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BILANCIO SOCIALE 2011

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BILANCIO

SOCIALE

2011

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

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Scriviamo questi nostri Bilanci di rendicontazione Sociale nell’anno in cui i cittadini, le comunità e le

istituzioni di tutto il mondo celebrano il 2012 come Anno Internazionale delle Cooperative.

“Le Cooperative costruiscono un mondo migliore”: è questo lo slogan che pone al centro la capacità del

nostro mondo cooperativo di incidere positivamente sullo sviluppo economico e sociale delle persone e

delle comunità che abitiamo. Cogliamo questo anniversario, come momento che ci aiuta a riscoprire la

nostra identità, ricordando la celebre frase che Laidlow disse nel 1980 a Mosca in occasione del Congresso

dell’Alleanza Cooperativa Internazionale: “Questo è lo scopo principale del movimento cooperativo:

contribuire a fare un mondo diverso e migliore. La storia del futuro non è ancora stata scritta, ed i

cooperatori devono essere ben risoluti a metterci mano. I cooperatori devono essere parte attiva nella

pianificazione del futuro, ed anzi esserne i creatori, se soltanto ne hanno coscienza e volontà”.

Un monito più che mai attuale in questo Anno Internazionale della Cooperazione, voluto dall’ONU per

valorizzare il ruolo che la Cooperazione ha nel mondo attuale e futuro. Per la sua capacità di rappresentare

un modello d'impresa alternativo ed efficace che sa coniugare etica, persona e mercato.

In questo momento di crisi globale la cooperazione, e lo stile con cui noi come rete di Sol.Co. Mantova

abbiamo scelto di interpretarla, rappresenta un importante strumento e opportunità per collegare i valori

di mercato ai valori umani. Oggi, seppur tra le criticità del contesto in cui viviamo, le nostre imprese

cooperative dimostrano di rispondere meglio alla crisi rispetto a quanto stanno facendo le imprese

capitalistiche e questo grazie alla nostra capacità di coniugare efficienza ed equità, di garantire valori di

democrazia, solidarietà, uguaglianza, responsabilità sociale e bene comune.

È scritto nel nostro DNA: siamo dei VISIONARI, ma anche dei COSTRUTTORI. Oggi più che mai siamo

chiamati a mettere le nostre radici nel FUTURO, a tracciare un SOLCO nuovo. La via da seguire non è data

con certezza. Ma i pionieri sono proprio coloro che hanno spirito di avventura, che tracciano vie che altri

prima non hanno solcato… Come afferma Margaret Mead: “Non dubitiamo mai che un piccolo gruppo di

individui coscienti e impegnati possa cambiare il mondo. È proprio questo il modo in cui è sempre

accaduto”.

Quello che è certo è che il nostro consorzio è una RETE; una rete di persone che pongono al CENTRO LA

PERSONA UMANA, per camminare insieme verso il BENE COMUNE: un bene molto diverso dal bene

pubblico, che è di tutti e di nessuno. Il Bene Comune è di tutti e di ciascuno.

Siamo una RETE di IMPRESE che sempre più sta diventando un’IMPRESA A RETE, capace di fare progetti

innovativi e integrati per il benessere delle nostre Comunità.

In quest’ottica anche il Bilancio Sociale diventa uno degli strumenti significativi che il nostro mondo

cooperativo ha adottato negli anni come stimolo di crescita, sviluppo, coesione, conoscenza ed apertura.

La Presidente di Sol.Co. Mantova

Marina Cavalieri

“Non basta più denunciare. Dobbiamo, ormai, enunciare.Non basta richiamare l’urgenza. Bisogna anche saper

cominciare, e cominciare con il delineare le vie capaci di condurre alla VIA. Il messaggio che indica la Via è in corso di

elaborazione, e noi cerchiamo, qui, di contribuirvi.L’origine è davanti a noi, diceva Heiddeger. La metamorfosi sarebbe

davvero una nuova origine”. Edgar Morin

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

INDICE

CHI SIAMO

LE COMUNITA’ TERAPEUTICO RIABILITATIVE

ORIENTAMENTO DI CURA E PROGETTI RIABILITATIVI

LA FORMAZIONE IL FUND RAISING ed GLI EVENTI PROMOZIONALI

IL GOVERNO E LE STRATEGIE

I PORTATORI DI INTERESSE

RICLASSIFICAZIONE BILANCIO LE PROSPETTIVE 2012

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

CHI SIAMO

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

INTRODUZIONE

Per la redazione del Bilancio Sociale 2011 è stato costituito un gruppo di lavoro composto da referenti delle diverse aree organizzative della cooperativa, che hanno condiviso il percorso di analisi e di rendicontazione che in questo documento viene valorizzato. Si è proceduto ad un'attenta riflessione sui dati raccolti attraverso i documenti amministrativi e tecnico-gestionali elaborati durante l'anno 2011. L’analisi delle informazioni raccolte e il monitoraggio dell’attività svolta hanno consentito di affiancare al “tradizionale” bilancio di esercizio, uno strumento di rendicontazione che fornisce una valutazione pluridimensionale (sociale ed ambientale) del valore creato dalla cooperativa sul territorio di riferimento. Il bilancio sociale tiene conto infatti della complessità dello scenario all’interno del quale si muove la cooperativa e rappresenta l’esito di un percorso attraverso il quale l’organizzazione espone e condivide, con i diversi stakeholder interni ed esterni, la propria missione, gli obiettivi, le strategie e le finalità. Il Bilancio Sociale 2011 è stato diffuso e condiviso attraverso un’Assemblea Soci dedicata (17/07/2012) e l’organizzazione di un momento specifico di presentazione.

I RIFERIMENTI NORMATIVI

Il presente bilancio sociale è stato redatto ispirandosi liberamente sia ai Principi di Redazione del Bilancio Sociale elaborati dal Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale (GBS) del 2001 sia agli Standard Internazionali del GRI (Global Reporting Initiative). Dal punto di vista normativo i riferimenti sono:

• Decreto attuativo del Ministero della Solidarietà Sociale del 24/01/08 contenente le Linee Guida per la redazione del bilancio sociale da parte delle organizzazioni che esercitano l’impresa sociale;

• Decreto attuativo per l'impresa sociale del ministero della solidarietà sociale del 24/01/08

• Delibera della giunta regionale della Lombardia n°5536/2007

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

IDENTITÀ DELL’ORGANIZZAZIONE

Denominazione IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE

DI SOLIDARIETA' Indirizzo sede legale Via Europa 33

46100 MANTOVA - MANTOVA

Indirizzo sedi operative Via Pilla, 53 46010 CURTATONE - MANTOVA Via San Cataldo,84 46030 BORGOFORTE - MANTOVA Via Al lago, 6 46010 CURTATONE - MANTOVA Via Trento, 25 46100 MANTOVA - MANTOVA

Forma giuridica e modello di riferimento S.r.l. Eventuali trasformazioni avvenute nel tempo Tipologia Coop. A Data di costituzione 09/10/1998 CF 01867350207 p.iva 01867350207 N° iscrizione Albo Nazionale società cooperative A116850 N° iscrizione Albo Regionale cooperative sociali 531 Tel 0376 263485 Fax 0376 380305 Sito internet www.coopippogrifo.it Qualifica impresa sociale (ai sensi della L.118/05 e succ. d.lgs. 155/06)

No

Appartenenza a reti associative

Anno di adesione

CONFCOOPERATIVE 2000

Adesione a consorzi di cooperative Altre partecipazioni e quote

Valore nominale

Sol.co Mantova € 12.395,00

Codice ateco 872000

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

L’OGGETTO SOCIALE

Secondo quanto riportato nello Statuto, l'oggetto sociale della cooperativa Ippogrifo è il seguente:

La Cooperativa intende realizzare i fini sociali svolgendo attività di gestione

di servizi sanitari orientati in via prioritaria, ma non esclusiva, ai bisogni di

persone in condizioni di disagio, emarginazione, devianza con disturbi della

personalità e patologie psichiatriche.

In relazione a ciò la Cooperativa può gestire stabilmente o

temporaneamente, in proprio o per conto terzi, in qualsiasi forma

consentita dal vigente ordinamento e/o da specifici accordi e/o convenzioni:

strutture residenziali terapeutico-riabilitative, quali C.R.T., Comunità

protette anche ad alta protezione o altro, inserite in contesti abitativi o

rurali, che assicurino un’assistenza per fasce orarie proporzionata alla

capacità di risocializzazione dei pazienti;

attività ambulatoriali ed ospedaliere per pazienti psichiatrici quali Centri

psico-sociali o simili;

strutture diurne per pazienti psichiatrici con funzioni terapeutico-

riabilitative e risocializzanti, con iniziative che possono riguardare anche il

tempo libero, la cultura ed il turismo sociale. Nelle strutture diurne

possono essere previsti laboratori, con attività che possono estendersi

anche alla produzione e commercializzazione di manufatti di qualsiasi

genere e natura;

servizi domiciliari di assistenza, sostegno, riabilitazione, infermieristici e

sanitari effettuati tanto presso la famiglia quanto presso altra struttura di

accoglienza e/o cura;

attività di analisi, ricerca e consulenza per l’individuazione di soluzioni

innovative relative principalmente alla condizione di emarginazione e

disagio psichico;

attività di sensibilizzazione ed animazione della comunità locale entro cui

opera al fine di renderla più consapevole e disponibile all’attenzione ed

all’accoglienza delle persone deboli e svantaggiate e di affermazione dei

loro diritti;

promozione e/o gestione di corsi di formazione volti alla qualificazione

umana, culturale e professionale di educatori e volontari in servizio presso

la Cooperativa o di altri che ne facciano richiesta, oppure volti alla

formazione cooperativistica anche con il contributo della U.E., degli enti

pubblici e privati in genere, e/o singoli.

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

LA STORIA

La cooperativa Ippogrifo si costituisce ufficialmente il 9 ottobre del 1998. La sua nascita è strettamente legata ad una legge nazionale, la 180, meglio conosciuta come legge Basaglia (dal suo promotore in ambito psichiatrico Franco Basaglia), che il 13 maggio del 1978 sancisce la chiusura dei manicomi e regolamenta il trattamento sanitario obbligatorio, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici. Una vera rivoluzione: la legge si propone di ridurre le terapie farmacologiche ed il contenimento fisico, instaurando rapporti umani rinnovati con il personale e la società, riconoscendo appieno i diritti e la necessità di una vita di qualità dei pazienti, seguiti curati da ambulatori territoriali. Una legge quadro, che lascia poi alle Regioni la responsabilità di organizzarne l'applicazione. Per la chiusura definitiva dell’Ospedale Psichiatrico di Mantova bisogna attendere il 1999, ed è proprio per offrire un’alternativa di vita ai pazienti dimessi da quella struttura che la cooperativa Ippogrifo inizia la propria attività, impegnandosi a garantire un’assistenza che soddisfi sia i bisogni primari, sia quelli umani e di relazione, gravemente compromessi dalla malattia. A queste persone, affette da diverse patologie psichiatriche, che dopo molti anni lasciano definitivamente la vecchia istituzione manicomiale, si vuole restituire la dignità e la possibilità di espressione e di riscatto. Questo è uno degli obiettivi centrali che muove fin dall’inizio l’attività della cooperativa, nata proprio con lo scopo di promuovere la salute mentale, attraverso la condivisione della cultura dell’accoglienza, dell’integrazione e della solidarietà, e attuando il modello dell’impresa sociale. È il 31 marzo del 1999 quando si chiudono definitivamente le porte dell’ospedale psichiatrico di Mantova (collocato in via dei Toscani, a Dosso del Corso). Il momento segna un forte cambiamento per l’intera comunità: la logica di chiusura della malattia mentale all’interno di ampie strutture, per lo più collocate ai margini della città, viene superata dall’idea che i pazienti debbano ritrovare la loro dignità di persone, anche grazie ad un collegamento ed un reinserimento nella vita della società. Da qui la volontà che le Comunità, presso cui i pazienti dimessi dall’O.P. vengono accolti, siano inserite in contesti cittadini abitati, con la possibilità di vivere le opportunità del territorio e conoscerne i vari aspetti ritrovando un collegamento con la vita “fuori”. In quel momento di svolta il consorzio di cooperative sociali Sol.Co. Mantova (SOLidarietà e COoperazione), unica realtà consortile di solidarietà attiva nella provincia, assume un ruolo centrale e propositivo nei confronti dell’Azienda Ospedaliera Carlo Poma e dell’ASL di Mantova, per ideare e gestire servizi per la psichiatria. Da subito la rete sociale di Sol.Co. viene riconosciuta dall’azienda ospedaliera Carlo Poma come soggetto capace di aggregare e sostenere la cooperazione sociale impegnata sia in ambito socio-assistenziale, sia nell’inserimento lavorativo di persone appartenenti a categorie deboli e svantaggiate. Già prima del 1998 erano state avviate infatti esperienze di inserimento lavorativo, promosse dalle cooperative sociali sul territorio e all’interno dell’ospedale psichiatrico, che

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

prevedevano lo sviluppo di percorsi riabilitativi in grado di favorire, tramite il lavoro, il reinserimento sociale. Alcuni momenti significativi che conducono alla nascita della cooperativa Ippogrifo: nel 1998 l’azienda ospedaliera Carlo Poma approva il progetto di superamento dell’ex O.P. (atti n. 646 del 16 marzo 1998 e n. 2102 del 23.12.98), prevedendo il convenzionamento con il consorzio Sol.Co. di Mantova per la gestione di strutture protette per gli ospiti dimessi dallo stesso ospedale. L’obiettivo è quello di garantire all’utenza psichiatrica l'accoglienza e l'affiancamento in strutture idonee e conformi al progetto di superamento dell’ex O.P. A seguito di questo provvedimento e conseguentemente alla contestuale approvazione da parte della Regione Lombardia, il 20 luglio 1998 l’azienda ospedaliera Carlo Poma, con deliberazione n. 1374, approva una convenzione con Sol.Co. Mantova per la gestione in residenza di 20 utenti dimessi dall’ex O.P. di Mantova. Il consorzio si accolla l’onere di individuare e ristrutturare le Comunità residenziali e si impegna a garantire oltre all’assistenza alberghiera, l’assistenza medica e la realizzazione di progetti riabilitativi. L’azienda ospedaliera parallelamente garantisce, essendone responsabile, l’assistenza specialistica psichiatrica attraverso i medici di riferimento. Sol.Co., insieme ai suoi operatori, agli obiettori di coscienza, e in accordo con le famiglie, in particolare con l’associazione dei genitori Oltre la Siepe attiva dal 1996, decide di promuovere la nascita di una cooperativa la cui mission sarà proprio quella di promuovere la salute mentale, riconoscendo la centralità della persona e condividendo la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione. È il 9 ottobre 1998. Nel 1998 Sol.Co. Mantova avvia la ristrutturazione di una casa colonica nel comune di Curtatone, concessa in comodato d’uso da un privato, e dell’ex scuola elementare di San Cataldo a Borgoforte concessa in comodato d’uso dal comune. È qui che sorgono le due Comunità ad alta protezione (così definite per la presenza del personale addetto 24 ore su 24), attive dal 1999 e in grado di ospitare 10 utenti ciascuna. Da allora le comunità sono note come “Comunità Corte Maddalena” e “Comunità San Cataldo”. Nel 1999 viene individuato un appartamento nel centro storico della città per accogliere altri 5 utenti con maggiori livelli di autonomia abitativa. La Comunità è collocata in via Nievo e si caratterizza per essere “a media protezione”, con la presenza cioè di personale per 12 ore al giorno. Inizialmente il personale sanitario e di cura impegnato in Comunità è messo a disposizione dal Dipartimento di Salute Mentale dell’az. Ospedaliera, mentre l’assistenza alberghiera è in capo alla cooperativa; dal 2003 la gestione di tutti gli aspetti della Comunità di via Nievo viene affidata alla cooperativa Ippogrifo. Fin dall’inizio della sua attività la cooperativa acquista il proprio spazio di autonomia, e il suo ruolo non è quello di semplice “braccio operativo” del consorzio Sol.Co. Mantova: Ippogrifo compie le proprie scelte strategiche, operative e terapeutiche, sviluppando un know how specialistico nell’ambito della psichiatria.

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

Negli anni si intensifica la sinergia con il Dipartimento di Salute Mentale dell’A.O. Carlo Poma e si condividono importanti progetti riabilitativi promossi nell’ambito della normativa regionale e nuovi percorsi di accoglienza. Le comunità ed i servizi offerti si aprono sempre più al territorio e si adattano ai bisogni emergenti: in seguito all’uscita dalle strutture di diversi ospiti per il raggiungimento di un grado di autonomia sufficiente o per l’inserimento in residenze esclusivamente assistenziali dovute all’età avanzata, le comunità iniziano ad accogliere un numero significativo di persone segnalate dai vari Centri Psico Sociali del territorio mantovano (per percorsi a breve e medio termine), provenienti dagli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e sempre di più negli ultimi anni si accolgono pazienti giovani affetti da nuove patologie psichiatriche. Un processo che vede le Comunità rinnovarsi costantemente sia dal punto di vista delle persone ospitate (sempre più giovani), sia dal punto di vista delle patologie prese in carico. Nel 2004 l’Azienda Ospedaliera affida alla cooperativa Ippogrifo la gestione, in partnership, della Comunità ad alta protezione di Fondo Ostie (10 utenti), collocata nel comune di Curtatone. Negli anni le diverse Comunità ospitano il numero massimo di persone, occupando tutti i posti a disposizione: una risposta ad un bisogno reale ed urgente del territorio che ha trovato nella sinergia azienda ospedaliera – privato sociale un significativo valore aggiunto. Nel 2010 l’Azienda Ospedaliera di Mantova, sottoscrive con la Cooperativa Ippogrifo un accordo importante di durata novennale - un contratto di concessione - per la gestione di n. 35 posti letto di riabilitazione psichiatrica, dislocati nelle seguenti comunità: - Comunità protetta ad alta assistenza in Curtatone per n. 15 posti letto; - Comunità protetta ad alta assistenza in S.Cataldo di Borgoforte per n. 15 posti letto; - Comunità protetta a media assistenza in Mantova per n. 5 posti letto. Con la nuova concessione, la Cooperativa si impegna a garantire l’adeguamento strutturale delle comunità ai requisiti di accreditamento regionali.

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

LA MISSION

La cooperativa sociale Ippogrifo si propone di promuovere la salute mentale, attraverso la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi. Per la cooperativa Ippogrifo perseguire la salute mentale delle persone che abitano il territorio significa radicarsi nelle micro comunità ed essere capaci di creare alleanze e sinergie con gli altri attori del territorio che condividono valori, obiettivi e sistemi di qualificazione degli interventi. Essere portatori di vitalità, istanze di accoglienza per e con i malati di mente che le abitano, ripensare in modo condiviso sistemi di scambio, reciprocità e integrazione. Significa cioè compiere due azioni fondamentali: da un lato impegnarsi per provocare cambiamenti di abitudini e di pensiero, in modo diffuso e contaminante, per facilitare le occasioni di incontro, creare o rinsaldare legami di fiducia e di quotidianità, creare quel tessuto sociale fatto di relazioni e di scambi gratuiti di attenzioni, che possono far sentire la persona con disagio psichico meglio inserita in un contesto sociale che la accoglie e si prende cura di lei. Dall’altra parte, significa attrarre partner disposti ad attuare insieme nuove politiche di salute mentale, investire in innovazione dei servizi, costruire sistemi efficaci di valutazione degli interventi, cercare costantemente una verifica condivisa, con l’utenza e gli stakeholders, dei bisogni, delle risposte e delle strategie di sviluppo. Significa infine investire nell’impresa sociale: riservare cioè grande attenzione alle risorse umane, incrementare i capitali, dotarsi di nuovi strumenti di sviluppo, rinforzare le connessioni con le reti di appartenenza. Ciò che caratterizza la progettazione e l’agire quotidiano della cooperativa Ippogrifo è l’adozione, all’interno delle comunità gestite, di un modello di vita di tipo famigliare, che rispetta e valorizza le esigenze individuali e promuove percorsi riabilitativi personalizzati. In un’ottica di rete e di costante scambio di competenze con il Dipartimento di Salute Mentale, vengono definiti i progetti terapeutico-riabilitativi e mantenuti i rapporti di collaborazione con le associazioni dei famigliari di volontariato di Mantova.

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

I VALORI La cooperativa Ippogrifo per perseguire la propria missione si ispira ai seguenti valori:

� promozione della salute mentale attraverso la condivisione della cultura dell’accoglienza e dell’integrazione

� sviluppo del benessere della comunità, partendo dai bisogni dell’utenza, dei familiari e del territorio

� riconoscimento della centralità della persona, della sua dignità, della sua storia, delle sue potenzialità e dei suoi bisogni, in fase di attuazione di ogni intervento riabilitativo ed assistenziale

� promozione dell’autonomia, della crescita, dell’integrazione sociale e del benessere di ogni singolo ospite, così da favorire il miglioramento della sua qualità di vita

� attivazione di processi di socializzazione della persona e di sensibilizzazione del territorio, così da stimolare percorsi di solidarietà sociale, di accettazione delle diversità, di non discriminazione. Il tutto in costante sinergia con le realtà attive sul territorio, le associazioni di famigliari e di volontariato

� ideazione di modelli d’intervento innovativi, che rispondano in modo puntuale e flessibile ai bisogni emergenti della comunità

� ricerca e verifica della qualità del servizio improntato su un continuo scambio di competenze ed esperienze con il personale dell’azienda ospedaliera.

I valori ispiratori della cooperativa fanno riferimento alla valorizzazione delle risorse umane attraverso una attenta sensibilizzazione del personale ed ad una formazione specifica continua in materia di gestione del paziente psichiatrico.

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

IL TERRITORIO DI RIFERIMENTO

La cooperativa Ippogrifo è da sempre impegnata per la Promozione della Salute Mentale. Il territorio di riferimento dove la Cooperativa svolge la propria azione è circoscritto alla provincia di Mantova, più precisamente nei comuni di Mantova, Curtatone e Borgoforte, pertanto anche l'ASL e il Dipartimento di Salute Mentale sono quelli di Mantova. Ad oggi la Cooperativa gestisce 4 Comunità Residenziali, in concessione novennale con l'Azienda Ospedaliera Carlo Poma di Mantova:

CPA - “Corte Maddalena” – Via Pilla, 53 Curtaton e.

CPA - “San Cataldo” – Via San Cataldo, 84 Borgof orte. CPA - “Fondo Ostie” – Via Al Lago, 6 Curtatone. CPM - “Villa Angela“ - Via Trento, 25 Mantova.

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LE COMUNITA’ TERAPEUTICHE RIABILITATIVE

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

CPA “ CORTE MADDALENA”

La corte si trova in località Quattro Venti, in un’area rurale poco distante dal paese delle Grazie. È una corte agricola ristrutturata con giardino annesso, campo di calcio, palestra, circondata da campi coltivati e in prossimità di un centro commerciale. L’accoglienza degli ospiti è subordinata alla presa in carico da parte del D.S.M. dell’utente affetto da uno stato di malattia psichica perdurante e stabilizzata, con riduzione del grado di autonomia associato ad una sfavorevole condizione socio ambientale. Il percorso di cura è orientato maggiormente, come specificato nel P.T.R., al reinserimento sociale territoriale sull’asse casa e comunque, ove possibile, è caratterizzato per età ed orientamento diagnostico.

Di seguito le caratteristiche generali dell’offerta alla persona ospite:

• In base ad età, esigenze e programmi riabilitativi, i pazienti possono stare in stanza singola o doppia.

• È garantita la somministrazione delle terapie farmacologiche. • La preparazione dei pasti, il riordino e le pulizie degli spazi, la cura del guardaroba

e le altre attività quotidiane sono organizzate con il coinvolgimento degli ospiti, in relazione alle finalità riabilitative dell’esperienza.

• È assicurata l’assistenza medica di base e quella specialistica psichiatrica, attraverso la presenza di medici psichiatri e la collaborazione di medici di base della zona per interventi di tipo internistico.

• È assicurata la presenza di personale infermieristico e ausiliario sulle 24 ore, come previsto dagli standard regionali.

• Gli interventi riabilitativi sono basati su programmi individuali concordati con l’equipe inviante, in base ai quali vengono programmate le attività.

• Le attività tengono conto delle caratteristiche e delle esigenze di ciascun paziente: animazione, attività espressive, partecipazione ad eventi culturali, attività motorie, eventuale supporto nello studio, possibilità di inserimento lavorativo presso

• cooperative della rete consortile attraverso il coinvolgimento dello sportello lavoro del DSM di Mantova.

• Sono previsti programmi di animazione, pranzi e gite durante la settimana. • Gli operatori partecipano sistematicamente a percorsi di formazione specifica

nell’ambito psichiatrico.

• Sono utilizzati strumenti standard per la gestione dei progetti riabilitativi, concordati con il DSM e costruiti in base alle indicazioni fornite dalla Regione Lombardia: cartelle cliniche, PTR, protocolli di accoglimento, trattamento e dimissione.

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Il personale impegnato presso la Comunità:

· n° 1 medico psichiatra

· n° 1 coordinatore

· n° 6 infermieri

· n° 1 educatore

· n° 6 ASA/ OSS

· n° 1 operatore addetto alle pulizie.

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CPA “SAN CATALDO” La struttura fu lo stabile delle ex scuole elementari di “S.Cataldo”, site nell’omonima frazione. La struttura rispose da subito alle caratteristiche pensate per l’accoglienza di 10 ex utenti manicomiali: punto centrale di fronte alla piazza, con ampi spazi interni ed esterni circondati da un paese tipicamente mantovano in aperta campagna, ma con tutti i servizi (bar, panetteria, barbiere, chiesa, merceria, parrucchiera per signora).

Data la posizione centrale, la Comunità si trova a stretto contatto con il resto del paese e con i servizi che lo stesso offre; ha un ampio giardino e accoglie al suo interno, in accordo con l’amministrazione comunale e in aree predisposte, l’ambulatorio del medico di base; diventa inoltre sede di seggio nei periodi elettorali. Nell’ampio giardino si creano diverse occasioni di incontro e di festa, promossi dalla cooperativa, dal Comune stesso o dalle associazioni di volontariato territoriale, rendendo la Comunità un luogo dinamico e aperto ad un’ottica di maggiore e migliore integrazione.

L’accoglienza degli ospiti è subordinata alla presa in carico da parte del D.S.M. dell’utente affetto da uno stato di malattia psichica perdurante e stabilizzata, con riduzione del grado di autonomia associato ad una sfavorevole condizione socio ambientale.

Il percorso di cura è orientato maggiormente al reinserimento sociale territoriale sull’asse casa e comunque, ove possibile, è caratterizzato per età ed orientamento diagnostico.

Di seguito le caratteristiche generali dell’offerta alla persona ospite:

• In base a età, esigenze e programmi riabilitativi, l’utente può stare in stanza singola o doppia.

• È garantita la somministrazione delle terapie. • L’erogazione di pasti forniti dall’esterno, il riordino e le pulizie degli spazi, la cura del

guardaroba e le altre attività quotidiane sono organizzate con il coinvolgimento degli ospiti, in relazione alle finalità riabilitative dell’esperienza.

• È assicurata l’assistenza medica di base e quella specialistica psichiatrica, attraverso la presenza di medici psichiatri e la disponibilità di medici di base della zona per interventi di tipo internistico.

• È assicurata la presenza di infermieri sulle 24 ore, che potrà variare in relazione alle eventuali modificazioni degli standard regionali.

• Gli interventi riabilitativi sono basati su programmi individuali concordati con l’equipe inviante, PTR , in base ai quali vengono programmate le attività.

• Le attività tengono conto delle caratteristiche e delle esigenze diversificate e personalizzate di ciascun paziente.

• Gli operatori partecipano sistematicamente a percorsi di formazione, anche ECM, di aggiornamento e di empowerment.

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• Viene garantito un sistema di monitoraggio annuale dell’efficacia degli interventi riabilitativi e della soddisfazione dell’utenza, definito in accordo con il DSM.

• Sono utilizzati strumenti standard per la gestione dei progetti riabilitativi, concordati con il DSM e costruiti in base alle indicazioni fornite dalla Regione Lombardia: cartelle cliniche, PTR, protocolli di accoglimento, trattamento e dimissione.

La Cooperativa Ippogrifo pone l’utente psichiatrico al centro di ogni intervento, al fine di favorirne i miglioramenti a livello di autostima, fiducia in sé, consapevolezza, capacità di vivere relazioni interpersonali adeguate, integrazione sociale e lavorativa.

L’obiettivo è favorire l’autonomia, l’inclusione sociale ed il coinvolgimento attivo e consapevole delle persone affette da disturbo psichiatrico e dei loro famigliari, nell’esperienza cooperativa e nelle azioni di politica sociale attiva.

Il personale impegnato presso la struttura:· n° 1 m edico psichiatra

· n° 1 coordinatore

· n° 6 infermieri

· n° 1 educatore

· n° 3 ASA/ OSS

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CPA “FONDO OSTIE”

La Comunità di Fondo Ostie, di proprietà dell’Azienda Ospedaliera “Carlo Poma”, è costituita da una corte di campagna del tutto simile alla poco distante Corte Maddalena, con ubicazione in riva al lago Superiore di Mantova, vicino alla quale si trova un villaggio residenziale di recente costruzione, un grande centro commerciale con numerosi punti di vendita.

Dall’anno 2004 è stata affidata alla Cooperativa Ippogrifo, con una gestione in partnership con l’Azienda Ospedaliera di Mantova, che ne ha anche la proprietà.

Tale comunità, con tutte le caratteristiche generali - organizzative e gestionali – che sono similari alla comunità di Corte Maddalena, verrà chiusa nel 2013. Le comunità di CorteMaddalena e San Cataldo accoglieranno i 10 ospiti del Fondo Ostie, appena ultimati i lavori di ristrutturazione e ampliamento.

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CPM “VILLA ANGELA”

Villa Angela si trova in una piazza centrale e storica della città di Mantova, piazza Virgiliana, e porta il nome della proprietaria, signora Angela. È una struttura architettonica molto interessante: è una villa del ‘600 disposta su due livelli, su cui è distribuito il nucleo abitativo composto da tre camere da letto, due bagni, una cucina abitabile, una sala da pranzo in open space con il salotto, uno studio per i colloqui e ad uso infermieristico, un

giardino spazioso che consente di trascorrere momenti all’aperto.

La villa è stata arredata con alcuni mobili e quadri antichi: queste scelte l’hanno resa particolarmente accogliente, nel rispetto delle esigenze dei 5 ospiti che vi abitano.

Questo tipo di comunità a media protezione è indirizzata ad una tipologia di pazienti non sono particolarmente compromessi a livello psichico o che comunque hanno seguito un percorso riabilitativo presso le comunità ad alta protezione, o che provengono dal territorio pur senza necessità di un’assistenza di 24 ore.

La comunità garantisce una continuità assistenziale, infermieristica ed educativa, avendo come obiettivo di recuperare in modo completo le diverse abilità e di permettere il percorso asse casa-lavoro della persona.

Per perseguire tali obiettivi è importante la posizione geografica della CP, poiché la socializzazione e l’integrazione nel territorio devono essere garantite in quanto componenti fondamentali del progetto di vita di ogni persona.

La tipologia della casa si caratterizza infatti meno per obiettivi riabilitativi e maggiormente per obiettivi sociali.

Il percorso dei pazienti, dall’entrata all’uscita, è il risultato della collaborazione tra le figure professionali della struttura (coordinatore, medico psichiatra, educatore, infermiere, ausiliario) e dell’ente inviante CPS (medico psichiatra, assistente sociale, infermiere, psicologo, case manager), che definiscono gli obiettivi socio-educativi-riabilitativi, verificano in itinere il soddisfacimento degli stessi e accompagnano il soggetto, dove possibile, fino alla fine del percorso, con il rientro a casa, nella propria famiglia di origine, o con una collocazione in altre strutture.

La metodologia utilizzata dall’equipe interna è quella del lavoro di rete: da un lato si punta sul coinvolgimento della popolazione mantovana affinché i pazienti si sentano parte attiva

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e presente nella comunità; dall’altro viene estesa l’attenzione al mondo del lavoro inteso come inserimento socioterapeutico - riabilitativo per offrire ad alcuni una prospettiva più

reale di vita (questo è possibile grazie al servizio Sportello Lavoro del Centro Psico Sociale di Mantova e all’ Agenzia Lavoro di Sol.Co. Mantova).

In quest’ottica di lavoro in rete, anche il rapporto con le famiglie di origine diventa essenziale. Consapevoli che la famiglia può essere risorsa o ostacolo al lavoro della struttura, noi scegliamo la collaborazione, definendo in modo chiaro i confini ed i ruoli dei partecipanti. Gli strumenti utilizzati a questo scopo sono i contatti telefonici, i colloqui periodici e le visite domiciliari, se possibile.

Gli obiettivi sono:

- mantenere vivi i rapporti tra la famiglia e il nostro ospite;

- informare la famiglia sul percorso del congiunto all’interno della struttura;

- responsabilizzare la famiglia in merito a decisioni fondamentali per il percorso;

- lavorare insieme, secondo modalità e obiettivi condivisi.

La struttura presenta le seguenti caratteristiche:

- garanzia di somministrazione delle terapie;

- pasti preparati internamente dalla struttura;

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- impegno di riordino e pulizie degli spazi, di cura del guardaroba e di altre attività quotidiane da parte degli stessi ospiti, con il supporto del personale che ne supervisiona il regolare svolgimento;

- assistenza medica di base e specialistica psichiatrica, attraverso la disponibilità di un medico psichiatra della comunità stessa e di medici di base della zona per interventi di tipo internistico;

- garanzia della presenza di un Coordinatore;

- garanzia della presenza di un infermiere e di un operatore ASA nell’arco delle 12 ore giornaliere;

- gli interventi riabilitativi sono basati su programmi individuali concordati con l’equipe inviante, in base ai quali vengono programmate le attività;

- le attività tengono conto delle caratteristiche e delle esigenze di ciascun paziente: attività espressive, motorie, informatiche e multimediali, teatrali, eventuale supporto nello studio, possibilità di percorsi di accompagnamento al lavoro e inserimento lavorativo presso cooperative della rete consortile e/o nel mercato esterno;

- gli operatori partecipano sistematicamente a percorsi di formazione e di aggiornamento;

- sono utilizzati strumenti standard per la gestione dei progetti riabilitativi, concordati con il DSM e costruiti in base alle indicazioni fornite dalla Regione Lombardia: cartelle cliniche, PTR, protocolli di accoglimento, trattamento e dimissione.

Il personale impegnato a Villa Angela:

n° 1 Medico psichiatra

n° 1 Coordinatore/Eucatore

n° 2 Infermieri

n° 2 ASA/ OSS

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LA PERSONA AL CENTRO: METODOLOGIE CONDIVISE

Le Comunità Terapeutiche Psichiatriche della Cooperativa Ippogrifo, mettono al centro del proprio operare la Persona con le sue abilità compromesse dalla patologia, ma esistenti e propone il “carattere della Casa”, intesa come luogo di vita, di partecipazione e di educazione alla relazionale.

Il principio ispiratore riguarda il “fare insieme”: l’occuparsi attivamente ed in base alle singole capacità e competenze della quotidianità, diventa elemento riabilitativo importante, premessa ad ogni intervento evolutivo.

L’importanza del contesto abitativo, inteso come personalizzazione degli spazi di vita, facilita l’identificazione di un luogo di cura nel quale ogni singolo ospite può sviluppare un senso di appartenenza. tale approccio consente di andare oltre alla concezione di comunità terapeutica strutturata in ambienti sanitari (più simili al contesto ospedaliero), avvicinandosi piuttosto al contesto di “casa” come luogo di vita.

Dal 1998 Solco Mantova e Ippogrifo, su accordi condivisi con l’Azienda Ospedaliera Carlo Poma, hanno individuato nei Comuni di Borgoforte, Curtatone e Mantova, i territori nei quali insediare le Comunità Terapeutiche Psichiatriche. In questo modo è possibile diversificare l’offerta in base anche a criteri relativi alla preferenza di contesti sociali piuttosto che realtà abitative più tranquille e discrete.

La sinergia creatasi nel tempo tra la Cooperativa quale Privato Sociale e l’ Azienda Ospedaliera locale, ha l’intento di migliorare costantemente ed unificare i protocolli e le procedure inerenti all’ingresso, al percorso di cura e alla dimissione.

ACCESSO e DIMISIONE DALLE STRUTTURE IPPOGRIFO • La persona che accede alle strutture Ippogrifo è già conosciuta e presa in carico,

cioè ha già in cura presso il DSM • Dopo segnalazione di un bisogno d’inserimento di una persona in CP da parte del

dipartimento , il Coordinamento Tecnico di Ippogrifo, valuta il caso e concorda con gli invianti i tempi di presentazione e la data d’ingresso della persona

• Il primo mese è dedicato all’osservazione e alla somministrazione del VADO ( vedi cap. “Sistemi di Valutazione” ) da parte del personale della CP, e da questo si hanno maggiori informazioni per stilare il PTR, insieme all’Equipe inviante, all’utente e, dove è previsto, i familiari o persone significative.

• La dimissione è parte integrante del progetto. Viene condivisa tra tutti i soggetti curanti , la persona accolta e i familiari ed è espressione del percorso evolutivo che prosegue in altri contesti

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L’ACCOGLIENZA

La persona , come detto in precedenza, si trova inserita in un contesto abitativo non ospedaliero L’intenzione è favorire processi di vita il più normali possibili, mantenendo o ricostruendo legami familiari, amicali, sociali. Questa specificità è dettata dalla consapevolezza che il programma terapeutico in struttura ha un limite temporale e che i rapporti sociali precedenti devono restare nella vita di ogni singolo ospite. La Comunità deve funzionare come un “bravo sarto” che di fronte ad un vestito logoro strappato e sgualcito, opera ricucendo, aggiustando o ricreando “ L’ Abito che può essere Ri-Abitato” con dignità. Vogliamo che l’accoglienza si rispecchi il più possibile nelle persone che circondano l’utente ma non solo , anche negli ambienti che lo ospitano; è per questo che diamo particolare attenzione all’arredo, ai colori , alla stanza di ciascuno, al tempo libero e alle regole di vita necessarie al mantenimento di questi standard. Il trattamento di cura garantisce oltre agli aspetti alberghieri, interventi di cura sanitaria quali: trattamenti farmacologici specifici, psicoterapici oltre ad interventi riabilitativi/educativi sia individuali che di gruppo.

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ORIENTAMENTI DI CURA E PROGETTI

RIABILITATIVI

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IL MODELLO TERAPEUTICO

“ LE COMUNITA’ PSICHIATRICHE ORIENTATE

PSICODINAMICAMENTE “

Documento a cura della Direzione Sanitaria della Coop.

BREVE RASSEGNA STORICA

Le Comunità Psichiatriche (CP) rappresentano le istituzioni socio-sanitarie deputate alla cura di pazienti affetti da gravi patologie psichiatriche che, non avendo risposto in modo soddisfacente al trattamento ambulatoriale, risultano incapaci di funzionare se non in un ambiente protetto e strutturato, e manifestano frequenti e prolungati episodi psicotici.

Nel 1939 Menninger (1) tentò di applicare il modello psicoanalitico all’interno dell’ospedale, partendo dall’assunto che i sintomi psicotici derivano da disturbi nell’espressione delle pulsioni libidica e aggressiva. Il trattamento consisteva non tanto nell’interpretazione dei conflitti inconsci, quanto nel reincanalare le energie pulsionali in percorsi meno dannosi. Tale modello tuttavia risultò inadeguato in quanto non teneva conto dei deficit strutturali di questi pazienti incapaci di controllare gli impulsi e negava l’importanza delle relazioni all’interno delle quali si esprimevano le pulsioni.

Con Hilles (2) venne messa in evidenza la tendenza dei pazienti a ricreare con i membri dell’equipe terapeutica le stesse dinamiche di quelle sviluppate nella famiglia di origine. Con questo il fuoco dell’attenzione degli studiosi si spostò dalla vita istintuale dei pazienti all’importanza delle relazioni. Successivamente un certo numero di autori tra cui Gabbard 1992 (3) e Kernberg (1973) (4) indicarono come l’analisi dei sentimenti e dei vissuti evocati dalle relazioni tra i pazienti e gli operatori fosse parte integrante del processo di cura. Questi Autori misero in evidenza che i pazienti ricreano nell’ambiente esterno le loro relazioni oggettuali interne.

Diversi modelli di CP vennero sperimentati sull’onda dei movimenti antiautoritari e filodemocratici, stimolati anche dalle nuove conoscenze psicoanalitiche, nel corso degli anni sessanta. Alla luce dell’esperienza maturata nel corso di questi anni, Kernberg (5), in una rassegna storica delle CP, sottolineò i vantaggi e i rischi di questo strumento terapeutico, per altri versi efficace. La CP, intesa come sede di democratizzazione del processo di trattamento, permette di utilizzare in modo terapeutico la struttura come sistema sociale, di attivare le potenzialità dei pazienti di contribuire al proprio trattamento, di sviluppare le capacità e responsabilità a tutti i livelli del personale, di elaborare crescenti conoscenze sull’interazione fra il mondo interno dei pazienti e i conflitti strutturati nell’ambiente, di fornire esperienze emotive correttive. Tuttavia Kernberg mette in guardia dai rischi di un acritico processo di ”democratizzazione” : le dinamiche di gruppo fanno sì che la partecipazione al processo decisionale impedisca una chiara percezione di chi debba prendersi le responsabilità di queste decisioni, impedendo una chiara definizione di autorità, ruoli e funzioni; che le competenze e i ruoli tradizionali possano non essere utilizzati nella maniera migliore e che l’autorità, per motivi ideologici, venga affidata a chi non ha appropriate capacità tecniche; inoltre può prevalere una concezione ugualitaria livellatrice che trascuri le differenze

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individuali riguardo a capacità, competenze e addestramento, generando inefficienze e sprechi di risorse umane. Conseguentemente viene favorita l’attivazione di processi regressivi di gruppo con manifestazioni di funzionamento primitivo che risulta essere una minaccia reale al trattamento dei pazienti.

Pertanto auspichiamo con Kernberg a un modello di CP “… che non si basa su un’ideologia ugualitaria per quanto riguarda le funzioni di pazienti e membri del personale; non aspira a democratizzare i processi di trattamento; limita in modo rigido l’autorità conferita alla comunità pazienti-personale rispetto a quella delegata specificamente al personale; non mira a creare un’atmosfera di permissività fine a sé stessa, e si preoccupa di prevenire e di correggere la dispersione dei ruoli all’interno del personale, poiché tiene costantemente presenti l’utilizzazione ottimale delle risorse umane e i costi effettivi ” PRINCIPI DI TRATTAMENTO L’esperienza clinica maturata nel lavoro con pazienti gravi, in particolare schizofrenici e disturbi borderline di personalità, ci ha portato a elaborare un intervento terapeutico fondato sull’integrazione di una lettura psicodinamica centrata sulla relazione ( Sandler (6) Gabbard (7), Fonagy (8)) con il modello di riabilitazione psicosociale secondo Spivak (9), senza perdere di vista il ruolo della famiglia nel recupero del paziente

I) Principi psicodinamici

Prima di procedere oltre è bene chiarire cosa intendiamo per relazione e come mai, secondo recenti sviluppi della psicoanalisi, essa risulta così importante per “curare” le persone.

Lo sviluppo dell’apparato psichico, dalla nascita in poi, risulta condizionato da fattori biologici e da fattori ambientali. Sia i primi che i secondi fanno sì che il fragile neonato tenda a rivolgersi, fin dai primi giorni di vita, verso la persona che lo accudisce non solo per soddisfare i bisogni fisici, ma anche per un autonomo bisogno di relazione ( Model) (10). Questa relazione risulta inizialmente caratterizzata da caotiche e frammentarie esperienze di piacere ( es. allattamento) che di dispiacere (es. fame). Progressivamente queste esperienze si coagulano in continui e intensi dialoghi interni del bambino con le proprie esperienze buone e cattive, che si costituiscono come due insiemi opposti di, diciamo noi, relazioni oggettuali. L’una costituita dalle rappresentazioni del sé, dell’oggetto e della relazione tra i due collegate al piacere, l’altra al dispiacere. Queste rappresentazioni popolano il nostro mondo interiore e si sviluppano in modo più o meno armonioso e completo a secondo delle caratteristiche costituzionali del soggetto e delle risposte dell’oggetto nel corso delle evoluzione e dello sviluppo dell’apparato psichico. Semplificando un po’ si può dire che nei primi anni di vita, si costruiscono interiormente degli schemi di interazione soggetto-oggetto che forniscono le matrici per successivi stili di relazione. Nell’adulto questo stile di relazione interiorizzato viene riproposto nel mondo esterno al fine di mantenere un sentimento di sicurezza e famigliarità, anche a costo di un certo grado di sofferenza. Più precisamente Sandler (11) ha ipotizzato che, al fine di riattualizzare le rappresentazioni del suo mondo interno, il soggetto, inconsciamente, cerca di spingere l’oggetto a “ interpretare ” un ruolo ( a lui consono) che soddisfi quel tipo di interazione. Ad esempio se, per sue particolari vicissitudini, il soggetto ha interiorizzato che per sentirsi sicuro deve attivare una interazione litigiosa con l’oggetto, ecco che, prima di tutto si cercherà un oggetto che tende a rispondere in un determinato modo ( per es. arrabbiandosi) e lo spingerà, inconsciamente, a interagire con lui litigando. In questo modo schemi

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infantili di relazione possono essere rivissuti o messi in atto in relazioni adulte. Creare e mantenere un clima che favorisca il dispiegarsi dei vari tipi di relazioni, che diventano il fulcro della nostra riflessione e capacità elaborativi, all’interno di una CP, rappresenta una sfida non da poco.

La presa in carico di una persona affetta da un grave disagio psichico, in un’ottica psicodinamica, comporta, in primo luogo, lo sforzo di riconoscere i deficit delle strutture psichiche, i blocchi evolutivi che lo sostengono o i conflitti in cui si dibatte. Si tratta, in pratica, di mettere in luce che ogni paziente è un bimbo dentro un corpo adulto e come tale va considerato, senza pretendere da lui atteggiamenti e funzionamenti che egli non è, almeno per ora, in grado di attuare. Pertanto è auspicabile che i membri dell’equipe possano sostituirsi all’Io debole del paziente, funzionando come Io ausiliario . In questo caso lo aiutiamo a eseguire un corretto esame di realtà e prevedere le conseguenze dei suoi atti, oppure a posticipare la gratificazione di alcuni bisogni, oppure a distinguere ciò che è Sé dal non Sé , ciò che è dentro da ciò che è fuori, e così via. Di fronte a pazienti con gravi patologie ci troviamo a sostenere l’Io o rinforzare il Super io del paziente, spingendolo ad un controllo più maturo degli impulsi. L’obiettivo risulta essere quello di contenere affetti intensi, finchè, in un momento successivo essi riescano a regolarli meglio, sempre che siano in grado di apprenderlo.

Particolarmente rilevante risulta costruire all’interno dell’equipe un clima aperto al riconoscimento e alla condivisione dei sentimenti evocati dai pazienti. In particolare, il Responsabile per primo può favorire questo esame esprimendo, senza vergogna o timori, i propri stati d’animo facilitando e promuovendo questo atteggiamento anche da parte degli altri membri dell’equipe, talvolta meno “allenati” o più inibiti in questa espressione. Infatti i pazienti tendono a riprodurre all’interno della comunità le loro relazioni oggettuali interne patologiche ( fonti di sofferenze ), attraverso l’utilizzo di potenti meccanismi inconsci di difesa quali la scissione e l’identificazione proiettiva. Tali meccanismi operano in modo inconscio, automatico come forze potenti “costringendo” i membri dello staff in “ruoli” specifici per quel determinato paziente in quella determinata relazione. Soltanto all’interno di un’equipe ove sia tollerata, anzi favorita, la condivisione di potenti sentimenti e fantasie indotti dai pazienti, si potrà prima di tutto, invece di reprimerli o stigmatizzarli, riconoscerne l’origine ( la suddetta “induzione di ruolo” vedi Sandler (11)). Successivamente, si potrà tollerare che, all’inizio, le risposte degli operatori possano essere simili a quelle patologiche delle antiche relazioni del paziente, ma via che i membri dell’equipe saranno in grado di comprendere e contenere le proiezioni del paziente, potranno rispondere diversamente dagli antichi oggetti patogeni, fornendo così al paziente un nuovo “terapeutico” modello di relazione. Si può così interrompere un circolo vizioso che ha operato in modo deformante nella vita del paziente che si ritroverà di fronte a un gruppo di persone che risponde in modo diverso da chiunque altro, fornendogli un esempio nuovo e più sano di funzionamento ( esemplificazione del caso clinico di Germana).

Giacchè il dispiegarsi di questi meccanismi risulta particolarmente frequente e disgregante all’interno del lavoro di equipe, riteniamo utile brevemente spiegare come riconoscerli e come trattarli:

a) La Identificazione proiettiva Quando una persona con funzionamento primitivo non riesce a sopportare nella sua mente affetti o sentimenti che trova intollerabili, tende a espellerli fuori di sé proiettandoli nella mente di qualcun altro con cui è in una relazione significativa. Successivamente si sviluppa una ”pressione interpersonale”, di tipo non solo psicologico ma anche comportamentale attuata da colui che

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proietta su colui che riceve la proiezione, affinché quest’ultimo arrivi veramente a provare quel determinato sentimento che vuole essere proiettato. Nella fase finale (la più misteriosa) facoltativa, che si realizza solo se l’effetto terapeutico della relazione ha modo di dispiegarsi, le capacità

dell’equipe di raffreddare e metabolizzare le parti intollerabili proiettate sui diversi componenti, dovrebbero permettere ( attraverso un processo lento e impercettibile) la costruzione di strutture all’interno dell’apparato psichico del paziente in grado di sopportare quegli aspetti intollerabili di sé. (Caso clinico di Anna).

Ricordiamoci che non sempre, anzi assai raramente, nonostante gli sforzi compiuti insieme nel corso di periodi anche lunghi di lavoro, si osserva un effettivo cambiamento del paziente in senso evolutivo. Pertanto le interazioni del paziente con gli operatori potranno essere ripetitive nonostante la nostra comprensione. Tuttavia anche questa reiterazione dovrebbe essere accolta e considerata come una possibilità di funzionamento accettabile e del paziente e del gruppo di operatori. Tutto ciò crea un clima di tolleranza che potrà, ci auguriamo, venire internalizzato dal paziente e dagli operatori.

b) La scissione

La scissione rappresenta uno dei meccanismi di difesa primitivi più frequentemente all’opera all’interno delle CP. Sovente i membri dell’equipe assumono e difendono dei punti di vista sul paziente in modo contrapposto e con un intensità eccessiva, sospetta : “… ma stiamo parlando dello stesso paziente? ” ; nel senso che alcuni ne colgono gli aspetti più propriamente positivi, mentre gli altri ne evidenziano solo quelli negativi, manipolatori; inoltre questi vissuti paiono inconciliabili. Questa scissione nel gruppo di lavoro corrisponde alla scissione nel mondo interno del paziente. Ricordiamoci che i pazienti con gravi disturbi di personalità ( borderline) sono in grado di cogliere preconsciamente i conflitti latenti degli operatori e attivarli e che vi è un nocciolo di realtà nell’attribuzione della esternalizzazione. La scissione è un processo inconscio eppure spesso i membri dell’equipe la interpretano come una maliziosa intenzionalità conscia; ma non dimentichiamo che il paziente dispiegando questo meccanismo cerca di proteggersi dalle sue parti più distruttive.

c) Gestione della scissione e della identificazione proiettiva all’interno del gruppo di lavoro.

Riteniamo con Barnam (12) che non è auspicabile prevenire l’utilizzo di questi meccanismi difensivi, in quanto rappresentano delle valvole di sicurezza volte a proteggere i pazienti da ciò che essi percepiscono come un pericolo schiacciante. Il lavoro da svolgere, come suggerisce Gabbard, consiste nell’individuarli e monitorarli, impedendo che ostacolino il trattamento e rovinino il clima di lavoro e le relazioni interpersonali trai vari componenti dell’equipe. Si sono osservati talvolta come esito del mancato riconoscimento di questi meccanismi, le dimissioni di alcuni membri del personale. Una approfondita formazione degli operatori, riunioni regolari e frequenti dello staff, il riconoscimento e l’espressione in equipe degli intensi sentimenti suscitati dai pazienti, rendono possibile una gestione adeguata di questi potenti meccanismi. L’obiettivo principale dello staff consiste nell’integrare e moderare gli aspetti contrapposti del paziente esternalizzati sui membri dell’equipe. Pertanto talvolta risulta utile aiutare gli operatori nel riconoscere il loro coinvolgimento nella scissione, sollecitandoli a mettersi nei panni degli altri considerando il loro punto di vista, permettendo di risanare le spaccature che inevitabilmente derivano dall’utilizzo di questi meccanismi.

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II ) Modello di riabilitazione psicosociale secondo M.Sp ivak

Spivak (9) mette in risalto come pazienti affetti da psicosi cronica si possano definire disabili psichici: essi presentano una compromissione della capacità di svolgere ruoli sociali, necessitano di prestazioni assistenziali protratte e spesso non recuperano in modo completo. Inoltre, come per tutte le forme di disabilità, vengono spesso discriminati e stigmatizzati, invece che ricevere comprensione e sostegno. Pertanto egli ha messo a punto un complesso modello di riabilitazione psicosociale il cui obiettivo consiste nel migliorare la qualità della vita di questi pazienti, assistendoli ad assumersi le responsabilità della loro esistenza, funzionando il più attivamente e indipendentemente possibile nella società. Tale modello scaturisce anche dall’esperienza fallimentare della ospedalizzazione manicomiale che generava la “Social Breakdown Sindrome”

( Sindrome da Istituzionalizzazione ).

Spivak studia lo svilupparsi della disabilità sociale in questi pazienti: in particolare egli sottolinea quanto la loro storia esistenziale sia costellata da un succedersi di fallimenti personali e sociali. Il primo passo in questo processo scaturisce dall’interazione del paziente con le persone vicine compresi gli operatori; in una spirale viziosa il fallimento dell’uno genera frustrazione e disappunto negli altri. Ciò provoca dispiacere e sentimenti di fallimento nel paziente stesso con successivo isolamento, e ulteriore esclusione da parte degli altri. Questo processo ingenera rabbia e delusione nei famigliari che, scoraggiati, favoriscono l’assunzione da parte del paziente del ruolo di “malato” impotente, che legittima la sua deresponsabilizzazione sociale ed esistenziale. Infine arriva la rinuncia congiunta del paziente, dei famigliari e degli operatori, che consegnano il malato alla cronicizzazione in un ruolo regredito e senza speranza. L’obiettivo per tutti diventa quello di evitare ogni cambiamento, mantenendo uno stato stabile ma devitalizzato.

L’intervento riabilitativo secondo Spivak, consiste nello sviluppo di tutte quelle capacità sociali che gli permettano un’interazione socialmente adeguata con se stessi e con gli altri attraverso lo sviluppo di quelli che egli definisce i CSC (Comportamenti Socialmente Competenti) nelle cinque aree vitali principali costituite da: abitazione, lavoro, famiglia e amici, cura personale, spazio sociale e ricreativo.

Inizialmente la difficoltà principale su cui Spivak invita a lavorare è rappresentata dall’isolamento e dal ritiro emotivo del paziente. A questo proposito suggerisce interventi basati su:

- supporto : trasmettere al paziente la nostra comprensione circa le sue difficoltà; - permissività: in un setting riabilitativo le richieste sono inferiori rispetto a quelle della società (escludendo i comportamenti pericolosi) e tesa ad evitare il disprezzo e il rifiuto del paziente; - stimoli al cambiamento: non basta far sentire accettato il paziente, ma è necessario aiutarlo a risalire la spirale della desocializzazione attraverso la non conferma delle aspettative devianti ( sostituendo l’atteggiamento di impotenza con iniziative limitate negli obiettivi ma ingeneranti speranza e gratificazione personale);

- impiego selettivo delle ricompense: atteggiamenti socializzati vengono ricompensati all’interno della costruzione di relazioni il più significative possibili, viceversa vengono scoraggiati quelli desocializzati.

III) Intervento sulla famiglia

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Nella maggior parte dei casi i famigliari di pazienti psichiatrici gravi vengono colpevolizzati aggravando il clima di frustrazione e rabbia in cui vivono, favorendo il loro disinvestimento nei progetti di riabilitazione faticosamente costruiti dagli operatori. Pertanto riteniamo auspicabile un coinvolgimento appropriato della famiglia, utilizzando il modello proposto da Brown (13) negli anni settanta definito delle “Emozioni Espresse”. In questo modello i famigliari vengono educati a riconoscere i sintomi e le caratteristiche della malattia, i tipi di farmaci utilizzati e gli effetti collaterali, le modalità di trattamento riabilitativo, al fine di coinvolgerli costruttivamente nella cura del loro congiunto. Questo atteggiamento permette loro di sentirsi più sicuri e meno spaventati ed impreparati di fronte alle varie espressioni della malattia.

L’EQUIPE TERAPEUTICA

L’Equipe terapeutica in una CP risulta tipicamente costituita da persone appartenenti a diverse professionalità: psichiatra, coordinatore, infermiere professionale, educatore professionale, tecnico della riabilitazione e assistenti sociosanitari. Spesso la inevitabile presenza di rivalità tra le diverse professionalità, favorisce il dispiegarsi di primitivi meccanismi di difesa, che possono mettere a dura prova la capacità di integrazione e la coesione del gruppo di lavoro. D’altronde il modello dell’Equipe integrata che noi adottiamo, come suggerito da Fonagy (8), rivela che le interazioni transferali non si concentrano solo sugli specialisti, come nel setting ambulatoriale, bensì in modo diffuso si proiettano su tutti gli operatori.

I singoli membri dell’ Equipe terapeutica devono assolvere sostanzialmente a due diversi compiti, come espresso da Gabbard ( 7 ) :

1) la presa in carico del paziente a secondo della propria competenza ,

2) il diventare contenitore di tutte le esternalizzazioni dei sentimenti e delle parti risultate intollerabili ai pazienti (oggetti di transfert ).

Tutte le osservazioni derivanti dalla elaborazione di questi due compiti vanno continuamente riportate nelle riunioni strutturate, quali quelle di staff, quotidianamente e settimanalmente programmate. All’interno di queste cornici, il lavoro degli operatori va considerato come un gioco di squadra , nel rispetto delle diverse competenze professionali da un lato, ma senza ostinarsi in rigide demarcazioni delle specifiche funzioni dall’altro. Alla base di queste interazioni volte a costruire una squadra compatta ( operazione più facile a dirsi che a farsi ), sta l’ apprendimento della capacità di identificarsi con l’altro ( operatore ), cioè lo sforzo continuo di comprendere il punto di vista dell’altro. Solo in un momento successivo, è auspicabile presentare il proprio dissenso o le proprie idee. In questo modo si costruisce un clima all’interno del quale i pazienti comprendono che qualunque avvenimento verrà riportato all’interno dell’Equipe terapeutica, in modo che i meccanismi primitivi in atto vengano identificati prima che diventino distruttivi. Non dimentichiamo che gli operatori nello svolgimento delle loro specifiche mansioni ,strutturano delle relazioni che sono fortemente influenzate dallo stile relazionale interno del paziente, e che quindi la continua riflessione sulla loro interazione con il paziente, sarà molto utile per la comprensione del funzionamento del paziente stesso.

Come sostiene Gabbard (7), questo modello di lavoro basato sulla teoria delle relazioni oggettuali (analisi del transfert-controtransfert) , interessa in modo trasversale tutte le discipline ( psichiatra, educatore, infermiere, tecnico della riabilitazione, operatori socio-sanitari) e costituisce la base per lo sviluppo di un linguaggio condiviso.

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BIBLIOGRAFIA

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METODOLOGIE E STRUMENTI PER PROGETTARE – ATTUARE – VERIFICARE

I PERCORSI DI CURA

Come detto in precedenza, il legame, la sinergia creatasi con il DSM , ci ha portati ad adottare strumenti di progettazione del percorso riabilitativo condivisi e approvati dalla Regione Lombardia, al fine di migliorare le risposte ai bisogni dell’utente. Secondo i criteri vigenti in atto, i tempi previsti di trattamento sono: 36 mesi per le CPA e 24 mesi per le CPM, date oltre le quali è necessaria una Verifica effettuata dall’ASL locale che autorizzi il prolungamento della degenza

� PTI : Progetto Terapeutico Individuale . La sua stesura ed aggiornamento sono a

carico dell’ Equipe Inviante ( Psichiatra di Riferimento Territoriale – Case Manager – altre figure sanitarie/educative territoriali ). In tale documento, oltre ad un dettagliata anamnesi, deve essere specificato l’ Obiettivo dell’inserimento in CP della persona che condivide il progetto.

� PTR : Progetto Terapeutico Riabilitativo. La sua stesura è a carico dell’ Equipe della Struttura Accogliente ( Psichiatra della struttura, Educatore Professionale, operatore di riferimento se previsto ). Dopo un mese dedicato all’osservazione e alla conoscenza reciproca, insieme all’Equipe Inviante, alla persona accolta ed, eventualmente, ai familiari di riferimento, vengono identificati e pianificati gli obiettivi specifici legati alle 4 aree d’intervento evidenziate nell’Obiettivo Generale ( Cura di sé – Comportamento – Relazioni Sociali – Attività lavorative e socialmente utili ) ed individuati gli strumenti, le modalità, le tempistiche per il raggiungimento dello Obiettivo stesso.

La necessità di comprendere meglio il bisogno della persona e trovare insieme ad essa un percorso di cura ancor più volto ad un positivo raggiungimento dell’ Obiettivo, ha portato la Cooperativa a formulare un Percorso Formativo Specifico per tutto gli Operatori Professionali sullo studio dello Strumento V.A.D.O : Valutazione delle Abilità e Definizione degli Obiettivi. Il principio fondamentale di tale strumento è il coinvolgimento in prima persona dell’utente che ha quindi la possibilità di sentirsi partecipe del proprio percorso di cura e che lo “Start” è caratterizzato dal sottolineare e rinforzare “ ciò che sai fare o hai “ e non un elenco di “NON sei in grado di…” .Si parte dal Positivo che c’è in ciascuno e non dal fallimento. Il VADO viene somministrato all’ingresso della persona in CP e verificato annualmente. Parallelamente al VADO, ci si è formati anche sulla metodologia della Relazione d’Aiuto che fornisce strumenti che supportano la stesura della VADO e aggiungono maggiore valore ed importanza alla qualità della relazione maggiormente basata sull’ Empatia e sempre meno su atteggiamenti giudicanti.

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IL LAVORO DI EQUIPE

Riunioni di équipe

“… gli operatori nello svolgimento delle loro specifiche mansioni ,strutturano delle relazioni

che sono fortemente influenzate dallo stile relazionale interno del paziente, e che quindi la

continua riflessione sulla loro interazione con il paziente, sarà molto utile per la

comprensione del funzionamento del paziente stesso...”

Settimanalmente viene programmata una riunione a cui partecipano tutti gli operatori della struttura, il coordinatore e il medico psichiatra. Si tratta di una équipe che rappresenta tutte le figure professionali; un insieme di diversità che necessita di unità per il perseguimento di linee di intervento condivise. L’obiettivo della riunione d’équipe è proprio la condivisione ed il confronto dei casi che periodicamente vengono trattati. Ogni membro dell’équipe è tenuto a comunicare tutto quello che sembra utile su quanto si discute e si decide; un progetto proposto per un caso, se non condiviso e quindi sostenuto da tutta l’équipe, potrebbe portare al fallimento del progetto stesso.

Pertanto, lo spazio dedicato all’équipe è assolutamente necessario poiché è il “luogo” in cui tutti gli operatori hanno la possibilità di portare le proprie “verità”, condividerle e riflettere sui contenuti. Il coordinatore di struttura redige il verbale nel quale vengono riportati tutti gli argomenti e le considerazioni oggetto della riunione.

� Riunioni Organizzative

Una volta al mese si organizza una riunione a cui partecipano gli operatori e il coordinatore della struttura. E’ uno spazio informativo, fondato sul confronto e sulla condivisione delle problematiche gestionali, logistico, organizzative. Le riflessioni sono imperniate sui problemi presenti nella struttura, sul clima generale, sulle difficoltà tra gli operatori. Anche in questo caso si redige un verbale.

� Riunioni con i famigliari

Quando vi è la possibilità, si organizzano periodicamente, incontri con i familiari, il medico psichiatra e il coordinatore di struttura finalizzati a:

- informarli sulla vita dei pazienti, - interessarli sempre più alle loro questioni, tener viva la loro partecipazione al progetto riabilitativo

Come evidenziato nel Contratto di Concessione, nel 2011 viene istituito il Coordinamento Tecnico Integrato che coinvolge le rappresentanze del DSM dell’Azienda Ospedaliera e della Cooperativa al fine di avere un confronto periodico costante su tematiche tecniche organizzative / riorganizzative. Internamente alla riorganizzazione della Cooperativa, viene migliorato il funzionamento già esistente del

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Coordinamento Tecnico :

� Funzioni del C.T : mantenere in rete le strutture della Coop. Ippogrifo per garantire un modus operandi condiviso che sia espressione di una stile che caratterizza la nostra metodologia di lavoro. Confronto sulle proposte d’inserimento di nuovi utenti. Riflessione su problematiche legate all’utenza o al gruppo di lavoro Analisi di eventi critici

� Chi vi partecipa : Principalmente il Direttore Medico della Cooperativa e i Coordinatori delle Strutture . Su particolari ed articolate situazioni, vengono coinvolte anche altre figure professionali

� Calendarizzazione Incontri C.T : ogni 15 giorni.

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LE ATTIVITA’ EDUCATIVE / RIABILITATIVE NEL PERCORSO DI CURA

Creare un’atmosfera di tranquillità, di reciproca accettazione e sostegno, poter scegliere il momento giusto per l’interazione con gli altri di persone con difficoltà relazionali, sono elementi essenziali di qualsiasi progetto di riabilitazione e di reinserimento.

In particolare il sostegno fra pari costituisce un potente fattore terapeutico che permette di superare le diffidenze e di favorire relazioni stabili e significative.

Il sostegno non sempre passa attraverso la parola ma si rende esplicito molto più efficacemente con lo stare insieme, occupati in attività poco stressanti che permettono contemporaneamente aspetti facilitatori di una riorganizzazione del sé.

Tali iniziative trovano il fondamento nei percorsi che la struttura sperimenta, con un orientamento all’apertura verso il territorio, alle attività di gruppo, al lavoro comunitario . Gli ospiti possono così vivere momenti collettivi, quali il gruppo cucina, il giardinaggio, il gruppo giornale, il cineforum, il gruppo mercato, il gruppo spesa, volti a rendere la vita in comunità meno cronicizzata e favorire lo sviluppo delle abilità personali e relazionali, ponendo particolare attenzione all’esterno e favorendo l’inserimento delle famiglie e dei volontari nell’esperienza.

OBIETTIVI GENERALI DEGLI i INTERVENTI PER LA PERSO NA

• Migliorare le capacità operative, relazionali, sociali, lavorative, comportamentali.

• Favorire l’integrazione nella comunità di riferimento.

Aree di intervento:

• Igiene personale: stimolare e favorire l’autonomia nella cura di se; • Cura dei propri spazi: stimolare e supportare l’ospite nella pulizia e nell’ordine dei

propri spazi;

• Cura della propria salute fisica: favorire la conoscenza dei propri disturbi mentali e fisici al fine di creare una corretta compliance terapeutica/farmacologica;

• Relazioni interpersonali: promuovere e potenziare la capacità di instaurare e mantenere adeguate relazioni interpersonali e sociali;

• Attività ricreative e risocializzanti: favorire la promozione di abilità espressive e sociali;

• Lavoro: promuovere percorsi lavorativi al fine di favorire l’acquisizione o il recupero delle abilità personali, nei casi in cui l’utenza sia in età lavorativa.

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INTERVENTI SUL TERRITORIO

Ancora oggi non può essere negata la persistenza di pregiudizi e stereotipi negativi nei confronti della malattia mentale. Permane l’idea di pericolosità associata alle persone e alle strutture che ospitano soggetti psichiatrici, e sono ancora diffusi gli atteggiamenti di chiusura e di rifiuto verso i soggetti che soffrono di disturbi mentali.

La riabilitazione psichiatrica non può quindi essere circoscritta ai soli tecnici, ai pazienti o ai loro familiari, ma deve essere estesa anche ai vicini, al quartiere, a tutto il territorio. Il rifiuto sociale, l’emarginazione, lo stigma impedisce al paziente di riaprirsi con fiducia verso gli altri, rendendo spesso vano il lavoro riabilitativo svolto.

Ciò può permettere di sviluppare programmi graduali di inserimento lavorativo e sociale, che rispondano alle effettive potenzialità della persona.

Aree di intervento:

• rete sociale di riferimento: favorire l’integrazione nella comunità di riferimento • rapporti con i famigliari: coinvolgimento nel progetto terapeutico • attività ricreative e risocializzanti: favorire l’accesso e la fruibilità delle risorse del

territorio, sia per i momenti aggregativi sia per gli spazi culturali quali musei, biblioteche, teatri, ecc.

• lavoro: monitoraggio e valutazione delle offerte del mercato del lavoro.

Cura del contesto abitativo

Questa attività è finalizzata allo sviluppo o al recupero delle abilità di gestione del quotidiano, funzionali all’acquisizione di un maggiore grado di autonomia personale. La cura del proprio contesto abitativo deve riguardare la cura di se, dei propri spazi, occupandosi anche della manutenzione degli spazi per renderli più gradevoli e personalizzati.

Le attività prevalenti riguardano:

• Cura dell’abitazione, mansioni mensa, lavanderia

• Pulizia camera e spazi comuni. • La collaborazione degli ospiti riguarderà: la preparazione dei tavoli, lo sparecchiare e il

riordino della sala da pranzo.

• Coinvolgimento parziale nella fase di avvio della lavatrice, nell’asciugatura e stiratura della biancheria pulita, sempre con la supervisione dell’operatore.

Obiettivi

• responsabilizzare l’utente verso la cura del proprio contesto abitativo; • acquisizione o recupero di abilità di base, funzionali alla gestione del quotidiano;

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• potenziamento e mantenimento della qualità e della quantità (intesa come coinvolgimento) dei compiti assegnati.

GRUPPO DI DISCUSSIONE CON GLI UTENTI

Si tiene a cadenza settimanale della durata di un’ora, e viene gestito dall’educatore e dagli operatori in turno. È un gruppo aperto.

Gli argomenti possono essere proposti sia dagli operatori, sia dagli stessi ospiti. I principali argomenti da trattare riguarderanno prevalentemente la vita in comunità: comportamenti di alcuni ospiti che generano rabbia, insofferenza, il comportamento di alcuni operatori, la modifica di alcune regole. Emergeranno anche racconti ed esperienze della loro vita, richieste specifiche relative alle uscite, ad un aumento della somma giornaliera per le proprie spese o ai progetti futuri al termine delle dimissioni. Verranno anche trattati argomenti di attualità, letti sui quotidiani o visti in televisione, o condivise emozioni ed esperienze conseguenti alle gite organizzate.

GRUPPO CUCINA

A cadenza settimanale della durata di 3 ore, è un’attività riabilitativa che coinvolge gli ospiti delle strutture ed è centrata su uno degli aspetti fondanti e specifici del processo di autonomizzazione.

Partendo dalla scelta del piatto da preparare, passando per l’acquisto degli ingredienti necessari, fino alla concreta preparazione della ricetta, gli utenti gestiscono autonomamente l’attività con la supervisione di un operatore. Tale attività mira allo sviluppo nei soggetti delle capacità necessarie alla gestione della quotidianità e della progettualità a breve termine stimolando le capacità organizzative e manuali anche per il riordino dell’ambiente conseguente all’attività stessa. Nell’anno 2011 l’attività di cucina si è caratterizzata inoltre, della stesura di un ricettario in cui accuratamente, gli ospiti coinvolti nel progetto scrivono gli ingredienti dei piatti preparati e il procedimento da seguire passo per passo. Obiettivo finale è la produzione di un libro di ricette.

LE FESTIVITA’ NELLE COMUNITA’

Le comunità psichiatriche della cooperativa Ippogrifo, celebrano tutti gli anni il periodo natalizio organizzando una festa in ogni struttura in giornate diverse l’una dall’altra per dare la possibilità a tutti gli ospiti ed operatori di parteciparvi. Sono occasioni per trovarsi a condividere un momento di socialità, divertimento e leggerezza in cui la presenza di familiari ed amici degli ospiti e degli operatori è importante se non fondamentale. I pomeriggi sono arricchiti di musica, tavole imbandite e addobbi luminosi. Per l’anno 2011 si è deciso insieme agli ospiti di realizzare durante l’attività di Decoupage, oggetti per il Natale ovvero scatoline “porta gioie” con profumi per gli armadi, sono stati regalati a parenti e amici cari.

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GRUPPO LETTURA

Gli incontri si effettuano a cadenza settimanale, per circa 1 ora. Il gruppo è condotto da un educatore. Il gruppo è di tipo “aperto”. La partecipazione è volontaria ed i pazienti possono lasciare in qualsiasi momento il gruppo, o interrompere la lettura con richieste di delucidazioni o commenti.

Gli utenti si riuniscono attorno al tavolo, uno di loro procederà con la lettura ad alta voce di un articolo del giornale o di un paragrafo del libro a scelta. L’operatore può stimolare altri componenti alla lettura di ulteriori articoli o paragrafi. Compito dell’operatore sarà anche quello di favorire la lettura da parte degli ospiti per favorire occasioni di lettura in autonomia.

Il conduttore del gruppo, l’educatore, interviene quale osservatore/coordinatore /moderatore, ed ha anche il compito di favorire un clima di “un piacevole stare insieme” accomunati dallo stesso interesse, intorno ad un racconto, una novella, qualche poesia o un articolo di giornale. È così che l’esperienza di lettura diventa un’esperienza piacevole e motivante.

Obiettivi

• Favorire un momento di aggregazione al fine di creare una dimensione dialogica e conversazionale che possa migliorare la socializzazione e la capacità d’ascolto verso i compagni;

• cogliere il ruolo comunicativo ed espressivo della lettura propria ed altrui; • avvicinare la realtà circostante alla vita quotidiana dell’ospite, stimolando interessi,

curiosità e informazioni su fatti di dominio pubblico, locali e/o privati;

• sviluppare e potenziare la capacità di vivere con il massimo di autonomia possibile l’intelligenza, la pratica e l’affettività;

• stimolare le abilità cognitive di attenzione e concentrazione; • abituare l’utente a mantenere l’impegno settimanalmente; • sviluppare la capacità di ascolto e di confronto; • ampliamento del proprio mondo interiore.

APPROFONDIMENTO CULTURALE

L’attività tratterà tematiche e argomenti inerenti la realtà quotidiana, l’attualità o argomenti di carattere culturale, atte a stimolare l’interesse personale e ad accrescere il proprio bagaglio di conoscenze. Inoltre si offrono stimoli volti a mantenere ed accrescere le proprie capacità di lettura, scrittura, le capacità logiche, espressive e relazionali.

Metodologia

L’attività verrà svolta prevalentemente all’interno della Comunità e, all’occorrenza, in altri ambienti e/o contesti (Musei, Biblioteca, Università Popolare…). L’attività viene svolta

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attraverso la predisposizione di lezioni frontali, momenti di dialogo, confronto, ascolto e stimolazioni visive.

Attraverso modalità condivise anticipatamente si procede con la realizzazione di semplici elaborati quali opuscoli contenenti testo e materiali illustrativi e creativi. Si è stimolata l’utenza alla partecipazione ad eventi culturali e a visite guidate e accompagnate presso luoghi e strutture di interesse culturale, informativo ed illustrativo.

L’educatore organizza uscite, passeggiate, visite, perché si impari ad osservare, a conoscere nuove cose, ad esplorare l’ambiente circostante.

E’ di fondamentale importanza la sinergia e il continuum tra attività strutturate dalla Comunità all’interno (attività di approfondimento culturale, attività espressive quali disegno, decoupage ecc.) e attività realizzate in esterno (uscite, gite e collaborazione con associazioni e servizi territoriali).

Organizzazione

• La fase preparatoria di ogni incontro prevede che il responsabile dell’attività si preoccupi di garantire una adeguata sistemazione logistica degli utenti all’interno degli spazi a disposizione, di predisporre il materiale necessario per lo svolgimento dell’attività e di attuare interventi e strategie indispensabili per consentire una proficua partecipazione di tutti gli utenti all’attività.

• La realizzazione di uscite e visite all’esterno della struttura comporteranno una differente organizzazione degli incontri che verrà predisposta in base alla tipologia e alla durata dell’uscita la quale verrà preventivamente illustrata in sede di riunione d’equipe e di riunione con gli utenti.

Obiettivi specifici

• Mantenimento e accrescimento delle conoscenze didattico - culturali; • ampliamento degli orizzonti culturali; • sviluppo/potenziamento della capacità di organizzazione e di connessione di tappe in

vista del raggiungimento di un prodotto finito: analizzare e riconoscere i dati provenienti dall’esterno, formulare ipotesi di lavoro, scelta del lavoro, verifica e valutazione del proprio elaborato;

• stimolare la capacità di sintesi e di rielaborazione; • incentivare la creatività e la capacità di espressione; • portare a termine un lavoro completo che possa incrementare l’autostima.

Obiettivi Generali

• Fornire strumenti e conoscenze per il mantenimento e lo sviluppo del soggetto nella realtà sociale;

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• fornire strumenti finalizzati al raggiungimento del massimo livello individuale di autonomia, autogestione e indipendenza;

• accrescimento delle capacità critiche nei confronti della realtà circostante; • potenziare la capacità di instaurare e mantenere relazioni significative in funzione della

gestione del rapporto con l’altro, con comportamenti socialmente adeguati.

MANTOVA…FESTIVALETTERATURA

Il festivaletteratura di Mantova è una manifestazione del divertimento culturale, cinque giorni di incontri con autori, reading, spettacoli, concerti con artisti provenienti da tutto il mondo. Ogni anno, all’inizio di settembre, scrittori, lettori, migliaia di persone si ritrovano a Mantova per vivere quest’atmosfera. E anche un gruppo dei nostri ospiti, in occasione del Festivaletteratura di Mantova edizione 2011 si è recato in città a vivere questo momento importante. Una volta raggiunto il centro città con l’autobus, gli ospiti hanno passeggiato per la città incontrando narratori e poeti di fama internazionale e ammirato il meraviglioso patrimonio storico e culturale della nostra città.

LUDICO / RICREATIVO

Sono previste inoltre diverse attività che, pur se non formalizzate, costituiscono parte integrante del lavoro educativo/riabilitativo per gli utenti della Comunità.

In particolare:

• passeggiate / percorso vita;

• giochi di società vari;

• bocce, calcio.

Metodologia

Le attività vengono organizzate non a cadenza regolare e programmata. Sono spesso momenti spontanei di aggregazione, in occasione di feste o favorite dal bel tempo o dalla specifica richiesta degli ospiti.

Obiettivi

Favorire momenti di aggregazione e di giovialità, in un clima positivo, necessari in momenti di particolare tensione tra ospiti.

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DECOUPAGE

Il Decoupage rientra nella gamma delle terapie occupazionali ovvero quelle attività ricreative nelle quali vengono svolti lavori utili. Il Decoupage svolto in un contesto gruppale e condotto dalle figure educative, oltre a favorire processi di socializzazione e collaborazione, consente la concretizzazione della progettualità della persona coinvolta e migliora la capacità cognitiva, psicologica, funzionale. Una pratica che calma e a un tempo procura benessere e sollievo, promuove le abilità necessarie alla persona per agire nel suo ambiente e per partecipare ad attività soddisfacenti da un punto di vista personale e rilevanti rispetto al proprio ruolo. E’ uno dei mezzi e il fine per sperimentare competenze, sostenere il desiderio di autonomia.

Il Decoupage svolto nelle nostre comunità con cadenza settimanale, avviene in gruppo e/o individualmente in relazione alle potenzialità dei singoli e nel rispetto del progetto personalizzato di ogni paziente. L’attività prevede di coinvolgere gli ospiti sia nella progettazione e scelta degli oggetti da realizzare, sia nell’utilizzo dei diversi materiali. L’esperienza è utile per acquisire nuove modalità di interazione e relazione in un gruppo che lavora per il raggiungimento di un risultato; sviluppa nuovi interessi; aiuta ad interiorizzare alcune regole rispetto agli orari concordati, al riordino degli spazi e dei materiali una volta terminata l’attività; serve per raggiungere gli obiettivi di uso e conoscenza dei diversi materiali.

L’attività di Decoupage nel 2011 è stata programmata per la realizzazione di oggettistica per il Natale e per la realizzazione di una bancarella in occasione della festa della cooperativa Ippogrifo svoltasi nel mese di giugno.

CINEMA

L’attività, oltre a trattare tematiche e argomenti inerenti alla realtà quotidiana, all’attualità o argomenti di carattere culturale con la finalità di stimolare l’interesse personale e accrescere il bagaglio di conoscenze, può diventare momento di intrattenimento o di riflessione sui propri vissuti emozionali proiettati nelle storie e nei personaggi dei film visionati.

Metodologia

Durante gli incontri settimanali con lo psichiatra, vengono scelti i film o i contenuti. Nei successivi incontri si discute sui contenuti e sui vissuti personali. Il materiale emotivo o il contenuto del film può diventare oggetto dei lavori durante le ore di espressione pittorica.

Obiettivi

Accrescere le conoscenze personali, elaborazione dei propri vissuti, favorire momenti di incontro e discussione in gruppo.

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GIARDINAGGIO

Viene creata un'area verde dedicata agli utenti della Comunità, rispettando i vincoli del parco naturale all’interno del quale si trova la Comunità e abbinando a tale realizzazione un'attività riabilitativa teraupeticamente efficace.

Obiettivi

Proponendo il giardinaggio terapeutico, oltre alla valenza clinica si intende proporre una degenza più piacevole e realizzare spazi collettivi all’interno della Comunità.

ORTOTERAPIA

Metodo di reinserimento sociale, l’ortoterapia rappresenta il proseguimento delle altre attività di riabilitazione della Comunità e mira al recupero del benessere psico-fisico di chi la pratica. Prendersi cura di organismi viventi in un ambiente salubre favorisce il senso di responsabilità, rappresenta un'occasione di socializzazione e aiuta a vincere il senso di isolamento e di inutilità personale.

Metodologia

L'attività di ortoterapia viene supervisionata da personale che segue gli utenti.

PRANZI AL RISTORANTE

Da diversi anni nelle comunità dell’Ippogrifo si organizzano mensilmente pranzi al ristorante con diversi gruppi di ospiti. Si formano piccoli gruppi di 3 o 4 pazienti che accompagnati dalle educatrici, oltre a vivere un momento sereno e diverso, aiuta i ragazzi a stare in realtà che richiedono un comportamento adeguato e quindi socialmente accettabile. Anche nell’anno 2011, sono stati organizzate diverse giornate in cui il momento del pranzo si è svolto in ristoranti del centro città od osterie tipiche dei paesi limitrofi del mantovano. Per gli operatori, questi momenti si rivelano sempre molto interessanti in quanto, gli ospiti riescono sempre a stupire con comportamenti eccellenti che spesso, non hanno quando sono in struttura!

PASSEGGIATE CON IL CANE

In accordo con il Canile Municipale di Mantova, ad ogni utente viene assegnato uno specifico cane per tutta la durata dell’attività.

Obiettivi

Attraverso il “prendersi cura di” si intende stimolare la predisposizione al pre-occuparsi di un altro essere vivente, aumentando nell’utente il senso di responsabilità, impegno e

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soddisfazione. Gli utenti si preoccupano di tenere da parte il cibo di scarto da poter portare al canile o di acquistarlo. E’ anche momento attività motoria all’aria aperta.

Metodologia

L’attività ha la durata di 5 mesi con appuntamenti ogni 15 gg.

Partecipa un gruppo di 7 persone accompagnate da un Operatore referente per questa attività.

LA PISCINA

Obiettivi

E’ ormai noto che l'acqua rappresenta un mezzo ideale per la ricerca del benessere psicofisico. Le ginnastiche dolci, eseguite in ambiente acquatico, sono ideali per scaricare le tensioni accumulate in quanto in acqua sono possibili movimenti più armonici e fluidi.

Favorisce inoltre momenti di socializzazione in luoghi non psichiatricizzati, che consentono la non cronicizzazione dei comportamenti e lo sviluppo delle capacità residue.

Metodologia

L’attività viene organizzata settimanalmente, aderisce un gruppo di ospiti con il supporto dell’educatore.

Nelle nostre comunità, tutti gli anni si organizzano uscite in piscina sia durante l’estate, sia durante l’inverno con attività ben specifiche e strutturate. Grazie alla disponibilità di una nostra operatrice che ha un particolare interesse per l’attività ed è in possesso del Brevetto per Bagnino, ci assicuriamo una particolare attenzione e preparazione tecnica nel tutelare l’incolumità dei nostri ospiti.

GITE

Vengono valorizzate le risorse sociali e ricreative del territorio.

Metodologia

L’attività si articola in tre momenti:

• Durante la riunione degli ospiti si concorda la programmazione dell’uscita e i pazienti vengono attivamente coinvolti nella progettazione dell’attività (proposte, confronto tra ospiti, decisione della meta).

• Realizzazione dell’uscita sul territorio (gita, visita a musei e mostre, ecc..). • Verifica e rielaborazione dei vissuti e delle emozioni provate durante la gita effettuata,

per trasferire sul piano cognitivo quanto vissuto concretamente, riflettendo sul corretto utilizzo del tempo libero

Obiettivi

• Migliorare la capacità di prendere iniziative e fare proposte nella fase di progettazione delle uscite sul territorio;

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• Potenziare la capacità di socializzazione nella fase di realizzazione dell’uscita; • Favorire l’apertura verso realtà esterne alla struttura e al nucleo famigliare; • Favorire l’acquisizione di maggiori abilità nell’affrontare situazioni di vita quotidiana e

sociale;

• Potenziare la capacità di coping (capacità di fronteggiare situazioni di crisi legate ad eventuali emergenze sul territorio)

Oltre alle finalità ricreative, socializzanti e culturali, le gite sul territorio permettono di affrontare anche alcune situazioni potenzialmente problematiche quali: la frequentazione di luoghi pubblici, la condivisione di spazi comuni con altre persone, la socializzazione con persone estranee.

WALKING

Come è noto, il nostro benessere psico-fisico risiede in un perfetto equilibrio tra mente e corpo. Questo equilibrio viene però costantemente minacciato dai ritmi intensi della vita quotidiana e sovente gran parte del nostro lavoro si svolge esclusivamente a livello mentale. Questo comporta la necessità di ricorrere a una pratica motoria specifica per ristabilire il proprio benessere. Il Walking si presta ottimamente al raggiungimento di questo risultato. I benefici del Walking sono:

- miglioramento del tono dell’umore perché il nostro corpo libera delle sostanze, le endorfine e le serotonine, capaci di contrastare l’ansia e la depressione;

- si riarmonizza il battito del cuore che, come sappiamo, nei momenti di stress tende ad accelerare, causando ansie e paure;

- in seguito ai miglioramenti fisici del corpo, la mente tende ad allontanare i problemi rendendoli meno assillanti e, allo stesso tempo, tende a vedere con maggiore tranquillità le preoccupazioni di tutti i giorni in modo da poterle affrontare serenamente:

- si regolarizza il respiro, che invece nei momenti di ansia e di paura tende a farsi corto, superficiale;

- si scaricano le tensioni muscolari accumulate nei momenti di stress, senza il rischio di strappi o stiramenti;

- si protegge l’organismo da osteoporosi ed artrosi: infatti uno sforzo moderato e costante stimola la capacità delle ossa di assimilare il calcio e vi è produzione di sostanze come l’elastina ed il collagene che formano le cartilagini;

- si ristabiliscono i valori della pressione, i livelli dei trigliceridi e del colesterolo: si consumano cioè i grassi.

Indicazioni terapeutiche per lo svolgimento dell’attività:

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- per iniziare, non bisogna avere troppa fretta, ad esempio ponendosi degli obiettivi impossibili da raggiungere. E’ necessario invece procedere gradualmente per tappe e per livelli. In ogni caso conviene seguire la regola di rallentare e/o fermarsi quando il respiro si fa affannoso.

- Porre attenzione a curare la propria postura: la camminata deve risultare fluida, armoniosa ed elastica se si vogliono avere dei benefici.

- Curare l’abbigliamento, indossare abiti comodi, calzare scarpe comode, idonee.

- Praticare l’attività in zone verdi, cioè campagne, boschi, parchi, evitando i centri cittadini a causa del troppo inquinamento.

Il progetto di Walking che da ormai diversi anni si sta’ facendo nelle nostre comunità, prevede di svolgerla una volta a settimana. Ci si propone di struttura qualcosa di utile, piacevole ed efficace per coloro che tendono a condurre una vita molto sedentaria. Con questa attività si ha la possibilità di trascorrere due ore in un ambiente diverso, pubblico, all’aria aperta, nonché di fare movimento fisi co. L’idea è di costruire un vero e proprio gruppo e non un insieme di individualità che si incontrano per un momento comune, con la possibilità di ampliare i momenti strutturati insieme.

Il walking avviene nel parco di Belfiore a Mantova con l’intento poi di creare momenti di aggregazione anche per il pranzo con pic-nic ed uscite in altri luoghi ad esempio a Lago di Garda, città vicine.

L’attività di Walking nel 2011 è stata programmata per tutte le strutture dell’Ippogrifo per i mesi di Aprile, Maggio, Giugno e Settembre, Ottobre tempo permettendo. Sempre nel parco di Belfiore a Mantova, il percorso prevedeva una camminata fino al chiosco la Zanzara, sosta sigaretta, cibo ai piccioni, poi si riprendeva fino al successivo step appena dopo il ponte dove si dava da mangiare ai cigni.

Tra le diverse finalità di questa attività, si è sottolineato con i nostri ospiti, anche il contatto con la natura, con le cose semplici, cercando di rafforzare la relazione, associando il tutto all’importanza dell’attività fisica.

GRUPPO CHIESA

Fin dal 2009 era nato dagli ospiti di Corte Maddalena e Fondo Ostie ( due realtà più isolate rispetto a quella di San Cataldo che è situata in centro al paese), la richiesta di poter partecipare alla Santa Messa che si svolgeva al Santuario delle Grazie.

Accolto il loro bisogno, si è dato via all’attività cercando di monitorare la tenuta degli stessi e la loro reale disponibilità.

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Nel 2011, tale iniziativa è diventata attività a tutti gli effetti, il progetto è diventato un appuntamento mensile strutturato a cui gli ospiti partecipano in modo attivo ed adeguato.

GRUPPO “GINNASTICA SOFT ”

Per ginnastica SOFT o DOLCE, si indica un tipo di attività fisica che si può svolgere in palestra o all’aperto, dietro alla guida di un istruttore o per conto proprio, caratterizzata dalla bassa intensità. Si tratta di una ginnastica eseguita con movimenti lenti, graduali, a basso impatto. E’ un esercizio ginnico soft studiato per avvicinare al movimento persone sedentarie, anziani o coloro che hanno problemi di tipo ortopedico e non possono eseguire gli sport tradizionali. La ginnastica dolce consiste in movimenti semplici: piegamenti, allungamenti e stretching, eseguiti in modo da non richiedere a muscoli e articolazioni eccessivi sforzi. Praticare sport è un’abitudine salutare per il corpo, ma lo è anche per la mente. L’attività muscolare permette di at tenuare tensioni e stress scaricandoli proprio nel movimento. Inoltre migliora l’efficienza fisica e l’aspetto estetico, due fattori che fanno sentire meglio: si hanno più energie a disposizione per affrontare gli impegni di ogni giorno e aumenta anche la fiducia in se stessi. Lo sport infatti, migliora sicurezza in sé e autostima, permette di piacersi di più e di piacere anche agli altri. Inoltre, se si pratica sport in gruppo, l’umore migliora anche per il contatto con gli altri. L’attività fisica, infatti, favorisce la socializzazione e il contatto tra le persone.

Nell’anno 2011 si sono svolte due edizioni di “Ginnastica soft”.

La prima a febbraio 2011 il mercoledì mattina per una durata di 10 lezioni dalle 10 alle 11, la seconda nel mese di ottobre 2011 il venerdì mattina dalle 11 alle 12.

Grazie alla disponibilità di una nostra operatrice che per passione si interessa di danza e che insieme alle nostre educatrici ha seguito l’attività, è stata messa a totale disposizione la palestra che la stessa operatrice utilizza personalmente. Un ambiente caldo e accogliente che ha permesso ai nostri ospiti di vivere questa esperienza a contatto con il loro corpo, serenamente e piacevolmente accompagnati da una musica rilassante e coinvolgente.

Naturalmente anche per questa attività che ha visto coinvolti tutti gli ospiti delle comunità, la mattina era scandita da momenti strutturati che andavano dalla preparazione degli indumenti da indossare idonei al movimento, al rispetto degli orari di partenza della propria struttura.

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LA RETE

Rete Cooperativa Forme di collaborazione

Consorzio Sol.co Co-progettazione – Corsi di formazione

Cooperativa Speranza Servizio pulizie

Cooperativa Frassati Manutenzione area verde

Cooperativa Energie solidali Manutenzione area verde

Allo scopo di valorizzare i legami con la nostra rete cooperativa, le risorse e le competenze dei nostri operatori, la Cooperativa Ippogrifo nel 2011 ha collaborato attivamente con: - il Consorzio Sol.Co. Mantova per l'attivazione e la realizzazione dei percorsi formativi dei lavoratori (corsi per dirigenti, coordinatori, fund raising, corsi per la sicurezza nei luoghi di lavoro, ecc.), per la progettazione imprenditoriale della concessione con l'Azienda Ospedaliera di Mantova, percorsi vari di consulenza, comunicazione e tavoli tematici. - la Cooperativa Speranza per il servizio di pulizie in comunità, - le Cooperative Energie Solidali e Pier Giorgio Frassati per le manutenzioni delle aree verdi. Sul territorio la cooperativa Ippogrifo costituisce una realtà presente e attiva, che collabora con le associazioni di volontariato e dei famigliari, oltre che con le istituzioni pubbliche e gli altri enti del privato sociale impegnati a livello locale. Con la partecipazione di un rappresentante della Cooperativa, indicato come rappresentante anche della rete di Solco Mantova, all'Organismo di Coordinamento di Salute Mentale, si assicura agli utenti che i diversi attori coinvolti nella salute mentale, definiscano e attuino strategie, obbietti e azioni per il fine comune della Salute Mentale e della tutela dei diritti delle persone colpite dalla malattia.

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LA

FORMAZIONE

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Tutti gli operatori che entrano a far parte dell’ équipe seguono un percorso formativo e informativo all’ingresso, affiancati da un operatore anziano secondo gli standard regionali, al fine di garantire le specifiche competenze necessarie ad operare nelle strutture.

I nuovi assunti partecipano ad una “formazione permanente” che si svolge all’interno e che comprende riunioni di équipe con lo psichiatra della struttura, il coordinatore e tutto il gruppo di lavoro della comunità. Sono previsti incontri di verifica con l’équipe inviante.

Inoltre, viene richiesta ad ogni operatore, la partecipazione a momenti finalizzati a:

- aggiornamento sui problemi di trattamento del disagio psichiatrico; - acquisizione di tecniche di psichiatria e psicologia e di riabilitazione; - formazione in merito alle dinamiche della relazione interpersonale; - conoscenza dei pazienti ricoverati e alla stesura del progetto terapeutico

individuale.

L’attività di formazione vede quindi sia momenti di apprendimento interni alla Comunità (riunioni di gruppo d’équipe tra operatori, coordinatore e psichiatra della struttura), sia attività esterne (partecipazione a corsi, convegni, seminari e confronto con altre strutture sia interne alla cooperativa che esterne).

Annualmente viene predisposto un piano della formazione e aggiornamento del personale che soddisfi le esigenze di apprendimento delle varie figure professionali e, nel contempo, favorisca il lavoro di équipe, che assume particolare importanza data la presenza di bisogni molto complessi che rendono necessaria l’integrazione tra interventi socio-sanitari.

In particolare si prevedono alcune tipologie di percorsi formativi:

• permanente di tipo tecnico-specialistico e specifico per figure professionali, rivolto a tutti gli operatori ed in alcuni moduli anche alle associazioni dei familiari, relativa alle tematiche della salute mentale, ai servizi di cura ed alla riabilitazione;

• permanente di tipo motivazionale e valoriale , rivolta a tutti gli operatori, alle associazioni e al terzo settore in generale, relativa alle ragioni ispiratrici dell’ “I care”, della solidarietà e della reciprocità, alla promozione delle reti solidali ed alla “manutenzione” delle motivazioni e all’approfondimento delle metodologie e degli stili di incontro come relazione con l’utenza;

• gestionale : per responsabili di settore e di unità operativa, relativamente all’organizzazione delle attività, alla gestione del personale, dei budget, al lavoro per obiettivi, etc.;

• imprenditoriale , relativa all’impresa sociale, per dirigenti e responsabili di cooperativa;

• obbligatoria , in relazione alle normative sulla sicurezza, privacy, etc..

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La formazione verrà inoltre integrata con momenti specifici di incontro e di confronto, dedicati esclusivamente agli operatori e alle associazioni e, in prospettiva, con momenti comuni ad altre realtà della rete provinciale, regionale e nazionale delle realtà di terzo settore.

Infine si ritiene che il Comitato Tecnico potrà favorire momenti formativi congiunti fra operatori della cooperativa e dell’Azienda Osp. Carlo Poma, per affrontare le tematiche inerenti ai protocolli gestionali e favorire l’integrazione e le contaminazioni positive.

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FORMAZIONE PERMANENTE DI TIPO SPECIALISTICO

Nell’anno 2011 la cooperativa Ippogrifo ha deciso di programmare da gennaio a dicembre una formazione mensile rivolta a tutti gli operatori che riguarda il VADO.

VADO è l’acronimo di Valutazione di Abilità e Definizione di Obiettivi .

Il VADO, oltre ad essere una raccolta ben articolata di strumenti, è anche un modello di intervento che guida il lavoro degli operatori nel campo della riabilitazione psichiatrica e psicosociale, stabilendo un protocollo nell’approccio di pianificazione e valutazione degli esiti. Permette di condurre un’agevole valutazione della disabilità sociale attraverso un’intervista semistrutturata, che sarà condotta, oltre che con il paziente, con il familiare o con l’operatore-chiave.

Il VADO, porta a identificare le principali aree di disabilità e, con una precisa attenzione operativa, a segnalare su quali aree il servizio decide di intervenire prioritariamente, con la partecipazione del paziente, attraverso un progetto individualizzato, sviluppato in base ai suoi obiettivi di vita. Include un modulo di rilevamento dei segni precoci di crisi, che permette al paziente e ai familiari di identificare i primi sintomi aspecifici che vengono riconosciuti e di stabilire che cosa fare quando questi segni si presentano, prima che si manifesti l’episodio conclamato di malattia. Fornisce inoltre indicazioni ed esempi su come insegnare abilità complesse mediante la loro scomposizione in piccole abilità elementari. Impone sempre di tener presente che lo scopo ultimo della riabilitazione è l’applicazione delle abilità apprese nell’ambiente di vita definito del paziente.

Il coordinamento tecnico della cooperativa Ippogrifo, ha ritenuto molto importante ed utile formare tutti gli operatori delle strutture residenziale a questo strumento in modo tale da poterlo utilizzare per il nostro lavoro con gli ospiti residenti.

Grazie alla collaborazione con l’Agenzia Studio e Lavoro di Mantova ( ente accreditato ), sono stati riconosciuti al personale avente diritto n° 30 Crediti Formativi se raggiunte le ore necessarie.

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FORMAZIONE OBBLIGATORIA

Nell’anno 2011 si tenuta la formazione obbligatoria sui rischi in ambiente di lavoro D.Lgs. 81 del 9 aprile 2008 per un totale di 24 ore che ha visto coinvolto nr 9 operatori della cooperativa.

In particolare, il programma si è articolato nel seguente modo:

introduzione ai concetti generali del DLgs 9 aprile 2008

introduzione al rischio chimico: che cosa sono l’etichettatura dei prodotti e le schede di sicurezza

movimentazione manuale dei carichi: struttura e funzionamento del rachide, procedure comportamentali volte a ridurre il rischio di danni all’apparato dorso lombare

Rischio biologico: come si trasmettono le malattie infettive, procedure comportamentali da adottare per ridurre l’esposizione a rischio biologico

Gestire correttamente i rifiuti sanitari al fine di ridurre il rischio di esposizione al rischio biologico

La partecipazione ai percorsi formativi proposti è stata dell’80% di tutto il personale della Coop.

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FUND RAISING

ED EVENTI PROMOZIONALI

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COMUNICARE E’ ALLA BASE DI OGNI RAPPORTO!

“ Trasforma il tuo Focus di fare soldi nel Conoscere e Servire più

Persone.

Conoscere e Servire più persone farà che il denaro arrivi. “

Robert Kiyosaki Il Fund Raising si basa su due principii fondamentali :

Le Persone Donano a Persone che Donano Le Persone Donano se ti Conoscono

Negli ultimi 2 anni , gli sforzi della Cooperativa sono stati rivolti al “ farci conoscere”, al promuovere la Coop. e il suo operare…all’incontrare Persone, ma non solo come possibili donatori, ma come possibili creatori di legami e portatori di sostegno alla nostra Buona Causa. Coltivare e mantenere Aperta la Comunicare è essenziale tanto quanto ascoltare, per cercare di avere un “buon raccolto”.

Iniziative Promozionali 2011

� Campagna 5x1000 � Tradizionale Festa a Giugno nella CP “ Corte Maddalena” dal titolo “Oltre Musica”

alla quale hanno partecipato circa 250 persone alle quali è stata servita la cena e un concerto musicale.

� Tradizionale Festa a Settembre nella CP “ San Cataldo” dal Titolo “Oltre Sipario”: hanno partecipato circa 200 persone alle quali è stato offerto un risotto e una commedia dialettale.

� Villa Angela ha accolto , a Settembre, un Evento per Bambini promosso da Festivaletteratura che , oltre ad aver avuto un grande successo, ha fatto conoscere l’esistenza della Comunità a molti cittadini. La comunità ha in oltre accolto per tutta la settimana del Festival, la Mostra d’Arte “ Cambio d’uso” promossa in collaborazione con l’Atelier d’Arte “ Otsider Art “ dell’Az. Ospedaliera C.Poma. Si è stimata una presenza di circa 100 persone.

Per le iniziative sono stati coinvolti tutti gli operatori, alcuni utenti, le associazioni di volontariato con le quali siamo in contatto, parenti ed amici, e Fornitori fidelizzati.

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Il GOVERNO E LE STRATEGIE

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L’ORGANIGRAMMA

COOPERATIVA IPPOGRIFOCOOPERATIVA IPPOGRIFOCOOPERATIVA IPPOGRIFOCOOPERATIVA IPPOGRIFOORGANIGRAMMA

AssembleaAssembleaAssembleaAssemblea

CDA CDA CDA CDA PresidentePresidentePresidentePresidente

Sistema Sistema Sistema Sistema Sicurezza Sicurezza Sicurezza Sicurezza

RSPPRSPPRSPPRSPP

Coord. Coord. Coord. Coord. TecnicoTecnicoTecnicoTecnico

RespRespRespResp. . . . TecnTecnTecnTecn. . . . AmministrativoAmministrativoAmministrativoAmministrativo

RespRespRespResp. . . . TecnTecnTecnTecn. . . . OrganizzativoOrganizzativoOrganizzativoOrganizzativo

Direzione Direzione Direzione Direzione SanitariaSanitariaSanitariaSanitaria

RespRespRespResp. . . . FormazioneFormazioneFormazioneFormazione

RespRespRespResp. . . . Ricerca Fondi e Ricerca Fondi e Ricerca Fondi e Ricerca Fondi e

ComunicComunicComunicComunic....

CPMCPMCPMCPM

Villa Villa Villa Villa AngelaAngelaAngelaAngelaCPA CPA CPA CPA

Fondo OstieFondo OstieFondo OstieFondo OstieCPA CPA CPA CPA Corte Corte Corte Corte

MaddalenaMaddalenaMaddalenaMaddalena

CPACPACPACPA

S. CataldoS. CataldoS. CataldoS. Cataldo

Il Consiglio di amministrazione attualmente in carica è stato riconfermato in data 11/1/02011 dall'Assemblea dei Soci, secondo le modalità e i criteri definiti nello Statuto. È l'organo di governo della Cooperativa.

E' composto da cinque consiglieri, che hanno eletto al loro interno il Presidente e il Vice Presidente.

L'elezione è avvenuta con votazione palese e senza limiti di mandato.

Il Consiglio di amministrazione della Cooperativa in data 28/01/2009, nell'ambito della sua riorganizzazione e tenuto conto dell'attuale normativa sulle comunità psichiatriche della Regione Lombardia, ha deliberato di affidare ai 3 Consiglieri Busi, Caraffini e Brunoni, rispettivamente le deleghe di Responsabile struttura, Responsabile ricerca fondi e relazioni con associazioni territoriali, Responsabile tecnico per la formazione; con durata annuale, rinnovabile.

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Il CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Nome e cognome Carica Altri dati

PAOLO GALEOTTI Presidente dal 27/12/2007 al 30/04/2014

residente a MARMIROLO

FABIO BUSI Vice Presidente dal 27/12/2007 al 30/04/2014

socio Lavoratore dal 12/11/2002 residente a MANTOVA

ALESSANDRA BRUNONI componente dal 21/12/2007 al 30/04/2014

socio Lavoratore dal 28/05/2001 residente a PORTO MANTOVANO

LUIGI SUPINO componente dal 15/07/2009 al 30/04/2014

residente a MANTOVA

MANUELA CARAFFINI componente dal 21/12/2007 al 30/04/2014

socio Lavoratore dal 12/11/2002 residente a MANTOVA

Il CdA della cooperativa nell’anno 2011 si è riunito 9 volte con un tasso di partecipazione pressochè del 100%.

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STRATEGIE E OBIETTIVI

Strategia Obiettivi operativi

Struttura organizzativa Miglioramento dell'assetto gestionale e organizzativo attraverso il Documento di Mandato del Cda

Proposte formative per migliorare il modello di cura. Favorire un processo di crescita degli operatori nel loro lavoro, attraverso scambi e confronti con realtà analoghe.

I soci e le modalità di partecipazione Incremento della partecipazione dei soci alle scelte stretegiche.

Approfondimento con momenti formativi sulle tematiche sociali e del ruolo dei soci in cooperativa.

Ambiti di attività Garantire interventi di cura individuale strutturati con il singolo utente e il gruppo riabilitativo-educativo. Organizzare le attività in modo trasversale alle CP della Coop.

Percorsi di cura individualizzati con il coinvolgimento delle famiglie e in sinergia con il Dipartimento di Salute Mentale. Ricerca di nuove soluzioni riabilittive

L'integrazione con il territorio Valorizzare la presenza e la conoscenza della Cooperativa sul territorio per intensificare i rapporti esistenti e crearne di nuovi.

Ottimizzare ulteriormente gli eventi organizzati nelle singole comunità in collaborazione con i Comuni e le associazioni di volontariato. Creazione sito web e apertura profilo sui social network.

La produzione, le caratteristiche o la gestione dei servizi

Diversificazione dell'offerta riabilitativa attraverso la classificazione degli standard di accreditamento e la formazione del personale.

Porre gli utenti al centro di ogni intervento per favorirne l'autonomia, l'autostima e l'inclusione sociale e assicurando l'assistenza con personale qualificato, attraverso l’avviamento di un percorso formativo specifico per la riabilitazione psichiatrica.

Il mercato Mantenimento impegni assunti con la nuova concessione novennale dell’Az.Osp. C. Poma di Mantova

Progettazione e richiesta permessi ai fini della realizzazione dei lavori di ristrutturazine, Erogazione assistenza socio sanitaria riabilitativa.

I bisogni Migliorare l'autonomia della Cooperativa nei confronti del DSM dell'A.O. Poma.

Collaborazione con il DSM attraverso la partecipazione ad un Comitato Tecnico Integrato, per un monitoraggio delle strutture e dei singoli casi, in un ottica di rete di servizi.

La rete La Cooperativa nella rete dei servizi territoriali.

Partecipazione attiva della Cooperativa, ad incontri e assemblee del Consorzio Sol.co. Partecipazione ai tavoli tecnici del DSM e dell’ASL

La pianificazione economico-finanziaria Predisposizione del budget annuale con verifiche ed analisi periodiche della situazione contabile.

Effettuare un mirato controllo di gestione della spesa delle singole sedi operative in collaborazione con consulenti esterni. Ricerca di risorse in previsione delle ristrutturazioni tramite partecipazione a Bandi pubblici e privati e richieste di

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accesso a finanziamenti bancari.

L'assetto patrimoniale Analisi costante della struttura patrimoniale per il finanziamento dei prori impieghi al fine di avere indipendenza finanziaria.

Contenimento della spesa e dell'indebitamento, in previsione dei futuri investimenti per l’adempimento degli obblighi previsti dalla concessione ospedaliera.

Le strategie della Cooperativa sono state largamente condivise dal Consiglio di Amministrazione sia per quanto riguarda gli assetti operativi del servizio, sia per quanto riguarda l'assetto economico - finanziario.

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I PORTATORI

DI INTERESSE

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I PORTATORI DI INTERESSE

Riportiamo nella tabella di seguito la natura della relazione di ogni portatore di interesse individuato

Portatori di interesse interni Tipologia di relazione

Assemblea dei soci Discussione e approvazione strategie

Soci lavoratori Prestazione attività lavorativa e partecipazione alle decisioni assembleari

Soci sovventori Finanziamento dell'attività

Fruitori Destinatari dell'attività stessa della Cooperativa

Portatori di interesse esterni Tipologia di relazione

Consorzi territoriali Partecipazione all'attività del Consorzio Sol.Co. Mantova

Associazione di rappresentanza Partecipazione all'attività del settore cooperativo

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LA BASE SOCIALE

La Base sociale di Ippogrifo nel 2011 è cresciuta di quattro unità rispetto al 2010. Nei grafici di seguito si evidenzia la sua composizione nell’ultimo anno, paragonandola a quello precedente. Nel 2011 sono stati ammessi a soci anche due soci volontari.

Rispetto al 2010 l’Assemblea dei soci ha visto aumentare i soci lavoratori e i soci volontari.

7

1

23

0

7

1

24

0

4

1

28

0

4

1

30

2

0

5

10

15

20

25

30

a. 2008 a. 2009 a. 2010 a. 2011

Base sociale suddivisa in base alla tipologia di rapporto societario

altri socisovventorilavoratorivolontari

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

Suddividendo l’Assemblea soci rispetto al sesso, vediamo che nel 2011 sono aumentati sia i maschii sia le femmine.

24

7

1

25

7

1

27

9

1

0

5

10

15

20

25

30

a. 2009 a. 2010 a. 2011

Base sociale suddivisa in base al sesso

Femmine

Maschi

persone giuridiche

Il socio giuridico è il Consorzio di cooperative sociali Sol.Co. Mantova che non viene raffigurato nello schema seguente.

2

23

6

2

20

10

2

21

13

0

5

10

15

20

25

a. 2009 a. 2010 a. 2011

Base sociale suddivisa in base alle fasce di età

fino ai 30 annidai 31 ai 50 anni

otre i 50 anni

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

Nel corso del 2011 la partecipazione alle assemblee oscilla tra il 46% e il 66%, con una media del 57%.

partecipazione assembleare 2011

66,67%

46,88%

62,16%

0,00%

25,00%

50,00%

75,00%

100,00%

mag-11 giu-11 lug-11 ago-11 set-11 ott-11

Partecipazione assembleare nel tempo

63%

54%

42%

56,78%

0%

25%

50%

75%

100%

a. 2008 a. 2009 a. 2010 a. 2011

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Per quanto riguarda l’Assemblea Soci di seguito si evidenzia il dato relativo alla partecipazione degli ultimi 4 anni:

Anno Data % partecipazione

% deleghe Odg

2008 07/05/2008 61% 0% 1.Lettura e approvazione bilancio di esercizio al 31/12/2007 con allegati.

2. Comunicazioni del Presidente.

2008 18/12/2008 58% 0% 1.Presentazione bilancio sociale 2007.

2. Aggiornamento situazione generale della Coperativa e prospettive future.

3.Varie ed eventuali.

2008 28/02/2008 71% 0% 1.Aggiornamento situazione generale della Cooperativa.

2.Proposta aumento capitale sociale.

3.Varie ed eventuali.

2009 14/05/2009 61% 0% 1.Lettura e approvazione bilancio di esercizio 2008 con allegati.

2.Nomina consigliere in sostituzione del dimissionario Brioni Marcella.

3.Comunicazioni del Presidente.

2009 15/07/2009 48% 0% 1.Presentazione e approvazione del bilancio sociale 2008.

2.Presentazione iniziative per il decennale della Cooperativa.

3.Nomina consigliere in sostituzione del dimissionario Brioni Marcella.

4.Varie ed eventuali.

2009 29/12/2009 54% 0% 1.Comunicazioni del Presidente.

2.Aggiornamento in ordine alla presentazione del bando per la Concessione novennale.

3.Varie ed eventuali.

2010 17/05/2010 41% 0% 1. Lettura e approvazione del bilancio di esercizio al 31/12/2009 con allegati.

2. Comunicazioni del Presidente.

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

2010

14/07/2010 46% 0% 1. Presentazione ed approvazione del Bilancio Sociale 2009.

2.Varie ed eventuali.

2010

11/11/2010 37 0% 1. Comunicazioni del Presidente.

2. Stipula del Contratto di concessione.

3. Varie ed eventuali.

2010 17/05/2010 41% 0% 1. Lettura e approvazione del bilancio di esercizio al 31/12/2009 con allegati.

2. Comunicazioni del Presidente.

2010

14/07/2010 46% 0% 1. Presentazione ed approvazione del Bilancio Sociale 2009.

2.Varie ed eventuali.

2010

11/11/2010 37% 0% 1. Comunicazioni del Presidente.

2. Stipula del Contratto di concessione.

3. Varie ed eventuali.

2011

19/5/2011 66% 0% 1. Lettura e approvazione del bilancio di esercizio al 31/12/2010 con allegati

2. Rinnovo cariche sociali.

3. Elezione Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.

4. Comunicazioni del Presidente.

2011

11/10/2011 46% 0% 1. Rinnovo cariche sociali.

2. Comunicazioni del Presidente.

2011

22/07/2011 62% 0% 1.Presentazione ed approvazione del Bilancio Sociale 2010.

2.Varie ed eventuali.

3. Varie ed eventuali.

Mediamente si svolgono tre assemblee annuali, quella di approvazione del Bilancio di Esercizio, quella di approvazione del Bilancio Sociale quella di fine anno che definisce i programmi dell'attività specifica, o in altri periodo dell'anno nei quali si renda necessaria. La partecipazione dei soci è abbastanza elevata.

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LE RISORSE UMANE Nel 2011 la Cooperativa Ippogrifo si è avvalsa della collaborazione di 47 persone inserite in cooperativa secondo i seguenti inquadramenti in organigramma.

2%4%

4%

4%6%

26%

43% 11%

dirigente (1)

medici psichiatri (2)

ammistrativo (2)

coordinatori (3)

educatori (2)

infermieri (12)

a.s.a. (20)

inferm. L.P. (5)

Come si evince dai due grafici seguenti la cooperativa cerca nel possibile di strutturare i propri operatori privilegiando il contratto di dipendenza a tempo indeterminato

Tipologie contrattuali

17%

4%

11%

68%

Lav. Autonomi (8)

Lav. Parasubordinati (2)

Dip. Tempo det. (5)

Dip. Tempo indet. (32)

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

0

5

10

15

20

25

30

35

Lav. Autonomi Lav.

Parasubordinati

Dip. Tempo det. Dip. Tempo

indet.

a. 2010 (45)

a. 2011 (47)

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

GLI OSPITI DELLE RESIDENZE

Dal 1999, anno di apertura delle comunità psichiatriche Corte Maddalena, San Cataldo e Villa Angela al 2003 i pazienti sono stati annualmente di 25 unità. Dal 2004 ad oggi, si sono aggiunti 10 pazienti nella CPA Fondo Ostie per un totale di 35 pazienti di cui 26 uomini e 9 donne.

0

5

10

15

20

25

30

35

40

a.

1999

a.

2000

a.

2001

a.

2002

a.

2003

a.

2004

a.

2005

a.

2006

a.

2007

a.

2008

a.

2009

a.

2010

a.

2011

totale ospiti

Dislocazione dei 35 ospiti

28%

29%

29%

14%

Corte Maddalena (10 ospiti)

Fondo Ostie (10 ospiti)

San Cataldo (10 ospiti)

Villa Angela (5 ospiti)

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

74%

26%

M. 26

F. 9

5

8

7

6

2

3

4

0 2 4 6 8 10

Villa Angela

Corte Maddalena

Fondo Ostie

San Cataldo

Uomini (26)

Donne (9)

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

Dal grafici successivi si può notare che per circa ¾ gli utenti hanno un’età compresa fra i 46 e i 60 anni, e per circa ¼ hanno un’età compresa fra i 19 ei 45 anni.

Utenti per fasce di età

23%

45%

0%

29%

3%

fino a 18(0)

19-30 (1)

31-45 (8)

46-60 (16)

oltre 60 (10)

0

1

0 0

2

4

2

0

3

2

5

0

3 3

4

0

1

2

3

4

5

Villa Angela (5) C. Maddalena(10) Fondo Ostie(10) San Cataldo(10)

19-30(1)

31-45(8)

46-60(16)

oltre 60(10)

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Le persone accolte soffrono di patologie tra loro differenti quali disturbi bipolari o della personalità, disturbi affettivi o depressione, psicosi maniaco depressive, schizofrenia o schizofrenia residuale.

Patologie

25

2

2

24

schizofreniaschiz.borderlinedepressionepsicosi dist.personalità

Corte Maddalena

60%10%

10%

0%

20%schizofreniaschiz.borderlinedepressione

dist.personalità

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

Fondo Ostie

80%

0%0%0%

20%schizofrenia

dist.personalità

San Cataldo

70%

10%

0%

20%

schizofreniaschiz.borderline

psicosi

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

Villa Angela

80%

0%

20%

schizofrenia

depressione

Periodo di permanenza

11%

46%

29% 14%

da 6 a 10 anni (4)

da 4 a 6 anni (5)

da 1 a 3 anni (16)

meno di 1 anno (10)

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

Corte Maddalena

20%

10%

50%

20%

fino a 10 (2)

da 4 a 6 anni (1)

da 1 a 3 anni (5)

meno di 1 anno (2)

Fondo Ostie

30%

10%

40%

20%

da 6 a 10 anni (2)

da 4 a 6 anni (1)

da 1 a 3 anni (3)

meno di 1 anno (4)

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

San Cataldo

20%

50%

30%

da 4 a 6 anni (2)da 1 a 3 anni (5)meno di 1 anno (3)

Villa Angela

60%

20%20%

da 4 a 6(1)

da 1 a 3 anni (3)

inf. 1 anno(1)

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

RICLASSIFICAZIONE BILANCIO

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

DIMENSIONE ECONOMICA La cooperativa gestisce 4 Comunità protette terapeutico riabilitative, per tale motivo l’intero fatturato proviene dal cliente “Ente Pubblico”.

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

Negli esercizi 2010 – 2011 , rispetto agli anni precedenti, si evidenzia un notevole incremento del fatturato a fronte del contratto di concessione di gestione di comunità terapeutiche sottoscritto con l’Azienda Ospedaliera C. Poma a partire dall’1/10/2010.

Negli anni successivi invece il fatturato si stabilizzerà, salvo incrementi di adeguamento delle rette fissate dalla Regione.

L’indice di copertura rientra tra gli indicatori di solidità ed è dato dal rapporto tra il capitale proprio (PN) e l’attivo immobilizzato; esprime la capacità della società di autofinanziare le immobilizzazioni con il capitale proprio.

L’indice di copertura dell’288% evidenzia una buona solidità della struttura patrimoniale della società.

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Per effetto dell’ottimo risultato di eserzio (E.99.268) il cash flow si attesta al 6% del valore della produzione, in netto rialzo rispetto alla media degli anni precedenti (2 -3 %).

Tale indicatore attesta pertanto i buoni flussi di liquidità generati dalla gestione caratteristica della Cooperativa.

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Mediamente la cooperativa Ippogrifo vede I propri crediti pagati in un lasso di tempo di 90 giorni. Dato migliorato rispetto ai 130 giorni del 2010.

circolazione dei crediti in giorni130,78

90,07

0,00

20,00

40,00

60,00

80,00

100,00

120,00

140,00

2010 2011

Anche l’autonomia finanziaria è migliorata rispetto agli anni precedenti, rappresenando i mezzi propri il 18% delle fonti di finanziamento.

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L’autonomia finaziaria nel 2011 sale al 18%, per contro il rapporto di indebitameto,

scende al 82%.

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RICLASSIFICAZIONE CONTO ECONOMICO 2009 / 2011

Voce IV^ dir 2009 2010 2011

Ricavi delle vendite € 1.198.300,00 € 1.360.630,00 € 1.768.735,00

Altri ricavi e proventi della gestione caratteristica € 2.648,00 € 3.715,00 € 13.974,00

Contributi in Conto d'esercizio € 1.550,00 € 3.920,00 € 4.366,00

VALORE DELLA PRODUZIONE € 1.202.498,00 € 1.368.265,00 € 1.787.075,00

Costi per Materie Prime, sussidarie, di consumo e di merci € 40.186,00 € 60.813,00 € 90.738,00

Costi per servizi € 326.569,00 € 337.914,00 € 386.651,00

Costi per godimento di beni di terzi € 103.051,00 € 91.881,00 € 143.643,00

Oneri diversi di gestione € 11.865,00 € 10.319,00 € 13.926,00

COSTI DELLA PRODUZIONE € 481.671,00 € 500.927,00 € 634.958,00

VALORE AGGIUNTO CARATTERISTICO LORDO € 720.827,00 € 867.338,00 € 1.152.117,00

Ricavi accessori € 172,00 € 15,00 € 2.838,00

Costi Accessori € - € - € -

SALDO GESTIONE CARATTERISTICA € 172,00 € 15,00 € 2.838,00

COMPONENTI ACCESSORI E STRAORDINARI (3 + 4) € 172,00 € 15,00 € 2.838,00

VALORE AGGIUNTO GLOBALE LORDO € 720.999,00 € 867.353,00 € 1.154.955,00

Ammortamenti € 4.910,00 € 6.567,00 € 8.539,00

Ricavi delle vendite € 1.198.300,00 € 1.360.630,00 € 1.768.735,00

Valore Aggiunto Caratteristico Netto € 716.089,00 € 860.786,00 € 1.146.416,00

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Bilancio Sociale 2011

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

PROSPETTO DI RIPARTO DEL VALORE AGGIUNTO CARATTERISTICO NETTO 2011

Voce Bilancio Riclassificato Importo

Remunerazione Risorse Umane (dipendenti e non)

€ 1.046.095,00

Remunerazione Capitale proprio € 99.268,00

Remunerazione Capitale di credito € 1.053,00

DISTRIBUZIONE VALORE AGGIUNTO ANNO 2011

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Bilancio Sociale 2011

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

di seguito si evidenziano 2 dati interessanti riferiti al 2011:

- l’incidenza del costo del personale sul valore della produzione pari al 71%

- l’incidenza del valore della produzione per addetto (dipendenti e collaboratori n. 39) pari al 2,5%.

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Bilancio Sociale 2011

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

BILANCIO PREVISIONALE

PROIEZIONE ECONOMICA COOP. IPPOGRIFO

2012 2013 2014

Ricavi netti 1.820.000 1.830.000 1% 1.840.000 1% (+) Altri ricavi 5.000 5.000 5.000 (+/-) variazione rimanenze di prodotti finiti e semilavorati 0 0 0 (+) Costi capitalizzati A) Produzione dell'esercizio 1.825.000 1.835.000 1% 1.845.000 1%

(-) Acquisti di merce 90.000 85.000 85.000 (-) Acquisti di servizi 390.000 385.000 380.000 (-) Godimento beni di terzi (affitti/leasing) 148.000 150.000 152.000 (-) Oneri diversi di gestione 15.000 15.000 15.000 (+/-) variazione di rimanenze di materie prime e merci 0 B) Costi della produzione 643.000 635.000 -1% 632.000 0%

VALORE AGGIUNTO (A+B) 1.182.000 64,8% 1.200.000 65,4% 1.213.000 65,7%

(-) Salari, stipendi e contributi 995.000 1.000.000 1.010.000 (-) Accantonamento al TFR 65.000 67.000 70.000 (-) altri costi del personale 5.000 5.000 5.000 C) Costo del lavoro 1.065.000 58% 1.072.000 58% 1.085.000 59%

MARGINE OPERATIVO LORDO (A+B+C) = EBITDA 117.000 6,4% 128.000 7,0% 128.000 6,9%

(-) Accantonamenti al FSC (-) Altri Accantonamenti (-) Ammortamento beni materiali 80.000 80.000 80.000 (-) Ammortamento beni immateriali 5.000 5.000 5.000 D) Accantonamenti e ammortamenti 85.000 4,7% 85.000 4,6% 85.000 4,6%

RISULTATO OPERATIVO (A+B+C+D) = EBIT 32.000 1,8% 43.000 2,3% 43.000 2,3%

(-) Oneri finanziari 10.000 0,5% 15.000 0,8% 10.000 0,5% (+) Proventi finanziari 5.000 5.000 5.000 (+/-) Utili e perdite su cambi E) Saldo gestione finanziaria -5.000 -10.000 -5.000

(-) Oneri straordinari (+) Proventi straordinari F) Saldo gestione straordinaria 0 0 0

RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE 27.000 1,5% 33.000 2% 38.000 2%

G) Oneri tributari

RISULTATO NETTO 27.000 1,5% 33.000 1,8% 38.000 2,1%

IN GIALLO SONO EVIDENZIATE LE % DI VARIAZIONE IN AU MENTO O IN DIMINUZIONE DELLE VOCI DI COSTO/RICAVO

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

RELAZIONE BILANCIO DI PREVISIONE DEL TRIENNIO 2012- 2014

Il Consiglio di Amministrazione in carica si è insediato in data 11/10/2011 e terminerà il mandato con l’approvazione del Bilancio al 31/12/2013. Con il Bilancio di previsione 2012-2014, gli Amministratori intendono dare ulteriore impulso alle azioni gestionali mirate da un lato ad aumentare la qualità dei servizi socio sanitari e dall’altro all’attivazione di nuove attività, mantenendo una razionalizzazione della spesa. Dal mese di aprile 2012 sono previsti sino alla fine dell’anno i lavori di ristrutturazione e l’ampliamento delle due comunità della Cooperativa: Corte Maddalena e San Cataldo. Dopo la conclusione dei lavori, i dieci utenti della comunità di Fondo Ostie- di proprietà dell’Azienda Ospedaliera C. Poma di Mantova - verranno trasferiti nelle due comunità ristrutturate: n. 5 a Corte Maddalena e n. 5 a San Cataldo. La proiezione economica evidenzia un andamento costante della produzione anche per i due anni successivi al 2011, mantenendo lo stesso numero dei posti accreditati nelle residenze. Per quanto riguarda i costi di struttura è prevedibile una sensibile diminuzione per l’effetto della diminuzione della gestione di una residenza. I costi del personale si manterranno anch’essi pressochè stabili, non prevedendo particolari aumenti del costo del lavoro a livello contrattuale. Rispetto al 2011, gli oneri finanziari subiranno invece un importante aumento dovuto all’avvio delle rate dei finanziamenti richiesti e parallelamnte si determineranno le quote di ammortamento previste per i costi per ristrutturazione (di beni di terzi), arredamenti interni, e automezzi.

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IPPOGRIFO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE DI SOLIDARIETA'

LE PROSPETTIVE DELLA COOPERATIVA

Gli obiettivi a medio-breve termine della cooperativa possono essere brevemente riassunti nei punti seguenti:

- La principale prospettiva di miglioramento della nostra organizzazione è quella di avviare la ristrutturazione delle due comunità, per un ampliamento che consenta di ospitare fino a 15 utenti ciascuna e per poter migliorare i comfort e la qualità del servizio; - definire le strategie tecnico-gestionali con il DSM dell’Azienda Ospedaliera sulla

base dell’accordo previsto dalla Concessione novennale e dagli standard regionali, attraverso il “Tavolo tecnico integrato”;

- intensificare i rapporti con le Associazioni dei famigliari; - mantenere i rapporti con il consorzio Sol.Co. Mantova per continuare ad acquisire

le nuove competenze, richieste dal mercato; - pianificare percorsi volti a Progetti Innovativi propedeutici al Miglioramento degli stili

di vita, promotori di un miglior Benessere Sociale finalizzato alla Promozione della Salute Mentale.

- consolidare i rapporti con l’esterno con l’intento di migliorare la nostra visibilità; - organizzare percorsi formativi per tutti gli operatori relativamente alle tematiche del

servizio; - intensificare la raccolta fondi finalizzata al finanziamento necessario per la

ristrutturazione delle comunità. - creazione di un sito Web dinamico e fruibile per la presentazione dei servizi, al fine

di supportare il raggiungimento degli obiettivi istituzionali.