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1 L'AVVENIRE DEI LAVORATORI La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano > > > PDF scaricabile su http://issuu.com/avvenirelavoratori < < < e-Settimanale - inviato oggi a 45964 utenti – Zurigo, 4 febbraio 2016 Per disdire / unsubscribe / e-mail a > [email protected] Per iscrivervi inviateci p.f. il testo: "includimi" a > ADL Edizioni In caso di trasmissioni doppie inviateci p.f. il testo: "doppio" a > ADL Edizioni IPSE DIXIT Battersi in difesa della Grecia - «Nella storia delle nazioni, non meno che in quella delle persone, ci sono momenti in cui schierarsi e battersi in difesa dei diritti del più debole, dell'offeso, del perseguitato diventa un dovere. E questo non solo per rispondere ad un imperativo etico antico quasi come il mondo, ma perché è così e solo così che si mantengono vivi valori, princìpi, istituzioni dai quali dipendono e che garantiscono i nostri stessi diritti, il nostro benessere. È questo il caso della possibile sospensione, di fatto una quasi espulsione, della Grecia da Schengen». Riccardo Franco Levi Profughi siriani in Europa Conformemente alla Legge 675/1996 tutti i recapiti dell'ADL Newsletter sono utilizzati in copia nascosta. Ai sensi del Codice sulla privacy (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 13) rendiamo noto che gli indirizzi della nostra mailing list provengono da richieste d'iscrizione, da fonti di pubblico dominio o da E-mail ricevute. La nostra attività d'informazione politica, economica e culturale è svolta senza scopi di lucro e non necessita di "consenso preventivo" rivestendo un evidente carattere pubblico come pure un legittimo interesse associativo (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 24). L'AVVENIRE DEI LAVORATORI contribuisce da oltre 115 anni a tenere vivo l'uso della nostra lingua presso le comunità italiane nel mondo tra quelle persone che si sentono partecipi degli ideali socialisti-democratici di Giustizia e Libertà.

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La Newsletter settimanale del 4 febbraio 2016

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L'AVVENIRE DEI LAVORATORI La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano

> > > PDF scaricabile su http://issuu.com/avvenirelavoratori < < <

e-Settimanale - inviato oggi a 45964 utenti – Zurigo, 4 febbraio 2016

Per disdire / unsubscribe / e-mail a > [email protected] Per iscrivervi inviateci p.f. il testo: "includimi" a > ADL Edizioni In caso di trasmissioni doppie inviateci p.f. il testo: "doppio" a > ADL Edizioni

IPSE DIXIT

Battersi in difesa della Grecia - «Nella storia delle nazioni, non meno

che in quella delle persone, ci sono momenti in cui schierarsi e battersi

in difesa dei diritti del più debole, dell'offeso, del perseguitato diventa

un dovere. E questo non solo per rispondere ad un imperativo etico

antico quasi come il mondo, ma perché è così e solo così che si

mantengono vivi valori, princìpi, istituzioni dai quali dipendono e che

garantiscono i nostri stessi diritti, il nostro benessere. È questo il caso

della possibile sospensione, di fatto una quasi espulsione, della Grecia

da Schengen». – Riccardo Franco Levi

Profughi siriani in Europa

Conformemente alla Legge 675/1996 tutti i recapiti dell'ADL Newsletter sono utilizzati in copia nascosta. Ai sensi del Codice sulla privacy (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 13) rendiamo noto che gli indirizzi della nostra mailing list provengono da richieste d'iscrizione, da fonti di pubblico dominio o da E-mail ricevute. La nostra attività d'informazione politica, economica e culturale è svolta senza scopi di lucro e non necessita di "consenso preventivo" rivestendo un evidente carattere pubblico come pure un legittimo interesse associativo (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 24). L'AVVENIRE DEI LAVORATORI contribuisce da oltre 115 anni a tenere vivo l'uso della nostra lingua presso le comunità italiane nel mondo tra quelle persone che si sentono partecipi degli ideali socialisti-democratici di Giustizia e Libertà.

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Brevi

L’incarico al socialista Sanchez

Il leader socialista spagnolo Pedro Sanchez è stato incaricato dal re

Felipe IV di formare un nuovo governo dopo l'esito delle recenti

elezioni politiche iberiche che aveva visto il crollo del PP.

Non è chiaro se il tentativo di Sanchez riuscirà. Il presidente

incaricato ha detto ieri di voler incontrare delegazioni di tutte le

formazioni politiche rappresentate in Parlamento, ma esclude trattative

con il PP e i separatisti.

Madrid, Felipe IV e Pedro Sanchez a conclusione

del colloquio per il conferimento dell’incarico

SPIGOLATURE

Non siamo al cinema

di Renzo Balmelli

ORRORE. Quasi fosse un film dell'orrore che non smette di girare e

ad ogni sequenza aggiunge strazio allo strazio, da mesi siamo

confrontati con notizie e immagini che non dovrebbero lasciare dubbi

sulla drammaticità, la sofferenza e la disperazione che la migrazione

forzata porta con sé. Ciò che rende necessario l'uso del condizionale

non è però un vezzo grammaticale bensì la consapevolezza di non stare

ad assistere alla proiezione di un lungometraggio, bensì di essere

davanti alla realtà dei fatti che scorrono quotidianamente davanti ai

nostri occhi senza che nessuno sia mai riuscito finora a porre fine alla

più grave tragedia umanitaria del terzo millennio. Insomma non siamo

al cinema. Quelli che vengono mostrati sono dolori veri, morti veri; è

la cronaca terrificante di guerre e massacri compiuti da uomini in

doppiopetto, in uniforme e sotto bandiere di vari colori a scapito di

altri uomini, di altri esseri viventi che hanno la sola colpa di esistere. E

ci si chiede quale biografia potranno mai fare valere coloro che ogni

giorno rinnegano la politica fondata sui valori del consenso sociale e

della solidarietà.

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FANTASMA. Sono sempre più mal visti e sempre meno tollerati,

eppure, tragica ironia del destino, non v'è trattativa, non v'è negoziato

dal quale sia assente il tema dei migranti. In molti casi anziché aprire il

cuore alla speranza, l'argomento viene affrontato alla stregua di una

merce di scambio per strappare le migliori condizioni. Si parla di

quote, si fissano paletti, oppure - notizia di questi giorni - si taglia il

programma sociale per gli immigrati per aggirare la mina vagante del

così detto "Brexit", termine che evoca la temuta uscita del Regno Unito

dall'Unione Europea, alla quale Londra aveva aderito senza troppa

convinzione. La sospensione del welfare sembra essere il passaggio

obbligato per scacciare un fantasma che si è agitato per tanto tempo e

che ancora si agiterà se i nostalgici dello splendido isolazionismo della

Gran Bretagna dovessero prevalere in occasione del referendum. Con

conseguenze inimmaginabili per l'UE e per chi bussa alla sua porta in

cerca di protezione.

TRIBÙ. Nel linguaggio degli indiani d'America il termine "caucus",

che nello Stato dello Iowa fa da apripista alle primarie, indicava la

riunione dei capi tribù. Orbene, alla luce dei risultati che hanno

smentito i sondaggi, viene da dire che quest'anno i pronostici e i riti

della politica che la tribù dei candidati mette in campo per la corsa alla

Casa Bianca potrebbero forse riservare svariate sorprese. Difatti nel

Paese più anti-marxista dell'emisfero occidentale, dove persino i

progressisti preferiscono definirsi "liberal" per evitare confusioni di

genere, a emergere dal confronto è il democratico Bernard Sanders che

ha il coraggio di dichiararsi socialista a tutto tondo. Una scelta di

campo che quando il famigerato McCarthy terrorizzava i suoi

compatrioti avrebbe stritolato l'arzillo senatore del Vermont nelle spire

di un sistema becero e pedantesco. Tuttavia, malgrado le premesse,

appare poco probabile che gli Stati Uniti possano virare al rosso

sebbene questo primo assaggio degli umori dell'elettorato abbia portato

alla ribalta parole, idee e concetti di sinistra graditi ai giovani, ma

molto meno dall'establishment di Washington.

Il socialista democratico Bernard Sanders insieme a Hillary

Clinton, già first lady (1993-2001), Senatrice per lo Stato di

New York (2001-2009) e Segretaria di Stato (2009-2013)

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OSTACOLI. Ogni quattro anni lo Iowa, considerato un "over flying

State", uno Stato da sorvolare senza perderci troppo tempo, richiama

su di se l'attenzione del mondo per il mal di pancia che a scadenze

regolari riesce a provocare agli stati maggiori dei partiti. Accadde

quando le primarie in questo lembo di terra del Midwest spianarono la

strada a Barack Obama fino a quel giorno poco noto al grande

pubblico. Ora tocca a Trump e a Hillary Clinton, dati per super

favoriti, fare i conti con gli ostacoli disseminati lungo il percorso che

porta alla presidenza. Battuto lo scalmanato populista miliardario

prestato alla politica, per l'ex segretaria di stato il pareggio all'esordio

nelle urne è già un campanello d'allarme che aggiunge altro pepe a

quel grande spettacolo che nella patria di Hollywood sono le

presidenziali americane, capaci di cambiare il volto del Paese e di

rianimare l'interesse dello stanco Vecchio Continente.

SOBRIETÀ. Quando si parla di gesti spettacolari per suscitare

l'attenzione del pubblico non si troverà mai, a tale proposito, un

riferimento a Sergio Mattarella, che all'infuori degli impegni ufficiali

di solito è piuttosto schivo nel presentarsi sotto i riflettori. Questo tratto

caratteristico del Presidente viene d'altronde sottolineato svariate volte

dai corrispondenti accreditati a Roma che di lui tracciano il ritratto di

un personaggio sobrio e di poche, ma misurate parole. Il quadro

d'assieme che ne viene fuori è quello di un uomo di altri tempi che alla

teatralità preferisce di gran lunga i gesti misurati, muovendosi come se

la politica-spettacolo veicolata dalla televisione non esistesse. Agli

occhi degli osservatori stranieri l'attuale inquilino del Quirinale

rappresenta l'antesignano del post-berlusconismo che gli italiani stanno

poco alla volta scoprendo con sentimenti di simpatia e stupore

individuando nel Capo dello Stato l'autorevolezza di colui che ha la

"schiena diritta", una bella metafora in antitesi alle frivolezze del

"bunga-bunga". Alla destra che si danna per parlarne male, il boccone

sarà rimasto in gola.

NOIA. Per oltre un decennio è stato il salotto privilegiato di

Berlusconi su RAI1, la comoda poltrona da cui parlare al Paese

praticamente indisturbato, senza che il padrone di casa osasse

interromperlo con domande critiche o fuori posto. Altri tempi. A 20

anni dalla prima puntata anche "Porta a Porta", lo storico programma

di Bruno Vespa, ora in seconda serata, ma che in passato era il centro

della politica, non ha più lo stesso smalto dell'epoca in cui lui e Silvio

formavano la coppia inossidabile del servizio pubblico, a quel punto

decisamente un po' meno pubblico. Ma il troppo stroppia. Se è vero

che il potere logora soltanto chi non ce l'ha, è altresì vero che ormai in

seguito alla proliferazione delle reti si finisce col vedere sempre gli

stessi personaggi che dicono le stesse cose a tutte le ore del giorno col

rischio di annoiare e di fare calare gli ascolti per l'eccesso di

presenzialismo. Una volta se non eri in tivù non eri nessuno, ora anche

il Cavaliere misura le apparizioni rivendicando per se un altro ruolo,

quello di "padre nobile" anche se non si sa bene di cosa.

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LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it

Il grande risveglio

della partecipazione

Si torna a parlare, tra gli studiosi e ora anche nel documento

unitario sulle relazioni industriali, del diritto dei lavoratori “a

collaborare alla gestione delle aziende”. Una delle chiavi per

un’uscita qualificata dalla lunga stagione di crisi

Un po’ a sorpresa si torna a parlare di partecipazione dei lavoratori

nell’impresa. Strano, perché nella storia questo argomento ha goduto di

qualche attenzione solo quando le rappresentanze dei lavoratori

vivevano un momento di grande forza e capacità espansiva, oppure

(ma spesso le due cose coincidevano) quando il governo in carica era

particolarmente interessato a costruire qualche norma di favore per il

mondo del lavoro. Due circostanze che oggi non sembrano proprio

date, tant’è che il diritto dei lavoratori, previsto dall’articolo 46 della

Costituzione, “a collaborare alla gestione delle aziende” rischierebbe di

rimanere ancora a lungo – se guardiamo solo a questo – una bella

petizione di principio, priva purtroppo di qualsiasi concreta ricaduta.

Eppure, da un po’ di tempo a questa parte, qualcosa ha cominciato a

muoversi. Non tanto per effetto di una previsione pure contenuta nella

legge 92 del 2012 (la famigerata legge Fornero), che delegava il

governo a regolare – tramite decreto – “le forme di coinvolgimento dei

lavoratori nell’impresa”. Certo, “coinvolgimento” non è esattamente

“partecipazione”, ma comunque quella delega non ha poi avuto alcun

seguito. La ritrovata fortuna delle tematiche partecipative sta forse

piuttosto in una crescente consapevolezza della loro correlazione con

la qualità e l’efficacia del sistema economico e produttivo. Spesso –

anche se non sempre – una maggiore partecipazione di chi lavora è la

condizione per trarre il massimo dalle potenzialità insite in nuove e

sempre più diffuse innovazioni di carattere tecnologico.

Paradossalmente, è proprio la debolezza e la limitatezza delle

applicazioni avute negli ultimi anni a riproporre l’attualità di questo

tema, nel quale viceversa si individua una delle chiavi per un’uscita

qualificata e avanzata dalla lunga stagione di crisi che stiamo

attraversando. Comunque sia, il dato certo è che se ne torna a parlare,

tanto che un intero capitolo sulla partecipazione è stato inserito anche

nel testo recentemente condiviso da Cgil, Cisl e Uil dal titolo “Un

moderno sistema di relazioni industriali”. Correttamente, il documento

unitario distingue tra tre diverse forme della partecipazione: alla

governance, organizzativa ed economico-finanziaria.

Rispetto alla governance, si fa esplicitamente riferimento al modello

duale di derivazione tedesca e alla presenza nei Consigli di

sorveglianza che esso prevede. Un riferimento che al momento può

valere soprattutto in termini di ispirazione, vista la quasi totale assenza,

in Italia, di imprese che abbiano adottato questo modello societario e

considerati oltretutto gli ostacoli che la legge italiana frappone alla

presenza di lavoratori in quei Consigli. Il campo della partecipazione

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organizzativa è certamente – nell’esperienza del nostro paese – più

conosciuto e frequentato, riguarda sostanzialmente la

proceduralizzazione di momenti e modalità attraverso i quali

concretizzare, e magari allargare, i diritti di informazione e

consultazione sanciti dalla legislazione e dalle direttive comunitarie.

Su questo la contrattazione nazionale e di secondo livello si è già

ampiamente esercitata in passato, meno negli ultimi anni, vissuti sotto

il ricatto permanente della crisi.

La partecipazione economico-finanziaria è infine quella che in vario

modo lega quote retributive del lavoratore all’andamento economico

e/o al raggiungimento di determinati obiettivi produttivi dell’impresa.

In tale ambito, il documento si limita ad affermare i principi della

volontarietà dei singoli e della valorizzazione del ruolo delle

rappresentanze sindacali in azienda. Su tutte e tre queste forme

partecipative è in ogni caso utile fare tesoro delle esperienze già fatte e,

in questo senso, può essere di grande interesse il volume recentemente

pubblicato a cura di Mimmo Carrieri, Paolo Nerozzi e Tiziano Treu,

dal titolo “La partecipazione incisiva” (edizioni Il Mulino). Si tratta di

una sorta di catalogo critico delle migliori esperienze compiute su

questa materia in Italia e negli altri principali Paesi europei.

È interessante notare come sia i curatori del volume, sia la grande

maggioranza degli studiosi ritengano comunque indispensabile un

preciso intervento di sostegno normativo in materia. Non perché non

siano consapevoli dei rischi insiti nel mettere la questione nelle mani di

organi legislativi o ancor peggio esecutivi, che hanno spesso

dimostrato scarsa competenza e acritica adesione al punto di vista del

sistema delle imprese. Ma perché ritengono che senza un intervento

normativo capace di mettere in relazione il tema della partecipazione

con quelli – strettamente connessi – della rappresentanza e della

contrattazione, è impossibile che nelle condizioni date maturi solo per

via negoziale il salto di qualità e anche di diffusione quantitativa che

sarebbe oggi indispensabile e persino urgente.

Uno dei punti chiave del dibattito riguarda il rapporto tra forme

partecipative e contrattazione tra le parti. Anche qui la scelta degli

studiosi è largamente orientata a una chiara distinzione tra i due canali,

quello partecipativo e quello contrattuale, anche se un intreccio appare

comunque auspicabile e forse persino inevitabile nel caso italiano, nel

quale il peso della rappresentanza sindacale è storicamente molto più

forte che altrove. In definitiva, non può che essere positivo che un tema

come quello della partecipazione dei lavoratori nell’impresa e delle

possibili concretizzazioni dell’articolo 46 della Costituzione torni a

essere affrontato. Ma certo c’è ancora bisogno di approfondirlo e

soprattutto di attualizzarlo. In particolare, mettendo meglio a confronto

le esperienze fin qui sviluppate in Italia e in Europa con le

trasformazioni oggi concretamente in atto nel sistema delle imprese,

trasformazioni che spesso, non a caso, rendono più sfuggenti e nascosti

i luoghi veri del potere e della decisione, andando così in una direzione

opposta a quella della partecipazione.

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LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it

La lotta per la salute

e la sicurezza sul lavoro

Il 9 e 10 febbraio 2016, presso l'Hotel Thon Brussels City Centre,

Avenue du Boulevard 17 Bruxelles, l'Etui organizza il seminario: "Il

modello di lotta per la salute e la sicurezza negli anni 1970 e 1980 dei

lavoratori italiani, la sua influenza in tutta Europa e il suo

significato per le strategie sindacali di prevenzione oggi."

Negli anni 1970 e 1980, la partecipazione dei lavoratori alle iniziative

di salute e sicurezza ha provocato un profondo rinnovamento delle

strategie di mobilitazione sindacale. Dalla fine del 1960, nuove

esperienze sono state sviluppate in Italia. Esperienze concentrate sulla

capacità dei lavoratori di analizzare i processi di lavoro, identificare i

pericoli e definire soluzioni di prevenzione. Molto rapidamente questa

nuova ondata di mobilitazione ha attraversato i confini d'Italia e si è

diffusa in tutta Europa e in diverse parti del mondo.

Scopo del seminario è quello di fare il punto sulle ricerche in corso

su queste esperienze e per discutere di come il periodo in questione

potrebbe essere fonte di ispirazione per la salute e la strategia di

sicurezza di oggi.

Il seminario è frutto della collaborazione di studiosi e attori sindacali

che furono attivi nelle lotte in questione allora e sindacalisti

responsabili dell'organizzazione della salute e della sicurezza oggi.

L'evento è collegato a diverse iniziative in diversi paesi per la

raccolta di documentazione e l'analisi della storia del periodo in esame.

Tra queste iniziative, segnaliamo la creazione di un archivio digitale di

migliaia di documenti effettuata in Italia con il supporto di INAIL

(Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli infortuni sul Lavoro).

Diego Alhaique (Fondazione Giuseppe Di Vittorio) presenterà la

relazione dal titolo: ‘The FIM-FIOM -UILM guide’ and the

methodology of workers’ investigation for a participatory approach to

prevention’.

Vai al sito della Fondazione Giuseppe Di Vittorio

Da Avanti! online www.avantionline.it/

I beati dell’affittino

di Mauro Del Bue

Inutile girarci attorno. Ho sempre pensato che una parte cospicua degli

italiani, la cosiddetta società civile, vivesse nella più assoluta illegalità.

Tra evasori fiscali, funzionari corrotti per i quali che pensavano che

chiedere una percentuale sugli immigrati e gli zingari fosse anche

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giusto, falsi invalidi, come quella signora, richiamata da Gianantonio

Stella nel fondo del Corriere di quest’oggi (3/2/2016, ndr), che

applicava alla nuova auto il permesso di parcheggio ereditato da una

zia, o i tanti che clonavano autorizzazioni per entrare in centro storico,

o i molti che usufruiscono senza averne diritti di case popolari, o i non

pochi che riescono a farsi prescrivere false licenze dal lavoro, o i tanti

furbetti del cartellino e i tantissimi che pur timbrando il cartellino

guardano il soffitto senza lavorare, ci sono questi beati dell’affitto a

canone zero, o quasi, del Comune di Roma.

Che siano passati molti sindaci, l’ultimo Marino, e nessuno sia

riuscito a intervenire su questo scandaloso utilizzo degli immobili

comunali – ci sono almeno seicento inquilini che pagano, anche in

zone di pregio e in immobili di lusso, assai meno di un gelato da

Giolitti – urta con la sensibilità di tanti italiani che l’affitto devono

pagarlo ogni mese.

Ci sono tre misteri in questa brutta storia. Il primo riguarda i

funzionari addetti ai contratti d’affitto. Possibile che non si siano mai

accorti di questi regali, che pesano sul comune di Roma per circa cento

milioni di euro l’anno? Erano distratti? Hanno informato il livello

amministrativo e politico di questa situazione o l’hanno

consapevolmente governata anche a loro vantaggio?

Il secondo riguarda le giunte e i sindaci. Come mai hanno ignorato

l’esistenza di tale immonda nefandezza? Chi sono le persone, le

famiglie, gli enti che ne hanno tratto vantaggio e che legame costoro

hanno avuto con chi aveva il potere di intervenire? Perché non esisteva

nemmeno un censimento come, con alta dose di stupore, ha

evidenziato il commissario Tronca?

Ma ce n’è un terzo di misteri, retorici, e riguarda i tanti beneficiati.

Possibile che tutti abbiano sempre fatto finta di niente e abbiano pagato

anche 0,6 euro al mese per un appartamento senza sentirsi in colpa?

Pensavano davvero di averne diritto?

E questa sarebbe la società civile che magari protesta contro la

corruzione… degli altri?

Solo oggi si pubblicano i primi nomi dei beneficiari di tanta ottusa

complicità. Appartamenti a Borgo Pio affittati a 8 euro, in via dei

Chiaramonti, nel cuore della riserva naturale Valle dei Casali, il canone

è di 60 centesimi, fino a via del Colosseo, 70 euro al mese con vista

Fori. “Meno del 20 per cento di chi ha appartamenti nel I Municipio,

quello del centro storico, ha un regolare contratto”, ha continuato

Tronca.

Dunque, siamo di fonte non solo ad affitti simbolici, ma anche a

inquilini abusivi che non sono mai stati fatti sloggiare. Una sorta di

occupazione da parte di cittadini tutt’altro che poveri e bisognosi. Una

rivolta all’incontrario. Far pagare chi non può e non fare pagare chi

può, pare il nuovo motto romano.

Che bellezza, mentre esplodono palazzine e Mafia fa rima con

Capitale.

Vai al sito dell’avantionline

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Da l’Unità online http://www.unita.tv/

Unioni Civili

Accordi su emendamenti e voti segreti: così il Pd vuole ridurre tempi

e “sorprese”. Da mercoledì prossimo il voto sugli emendamenti. Il

M5S ribadisce il suo sì al testo attuale, ma resta l’incognita del voto

segreto.

di Silvia Gernini - @SGernini

Dopo l’impasse di martedì, l’accordo per il ritiro del 90% degli

emendamenti presentati dalla Lega al ddl Cirinnà sembrerebbe

finalmente confermato, dopo la capigruppo informale che si è svolta

ieri. Contestualmente il Pd ritirerebbe l’emendamento canguro

presentato dal senatore dem Marcucci per accorciare i tempi in aula.

“Zanda ci ha detto che ritireranno il canguro. Noi taglieremo in

maniera cospicua i nostri emendamenti. Abbiamo avuto garanzie e

abbiamo dato la massima disponibilità”, ha detto il capogruppo del

Carroccio Gian Marco Centinaio spiegando che la Lega si è anche

resa disponibile “a contingentare il numero dei voti segreti“.

Ridurre i tempi, ma lasciando il tempo per il confronto: “Come per

tutti i provvedimenti importanti, bisogna trovare una posizione di

equilibrio: tempi rapidi, ma compatibili con la profondità del dibattito

e con la necessità che hanno i senatori di intervenire”, ha detto il

capogruppo Pd Luigi Zanda.

E mentre in aula si susseguono gli interventi fiume a favore o contro

il testo sulle unioni civili, prosegue dietro le quinte il

confronto politico, quello che consentirà al ddl di arrivare al traguardo

del primo via libera del Senato e passare quindi all’esame della

Camera.

Un lavoro che si concentra, come è ovvio, sulla riduzione del

numero degli emendamenti. E oltre all’accordo ritrovato tra Lega e Pd,

oggi è stato anche creato un gruppo di lavoro, formato da un senatore

per ciascun gruppo in Senato, che lavorerà per ridurre ulteriormente il

numero di emendamenti che al momento sono oltre 6000. La Lega

assicura che “rimarranno in tutto 500 emendamenti – ha detto

Centinaio -, di cui la maggior parte relativi alle adozioni“.

Bisogna cercare di accorciare i tempi visto che fino a martedì si

andrà avanti con la discussione generale e mercoledì prossimo

finalmente si inizieranno a votare gli emendamenti rimasti dopo la

“scrematura”. Il tema centrale restano i voti segreti, che il Pd vorrebbe

evitare il più possibile per non incorrere in spiacevoli sorprese al

momento del voto, soprattutto dopo le tensioni di questa mattina con i

Cinquestelle. Il M5S ha poi ribadito la sua posizione favorevole al ddl,

ma solo se non subirà cambiamenti radicali: “Il ddl così com’è

l’abbiamo già votato in commissione, e lo votiamo in Aula. Non

capisco cosa vuole trattare ancora il Pd – ha dichiarato il senatore

Alberto Airola -. Andiamo in Aula e vediamo i numeri”.

Nel frattempo, fuori dai palazzi, scoppia la polemica per le parole

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del presidente della Società italiana di pediatria, Giovanni Corsello,

che nel mezzo del dibattito sulla stepchild adoption, ha

dichiarato: ”Non si può escludere che convivere con due genitori dello

stesso sesso non abbia ricadute negative sui processi di sviluppo

psichico e relazionale nell’età evolutiva”.

Parla di dichiarazioni “gravissime e inaccettabili” il deputato Pd

Alessandro Zan, membro della bicameralina sulle unioni civili e

attivista della comunità gay. “Non hanno alcuna base scientifica –

aggiunge il parlamentare dem – e sono fondate sul pregiudizio, senza

contare che si pongono in contrasto con i più autorevoli studi

psicologici nazionali e internazionali”.

Il presidente dei pediatri ha torto anche secondo l’associazione

Famiglie Arcobaleno secondo cui “è vero il contrario. Si può

escludere sulla base di decine di ricerche scientifiche, come d’altronde

ha affermato l’Ordine degli psicologi italiani non più tardi di due anni

fa”. Il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli

Psicologici, Fulvio Giardina, dichiarava, infatti: “Non è certamente la

doppia genitorialità a garantire uno sviluppo equilibrato e sereno dei

bambini, ma la qualità delle relazioni affettive. Da tempo infatti la

letteratura scientifica e le ricerche in quest’ambito sono concordi

nell’affermare che il sano ed armonioso sviluppo dei bambini e delle

bambine, all’interno delle famiglie omogenitoriali, non risulta in alcun

modo pregiudicato o compromesso”.

Vai al sito dell’Unità

Da Italia Laica Vai al sito di Italia Laica

Confessionalismo politico in crisi

L’incalzante urgenza dei drammatici recenti episodi di violenza

islamista in Siria e in Nigeria e l’esplosione xenofoba nel nord

Europa non hanno impedito che, per un giorno, l’attenzione dei

media si concentrasse sulla marcia su Roma degli integralisti

cattolici contrari all’approvazione della legge sulle “unioni civili”.

di Marcello Vigli

Entusiasti gli uni e ostili gli altri si sono scontrati sul numero,

comunque significativo, dei partecipanti e sulla valutazione

dei possibili esiti della manifestazione sul dibattito che si avvia in

Senato.

C’è, però, da rilevare una convergenza nel riconoscere la radicale

diversità nei confronti dell’analoga adunata in piazza San Giovanni nel

2007. Quest’anno sono mancate fra i promotori importanti associazioni

laicali come l’Azione cattolica, le Acli, l’Agesci e la stessa Comunione

e Liberazione. Anche l’Opus Dei si è dissociata: un suo esponente ha

pubblicamente criticato la manifestazione. Più esplicite le dichiarazioni

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del Movimento Noi Siamo Chiesa delle comunità cristiane di base, da

sempre all’opposizione, che contestano l’uso dell’appellativo

“cattolici” per definire soggetti che esprimono, pur

legittimamente, idee e posizioni condivise solo da “alcuni”.

Ampiamente rappresentati sono stati, invece, i neocatecumenali e

altre organizzazioni integraliste a cui si sono aggiunti anche militanti di

Casa Pound. La gerarchia ecclesiastica italiana è sembrata poco

coinvolta, ma la Cei ha formalmente sponsorizzato l’iniziativa, mentre

il Vaticano è stato del tutto assente: L’Osservatore romano ha ignorato

la notizia. Sconsolato Antonio Socci scrive: Confesso che – pur avendo

espresso tante critiche all’operato di Bergoglio – non ero mai arrivato a

temere che egli potesse addirittura provare tanta ostilità per noi

cattolici, fedeli al Magistero di sempre della Chiesa. Ancora più

significativo considera tale silenzio Valerio Gigante che commenta su

Adista: evidentissimo: anche per la Chiesa i “valori non negoziabili”

non esistono più. Ormai anche i più decisi oppositori della legge non si

dichiarano contrari al riconoscimento per coppie di omosessuali di

alcuni diritti tipici dell’istituto matrimoniale, si concentrano invece

sulla condanna senza appello della possibilità per un omosessuale di

adottare il figlio del convivente e ancor più del diritto di una coppia di

omosessuali di adottare figli specie se nati in “utero un affitto”.

Pare evidente che dall’episodio emerge non solo una, magari

significativa, manifestazione di dissenso nei confronti della gerarchia,

ma anche una sempre più profonda frattura fra episcopato italiano e

papa Francesco le cui conseguenze sulle dinamiche della politica in

Italia non sono facilmente individuabili; anche perché vanno a

sommarsi scontrandosi col sempre maggior peso dell’integralismo

clericale in sedi istituzionali: ha imposto in una trasmissione televisiva

della Rai il rinvio in seconda serata della parte della trasmissione

televisiva di Iacona dedicata all’educazione sessuale dei giovani (v.

puntata “Il tabù del sesso”).

A sua volta il cardinale di Milano Scola interviene a suggerire, per

non urtare la sensibilità dei fedeli all’Islam nel nostro Paese, di inserire

nelle scuole iniziative loro gradite per legittimare, ovviamente, i

privilegi già riservati ai cattolici. Se da un lato è un invito a

incrementare la presenza delle religioni nella scuola pubblica,

dall’altro è un ulteriore sintomo dell’intento di indirizzare il processo

di scristianizzazione non verso un’ulteriore secolarizzazione della vita

sociale, ma verso un più pesante confessionalismo.

In ben altra direzione va il coinvolgimento di cattolici nella

costituzione dei Comitati per il No nel referendum costituzionale

avviata per iniziativa dei costituzionalisti che si sono contrapposti al

proposito renziano di cambiare la Carta Costituzionale. Hanno rivelato

che le modifiche costituzionali da lui condivise, unite all’Italicum,

legge elettorale da lui imposta, contribuirebbero a stravolgere l’assetto

istituzionale disegnato dalla Costituzione compromettendo i

fondamenti democratici della Repubblica. Il loro appello a ripetere

l’esperienza della straordinaria mobilitazione nei referendum del 2011

per impedire la privatizzazione dei servizi idrici e il rilancio dell’uso

dell’energia nucleare, riflette l’esigenza di garantire il massimo di

impegno unitario di chi intende difendere la Costituzione e garantire un

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sistema elettorale rappresentativo.

Un contributo alla sua realizzazione viene indubbiamente dalla crisi

del confessionalismo come ingrediente del dibattito politico e

condizionatore delle scelte elettorali dei cittadini.

Segnalazione

Ricordando Giordano Bruno

Roma - Piazza Campo dei Fiori

17 febbraio 2016 – ore 17.00

ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO “GIORDANO BRUNO” Nel nome di Giordano Bruno Senza Laicità non c’è Democrazia Libertà Diritti Dignità Uguaglianza www.periodicoliberopensiero.it

FONDAZIONE NENNI http://fondazionenenni.wordpress.com/

I malauguri

di Padre Livio

Nel dibattito sulle unioni civili, si è inserito anche il direttore di

Radio Maria, Padre Livio Fanzaga. Ovviamente, con eleganza

dialettica e raffinatezza di argomentazioni.

Emulo in qualche maniera del famoso Kiko Arguello, acclamata star

del penultimo Family Day (quello, per intenderci, che ritiene le donne

responsabili dei femminicidi in quanto poco affettuose con i mariti).

Don Livio Fanzaga commentando (e anche scomodando Apocalisse e

Babilonia, come si conviene in un dibattito dai toni moderati così cari

ad Alfano, Sacconi, Giovanardi, Brunetta, Calderoli e soci variamente

Page 13: Adl 160204

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assortiti) i “brindisi a prosecco alla vittoria” dell’onorevole Cirinnà

“madre” del disegno di legge sulle unioni civili, ha garantito che dopo

il successo parlamentare, arriverà “anche il funerale”. Dato che è un

uomo di tonaca e quindi ama il prossimo suo (quasi) come sé stesso, ha

opportunamente aggiunto: “Glielo auguro il più lontano possibile”.

Lontano o vicino, sempre di (mal)“augurio” si tratta. Che poi, a

pensarci bene, è strano: ma il funerale non dovrebbe essere per i buoni

cattolici un evento liberatorio dato che schiude alla nostra anima le

porte del paradiso e della vita vera, quella ultraterrena? Noi che siamo

laici e crediamo poco nell’al di là non essendoci prove tangibili in

materia, auguriamo, invece, all’onorevole Cirinnà una lunga e

felicissima vita. E un grande successo sulle unioni civili. E per quanto

riguarda il prosecco, Padre Livio non si preoccupi: lo portiamo noi.

FONDAZIONE NENNI http://fondazionenenni.wordpress.com/

I malauguri di Padre Livio

Nel dibattito sulle unioni civili, si è inserito anche il direttore di

Radio Maria, Padre Livio Fanzaga. Ovviamente, con eleganza

dialettica e raffinatezza di argomentazioni.

Emulo in qualche maniera del famoso Kiko Arguello, acclamata star

del penultimo Family Day (quello, per intenderci, che ritiene le donne

responsabili dei femminicidi in quanto poco affettuose con i mariti).

Don Livio Fanzaga commentando (e anche scomodando Apocalisse e

Babilonia, come si conviene in un dibattito dai toni moderati così cari

ad Alfano, Sacconi, Giovanardi, Brunetta, Calderoli e soci variamente

assortiti) i “brindisi a prosecco alla vittoria” dell’onorevole Cirinnà

“madre” del disegno di legge sulle unioni civili, ha garantito che dopo

il successo parlamentare, arriverà “anche il funerale”. Dato che è un

uomo di tonaca e quindi ama il prossimo suo (quasi) come sé stesso, ha

opportunamente aggiunto: “Glielo auguro il più lontano possibile”.

Lontano o vicino, sempre di (mal)“augurio” si tratta. Che poi, a

pensarci bene, è strano: ma il funerale non dovrebbe essere per i buoni

cattolici un evento liberatorio dato che schiude alla nostra anima le

porte del paradiso e della vita vera, quella ultraterrena? Noi che siamo

laici e crediamo poco nell’al di là non essendoci prove tangibili in

materia, auguriamo, invece, all’onorevole Cirinnà una lunga e

felicissima vita. E un grande successo sulle unioni civili. E per quanto

riguarda il prosecco, Padre Livio non si preoccupi: lo portiamo noi.

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia : (ADL in italiano) https://it.wikipedia.org/wiki/L'Avvenire_dei_lavoratori (ADL in inglese) https://en.wikipedia.org/wiki/L'Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) https://es.wikipedia.org/wiki/L'Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

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EUROPA

A Ventotene

di Matteo Renzi Presidente del Consiglio dei Ministri

Pubblichiamo qui ampi stralci dell’intervento di Renzi a Ventotene.

C’è un momento, quando sei in difficoltà, quando c’è qualcosa che

sembra andare storto, che nella vita di tutti i giorni senti la necessità di

tornare in un luogo protetto, e tornare a casa ti sembra l’atto più bello,

più naturale. Ma anche trovare rifugio a casa è l’atteggiamento tipico

di chi sta vivendo momenti di difficoltà.

Con questo spirito, in un momento di difficoltà per l’Europa,

abbiamo scelto di tornare al luogo dove tutto è iniziato. Fuori da qui,

lontano da qui, la guerra si consumava con situazioni che sembravano

incomprensibili e inimmaginabili, uno scontro che soltanto pochi

chiamavano guerra fratricida europea. Eppure qui, in questo luogo,

alcuni visionari con la forza incontenibile e inenarrabile del sogno

ebbero il coraggio, la passione, l’idealità, la straordinaria forza di

immaginare l’Europa luogo della pace.

Può sembrare strano che da questa piccola isola sia nato il seme di

ciò che oggi è la più grande vittoria politica del ventesimo secolo: 70

anni di pace fra popoli che si erano combattuti in modo costante e

ciclico. E noi italiani non vi siamo stai sufficientemente grati: ancora

oggi il carcere borbonico è in condizioni indescrivibili e inaccettabili”.

Dobbiamo ripartire da qui su due fronti: uno interno, per l’Italia, e

uno esterno, per l’Europa. Da qui vogliamo dire con molta forza,

tenacia, coraggio, che chi vuole distruggere Schengen vuole

distruggere l’Europa, e noi italiani non glielo permetteremo. Lo

vogliamo dire innanzi tutto sapendo che nessuna isola può contenere la

voglia di libertà di visionari statisti cittadini, nessun carcere può

contenere il sogno di chi col suo sogno ha saputo scrivere la storia,

nessun muro può contenere la voglia di libertà.

L’Europa è nata perché i muri crollassero, non perché fossero

costruiti. Torni ad essere quello che fu per Spinelli, per Rossi: un

grande sogno la cui forza è capace di smuovere le frontiere di un

confino, i muri di un carcere.

Ieri abbiamo accolto il giuramento di nuove persone che fanno parte

del governo, successivamente ho aperto loro la sala del Consiglio, dove

c’è la copia della carta costituzionale, l’originale firmata dal presidente

del Consiglio di allora, da varie personalità e da Umberto Terracini,

che qui aveva vissuto gli anni del confino e del carcere, e che oggi

abbiamo ricordato insieme a chi è stato presidente della Repubblica,

come Sandro Pertini: hanno trascorso anni di privazioni della libertà e

hanno trovato ragioni costitutive”.

Che senso ha la memoria di un popolo, la capacità di ricordare ciò

che siamo stati, se non affidiamo alle nuove generazioni il testimone?

La forza della memoria ha bisogno di luoghi simbolici, ed è con questo

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15

spirito che insieme ai parlamentari che vorranno seguirmi abbiamo

deciso di onorare con un progetto di lungo termine la memoria di

Ventotene e Santo Stefano.

Mi sono recato sulla tomba di Spinelli per deporre mazzo di fiori,

ma ricorderemo centenario della sua nascita, il 31 Agosto 2017:

vorremmo fare progetto culturale identitario. Come immaginiamo

Santo Stefano? Una foresteria per giovani europei e mediterranei dove

si possa approfondire con le più grandi istituzioni universitarie e

europee, creare per occasioni per formare l’elite dirigente che

governerà l’Europa nei prossimi decenni. Consentiremo a Santo

Stefano di non restare solo luogo di ruderi o memoria anche

emozionante, ma dove la nostra patria ha visto rinchiusi a chiave gli

oppositori al fascismo che anelavano alla libertà. Facciamo trasformare

quel luogo in luogo della rivincita della libertà. Già adesso sono partiti

i primi lavori per evitare i crolli, ma non basta: serve costruire il futuro.

E questo vale anche per l’Europa”.

L’Europa rischia di crollare: quando perde il senso della propria

vocazione e diventa insieme di egoismi, l’Europa non ha un destino già

scritto. Si aveva un disegno complessivo, poi ciascuno metteva un

pezzettino, la CECA era pezzo di una strategia più ampia. Ora c’è il

rischio opposto: abbiamo tutti l’euro nelle nostre tasche, le istituzioni

democratiche, ma rischiamo di non avere più l’ideale come motore per

costruire un pezzo dell’Europa che verrà. Ecco perché c’è bisogno

dell’Italia, con l’orgoglio di chi sa qual è la grande storia del nostro

popolo e il grande contributo che ha dato alla libertà e all’ideale.

Stiamo cercando di riportare l’Europa a diventare quello che deve

essere.

Tutta questa bellezza richiede la capacità di essere preservata e la

forza di immaginarla per il futuro. Ricordiamo i grandi che hanno

segnato la nostra storia, impostiamo un lavoro di recupero dell’antico

carcere borbonico: i denari non mancano, serve la volontà di un

progetto che non sia di breve periodo, a creare luogo di incontro e

formazione che sia in grado e capace di costruire nuova classe

dirigente”.

Da qui, dove l’Europa è libera dai muri, libera dall’odio verso

l’altro, libera dalla paura del diverso, e unita dai valori, unita

dall’ideale, unita dal sogno. Da qui, dove l’Europa è libera e unita

prendiamo l’impegno: da qui al 31 Agosto 2017 il recupero di Santo

Stefano dovrà essere partito e in modo corposo. Possiamo, lavorando

insieme con determinazione, ospitare il 31 Agosto 2017 il centenario di

Spinelli, immaginando che sia il modo di affermare l’ideale

dell’Unione europea.

Abbiamo bisogno di chiedere più ideale, più passione, più sogno.

L’Europa o sarà sociale o non sarà. Non è possibile che le persone

vivano difficoltà quotidiane. L’Italia lo fa investendo denaro per le

nuove generazioni. Da cittadino italiano dico che sono sconvolto al

pensiero che dove sono stati i padri italiani ci siano solo dei ruderi.

Quello che c’è in quel luogo è tanto di ciò che vogliamo per i nostri

figli e i nostri nipoti: la forza di chi è più forte dei muri, la forza di chi

è più forte della repressione, la forza di chi è più forte dell’odio”.

Spinelli e gli altri concludono il manifesto dicendo che occorre

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tenersi pronti al nuovo. C’è un’ansia di cambiamento nel mondo che

richiede l’Europa protagonista. Le persone vengono dal Mediterraneo

stanno scappando dalla guerra, dalla fame, dalla povertà. I bambini che

muoiono hanno un nome, anche quando noi non lo sappiamo. Ma

sappiamo il loro dolore. Tenersi pronti al nuovo significa che c’è

bisogno di un’Europa di ideali.

La via da percorrere non è né facile né sicura, ma dev’essere

percorsa e lo sarà. Sono significative le parole con cui si conclude il

manifesto: chi lo avrebbe mai detto che quella via che era da percorrere

sarebbe davvero stata percorsa? È la forza del sogno: la via non è

facile, ma la percorreremo con orgoglio, la percorreremo con la

consapevolezza, la percorreremo con la responsabilità di cittadini

italiani, e con la volontà di rendere tutti capaci di rispondere al grande

ideale dei cittadini europei.”.

Vai al video integrale dell’intervento

Da CRITICA LIBERALE

riceviamo e volentieri pubblichiamo

La beffa di Ventotene

di Riccardo Mastrorillo

Mentre Critica liberale ritiene immodestamente di essere una delle

poche realtà politiche e culturali ad attingere le sue basi e convinzioni

dai pensatori liberali e tra questi Ernesto Rossi, il sedicente

democratico Renzi, si è recato a Ventotene e ha visitato il

vecchio rudere sull’isolotto di Santo Stefano dove furono rinchiusi,

prima dai Borbonici Silvio Spaventa e Luigi Settembrini e poi dal

Fascismo Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, nonché il futuro presidente

dell’Assemblea Costituente Umberto Terracini. Il governo ha

promesso di investire ottanta milioni di euro per trasformare, in

collaborazione con le più grandi istituzioni universitarie europee, la

vecchia prigione in un centro di formazione per l'elite della classe

dirigente europea. Non sappiamo se questo progetto lo ha condiviso

Page 17: Adl 160204

17

con Anglea Merkel, nel loro recente incontro, ma ci fa una certa

impressione pensare alla beffa della storia e della cultura, che questa

manifestazione assume. Già, perché sentire citare Terracini,

presidente dell'Assemblea Costituente dallo stesso Renzi, che ha

imposto l'approvazione di una “deforma” Costituzionale che non solo

distrugge l'impianto della nostra Costituzione, ma ne deforma,

appunto, profondamente i principi ispiratori. Oppure accostare l'idea

di Europa di Altiero Spinelli, abbozzata e pensata proprio in quel

luogo simbolo degli Europeisti non solo Italiani, con le dichiarazioni

da saltimbanco, che quotidianamente ci propina il nostro Presidente

del Consiglio, che non si è, di contro, mai speso, ai vertici ufficiali, per

difendere l'Europa dei cittadini e dei diritti, contro l'Europa dei

mercanti e dei funzionalisti. Ma certo la pena peggiore di questa

drammatica beffa della storia è sentire Renzi che cita Ernesto Rossi, di

cui evidentemente non ha letto nulla, e di cui probabilmente avrà

sentito parlare per la prima volta nel viaggio verso Ventotene.

Vigileremo puntualmente sull'avverarsi di questa promessa, siamo

pronti a contare centesimo per centesimo gli ottanta milioni promessi,

non vorremmo infatti, che oltre alla beffa culturale, arrivasse anche il

danno reale di una delle solite promessa non mantenute.

Vai al sito di Critica liberale

Da vivalascuola riceviamo

e volentieri pubblichiamo

E’ la legge 107, colleghi!

di Giorgio Morale

Carissimi, è scoppiata la conflittualità nelle scuole. Conflittualità

prevedibile e paventata dalle persone di buon senso:

https://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2016/01/25/vivalascuola-205/

Sono in corso lotte per fazioni, per accaparrarsi visibilità,

piccoli poteri, piccoli privilegi. Tra ricatti, invidie, sospetti,

prepotenze. Aumenti di carichi di lavoro e spiccioli di ricompensa.

Altro che collegialità! Altro che bene comune! E i Dirigenti scendono

in lizza per imporre in un modo o nell’altro le persone del loro staff in

ogni posticino in cui si decide qualcosa. Altro che super partes! E’ la

legge 107!

E ancora peggio sarà nel prossimo futuro, quando gli effetti della

legge cominceranno a essere pienamente operativi. In modo eclatante o

silenzioso, dovunque e comunque sia possibile, maturare forme di

diffusione di consapevolezza e di opposizione nell’ambito dei

principi costituzionali diventa un dovere.

vivalascuola presenta le analisi e le proposte di Marina Boscaino,

Marco Guastavigna, Corrado Mauceri, Carlo Salmaso, Eliseo

Tambone.

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L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia : (ADL in italiano) https://it.wikipedia.org/wiki/L'Avvenire_dei_lavoratori (ADL in inglese) https://en.wikipedia.org/wiki/L'Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) https://es.wikipedia.org/wiki/L'Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

LETTERA

Contro la legge 107

Ai promotori e alle promotrici dell’assemblea LIP Scuola di Napoli.

Il movimento Risorgimento socialista aderisce tanto al movimento

referendario da voi promosso, ponendolo fra le priorità dell’intero

movimento, quanto alla rinnovata proposta di legge di iniziativa

popolare.

Si tratta in primo luogo di promuovere forme di dissenso e resistenza

contro gli aspetti deteriori introdotti dalla legge 107-2015, in

particolare contro il meccanismo della chiamata diretta dei docenti da

parte dei dirigenti scolastici, foriera di un degrado complessivo del

sistema scolastico sul modello di quello accademico nostrano, e sulla

soppressione retroattiva di alcuni importanti diritti della categoria, con

un’inaccettabile regressione dello stato giuridico e una definitiva

divisione fra lavoratori titolari su una scuola e altri soggetti al sistema

opaco degli ambiti territoriali e a contratti triennali.

Si tratta altresì di promuovere una pars costruens, che, basandosi su

principi costituzionali e su buone pratiche concretamente sperimentate

nelle scuole in questi decenni, si ponga in antitesi ai criteri che

informano pressoché tutti gli interventi legislativi in materia scolastica:

dopo la politica dei tagli forsennati e delle polemiche contro i

lavoratori della scuola attuata dai governi di destra, ora una

deformazione complessiva promossa dal governo di forze sedicenti

democratiche con una legge votata da un Parlamento delegittimato per

le conseguenze della sentenza della Corte costituzionale sulla parziale

illegittimità della precedente legge elettorale. Sullo sfondo una

continuità fatta di assenza di reali competenze da parte dei legislatori,

produzione di tensioni e continue frustrazione nei lavoratori, infine un

utilizzo delle assunzione nella scuola con fini strumentali (tagli per gli

uni, immissioni pubblicitarie per gli altri) e una progressiva

gerarchizzazione delle figure, prefigurazione di una società

gerontocratica e verticale, basata sul rapporto diretto fra dirigente

scolastico-sua corte di “nani e ballerine”-famiglie più influenti.

Un processo, come si vede, che porta alle estreme conseguenze il

percorso di aziendalizzazione della scuola verso un esito elitistico-

clientelare. Il combinato disposto con la revisione costituzionale e con

la legge elettorale proposte dall’attuale governo comporta, assieme ad

altri provvedimenti esiziali (superamento dell’art. 18 dello Statuto dei

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lavoratori, ulteriori privatizzazioni), configura una pericolosa

involuzione post-democratica, contro cui le nostre coscienze sono

mobilitate.

Prof. Gaetano Colantuono

Membro del direttivo nazionale di Risorgimento socialista

LETTERA

Grazie Nenni

La Fondazione Nenni in occasione del 70° anniversario della

Repubblica (1946-2016) ha in cantiere l’organizzazione di numerose

manifestazioni ed attività.

A Faenza il 6 febbraio 2016 si terrà una importante manifestazione per

ricordare Pietro Nenni, leader storico del Partito Socialista Italiano e

padre della Repubblica Italiana. Alle ore 12 in Via di Sant’Agostino

verrà deposta una targa sulla casa natale di Pietro Nenni. Intervengono:

Giorgio Benvenuto, Stefano Bonaccini, Stefano Collina, Giovanni

Malpezzi, Riccardo Nencini e Gianni Pittella. Alle ore 14.30 si

svolgerà un convegno sull'attualità del Pensiero europeista di Nenni

presso la sala consiliare del Comune di Faenza, dove interverranno

oltre ai nomi già citati Salvo Andò, Flavio Chiapponi, Massimo Isola,

Armando Menichelli, Giuliano Zignani e Antonio Tedesco.

Concluderà la sessione pomeridiane Gianni Pittella. Promotori

dell'evento: Fondazione Nenni, Comune di Faenza, Fondazione

Buozzi, Gruppo S&D al Parlamento europeo e l'Ass. LABDEM Emilia

Romagna. Pietro Nenni è giustamente considerato, dalla coscienza

degli italiani, come uno dei padri della Repubblica. Alcuni storici lo

ritengono il vero padre della Repubblica, quando incessantemente

chiedeva che si votasse al più presto per la Costituente e la Repubblica,

come scrisse Silone nel celebre articolo sull’Avanti “Grazie Nenni”.

Fondazione Pietro Nenni, Roma

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI EDITRICE SOCIALISTA FONDATA NEL 1897 Casella postale 8965 - CH 8036 Zurigo L'Avvenire dei lavoratori è parte della Società Cooperativa Italiana Zurigo, storico istituto che opera in emigrazione senza fini di lucro e che nel triennio 1941-1944 fu sede del "Centro estero socialista". Fondato nel 1897 dalla federazione estera del Partito Socialista Italiano e dall'Unione Sindacale Svizzera come organo di stampa per le nascenti organizzazioni operaie all'estero, L'ADL ha preso parte attiva al movimento pacifista durante la Prima guerra mondiale; durante il ventennio fascista ha ospitato in co-edizione l'Avanti! garantendo la stampa e la distribuzione dei materiali elaborati dal Centro estero socialista in opposizione alla dittatura e a sostegno della Resistenza. Nel secondo Dopoguerra L'ADL ha iniziato una nuova, lunga battaglia per l'integrazione dei migranti, contro la xenofobia e per la dignità della persona umana. Dal 1996, in controtendenza rispetto all'eclissi della sinistra italiana, siamo impegnati a dare il nostro contributo alla salvaguardia di un patrimonio ideale che appartiene a tutti.