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© 2015 Bbox s.r.l.Direzione e redazioneCorso Solaro 612100 Cuneotel. 0171.696240fax [email protected]@piueventi.it

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Le notizie e i dati riportati in questo libropossono essere soggetti a variazioni nel tempoe pertanto la Più Eventi Edizioni non si assumealcuna responsabilità su variazioni, omissioni eerrori al riguardo.

Coordinamento editoriale e impaginazione Più Eventi Edizioni - Bbox s.r.l.

A cura di Laura Conforti e Laura Marino

Hanno collaborato: Roberto Albanese, Alberto Borello, Mario Bosonetto, Alberto Cavaglion, Giovanni Cerutti, Stefania Chiavero,Stefania Coates, Mario Cordero, Alessandra Demichelis, Roberto Dutto, Michela Ferrero, Flavio Frison, Elena Lovera, Francesco Pennarola, Giulia Poetto, Sandra Viada.

Fotografie Paolo Viglione

Crediti fotografici Archivio Comune di Cuneo, Archivio Diocesi di Cuneo, Archivio Museo Civico di Cuneo, Archivio Museo Diocesanodi Cuneo, Archivio Istituto Storico della Resistenza di Cuneo, Archivio fotografico Fondazione CRT - GiovanniFontana, Archivio Parco fluviale Gesso e Stura, Fondazione Nuto Revelli, Roberto Albanese, Gianni Arnaudo, AnnaBonavia, Fabio Catalano, Gian Michele Gazzola, Guido Giordano, Elena Lovera, Teresa Maineri, Domenico Olivero,Sonia Ponzo, Nazareno Robaldo, Thomas Tucci.

Il testo a pagina 214 e seguenti è parzialmente tratto da “I più suggestivi itinerari per scoprire Cuneo e le suevalli alpine” pubblicato dalla Camera di Commercio di Cuneo.

Si ringraziano l’Istituto storico della Resistenza e della Società Contemporanea in provincia di Cuneo e laSoprintendenza Archeologia del Piemonte.

Stampa Tipografia Europa - Cuneo

Città di Cuneo

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SOMMARIO | indice generale

Cuneo si presenta 7Come si legge la guida 8Indice dei luoghi 11

Cuneo si racconta 12Cuneo in cifre 16Le tappe della storia 18Il territorio 26L’evoluzione della città 30La cartina 35

Indice degli itinerariCuneo Essenziale | 36Storie Cuneesi: I luoghi d’incontro dei Cuneesi 78

Cuneo Storica | 82Storie Cuneesi: Giornali, radio e tv cuneesi: una città che comunica 128

Cuneo Moderno-contemporanea | 130Storie Cuneesi: Cinema a Cuneo e Cuneo nel cinema 168

Cuneo Resistente | 170Storie Cuneesi: Nuto Revelli, la Fondazione e Paraloup 198

Cuneo Dintorni | 200Storie Cuneesi: Cuneo e le sue valli 214

Cuneo Outdoor | 218Storie Cuneesi: Cuneo e lo sport: una piccola città per grandi campioni 244

Informazioni pratiche 246

(Come arrivare; come muoversi; servizi; visite guidate, escursioni e servizi al turista; manifestazioni; cinema e teatro; mercati; luoghi di svago; luoghi di cultura;dove dormire e dove mangiare)

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Una guida di città come si deve si muove nello spazio, in qualche modo nemisura la pelle e le arterie, ricostruisce percorsi; ma il suo obiettivo piùambizioso è un altro: è quello di raccontare il tempo. La città è la sua storia,dove si è costruita un’identità irripetibile. Ma non è così evidente, il racconto. Lo ha spiegato con straordinaria efficacia Italo Calvino, in una delle sue “Cittàinvisibili”: “…la città non dice il suo passato, lo contiene come le dita di unamano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimanodelle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere…”. La città è fatta “di relazioni tra le misure del suo spazio e gli avvenimenti del suopassato…”. Per questo è così difficile scrivere una guida. Per non limitarsi adescrivere, occorre pazienza e sensibilità storica, occorre scavare sotto la crostadell’apparenza. È qualcosa che assomiglia molto ai modi dell’archeologia. Dobbiamo imparare a guardare e abbiamo bisogno di qualcuno che ci insegni anon accontentarci dei “monumenti”, per ritrovare lo stupore genuino di frontealla magia del contesto e dei dettagli. Quelli che qui sono puntualmenterichiamati nei testi e nel racconto parallelo delle fotografie. Vi sono contenutifotogrammi che raccontano la trasformazione. Le città sono obbligate atrasformarsi continuamente, è nel loro DNA. Ma oggi, a Cuneo, questatrasformazione si è fatta importante, consistente, diffusa in tutto il centrostorico e non solo. Per capirlo basterebbe confrontare questa nuovissima edesauriente guida con quella che io stesso firmai nel 1988, ventisette anni fa.Tutto è cambiato, da allora (anche se, beninteso, non tutto è cambiato inmeglio!). Ed è cambiato anche il modo di raccontare. Certo, una cosa è la cittàaltro è il discorso che la descrive. Ma un rapporto c’è e ci si può chiederelegittimamente che cosa ci riserverà il futuro. Il suggerimento arriva ancora unavolta da Calvino: “E’ inutile stabilire se Zenobia (o Cuneo, n.d.r.) sia daclassificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è in queste due specie cheha senso dividere le città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso glianni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri oriescono a cancellare la città o ne sono cancellati”. Finora - lo attesta questaguida - i nostri desideri sulla città che amiamo l’hanno protetta, anche se nonsarà mai messa al sicuro definitivamente. Ma anche scrivere e pubblicare unaguida come questa è un modo per suscitare sani desideri di convivenza esviluppo. Un modo per prendersi cura della città.

Mario Cordero

INTRODUZIONE | Cuneo si presenta

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Questa guida alla città di Cuneo si propone come strumento decisamenteinnovativo: la sua impostazione si discosta dalle “classiche” guide turistiche. A cominciare dalle pagine introduttive che non seguono il consueto schema dicapitoli sulla storia, la geografia e gli aspetti antropologici della città, mapropongono letture volte a comunicare l’idea e l’identità della città a cui siaffiancano approfondimenti tematici più specifici. Anche nelle pagine dedicatealla visita il volume si presenta come strumento nuovo: esso infatti è organizzatoin itinerari tematici che permettono a ciascuno di scoprire la città seguendo uninteresse peculiare. Ogni luogo viene così riproposto nei diversi itinerari masecondo una lettura tematica e un’ottica diversa.

Gli itinerari ll primo presenta i luoghi che non si possono perdere: quelli che anche unturista che a Cuneo si trova per poco tempo deve scoprire per avere un primoassaggio della città. Il secondo offre un’approfondita panoramica dei punti diinteresse della città storica: è dedicato a chi ama le caratteristiche atmosferedella città vecchia, a chi ha interesse per le chiese antiche e le architetturemedievali. Il terzo invece racconta i luoghi di quella parte della città che èandata crescendo e sviluppandosi a partire dall’Ottocento. Il quarto è a temaResistenza perché Cuneo è uno dei luoghi simbolo di questa esperienza. Ilquinto invece descrive le emergenze più significative delle frazioni nei dintornidi Cuneo. Il sesto infine è tutto dedicato all’outdoor e allo sport. Al fondo delvolume si trova anche un’esauriente sezione con tutte le informazioni praticheutili a chi a si trova a soggiornare in città.

La sezione finale di ciascun capitolo èdedicata a Storie Cuneesi, argomenticuriosi volti a dare una visione ampia espesso inconsueta della città

Undicesimo di quattordici figli, Tancredi(1856-1939) farà una brillante carrierapolitica. È consigliere comunale dal 1883 eprovinciale dall’anno seguente, deputatoalla Camera dal 1887 al 1913 e senatorevitalizio dal 1929. Per un breve periodo èsottosegretario alla Pubblica Istruzione, maraggiunge l’apice della sua carriera con lanomina a ministro delle Poste e deiTelegrafi. L’esperienza ministeriale diTancredi coincide con un radicalecambiamento nella vita privata: ilmatrimonio con Alice Schanzer, celebrato aRoma nel 1902. Alice (1873-1936),viennese, è una fine letterata, studiosa diletteratura inglese, materia che insegnerànel 1918 all’università di Messina, scrittricedi poesie e saggi. Nell’estate del 1903 iconiugi si trasferiscono a Cuneo. Aliceviene introdotta in un ambiente chiuso eper non lasciarsi sopraffare dall’isolamentointensifica i rapporti epistolari, acquista libridi genere letterario e artistico daaggiungere alla già ricca collezione delconiuge, mantiene contatti con bibliotechenazionali e internazionali, con letterati edartisti di tutta Europa e collabora allaredazione de La Sentinella delle Alpi. Nel 1904 nasce Carlo Enrico e nel 1906Tancredi junior. I ragazzi vivono in un’atmosferaculturalmente ricca di stimoli e il giornaleavrà una parte importante nellaformazione sociale e politica dei duegiovani. Carlo Enrico diverrà ingegnere eTancredi junior (Duccio) seguirà le orme delpadre, divenendo un brillante avvocato.Entrambi non si iscrissero mai al partitofascista e fin dai primi giorni entrarono

nelle fila della Resistenza. Duccio si fecepromotore della costituzione del primonucleo della banda Italia Libera, dalla qualenasceranno le brigate di Giustizia e Libertà.Catturato a Torino il 28 novembre 1944,viene assassinato da fascisti cuneesi aCentallo il 3 dicembre. L’8 dicembre vieneproclamato Eroe nazionale, nel gennaio2015 la Repubblica francese gli conferiscela Légion d’honneur in qualità di“Commandeur”, il 18 febbraio il governoitaliano gli assegna la Medaglia d’oro alvalor militare. La creazione del Museo sideve al fratello Carlo Enrico. Infatti, conlegato testamentario, alla sua morte nel1974 egli lasciò ogni sua proprietà alComune di Cuneo, con il vincolo “… dicultura e istruzione il Comune di Cuneo,che dovrà curare il riordino dei libri…etenere un inventario di tutti i quadri e leopere artistiche…Si costituirà così da partedel Comune una biblioteca e unapinacoteca suppletive…aperte all’istruzionedella popolazione...”. La casa è oggi lospecchio della famiglia e dei suoi interessi.

La biblioteca e la ricca collezione artisticasono totalmente catalogati, così comel’archivio documentale e fotografico.Entrare nell’alloggio, passare di stanza instanza, osservando gli arredi, i quadri, lesculture, i busti di Garibaldi e Mazzini,appoggiare lo sguardo sulle fotografie èfare un tuffo nel passato, nella cultura enella vita di una famiglia che ha lasciatoprofondi segni nella nostra storia.

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Sul terrazzo sono allestite le sagome dicoloro che erano con lui in quel momento.Salendo al piano nobile si giunge alpianerottolo ove si trovano due ingressi:uno alla casa privata e l’altro all’ufficiodell’avvocato Tancredi Galimberti, padre diDuccio. La famiglia Galimberti vissenell’appartamento fin dalla fondazione delpalazzo. In una lettera dell’aprile 1877,Bartolomeo, tipografo e titolare dellatestata La Sentinella delle Alpi, scrive alfiglio Tancredi, studente di Giurisprudenzaa Roma (1876-1877): “… la tua madre efamiglia chiama già la camera bleu quelladell’Av.to, questa è disimpegnata avendocomunicazione con l’alloggio e entratariservata…”.

APPROFONDIMENTO |

■ La famiglia Galimbertie la Casa Museo di PalazzoOsasco

Il Museo Casa Galimberti occupa i localiche furono abitati dalla famiglia omonima.Si colloca al piano nobile del palazzoOsasco, sul cui pilastro all’angolo con viaPonza è visibile una lapide in marmobianco del 1963, opera di Luigi Valerisce,con un bassorilievo a mezzo busto diTancredi detto “Duccio”, a memoria deldiscorso del 26 luglio 1943. In tale data,Duccio, affacciato dal terrazzo della casa,alla folla assiepata nella piazza chefesteggiava la caduta di Mussolini, fece undiscorso che proprio nella lapide vederiassunto il concetto principale, “… laguerra continua fino alla cacciatadell’ultimo tedesco e alla scomparsa delleultime vestigia del fascismo…”.

44Itinerario1 | “specialmente destinata alle signore”,possedeva alcune caratteristiche che nesegnarono la tradizione: l’appartenenza deimembri all’élite cuneese, la presenzafemminile, il ruolo assegnato alla musicanella programmazione delle attività sociali.Insomma, al Circolo aristocratici, notabili,ufficiali e signore dell’alta borghesia sidavano convegno per ascoltare concerti,danzare, leggere il giornale, discutere dipolitica, sorseggiare il caffè. Nelle saleaffrescate della nuova sede di via Roma –che oggi ospita il Conservatorio Musicale –si svolgevano serate di gala, carnevali,veglie danzanti, i cui resoconti dettagliatitrovavano spazio sulla “Sentinella delleAlpi”, all’epoca il più importantequotidiano della città. Atmosfera diversa sirespirava invece tra le mura del Circolol’Caprissi, fondato nel 1875 e situato alpiano nobile di un palazzo patrizioaffacciato su piazza Boves. Sotto le suesplendide volte la piccola borghesia delcommercio, dell’impiego pubblico eprivato, dell’artigianato, delle professioni,vero tessuto connettivo dell’economiacittadina, celebrava i suoi fasti in unambiente meno formale e ingessato. Nellestanze da cui erano tassativamente banditele donne (accolte solo se ospiti) si fumavae si giocava a carte ma, con l’uso del “tu”elevato a regola, si stringevano utiliamicizie, si coltivavano clientele. Farneparte era uno status sociale cui non sipoteva rinunciare. Molti altri circoli sorseroin città a partire dagli ultimi annidell’Ottocento: si chiamavano Gioia,Scintilla, Edelweiss, Aurora, Margherita,Brisinin. Alcuni non sopravvivevano che lospazio di pochi mesi, in genere danovembre a febbraio, il tempo di mettereinsieme pochi mobili, organizzare qualchefesta e poi, vendute le poche suppellettili,organizzare un banchetto d’addio. Altri conobbero sorte migliore. Era il 1875

quando alcuni appassionatidell’“italianissimo gioco delle bocce”,misero il popolare sport al centrodell’esistenza di un sodalizio con sede inuna Bocciofila sul viale degli Angeli,all’altezza del “secondo rondò”, mentre icacciatori, in epoca di sconosciutesensibilità ecologiste, celebravano le loroimprese presso L’Cucu, alle basse diBombonina. Chi oggi si inoltri in unapasseggiata tra i platani del viale opercorra i sentieri di campagna del Parcofluviale potrà incontrare le due societàancora aperte nelle loro sedi originarie.Sempre sul viale alberato sorse nel 1914,all’angolo con l’attuale via Stoppani,“un’associazione fra diversi signori quiviresidenti con lo scopo di provvedere alluogo ed ai mezzi necessari ad un gioco diLaw-tennis…”. Insomma, un Tennis Club,destinato a vita attivissima e longeva. Impossibile ricordare in queste pagine ledecine di circoli che movimentavano la vitasociale cittadina. Citiamo ancora il Ferfouj,

nato nel 1886 all’interno del palazzodell’Albergo Pan di Spagna (via Saluzzo) epresieduto da tal Giors Conte. Pare che ilsuddetto presidente capitanasse schiere digiovani che al suono della fisarmonica siincamminavano a tarda notte verso lebasse di Madonna della Ripa per giungervial sorgere dell’alba. Al levar del sole i ballicampestri erano già animati. Il circolo poiapprodò presso l’Albergo Superga e fu unodei più fiorenti della città. Un ultimo cennomerita un sodalizio che animò le scene

79 | Itinerario1

di crescita culturale attraverso i corsi dellaScuola d’arti e mestieri, le conferenze, legite d’istruzione. La società operaiaottenne una sede prestigiosa nel 1905,quando il Comune e la Cassa di Risparmioedificarono il Palazzo delle Istituzionipopolari, importante edificio neoclassico incui la SMS prosperò fino al 1927 quando ilregime fascista glielo sottrasse per adibirlo,

dopo un restyling in stile razionalista, aCasa del Fascio. Oggi quell’edificioconserva le tracce del suo passato e ospitaal piano terreno alcuni uffici comunali el’archivio storico della Città, mentre alprimo piano è sede dell’Istituto storicodella Resistenza. Anche la Società operaia,ancora ben radicata e attiva in città,occupa una parte dello stesso edificio, coningresso da via B. Bruni. Al suo interno, unimportante archivio documentario necustodisce la memoria. Un decennio dopo rispetto alla SocietàArtisti e Operai, nasceva quello che fu ilpiù elegante circolo cittadino, nella CasaMargaria, edificio che sorgeva a fiancodel Palazzo Municipale, poi abbattuto nel1935. Il Circolo Sociale, che nondisdegnava il gentil sesso ma lo appartavanella sala riservata alla musica

STORIE CUNEESI |

■ I luoghi d’incontro dei cuneesi

Luoghi del passatoAll’alba del Novecento la città di Cuneooffriva ai suoi abitanti una sorprendentevarietà di luoghi di aggregazione sottoforma di associazioni, circoli, caffè. Alcuniavevano già una storia consolidata allespalle, sorti a metà Ottocento sottol’impulso di leggi che ne consentivanol’organizzazione e la vita. Tale fu laSocietà di mutuo soccorso edistruzione Artisti e operai, per esempio,fondata nel 1851 allo scopo di sostenere ipropri soci attraverso la formula delversamento periodico di piccole quote.Erano operai, artigiani, commercianti,lavoratori e lavoratrici (le donne fondaronol’anno dopo un proprio sodalizioautonomo) che vi trovavano assistenzamedica, soccorso finanziario in caso dimalattia, infortuni, vecchiaia, e occasione

78Itinerario1 |

INTRODUZIONE | come si legge la guida

Completano le parti dedicate ad ogniitinerario alcuni capitoli diapprofondimento, volti a trattare inmaniera ancora più completa i luoghi chesi incontrano lungo il percorso

139 | Itinerario3

■ Corso NizzaGià prevista dal pianoregolatore del 1834, ladirettrice dell’espansioneedilizia della città è ilrettifilo che congiungeCuneo a Borgo SanDalmazzo: prima della metàdell’Ottocento la viapresentava un andamentotortuoso e una larghezzanon adeguata al traffico. Ilsuo nuovo assetto costituìla spina dorsale dellarinnovata forma urbana: nel1845 venne costruito iltratto che giunge fino aSan Rocco Castagnaretta,nel 1848 il tratto successivofino a Borgo San Dalmazzo.Il primo segmento della viapassava attraverso lacosiddetta “regione degliorti”, nella quale sorgevanoqua e là villette e cascine inmodo sparso e nonomogeneo. Lo sviluppo diquest’area non fuimmediato, perché icostruttori dovevanorispondere ai vincoli richiestidal Nuovo Piano d’Ornatovarato dal Comune nel1886 che imponeva, tral’altro, la costruzione dipalazzi dotati di portici(larghi 5m. e alti 7), incontinuità con l’aspettodell’abitato della partevecchia della città e dellapiazza (allora intitolata aVittorio Emanuele II). Se iprimi edifici appaionoaderenti alle tipologiearchitettoniche disegnati daBenedetto Brunati per ipalazzi della piazza, manmano che si procede versosud si delineano nuovetipologie ispirate allo stileeclettico o dell’Art

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una quarantina di anni piùtardi su disegnodell’ingegner AlessandroArnaud e sotto la direzionedell’ingegner Carlo Ponzo. Icanoni sono quellidell’architettura neoclassica,ispirati a criteri di armoniaed efficienza: l’interno ècaratterizzato da un grandecortile porticato attorno alquale si sviluppano le aule ele stanze, refettori e cucinae una grande cappella. Il seminario è dotato di unaricchissima bibliotecacostituita dal nucleooriginario (circa 40.000

opere di filosofia, teologia,letteratura classica e storia)incrementato da numeroseacquisizioni e donazioni.Del patrimonio dellabiblioteca fanno parteanche incunaboli e libriminiati, come il preziosoLibro d’Ore con pagine einiziali decorate attribuitead Antoine de Lonhy,raffinato artista francesedella seconda metà delQuattrocento attivo anchein Piemonte. Nel corso dellaseconda metà delNovecento, a causa delforte calo vocazionale, fuavviata la collaborazioneinterdiocesana per lo studioteologico e nel 2002 anchela comunità dei seminaristivenne trasferita a Fossano.L’edificio è stato adattatoper ricevere al suo internodiverse funzioni: gli ufficidiocesani pastorali e quelliimpegnati nella formazionedegli operatori pastorali,l’ufficio pellegrinaggio, maanche una rinnovata attivitàeducativa a servizio dellacomunità diocesana e ilocali per l’accoglienza e ilristoro.

■ Il SeminarioL’istituzione di un seminarioa Cuneo fu, di fatto,piuttosto tardiva: fin oltre lametà del XVIII secolo nonvenne infatti avviato questoservizio e, in un primotempo, le lezioni dei circa50 chierici avvenivanonell’area dell’odierna piazzaBoves. Dopo l’epocanapoleonica le funzionivennero trasferite in SantaChiara, colpita dallasoppressione degli ordinireligiosi nel 1802. Un forteimpulso alla nascita di unnuovo seminario fu dato,naturalmente,dall’istituzione della diocesidi Cuneo, nel 1817; nelcorso degli anni Trenta simoltiplicarono gli sforzi perdare alla città una sedeadatta alla formazione delclero locale: il Comunedonò parte del terreno dellavecchia Piazza d’Armi e ilavori ebbero inizio nel1839, su progettodell’ingegner Grato Perno.La nuova sede fuinaugurata nel 1845 esuccessivamente ampliata

Il seminario costituisce -insieme alla facciata delduomo - la piùimponente costruzioneneoclassica della città.Per la facciata dellacattedrale, che andavarinnovata per rettificarel’ultimo tratto di viaRoma, Grato Pernoaveva presentato unprogetto nel 1837 cheprevedeva una strutturaa due ordini con uncorpo inferiore porticatosu cui si innestava uncoronamento confinestrone circolare. La facciata dellacattedrale fu poicompiuta nelle formeattuali una trentina dianni dopo, ad opera diAntonio Bono, maquando l’ingegnerPerno fu chiamato aprogettare il seminarioriproposesostanzialmente il medesimo modello peril pronao colonnato chesi apre nel cortile incorrispondenza dellacappella.

Facciateneoclassiche

Il cortile interno del Seminario.

Il teatro mancato1925

l’anno in cui Amedeo Gallianopresentò un progetto per

realizzare al centro della piazzadel Seminario - dove tre anni

più tardi fu collocato il mercatocoperto - il Teatro della Città di

Cuneo. L’edificio avrebbe dovutoarticolarsi su due piani,

con un’elegante facciata in stile neoclassico; lungo il lato

ovest era prevista una tettoiaaccessibile dall’esterno per il mercato coperto

CURIOSITÀ |

Nouveau.All’imbocco di Corso Nizza,di fronte al civico 2, ci siimbatte ne L’uomo chelegge, una statua inbronzo che rappresenta unuomo distinto, seduto suuna panchina intento aleggere un libro. L’opera èstata realizzata dalloscultore Gaetano Usciatta esi ispira all’Ulisse pensatoredi Rodin. La statua è stata

box specifici, che affrontano singoliaspetti peculiari e che consentono, su unlivello di lettura diverso, di approfondireaspetti storici o biografici relativi ai luoghidescritti

box curiosità, che fornisconoinformazioni curiose o dati degni di nota

CUNEOMODERNACONTEMPORANEA

La Cuneo Nuova si amplia verso sud e mostra i segni e le operederivanti da un lato dalle indicazioni dei piani regolatori che sisono susseguiti, dall’altro dalle influenze delle correntiarchitettoniche del Novecento: le palazzine Art Nouveau, i rigorosiquartieri modernisti e le opere più contemporanee delineano uncentro ricco di vetrine e negozi.

03 ITINERARIO

Per chi vuoleconoscere la città degli ultimi due secoli

1. Il moderno e il contemporaneo in città

2. Verso la Cuneo Liberty3. L’architettura

del Ventennio

gli itinerari, ciascuno dei sei itineraripresenta un’introduzione che permette diinquadrare gli aspetti storici piùsignificativi. Ogni itinerario è suddiviso incapitoli e in paragrafi dedicati ai luoghi divisita. All’inizio di ciascun itinerario untesto fornisce un esaurienteinquadramento storico

Nel testo spesso si trovano rimandigrafici ad altri itinerari: questo per offrirela possibilità di “leggere” lo stesso luogoseguendo le diverse tematiche dei percorsi

Ogni parte del volume è arricchita concitazioni sulla città: è un modo per“ascoltare” e comprendere la cittàattraverso le parole di chi l’ha conosciuta e amata

E così Barbaroux, che dal suo candido marmo hacontemplato con impassibile filosofia le più splendideriviste militari, i più animati mercati, i più chiassosibaracconi, assisterà imperturbato al fiorire e sfiorire delleaiuole ed al lieto passeggiare dei cittadini.

““Alfonso Maria Riberi, IL DOVERE, 8 APRILE 1933

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SOMMARIO | indice dei luoghi

Alba, via, pag. 82Angeli, santuario, pag. 40, 53, 67, 74, 75Angeli, viale, pag. 32, 71, 73, 135, 154, 158,159, 236Annunziata, chiesa, pag. 119Biblioteca Civica, pag. 116Biblioteca ebraica, pag. 183Bombonina, frazione, pag. 209Bono, via, pag. 104Borgo San Giuseppe, frazione, pag. 210Boves, piazza, pag. 118, 138Cacciatori delle Alpi, via, pag. 116Canoistico, polo, pag. 225, 240Cattedrale (Santa Maria del Bosco), pag.39, 52, 57, 102, 125, 178Chiusa Pesio, via, pag. 182Cimitero monumentale, pag. 226-229Costituzione, piazza, pag. 137Cuore Immacolato, chiesa, pag. 151D'Armi, piazza, pag. 32Dante, corso, pag. 31, 72, 15De Curtis, piazzetta, pag. 106Diocesano, Museo, pag. 112-115Ebraico, Ghetto e sinagoga, pag. 108-110,180Europa, piazza, pag. 32, 151Ex Foro Boario, piazza, pag. 32, 48, 136Galimberti, piazza, pag. 31, 42, 48, 186Galimberti, Museo Casa, pag. 44-47, 55, 108Giolitti, corso, pag. 32, 160, 195Giordanengo, calà, pag. 223Gioventù, parco, pag. 185Impianti sportivi, pag. 240IV Novembre, corso, pag. 163, 193Leutrum, via, pag. 177Libertà, piazzale, pag. 161, 193Madonna dell’Olmo, frazione, pag. 32, 206Madonna della Riva, santuario, pag. 238Madonna delle Grazie, frazione, pag. 210Mondovì, contrada, pag. 30, 49, 85, 108,116, 180

Municipio, pag. 39, 52, 57, 102, 125, 178Nizza, corso, pag. 31, 32, 133, 135, 139-151, 160, 195Parco fluviale Gesso e Stura, pag. 221Prefettura, palazzo, pag. 89, 177Quattro Martiri, vicolo, pag. 179Resistenza, parco e monumento, pag. 72, 73Roma, via, pag. 30, 49, 50, 85, 86, 88, 90-96, 103, 157Sacro Cuore, chiesa, pag. 31, 141Samone, palazzo, pag. 119San Benigno, frazione, pag. 211San Francesco, complesso, 32, 40, 55, 58,69, 157San Giovanni, ex chiesa, pag. 100, 102 San Giovanni Bosco, chiesa, pag. 152San Paolo, chiesa, pag. 32, 153San Pietro del Gallo, frazione, pag. 211San Rocco Castagnaretta, frazione, pag.204San Sebastiano, chiesa, pag. 111Sant'Ambrogio, chiesa, pag. 98, 113Santa Chiara, chiesa, pag. 117, 118Santa Croce, chiesa e antico ospedale, pag.120-122, 179Santa Maria della Pieve, chiesa, pag. 50,52, 113, 123-125Seminario, pag. 138Seminario, piazza, pag. 48, 138, 188Soleri, viadotto, pag. 165, 193Soleri, corso, pag. 193Spinetta, frazione, pag. 209Stadio comunale, pag. 162Stazione ferroviaria, pag. 161Torino, piazza, pag. 177Torre Civica, palazzo, pag. 100, 102, Torre Frati e Tetti Pesio, frazioni, pag. 209Toselli, teatro, pag. 104Vescovado, palazzo, pag. 89, 98Virginio, piazza, pag. 32, 123, 137, 179XX Settembre, via, pag. 195


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