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1 L'AVVENIRE DEI LAVORATORI La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano > > > PDF scaricabile su http://issuu.com/avvenirelavoratori < < < e-Settimanale - inviato oggi a 44278 utenti - Zurigo, 23 aprile 2015 Questa settimana la nostra testata, fondata e gestita da lavoratori emigranti, esce abbrunata in segno di lutto per l’ennesima strage di profughi in mare. Per disdire / unsubscribe / e-mail > [email protected] Per iscrivervi inviateci p.f. il testo: "includimi" a: ADL Edizioni In caso di trasmissioni doppie inviateci p.f. il testo: "doppio" a: ADL Edizioni IPSE DIXIT Qualcosa di più - «La democrazia dev'essere qualcosa di più di due lupi e un agnello che decidono il menù per la cena votando.» James Bovard Valentin Lustig, Isaia undici, (olio su tela, part.) Conformemente alla Legge 675/1996 tutti i recapiti dell'ADL Newsletter sono utilizzati in copia nascosta. Ai sensi del Codice sulla privacy (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 13) rendiamo noto che gli indirizzi della nostra mailing list provengono da richieste d'iscrizione, da fonti di pubblico dominio o da E-mail ricevute. La nostra attività d'informazione politica, economica e culturale è svolta senza scopi di lucro e non necessita di "consenso preventivo" rivestendo un evidente carattere pubblico come pure un legittimo interesse associativo (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 24). L'AVVENIRE DEI LAVORATORI contribuisce da oltre 115 anni a tenere vivo l'uso della nostra lingua presso le comunità italiane nel mondo tra quelle persone che si sentono partecipi degli ideali socialisti-democratici di Giustizia e Libertà. EDITORIALE Guerra e pace di Andrea Ermano "E' molto incoraggiante l'apertura mostrata dalla Commissione europea alla

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La Newsletter settimanale del 23 aprile 2015

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L'AVVENIRE DEI LAVORATORI La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano

> > > PDF scaricabile su http://issuu.com/avvenirelavoratori < < <

e-Settimanale - inviato oggi a 44278 utenti - Zurigo, 23 aprile 2015 Questa settimana la nostra testata, fondata e gestita da lavoratori emigranti, esce abbrunata in segno di lutto per l’ennesima strage di profughi in mare.

Per disdire / unsubscribe / e-mail > [email protected] Per iscrivervi inviateci p.f. il testo: "includimi" a: ADL Edizioni In caso di trasmissioni doppie inviateci p.f. il testo: "doppio" a: ADL Edizioni

IPSE DIXIT

Qualcosa di più - «La democrazia dev'essere qualcosa di più di due

lupi e un agnello che decidono il menù per la cena votando.» – James

Bovard

Valentin Lustig, Isaia undici, (olio su tela, part.)

Conformemente alla Legge 675/1996 tutti i recapiti dell'ADL Newsletter sono utilizzati in copia nascosta. Ai sensi del Codice sulla privacy (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 13) rendiamo noto che gli indirizzi della nostra mailing list provengono da richieste d'iscrizione, da fonti di pubblico dominio o da E-mail ricevute. La nostra attività d'informazione politica, economica e culturale è svolta senza scopi di lucro e non necessita di "consenso preventivo" rivestendo un evidente carattere pubblico come pure un legittimo interesse associativo (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 24). L'AVVENIRE DEI LAVORATORI contribuisce da oltre 115 anni a tenere vivo l'uso della nostra lingua presso le comunità italiane nel mondo tra quelle persone che si sentono partecipi degli ideali socialisti-democratici di Giustizia e Libertà.

EDITORIALE

Guerra e pace

di Andrea Ermano

"E' molto incoraggiante l'apertura mostrata dalla Commissione europea alla

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richiesta italiana di modificare la taglia minima nella pesca delle vongole", ci scrive la senatrice Bertuzzi, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura a Palazzo Madama, assicurandoci che "il sottosegretario Castiglione continuerà il suo impegno in Europa" e che "la variazione della taglia minima delle vongole è oggi un obiettivo raggiungibile". Ringraziamo la senatrice. Di questi tempi anche i piccoli annunci aiutano. Visto però che siamo caduti sulle tematiche marittime non possiamo ora eludere il problema dei profughi, dei naufraghi e dei migranti. A quanto pare l'Europa dichiarerà guerra agli scafisti. A Roma si attende solo l'ok dell'ONU per scatenare droni e soldati contro le imbarcazioni negriere, da individuarsi grazie a un onesto lavoro di intelligence, dicono. C'è già chi si preoccupa, e chiede che, quando si bombarderanno gli scafi, si eviti di ammazzarne i carichi umani a colpi di "fuoco amico". Altri reputano che bombardare non basterà e sarà quindi indispensabile invadere la Libia "scarponi a terra", boots on the ground, come si dice in gergo castrense. Le persone del mondo esperte ammoniscono invece l'Italia a ben guardarsi dall'intraprendere interventi armati in Libia e a impegnarsi piuttosto nella costituzione di corridoi umanitari. Soprattutto si dovrebbe ripristinare Mare Nostrum, magari con il sostegno finanziario dell'UE. La quale UE, tuttavia, non ha soldi da buttare, dato che il nostro sottocapitalizzato sistema finanziario sta sempre lì-lì sul punto di affogare (in senso traslato, ovviamente).

Fang Lijun, senza titolo, 1999

(tecniche miste su assi lignee, part.)

Alla fine della seconda guerra mondiale la nostra civiltà è stata rifondata sul rispetto della persona umana, della sua intangibile dignità, dei suoi diritti inalienabili. Tuttavia, l'abitudine alla violazione di fatto di questo fondamento ne sta ormai erodendo anche il sussistere di diritto dentro la coscienza dell’opinione pubblica contemporanea. Si tratta di un problema assai serio, che è stato ben contestualizzato nel "qui e oggi" dal sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini: "Si dimentica che l’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo a causa dei respingimenti effettuati nel 2009. Si dimentica che c’è una convenzione internazionale che stabilisce il dovere di soccorso in mare. E che non fa distinzione tra il naufrago olandese, il naufrago spagnolo e quello eritreo. Questo bisogna dirlo, bisogna dirlo a tutti gli italiani, anche se ci sono le elezioni regionali". In breve: o state dalla parte dei respingimenti oppure da quella dell'accoglienza. La via dei respingimenti, oltre che criminale, porta alla catastrofe. Ma seduce molta gente. Gente disorientata dal disorientamento dei governi. La strada dell'accoglienza sarebbe quella giusta, non c'è dubbio,

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ma pare che nessuno abbia la benché minima idea di che cosa si debba fare con questi profughi, naufraghi e migranti. In attesa di proposte migliori, lasciateci ritornare allora sull'ipotesi di un servizio civile universale obbligatorio, esteso con le opportune specificità anche ai cittadini stranieri. Questo strumento metterebbe la Repubblica e l'Unione anzitutto nelle condizioni di promuovere molti interventi utili alla società e all'ambiente. Ma non solo.

Idaho (USA), ca. 1935 - Civilian Conservation Corps

al lavoro nel Parco forestale nazionale di Saint Joe

Grazie alla progressiva introduzione di un servizio civile universale obbligatorio si potrebbe concretamente strutturare una serie di percorsi di formazione e integrazione nel mondo del lavoro, nella società civile e nell'alveo della cittadinanza per giovani e disoccupati come pure per stranieri di recente immigrazione. La progressiva istituzione di un servizio civile universale obbligatorio – un "Esercito del lavoro", per dirla con l'Ernesto Rossi del celebre saggio Abolire la miseria – appare coniugabile sia con l'idea di un salario di cittadinanza sia con una sua finanziabilità "leggera", tramite banche etiche, monete locali ecc. Un "Esercito del lavoro" lenirebbe non poco l’allarme sociale. E ci riallineerebbe alla Costituzione – nata dalla Resistenza, ma disattesa quanto all'Art. 52 – e si configurerebbe come una risposta strutturale delle istituzioni democratiche alla situazione di crisi economico-finanziaria, di vuoto politico e di tendenziale rigurgito militarista nel quale stiamo drammaticamente scivolando.

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Post Scriptum - Nel 70° della Liberazione sia concesso qui ricordare che L'Avvenire dei lavoratori è una delle poche testate italiane che – per lunghi tratti in coedizione con l’Avanti! parigino – ha combattuto dal primo all'ultimo giorno le dittature nazi-fasciste, che alla fine sono state abbattute.

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L’ADL del 1° maggio 1945

SPIGOLATURE

Io dico “Basta!”

Anche se non serve a nulla

di Renzo Balmelli

SCIACALLI. Ormai le parole non contano più, quelle della politica

men che meno, per descrivere lo sdegno, il dolore, il raccapriccio che

si provano nell'assistere con un senso di impotenza all'odissea dei

disperati che sta trasformando il Mediterraneo, culla della civiltà, in

una biblica Arlington disseminata di croci senza nome. Con un moto

che sale dal più profondo del cuore viene solo da dire "Basta!", anche

se non servirà a nulla. Basta agli scafisti criminali, basta ai mercanti di

morte, basta alla tratta degli esseri umani, basta all'indecorosa

inefficienza di chi osserva, tollera , si rimpalla le responsabilità , finge

di indignarsi e poi passa al prossimo tema in agenda. E basta agli

sciacalli della destra xenofoba che mentre si raccolgono i cadaveri

speculano in diretta per mietere miseri consensi.

ECATOMBE. Meglio di qualsiasi altro, Molière, che di malati se ne

intendeva, saprebbe bene come fustigare l'improvviso, frenetico

balletto diplomatico al capezzale del dolente, infinito corteo dei

profughi ormai in fin di vita e forse già condannati se l'occidente

tarderà ancora a varare soluzioni concrete dopo anni di inerzia. Senza

misure mirate che pongano fine alla guerra in Siria, alla disgregazione

della Libia, alla violenza in Iraq, alla tragedia sub-sahariana, i vertici

non fermeranno l'ecatombe. Tanto più che il dramma dei profughi, il

dramma del nostro tempo, pur avendo il suo epicentro nel

Mediterraneo, è il principale problema dell'occidente, dall'UE agli Stati

Uniti. Una catastrofe umanitaria annunciata che coinvolgerà, secondo

l'ONU, 300 milioni di potenziali migranti solo quest'anno.

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J'ACCUSE. Si spacca il capello in quattro per determinare se è

corretto parlare di genocidio a proposito del reato internazionale di cui

sono vittima uomini, donne e bambini provenienti dall'Africa e finiti in

fondo al mare. L'identico quesito è sorto dopo l'esplicito intervento del

Papa in merito ala sorte toccata al popolo armeno e che ha mandato su

tutte le furie il governo turco. In relazione alla geografia dell'orrore,

che toccò il suo apice con l'olocausto della popolazione ebraica nella

Germania nazista, è stato più volte citato il "j'accuse" di Bertolt Brecht

secondo cui "quando i crimini vengono come pioggia, nessuno più

grida: basta". A volte solo una tragedia come quella al largo delle coste

libiche riesce per qualche giorno a spezzare l'assuefazione, prima di

ricadere nella complice indifferenza.

FALSITÀ. "Il 25 aprile sarà per me una giornata di lutto! W il Duce!"

scrive in un blog un anonimo estensore nel commentare la bella

cerimonia a Montecitorio, con i partigiani che intonavano "Bella ciao"

assieme a Laura Boldrini. E' una frase tra le tante, troppe, nell'orgia di

"nickname", infarciti di odio e livore, usati per infangare il

settantesimo della Liberazione, una delle pagine più nobili nella storia

d'Italia e del suo riscatto dall'infamia fascista. Oltre alla volgarità, ciò

che lascia perplessi è la diffusa falsità di chi si nasconde dietro le

ideologie bacate del ventennio e ancora non ha fatto i conti con la

storia. Eppure sono costoro a essere dalla parte del torto, mentre ad

avere ragione sono coloro che hanno messo in gioco la loro vita per

rendere libero il Paese.

CAOS. Ambasciatore d'Italia a Mosca quando ancora c'era l'Unione

Sovietica, storico, editorialista e autore di saggi certo non

convenzionali, Sergio Romano non smette di sorprendere. La sua

ultima fatica in uscita da Longanesi dal titolo "In lode della guerra

fredda. Una controstoria", rischiara da un'ottica che a parere dell'autore

"può provocare fastidio" l'altro lato, quello meno indagato, della fine

della competizione ideologica tra est e ovest. Franco Venturini nella

recensione sul Corriere della Sera osserva che "il libro esprime

preoccupazione per l'instabilità che caratterizza le attuali relazioni

internazionali", mentre la tesi di Sergio Romano tende a sostenere che

la contrapposizione bipolare garantiva l'ordine mondiale. Una tesi che

nel caos attuale è destinata a fare discutere.

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it

Un 25 aprile per i diritti umani

"Il nostro Paese è attraversato non solo da una gravissima crisi

recessiva, ma da una caduta senza precedenti dell'etica pubblica".

Serve l’impegno a realizzare i sogni, le speranze, e le attese dei

combattenti per la libertà

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Sabato 25 aprile a Milano, con partenza da Corso Venezia alle ore 14.30, è il giorno della manifestazione nazionale nella ricorrenza del 70° della Liberazione. A partire dalle 15,30, dal palco di piazza Duomo, interverranno Lella Costa, attrice, con una introduzione e letture; Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, Capitale della Resistenza; Susanna Camusso, Segretario Generale della CGIL; Irene Barichello, insegnante. Concluderà la manifestazione: Carlo Smuraglia, Presidente Nazionale dell'ANPI. Questo il testo dell'appello del Comitato Permanente Antifascista contro il Terrorismo per la Difesa dell'ordine Repubblicano per la festa del 25 aprile.

Una festa e un impegno di partecipazione Resistenza, pace, antifascismo, Costituzione Sono passati settant'anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e dalla Liberazione dal nazifascismo e mai come oggi la pace, bene prezioso donatoci dalla Resistenza italiana ed europea, è in serio pericolo. La guerra è – di per sé – il contrario dei diritti umani, perché ogni conflitto, necessariamente li calpesta, li mette in discussione e non di rado li annulla. Ma i diritti umani sono il fondamento della nostra esistenza e della nostra convivenza. Il nostro Paese è attraversato non solo da una gravissima crisi recessiva, ma da una caduta senza precedenti dell'etica pubblica, dal manifestarsi quasi quotidiano di gravissimi fenomeni di corruzione. La conseguenza inevitabile di questa deriva è costituita da una perdita di fiducia, che vogliamo non irreversibile, da parte dei cittadini nei confronti delle istituzioni e della politica. Il distacco sempre più preoccupante dei cittadini dalla “cosa pubblica” va superato con cambiamenti radicali di prassi, di costume, di modi di essere dei singoli, e con una politica dotata di progettualità che, richiamandosi ai valori della Resistenza, sia al servizio della collettività e del bene comune. Al lavoro, valore fondante della Repubblica, deve essere restituito il suo ruolo e la sua dignità, eliminando il contrasto stridente tra i principi costituzionali e la durissima realtà del nostro Paese. È indispensabile ribadire ancora una volta che i valori a cui ispirarsi sono solo e sempre quelli di una democrazia fondata sulla partecipazione, sulla divisione dei poteri, sul rispetto della persona umana, delle istituzioni, delle regole da parte di tutti. Non è più tollerabile che si ripetano, con sempre maggiore frequenza, nel nostro Paese e in particolare a Milano, città Medaglia d'Oro della Resistenza, manifestazioni di movimenti neofascisti, antisemiti e xenofobi in netto contrasto con i principi e con il carattere antifascista della Costituzione repubblicana. Dobbiamo dedicare quindi questa giornata di festa non solo al doloroso ricordo dei caduti, ma anche all'impegno di tutti coloro che credono nella democrazia a realizzare i sogni, le speranze, e le attese dei combattenti per la libertà e di coloro che costruirono – attraverso un appassionato dibattito – la nostra Costituzione. È questo il vero faro che deve guidarci soprattutto nei momenti difficili, quando un Paese smarrito cerca di ritrovare la sua strada, ma ha bisogno di riferimenti politici, sociali ed etici precisi per colmare le disuguaglianze, affermare libertà e giustizia, rinnovare il patto antifascista che fu alla base della Resistenza, armata e non armata.

Festeggiamo, dunque, un importante anniversario, ma impegniamoci

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a farlo con l'azione più forte, che è quella della partecipazione, per dare

ai nostri giovani un futuro migliore.

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia : (ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

FONDAZIONE NENNI http://fondazionenenni.wordpress.com/

Quod vult perdere…

Renzi e Mogherini, adesso volete bombardare gli scafi sulle coste

libiche. Ma perché non iniziate a sequestrare quelli che approdano

alle coste italiane e dell’Unione? E perché rilasciate gli scafisti?

di Giuseppe Tamburrano

Mi sono sempre chiesto, in occasione di sbarchi di disperati, che fine

fanno barconi e scafisti. Mi è sembrato impossibile che vengano

lasciati liberi di tornare indietro per organizzare altre traversate verso

l’Italia.

Questa mattina, leggendo i giornali apprendo che è proprio così.

Fiorenza Sarzanini, sul Corriere di oggi, 22 aprile, scrive: Tra il 1°

gennaio 2014 e il 15 febbraio 2015 ci sono stati 1161 eventi di

“immigrazione illegale” ma soltanto “109 imbarcazioni sono state

sequestrate e 150 affondate” , e questo contro una norma esplicita che

prevede “l’immersione delle imbarcazioni…utilizzate per il trasporto

dei migranti”.

Insomma dal 1° gennaio 2014 a fronte di 1161 immigrazioni le

imbarcazioni sequestrate sono state 109 e quelle affondata 150: cioè

259 su 1161: quasi 1000 imbarcazioni, scaricati i profughi, sono

tornate indietro a fare altri carichi.

Tutto ciò è incredibile. Ma la sorte degli scafisti è anche più

incredibile: quasi tutti affiliati a organizzazioni terroristiche restano in

Italia e si tengono in contatto con l’organizzazione criminale di

appartenenza, altri se ne tornano indietro per organizzare altri viaggi.

Se a norma di legge le imbarcazioni possono essere distrutte perché

non si procede? E gli scafisti, che sono delinquenti tutti, perché non

vengono neutralizzati?

Renzi, Mogherini che fate? Ci sono norme europee che vietano di

fare ciò che è sacrosanto? Non credo, ma se “si”, chi se ne frega!

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(Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

Da Avanti! online www.avantionline.it/

Gli epurati

È giusto che un parlamentare che, secondo Costituzione, risponde

esclusivamente al popolo si debba attenere alla disciplina di partito?

di Mauro Del Bue Sono dunque stati sostituiti tutti e dieci i dissidenti Pd in Commissione affari costituzionali della Camera. Parliamo di autorevoli dirigenti quali Bersani, Cuperlo, Bindi e altri meno noti. All’ultimo momento si è defilato Lauricella, convertito all’ultimo momento alla maggioranza. Come avveniva nel vecchio Psi craxiano per il suo omonimo. Ha ragione Stefano Ceccanti che, in un editoriale sul Carlino-Nazione-Giorno, sostiene la coerenza con le regole. I gruppi si incontrano, decidono a maggioranza la linea e la minoranza si deve attenere alle scelte democraticamente compiute. Altrimenti a che serve discutere e votare se poi ognuno va in ordine sparso? Questo è vero aggiungendo però due precisazioni, che possono costituirsi come eccezioni. La prima è riferita all’autentica democrazia che esiste nei partiti e in Parlamento. Nel Pd cosa contano oggi gli iscritti se non si svolgono congressi, ma plebisciti aperti a tutti con primarie per eleggere i segretari? E quale mandato hanno ricevuto dagli elettori parlamentari eletti con liste bloccate dai vertici dei partiti? Bisognerebbe dunque calare la coerenza delle regole dentro queste due nuove caratteristiche delle nostre istituzioni. Ma esiste un secondo tema ancora più delicato ed è costituito dall’assoluta rilevanza della riforma delle nostre istituzioni, cioè della nostra democrazia, rispetto alla quale credo che a poco valga la cosiddetta disciplina di partito o di gruppo. La posta in palio è la legge elettorale, con le sue inevitabili connessioni alla riforma costituzionale. Una parte minoritaria del Pd ritiene che questa legge, soprattutto in rapporto alla riforma del Senato, costituisca quanto meno una deminutio democratica. Senato non elettivo, Camera con premio alla lista con maggioranza relativa del 40 per cento al primo turno, che può dare la fiducia al governo, eleggere presidente della Repubblica, del Senato, della Camera, membri laici del Csm e della Corte, per di più con circa cento capilista bloccati, il che significa liste pressoché tutte bloccate per le liste di minoranza, tutto questo costituisce una miscela che si ritiene democraticamente non digeribile. È giusto che un parlamentare, che dovrebbe, secondo la Costituzione, rispondere esclusivamente al popolo e non a un partito, per di più su una questione di fondo che attiene alla concezione della democrazia, si debba attenere alla disciplina di partito e di gruppo e non rispondere alla sua coscienza? Per di più proprio sul tema che avrebbe dovuto, secondo le premesse enunciate dallo stesso presidente del Consiglio, costituire un elemento di larga condivisione e che per questo non era previsto negli

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accordi programmatici di governo. Renzi ha preferito rispondere con la solita frase, questa volta di stampo ciclofilo: “Siamo a un passo, allo sprint finale, lo faremo sui pedali e a testa alta”. Attenzione, però, alla caduta del gruppo… Vai al sito dell’avantionline

Da MondOperaio http://www.mondoperaio.net/

Vicenza val bene una strage

Per vincere le elezioni a Vicenza e a Treviso i sindaci

in carica sono pronti a fare un patto col diavolo

di Luigi Covatta Quando De Gasperi costruì il suo Partito della nazione lasciò volentieri agli avversari le armi della demagogia, che pure in un paese distrutto dalla guerra non erano prive di efficacia. Firmò un trattato di pace piuttosto punitivo, a dispetto di nazionalisti vecchi e nuovi. Negoziò con l’Austria l’autonomia del Sud Tirolo, scontentando i suoi elettori trentini. Rinviò al “governo amico” di Giuseppe Pella la spinosa questione triestina, frustrando irredentismi di destra e di sinistra. Sfidò il separatismo mafioso in Sicilia. E lasciò a Guglielmo Giannini la polemica ante litteram sulla casta e sui “costi della politica”. Non si fece impressionare nemmeno dalla demagogia di sinistra, che pure non faceva sconti, e per giunta riempiva le piazze: fino a farsi cucire addosso i panni dell’odioso Cancelliere che i socialcomunisti volevano cacciare a calci nel sedere. Ma non esitò a mandare a quel paese (anche se “quel paese” era la Città del Vaticano) chi per vincere le elezioni comunali a Roma gli proponeva un patto col diavolo fascista. Per vincere le elezioni a Vicenza e a Treviso, invece, i sindaci in carica sono pronti a fare un patto col primo diavolo che passa: perfino con quelli che surrogano le emissioni sulfuree di Belzebù coi meteorismi di Matteo Salvini. Perciò hanno disertato le riunioni convocate dal prefetto di Venezia per concordare la destinazione di qualche centinaio di profughi. E perciò Alessandra Moretti, a sua volta impegnata a vincere le elezioni in tutta la regione, ha minacciato di sfidare perfino Renzi (Corriere della Sera del 19 aprile).

La Moretti, per la verità, è una veterana del genere: due anni fa voltò

la faccia a Bersani, di cui pure era stata portavoce in campagna

elettorale, dopo aver letto una decina di sms ricevuti da Vigodarzere

piuttosto che da Mussolente. Se leggesse anche altro, però, saprebbe

che nel 1948 a vincere le elezioni fu proprio l’odioso Cancelliere, e che

nel suo piccolo anche Renzi sa come si vincono le elezioni: e sa

soprattutto che il Partito della nazione non è una spugna capace di

assorbire tutti gli umori, anche i più maleodoranti.

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Da vivalascuola riceviamo

e volentieri pubblichiamo

La scuola di Renzi

e l’eros che non c’è

di Giorgio Morale

La puntata di vivalascuola di questa settimana è dedicata alla questione

molto suggestiva dell'eros nell'insegnamento:

https://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2015/04/13/vivalascuola-193/

I nostri politici parlano di eros nell’insegnamento e di passione per il

sapere, della scuola di Narciso e della scuola di Telemaco. Si potrebbe

pensare a un salto culturale che recupera Platone e le nostre radici, a

una capacità della classe politica di pensare in profondità e diciamo:

"E' una svolta!".

Ma poi andiamo a vedere i “frutti” di tanto “pensiero” (“Dai loro

frutti li riconoscerete”, Mt. 7, 16), cioè a dire il DDL sulla scuola

appena prodotto, e non troviamo traccia di eros.

L’eros richiede la presenza fisica dell’insegnante e loro progettano

“insegnanti digitali”, richiede la stabilità della relazione e loro

progettano la precarizzazione di tutti i docenti, richiede amore per la

disciplina insegnata e loro progettano un organico funzionale come

tappabuchi, richiede un valore fondante della scuola e loro progettano

la sua svalutazione in favore dell’azienda.

Allora comprendiamo: i politici riferiscono a mo’ di slogan quanto

orecchiato del libro di Massimo Recalcati L’ora di lezione, senza che

esso trovi spazio nelle loro “riforme”. A questo punto torniamo a

Matteo l’evangelista (7, 15): “Guardatevi dai falsi profeti che vengono

a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci”.

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LETTERA DAL SENATO DELLA REPUBBLICA

Divorzio breve, un passo

avanti nei diritti civili L'approvazione del divorzio breve è un altro passo importante per rendere l'Italia più europea, pi ù giusta e più moderna. Tempi lunghi significavano, nella maggior parte dei casi, più conflittualità all'interno delle famiglie con ripercussioni sui minori. Non è una scelta di leggerezza ma una scelta di

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responsabilità. Il divorzio breve è dunque una pagina di civiltà che ci incoraggia a proseguire sul cammino delle riforme che riguardano i diritti delle persone. Anna Finocchiaro, presidente Commissione Affari Costituzionali

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI EDITRICE SOCIALISTA FONDATA NEL 1897 Casella postale 8965 - CH 8036 Zurigo L'Avvenire dei lavoratori è parte della Società Cooperativa Italiana Zurigo, storico istituto che opera in emigrazione senza fini di lucro e che nel triennio 1941-1944 fu sede del "Centro estero socialista". Fondato nel 1897 dalla federazione estera del Partito Socialista Italiano e dall'Unione Sindacale Svizzera come organo di stampa per le nascenti organizzazioni operaie all'estero, L'ADL ha preso parte attiva al movimento pacifista durante la Prima guerra mondiale; durante il ventennio fascista ha ospitato in co-edizione l'Avanti! garantendo la stampa e la distribuzione dei materiali elaborati dal Centro estero socialista in opposizione alla dittatura e a sostegno della Resistenza. Nel secondo Dopoguerra L'ADL ha iniziato una nuova, lunga battaglia per l'integrazione dei migranti, contro la xenofobia e per la dignità della persona umana. Dal 1996, in controtendenza rispetto all'eclissi della sinistra italiana, siamo impegnati a dare il nostro contributo alla salvaguardia di un patrimonio ideale che appartiene a tutti.