un rumore fuori della grotta e si affrettò a vedere cosa fosse: vide che era ritornata l'asi-nella la quale saltellava gioiosa come se annunciasse l'Evento. Giuseppe, sorridendo, la legò

sotto la tettoia e le diede da mangiare. Appena rien-trato, il sant'uomo fu avvolto da una luce celeste so-prannaturale. Allora vide la Madonna genuflessa e aureolata di raggi luminosi; pregava in ginocchio sul suo giaciglio col viso rivolto ad oriente e la schiena verso l'ingresso. La caverna era interamente illumi-nata da questa luce intensa. Giuseppe contemplò la scena come una volta Mosè aveva fatto con il roveto ardente; poi, entrato con santo timore nella cella, si gettò proteso sul terreno e si immerse nella preghiera più devota.

Dalle visioni della Beata Caterina Emmerich

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22 dicembre Santa Francesca Saverio Cabrini

Quando nacque Francesca il 15 luglio 1850 nella cascina di Sant’Angelo Lodigiano una credenza popolare ricorda che la dimora fu invasa da uno stormo di candide colombe. La famiglia di agricoltori, che avevano avuto undici figli, ma solo tre superarono la tenera età, accolsero questa figlia settimina; il padre Agostino noto per gli amici come un “cristianone” era cugino del liberale Agostino Depretis; la madre la piissima Stella Oldini aveva un fratello prete. Vista la nascita prematura la bimba fu subito battezzata secondo le usanze di quel tempo.

La bambina crebbe in un ambiente familiare di contadini abbienti praticanti la fede cristiana e che consideravano il lavoro come una missione per procurarsi il pane quotidiano e per offrirlo come carità ai poveri. Francesca studiò, divenne maestra, insegnò a Vidardo fino al 1874; capì, specialmente dopo la morte dei genitori periti nel giro di dieci mesi, nel 1870, che l’insegnamento non era la sua strada bensì la vocazione missionaria. Non fu accolta tra le figlie del Sacro Cuore e tra le Canossiane: la motivazione del respingimento era dovuta alla sua gracilità fisica. Nel 1874 mons. Antonio Serrati parroco di Vidardo, trasferito a Codogno, in accordo con don Dedè e con gli auspici del vescovo di Lodi, la convinse ad entrare nella “casa della provvidenza” di Codogno fondata nel 1857 che accoglieva orfanelle, prima come segretaria successivamente vice superiora e poi, appena professa col nome di Francesca Saverio come superiora nell’ anno 1877 per volere del vescovo di Lodi.

Dopo sei anni quella comunità per vari motivi venne sciolta e il Vescovo le propose di trovarsi un’altra casa; le disse “tu vuoi farti missionaria, il tempo è maturo, io non conosco Istituti di Missionarie; fanne tu uno”. La risposta “ cercherò una casa” e la trovò a Codogno in un ex antico convento francescano. Il 14 novembre 1880 assieme a sette compagne del disciolto ordine, fondò l’Istituto delle missionarie del Sacro Cuore di Gesù. Nella costituzione si determinava di lavorare al bene delle anime nei paesi civili e in quelli degli “infedeli” per scopi educativi, per l’assistenza ospedaliera e per le opere parrocchiali.

Il 25 settembre del 1887 fece voto davanti all’ altare di San Francesco Saverio di Roma di andare con sei suore nelle missioni d’ Oriente. Ignorando le indicazioni del Cardinale vicario, che le consigliò di tornare a Codogno, pose proprio a Roma la casa

centrale dell’Istituto. Il 19 marzo dell’anno successivo ottenne

l’approvazione pontificia col decreto con lode. A Castelsangiovanni inaugurò una nuova fondazione e conobbe il vescovo mons. Giovanni B. Scalabrini che, anche a nome dell’arcivescovo della metropoli americana la invitò, ad andare a New York alle missioni in favore degli emigrati italiani ai quali Papa

Leone XIII teneva in modo particolare.

Nel 1889 il pontefice la convocò alla nuova missione in America commutandole il voto fatto a Gesù. Il santo Padre le disse:” la vostra Cina sono gli Stati Uniti d’America”.

Francesca obbedì e 1l 31 marzo 1889 giunse a New York. Nel 1892 accettò l’amministrazione del Columbus Hospital ne risanò i bilanci, ma ritenendo la struttura obsoleta, decise di costruire un

nuovo edificio. Nel 1903 costruì a Chicago un altro Columbus Hospital. Le opere missionarie, intanto, si dilatavano in Italia, in Francia, in Spagna, in Inghilterra ma anche le tre Americhe, visitando anche le Ande e arrivando fino in Argentina percorrendo sentieri impervi anche a dorso di mulo. Il 12 luglio 1907 ottenne l’approvazione pontificia del suo Istituto. Nel 1916 costruì il Columbus Sanitarium a Seattle, città industriale dello stato di Washinton.

La morte senza agonia la colse a Chicago il 22 dicembre 1917. Subito la fama di santità esplose incoercibile specialmente tra gli americani del nord. La sua vita fu caratterizzata da una rapida nascita, da una rapida realizzazione delle sue opere e da una rapida fine; ugualmente rapida fu la sua Beatificazione. Il 13 novembre 1938 fu beatificata da Pio XI e il 7 luglio 1946 fu Canonizzata da Pio XII.

La santa in un suo scritto diceva:” Il Sacro Cuore fa tanto in fretta a fare le cose che io non riesco a seguirlo”. La festa liturgica si celebra il 13 novembre. Dedico queste righe ai migranti dei nostri giorni che sono arrivati in Europa, a quelli che ci hanno provato ma non sono mai arrivati, a quelli che tenteranno di arrivare nel vecchio continente.

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I miracoli di Natale esistono dav-miracoli di Natale esistono dav-miracoli di Natale esistono dav-miracoli di Natale esistono dav-

veroveroverovero. E a volte si manifestano nei

modi più strani: nella poesia di un palloncino (con una letterina attacca-

ta) che vola per trecento e più chilometri dall'Alta Valtellina sino al cuore del

Chianti, nella commozione di due toscanacci dai modi a prima vista un po'

rudi ma dal cuore tenerissimo e dalla temporanea conversione di un milanista

sfegatato (uno dei due toscanacci) che accetta di acquistare con l'amico la ma-

glia dell'Inter per fare un dono a quel piccolo sconosciuto. Ma al centro di

questa fiaba postmoderna, realmente accaduta nel periodo natalizio e raccon-

tata dalle cronache locali del Tirreno, c'è soprattutto Simone, un bimbo di

Isolaccia, in provincia di Sondrio, e la sua letterina scritta a scuola per chiede-

re i doni a Santa Lucia. «Cara Santa Lucia, per favore, se mi comporto bene e ti faccio una promessa (...) mi porti la maglia dell'Inter?...», ha scritto Simone

prima di affidare la missiva non al ciberspazio di Internet, ma via palloncino

al cielo blu e al vento gelido delle sue montagne. Quel palloncino, qualche

giorno dopo, è planato su un albero di una fattoria di Poggio alla Croce, nel

Chianti, dove Franco Saccomani e Giancarlo Vitali, stavano trascorrendo la

vigilia di Natale. I due amici livornesi l'hanno visto, ormai sgonfio, infilato tra

i rami dell'albero e si sono trovati tra le mani la lettera custodita in una busta

coloratissima e disegnata. L'hanno letta, si sono commossi e hanno deciso di

esaudire quei desideri. Dopo aver rintracciato l'indirizzo del piccolo e aver

concordato con i suoi genitori la sorpresa più bella del Natale, sono andati in

negozio per acquistare la maglia dell'Inter,

ma anche calzettoni, pantaloncini, parastin-

chi e cavigliere, pallone e il subbuteo nerazzurro che Simone,

con quella delicata e innocente sfrontatezza che solo i bambini

sanno mostrare in alcune circostanze, aveva chiesto alla santa.

Certo, quando Giancarlo, da sempre una passione smisurata per

il Milan, ha acquistato tutti quei regali interisti ha avvertito una

fitta allo stomaco. Ma poi, ha raccontato la commessa del nego-

zio sportivo, si è rasserenato pensando alla sorpresa e alla gioia del bambino nello scartare i regali. E

ha iniziato a sorridere. Proprio come Babbo Natale. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Un bimbo di 7 anni ha affidato a un palloncino la sua letteri-na per Babbo Natale e, come in una bella fiaba, vedrà esaudito il suo desiderio di ricevere in dono una bicicletta. A regalargliela, però, sarà una famiglia di emigranti originari della Sicilia, che vive in Francia, al confine con il Belgio. Il bimbo, che si chiama Edoardo, vive in provincia di Lecco. Qualche gior-no fa era andato a pranzo con i genitori in un ristorante di Santa Maria Hoè, sulle colline della Brianza, e aveva avuto in dono un palloncino, al quale aveva appeso la letterina con il suo desiderio. Quel palloncino si è fatto un bel viaggio fino al confine con il Belgio, dove è stato raccolto da un agricoltore che lo ha consegnato alla coppia di origine siciliana, perché aveva capito che il messaggio era scritto in italiano. I due emigrati, proprietari di una pizzeria, hanno contattato il munici-pio di Castello Brianca per avere il numero della famiglia di Edoardo, quindi hanno comunicato che esaudiranno il desiderio, regalando al bim-bo una nuova bici Bmx.

Da Lecco fino in Francia

Dalla Valtellina fino in Chianti

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Il minatore Felix Pedro entrato nella storia del Grande Nord dell' Alaska

F airbanks, cuore del Grande Nord dell' Alaska, è una cit-tà organetto. La fondò per caso, nel 1901, E.T. Barnette, un commerciante che sognava di costruire la «Chicago del Nord» vicino alle miniere dello Yukon e che, inve-

ce, fu brutalmente scaricato sulle rive del fiume Chena dal capitano di un battello che temeva di restare incagliato nelle acque troppo basse. Pochi anni dopo, nel 1908, Fairbanks arrivò ad avere 18 mila abitanti che nel 1920, finita la prima ondata della «corsa all' oro», scesero ad ap-pena mille. Per poi risalire a 20 mila con lo sviluppo delle nuove tecniche minerarie. Dopo l' oro, l' oro nero: col petrolio dell' Artico, la città (cento chilometri dal Circolo Polare) è divenu-ta la base logistica dei pozzi e dell' oleodotto Trans-Alaska: «boom» da 15 a 40 mila anime e poi «sboom» negli anni 80. Infine, la rinascita attuale con l' aumento del prezzo dell' oro che ha fatto riaprire le vecchie miniere. Non è quindi strano che «Il minatore» («News Miner») sia il nome del giornale locale, né che proprio un minatore sia venerato come un santo dalla città:

Felix Pedro, l' uomo che nel 1902 scoprì l' oro a Fairbanks. Ma Felix, in realtà, si chiamava Felice Pedroni, un ragazzo inquieto nato a Fanano, nell' Appennino modenese, cresciuto nei boschi a cacciare volpi ed emigra-to prima in Francia, poi in America, dove raggiunse un fratello, Fabiano, nell' Illinois. Quando il fratello decise di darsi all' agricoltura, lui ripartì verso Ovest, sempre col pallino delle miniere: il carbone in Colorado, Utah e Oregon e poi l' oro dello Yukon. Gli italiani d' America sono diventati ce-lebri nel bene come grandi lavoratori, nel male come capi di organizzazio-ni criminali; hanno prodotto scrittori, registi, uomini politici come Fiorello La Guardia o Mario Cuomo. Venendo a Fairbanks si scopre la storia di un italiano totalmente diverso: cer to, il suo oro è all' or igine della r ic-chezza della città che però lo venera - gli ha dedicato due monumenti e un

festival nel 2002, senza contare monti, fiumi e baie che portano il suo nome - come eroe ro-mantico. Felix Pedro, minatore-cowboy solitario (e analfabeta) è rimasto impresso nella me-moria collettiva anche per la sua vicenda umana, un misto di storia e leggenda che gli studi dell' Università di Fairbanks e quelli condotti nel Paese di nascita non sono riusciti a separare nettamente: la fuga da Fanano dopo aver sparato (mancandolo) a un rivale che gli insidiava la fidanzata; un' incursione (dubbia) in Messico e Brasile dove avrebbe scoperto miniere di pie-tre preziose; il ritorno a casa, già ricco, per sposare la sua Adelina che all' ultimo momento gli preferì il postino Oreste. Pedroni tornò in Alaska dove, nel 1906, sposò Mary Ellen Doran un' irlandese che gestiva una locanda (o forse un bordello). Dermot Cole, «columnist» del «Post Miner» che, assieme al fratello gemello Terrence, un professore universitario, ha fatto le ricer-che più approfondite su Felix Pedro, ha trovato l' istanza di divorzio del 1908. E' la malinconi-ca fine di un avventuriero che si dice vittima di mille angherie: «Non le va mai bene nulla, si inventa mille modi per spendere il mio denaro, mi umilia in pubblico». Ancora due anni e nel 1910 Felice muore in circostanze mai chiarite: il referto medico parla di attacco cardiaco, ma la moglie porta il suo corpo a San Francisco e lo seppellisce solo 18 mesi dopo. Quando è stato riesumato, 30 anni fa, per portare i suoi resti in Italia, si è scoperto che aveva un foro nel collo. «Ora - aggiunge Dermot Cole - pare che chi ha lavorato sul suo materiale organico pensi un avvelenamento. Ma non credo che ne verremo mai a capo».

(Fanano, 16 aprile 1858 Fairbanks, 22 luglio 1910)

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T ra le più belle strade del mondo, laTransfagara-laTransfagara-laTransfagara-laTransfagara-sansansansan corre per chilometri

attraversando riserve natura-li fino a raggiungere il lago gla-ciale Balea. Costruita per volere del dittatore Nicolae Ceauşescu – è anche chiamata la Follia di Ceauşescu – tra il 1970 e il 1974, per permettere alle truppe ro-mene di attraversare i Carpazi rapidamente in caso di un’inva-sione sovietica, la stra-da collega le Regioni dellaTran-silvania e della Muntenia.

La strada, lunga 152 chilome-tri, parte dalla città di Bascov, vicino Pitesti, passa per Curtea de Arges e si snoda attraverso le montagne più alte della Roma-nia regalando viste mozzafiato, a nord il paesaggio è arido men-tre a sud si susseguono verdi val-late, e termina vicino alla città di Cartisoara. Molte le gallerie e i viadotti che incontrerete lungo la strada che si inerpica tra nu-merosi tornanti.

La Transfagarasan è aperta solo 4 mesi l’anno, quelli estivi, a causa delle condi-zioni climatiche

LA TRANSALPINA, UNA STRADA TORTUOSA A 2.145 M DI ALTITUDINE

D ecine di mi-gliaia di turisti provenienti dal-

la Romania e dall'estero sono attratti ogni anno da una strada alpina nei Carpazi. Non si tratta di una semplice strada di montagna, ma parliamo della più bella e la più alta strada della Romania, cioè la Transalpina. Conosciuto come l'autostrada "la Strada del Re", attraversa le montagne Parâng ed offre ai tu-risti una vista davvero spettaco-lare. Sui dorsali serpeggianti, la Transalpina o la strada statale 67C ha una lunghezza di circa 140 km e impressiona i turisti soprattutto il paesaggio vertigi-noso dal cuore delle montagne. Inoltre, dalla strada dalle monta-gne di Parang si possono ammi-

rare anche degli affascinanti laghi glaciali. Purtrop-po, perché è una strada alpina, nella stagione fredda, la "Strada del Re" è chiusa. Transal-pina collega le

città Novaci a Sebes e attraversa, in totale, quattro con-tee: Gorj,

Valcea, Sibiu e Alba.

La strada alpina considerata la più spettacolare dalla Romania, che ha colpito anche i turisti

stranieri, attraversa le montagne di Parang, che fanno parte dei Carpazi meridionali, da sud a nord. Paesaggi da fiaba sulla Transalpina All’altezza di Urde-le, la strada sale ad un'altezza di oltre 2.100 metri e collega la Transilvania all’Oltenia.

Transalpina non è solo la più alta strada asfaltata dalla Romania, ma anche la più difficile da per-correre a causa della curva molto strette e dell'altitudine. Poiché si trova a quest’altezza, i turisti po-trebbero avere delle sorprese piacevoli anche d’estate. E cioè, di incontrare dei fiocchi da neve sulla Transalpina. In questo mo-do, sulla strada più alta dei Car-pazi, lo sguardo dei conducenti è incantato dai paesaggi da fiabe, ed è per questo la Transalpina diventa la destinazione perfetta per il fine settimana, e non solo.

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Transfagarașan Transalpina

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C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Fratelli e sorelle, per celebra-re degnamente i santi misteri, ri-conosciamo i nostri peccati. Breve pausa di riflessione

C.A. Confesso a Dio onni-potente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, paro-le, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandis-sima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli an-geli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro.

C. Signore, pietà. A. Signore, pietà. C. Cristo, pietà. A. Cristo, pietà. C. Signore,pietà. A. Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia mi-sericordia di voi, perdoni i vostri peccati e vi conduca alla vita eter-na. A. Amen.

COLLETTA C. O Dio, che hai scelto l'umile figlia di Israele per farne la tua dimora, dona alla Chiesa una tota-le adesione al tuo volere, perché, imitando l'obbedienza del Verbo, venuto nel mondo per servire, esulti con Maria per la tua salvez-za e si offra a te in perenne canti-co di lode. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i se-coli dei secoli. A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dal Libro del Profeta Michea «E tu, Betlemme di Èfrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui

che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remo-ti. Perciò Dio li metterà in potere altrui, fino a quando partorirà co-lei che deve partorire; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele. Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio. Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra. Egli stesso sarà la pace!». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio. SALMO RESPONSORIALE

RIT: Signore, fa’ splende-re il tuo volto e noi saremo sal-vi. Tu, pastore d’Israele, ascol-ta, seduto sui cherubini, risplendi. Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci. R/. Dio degli eserciti, ritorna! Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna, proteggi quello che la tua destra ha piantato, il figlio dell’uomo che per te hai reso for-te. R/. Sia la tua mano sull’uomo della tua destra, sul figlio dell’uo-mo che per te hai reso forte. Da te mai più ci allontaneremo, facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome. R/.

Seconda Lettura Dalla Lettera agli Ebrei Fratelli, entrando nel mondo, Cri-sto dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olo-causti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel roto-lo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà”». Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io ven-go per fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Me-diante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una vol-ta per sempre. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio

Canto al Vangelo R. Alleluia, alleluia. Ecco la ser-va del Signore:

avvenga per me secondo la tua parola. Alleluia. C. Il Signore sia con Voi A. E con il tuo spirito C.Dal vangelo secondo LUCA A. Gloria a te o Signore. + In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, sa-lutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grem-bo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e be-nedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sus-sultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’a-dempimento di ciò che il Signore le ha detto». Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre on-nipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visi-bili e invisibili. Credo in un so-lo Signore, Gesù Cristo, unige-nito Figlio di Dio, nato dal Pa-dre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non crea-to, della stessa sostanza del Pa-dre; per mezzo di lui tutte le co-se sono state create. Per noi uo-mini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scrittu-re, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudica-re i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spiri-to Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parla-to per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

LITURGIA EUCARISTICA

LETTURE: Mi 5,1-4 Sal 79 Eb 10,5-10 Lc 1,39-45

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PREGHIERA DEI FEDELI

C. Come Elisabetta ci stupiamo ancora oggi per il bambino che Maria porta in grembo e ci faccia-mo testimoni di una gioia inconte-nibile. Preghiamo insieme e diciamo: Signore rendici degni della tua venuta. 1. Perché l’incontro tra di noi, come quello tra Maria ed Eli-sabetta, sia un’occasione di ricor-darci che la via principale per capire la grandezza di Dio è la comunione coi nostri fratelli. Pre-ghiamo. 2. Perché l’arrivo del Natale non ci colga impreparati, ma co-scienti del dono che Dio ci fa, si-curamente il più grande che ab-biamo mai ricevuto. Preghiamo. 3. Perché non ci colga la paura o la fatica di metterci in gioco in prima persona, ma i no-stri impegni e i nostri sacrifici sia-no sempre degli atti d’amore. Preghiamo. 4. Perché siamo sempre ca-paci di ricordarci che, per quanto possa non essere come vorrem-mo, questa è la realtà in cui tu hai scelto di incarnarti. Preghiamo. C. O Padre, la tua scelta di farti uomo rimane per noi incompren-sibile. Aiutaci, ciononostante, a essere testimoni di questo miste-ro nel mondo, agendo come au-tentici figli di Dio. Te lo chiedia-mo per Cristo nostro Signore. A. Amen

LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci dispo-niamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.

(in piedi) SULLE OFFERTE

C. Accogli, o Dio, i doni che presentiamo all'altare, e consa-crali con la potenza del tuo Spiri-to, che santificò il grembo della Vergine Maria. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA

C. Il Signore sia con voi.

A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. C. È veramente giusto rendere grazie a te, Padre santo, Dio onni-potente ed eterno. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti glorifichiamo per il mistero della Vergine Ma-dre. Dall'antico avversario venne la rovina, dal grembo verginale della figlia di Sion è germinato colui che ci nutre con il pane de-gli angeli ed è scaturita per tutto il genere umano la salvezza e la pace. La grazia che Eva ci tolse ci è ridonata in Maria. In lei, madre di tutti gli uomini, la maternità, redenta dal peccato e dalla mor-te, si apre al dono della vita nuo-va. Dove abbondò la colpa, so-vrabbonda la tua misericordia in Cristo nostro salvatore. E noi, nell'attesa della sua venuta, uniti agli angeli e ai santi, proclamia-mo l'inno della tua lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Be-nedetto colui che viene nel no-me del Signore. Osanna nell'al-to dei cieli. DOPO LA CONSACRAZIONE

C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risur-rezione nell’attesa della tua venu-ta. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cri-sto, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, ven-ga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i no-stri debiti come noi li rimettia-mo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma libe-raci dal male. Amen. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua mi-sericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni tur-bamento, nell'attesa che si com-pia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la po-

tenza e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sem-pre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono de-gno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una pa-rola e io sarò salvato.

DOPO LA COMUNIONE C O Dio, che ci hai dato il pe-gno della vita eterna, ascolta la nostra preghiera: quanto più si avvicina il gran giorno della no-stra salvezza, tanto più cresca il nostro fervore, per celebrare de-gnamente il Natale del tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten-te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: anda te in pace. A. Rendiamo grazie a Dio

Il Giubileo è un dono di grazia. Entrare per quella Porta significa scoprire la profondità della misericordia del Padre che tutti accoglie e ad ognuno va incontro personalmente. È Lui che ci cerca! È Lui che ci viene incontro! Nel Giubileo lasciamoci sorprendere da Dio. Lui non si stanca mai di spalancare la porta del suo cuore per ripetere che ci ama e vuole condividere con noi la sua vita. (Papa Francesco)

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B������: Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balce-scu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./fax: 021-314.18.57, don Roberto Po-limeni, Tel:0770953530 mail: [email protected]; [email protected]; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.

*°* I��+: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione –Iasi,

Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 Mail: [email protected] Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp

*°* C9:;: Chiesa romano-cattolica dei Piari-sti. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527

Mail: [email protected] Domenica alle ore 12,00

*°* A9@A I:9BA: Domenica ore 11:00 nella Chie-sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262

*°* TBDBEFAGA: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi-na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:[email protected]

La Costituzione italiana è approvata: Montecitorio, lunedì 22 di-cembre 1947. L'aula della Camera è gremita in ogni scranno per il grande ap-puntamento con la storia: all'ordine del giorno c'è la votazione del-la Costituzione della Repubblica italiana, cui hanno lavorato per oltre un anno tutte le forze politiche. D'altronde i 556 deputati (tra di loro 21 donne) sono stati votati il 25 giu-gno 1946 per formare quell'Assemblea Costituente (la prima in Italia eletta a suffragio universale), il cui principale compito era di redigere la nuova carta

costituzionale. Il tutto a cento anni di distanza dall'adozione dello Statuto Albertino, che era diventato il testo fondamentale del Regno d’Italia nel 1861 ma che, dopo la sconfitta della monarchia al referendum del ’46, non era più conciliabile con il mutato assetto repubblicano. All'apertura dei lavori, prende la parola Meuccio Ruini, presidente della Commissione per la Costituzione, di cui fanno par-te 75 membri incaricati di stende-re il progetto generale del prezio-so documento. Nelle sue parole emerge il momento difficile che

attraversa la Nazione, colpita da una grave crisi economica e sociale, di fronte alla quale le istituzioni sono chiamate a dare un segnale di solidità e di lungimiranza per le future generazioni. Firmata cinque giorni dopo, in una cerimonia solenne a Palazzo Giustiniani dal Capo dello Stato (carica provvisoria in attesa di assumere il titolo di Presidente della Repubblica) Enrico

De Nicola, dal Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e dallo stesso Terracini, entrerà in vigore dal 1° gennaio del 1948.

I SANTI DELLA

SETTIMANA

DOM.20DOM.20DOM.20DOM.20 S. Domenico di SilosS. Domenico di SilosS. Domenico di SilosS. Domenico di Silos

LUN. 21LUN. 21LUN. 21LUN. 21 S. Pietro CanisioS. Pietro CanisioS. Pietro CanisioS. Pietro Canisio

MART.22MART.22MART.22MART.22 S. Francesca CabriniS. Francesca CabriniS. Francesca CabriniS. Francesca Cabrini

MERC.23MERC.23MERC.23MERC.23 S. Giovanni da KetyS. Giovanni da KetyS. Giovanni da KetyS. Giovanni da Kety

GIOV.24GIOV.24GIOV.24GIOV.24 S. Paola CerioliS. Paola CerioliS. Paola CerioliS. Paola Cerioli

VEN.25 VEN.25 VEN.25 VEN.25 NATALE DEL SIGNORENATALE DEL SIGNORENATALE DEL SIGNORENATALE DEL SIGNORE

SAB. 26SAB. 26SAB. 26SAB. 26 S. Stefano diaconoS. Stefano diaconoS. Stefano diaconoS. Stefano diacono

22 Dicembre 1947

È approvata la Costituzione